La Letalità della Solitudine | John Cacioppo | TEDxDesMoines
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0:07 - 0:09Quando guardi fuori, il mondo
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0:10 - 0:12sembra che la Terra sia piatta.
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0:13 - 0:14Il terreno sotto di te
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0:14 - 0:16è stabile e immobile
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0:16 - 0:18e le stelle e il sole ruotano
attorno alla Terra. -
0:19 - 0:20Centinaia di anni fa,
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0:21 - 0:23furono sviluppate teorie elaborate
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0:23 - 0:27basate su queste osservazioni
di buon senso -
0:27 - 0:29per spiegare e prevedere
l'estensione degli oceani -
0:29 - 0:32e il movimento dei corpi celesti.
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0:33 - 0:35Quando la scienza ha dimostrato
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0:35 - 0:37che queste osservazioni di buon senso
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0:37 - 0:38erano illusioni
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0:38 - 0:40e rappresentavano la Terra e l'Universo
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0:40 - 0:42in un modo completamente differente,
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0:43 - 0:46le persone pian piano
hanno cominciato ad accettare -
0:46 - 0:48che il mondo non fosse cosi come sembrava.
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0:49 - 0:51Misurazioni scientifiche
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0:51 - 0:52e calcoli sofisticati
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0:52 - 0:54hanno ripetutamente dimostrato
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0:54 - 0:59che ciò che noi crediamo sia intuitivo,
ovvio e di buonsenso -
0:59 - 1:01non possa essere creduto come vero.
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1:02 - 1:04Per questa ragione, le scienze moderne
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1:04 - 1:07si basano sulla negazione
del buonsenso. -
1:09 - 1:12Fino a quando, apparentemente,
ciò non ci riguarda: -
1:13 - 1:15quando la scienza conferma
un particolare modo -
1:15 - 1:18di vedere alla nostra mente
e il nostro comportamento -
1:18 - 1:21o lo rappresenta
in un modo nuovo e inconsueto, -
1:21 - 1:23siamo tendenzialmente scettici
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1:23 - 1:25che tale scienza sia utile
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1:25 - 1:27anche se possibile.
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1:27 - 1:30E invece ricorriamo all'intuizione,
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1:30 - 1:34a credenze precedenti e, sì, al buonsenso.
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1:35 - 1:37Per esempio, se vi dicessi
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1:37 - 1:41che la ricerca scientifica ha dimostrato
che gli opposti si attraggono, -
1:41 - 1:43voi non mi direste
che non serve la scienza -
1:43 - 1:46per dirci qualcosa che sapevamo già?
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1:46 - 1:47Ancora se vi dicessi
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1:47 - 1:50che gli uccelli simili si raggruppano
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1:50 - 1:51secondo la ricerca scientifica,
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1:51 - 1:53non mi direste
che non serve la scienza -
1:53 - 1:55per sapere qualcosa che conosciamo già?
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1:56 - 1:57O potreste aver già realizzato,
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1:57 - 2:01certo, che entrambi questi eventi
possano essere verità ovvie -
2:01 - 2:03ma tutti e due non possono essere veri
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2:03 - 2:05dato che sono internamente inconsistenti.
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2:06 - 2:08La scienza della mente e del comportamento
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2:08 - 2:10è piena di esempi del genere:
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2:10 - 2:14verità manifeste
che non possono dirsi vere. -
2:14 - 2:16Sappiamo, ad esempio,
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2:16 - 2:17che due teste sono meglio di una
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2:17 - 2:20ma sappiamo che: "troppi galli
a cantar, non fa mai giorno." -
2:22 - 2:23La prossima volta che sentite
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2:23 - 2:26un resoconto scientifico
di ovvio risultato, -
2:26 - 2:29ricordate che il risultato evidente
è stato allo stesso tempo ovvio -
2:29 - 2:32ma potrebbe anche essere
dimostrato come falso. -
2:32 - 2:37Su una cosa non c'è dubbio:
noi siamo solidi individualisti. -
2:37 - 2:37Vero:
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2:37 - 2:41dopo la nascita, restiamo nel più lungo
periodo di dipendenza, -
2:41 - 2:45ma nel diventare adulti,
raggiungiamo l'autonomia, -
2:45 - 2:49l'indipendenza, diventiamo i migliori,
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2:49 - 2:50comandanti del nostro universo.
