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Buongiorno, cara Comunità
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oggi è il 10 agosto
dell'anno 2023
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e stiamo festeggiando,
assaporando,
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l'ultimo giorno del nostro
"Ritiro del risveglio"
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- Amore in Azione -
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qui nel borgo superiore della
Sala di meditazione dell'Acqua Tranquilla.
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Questa è davvero un'esperienza
interessante per me.
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Quando abbiamo iniziato
a creare ritiri per giovani
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circa 15 anni fa
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è stata una vera sfida trovare
abbastanza giovani per fare un ritiro.
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All'inizio ce ne furono 40,
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poi l'anno successivo
vennero circa 65,
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e poi mi ricordo l'anno in cui
abbiamo raggiunto quota 100,
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eravamo così emozionati
di aver avuto 100 iscrizioni
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che siamo andati
a riferirlo a Thay,
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questo deve essere
stato intorno al 2010,
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"Thay, ci sono un centinaio di giovani in Europa
che vogliono conoscere la consapevolezza!"
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"Ti rendi conto?"
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E lui ha detto: "Bravi"
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E poi gli ho detto...
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... abbiamo iniziato a creare
il Movimento del Risveglio,
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e io ho detto
"Oh, è tutto un po' inquietante",
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e lui ha detto, e i suoi occhi
si sono illuminati,
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"Eccellente!
Deve essere inquietante!"
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E adesso sono qui,
e non so quanti siete,
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ma è un po' inquietante!
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Quindi immagino che Thay stia sorridendo,
con gli occhi che gli brillano,
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e dice "Stai attenta a ciò
che desideri, perché potrebbe avverarsi".
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Spero che questo renda
le cose più facili ma, ehi...
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penso che parlare di fronte
a degli amici spirituali,
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è allo stesso tempo
stimolante e meraviglioso,
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perché da un lato sento di voler
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condividere il mio
cuore con tutti voi,
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e dall'altro, ovviamente,
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ho lo stesso dubbio
che abbiamo tutti
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e cioé se io posso essere
all'altezza di questo momento.
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Ma condividerò con voi la mia gioia,
la mia esperienza e la mia pratica,
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e questo è il meglio che posso fare.
Quindi vedremo.
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Ci sono dei bei fiori qui,
grazie. Grazie.
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Fiori per un supporto emotivo.
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Abbiamo anche un violoncello per il supporto
emotivo, di cui potrei aver bisogno.
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Avevo 21 anni quando sono arrivata
al Plum Village per la prima volta,
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e non appena c'è stata
la possibilità
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di ricevere i Cinque Addestramenti sulla Consapevolezza,
l'ho subito presa al volo,
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e sono rimasta qui
per tre settimane quell'estate,
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ed ero determinata ad andare
fino in fondo.
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Quindi so che alcuni di voi
sono stati qui durante l'estate
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e hanno seguito i Cinque
Addestramenti sulla Consapevolezza,
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ed altri sono qui
per la prima volta
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e hanno anche loro
preso questo impegno.
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E devo dire che, quando ho preso
il treno per tornare a casa
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con i Cinque Addestramenti
alla Consapevolezza
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più o meno in tasca,
nello zaino,
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la mia vita era diversa,
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semplicemente sentivo adesso
di avere un percorso davanti a me
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sentivo di sapere cosa
era importante per me,
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sentivo che...
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quell'esperienza era...
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che non sarei più potuta
cadere così in basso,
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sembrava come se gli Addestramenti
sulla Consapevolezza
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fossero una specie di rete
di sicurezza, o qualcosa del genere,
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e che io fossi tenuta
nel loro abbraccio.
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Questa è stata la mia esperienza.
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E sebbene stessi condividendo tutto questo
con la mia famiglia di discussione sul Dharma,
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il percorso dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
non è esattamente come un'autostrada diritta,
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è più una cosa così
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e questa è stata sicuramente
la mia esperienza.
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È stata un'avventura,
una sperimentazione,
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un percorso di crescita,
una sfida,
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e anche un addestramento
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un vero addestramento,
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e come molti di noi sanno, qualunque tipo
di addestramento facciamo, si impara sbagliando
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e provando cose nuove
e scoprire che... oops!
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quello non andava bene,
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oppure mi sono allontanata
troppo dalla strada giusta.
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Ma è stato meraviglioso sentire che essi
sono adesso parte della mia vita,
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e non so se i vostri tutori
ve l'hanno già detto,
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ma il nome Dharma che otteniamo con i nostri
Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
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sarà il vostro nome per il resto
della vostra vita,
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sarà il vostro nome per il resto
della vostra vita,
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quindi anche se qualcuno
di voi diventerà monaco,
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il vostro nome monastico
non sarà tanto importante
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quanto il nome ricevuto nei vostri
Addestramenti sulla Consapevolezza.
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Perché nasciamo nel nostro
percorso spirituale
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con questa pratica e
con questa formazione.
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E quindi stamattina, penso che,
sicuramente più di 100 di noi,
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forse più di 150,
o forse 200 di voi,
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nei diversi villaggi,
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hanno preso un impegno
appassionato e sincero
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nell'accogliere le intuizioni e le pratiche
dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
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nella loro vita.
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Così, quando salirete
sul treno domani,
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o la macchina, o comunque
tonerete a casa,
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porterete questi Addestramenti
sulla Consapevolezza con voi.
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E anche se non avete preso
un impegno formale a riceverli,
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per favore portatevi
a casa il volantino.
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Essi possono permeare
la nostra vita,
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perché in un certo senso
racchiudono tutto ciò
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che abbiamo sperimentato
insieme in questo ritiro.
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E... questi Addestramenti sono
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come posso dire...
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il modello del Plum Village
per cambiare il mondo.
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Essi non sono altro che la nostra
visione completa del tipo di azione amorevole
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che può trasformare
la società e il futuro.
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Qualcuno mi ha chiesto, durante
il Ritiro della Terra, all'inizio di quest'anno,
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"Ho trovato gli insegnamenti di Plum Village
sulla terra e il clima così affascinanti,
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ma voi avete una specie
di Manifesto, o qualcosa del genere?"
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E io ho detto "Sì, abbiamo i Cinque
Addestramenti sulla Consapevolezza"
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e quella persona ha detto:
"No, non intendevo questo",
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e io ho risposto:
"No, io intendo proprio questo!"
