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Learn Italian with The Late Mattia Pascal (A2–B1) | Simplified Italian text with English Translation

  • 0:06 - 0:13
    Il fu Mattia Pascal
    Capitolo 1 – Una vita sbagliata 
  • 0:13 - 0:18
    Mi chiamo Mattia Pascal.
    O almeno… così mi chiamavo. 
  • 0:18 - 0:21
    Ho vissuto per anni in un 
    piccolo paese della Liguria, 
  • 0:21 - 0:26
    in una casa che non sentivo mia,
    con una moglie che non ho mai amato davvero 
  • 0:26 - 0:31
    e una suocera che sembrava nata 
    per rendermi la vita impossibile.
  • 0:31 - 0:36
    Dopo la morte di mio padre,
    la nostra fortuna è sparita in fretta. 
  • 0:36 - 0:39
    Due uomini poco onesti hanno 
    gestito i nostri soldi, 
  • 0:39 - 0:42
    e io ho potuto solo guardarli svanire.
  • 0:42 - 0:46
    Per vivere ho accettato un lavoro noioso,
    in una biblioteca comunale. 
  • 0:46 - 0:53
    Nessuno mi rispettava, né in casa né fuori.
    Mia moglie Romilda è diventata sempre più amara, 
  • 0:53 - 0:55
    mia suocera più crudele.
  • 0:55 - 0:59
    Ogni giorno tornavo a casa
    col peso del mondo sulle spalle. 
  • 0:59 - 1:03
    Nessuno mi ascoltava,
    nessuno mi capiva.
  • 1:03 - 1:07
    E io, piano piano,
    ho iniziato a sparire dentro me stesso. 
  • 1:07 - 1:13
    Poi, in un momento come tanti,
    ho deciso di scappare.
  • 1:13 - 1:16
    Senza dire niente a nessuno
    sono salito su un treno, 
  • 1:16 - 1:19
    diretto a caso.
    Non avevo un piano, 
  • 1:19 - 1:23
    non avevo speranze.
    Volevo solo cambiare vita. 
  • 1:23 - 1:25
    Per sempre.
  • 1:25 - 1:28
    Non potevo immaginare
    che pochi giorni dopo  
  • 1:28 - 1:34
    ci sarei riuscito.
    Anche troppo bene.
  • 1:34 - 1:42
    Capitolo 2 – La fuga e la fortuna
    Sono arrivato a Montecarlo quasi per caso. 
  • 1:42 - 1:47
    Avevo ancora qualche soldo in tasca
    e una gran voglia di dimenticare tutto.
  • 1:47 - 1:49
    Ho preso una stanza in un albergo modesto 
  • 1:49 - 1:53
    e sono entrato nel casinò,
    più per curiosità che per altro. 
  • 1:53 - 1:58
    Non ero mai stato fortunato in vita mia,
    ma quella sera è cambiato tutto.
  • 1:58 - 2:04
    Ho puntato pochi franchi… e ho vinto.
    Ho rigiocato… ho vinto ancora. 
  • 2:04 - 2:09
    Le mani mi tremavano, ma non mi sono fermato.
    Continuavo a vincere, 
  • 2:09 - 2:13
    come se il destino volesse risarcirmi
    per tutto ciò che mi aveva tolto.
  • 2:13 - 2:17
    Alla fine sono uscito
    con una somma enorme. 
  • 2:17 - 2:20
    Avevo in tasca più denaro
    di quanto ne avessi mai visto.
  • 2:20 - 2:26
    Per la prima volta mi sono sentito leggero.
    Libero.
  • 2:26 - 2:28
    Mi sono seduto su una panchina, 
  • 2:28 - 2:31
    guardando il mare.
    Ho pensato: 
  • 2:31 - 2:36
    "e se non tornassi più indietro?
    E se ricominciassi da zero? 
  • 2:36 - 2:40
    Con una nuova identità,
    una nuova vita?"
  • 2:40 - 2:44
    Mentre facevo questi pensieri,
    ho comprato un giornale. 
  • 2:44 - 2:48
    Lì, su una delle pagine, ho letto una notizia: 
  • 2:48 - 2:54
    un cadavere era stato trovato nel mio paese.
    E tutti pensavano che fossi io.
  • 2:54 - 2:58
    In quel momento ho capito:
    il destino mi stava offrendo  
  • 2:58 - 3:00
    un’occasione.
    Una sola.
  • 3:01 - 3:07
    Capitolo 3 – Il morto sbagliato
    Ho letto quell’articolo tre volte. 
