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2: Dare to Arrive | Br. Phap Huu

  • 0:00 - 0:02
    Cari amici,
  • 0:03 - 0:07
    quest'estate è stato davvero
    un periodo difficile per tutti noi,
  • 0:08 - 0:13
    c'è stato molto
    dolore e sofferenza
  • 0:13 - 0:16
    che tutti noi abbiamo provato,
  • 0:17 - 0:23
    e quel dolore, quella sofferenza, si sono
    manifestati anche nei nostri corpi.
  • 0:25 - 0:30
    E la pratica della consapevolezza
    e della meditazione
  • 0:30 - 0:36
    consiste prima di tutto nell'imparare
    a fermarsi e riconoscere ciò che è presente,
  • 0:36 - 0:39
    presente qui nel
    momento presente.
  • 0:39 - 0:48
    Ma nel momento presente è questo corpo
    che ci permette di sentire e di essere.
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    A volte potremmo pensare alla meditazione
    come a un modo per fuggire, o non sentire,
  • 0:59 - 1:03
    o come un modo di indurre la
    nostra mente a pensare in positivo,
  • 1:04 - 1:07
    ma questa è una
    percezione sbagliata.
  • 1:07 - 1:17
    Consapevolezza significa identificare
    e riconoscere esattamente cosa è qui, e onorarlo.
  • 1:17 - 1:21
    Imparare a chiamarlo
    con il suo nome,
  • 1:21 - 1:23
    e questo richiede coraggio,
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    perché quando impariamo a chiamarlo con il suo nome,
    allora riconosciamo anche che è vivo dentro di noi.
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    Riconoscere e trattenere il dolore,
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    riconoscere e trattenere la rabbia,
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    riconoscere e trattenere la sofferenza.
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    Possiamo anche essere teneri
    con la nostra sofferenza,
  • 1:50 - 1:56
    e questa è un'arte, l'arte di
    imparare ad accettare la sofferenza.
  • 1:57 - 2:03
    E questo è un po' lo spirito del Buddismo,
    imparare ad essere amici della sofferenza.
  • 2:03 - 2:08
    Imparando a vedere che la
    sofferenza non è un nemico,
  • 2:08 - 2:15
    ma è un nutrimento, che può aiutarci
    a comprendere più profondamente.
  • 2:16 - 2:23
    E ad avere intuizione, così da
    avere un modo di essere presenti,
  • 2:23 - 2:30
    così da poter offrire un nuovo modo
    di vedere, un nuovo modo di essere,
  • 2:30 - 2:36
    la gentilezza che esiste profondamente
    in tutti noi, e che possiamo generare.
  • 2:38 - 2:43
    Ma per riconoscere queste condizioni,
    dobbiamo anche imparare
  • 2:43 - 2:47
    prima di tutto a riconoscere
    questo nostro corpo umano.
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    Nella nostra tradizione noi
    torniamo sempre alle nostre radici,
  • 2:54 - 3:01
    e le nostre radici sono fortemente
    connesse con i nostri antenati genetici,
  • 3:01 - 3:05
    i nostri genitori, e il dono che
    ci hanno offerto: questa vita.
  • 3:06 - 3:12
    Gli spiriti di tutti i Maestri,
    e di tutti i vecchi saggi,
  • 3:14 - 3:17
    tutti gli insegnanti che ci hanno
    trasmesso la loro saggezza
  • 3:17 - 3:21
    affinché potessimo comprendere,
    e generare amore.
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    E i nostri antenati della Terra,
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    così come gli antenati di tutti gli esseri
    viventi, che sono sempre qui a darci il loro supporto.
  • 3:35 - 3:41
    Tornare a casa nel proprio corpo
    può suonare come una cosa semplice,
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    ma può anche essere una sfida,
    perché tornare a casa nel proprio corpo
  • 3:47 - 3:52
    significa anche riconoscere
    il disagio che c'è dentro di noi.
  • 3:54 - 3:59
    "Sono arrivato, sono a Casa",
    ne abbiamo parlato ieri,
  • 4:00 - 4:06
    non è una dichiarazione,
    ma è un atto,
  • 4:06 - 4:11
    "Sono arrivato", possiamo imparare
    ad arrivare in questo nostro corpo,
  • 4:12 - 4:17
    perché questo nostro corpo è
    il fondamento di tutte le nostre azioni,
  • 4:19 - 4:22
    questo corpo è
    anche la continuazione
  • 4:24 - 4:26
    dei nostri antenati.
  • 4:27 - 4:33
    Quindi il corpo è un'azione che
    trasmettiamo in ogni momento,
  • 4:33 - 4:37
    e che avrà un riverbero nel futuro.