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Poiché essi sono applicati,
sono vissuti,
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sono in un certo
senso multidimensionali,
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ognuno di essi riguarda il portare
l'energia del Risveglio e dell'Amore
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direttamente nel cuore
della nostra vita quotidiana,
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delle nostre relazioni
e della nostra società.
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Così, mentre portiamo
questa pratica a casa,
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forse tornerete a casa e i vostri amici
vi diranno: "Oh, com'è andato il ritiro?"
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e voi magari direte: "Oh, è stato
fantastico, meraviglioso,
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da oggi praticherò
la meditazione ogni giorno".
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E potremmo avere
la tendenza a pensare
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che la cosa più semplice da fare, tra quelle
che abbiamo appreso in questo ritiro,
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siano 10 minuti di meditazione
seduta ogni giorno.
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E potremmo pensare "Sì, ok, questa sarà la mia
aspirazione, la mia intenzione, la mia volontà,
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ce la metterò tutta".
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E questo va bene,
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ma penso che possiamo ambire
a qualcosa di più di questo.
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E dico questo perché
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se facciamo solo 10 minuti
di meditazione seduta al giorno,
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e poi il resto della nostra
vita rimane lo stesso,
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la trasformazione
non sarà molto radicale,
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ma ciò che possiamo vedere
in ognuno di questi addestramenti
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così incredibilmente impegnativi ed illuminanti,
nei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza,
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è che sono molto più
che semplici meditazioni sedute.
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Infatti, essendo io una persona
relativamente attiva,
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quando ho lasciato il Plum Village ho trovato
davvero difficile fare la meditazione seduta,
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Voglio dire...
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accadeva raramente
che io trovassi il tempo
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per fare meditazione seduta
nella mia vita quotidiana.
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Ma la mia vita è stata
completamente trasformata
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dai Cinque Addestramenti alla Consapevolezza.
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Una cosa che ho imparato
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è stata come sedere su un mezzo pubblico
ed essere consapevole delle persone intorno a me
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e consapevole delle mie sensazioni.
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Ad essere onesti,
credo di aver subìto
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un cambiamento nella mia
prospettiva e nel mio modo di vivere
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più per come sedevo
sugli autobus nel centro di Londra
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di quanto avrei fatto stando
seduta sul mio cuscino.
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Perché, come molti di noi,
conducevo una vita
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molto attiva e iperstimolata.
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Mi destreggiavo tra
un lavoro nel giornalismo
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e lo studio di un Master all'Università,
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quindi troppi input.
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Così, se fossi stata
seduta su un cuscino,
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tutto quello che avrei sentito sarebbero stati
tutti gli input ai quali ero soggetta.
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Ma quando ero
in relazione con il mondo
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seguendo il mio respiro e mantenendo
il contatto con il mio corpo,
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era come aprire un modo completamente
nuovo di vivere la mia vita.
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E questa è stata una vera
trasformazione per me.
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Quindi, mentre pensiamo a cosa
potremmo voler ottenere da questo ritiro,
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vorrei che riflettessimo
-
su alcune delle cose
che abbiamo appreso
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e possiamo vedere da soli quali di questi elementi
vogliamo incorporare nella nostra vita quotidiana.
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Una delle cose, forse la più importante,
che abbiamo fatto in questo ritiro
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è stata riposare.
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Rilassarci.
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Passare del tempo in silenzio,
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sia con le persone
ma anche con la natura.
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E quindi, chiediamoci:
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"Nella mia vita quotidiana,
quanto tempo dedico al riposarmi?"
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Riposo senza schermi,
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riposo senza cuffie,
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sono in grado di riposare
e ascoltare il mio corpo?
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E come possiamo incorporare una pratica
del riposo nella nostra vita quotidiana?
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Quelli di voi che lavorano da casa,
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hanno una fantastica opportunità
di rilassarsi dopo pranzo,
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perché nessuno può vedervi.
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Potete usare l'app
del Plum Village,
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o i vostri strumenti
di rilassamento preferiti,
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o ascoltare delle tecniche di rilassamento
e rendere questo parte della vostra giornata lavorativa.
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Possiamo prendere un impegno
con noi stessi
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e promettere a noi stessi di trascorrere
più tempo nel parco più vicino a casa,
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o di utilizzare le nostre giornate
libere dallo studio o dal lavoro
-
per stare attivamente
a contatto con la natura.
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E avendo visto
-
come lo stare con le persone
-
all'aria aperta è fantastico
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possiamo scoprire come
coinvolgere i nostri amici,
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invitarli a trascorrere un po'
di tempo insieme a noi all'aperto.
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Questo vuol dire
coltivare attivamente
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noi stessi, il nostro corpo
e la nostra mente,
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il nostro Risveglio
e anche la nostra resistenza.
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Quello di cui voglio parlarvi
oggi, in particolare
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è la Resistenza Spirituale.
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Come le scelte che facciamo
su come viviamo la nostra vita
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siano fondamentali e profonde
forme di resistenza
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alla Coscienza Collettiva
e alla società.
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Quindi, scegliere di riposare
nel nostro mondo super frenetico
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è una forma di resistenza.
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Non abbiamo bisogno di consumare,
non abbiamo bisogno di fare,
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userò questa parola,
noi "saremo",
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saremo...
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in un modo che è consono
al futuro che desideriamo,
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più semplici, più connessi
e più completi,
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senza dover fare affidamento su cose esterne,
come consumare e fare, per essere felici.
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Un'altra cosa che abbiamo
fatto in questo ritiro
-
è stata fermarci e
osservare profondamente.
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Abbiamo avuto la possibilità di fare un passo
indietro rispetto alla nostra vita,
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per sottrarci al tipo di pressioni
costanti a cui siamo sottoposti
-
per fare un po' il punto,
per riflettere e ascoltare.
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E quindi, la domanda è: come possiamo
replicare questo esercizio quando saremo fuori di qui?
-
C'è forse una pratica che possiamo
adottare nella nostra vita quotidiana
-
in cui ogni giorno ci sia
almeno un momento di pausa?
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Quando sono tornata
a casa da Plum Village
-
il tipo di pausa che ho scelto
è stata bere un bicchiere d'acqua
-
dal distributore d'acqua al lavoro.
-
Il mio lavoro era in una redazione,
quindi era un ambiente sovrastimolato,
-
ma volevo mantenere questa connessione
con Plum Village e con la mia vita spirituale
-
con la dimensione
spirituale del mio essere,
-
perché io ero nel dipartimento
di attualità politica della redazione,
-
quindi, forse, il posto
meno spirituale che possa esserci.
