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La Letalità della Solitudine | John Cacioppo | TEDxDesMoines

  • 0:07 - 0:09
    Quando guardi fuori, il mondo
  • 0:10 - 0:12
    sembra che la Terra sia piatta.
  • 0:13 - 0:14
    Il terreno sotto di te
  • 0:14 - 0:16
    è stabile e immobile
  • 0:16 - 0:18
    e le stelle e il sole ruotano
    attorno alla Terra.
  • 0:19 - 0:20
    Centinaia di anni fa,
  • 0:21 - 0:23
    furono sviluppate teorie elaborate
  • 0:23 - 0:27
    basate su queste osservazioni
    di buon senso
  • 0:27 - 0:29
    per spiegare e prevedere
    l'estensione degli oceani
  • 0:29 - 0:32
    e il movimento dei corpi celesti.
  • 0:33 - 0:35
    Quando la scienza ha dimostrato
  • 0:35 - 0:37
    che queste osservazioni di buon senso
  • 0:37 - 0:38
    erano illusioni
  • 0:38 - 0:40
    e rappresentavano la Terra e l'Universo
  • 0:40 - 0:42
    in un modo completamente differente,
  • 0:43 - 0:46
    le persone pian piano
    hanno cominciato ad accettare
  • 0:46 - 0:48
    che il mondo non fosse cosi come sembrava.
  • 0:49 - 0:51
    Misurazioni scientifiche
  • 0:51 - 0:52
    e calcoli sofisticati
  • 0:52 - 0:54
    hanno ripetutamente dimostrato
  • 0:54 - 0:59
    che ciò che noi crediamo sia intuitivo,
    ovvio e di buonsenso
  • 0:59 - 1:01
    non possa essere creduto come vero.
  • 1:02 - 1:04
    Per questa ragione, le scienze moderne
  • 1:04 - 1:07
    si basano sulla negazione
    del buonsenso.
  • 1:09 - 1:12
    Fino a quando, apparentemente,
    ciò non ci riguarda:
  • 1:13 - 1:15
    quando la scienza conferma
    un particolare modo
  • 1:15 - 1:18
    di vedere alla nostra mente
    e il nostro comportamento
  • 1:18 - 1:21
    o lo rappresenta
    in un modo nuovo e inconsueto,
  • 1:21 - 1:23
    siamo tendenzialmente scettici
  • 1:23 - 1:25
    che tale scienza sia utile
  • 1:25 - 1:27
    anche se possibile.
  • 1:27 - 1:30
    E invece ricorriamo all'intuizione,
  • 1:30 - 1:34
    a credenze precedenti e, sì, al buonsenso.
  • 1:35 - 1:37
    Per esempio, se vi dicessi
  • 1:37 - 1:41
    che la ricerca scientifica ha dimostrato
    che gli opposti si attraggono,
  • 1:41 - 1:43
    voi non mi direste
    che non serve la scienza
  • 1:43 - 1:46
    per dirci qualcosa che sapevamo già?
  • 1:46 - 1:47
    Ancora se vi dicessi
  • 1:47 - 1:50
    che gli uccelli simili si raggruppano
  • 1:50 - 1:51
    secondo la ricerca scientifica,
  • 1:51 - 1:53
    non mi direste
    che non serve la scienza
  • 1:53 - 1:55
    per sapere qualcosa che conosciamo già?
  • 1:56 - 1:57
    O potreste aver già realizzato,
  • 1:57 - 2:01
    certo, che entrambi questi eventi
    possano essere verità ovvie
  • 2:01 - 2:03
    ma tutti e due non possono essere veri
  • 2:03 - 2:05
    dato che sono internamente inconsistenti.
  • 2:06 - 2:08
    La scienza della mente e del comportamento
  • 2:08 - 2:10
    è piena di esempi del genere:
  • 2:10 - 2:14
    verità manifeste
    che non possono dirsi vere.
  • 2:14 - 2:16
    Sappiamo, ad esempio,
  • 2:16 - 2:17
    che due teste sono meglio di una
  • 2:17 - 2:20
    ma sappiamo che: "troppi galli
    a cantar, non fa mai giorno."
  • 2:22 - 2:23
    La prossima volta che sentite
  • 2:23 - 2:26
    un resoconto scientifico
    di ovvio risultato,
  • 2:26 - 2:29
    ricordate che il risultato evidente
    è stato allo stesso tempo ovvio
  • 2:29 - 2:32
    ma potrebbe anche essere
    dimostrato come falso.