  • 3:07 - 3:10
    Diceva che un uomo si era gettato nel canale, 
  • 3:10 - 3:15
    vicino casa mia,
    e che il cadavere era irriconoscibile.
  • 3:15 - 3:20
    Aveva vestiti e oggetti che sembravano miei.
    La gente, la polizia, 
  • 3:20 - 3:24
    perfino mia moglie…
    tutti erano sicuri: quel morto ero io.
  • 3:24 - 3:27
    All’inizio ho avuto un brivido.
    Poi, lentamente, 
  • 3:27 - 3:31
    un’idea ha cominciato a crescere dentro di me.
  • 3:31 - 3:35
    Nessuno mi cercava.
    Nessuno sapeva che ero vivo. 
  • 3:35 - 3:39
    Se fossi rimasto zitto,
    potevo scomparire davvero.
  • 3:39 - 3:44
    Ho passato la notte a camminare.
    Pensavo a mia moglie, alla suocera, 
  • 3:44 - 3:48
    alla mia vita grigia.
    Lì, tra le luci di Montecarlo, 
  • 3:48 - 3:51
    tutto sembrava così lontano.
  • 3:51 - 3:53
    E così ho deciso: 
  • 3:53 - 3:57
    non sarei più tornato.
    Mattia Pascal era morto.
  • 3:57 - 4:00
    Con i soldi della vincita 
    ho cominciato a viaggiare: 
  • 4:00 - 4:03
    prima Nizza, poi Marsiglia,
    infine l’Italia.
  • 4:03 - 4:06
    Ho tagliato i baffi,
    cambiato pettinatura, 
  • 4:06 - 4:10
    comprato vestiti nuovi.
    Ho bruciato il mio vecchio portafoglio.
  • 4:10 - 4:14
    Ho scelto un nome nuovo:
    Adriano Meis. 
  • 4:14 - 4:17
    Mi sentivo rinato.
  • 4:17 - 4:20
    Leggero come non mai.
    Ma sotto quella libertà 
  • 4:20 - 4:23
    c’era anche una strana inquietudine.
  • 4:23 - 4:27
    Non avevo più un passato.
    E senza un passato… 
  • 4:27 - 4:35
    costruire un futuro poteva non essere così facile.
    Ma questo l’avrei capito solo più tardi.
  • 4:35 - 4:39
    Capitolo 4 – Adriano Meis
  • 4:39 - 4:41
    Con il nome di Adriano Meis
    ho attraversato l’Italia  
  • 4:41 - 4:44
    come un fantasma.
    Col portafoglio pieno, 
  • 4:44 - 4:47
    nessuno mi conosceva,
    nessuno mi faceva domande.
  • 4:47 - 4:51
    Era una sensazione strana,
    quasi dolce. 
  • 4:51 - 4:54
    Potevo essere chiunque,
    dire qualsiasi cosa.
  • 4:54 - 4:59
    A Venezia ho fatto il turista.
    A Firenze ho passato giorni nei musei. 
  • 4:59 - 5:03
    A Roma ho affittato una stanza tranquilla,
    vicino al Tevere.
  • 5:03 - 5:07
    Dicevo che venivo dalla Svizzera,
    che ero lì per motivi di salute. 
  • 5:07 - 5:10
    Tutti mi credevano,
    nessuno sospettava.
  • 5:10 - 5:12
    Ma presto ho capito una cosa: 
  • 5:12 - 5:16
    ero libero, sì…
    ma anche invisibile.
  • 5:16 - 5:19
    Senza documenti veri
    non potevo firmare contratti, 
  • 5:19 - 5:22
    aprire un conto,
    sposarmi.
  • 5:22 - 5:27
    Una volta ho tentato di fermare un ladro
    e la polizia mi ha chiesto i documenti. 
  • 5:27 - 5:28
    Sono dovuto scappare.
  • 5:28 - 5:33
    E poi è arrivata Adriana,
    la figlia del padrone di casa. 
  • 5:33 - 5:38
    Dolce, intelligente,
    con due occhi pieni di malinconia.
  • 5:38 - 5:43
    Abbiamo iniziato a parlare ogni giorno,
    poi a passeggiare insieme. 
  • 5:43 - 5:48
    Mi guardava con fiducia.
    E io… io non ero nessuno.
  • 5:48 - 5:52
    Non potevo dirle la verità,
    ma nemmeno continuare a mentire. 
  • 5:52 - 5:57
    Stavo vivendo una vita falsa,
    e cominciavo a volerla vera.
  • 5:57 - 5:59
    Per la prima volta, 
  • 5:59 - 6:03
    volevo restare.