-
Ma ero determinata,
ero lì per ragioni etiche
-
perché credevo che l'informazione
etica fosse possibile,
-
ma questa è un'altra storia.
-
Comunque, ho scelto che il momento
in cui avrei bevuto l'acqua
-
sarebbe stato un momento in cui sarei stata
profondamente in contatto con la mia vita spirituale,
-
e avrei recitato la poesia che abbiamo
qui a Plum Village per l'acqua da bere,
-
molti di voi conoscono questa poesia, ma se siete qui
per la prima volta forse potreste averla vista
-
vicino a qualche fontanella
-
e questa poesia dice:
-
ora, mi appello alla Coscienza Collettiva,
perché non ricordo la prima parola...
-
l'acqua! Grazie.
-
il mio è un cervello sociale.
-
"L'acqua proviene da fonti
di alta montagna,
-
l'acqua scorre
in profondità nella Terra,
-
miracolosamente l'acqua arriva
a noi e sostiene tutta la vita,
-
la mia gratitudine
è piena fino all'orlo".
-
Lavoravo alla redazione
nella primavera del 2003,
-
ero un attivista per la pace, ed era l'anno
dello scoppio della guerra in Iraq,
-
e ogni volta che andavo al distributore
dell'acqua recitavo questa poesia.
-
Tutto intorno a me c'erano schermi
collegati in diretta alle zone di guerra,
-
e questo era il mio
atto di resistenza,
-
questa era la mia decisione
di conservare il mio cuore vivo,
-
di mantenere il mio cuore aperto,
-
e di rimanere in contatto con
la bellezza e la meraviglia della vita
-
così che potessi vedere chiaramente
la distruzione e l'ingiustizia della guerra.
-
È molto interessante praticare la consapevolezza
sul posto di lavoro, quindi vi invito a provare
-
potreste scegliere di bere l'acqua
-
oppure, se per esempio siete
in un luogo di lavoro o di studio
-
potreste scegliere
una parte del tragitto
-
tra casa e lavoro, potreste
scegliere 200 metri
-
in cui dite a voi stessi
-
"Camminerò da persona libera,
nella mia totalità
-
compreso il mio aspetto spirituale,
-
da questo lampione
a quell'incrocio"
-
e dovete impegnarvi
a farlo tutti i giorni.
-
Questa è un'altra cosa che facevo,
nel centro di Londra,
-
avevo il mio ombrello contro
la guerra, a Londra piove sempre,
-
tranne di recente,
ma questa è un'altra storia!
-
Scusate, niente divagazioni.
-
Portavo il mio ombrello
della pace a Londra ovunque,
-
15 anni fa nella City tutti vestivano
di nero e portavano ombrelli neri,
-
e il mio ombrello era bianco,
e aveva la parola "Pace",
-
che avevo scritto su di esso.
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E attiravo un po' l'attenzione,
-
mentre attraversavo la City
per andare in redazione,
-
ma quella era la mia
forma di resistenza.
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E quando arrivavo in un certo posto,
vicino ad una cattedrale,
-
ho scelto un tratto
che era piuttosto carino,
-
proprio nel cuore della City,
-
mi dicevo "Camminerò
da persona libera
-
libera dalla mia rabbia
per la guerra,
-
libera dalla paura del lavoro
che mi aspetta oggi,
-
libera dalla lotta.
-
Camminerò come un essere umano libero
su questo bellissimo pianeta".
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E facevo questo
per un tratto di 200 metri,
-
ed rano 200 metri
davvero deliziosi.
-
E ora, ogni volta che penso a Londra,
il mio cuore va subito a quel particolare tratto di strada,
-
E ogni volta che ho
la possibilità di tornarci,
-
mi piace sempre rivisitare
il mio angolo speciale,
-
quelle poche centinaia di metri,
che sono diventate come un vero rifugio per me,
-
perché quando prendiamo l'impegno
di fare una cosa così
-
è sorprendente come tutto il nostro
corpo ricordi quella sensazione,
-
tutto il nostro corpo ricorda:
"Ah, mi sento tranquillo e libero qui"
-
Quindi, anche se la mia mente era davvero stressata
per quello che stava succedendo o per ciò che dovevo fare,
-
quel passo per salire
sul marciapiede,
-
quei due gradini
attraverso quel cancello
-
quel passo a destra con i due alberi,
-
erano tutti segnali che mi dicevano;
"Sei tranquilla, sei libera"
-
"Adesso sei una persona libera"
-
Quindi, questo è un'altro esempio
di come possiamo praticare
-
che possiamo...
-
trasformare qualcosa di semplice,
come camminare, in un atto di resistenza,
-
un atto di libertà,
-
proprio nel cuore
della nostra vita quotidiana.
-
Io camminavo nell'ora di punta,
-
quindi le persone
spesso mi superavano,
-
perché avevo un certo ritmo,
non è che camminassi lentamente,
-
ma avevo trovato un ritmo
che mi trasmetteva un senso di libertà.
-
E tutti mi superavano,
-
e, letteralmente, ogni passo
sembrava un atto di resistenza.
-
Non sono d'accordo con la direzione
in cui sta andando la società,
-
e voglio esprimere la mia
resistenza con il mio corpo,
-
con ogni passo,
-
e rivendicare così la mia libertà
-
da tutta questa frenesia
-
da questa Coscienza Collettiva.
-
Un'altra cosa che abbiamo
imparato a fare in questo ritiro
-
è l'essere consapevoli
-
del nostro disagio.
-
Il disagio del corpo,
dei nostri sentimenti,
-
il disagio della mente.
-
E, penso che le cose
stiano cambiando ora,
-
ma per me questo non era qualcosa che avevo avuto
la possibilità di imparare a scuola,
-
l'ho imparato solo all'età di 21 anni
quando sono arrivato a Plum Village.
-
Molti di voi hanno una
grande maturità emotiva,
-
la generazione...
io appartengo ai Millenial,
-
e so che molti di voi qui
appartengono alla generazione Z,
-
quindi siamo di generazioni
leggermente diverse,
-
ma è meraviglioso vedere
come l’intelligenza emotiva
-
sia presente nelle nuove generazioni,
-
che possiate scoprire modi per comprendere
il panorama delle vostre emozioni.
-
E speriamo che in questi
giorni abbiate imparato
-
dei modi veramente
efficaci e tangibili
-
in cui possiamo essere consapevoli
quando si presenta una sensazione dolorosa.