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2:51 - 2:54È facile pensare al nostro cervello,
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2:54 - 2:57a come sia immerso in una volta craniale
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2:57 - 2:59separato, isolato, protetto dagli altri.
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2:59 - 3:02E quando guardiamo la società
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3:02 - 3:04gli altri individui sicuramente
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3:04 - 3:07sembrano distinti, indipendenti,
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3:07 - 3:10senza forze che li leghino insieme.
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3:11 - 3:13Non c'è da meravigliarsi
se ci dimentichiamo -
3:13 - 3:16di essere membri di una specie sociale
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3:16 - 3:21nati dipendenti dai nostri genitori,
per la sopravvivenza della nostra specie, -
3:22 - 3:25I bambini devono subito coinvolgere
i loro genitori -
3:25 - 3:29in un comportamento protettivo
e i genitori devono aver curo -
3:29 - 3:33dei loro piccoli,
allevarli e proteggerli. -
3:33 - 3:36Anche quando cresciamo,
non siamo così eccezionali. -
3:36 - 3:38Altri animali possono correre più veloce
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3:38 - 3:39vedere e odorare meglio,
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3:39 - 3:41e combattere
molto più efficacemente di noi. -
3:42 - 3:43Il nostro vantaggio evolutivo
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3:43 - 3:47è il nostro cervello
e la nostra capacità di comunicare, -
3:47 - 3:49pianificare, ragionare e lavorare insieme.
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3:49 - 3:53La nostra sopravvivenza dipende
dalle nostre abilità collettive, -
3:53 - 3:56non dalla nostra mente individuale.
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3:59 - 4:02Siamo connessi l'uno all'altro
durante la nostra vita -
4:02 - 4:05attraverso una miriade
di forze invisibili, -
4:05 - 4:09che, come la gravità,
sono potenti e onnipresenti. -
4:10 - 4:13Dopotutto, una specie sociale,
per definizione, -
4:13 - 4:15crea una miscela di strutture
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4:15 - 4:18che si estendono oltre un organismo,
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4:18 - 4:20strutture che variano
dalle coppie o famiglie -
4:20 - 4:24alle scuole, nazioni e culture.
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4:25 - 4:28Queste strutture evolvono di pari passo
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4:28 - 4:32con meccanismi neurali, ormonali
e genetici che le sopportano -
4:32 - 4:34perché il comportamento sociale
che ne consegue -
4:34 - 4:37aiuta questi organismi a sopravvivere,
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4:37 - 4:40a riprodursi e lasciare un'eredità genetica.
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4:42 - 4:43Per raggiungere l'età adulta
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4:43 - 4:46per le specie sociali, inclusi gli umani,
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4:46 - 4:50non si deve diventare
autonomi e solitari, -
4:50 - 4:53si deve diventare quell'uno
da cui tutti gli altri possono dipendere. -
4:55 - 4:58Che lo sappiamo o meno,
il nostro cervello e la biologia -
4:58 - 5:01sono stati modellati
per favorire questo risultato. -
5:02 - 5:06Il biologo evoluzionista
David Sloan Wilson, -
5:06 - 5:08fa notare che se chiedi alle persone:
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5:08 - 5:10"Quali sono le caratteristiche
di una persona buona?" -
5:10 - 5:15Risponderanno: cortese, generoso,
compassionevole ed empatico. -
5:15 - 5:19Se chiedi alle persone quali sono
i tratti di una persona cattiva, -
5:19 - 5:21risponderanno con tratti come
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5:21 - 5:24crudele, avido, sfruttatore ed egoista.