  • 2:32 - 2:37
    Su una cosa non c'è dubbio:
    noi siamo solidi individualisti.
  • 2:37 - 2:37
    Vero:
  • 2:37 - 2:41
    dopo la nascita, restiamo nel più lungo
    periodo di dipendenza,
  • 2:41 - 2:45
    ma nel diventare adulti,
    raggiungiamo l'autonomia,
  • 2:45 - 2:49
    l'indipendenza, diventiamo i migliori,
  • 2:49 - 2:50
    comandanti del nostro universo.
  • 2:51 - 2:54
    È facile pensare al nostro cervello,
  • 2:54 - 2:57
    a come sia immerso in una volta craniale
  • 2:57 - 2:59
    separato, isolato, protetto dagli altri.
  • 2:59 - 3:02
    E quando guardiamo la società
  • 3:02 - 3:04
    gli altri individui sicuramente
  • 3:04 - 3:07
    sembrano distinti, indipendenti,
  • 3:07 - 3:10
    senza forze che li leghino insieme.
  • 3:11 - 3:13
    Non c'è da meravigliarsi
    se ci dimentichiamo
  • 3:13 - 3:16
    di essere membri di una specie sociale
  • 3:16 - 3:21
    nati dipendenti dai nostri genitori,
    per la sopravvivenza della nostra specie,
  • 3:22 - 3:25
    I bambini devono subito coinvolgere
    i loro genitori
  • 3:25 - 3:29
    in un comportamento protettivo
    e i genitori devono aver curo
  • 3:29 - 3:33
    dei loro piccoli,
    allevarli e proteggerli.
  • 3:33 - 3:36
    Anche quando cresciamo,
    non siamo così eccezionali.
  • 3:36 - 3:38
    Altri animali possono correre più veloce
  • 3:38 - 3:39
    vedere e odorare meglio,
  • 3:39 - 3:41
    e combattere
    molto più efficacemente di noi.
  • 3:42 - 3:43
    Il nostro vantaggio evolutivo
  • 3:43 - 3:47
    è il nostro cervello
    e la nostra capacità di comunicare,
  • 3:47 - 3:49
    pianificare, ragionare e lavorare insieme.
  • 3:49 - 3:53
    La nostra sopravvivenza dipende
    dalle nostre abilità collettive,
  • 3:53 - 3:56
    non dalla nostra mente individuale.
  • 3:59 - 4:02
    Siamo connessi l'uno all'altro
    durante la nostra vita
  • 4:02 - 4:05
    attraverso una miriade
    di forze invisibili,
  • 4:05 - 4:09
    che, come la gravità,
    sono potenti e onnipresenti.
  • 4:10 - 4:13
    Dopotutto, una specie sociale,
    per definizione,
  • 4:13 - 4:15
    crea una miscela di strutture
  • 4:15 - 4:18
    che si estendono oltre un organismo,
  • 4:18 - 4:20
    strutture che variano
    dalle coppie o famiglie
  • 4:20 - 4:24
    alle scuole, nazioni e culture.
  • 4:25 - 4:28
    Queste strutture evolvono di pari passo
  • 4:28 - 4:32
    con meccanismi neurali, ormonali
    e genetici che le sopportano
  • 4:32 - 4:34
    perché il comportamento sociale
    che ne consegue
  • 4:34 - 4:37
    aiuta questi organismi a sopravvivere,
  • 4:37 - 4:40
    a riprodursi e lasciare un'eredità genetica.
  • 4:42 - 4:43
    Per raggiungere l'età adulta
  • 4:43 - 4:46
    per le specie sociali, inclusi gli umani,
  • 4:46 - 4:50
    non si deve diventare
    autonomi e solitari,
  • 4:50 - 4:53
    si deve diventare quell'uno
    da cui tutti gli altri possono dipendere.
  • 4:55 - 4:58
    Che lo sappiamo o meno,
    il nostro cervello e la biologia
  • 4:58 - 5:01
    sono stati modellati
    per favorire questo risultato.
  • 5:02 - 5:06
    Il biologo evoluzionista
    David Sloan Wilson,
  • 5:06 - 5:08
    fa notare che se chiedi alle persone:
  • 5:08 - 5:10
    "Quali sono le caratteristiche
    di una persona buona?"
  • 5:10 - 5:15
    Risponderanno: cortese, generoso,
    compassionevole ed empatico.