-
Abbiamo imparato
a dargli un nome,
-
o perfino, oltre a nominarla,
anche come riconoscerla,
-
nel corpo, come potrebbe
influenzare la nostra respirazione,
-
come il nostro respiro
diventa più frequente,
-
o più corto, o irregolare,
-
come la mandibola si irrigidisce,
-
e abbiamo imparato
-
come accettarla, e accompagnarla,
-
come accoglierla,
-
affrontando incondizionatamente
i sentimenti sgradevoli che emergono.
-
E, lasciatemelo dire, questa è davvero
una magnifica abilità da avere.
-
Penso che, come esseri umani,
-
quando siamo in grado di affrontare e padroneggiare
alcuni dei sentimenti più dolorosi che proviamo,
-
è un po' come avere
un superpotere,
-
ci permette di avere
libero arbitrio
-
avere libertà e, in un certo senso,
avere una via d'uscita
-
da alcune situazioni davvero difficili
che potremmo incontrare nella nostra vita.
-
Essere in grado di
sentire le sensazioni,
-
sentire le emozioni e i sentimenti dolorosi,
ma non lasciarsene sopraffare.
-
Poiché abbiamo un'energia di consapevolezza,
ci aggrappiamo al nostro respiro,
-
ci aggrappiamo alla sensazione
fisica del nostro corpo,
-
come sentire le nostre mani,
o le dita dei piedi,
-
troviamo un modo per essere
e respirare attraverso sentimenti difficili.
-
E quello che abbiamo
scoperto in questo ritiro,
-
e penso che questo valga per ogni
Gruppo di condivisione del Dharma,
-
è che quando possiamo
coesistere con sentimenti difficili,
-
questo ci permette
di essere autentici,
-
di essere reali,
-
possiamo condividere tutti noi stessi
perché non ne abbiamo paura,
-
e siamo stati in grado di dire la nostra verità
nei nostri Circoli di condivisione del Dharma,
-
e ci siamo formati su come ascoltare
i sentimenti di disagio degli altri,
-
e su come accompagnarli e offrire
amicizia e sostegno spirituale.
-
E anche questo
è una sorta di superpotere,
-
essere in grado di esserci
per i nostri amici,
-
senza paura, ma con una vera
forza e presenza amorevole,
-
e anche questo porteremo
a casa con noi domani.
-
Quando siamo con i nostri amici, e quando loro
stanno attraversando un momento difficile,
-
noi sappiamo come ritornare
al nostro respiro
-
sappiamo come sentire
il riflesso della loro sofferenza
-
nel nostro stesso corpo,
-
come averne cura lì
e stare con loro
-
non per cambiarlo in alcun modo,
ma per non lasciarli soli.
-
Abbiamo imparato a stare insieme
anche nella sofferenza,
-
e questo è molto importante
per la nostra generazione,
-
perché sappiamo che il percorso
che ci aspetta sarà molto impegnativo,
-
quindi imparare a soffrire è un tipo
di abilità davvero importante.
-
E questo ci porta ad un punto
veramente importante,
-
che è un quello che il fratello Fapu
ha toccato nel primo discorso.
-
Cioè, che la consapevolezza,
-
non serve solo
a farci sentire meglio.
-
Molti di noi potrebbero essere
arrivati alla consapevolezza
-
attraverso una sorta
di programma di benessere,
-
o perché qualcuno gli ha detto che ci si può prendere cura
della propria salute mentale attraverso la consapevolezza,
-
quindi praticate la consapevolezza
per stare bene.
-
E ci sono alcuni aspetti della consapevolezza
che arrivano fino ad un certo punto in questo senso,
-
ma nella consapevolezza profonda, nella consapevolezza
autentica, nella consapevolezza originale,
-
nella consapevolezza reale, qualsiasi cosa
sia quello che facciamo qui,
-
che ha radici antiche,
di più di 2500 anni,
-
nel nostro tipo di consapevolezza, non ci limitiamo
a praticare la consapevolezza per sentirci bene.
-
Pratichiamo la consapevolezza
per comprendere la nostra sofferenza
-
e per trovare una via d’uscita,
-
per noi stessi, per i nostri cari
e per la nostra società.
-
Quindi, nel DNA del nostro tipo di consapevolezza
c'è una trasformazione radicale,
-
una via d'uscita,
cambiando le cose.
-
Quindi, lasciamo questo ritiro con
un percorso spirituale da seguire,
-
che ha qualcosa a che fare con la sofferenza,
e ha qualcosa a che fare con la felicità.
-
Abbiamo imparato a gestire
sentimenti dolorosi e sofferenze,
-
e abbiamo imparato molto attivamente,
musicalmente e con gioia
-
come generare felicità.
-
Queste sono due abilità
davvero importanti.
-
A volte potremmo pensare che
la felicità viene solo dall'esterno,
-
e potremmo, in un certo senso, cercare
la nostra felicità al di fuori di noi,
-
e dire: "Beh, visto che le condizioni
sono queste, non posso essere felice".
-
quindi rinunciamo al nostro libero arbitrio
e alla nostra libertà di essere felici,
-
attribuendo la responsabilità di questo
a qualcun altro o qualcos'altro.
-
E qui rivendichiamo il nostro potere
-
e diciamo che è possibile imparare
a creare momenti felici
-
per noi stessi e per
le persone intorno a noi.
-
Nel Buddismo non abbiamo paura della sofferenza,
ma siamo pronti a darle un nome,
-
per guardarla diritto
e per affrontarla,
-
Penso che in questo ritiro
molti di voi
-
sono profondamente consapevoli
e attenti alla sofferenza nel mondo.
-
Una sorella una volta mi ha detto
-
che a volte potrebbe essere che, nella
Coscienza Collettiva, in questo momento,
-
pensiamo di avere
il diritto di soffrire
-
abbiamo il diritto di soffrire
perché la situazione è pessima,
-
in ogni aspetto.
-
Ma non pensiamo mai di avere
il diritto di essere felici.
-
È piuttosto interessante,
pensateci un attimo.
-
Ci permettiamo di soffrire
ma non ci permettiamo di essere felici.
-
Questo è un po' un enigma,
forse non è vero,
-
ma possiamo indagare
un po' su questo,
-
e forse ha qualcosa a che fare con la Coscienza Collettiva
che ci circonda, e di questo parleremo tra poco.