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5:24 - 5:27Per dirla diversamente,
le caratteristiche di una persona buona -
5:27 - 5:30rappresentano qualcuno che si cura
di sé e degli altri, -
5:31 - 5:33mentre una persona cattiva
s'interessa solo di sé stessa -
5:33 - 5:35a spese degli altri.
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5:36 - 5:40Lungo tutta la nostra storia biologica,
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5:40 - 5:43il nostro cervello e la nostra biologia
sono stati scolpiti per indurci -
5:43 - 5:48a certi modi di sentire,
pensare e comportarci. -
5:49 - 5:50Ad esempio,
-
5:50 - 5:54abbiamo numerosi
stratagemmi biologici -
5:54 - 5:59che fanno leva su segnali negativi
per motivarci ad agire -
5:59 - 6:01in modi essenziali
per la nostra sopravvivenza. -
6:02 - 6:05La fame, per esempio,
è scatenata dalla glicemia bassa -
6:05 - 6:06e ti porta a mangiare,
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6:06 - 6:09un importante sistema d'allarme
per l'organismo -
6:09 - 6:13che potrebbe richiedere molto più tempo
e sforzi per trovare cibo -
6:13 - 6:15dell'andare al frigo,
alla dispensa della cucina -
6:15 - 6:19o in ristoranti fast food.
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6:19 - 6:20La sete è un segnale contrario,
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6:20 - 6:23che determina la ricerca
di acqua potabile -
6:23 - 6:26prima di diventare
vittima della disidratazione. -
6:26 - 6:29E il dolore è un sistema contrario
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6:29 - 6:31che ci informa
di un potenziale danno ad un tessuto -
6:31 - 6:34e ci induce a prenderci cura
del nostro corpo. -
6:35 - 6:40Si potrebbe pensare che l'automatismo
d'allarme biologico finisca qui, -
6:40 - 6:42ma c'è di più.
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6:42 - 6:44Sebbene non comune,
sebbene non intuitivo, -
6:44 - 6:48il dolore e la repulsione
che abbiamo verso la solitudine, -
6:48 - 6:51dal sentirci isolati
da ciò che ci circonda, -
6:51 - 6:55è anche parte
di un sistema d'allarme biologico -
6:55 - 7:00per avvisarci di minacce
e danni al corpo sociale, -
7:00 - 7:03che ha anch'esso necessità
di sopravvivere e prosperare. -
7:04 - 7:07Più o meno tutti noi
abbiamo sentito lo sforzo fisico -
7:07 - 7:09e quasi tutti abbiamo provato
-
7:09 - 7:10lo strazio del mal di casa,
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7:10 - 7:12l'agonia di un lutto,
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7:12 - 7:15il tormento di un amore non corrisposto
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7:15 - 7:17e il dolore di essere respinti.
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7:17 - 7:20Tutte queste sono variazioni
relative delll'esperienza della solitudine. -
7:21 - 7:24Quando ho cominciato a studiare
gli effetti della solitudine, -
7:24 - 7:25il cervello e la biologia
vent'anni fa, -
7:27 - 7:30la solitudine era stata descritta
come un disturbo non cronico -
7:30 - 7:33senza caratteristiche compensative.
-
7:33 - 7:37Era anche stato equiparato
alla timidezza e alla depressione -
7:37 - 7:42all'essere un solitario, una persona
con capacità sociali marginali. -
7:43 - 7:46Misurazioni scientifiche
e sofisticati calcoli, -
7:46 - 7:50sorprendentemente, hanno rivelato
che erano dei miti. -
7:51 - 7:54La scienza e il buonsenso
hanno di nuovo prodotto -
7:54 - 7:58due rappresentazioni differenti
dello stesso fenomeno. -
7:58 - 8:01Se guardate il modo in cui
stiamo vivendo le nostre vite, -
8:01 - 8:05ci mostra l'entità
quanto ancora abbocchiamo -
8:05 - 8:10a questi miti di solitudine
e ai valori di autonomia e indipendenza. -
8:11 - 8:13Per esempio, la percentuale
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8:13 - 8:17delle famiglie monocompenenti
negli Stati Uniti, nel 1940, -
8:17 - 8:20era ampiamente inferiore al 15 per cento
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8:20 - 8:22delle famiglie, per stato.