  • 4:38 - 4:43
    Quando impariamo a tornare a Casa,
    e osiamo arrivare nel nostro corpo,
  • 4:44 - 4:50
    ci concediamo un momento di riconoscimento
    della vita che è presente in noi.
  • 4:52 - 4:58
    E tornando a casa nel corpo,
    non rimaniamo solo nel momento presente,
  • 4:58 - 5:05
    perché il momento presente ci permette
    anche di prenderci cura del futuro.
  • 5:06 - 5:13
    Il nostro Maestro, e il Buddha stesso,
    hanno detto che il passato non c'è più,
  • 5:13 - 5:15
    e il futuro non è ancora qui,
  • 5:16 - 5:23
    c'è solo un momento che possiamo
    vivere veramente, e quello è il presente.
  • 5:24 - 5:27
    E questo, di per sé,
    è una sfida per tutti noi,
  • 5:28 - 5:33
    imparare a riconoscere che siamo qui,
  • 5:33 - 5:36
    e che questo è un momento
    in cui possiamo essere vivi,
  • 5:36 - 5:41
    questo è un momento
    in cui possiamo sentire,
  • 5:41 - 5:46
    in cui possiamo davvero essere
    presenti per le persone che amiamo,
  • 5:46 - 5:48
    la nostra Comunità.
  • 5:51 - 5:56
    Nella vera presenza è
    contenuta anche un offerta a tutti,
  • 5:57 - 6:03
    quando vogliamo amare, lo facciamo
    offrendo la nostra vera presenza.
  • 6:04 - 6:08
    quando riusciamo ad essere presenti
    con la nostra piena, vera presenza,
  • 6:08 - 6:15
    quelli che sono di fronte a noi
    possono sentire che vengono ascoltati,
  • 6:15 - 6:19
    e che ci prendiamo cura di loro,
    semplicemente con la nostra presenza.
  • 6:19 - 6:24
    E spesso possiamo avere l'aspirazione
    ad essere pienamente presenti,
  • 6:25 - 6:28
    ma già dopo pochi minuti
    ci perdiamo nei nostri pensieri,
  • 6:29 - 6:33
    o finiamo per giudicare, o reagire,
  • 6:33 - 6:37
    e creiamo delle barriere
    per una vera comunicazione,
  • 6:37 - 6:44
    così la presenza del corpo è anche
    una trasmissione di comunicazione.
  • 6:47 - 6:55
    E il corpo è il luogo in cui possiamo imparare a prenderci
    cura dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni.
  • 7:00 - 7:03
    Arrivando a Plum Village
    per la prima volta
  • 7:06 - 7:09
    ho dovuto imparare ad arrendermi
  • 7:09 - 7:16
    all'amore che posso
    veramente definire reale.
  • 7:16 - 7:21
    Sono cresciuto in una
    famiglia di immigrati,
  • 7:22 - 7:27
    c'era molto dolore
    e molta sofferenza,
  • 7:27 - 7:30
    molti abusi e molta violenza,
  • 7:30 - 7:38
    io sono cresciuto in questo ambiente,
    quindi in me c'era molta paura,
  • 7:38 - 7:41
    e anche molta solitudine.
  • 7:42 - 7:46
    E quando mio padre mi portò
    per la prima volta a Plum Village,
  • 7:46 - 7:51
    mi disse: "Andiamo a Parigi",
    e chi non vorrebbe andare a Parigi?
  • 7:51 - 7:55
    Abbiamo passato due giorni a Parigi,
    poi abbiamo preso il TGV,
  • 7:56 - 7:59
    siamo arrivati alla stazioncina
    di Sainte Foy La Grande,
  • 7:59 - 8:02
    e io ho pensato:
    "Che cos'è questo posto?"
  • 8:04 - 8:08
    Questa era la nostra vacanza
    estiva, un monastero buddista.
  • 8:09 - 8:12
    Avevo molte sensazioni,
  • 8:14 - 8:18
    ma non mi era stato insegnato
    ad esprimere i miei sentimenti,
  • 8:18 - 8:23
    quindi mi comportavo
    un po' come un ribelle.
  • 8:24 - 8:34
    E il primo atto d'amore che ho
    ricevuto è stato nella sala da pranzo,
  • 8:34 - 8:39
    perché avevo solo 8 anni, e non riuscivo
    a raggiungere la scodella del Muesli,
  • 8:40 - 8:46
    e uno sconosciuto, non so chi fosse,
    mi ha detto: "Hei, piccolo, posso aiutarti?"