-
I nostri insegnanti dicevano che imparare
a soffrire è un'arte, e un allenamento,
-
e ieri, nella Q&A, c'è stata una domanda
davvero interessante, penso che fosse la seconda domanda:
-
da un lato sappiamo
di essere sufficienti,
-
e siamo già quello che vogliamo diventare,
e ci sentiamo completi e integri,
-
ma, a volte, con l'energia della consapevolezza
o nel nostro contesto professionale
-
potremmo renderci conto che siamo
deficitari in alcune aree
-
e che desideriamo studiare
o coltivare la nostra spiritualità.
-
Ho davvero apprezzato
questa domanda
-
perché sono vere
entrambe le cose,
-
ecco, c'è una sorta di energia
nella consapevolezza
-
che quando diventiamo coscienti,
ad esempio delle nostre abitudini
-
o dei pensieri e dei sentimenti
che emergono in noi,
-
potremmo voler subito fare qualcosa
per cambiare la situazione,
-
c'è una sorta di dinamismo.
Da un lato li accettiamo totalmente
-
e dall'altro vediamo la
possibilità di cambiamento,
-
le cose sono transitorie,
possiamo influenzarle.
-
Così, nel Buddismo
lo spirito di formare,
-
e coltivare è davvero
molto importante.
-
E credo che, una delle abilità in cui sono
davvero migliorata nel Monastero,
-
perché ero a zero prima,
è proprio come soffrire.
-
E il risultato immediato
dell'imparare a soffrire
-
è che allo stesso tempo si impara
anche ad essere felici,
-
perché per me l'ostacolo alla mia
felicità era la mia sofferenza,
-
e quindi convertire la mia
sofferenza mi ha dato più gioia.
-
Ma è davvero interessante,
-
perché non è che la mia sofferenza
sia necessariamente scomparsa,
-
ma ho imparato a gestirla
diversamente.
-
E questo è qualcosa che ci hanno
spiegato i nostri Maestri,
-
cioè che bisogna essere consapevoli
dell’errata convinzione secondo cui,
-
in qualche modo, bisogna eliminare
la nostra sofferenza,
-
che bisogna sopprimerla,
o eradicarla.
-
Ma ho imparato il modo
in cui posso coesistere con essa,
-
perché la mia sofferenza è, in un certo
senso, reale, la posso sentire,
-
come posso vivere con essa.
-
Per me, quello che ho imparato,
-
è che la mia sofferenza
-
non è qualcosa di statico,
è un po' più come un fiume,
-
e questo è un aspetto molto
interessante da approfondire.
-
Quando parliamo di prenderci
cura della nostra sofferenza,
-
la sofferenza in noi...
la nostra mente è una mente incarnata,
-
quindi ci prendiamo cura della nostra mente
e del nostro corpo allo stesso tempo
-
non sono due cose separate,
questo è molto importante.
-
Quindi il modo in cui
viviamo con il nostro corpo,
-
come ci prendiamo cura del nostro corpo,
come mangiamo, come agiamo, come consumiamo,
-
è direttamente collegato
anche alla nostra sofferenza.
-
E la nostra sofferenza può,
in un certo senso, riflettere,
-
riflettere la collettività,
-
e questo è quello
che ho scoperto,
-
che la mia sofferenza ha molto a che fare
con la sofferenza della mia famiglia.
-
Come molti di noi, anche io
porto in me un seme di forte disperazione,
-
ne ho anche un altro
di paura e ansia,
-
un altro che è un po' più
come tristezza o malinconia.
-
Quando ho imparato a soffrire con loro, ho imparato
a non vederli come se fossero solo miei,
-
ma come qualcosa che appartiene
ad un fiume di antenati
-
e così quando me ne prendo cura,
lo faccio anche per conto di mio padre,
-
e di mia madre, di mio
nonno e mia nonna,
-
e l'altro nonno e nonna.
-
Quindi vorrei darvi questa immagine delle
nostre emozioni, che sono come un fiume
-
che è alimentato
da sorgenti diverse.
-
Quindi c'è la discendenza
dai nostri antenati,
-
insita nel nostro corpo, ma anche dalla nostra
infanzia e dalla nostra educazione,
-
e ci sono anche gli input
dalla nostra società,
-
dalla Coscienza Collettiva,
e dal nostro modo di consumare.
-
Quindi, una delle cose
interessanti di questa settimana
-
è che abbiamo acquisito
un diverso tipo di coscienza.
-
Credo che il "consumo dello schermo"
sia probabilmente diminuito del 90%.
-
abbiamo vissuto
in un clima di non-violenza,
-
di molta compassione
e buona volontà,
-
con molta consapevolezza
invece che distrazione.
-
Abbiamo mangiato cibo sano,
-
in momenti davvero
particolari della giornata,
-
non so se sia normale per tutti voi
-
o sicuramente strano
mangiare alle sei di sera.
-
Ma consumare tre
pasti sani e regolari
-
può forse essere una novità
per il nostro corpo
-
e il nostro corpo potrebbe
sentirsi abbastanza bene per questo.
-
Abbiamo fatto un'esperienza
diversa della nostra Coscienza,
-
perché i nostri semi buoni
sono stati innescati,
-
mentre eravamo qui
sono stati attivati,
-
ognuno dei nostri
semi della compassione,
-
il nostro seme della quiete,
-
il nostro seme della gioia,
-
tutti in modo diverso.
-
Quindi, ciò in cui ci siamo immersi
è ciò che Thay ha definito
-
una Comunità di Resistenza.
-
Ci siamo dati la possibilità di sperimentare
qualcosa di diverso questa settimana,
-
per vedere come ci si sente,
-
e tutte le informazioni che abbiamo
ricevuto sulla nostra sofferenza,
-
e su quella degli altri,
quella delle nostre famiglie,
-
e per le diverse decisioni e scelte
che siamo chiamati a prendere,
-
è perché abbiamo fatto fare alla nostra
Coscienza un'immersione veramente profonda
-
in questo ambiente diverso.
-
Quindi, per ricapitolare, questa settimana,
abbiamo imparato a conoscere i diversi carburanti
-
che alimentano il fiume del nostro
corpo e della nostra mente
-
e questi carburanti hanno qualcosa
a che vedere con il come ci sentiamo.
-
Abbiamo imparato
che ce ne sono quattro tipi:
-
uno è il cibo e le bevande,
-
li chiamiamo anche "cibo commestibile",
ma era troppo lungo da scrivere sulla lavagna,
-
quindi metterò solo
"cibo e bevande"
-
Ok, le impressioni sensoriali,
-
quindi gli schermi, la musica,
ma anche il rumore della città,
-
ci siamo concessi
una pausa da tutto questo.