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8:22 - 8:24Andiamo avanti, nel 1970,
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8:24 - 8:28si arriva a tra il 15 e il 20 per cento.
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8:28 - 8:30Andiamo avanti, nel 2000,
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8:30 - 8:35e adesso supera il 25 per cento
in molti stati d'America. -
8:35 - 8:37E quello stato celeste, l'Utah
-
8:37 - 8:41con il censimento del 2010
è diventato blu scuro. -
8:42 - 8:44La prevalenza della solitudine
è anche in aumento. -
8:45 - 8:47Negli anni 80, gli studiosi
avevano stimato -
8:47 - 8:49che circa il 20 per cento
degli americani -
8:49 - 8:52si sentiva più solo che mai.
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8:52 - 8:56Due recenti sondaggi rappresentativi
nazionali indicano -
8:56 - 8:58che questo numero è raddoppiato,
-
9:00 - 9:02ma non sentite parlare di persone
che si sentono sole, -
9:02 - 9:05e questo perché
la solitudine è stigmatizzata. -
9:07 - 9:11L'equivalente psicologico di sentirsi
un perdente nella vita o un debole. -
9:11 - 9:13Ed è davvero spiacevole,
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9:13 - 9:16perché è più probabile
che si neghi la solitudine, -
9:16 - 9:20che non è tanto diverso
dal negare -
9:20 - 9:22di avere fame, sete
o provare dolore. -
9:23 - 9:26Ora sappiamo che vivere in solitudine
è uno dei maggiori fattori di rischio -
9:26 - 9:29di un'elevata morbosità e mortalità.
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9:31 - 9:33Considerate alcune patologie
che conosciamo - -
9:33 - 9:35morte prematura.
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9:36 - 9:38Vivere con l'inquinamento dell'aria
incrementa -
9:38 - 9:42le probabilità di una morte prematura
del cinque per cento, -
9:42 - 9:45Vivere con l'obesità, come sappiamo
un problema di salute nazionale, -
9:45 - 9:49incrementa le probabilità
di morte prematura del 20 cento. -
9:50 - 9:53Il consumo eccessivo di alcool: 30 cento.
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9:54 - 9:58Un'analisi medica recente di circa
un centinaio di migliaia di partecipanti -
9:58 - 10:01mostra che vivere soli
aumenta le probabilità -
10:01 - 10:04di una morte prematura
del 45 per cento. -
10:07 - 10:10Non siamo l'unica specie sociale
e la ricerca sperimentale -
10:10 - 10:14sugli animali sociali non umani
che sono stati isolati mostra -
10:14 - 10:18che anch'essi subiscono
conseguenze psicologiche deleterie -
10:18 - 10:21e una più breve durata di vita.
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10:24 - 10:28Nella nostra storia, come specie,
siamo sopravvissuti e abbiamo prosperato -
10:28 - 10:30aggregandoci
-
10:30 - 10:35in coppie, famiglie e tribù,
per protezione e assistenza reciproche. -
10:35 - 10:38Pensiamo alla solitudine
come ad una condizione triste, -
10:38 - 10:41ma per le specie sociali,
muovendosi su perimetri sociali, -
10:41 - 10:44non è solo triste, è pericolosa.