  • 8:47 - 8:51
    Questa è stata la prima volta che
    qualcuno mi ha chiesto se poteva aiutarmi,
  • 8:54 - 8:57
    Non sapevo come rispondere,
    quindi in un certo senso mi sono bloccato,
  • 9:00 - 9:05
    e in quel momento ho imparato
    a dire: "Sì, per favore, aiutami".
  • 9:05 - 9:12
    E quella è stata la prima volta che
    ho sperimentato un amore del genere,
  • 9:13 - 9:16
    che non chiedeva nulla in cambio,
  • 9:16 - 9:22
    ed era una sensazione davvero strana,
    perché non l'avevo mai sperimentata prima.
  • 9:24 - 9:27
    E come un bambino di soli 8 anni,
  • 9:27 - 9:33
    ho iniziato a capire
    che volevo essere visto,
  • 9:33 - 9:38
    che volevo essere ascoltato,
    che volevo essere amato.
  • 9:42 - 9:49
    In quel momento ho dovuto anche
    imparare ad arrendermi, ad accettare,
  • 9:50 - 9:57
    e con l'accettazione ho iniziato anche
    a vedere il bambino che era in me,
  • 9:57 - 10:01
    che mancava di qualcosa.
  • 10:02 - 10:05
    Qualche anno più tardi
    sono diventato un monaco,
  • 10:06 - 10:12
    e forse voi penserete che noi monaci
    siamo sempre felici e sorridenti,
  • 10:12 - 10:17
    e sereni, ma ci sono anche
    profonde tempeste qui dentro,
  • 10:18 - 10:21
    c'è anche dell'oscurità qui dentro.
  • 10:24 - 10:33
    E io ho dovuto affrontare...
  • 10:34 - 10:37
    ho dovuto affrontare
    la solitudine che c'era dentro di me,
  • 10:39 - 10:44
    E vivendo in una comunità
    come Plum Village,
  • 10:44 - 10:47
    imparando a stare
    con così tante persone,
  • 10:47 - 10:52
    imparando a vedere gli altri
    come miei fratelli e sorelle,
  • 10:52 - 10:59
    era un'arte, e anche imparare
    a farsi accettare era un'arte,
  • 10:59 - 11:02
    ma c'erano sempre così tante
    volte in cui mi sentivo solo,
  • 11:03 - 11:06
    così tante volte in cui
    mi sentivo così disconnesso.
  • 11:07 - 11:16
    Io avevo un cugino e uno zio nella
    mia famiglia, che avevano abusato di me,
  • 11:17 - 11:22
    che erano stati molto
    violenti nei miei confronti,
  • 11:23 - 11:30
    e siccome non sapevo come prendermi cura
    di quelle emozioni e di quei sentimenti,
  • 11:30 - 11:38
    questi hanno continuato ad
    affliggermi anche in seguito,
  • 11:39 - 11:49
    e nel nuovo momento presente non facevo
    altro che proiettare quelle esperienze sugli altri.
  • 11:50 - 11:56
    E ricordo molto chiaramente che, un giorno,
    due monaci si stavano dirigendo verso di me,
  • 11:57 - 12:04
    e io mi sono irrigidito, avevo
    così paura, e volevo fuggire,
  • 12:04 - 12:10
    ma mi sono fermato,
    e ho ascoltato il mio corpo,
  • 12:11 - 12:17
    e mi sono chiesto: "Perché sono così teso?
    Perché sto abbassando lo sguardo?"
  • 12:18 - 12:24
    "Perché voglio fuggire da due
    persone che sono forse molto gentili,
  • 12:25 - 12:30
    che stanno solo camminando,
    e non vogliono farmi del male?"
  • 12:32 - 12:37
    E quello è stato davvero un
    momento di presa di coscienza,
  • 12:38 - 12:48
    ho capito che nel mio corpo c'era così
    tanta paura, così tanto dolore e così tanta solitudine.
  • 12:50 - 12:56
    Allora ho messo
    la mia mano sulla pancia,
  • 12:56 - 12:59
    perché noi abbiamo una pratica
    di respirazione profonda con il ventre,
  • 13:00 - 13:07
    nei momenti in cui ci sentiamo sopraffatti, la respirazione
    profonda del ventre è come la radice di un albero,
  • 13:07 - 13:11
    i rami possono essere
    sbattuti dal vento,
  • 13:12 - 13:16
    le foglie possono essere spazzate
    via, ma la radice rimane ferma.
  • 13:17 - 13:25
    E mi sono concentrato
    intensamente sulla mia respirazione,
  • 13:27 - 13:32
    e mi sono centrato,
    e ho parlato a me stesso,
  • 13:32 - 13:41
    non l'avevo mai fatto prima, ho
    parlato al ragazzino che era in me,
  • 13:41 - 13:46
    e ho detto... io mi chiamavo Neim
    prima di diventare monaco,
  • 13:46 - 13:49
    ho detto: "Neim, va tutto bene.