    E questo… era un problema.
  • 6:03 - 6:07
    Capitolo 5 – L’incontro con la verità
  • 6:08 - 6:11
    Adriana mi piaceva davvero.
    Con lei parlavo in modo sincero, 
  • 6:11 - 6:13
    anche se non dicevo tutto.
  • 6:13 - 6:15
    Ogni giorno aspettavo il momento per vederla, 
  • 6:15 - 6:20
    sentire la sua voce.
    In casa cominciavano a fidarsi di me. 
  • 6:20 - 6:24
    Anche il padre,
    un uomo difficile, sembrava apprezzarmi.
  • 6:24 - 6:26
    A volte sognavo di restare lì per sempre. 
  • 6:26 - 6:29
    Di sposarla.
    Di costruire una vita normale.
  • 6:29 - 6:34
    Ma ogni volta che ci pensavo davvero,
    qualcosa dentro di me si spezzava. 
  • 6:34 - 6:37
    Chi ero io per chiedere la mano
    di una ragazza onesta?
  • 6:37 - 6:40
    Non avevo un’identità,
    non avevo documenti, 
  • 6:40 - 6:43
    non avevo storia.
    Solo bugie.
  • 6:43 - 6:45
    Un giorno ho sentito Adriana 
  • 6:45 - 6:50
    parlare con una sua amica.
    Diceva che forse mi amava.
  • 6:50 - 6:55
    Mi sono sentito felice
    e colpevole allo stesso tempo.
  • 6:55 - 7:00
    Quella notte non ho dormito.
    Il giorno dopo, davanti allo specchio, 
  • 7:00 - 7:02
    ho guardato il mio volto.
  • 7:02 - 7:06
    Non vedevo più né Adriano Meis,
    né Mattia Pascal. 
  • 7:07 - 7:10
    Solo un uomo
    che non sapeva chi fosse.
  • 7:10 - 7:13
    Avevo creato una gabbia elegante, 
  • 7:13 - 7:17
    piena di silenzi e illusioni.
    Non potevo più andare avanti così.
  • 7:17 - 7:21
    Allora ho deciso:
    anche Adriano Meis doveva sparire. 
  • 7:21 - 7:25
    Avrei cancellato ancora una volta la mia identità.
  • 7:25 - 7:30
    Capitolo 6 – Il ritorno impossibile
  • 7:30 - 7:34
    Per far sparire Adriano Meis
    ho scelto un gesto semplice: 
  • 7:34 - 7:38
    ho lasciato i miei vestiti su un ponte
    e una lettera d’addio.
  • 7:38 - 7:41
    Tutto sembrava indicare
    che non sarei più tornato. 
  • 7:41 - 7:45
    Così tutti avrebbero creduto
    che Adriano era scomparso per sempre.
  • 7:45 - 7:52
    Poi sono salito su un treno.
    Destinazione: casa. 
  • 7:52 - 7:54
    Volevo tornare a essere Mattia Pascal.
  • 7:55 - 8:00
    Pensavo che, una volta lì,
    tutto si sarebbe sistemato. 
  • 8:00 - 8:01
    Mi sbagliavo.
  • 8:01 - 8:06
    Quando sono arrivato al paese
    nessuno mi ha riconosciuto subito. 
  • 8:06 - 8:12
    E quando finalmente ho parlato con mia madre,
    lei è quasi svenuta.
  • 8:12 - 8:17
    Non riusciva a credere che ero vivo.
    Ma la notizia che mi ha colpito di più 
  • 8:17 - 8:21
    è stata un’altra:
    mia moglie si era risposata.
  • 8:21 - 8:25
    Avevano fatto un funerale.
    Avevano pianto per me. 
  • 8:25 - 8:28
    E poi…
    la vita era andata avanti.
  • 8:28 - 8:31
    Romilda aveva un nuovo marito, 
  • 8:31 - 8:35
    una nuova casa,
    una nuova pace.
  • 8:35 - 8:40
    E io…
    ero un morto tornato troppo tardi.
  • 8:40 - 8:45
    Nessuno poteva accettare il mio ritorno.
    Neanche la legge. 
  • 8:45 - 8:48
    Per il mondo,
    Mattia Pascal era morto.
  • 8:48 - 8:53
    Non potevo riprendere la mia vecchia vita.
    Non potevo tornare indietro. 
  • 8:53 - 8:58
    Avevo perso tutto.
    Anche il diritto di esistere.