  • 5:15 - 5:19
    Se chiedi alle persone quali sono
    i tratti di una persona cattiva,
  • 5:19 - 5:21
    risponderanno con tratti come
  • 5:21 - 5:24
    crudele, avido, sfruttatore ed egoista.
  • 5:24 - 5:27
    Per dirla diversamente,
    le caratteristiche di una persona buona
  • 5:27 - 5:30
    rappresentano qualcuno che si cura
    di sé e degli altri,
  • 5:31 - 5:33
    mentre una persona cattiva
    s'interessa solo di sé stessa
  • 5:33 - 5:35
    a spese degli altri.
  • 5:36 - 5:40
    Lungo tutta la nostra storia biologica,
  • 5:40 - 5:43
    il nostro cervello e la nostra biologia
    sono stati scolpiti per indurci
  • 5:43 - 5:48
    a certi modi di sentire,
    pensare e comportarci.
  • 5:49 - 5:50
    Ad esempio,
  • 5:50 - 5:54
    abbiamo numerosi
    stratagemmi biologici
  • 5:54 - 5:59
    che fanno leva su segnali negativi
    per motivarci ad agire
  • 5:59 - 6:01
    in modi essenziali
    per la nostra sopravvivenza.
  • 6:02 - 6:05
    La fame, per esempio,
    è scatenata dalla glicemia bassa
  • 6:05 - 6:06
    e ti porta a mangiare,
  • 6:06 - 6:09
    un importante sistema d'allarme
    per l'organismo
  • 6:09 - 6:13
    che potrebbe richiedere molto più tempo
    e sforzi per trovare cibo
  • 6:13 - 6:15
    dell'andare al frigo,
    alla dispensa della cucina
  • 6:15 - 6:19
    o in ristoranti fast food.
  • 6:19 - 6:20
    La sete è un segnale contrario,
  • 6:20 - 6:23
    che determina la ricerca
    di acqua potabile
  • 6:23 - 6:26
    prima di diventare
    vittima della disidratazione.
  • 6:26 - 6:29
    E il dolore è un sistema contrario
  • 6:29 - 6:31
    che ci informa
    di un potenziale danno ad un tessuto
  • 6:31 - 6:34
    e ci induce a prenderci cura
    del nostro corpo.
  • 6:35 - 6:40
    Si potrebbe pensare che l'automatismo
    d'allarme biologico finisca qui,
  • 6:40 - 6:42
    ma c'è di più.
  • 6:42 - 6:44
    Sebbene non comune,
    sebbene non intuitivo,
  • 6:44 - 6:48
    il dolore e la repulsione
    che abbiamo verso la solitudine,
  • 6:48 - 6:51
    dal sentirci isolati
    da ciò che ci circonda,
  • 6:51 - 6:55
    è anche parte
    di un sistema d'allarme biologico
  • 6:55 - 7:00
    per avvisarci di minacce
    e danni al corpo sociale,
  • 7:00 - 7:03
    che ha anch'esso necessità
    di sopravvivere e prosperare.
  • 7:04 - 7:07
    Più o meno tutti noi
    abbiamo sentito lo sforzo fisico
  • 7:07 - 7:09
    e quasi tutti abbiamo provato
  • 7:09 - 7:10
    lo strazio del mal di casa,
  • 7:10 - 7:12
    l'agonia di un lutto,
  • 7:12 - 7:15
    il tormento di un amore non corrisposto
  • 7:15 - 7:17
    e il dolore di essere respinti.
  • 7:17 - 7:20
    Tutte queste sono variazioni
    relative delll'esperienza della solitudine.
  • 7:21 - 7:24
    Quando ho cominciato a studiare
    gli effetti della solitudine,
  • 7:24 - 7:25
    il cervello e la biologia
    vent'anni fa,
  • 7:27 - 7:30
    la solitudine era stata descritta
    come un disturbo non cronico
  • 7:30 - 7:33
    senza caratteristiche compensative.
  • 7:33 - 7:37
    Era anche stato equiparato
    alla timidezza e alla depressione
  • 7:37 - 7:42
    all'essere un solitario, una persona
    con capacità sociali marginali.
  • 7:43 - 7:46
    Misurazioni scientifiche
    e sofisticati calcoli,
  • 7:46 - 7:50
    sorprendentemente, hanno rivelato
    che erano dei miti.