  • 13:50 - 13:57
    Adesso hai un corpo nuovo,
    sei cresciuto,
  • 13:57 - 14:03
    e sei in grado di
    riconoscere i tuoi sentimenti,
  • 14:04 - 14:08
    e puoi sorridere alla solitudine,
  • 14:09 - 14:12
    puoi sorridere alla paura,
  • 14:12 - 14:19
    puoi sorridere... puoi sorridere
    al ragazzino che è in te,
  • 14:20 - 14:25
    e farti forza,
    in questo momento presente,
  • 14:25 - 14:28
    in questo tuo corpo".
  • 14:28 - 14:33
    Allora le mie spalle si sono distese,
    il mio corpo si è rilassato,
  • 14:34 - 14:38
    e lentamente, ho fatto
    alcuni passi in avanti.
  • 14:40 - 14:44
    È stato un momento così semplice,
  • 14:44 - 14:53
    ma, dentro di me, stavo
    imparando ad avere coraggio,
  • 14:53 - 15:05
    e ad avere la comprensione che con il mio corpo,
    precisamente in quel momento, stavo trasformando il passato,
  • 15:05 - 15:09
    stavo guarendo le
    ferite interiori che portavo.
  • 15:10 - 15:18
    E che stavo presentando un nuovo
    me, precisamente in quel momento.
  • 15:19 - 15:31
    Questa è spesso la montagna che possiamo
    stabilire nella coltivazione della nostra forza.
  • 15:33 - 15:40
    Il nostro Maestro di Dharma ci dice sempre che
    abbiamo tutti una montagna da coltivare dentro di noi,
  • 15:40 - 15:47
    la montagna che non ci lascia influenzare
    dalle emozioni e dai sentimenti,
  • 15:48 - 15:54
    ma possiamo riconoscerli, possiamo
    accettarli, e possiamo invitarli
  • 15:54 - 16:00
    a stare con la montagna,
    così da esserne trasformati.
  • 16:01 - 16:06
    Quello è stato un momento di risveglio
    per me, capire che avevo questa capacità
  • 16:07 - 16:12
    e vi confesso che quel momento
    non ha cambiato tutto,
  • 16:12 - 16:17
    non è stato un momento
    di "Aha!", e io ero illuminato,
  • 16:17 - 16:25
    ma quel momento di paura,
    quel momento di dubbio, è continuato,
  • 16:26 - 16:33
    e ogni volta che si è ripresentato
  • 16:33 - 16:39
    dal momento che avevo avuto
    quell'esperienza di presa di coscienza,
  • 16:39 - 16:43
    ora avevo la comprensione
  • 16:43 - 16:46
    che potevo prendermi cura di me,
  • 16:46 - 16:52
    del mio corpo e dei miei sentimenti.
  • 16:55 - 17:09
    Anche oggi, semplicemente per venire qui,
    quel complesso di inferiorità si è ripresentato ancora.
  • 17:09 - 17:13
    Abbiamo anche una pratica
    di meditazione camminata lenta,
  • 17:13 - 17:19
    nell'ambito dei nostri
    Addestramenti alla Consapevolezza,
  • 17:19 - 17:28
    la meditazione camminata lenta è una pratica per trovare
    pienamente rifugio, semplicemente con i nostri passi,
  • 17:29 - 17:34
    con l'inspirazione,
    troviamo rifugio in un passo,
  • 17:34 - 17:40
    ed espirando... c'è questa sensazione
  • 17:43 - 17:48
    dei piedi, delle dita
    fermamente ancorate al terreno,
  • 17:53 - 18:00
    e concentriamo il nostro corpo
    sulla nostra presenza ad ogni passo.
  • 18:03 - 18:07
    Invitiamo le nostre paure ad
    essere realmente presenti.
  • 18:17 - 18:23
    E mentre invitiamo le nostre
    emozioni a rifugiarsi nei nostri passi,
  • 18:23 - 18:31
    queste emozioni hanno un'opportunità, proprio come
    per un bambino, di essere abbracciate e curate teneramente,
  • 18:31 - 18:33
    tenute con tenerezza,
  • 18:34 - 18:41
    e donandogli l'amore che noi
    generiamo con l'essere presenti.
  • 18:44 - 18:47
    La meditazione camminata lenta,
  • 18:47 - 18:52
    è stata un caro
    amico per molti di noi,
  • 18:53 - 19:00
    e anche io stesso ho trovato
    rifugio nella sua pratica.
