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Una commovente poesia sull'esperienza del profugo | Babak Ghassim e Usama Elyas | TEDxEastEnd

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    Usama: Dietro di noi, la mia terra.
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    Tutto quello che sono è nato là.
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    Babak: Tutto quello che era casa mia.
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    Il campetto di calcio
    dove giocavamo da bambini.
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    Il sorriso del mio primo amore.
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    Il melo nel nostro parco
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    e il laghetto nascosto dietro il monte.
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    U: Il tè bollente sul vassoio di latta.
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    Grinzati cantastorie, quasi imbelliti
    dalle loro rughe d'espressione.
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    Fare casino coi compagni
    ritornando a casa da scuola.
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    B: E la notte, quando i genitori dormono,
    uscire di nuovo.
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    La bicicletta cigolante di mio fratello,
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    le poesie di Neruda
    e l'odore del prato bagnato.
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    U: Le radio dai suoni gracidanti
    che riuscivano a diffondere melodie.
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    B: Il canto di mia sorella, la mattina.
    U: Mia madre.
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    B: Mia madre, con tutte
    le sue preoccupazioni di soldi.
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    E non so perché: le coccinelle.
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    U: Tutto questo era casa mia.
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    B: Tutto questo era casa mia, un tempo.
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    U: Ma non ho potuto rimanere.
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    Dietro di noi: la guerra,
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    la tomba appena scavata dei miei genitori,
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    il terriccio ancora fresco
    che si sta assestando.
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    Così recente è il dolore.
    E niente è stato elaborato.
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    B: Non potevo più restare.
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    Parlavano di noi
    come di condannati a morte.
  • 1:32 - 1:37
    La nostra gente messa a forza su treni
    che sparivano nel fumo delle locomotive.
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    Le nostre porte abbattute,
    le vetrine dei negozi frantumate.
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    I nostri genitori terrorizzati,
    fratelli e sorelle perseguitati
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    e terribili notizie di amici,
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    di quelli che erano ancora rimasti ...
    la maggior parte era scomparsa.
  • 1:51 - 1:54
    U: Non si poteva più rimanere,
    nemmeno un giorno in più.
  • 1:54 - 1:58
    Il passo successivo nella mia città
    è stato l'ultimo passo nel mio Paese
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    e il passo peggiore è stato poi
    su questa barca arrugginita,
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    che dapprima vacillerà,
    che dapprima ci reggerà,
  • 2:04 - 2:07
    e poi affonderà, disperdendoci nel mare.
  • 2:07 - 2:11
    Nel mare così desolato,
    la luna nascosta dietro le nuvole.
  • 2:11 - 2:15
    La notte così scura che non vedi niente.
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    B: Niente, per ore e ore.
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    E se nel buio chiudo gli occhi,
    sento la voce di mia madre.
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    Intorno a noi solo il mare, come se
    la nostra barca fosse il cuore di tutto.
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    Apro gli occhi e sussurro al cielo,
    perché le preghiere sono le nostre vele.
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    U: I giubbotti di salvataggio
    faranno il resto,
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    solo non possono portare la speranza.
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    Un uomo mi si avvicina a nuoto:
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    "Tieni, prendilo tu.
    Io non ce la faccio più.
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    Ha un anno e si chiama Bassem".
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    Fu così che diventai
    per la prima volta padre.
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    In mare. Per consegna diretta.
  • 2:55 - 3:00
    L'uomo col giubbotto di salvataggio
    mi diede come erede il suo discendente.
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    B: Arrivato in esilio, ho subito imparato
    che le parole più importanti
  • 3:05 - 3:10
    sono "permesso di soggiorno",
    "scusa" e "grazie".
  • 3:11 - 3:16
    U: Arrivato in esilio, ho visto
    una famiglia, riunita dopo tanto tempo.
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    Il padre che piangeva di gioia,