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10:46 - 10:50Il cervello della specie sociale
incluso il nostro, si è evoluto -
10:50 - 10:53per reagire in contesti sociali
-
10:53 - 10:57entrando in modalità
di auto-conservazione -
10:57 - 11:01Se isolate un roditore
e lo mettete in un campo aperto -
11:01 - 11:04così come questi puntini
in basso, nell'immagine, -
11:04 - 11:07comincia ciò che chiamiamo
l'ispezione del predatore: -
11:07 - 11:11cammina nella parte più esterna
e non si avventura nel mezzo, -
11:11 - 11:16da dove scappare da un predatore volante,
sarebbe molto più difficile. -
11:17 - 11:19Quando gli umani si sentono isolati,
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11:19 - 11:24sono non solo
in una situazione infelice -
11:24 - 11:26ma anche in una circostanza di pericolo.
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11:26 - 11:30Anche questi cervelli si chiudono
in una modalità di auto-conservazione. -
11:31 - 11:34In uno studio sulla
risonanza magnetica al cervello -
11:34 - 11:36abbiamo mostrato alle persone
immagini negative -
11:36 - 11:38che non hanno niente a che fare
con altre persone -
11:38 - 11:40o immagini sociali negative,
-
11:40 - 11:42mentre sedevano in un tomografo
e venivano esaminate. -
11:42 - 11:44Ciò che abbiamo constatato
-
11:44 - 11:46è che quanto più il cervello è solo
-
11:47 - 11:50quando viene presentata
un'immagine sociale negativa, -
11:50 - 11:52cioè un ambiente costituito da persone,
-
11:52 - 11:55quando accade qualcosa
di socialmente negativo -
11:56 - 11:58il cervello dedica
maggiore attenzione, -
11:58 - 12:03maggiore attività visuale corticale
rappresentata in giallo. -
12:04 - 12:07Seguendo questa immagine,
-
12:07 - 12:09arriviamo a quelle due aree blu:
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12:09 - 12:11una giunzione parietale temporale.
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12:11 - 12:15È un pezzo di tessuto celebrale
coinvolto nella teoria della mente, -
12:15 - 12:18nella lettura e mentalizzazione
della mente, -
12:18 - 12:22nel fare propri l'empatia e la prospettiva
di un'altra persona. -
12:22 - 12:27È responsabile del controllo dell'attenzione
richiesto per uscire dalla vostra testa -
12:27 - 12:32e mettervi, quanto meno figurativamente,
nella testa di qualcun altro -
12:32 - 12:34così che possiate adottare
il suo punto di vista. -
12:34 - 12:36Quanto più solo è il cervello,
-
12:36 - 12:40quando è stato rappresentato qualcosa
di negativo in un contesto sociale, -
12:40 - 12:42tanto meno questa regione si attiva.
-
12:43 - 12:45È pericoloso sul perimetro sociale.
-
12:45 - 12:48Quando capita qualcosa di negativo
in un ambiente sociale, -
12:48 - 12:51quella mente è focalizzata
sull'auto-conservazione, -
12:51 - 12:54e non si preoccupa delle altre persone.
-
12:56 - 13:00La somiglianza negli effetti neurali
e comportamentali nella filogenesi -
13:00 - 13:04è una testimonianza dell'importanza
della condizione ambientale sociale -
13:04 - 13:06per le specie sociali.
-
13:06 - 13:09Queste profonde radici evoluzionistiche,
-
13:09 - 13:11che orientano il nostro cervello
e la nostra biologia -
13:11 - 13:13verso la nostra auto-conservazione,
-
13:13 - 13:15suggeriscono anche
che parte di ciò che è innescato -
13:15 - 13:18dall'isolamento sociale è inconscio.
-
13:20 - 13:24Per esempio, quando vi sentite isolati
-
13:25 - 13:28percepite l'incentivo,
il desiderio, l'intenzione -
13:28 - 13:31di entrare di nuovo in contatto
con altre persone -
13:31 - 13:32Ciò che non percepite,
-
13:32 - 13:37è che il cervello è entrato in uno stato
di ipervigilanza delle minacce sociali -
13:37 - 13:42e questa ipervigilanza fa si
che facciate -
13:42 - 13:45errori intenzionali, di conferma
e anche di memoria -
13:46 - 13:48in termini d'interazioni sociali.