  • 19:00 - 19:06
    Ogni volta che sento
    la tempesta arrivare,
  • 19:06 - 19:09
    perché, se sto seduto immobile,
  • 19:09 - 19:13
    la mia TV ha troppi canali,
  • 19:13 - 19:21
    e io non ho forza e chiarezza
    a sufficienza per concentrarmi,
  • 19:21 - 19:26
    ma essendo presente nel
    mio corpo, posso sentirlo,
  • 19:26 - 19:30
    posso generare la mia energia
    attraverso il mio corpo.
  • 19:31 - 19:34
    Quindi la meditazione camminata lenta
  • 19:34 - 19:40
    è una pratica che vorrei trasmettervi,
  • 19:41 - 19:47
    è una pratica che ci aiuta
    a restare fermamente sulla terra,
  • 19:47 - 19:51
    nel momento presente,
    nel nostro corpo,
  • 19:52 - 19:55
    così che possiamo
    sentirci radicati,
  • 19:55 - 20:03
    così che possiamo ricordarci
    che "siamo abbastanza",
  • 20:06 - 20:07
    "io vado bene così come sono".
  • 20:09 - 20:11
    Non ho bisogno di fuggire,
  • 20:12 - 20:16
    ho l'intuizione, ho la comprensione,
  • 20:17 - 20:27
    posso generare chiarezza parlando,
    interagendo con gli altri, essendo presente.
  • 20:28 - 20:37
    E sappiamo che la presenza è l'essenza
    della comunicazione, dell'azione,
  • 20:38 - 20:43
    ed è per questo che per noi
    è una pratica fondamentale,
  • 20:43 - 20:46
    imparare a trovare
    rifugio nel nostro corpo,
  • 20:46 - 20:50
    così da poter agire,
  • 20:50 - 20:58
    e da poter esprimere azioni
    di coraggio e di chiarezza,
  • 20:59 - 21:03
    quindi è una trasmissione
    di completa presenza.
  • 21:06 - 21:16
    Molte volte, quando ero con
    Thay, il nostro Maestro,
  • 21:16 - 21:18
    quando facevamo dei
    tour di divulgazione,
  • 21:20 - 21:24
    forse penserete che Lui non sentisse
    la tensione, invece la sentiva,
  • 21:26 - 21:30
    e allora, la semplice pratica
    del camminare era una,
  • 21:31 - 21:37
    e poi ce n'era un'altra che lui amava
    fare, e che tutti noi amiamo fare,
  • 21:37 - 21:39
    che è bere una tazza di té.
  • 21:41 - 21:48
    Nel Monastero, bere una tazza di tè
    è per noi un rito fondamentale.
  • 21:48 - 21:53
    Io non avevo mai bevuto
    té verde nel Monastero,
  • 21:54 - 22:00
    e come assistente di Thay, una delle prime
    cose da imparare era come fare il té,
  • 22:01 - 22:06
    e io ero molto desideroso di
    diventare un buon preparatore del té.
  • 22:06 - 22:13
    È molto semplice, basta prendere
    una manciata di foglie di té,
  • 22:13 - 22:16
    metterle nella teiera,
  • 22:17 - 22:24
    versare dell'acqua calda,
    poi risciacquare le foglie,
  • 22:24 - 22:31
    e versare nuovamente acqua
    calda fino a riempire la teiera.
  • 22:31 - 22:38
    Ma io ero così desideroso di
    preparare e servire il té subito,
  • 22:38 - 22:43
    e allora, in quel momento,
    Thay mi ha detto: "Fermati"
  • 22:44 - 22:49
    "Lascia che il té faccia
    la meditazione seduta".
  • 22:50 - 22:56
    Disse: "Qualunque cosa che faccia
    meditazione seduta, ha un gusto migliore"
  • 22:57 - 23:04
    Perché quando lasci che il té
    riposi per due o tre minuti
  • 23:04 - 23:07
    avvolto dall'acqua calda,
  • 23:08 - 23:12
    ha l'opportunità di rilasciare
    tutta la sua fragranza,
  • 23:13 - 23:18
    la sua essenza può diventare
    un tutt'uno con l'acqua,
  • 23:19 - 23:22
    e poi Thay ha anche detto:
  • 23:22 - 23:29
    "Ogni qualvolta ti ritrovi nel chaos,
    siediti e rimani immobile,
  • 23:29 - 23:31
    proprio come questa teiera,
  • 23:31 - 23:39
    e concediti di sprofondare
    nel tuo seme di immobilità,
  • 23:39 - 23:46
    che puoi coltivare respirando, camminando,
    o quando tieni tra le mani una tazza di té,
  • 23:46 - 23:49
    tienila con entrambe le mani,
  • 23:50 - 23:54
    e concentra tutta la tua
    attenzione sulla tazza di té,
  • 23:54 - 23:57
    e sentine il calore.