-
Il quarto carburante
è la volontà, o l'intenzione,
-
questa settimana siamo stati esposti
a un diverso tipo di volontà e intenzione,
-
l'intenzione di vivere diversamente
per costruire un futuro diverso,
-
di stare con gli altri
in modo diverso.
-
E un altro, di cui voglio
parlare ora, è la Coscienza,
-
ci siamo esposti ad un tipo
di Coscienza diversa.
-
Quindi, gli input questa
settimana sono stati diversi,
-
ed è per questo che
adesso ci sentiamo diversi.
-
Questo è il vostro potere
e la vostra libertà.
-
Quando tornerete a casa
-
sarete voi responsabili di scegliere
come attingere a questi diverse sorgenti.
-
Come vi proteggerete,
come vi curerete,
-
come resisterete.
-
Vogliamo che la società vada
in una direzione diversa
-
e tutte le nostre scelte riguardo
a queste cose sono un'opportunità per resistere
-
e incarnare nella nostra vita la nuova direzione
verso cui rivendicare la nostra libertà.
-
E questo richiede un buon allenamento,
abbiamo abitudini da cambiare,
-
quindi quando
lasceremo questo ritiro
-
pieni di buone intenzioni
-
incontreremo la realtà assoluta
delle nostre abitudini,
-
il modo in cui normalmente
trascorriamo le nostre serate,
-
come trascorriamo abitualmente le nostre mattinate,
come trascorriamo il nostro tempo libero.
-
Quindi c'è bisogno
di un po' di organizzazione,
-
Come possiamo impegnarci ad organizzare
la nostra vita in modo da mangiare diversamente,
-
così da impiegare il nostro
tempo in modo diverso.
-
Quando incontriamo...
ad esempio in noi,
-
molti di voi questa settimana hanno toccato
dentro di sé una profonda paura,
-
o una profonda rabbia,
-
e parte della comprensione buddista
della Coscienza che vogliamo darvi
-
è che la Coscienza è allo stesso
tempo individuale e collettiva.
-
Quando provate rabbia,
-
date un nome alla nostra rabbia, permettete
alla vostra rabbia di essere lì,
-
abbracciate quella
sensazione di rabbia,
-
solo così avrete
una possibilità
-
di chiedervi
-
"In che modo questa rabbia
non è soltanto mia?"
-
Per non identificarci
con la nostra rabbia
-
per non darci un'etichetta
e dire: "sono arrabbiata"
-
"sono arrabbiata
per questo o quello"
-
ma vedere come... Wow! La mia rabbia
nei confronti delle compagnie petrolifere
-
sia una rabbia collettiva,
sociale, generazionale.
-
La mia rabbia per la disuguaglianza
e l'ingiustizia razziale
-
è una rabbia collettiva.
-
E permettiamoci anche di
riconoscere che la nostra Coscienza
-
appartiene alla coscienza collettiva.
-
Anche la nostra paura
e ansia per il futuro
-
sono forti nella collettività
-
ed è per questo
che sono forti in noi.
-
Quello che è interessante
riguardo a questo punto
-
con l'energia della Consapevolezza,
grazie all'inter-essere,
-
tra la nostra Coscienza
e quella collettiva
-
è esattamente lì che
risiede il nostro potere,
-
è lì che abbiamo
libero arbitrio.
-
Apparteniamo alla collettività,
siamo intrinseci alla collettività,
-
e quando trasformiamo noi stessi,
trasformiamo anche la collettività.
-
Questo è un modo in cui possiamo
davvero applicare l'intuizione dell'inter-essere,
-
Il nostro dolore
per la distruzione
-
della Terra e delle culture
-
è anche il dolore
della Terra stessa.
-
Ecco perché sembra
così grande!
-
E noi ne facciamo parte,
-
ma non dobbiamo trattenerlo,
identificandoci con esso,
-
e in un certo senso
imprigionarci al suo interno,
-
dicendoci: "Io sono...
-
sono arrabbiato,
sono addolorato e disperato.
-
Abbiamo lavorato parecchio con i leaders
mondiali e gli attivisti per il clima
-
e ospitiamo anche ritiri
per i leader mondiali sul clima,
-
Ne abbiamo fatto uno di recente
vicino a Vancouver, in Canada,
-
ed è stato
molto interessante,
-
perché era la prima volta
che mi rendevo conto
-
che la disperazione climatica
-
era diventata una realtà con cui
le persone si identificavano.
-
e ho capito che c'era
una narrazione ad essa relativa
-
e che...
-
le persone trovassero difficile
vedere come la loro disperazione
-
fosse impermanente, in continua
evoluzione e interrelazionale.
-
Quindi, visto che io sono
un'esperta di disperazione,
-
nella mia pratica,
ho capito
-
che quando ho impararato
a soffrire con la mia disperazione
-
è stato davvero importante
per me non identificarmi con essa,
-
ma riconoscere che è come un seme
che mi è stato trasmesso
-
e che viene attivato
dall'ambiente che mi circonda.
-
E così mi sono allenata
a permettere alla mia disperazione
-
di evolversi un po',
di avere diverse derivazioni
-
essere qualcosa di fluido,
-
qualcosa fatto di elementi di non-disperazione,
qualcosa fatto di più parti.
-
E questo può essere...
anche la nostra disperazione
-
non è una cosa
statica, e quindi
-
ho imparato che non mi era stato di aiuto
identificarmi troppo con la mia disperazione.
-
Un'altra cosa che potrebbe
appartenere alla Coscienza Collettiva,
-
e che molti di noi potrebbero sentire,
è come una specie di irrequietezza,
-
come una bramosia.
-
È davvero importante
sapere questo,
-
se, quando facciamo
meditazione seduta,
-
sentiamo un'irrequietezza
nel nostro corpo,
-
e una voglia, una bramosia,
un desiderio
-
nelle nostre sensazioni
e nel nostro corpo,
-
anche questo è il risultato del nostro vivere
in una società capitalista e consumistica.
-
Tu non sei abbastanza, perché
hai bisogno di consumare di più,
-
e siamo stati, in un certo senso,
automatizzati e condizionati
-
tutto ciò che
questi input ci dicono,
-
è che abbiamo bisogno
di più cose per essere felici.
-
Quindi, quando durante
questi ritiri siamo seduti
-
immobili, senza
prendere il telefono
-
senza cercare qualcosa
da bere o da mangiare,
-
quello è un atto di resistenza.