  • 7:51 - 7:54
    La scienza e il buonsenso
    hanno di nuovo prodotto
  • 7:54 - 7:58
    due rappresentazioni differenti
    dello stesso fenomeno.
  • 7:58 - 8:01
    Se guardate il modo in cui
    stiamo vivendo le nostre vite,
  • 8:01 - 8:05
    ci mostra l'entità
    quanto ancora abbocchiamo
  • 8:05 - 8:10
    a questi miti di solitudine
    e ai valori di autonomia e indipendenza.
  • 8:11 - 8:13
    Per esempio, la percentuale
  • 8:13 - 8:17
    delle famiglie monocompenenti
    negli Stati Uniti, nel 1940,
  • 8:17 - 8:20
    era ampiamente inferiore al 15 per cento
  • 8:20 - 8:22
    delle famiglie, per stato.
  • 8:22 - 8:24
    Andiamo avanti, nel 1970,
  • 8:24 - 8:28
    si arriva a tra il 15 e il 20 per cento.
  • 8:28 - 8:30
    Andiamo avanti, nel 2000,
  • 8:30 - 8:35
    e adesso supera il 25 per cento
    in molti stati d'America.
  • 8:35 - 8:37
    E quello stato celeste, l'Utah
  • 8:37 - 8:41
    con il censimento del 2010
    è diventato blu scuro.
  • 8:42 - 8:44
    La prevalenza della solitudine
    è anche in aumento.
  • 8:45 - 8:47
    Negli anni 80, gli studiosi
    avevano stimato
  • 8:47 - 8:49
    che circa il 20 per cento
    degli americani
  • 8:49 - 8:52
    si sentiva più solo che mai.
  • 8:52 - 8:56
    Due recenti sondaggi rappresentativi
    nazionali indicano
  • 8:56 - 8:58
    che questo numero è raddoppiato,
  • 9:00 - 9:02
    ma non sentite parlare di persone
    che si sentono sole,
  • 9:02 - 9:05
    e questo perché
    la solitudine è stigmatizzata.
  • 9:07 - 9:11
    L'equivalente psicologico di sentirsi
    un perdente nella vita o un debole.
  • 9:11 - 9:13
    Ed è davvero spiacevole,
  • 9:13 - 9:16
    perché è più probabile
    che si neghi la solitudine,
  • 9:16 - 9:20
    che non è tanto diverso
    dal negare
  • 9:20 - 9:22
    di avere fame, sete
    o provare dolore.
  • 9:23 - 9:26
    Ora sappiamo che vivere in solitudine
    è uno dei maggiori fattori di rischio
  • 9:26 - 9:29
    di un'elevata morbosità e mortalità.
  • 9:31 - 9:33
    Considerate alcune patologie
    che conosciamo -
  • 9:33 - 9:35
    morte prematura.
  • 9:36 - 9:38
    Vivere con l'inquinamento dell'aria
    incrementa
  • 9:38 - 9:42
    le probabilità di una morte prematura
    del cinque per cento,
  • 9:42 - 9:45
    Vivere con l'obesità, come sappiamo
    un problema di salute nazionale,
  • 9:45 - 9:49
    incrementa le probabilità
    di morte prematura del 20 cento.
  • 9:50 - 9:53
    Il consumo eccessivo di alcool: 30 cento.
  • 9:54 - 9:58
    Un'analisi medica recente di circa
    un centinaio di migliaia di partecipanti
  • 9:58 - 10:01
    mostra che vivere soli
    aumenta le probabilità
  • 10:01 - 10:04
    di una morte prematura
    del 45 per cento.
  • 10:07 - 10:10
    Non siamo l'unica specie sociale
    e la ricerca sperimentale
  • 10:10 - 10:14
    sugli animali sociali non umani
    che sono stati isolati mostra
  • 10:14 - 10:18
    che anch'essi subiscono
    conseguenze psicologiche deleterie
  • 10:18 - 10:21
    e una più breve durata di vita.
  • 10:24 - 10:28
    Nella nostra storia, come specie,
    siamo sopravvissuti e abbiamo prosperato
  • 10:28 - 10:30
    aggregandoci
  • 10:30 - 10:35
    in coppie, famiglie e tribù,
    per protezione e assistenza reciproche.
  • 10:35 - 10:38
    Pensiamo alla solitudine
    come ad una condizione triste,
  • 10:38 - 10:41
    ma per le specie sociali,
    muovendosi su perimetri sociali,
  • 10:41 - 10:44
    non è solo triste, è pericolosa.