  • 23:58 - 24:02
    E, prima di bere,
  • 24:02 - 24:05
    assaporane l'odore.
  • 24:06 - 24:12
    È un'azione molto semplice,
    ma è un'azione di connessione,
  • 24:12 - 24:17
    di inter-essere, di quanto sia meraviglioso
    tenere tra le mani questa tazza di té.
  • 24:18 - 24:23
    Da tutti i luoghi da cui può essere
    provenuta, adesso è qui nelle mie mani,
  • 24:24 - 24:30
    la tengo con tutto me stesso,
    e ne godo profondamente.
  • 24:31 - 24:37
    Quindi, una cosa semplice
    come bere il té
  • 24:37 - 24:40
    puo diventare una pratica
    di completa presenza.
  • 24:40 - 24:45
    È una pratica spirituale,
    un momento Zen.
  • 24:45 - 24:47
    Lo Zen è molto semplice,
  • 24:48 - 24:56
    Zen è quando possiamo toccare le meraviglie
    della vita che sono presenti qui attorno a noi.
  • 24:57 - 24:58
    Una tazza di té,
  • 25:01 - 25:02
    una Comunità.
  • 25:05 - 25:09
    Spero che abbiate sentito il canto
    degli uccelli questa mattina,
  • 25:11 - 25:15
    essere in grado di vedere
    ciò che è presente,
  • 25:15 - 25:18
    così da poter anche...
  • 25:20 - 25:24
    nutrire la gratitudine che
    è presente dentro di noi.
  • 25:24 - 25:31
    E sappiamo cosa stiamo
    proteggendo, per cosa lavoriamo,
  • 25:31 - 25:38
    e tutto questo ritorna,
    e ci ricorda delle nostre azioni.
  • 25:39 - 25:46
    A volte ci perdiamo
    nel servizio che offriamo,
  • 25:46 - 25:55
    e a volte ci ritroviamo
    a competere per un risultato,
  • 25:55 - 25:58
    a competere per il successo,
  • 25:58 - 26:08
    e finiamo per dimenticare ciò che
    realmente vogliamo proteggere,
  • 26:08 - 26:18
    ma, allo stesso tempo, avere anche la capacità
    di tenere tra le mani una tazza di té,
  • 26:18 - 26:26
    essere presenti per noi stessi,
    per i nostri colleghi,
  • 26:26 - 26:32
    per i nostri fratelli e le
    nostre sorelle, per ascoltare,
  • 26:33 - 26:46
    per soffrire insieme, per provare i
    sentimenti importanti, e onorarli insieme.
  • 26:48 - 26:51
    E anche per ricordarci
  • 26:52 - 26:55
    di bere una tazza di té insieme,
  • 26:56 - 27:05
    per sentirsi vivi, per sentirsi
    ristorati da questo momento presente.
  • 27:07 - 27:11
    Adesso ascoltiamo il suono
    della campana insieme,
  • 27:14 - 27:18
    tornando al nostro corpo,
  • 27:20 - 27:23
    e nutrendo il nostro corpo
    con il respiro consapevole.
  • 28:53 - 29:01
    Abbiamo parlato del prenderci cura delle
    nostre emozioni e dei nostri sentimenti,
  • 29:01 - 29:04
    anche quando sono dolorosi,
  • 29:05 - 29:09
    ma quando impariamo a
    tornare a casa nel nostro corpo,
  • 29:09 - 29:14
    questo ci dà anche
    l'opportunità di ristorarci.
  • 29:16 - 29:24
    In questo ritiro vedremo la
    meditazione profonda guidata,
  • 29:24 - 29:30
    che serve ad imparare a rilassarsi
    e a sciogliere la tensione,
  • 29:31 - 29:34
    ne daremo dimostrazione dopo pranzo,
  • 29:34 - 29:41
    fa parte della nostra tradizione, dopo pranzo
    osserviamo sempre un periodo di riposo,
  • 29:42 - 29:47
    e un piccolo riposo,
    o un sonnellino,
  • 29:47 - 29:51
    puo davvero ristorare
    tutto il nostro essere.
  • 29:51 - 29:58
    Ma la pratica dell'imparare
    a rilassarsi
  • 29:58 - 30:08
    ci dà anche l'opportunità di
    realizzare quanto siamo tesi,
  • 30:09 - 30:14
    per tutto il dolore che si
    è accumulato negli anni,
  • 30:14 - 30:20
    quindi tornare a casa nel corpo
    significa anche imparare ad amarsi,
  • 30:21 - 30:28
    e a donarci la tenerezza e
    l'attenzione di cui siamo stati privati.