-
Quando torniamo a casa
possiamo fare lo stesso,
-
pensate un attimo, magari durante
il viaggio di ritorno a casa,
-
come posso semplificare
la mia vita?
-
Abbiamo vissuto così
semplicemente questa settimana,
-
non ci è voluto molto
per essere felici,
-
la presenza delle persone
era motivo di felicità,
-
si spera per la maggior parte di noi,
per la maggior parte del tempo,
-
e, si spera, anche la presenza
della foresta e degli alberi
-
per avere dei momenti di tranquillità,
è stata un'esperienza di felicità.
-
Ma quando possiamo stare con
i nostri amici in modo semplice
-
non abbiamo bisogno
di molto per essere felici.
-
Sorella Iro,
ti chiamerò Sorella,
-
Sorella Iro ha avuto
una buona intuizione,
-
riguardo alla questione
dell'impegno e ottimizzazione
-
e di una sorta
di "non abbastanza".
-
Si ha sempre la sensazione
che la società ci stia dicendo
-
che la coscienza collettiva
ci stia dicendo,
-
"devi svilupparti di più
per poter contribuire,
-
devi avere queste competenze,
questo diploma
-
queste qualifiche,
-
e devi essere produttivo,
-
devi essere efficiente".
-
Abbiamo creato
tutti questi sistemi
-
questa società folle,
-
tutti questi schermi,
tutte queste e-mail
-
e dobbiamo imparare
ad essere efficienti e produttivi.
-
E Sorella Iro ha fatto
una domanda:
-
forse possiamo
sentire quella pressione,
-
la società ci chiede
di ottimizzare,
-
ma a vantaggio di chi?
-
Rinunciare al nostro tempo,
alla nostra energia,
-
potremmo finire per
sprecare la nostra vita,
-
letteralmente impiegando il nostro tempo a creare
un'abilità adatta ad un particolare sistema economico
-
ma rinunciando a vivere
la nostra vita.
-
Potremmo perderci
la nostra libertà,
-
il nostro contatto con la natura,
il tempo con gli amici,
-
il sentirci a nostro agio
nel nostro corpo.
-
Con l’energia della consapevolezza
abbiamo una possibilità.
-
Per fermarci a guardare
in profondità
-
e riflettere davvero
sulle nostre domande,
-
"Cosa sto facendo con il mio
tempo e la mia energia?"
-
"Sto impiegando bene le mie risorse?"
"Chi ne trae beneficio?"
-
Ogni ora conta,
-
la nostra vitalità è importante,
come impieghiamo il nostro tempo,
-
con chi lo passiamo.
-
La Coscienza collettiva
alla quale ci esponiamo
-
Un giorno, alla Redazione, dopo aver
bevuto il mio bicchiere d'acqua
-
sono tornata verso
la mia scrivania,
-
e i miei colleghi
imprecavano, litigavano ,
-
maltrattavano qualcun altro,
-
ed erano molto aggressivi riguardo
al programma successivo,
-
e all'improvviso mi sono resa conto,
"Io vivo in un'atmosfera tossica",
-
Ed è stato letteralmente così.
Lavoravo lì
-
da circa 18 mesi ormai,
-
bevendo la mia acqua ogni giorno,
-
e all'improvviso mi sono detta:
"Cosa sto facendo a me stessa?"
-
"Cosa sto facendo a me stessa?"
-
Quindi, praticare la consapevolezza sul posto
di lavoro è davvero importante,
-
perché puoi svegliarti e vedere,
-
e, onestamente, giuro che il mio percorso di uscita
dalla Redazione è iniziato in quella frazione di secondo.
-
Quando mi sono svegliata, e ho visto
la realtà del mio ambiente lavorativo.
-
"Sono al sesto piano di questo gigantesco
edificio a Westminster, a Londra,
-
e sto sprecando la mia vita."
-
Quella era un'espressione un po' forte,
non volevo essere così drammatica!
-
Quindi, un'altra cosa
che volevo dire
-
sui Cinque Addestramenti
alla Consapevolezza,
-
l'abbiamo sentito stamattina,
l'abbiamo letto nel testo,
-
iniziano tutti con questa
frase davvero forte:
-
"Consapevole della sofferenza
causata da..."
-
Quando ci svegliamo,
-
per apprezzare cosa sta
realmente accadendo,
-
e cosa c'è di sbagliato
in quello che sta accadendo,
-
c'è immediatamente
un rilascio di energia
-
e un'intenzione, una volontà,
"voglio fare qualcosa al riguardo",
-
"faccio voto,
mi impegno a cambiare
-
le mie scelte e la mia situazione".
-
E ora godiamoci il suono
della campana.
-
Quando ci svegliamo e ci accorgiamo
che qualcosa sta soffrendo,
-
allora vogliamo capire
le radici di quella sofferenza,
-
come è venuta a crearsi,
-
in modi semplici
e in modi profondi.
-
Se sto guardando
una serie in TV di sera,
-
e non riesco a resistere alla tentazione
di guardare il prossimo episodio,
-
e sto ancora guardando alle tre del mattino,
e poi ho mal di testa il giorno dopo,
-
la consapevolezza della sofferenza, il motivo
della sofferenza, è molto chiaro.
-
Quindi è davvero bello
essere consapevoli,
-
forse dovremmo avere
un pop-up su certe app,
-
per essere risvegliati in quei momenti,
e quindi sapere cosa cambiare,
-
per fare le cose
in modo diverso.
-
E questo vale sia a livello
personale che a livello collettivo,
-
il nostro modo di consumare
-
può irrigare i nostri semi...
-
di paura e ansia.
-
Forse può esserci un modo diverso
in cui leggiamo le notizie,
-
possiamo mettere un timer per accorciare
il nostro tempo sui social media.
-
Forse le scelte che facciamo
su come trascorriamo il nostro tempo
-
e con chi lo trascorriamo,
-
le persone di cui
ci circondiamo, ci sollevano
-
o ci tirano giù?
-
Quindi, quando guardiamo
in profondità alla sofferenza
-
vediamo subito chiaramente
la via d'uscita da essa.
-
Così vediamo che c'è qualcosa
che possiamo fare per fare la differenza,
-
vediamo ciò che ha causato la sofferenza,
e cosa possiamo fare.
-
Thay ha descritto questo
-
come il percorso che ha portato alla sofferenza,
Lui li chiamava "il percorso della sofferenza",
-
e "il percorso della felicità
e del benessere".