  • 10:46 - 10:50
    Il cervello della specie sociale
    incluso il nostro, si è evoluto
  • 10:50 - 10:53
    per reagire in contesti sociali
  • 10:53 - 10:57
    entrando in modalità
    di auto-conservazione
  • 10:57 - 11:01
    Se isolate un roditore
    e lo mettete in un campo aperto
  • 11:01 - 11:04
    così come questi puntini
    in basso, nell'immagine,
  • 11:04 - 11:07
    comincia ciò che chiamiamo
    l'ispezione del predatore:
  • 11:07 - 11:11
    cammina nella parte più esterna
    e non si avventura nel mezzo,
  • 11:11 - 11:16
    da dove scappare da un predatore volante,
    sarebbe molto più difficile.
  • 11:17 - 11:19
    Quando gli umani si sentono isolati,
  • 11:19 - 11:24
    sono non solo
    in una situazione infelice
  • 11:24 - 11:26
    ma anche in una circostanza di pericolo.
  • 11:26 - 11:30
    Anche questi cervelli si chiudono
    in una modalità di auto-conservazione.
  • 11:31 - 11:34
    In uno studio sulla
    risonanza magnetica al cervello
  • 11:34 - 11:36
    abbiamo mostrato alle persone
    immagini negative
  • 11:36 - 11:38
    che non hanno niente a che fare
    con altre persone
  • 11:38 - 11:40
    o immagini sociali negative,
  • 11:40 - 11:42
    mentre sedevano in un tomografo
    e venivano esaminate.
  • 11:42 - 11:44
    Ciò che abbiamo constatato
  • 11:44 - 11:46
    è che quanto più il cervello è solo
  • 11:47 - 11:50
    quando viene presentata
    un'immagine sociale negativa,
  • 11:50 - 11:52
    cioè un ambiente costituito da persone,
  • 11:52 - 11:55
    quando accade qualcosa
    di socialmente negativo
  • 11:56 - 11:58
    il cervello dedica
    maggiore attenzione,
  • 11:58 - 12:03
    maggiore attività visuale corticale
    rappresentata in giallo.
  • 12:04 - 12:07
    Seguendo questa immagine,
  • 12:07 - 12:09
    arriviamo a quelle due aree blu:
  • 12:09 - 12:11
    una giunzione parietale temporale.
  • 12:11 - 12:15
    È un pezzo di tessuto celebrale
    coinvolto nella teoria della mente,
  • 12:15 - 12:18
    nella lettura e mentalizzazione
    della mente,
  • 12:18 - 12:22
    nel fare propri l'empatia e la prospettiva
    di un'altra persona.
  • 12:22 - 12:27
    È responsabile del controllo dell'attenzione
    richiesto per uscire dalla vostra testa
  • 12:27 - 12:32
    e mettervi, quanto meno figurativamente,
    nella testa di qualcun altro
  • 12:32 - 12:34
    così che possiate adottare
    il suo punto di vista.
  • 12:34 - 12:36
    Quanto più solo è il cervello,
  • 12:36 - 12:40
    quando è stato rappresentato qualcosa
    di negativo in un contesto sociale,
  • 12:40 - 12:42
    tanto meno questa regione si attiva.
  • 12:43 - 12:45
    È pericoloso sul perimetro sociale.
  • 12:45 - 12:48
    Quando capita qualcosa di negativo
    in un ambiente sociale,
  • 12:48 - 12:51
    quella mente è focalizzata
    sull'auto-conservazione,
  • 12:51 - 12:54
    e non si preoccupa delle altre persone.
  • 12:56 - 13:00
    La somiglianza negli effetti neurali
    e comportamentali nella filogenesi
  • 13:00 - 13:04
    è una testimonianza dell'importanza
    della condizione ambientale sociale
  • 13:04 - 13:06
    per le specie sociali.
  • 13:06 - 13:09
    Queste profonde radici evoluzionistiche,
  • 13:09 - 13:11
    che orientano il nostro cervello
    e la nostra biologia
  • 13:11 - 13:13
    verso la nostra auto-conservazione,
  • 13:13 - 13:15
    suggeriscono anche
    che parte di ciò che è innescato
  • 13:15 - 13:18
    dall'isolamento sociale è inconscio.