  • 30:29 - 30:35
    E quando siamo tesi, ogni volta che
    sentiamo il suono della campana,
  • 30:35 - 30:39
    il nostro corpo diventa
    il suono della campana,
  • 30:39 - 30:44
    così che possiamo allentare
    la tensione e rilassarci.
  • 30:46 - 30:51
    Impariamo a farci
    amico il nostro respiro,
  • 30:52 - 30:58
    il respiro per noi è il
    fondamento della meditazione,
  • 30:58 - 31:04
    perché, finche siamo vivi,
    il nostro respiro è sempre con noi,
  • 31:05 - 31:13
    e può diventare il nostro ritiro
    spirituale portatile, dovunque andiamo.
  • 31:16 - 31:21
    No c'è bisogno di essere in un centro
    di ritiro, o in una sala di meditazione,
  • 31:21 - 31:29
    ma ovunque siamo, quando sentiamo
    il bisogno di tornare a casa,
  • 31:29 - 31:35
    il respiro diventa la nostra via
    per riconnetterci con noi stessi.
  • 31:35 - 31:40
    E il nostro respiro ci
    accompagnerà tutta la vita.
  • 31:41 - 31:46
    Un nostro amico, che era
    in prigione, ci ha scritto,
  • 31:47 - 31:55
    perché aveva ricevuto uno dei libri del
    nostro Maestro, "La pace ad ogni passo",
  • 31:57 - 31:59
    lui viveva in una piccola cella,
  • 32:00 - 32:08
    e avrebbe voluto tanto partecipare ad un ritiro, anche se
    forse non ne avrebbe avuto la possibilità in questa vita,
  • 32:08 - 32:17
    ma quel libro dice che "Ovunque tu sia,
    quello può essere il tuo ritiro".
  • 32:19 - 32:25
    Così ha iniziato a perfezionare l'arte
    della respirazione consapevole,
  • 32:25 - 32:32
    e anche a fare della meditazione
    camminata, nella sua piccola cella,
  • 32:33 - 32:39
    e faceva questo due volte al giorno,
    la mattina presto e la sera tardi.
  • 32:39 - 32:42
    E ha scritto questa lettera a
    Thay, il nostro Maestro,
  • 32:42 - 32:48
    e quando lui l'ha ricevuta,
    l'ha letta a tutta la Comunità,
  • 32:49 - 32:55
    e ha detto: "Molti di noi possono
    godere della piena libertà,
  • 32:56 - 32:58
    ma siamo davvero liberi?
  • 32:59 - 33:04
    Stiamo davvero compiendo dei
    passi che possano offrirci gioia,
  • 33:04 - 33:09
    felicità, presenza,
  • 33:10 - 33:16
    o siamo invece imprigionati
    dalle paure e dalle preoccupazioni?
  • 33:17 - 33:25
    E diventiamo vittime di tutte queste emozioni,
    e perdiamo la nostra stabilità e la nostra presenza."
  • 33:27 - 33:30
    Quindi questo è un invito,
  • 33:31 - 33:40
    per ognuno di noi, che anche nei momenti
    più difficili, possiamo avere la libertà,
  • 33:41 - 33:44
    anche nelle crisi in cui ci troviamo
  • 33:45 - 33:52
    non trascuriamo la sfida,
    la paura, la rabbia, il dolore,
  • 33:53 - 33:58
    ma abbiamo la libertà
    di accogliere quel dolore,
  • 33:59 - 34:05
    perché abbiamo la capacità
    di accettarlo e riconoscerlo,
  • 34:06 - 34:11
    E allo stesso tempo, possiamo
    ricorrere alla consapevolezza,
  • 34:11 - 34:13
    per accettare quei sentimenti.
  • 34:14 - 34:17
    E quando ascoltiamo
    il nostro dolore,
  • 34:18 - 34:22
    ascoltiamo la nostra rabbia, è
    come una campana di consapevolezza,
  • 34:23 - 34:26
    ci consente di agire,
  • 34:26 - 34:31
    e possiamo anche generare la cura,
  • 34:31 - 34:35
    la chiarezza, la virtù,
  • 34:36 - 34:43
    quando parliamo, quando camminiamo,
    e quando ci presentiamo,
  • 34:44 - 34:54
    e possiamo invitare queste altre qualità
    a prendere il nostro dolore per mano,
  • 34:54 - 34:59
    e prendere per mano la
    rabbia, e la sofferenza.
  • 35:00 - 35:06
    Così che possiamo essere esattamente
    noi stessi in questo momento.
  • 35:07 - 35:12
    C'è stato un momento...