-
13:48 - 13:50E se state cercando rischi,
-
13:50 - 13:51ne vedrete di più
-
13:51 - 13:53che esistano o meno.
-
13:53 - 13:55Questo significa che è più probabile
-
13:55 - 13:57che abbiate interazioni negative.
-
13:57 - 14:01E questa attenzione alle minacce,
al cercare sempre un nuovo nemico -
14:01 - 14:04attiva meccanismi neuro-biologici
-
14:04 - 14:07che possono degradare la salute
e condurre alla morte prematura. -
14:10 - 14:11La solitudine accresce la difensiva
-
14:11 - 14:14perché siete concentrati
sul vostro benessere -
14:14 - 14:17piuttosto che sul mettervi
nella posizione o nei panni -
14:17 - 14:19delle persone con le quali interagite.
-
14:19 - 14:22La solitudine accresce
i sintomi depressivi -
14:22 - 14:26che hanno lo strano effetto
di far diminuire la probabilità -
14:26 - 14:27di conflitti sociali
-
14:27 - 14:29e attraverso le espressioni acustiche
-
14:29 - 14:32posturali e facciali di tristezza,
-
14:32 - 14:36così come questo bambino
nella foto, inviate un segnale -
14:36 - 14:39agli altri nelle vicinanze
per riconnettersi con voi, -
14:39 - 14:41se desidereranno farlo.
-
14:41 - 14:44È un richiamo sicuro per un contatto.
-
14:44 - 14:47La solitudine accresce i livelli
mattutini di cortisolo, -
14:47 - 14:48un potente ormone dello stress:
-
14:48 - 14:51questa è la conseguenza
della preparazione del cervello -
14:51 - 14:54ad un altro giorno di pericolo.
-
14:54 - 14:57E la solitudine fa aumentare
reazioni prepotenti, -
14:57 - 14:58il che significa che è molto probabile
-
14:58 - 15:03che siate vittima di tanti comportamenti
malsani e impulsivi. -
15:04 - 15:06E la fine della giornata
-
15:06 - 15:10non metterà fine
allo stato di allerta del cervello. -
15:10 - 15:14Se è pericoloso allontanare
bestie selvagge con un bastone, -
15:14 - 15:19immaginate quanto possa essere pericoloso
deporre quel bastone la notte -
15:20 - 15:22quando i predatori sono fuori
-
15:22 - 15:24e siete senza
un ambiente sociale sicuro. -
15:25 - 15:29Abbiamo scoperto che la solitudine
diminuisce anche la qualità del sonno, -
15:29 - 15:31aumenta il numero
di micro risvegli, -
15:31 - 15:34aumenta la frammentazione del sonno
-
15:34 - 15:38e così diminuisce
la disintossicazione di giorni stressanti -
15:38 - 15:41che avviene durante la notte.
-
15:42 - 15:46La solitudine inoltre altera
l'espressione dei geni, come per esempio -
15:46 - 15:49la biologia infiammatoria
che si occupa degli attacchi. -
15:50 - 15:53Non molto tempo fa pensavamo
che i geni fossero come la tastiera -
15:53 - 15:55sulla quale veniva suonata
la canzone della vita. -
15:55 - 15:58Ciò che questa ricerca ha suggerito è
-
15:58 - 16:01che se i geni sono
i tasti di un pianoforte, -
16:01 - 16:03allora l'ambiente, compreso
l'ambiente sociale -
16:03 - 16:09è il pianista che determina
quali tasti vengono premuti. -
16:10 - 16:12Se la solitudine è pericolosa,
-
16:12 - 16:13cosa possiamo fare?