    silenziosamente e dal profondo,
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    con tutta la vergogna
    di chi raramente ha pianto.
  • 3:23 - 3:28
    Ho seguito quella famiglia
    passo per passo, ma solo con lo sguardo.
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    B: Arrivato in esilio,
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    ma la terra della patria si porta con noi,
    attaccata alle piante dei piedi.
  • 3:33 - 3:37
    Perché vengo da laggiù e ho ricordi.
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    Sono nato come nascono
    tutti gli esseri umani,
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    ho una madre che mi vuole bene
  • 3:42 - 3:45
    e mi si spezza il cuore vedere
    dalle lettere che mi scrive
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    che la sua mano ormai trema.
  • 3:48 - 3:54
    Dire "nostalgia di casa" è come un sogno,
    perché la vecchia patria non c'è più.
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    E se rimaniamo qui,
    diventiamo come la spiaggia,
  • 3:57 - 4:01
    né completamente mare,
    né completamente terra.
  • 4:01 - 4:04
    U: E se rimaniamo qui,
    diventiamo come la spiaggia,
  • 4:04 - 4:06
    né completamente mare,
    né completamente terra.
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    Una volta arrivato in esilio,
    un esercito mi dà il benvenuto,
  • 4:09 - 4:12
    mentre un altro
    innalza bandiere straniere.
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    A volte si sente l'amore,
    a volte si sente l'odio.
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    A te guardano il velo,
    a me nel passaporto.
  • 4:18 - 4:21
    Ma non avercela con loro,
    Amore, perdonali,
  • 4:21 - 4:25
    si sono dimenticati sia l'amore
    che la Bibbia, augura loro pace.
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    Invece fai vedere come siamo tosti!
  • 4:29 - 4:32
    Strappaci via le gambe
    e noi camminiamo sulle mani!
  • 4:32 - 4:36
    B: Strappaci via le gambe
    e noi camminiamo sulle mani!
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    Viviamo come meglio possiamo,
    fino alla fine dei nostri giorni.
  • 4:40 - 4:41
    E chissà.
  • 4:41 - 4:46
    Forse un giorno ritornerò a casa
    e non sarà tutto cambiato.
  • 4:46 - 4:48
    Forse rivedrò il nostro vecchio melo
  • 4:48 - 4:51
    o il campetto di calcio
    dietro il recinto arrugginito,
  • 4:51 - 4:54
    abbraccerò i miei fratelli e sorelle,
    bacerò mia mamma
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    e la felicità mi morderà il cuore.
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    U: Mi chiamo Ahmed Yusuf,
    padre di Bassem, e sono un profugo.
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    Sono scappato dalla Siria.
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    B: Mi chiamo Daniel Levy
    e sono un profugo.
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    Sono scappato dalla Germania.
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    U: È l'anno 2015.
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    B: È l'anno 1938.
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    (Musica)
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    (Applausi)
  • 5:39 - 5:41
    B: Grazie mille.
  • 5:41 - 5:42
    U: Grazie mille.
  • 5:42 - 5:46
    B: Siamo Babak e Usama.
    Siamo i RebellComedy dalla Germania.
  • 5:46 - 5:49
    Abbiamo scritto questa poesia
    per tutti coloro che hanno dovuto lasciare
  • 5:49 - 5:53
    la loro casa, la loro patria,
    la loro famiglia, i loro cari.
  • 5:53 - 5:55
    U: E speriamo che questa poesia
  • 5:55 - 5:58
    possa contribuire ad aumentare
    la tolleranza nei confronti dei rifugiati,
  • 5:58 - 6:01
    perché un giorno tutti noi
    potremmo avere bisogno di aiuto.
  • 6:01 - 6:04
    Cerchiamo di essere più tolleranti.
    Grazie mille.
  • 6:04 - 6:05
    B: Grazie mille. Buon divertimento.
  • 6:05 - 6:07
    (Applauso)
Title:
Una commovente poesia sull'esperienza del profugo | Babak Ghassim e Usama Elyas | TEDxEastEnd
Description:

In questa struggente rappresentazione di parola parlata basata sulle loro esperienze personali, Babak e Usama raccontano il doloroso viaggio intrapreso dai profughi quando lasciano la propria casa per arrivare in un luogo sconosciuto. Il risultato è un meraviglioso intreccio di storie tra passato e presente.

Amici d'infanzia, nel 2006 Babak e Osama fondarono RebellComedy, un gruppo di stand-up comedy. Era il primo spettacolo del genere in Germania, che metteva insieme comici di culture diverse con musica urbana e parola parlata. Dieci anni dopo, RebellComedy è diventato uno degli spettacoli più popolari in Germania, con uno spot televisivo settimanale e tour che registrano il "tutto esaurito" in giro per il Paese. Babak ha iniziato da adolescente a scrivere e produrre filmati e ha studiato letteratura mentre già scriveva copioni per il cinema ed il teatro. Attualmente sta lavorando al suo primo libro e perfezionando brani di parola parlata per RebellComedy. Usama è un comico cabarettista che si esibisce in tutto il mondo e sta preparando il suo primo stand-up special che uscirà nel 2017.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx che utilizza il formato della conferenza TED, ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale. Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
German
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
06:21

Italian subtitles

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