  • 35:12 - 35:16
    quando abbiamo costituto
    una nostra Comunità in Vietnam,
  • 35:16 - 35:23
    era il 2005, e il nostro Maestro era stato
    esiliato dal Vietnam per quasi 40 anni,
  • 35:23 - 35:32
    e dopo quasi 40 anni il governo Vietnamita
    decise di riammettere il nostro Maestro,
  • 35:32 - 35:37
    così ci fu reso possibile
    di fondare un Monastero.
  • 35:37 - 35:42
    Ma dopo solo 3 anni,
    fummo nuovamente cacciati via,
  • 35:42 - 35:45
    in maniera molto violenta.
  • 35:46 - 35:50
    In quel frangente il nostro
    Maestro era qui in Francia,
  • 35:51 - 35:56
    e quando seppe la notizia,
    soffrì molto,
  • 35:56 - 36:02
    ci fu molto dolore,
    e direi anche molta rabbia.
  • 36:05 - 36:08
    Io ero il suo assistente,
  • 36:09 - 36:15
    e ho potuto vedere la sua
    reazione al ricevere questa notizia.
  • 36:18 - 36:21
    La prima cosa che fece
    fu la meditazione camminata,
  • 36:22 - 36:31
    io camminavo dietro a lui, e potevo sentire
    come lui stesse gestendo le sue emozioni,
  • 36:32 - 36:40
    e attraverso questo processo
    di accettazione delle sue emozioni,
  • 36:41 - 36:46
    riuscì ad ottenere chiarezza
    su ciò che bisognava fare.
  • 36:46 - 36:51
    Fu quindi in grado di scrivere,
    di chiamare,
  • 36:51 - 36:59
    alcuni di noi riuscirono ad andare in
    Vietnam per guidare delle manifestazioni.
  • 36:59 - 37:09
    Il nostro Maestro scrisse degli articoli sull'assenza
    di libertà di religione che c'era in Vietnam,
  • 37:09 - 37:18
    e fummo aggrediti, ma in quel momento
    noi eravamo fedeli a noi stessi
  • 37:18 - 37:25
    e alla virtù e al coraggio del nostro
    Maestro di dire ciò che andava detto.
  • 37:26 - 37:29
    Lui era libero, in quel momento,
  • 37:30 - 37:39
    perché era stato capace di comprendere e
    accettare ciò che accadeva in maniera amorevole,
  • 37:40 - 37:44
    chiara ed onesta.
  • 37:44 - 37:53
    Quindi, queste pratiche di presenza,
    del corpo, del camminare,
  • 37:54 - 37:59
    possono sembrare banali,
  • 37:59 - 38:07
    ma per me, nella mia esperienza, nei momenti
    più difficili questo è ciò a cui torno sempre.
  • 38:08 - 38:16
    Quei passi, quel respiro, tenere
    nelle mani una tazza di té caldo,
  • 38:16 - 38:20
    così come la presenza degli altri.
  • 38:20 - 38:27
    Sappiamo molto bene che la nostra presenza
    ha anche un impatto su chi ci circonda.
  • 38:28 - 38:35
    Possiamo essere di esempio con il corpo,
    possiamo trasmettere con le parole,
  • 38:35 - 38:38
    ma un'altra cosa
    che impariamo nello Zen,
  • 38:38 - 38:42
    e che possiamo comunicare anche
    con la sola nostra presenza,
  • 38:43 - 38:45
    con l'insegnamento del nostro corpo.
  • 38:47 - 38:49
    E tutti noi qui...
  • 38:50 - 38:58
    possiamo trasmettere la nostra intuizione non soltanto
    attraverso le nostre parole, o la nostra creatività,
  • 38:58 - 39:04
    o attraverso la scrittura, ma possiamo
    trasmettere la nostra presenza,
  • 39:04 - 39:09
    e quella presenza può avere
    un impatto davvero profondo.
  • 39:11 - 39:17
    Grazie amici. Adesso ascolteremo
    il suono della campana,
  • 39:18 - 39:21
    poi faremo una pausa
    di 15 minuti,
  • 39:21 - 39:26
    per rinfrescarci un po',
    prenderci cura del nostro corpo,
  • 39:27 - 39:33
    e poi torneremo alle 10:00, per la
    seconda parte con la nostra Sorella.
  • 39:34 - 39:39
    Continuate a praticare
    il Nobile Silenzio,
  • 39:41 - 39:45
    godetevi il sole,
    e a più tardi.
  • 40:00 - 40:10
    Sottotitoli: La Stele di Rosetta
    www.youtube.com/@marioleonardi3891
Title:
2: Dare to Arrive | Br. Phap Huu
Description:

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Video Language:
English
Duration:
40:29

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