  • 13:20 - 13:24
    Per esempio, quando vi sentite isolati
  • 13:25 - 13:28
    percepite l'incentivo,
    il desiderio, l'intenzione
  • 13:28 - 13:31
    di entrare di nuovo in contatto
    con altre persone
  • 13:31 - 13:32
    Ciò che non percepite,
  • 13:32 - 13:37
    è che il cervello è entrato in uno stato
    di ipervigilanza delle minacce sociali
  • 13:37 - 13:42
    e questa ipervigilanza fa si
    che facciate
  • 13:42 - 13:45
    errori intenzionali, di conferma
    e anche di memoria
  • 13:46 - 13:48
    in termini d'interazioni sociali.
  • 13:48 - 13:50
    E se state cercando rischi,
  • 13:50 - 13:51
    ne vedrete di più
  • 13:51 - 13:53
    che esistano o meno.
  • 13:53 - 13:55
    Questo significa che è più probabile
  • 13:55 - 13:57
    che abbiate interazioni negative.
  • 13:57 - 14:01
    E questa attenzione alle minacce,
    al cercare sempre un nuovo nemico
  • 14:01 - 14:04
    attiva meccanismi neuro-biologici
  • 14:04 - 14:07
    che possono degradare la salute
    e condurre alla morte prematura.
  • 14:10 - 14:11
    La solitudine accresce la difensiva
  • 14:11 - 14:14
    perché siete concentrati
    sul vostro benessere
  • 14:14 - 14:17
    piuttosto che sul mettervi
    nella posizione o nei panni
  • 14:17 - 14:19
    delle persone con le quali interagite.
  • 14:19 - 14:22
    La solitudine accresce
    i sintomi depressivi
  • 14:22 - 14:26
    che hanno lo strano effetto
    di far diminuire la probabilità
  • 14:26 - 14:27
    di conflitti sociali
  • 14:27 - 14:29
    e attraverso le espressioni acustiche
  • 14:29 - 14:32
    posturali e facciali di tristezza,
  • 14:32 - 14:36
    così come questo bambino
    nella foto, inviate un segnale
  • 14:36 - 14:39
    agli altri nelle vicinanze
    per riconnettersi con voi,
  • 14:39 - 14:41
    se desidereranno farlo.
  • 14:41 - 14:44
    È un richiamo sicuro per un contatto.
  • 14:44 - 14:47
    La solitudine accresce i livelli
    mattutini di cortisolo,
  • 14:47 - 14:48
    un potente ormone dello stress:
  • 14:48 - 14:51
    questa è la conseguenza
    della preparazione del cervello
  • 14:51 - 14:54
    ad un altro giorno di pericolo.
  • 14:54 - 14:57
    E la solitudine fa aumentare
    reazioni prepotenti,
  • 14:57 - 14:58
    il che significa che è molto probabile
  • 14:58 - 15:03
    che siate vittima di tanti comportamenti
    malsani e impulsivi.
  • 15:04 - 15:06
    E la fine della giornata
  • 15:06 - 15:10
    non metterà fine
    allo stato di allerta del cervello.
  • 15:10 - 15:14
    Se è pericoloso allontanare
    bestie selvagge con un bastone,
  • 15:14 - 15:19
    immaginate quanto possa essere pericoloso
    deporre quel bastone la notte
  • 15:20 - 15:22
    quando i predatori sono fuori
  • 15:22 - 15:24
    e siete senza
    un ambiente sociale sicuro.
  • 15:25 - 15:29
    Abbiamo scoperto che la solitudine
    diminuisce anche la qualità del sonno,
  • 15:29 - 15:31
    aumenta il numero
    di micro risvegli,
  • 15:31 - 15:34
    aumenta la frammentazione del sonno
  • 15:34 - 15:38
    e così diminuisce
    la disintossicazione di giorni stressanti
  • 15:38 - 15:41
    che avviene durante la notte.
  • 15:42 - 15:46
    La solitudine inoltre altera
    l'espressione dei geni, come per esempio
  • 15:46 - 15:49
    la biologia infiammatoria
    che si occupa degli attacchi.
  • 15:50 - 15:53
    Non molto tempo fa pensavamo
    che i geni fossero come la tastiera
  • 15:53 - 15:55
    sulla quale veniva suonata
    la canzone della vita.
  • 15:55 - 15:58
    Ciò che questa ricerca ha suggerito è
  • 15:58 - 16:01
    che se i geni sono
    i tasti di un pianoforte,
  • 16:01 - 16:03
    allora l'ambiente, compreso
    l'ambiente sociale
  • 16:03 - 16:09
    è il pianista che determina
    quali tasti vengono premuti.