  • 8:58 - 9:02
    Capitolo 7 – Il fu Mattia Pascal
  • 9:02 - 9:08
    Ho provato a spiegare la verità,
    ma la verità ormai non serviva più.
  • 9:08 - 9:11
    Mia moglie mi guardava
    come si guarda un fantasma. 
  • 9:11 - 9:15
    Suo marito era un altro,
    e io ero solo un ricordo che camminava.
  • 9:15 - 9:17
    Mi sono rivolto a un avvocato, 
  • 9:17 - 9:25
    ma anche lui mi ha confermato quello che temevo:
    per lo Stato ero legalmente morto.
  • 9:25 - 9:30
    Non potevo riprendere il mio nome,
    né riavere i miei diritti. 
  • 9:30 - 9:34
    Non potevo neanche chiedere giustizia,
    perché avrei dovuto denunciare me stesso 
  • 9:34 - 9:36
    per falsa identità.
  • 9:36 - 9:39
    Mi sono chiesto:
    chi sono adesso?
  • 9:39 - 9:44
    Adriano Meis è morto nel fiume.
    Mattia Pascal è morto anni fa, 
  • 9:44 - 9:46
    almeno per tutti gli altri. 
  • 9:46 - 9:48
    E io, in mezzo…
    cosa sono?
  • 9:48 - 9:51
    Un’ombra.
    Un’idea. 
  • 9:51 - 9:53
    Una persona che non esiste.
  • 9:53 - 9:55
    Non avevo più una casa,
    né un futuro, 
  • 9:55 - 9:58
    né un passato che potessi riprendere.
  • 9:58 - 10:01
    Solo un corpo
    che camminava nel mondo senza scopo.
  • 10:01 - 10:06
    Così ho fatto l’unica cosa possibile:
    me ne sono andato, 
  • 10:06 - 10:09
    in silenzio,
    senza più cercare nulla.
  • 10:09 - 10:13
    Non avevo più niente da perdere.
    E nel vuoto che mi circondava, 
  • 10:13 - 10:15
    ho cominciato a capire qualcosa.
  • 10:15 - 10:17
    Forse la vera prigione 
  • 10:17 - 10:23
    non era la mia vecchia vita.
    Era la libertà assoluta.
  • 10:23 - 10:27
    Capitolo 8 – Vivo, ma non troppo
  • 10:27 - 10:28
    Ora vivo in una stanzetta modesta 
  • 10:28 - 10:31
    e passo le giornate
    tra libri e silenzi.
  • 10:31 - 10:35
    Sono tornato alla biblioteca
    dove lavoravo prima, 
  • 10:35 - 10:37
    ma nessuno sa chi sono davvero.
  • 10:37 - 10:41
    Mi chiamano “quello strano”
    e va bene così.
  • 10:41 - 10:45
    Ogni tanto mi capita
    di incrociare qualcuno del passato. 
  • 10:45 - 10:49
    Mi guardano con un misto
    di dubbio e indifferenza.
  • 10:49 - 10:54
    Nessuno ha il coraggio di chiedere.
    Forse temono la verità.
  • 10:54 - 10:57
    Non ho più provato a vedere mia moglie. 
  • 10:57 - 11:00
    So che è felice.
    O almeno tranquilla. 
  • 11:00 - 11:05
    Non voglio disturbarla.
    Non voglio essere un’ombra che rovina tutto.
  • 11:05 - 11:08
    Scrivo questo
    per fissare i miei pensieri, 
  • 11:08 - 11:12
    come se servisse a qualcosa.
    Ma lo faccio lo stesso.
  • 11:12 - 11:15
    Ho vissuto due vite
    e alla fine 
  • 11:15 - 11:17
    non ne ho salvata nemmeno una.
  • 11:17 - 11:21
    Mi chiamo Mattia Pascal.
    O meglio, 
  • 11:21 - 11:24
    il fu Mattia Pascal.
  • 11:24 - 11:26
    Perché anche se respiro, 
  • 11:26 - 11:30
    mangio e cammino…
    io non esisto più davvero.
  • 11:30 - 11:31
    Sono un uomo 
  • 11:31 - 11:34
    che ha perso il diritto
    di essere qualcuno.
  • 11:34 - 11:37
    E forse, dopotutto, 
  • 11:37 - 11:39
    è proprio questa
    la mia libertà.
  • 11:39 - 11:41
    Una libertà vuota. 
  • 11:41 - 11:45
    Silenziosa.
    Ma mia.
Title:
Learn Italian with The Late Mattia Pascal (A2–B1) | Simplified Italian text with English Translation
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Italian
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11:55

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