-
16:14 - 16:15Quando siamo affamati,
-
16:15 - 16:17possiamo andare al frigorifero
per fare uno spuntino. -
16:17 - 16:18Quando abbiamo sete,
-
16:18 - 16:21possiamo andare al rubinetto
e riempire un bicchiere d'acqua. -
16:21 - 16:25Ma quando siamo soli,
non abbiamo un ripostiglio pieno di amici -
16:25 - 16:27con i quali possiamo connetterci
-
16:27 - 16:30e nessun social network
-
16:30 - 16:33può rimpiazzare la confortante
carezza di un amico. -
16:34 - 16:38Primo, risconoscete il segnale
-
16:38 - 16:40e non lo negate.
-
16:41 - 16:45Secondo, capite
come influisce sul vostro cervello, -
16:45 - 16:48sul vostro corpo e sul vostro comportamento.
-
16:49 - 16:50È pericoloso,
-
16:50 - 16:53come membro di una specie sociale,
sentirsi isolati. -
16:53 - 16:56E il cervello si chiude
in una modalità di auto-conservazione. -
16:57 - 17:01Ciò porta con sé molti effetti non voluti
e non conosciuti -
17:01 - 17:03nei pensieri
e nelle azioni verso gli altri. -
17:03 - 17:07Siatene consapevole,
capite questi effetti -
17:07 - 17:10e siate responsabili
delle vostre azioni verso gli altri. -
17:10 - 17:12E terzo, reagite.
-
17:13 - 17:16Cercate di capire che non è
la quantità di amici, -
17:16 - 17:20ma la qualità di alcune relazioni
che realmente importa. -
17:20 - 17:24Prestate attenzione ai tre elementi
di connessione. -
17:24 - 17:31Si possono favorire connessioni
sviluppando un individuo -
17:31 - 17:35di fiducia, in cui si può confidare
e che può confidare in voi. -
17:36 - 17:38Potete favorire
una connessione relazionale -
17:38 - 17:42semplicemente trascorrendo
un bel momento con amici e famiglia. -
17:42 - 17:47Spesso andiamo a tavola, a cena, felici
di aver provveduto alla nostra famiglia -
17:47 - 17:51ma dimenticando di condividere
anche un solo momento felice, nel farlo. -
17:52 - 17:56La connessione collettiva
può essere promossa diventando -
17:56 - 17:58una parte di qualcosa
di più grande di noi stessi. -
17:59 - 18:03Se gli ostacoli nel connettersi
sembrano insormontabili, -
18:03 - 18:07considerate il volontariato
in qualcosa che vi diverte. -
18:07 - 18:12Magari aiutando i bisognosi,
facendo volontariato in un museo, -
18:12 - 18:17in uno zoo, in un club di corse
o per un evento TEDx. -
18:17 - 18:22O semplicemente parlando
con gli anziani in casa di riposo. -
18:24 - 18:28Condividere momenti felici
è una delle chiavi per connettersi. -
18:28 - 18:33E non aspettate, la prossima volta
che vi sentite alienati, isolati o esclusi, -
18:33 - 18:36rispondete a questo segnale negativo
-
18:36 - 18:39come se aveste fame, sete
o provaste dolore -
18:39 - 18:41e connettetevi.
-
18:41 - 18:42Grazie.
-
18:42 - 18:45(Applausi)
- Title:
- La Letalità della Solitudine | John Cacioppo | TEDxDesMoines
- Description:
-
John Cacioppo spiega l'importanza dell'interazione sociale tra gli umani, come appartenenti ad una specie sociale, e come la solitudine possa realmente danneggiare la nostra salute e addirittura ucciderci. Ci dà qualche idea per riconnetterci agli altri.
- Video Language:
- English
- Team:
closed TED
- Project:
- TEDxTalks
- Duration:
- 18:45
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Anna Cristiana Minoli approved Italian subtitles for The Lethality of Loneliness: John Cacioppo at TEDxDesMoines | |
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