  • 16:10 - 16:12
    Se la solitudine è pericolosa,
  • 16:12 - 16:13
    cosa possiamo fare?
  • 16:14 - 16:15
    Quando siamo affamati,
  • 16:15 - 16:17
    possiamo andare al frigorifero
    per fare uno spuntino.
  • 16:17 - 16:18
    Quando abbiamo sete,
  • 16:18 - 16:21
    possiamo andare al rubinetto
    e riempire un bicchiere d'acqua.
  • 16:21 - 16:25
    Ma quando siamo soli,
    non abbiamo un ripostiglio pieno di amici
  • 16:25 - 16:27
    con i quali possiamo connetterci
  • 16:27 - 16:30
    e nessun social network
  • 16:30 - 16:33
    può rimpiazzare la confortante
    carezza di un amico.
  • 16:34 - 16:38
    Primo, risconoscete il segnale
  • 16:38 - 16:40
    e non lo negate.
  • 16:41 - 16:45
    Secondo, capite
    come influisce sul vostro cervello,
  • 16:45 - 16:48
    sul vostro corpo e sul vostro comportamento.
  • 16:49 - 16:50
    È pericoloso,
  • 16:50 - 16:53
    come membro di una specie sociale,
    sentirsi isolati.
  • 16:53 - 16:56
    E il cervello si chiude
    in una modalità di auto-conservazione.
  • 16:57 - 17:01
    Ciò porta con sé molti effetti non voluti
    e non conosciuti
  • 17:01 - 17:03
    nei pensieri
    e nelle azioni verso gli altri.
  • 17:03 - 17:07
    Siatene consapevole,
    capite questi effetti
  • 17:07 - 17:10
    e siate responsabili
    delle vostre azioni verso gli altri.
  • 17:10 - 17:12
    E terzo, reagite.
  • 17:13 - 17:16
    Cercate di capire che non è
    la quantità di amici,
  • 17:16 - 17:20
    ma la qualità di alcune relazioni
    che realmente importa.
  • 17:20 - 17:24
    Prestate attenzione ai tre elementi
    di connessione.
  • 17:24 - 17:31
    Si possono favorire connessioni
    sviluppando un individuo
  • 17:31 - 17:35
    di fiducia, in cui si può confidare
    e che può confidare in voi.
  • 17:36 - 17:38
    Potete favorire
    una connessione relazionale
  • 17:38 - 17:42
    semplicemente trascorrendo
    un bel momento con amici e famiglia.
  • 17:42 - 17:47
    Spesso andiamo a tavola, a cena, felici
    di aver provveduto alla nostra famiglia
  • 17:47 - 17:51
    ma dimenticando di condividere
    anche un solo momento felice, nel farlo.
  • 17:52 - 17:56
    La connessione collettiva
    può essere promossa diventando
  • 17:56 - 17:58
    una parte di qualcosa
    di più grande di noi stessi.
  • 17:59 - 18:03
    Se gli ostacoli nel connettersi
    sembrano insormontabili,
  • 18:03 - 18:07
    considerate il volontariato
    in qualcosa che vi diverte.
  • 18:07 - 18:12
    Magari aiutando i bisognosi,
    facendo volontariato in un museo,
  • 18:12 - 18:17
    in uno zoo, in un club di corse
    o per un evento TEDx.
  • 18:17 - 18:22
    O semplicemente parlando
    con gli anziani in casa di riposo.
  • 18:24 - 18:28
    Condividere momenti felici
    è una delle chiavi per connettersi.
  • 18:28 - 18:33
    E non aspettate, la prossima volta
    che vi sentite alienati, isolati o esclusi,
  • 18:33 - 18:36
    rispondete a questo segnale negativo
  • 18:36 - 18:39
    come se aveste fame, sete
    o provaste dolore
  • 18:39 - 18:41
    e connettetevi.
  • 18:41 - 18:42
    Grazie.
  • 18:42 - 18:45
    (Applausi)
Title:
La Letalità della Solitudine | John Cacioppo | TEDxDesMoines
Description:

John Cacioppo spiega l'importanza dell'interazione sociale tra gli umani, come appartenenti ad una specie sociale, e come la solitudine possa realmente danneggiare la nostra salute e addirittura ucciderci. Ci dà qualche idea per riconnetterci agli altri.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
18:45

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