-
Alcuni di voi potrebbero aver riconosciuto
in questo "Le Quattro Nobili Verità"
-
un insegnamento buddista
molto antico.
-
Quello che stiamo
facendo qui
-
con i Cinque Addestramenti alla Cosapevolezza,
-
rappresenta un percorso
che ci sta conducendo
-
attraverso e poi fuori
dalla sofferenza.
-
Quindi possiamo...
-
Oh, sì!
-
Un altro punto molto importante
riguardo a questo,
-
solo per sottolinearlo,
forse l'avrete già capito,
-
è che la funzione, lo scopo,
l'intenzione della consapevolezza
-
non è quello di rendere
vivibile un mondo invivibile.
-
La consapevolezza
non serve ad aiutarci
-
a sopravvivere in una situazione
in cui non si può sopravvivere.
-
Quando ero alla Redazione,
-
la consapevolezza
è iniziata aiutandomi
-
a restare fedele a me stessa,
-
nei giorni molto difficili
e nei momenti davvero dolorosi,
-
ma la consapevolezza portò
in sé il seme dell’intuizione
-
fino al giorno in cui
quella consapevolezza disse:
-
"Sei in un ambiente tossico,
esci da qui"
-
Non ha detto: "Resta in questo
ambiente tossico e respira".
-
E questo è davvero importante, perché a volte
la consapevolezza viene introdotta
-
in diverse condizioni,
per accettare la tossicità
-
per rendere sopportabile
un ambiente lavorativo impossibile
-
oppure anche...
-
beh, persino nell'esercito oggi c'è consapevolezza ,
ma questa è un'altra storia,
-
quando pratichiamo l'intero insegnamento,
quando pratichiamo l'intera portata
-
della Consapevolezza, come è espressa
nei Cinque Addestramenti,
-
essa porta con sé il seme
di una via d'uscita
-
per noi stessi e per la società, noi non perpetuiamo
modi di essere ingiusti e tossici.
-
Dovevo dirlo!
Grazie!
-
Quindi, potremmo...
no, come posso dire,
-
Quando sono arrivata qui per la
prima volta, volevo capire questo:
-
"Come posso contribuire
ad un mondo migliore?".
-
E all’inizio la mia risposta è stata:
"Trasformerò l'informazione giornalistica"
-
Ma ho iniziato a capire questo
interrogativo molto più profondamente.
-
"Come posso agire per contribuire
ad un mondo migliore?"
-
"Cosa posso fare...
-
per contribuire...
-
ad un mondo migliore?"
-
Potremmo definirlo un kōan,
un quesito senza risposta,
-
e con i kōan è sempre importante
definire i nostri termini.
-
Come posso...
-
come posso agire...
-
Spero che questa settimana abbiate ottenuto
un senso più profondo di Chi Siete,
-
che noi tutti siamo...
-
interconnessi a tutto ciò che esiste,
-
rappresentiamo la stirpe
dei nostri antenati,
-
le nostre azioni avranno un impatto
sui nostri discendenti,
-
e che siamo profondamente influenzati dall’ambiente
e dalla collettività che ci circondano.
-
A volte possiamo tormentarci
con questa domanda,
-
se rendiamo il nostro "Io"
troppo piccolo
-
e ci limitiamo a questo corpo,
-
al "piccolo me".
-
In effetti, noi siamo un "grande me",
un vasto sé inter-essenziale.
-
Quindi se ci tormentiamo con questa domanda,
può darsi che siamo intrappolati nel "Chi sono io?"
-
E questo è un aspetto interessante del tipo
di problema di azione collettiva
-
al quale arriveremo, perché c'è un'altra parola
che è molto importante proprio accanto ad esso,
-
"agire"
-
Qual'è il nostro concetto di azione?
-
E il tema di questo ritiro
è "L'amore in azione".
-
Nel Buddismo abbiamo una parola
precisa per indicare l'azione,
-
e una comprensione
molto chiara di essa.
-
Consideriamo l'azione
in maniera triplice,
-
l'azione ha per noi tre aspetti
-
potremmo chiamarla
la tripla azione:
-
è il nostro pensiero,
-
la nostra parola,
-
e la nostra azione fisica.
-
È molto interessante considerare
i nostri pensieri come azione.
-
Il nostro Maestro ci diceva
-
che i nostri pensieri
portano la nostra firma,
-
i nostri pensieri di odio,
-
risentimento,
-
rabbia,
-
escono nel mondo
e portano la nostra firma.
-
I nostri pensieri d'amore,
-
tolleranza,
-
compassione, escono anche essi nel mondo
e portano la nostra firma.
-
Ci ha dato l'immagine
di una specie di candela,
-
e questa candela
è come se irradiasse
-
i nostri pensieri, le nostre parole
e le nostre azioni,
-
proprio come una candela
irradia luce e calore.
-
Proprio ora in questa sala
sta avendo luogo un'azione,
-
stiamo irradiando
un'energia di Pace,
-
di presenza, di ricerca e di quiete
allo stesso tempo.
-
E anche fuori della sala.
Vi vedo.
-
Stiamo irradiando quell'energia e,
proprio come la candela,
-
anche essa riceve
il proprio calore,
-
che fa sciogliere la cera,
-
così che lo stoppino
possa bruciare,
-
riceve il proprio calore
-
ed è illuminata
dalla sua stessa luce.
-
Allo stesso modo,
-
noi riceviamo il nutrimento
dei nostri pensieri,
-
il nutrimento del nostro parlare
-
e il nutrimento delle nostre
azioni fisiche, ritornano in noi,
-
e questo crea
-
un impatto.
-
Thay ha detto una cosa
molto interessante,
-
ha detto: "A volte
-
diciamo qualcosa che
forse non volevamo dire,
-
che forse era vera
solo in parte,
-
e abbastanza rapidamente potrebbe
ritorcersi contro di noi.
-
e otteniamo quella che si
chiama una retribuzione,
-
e così dobbiamo scusarci
o dare delle spiegazioni.
-
E se la candela rappresenta il tempo,
forse ciò è accaduto subito dopo
-
che una certa frase,
o un'azione
-
ci è tornata indietro.
-
E ha detto che potrebbero
esserci alcuni atti,
-
del pensiero, della
parola o fisici,
-
che invece ritornano più tardi,
-
magari cinque, dieci,
venti anni dopo,
-
quindi è come se tornassero
un po' più in basso lungo la candela.
-
E poi alcune azioni
-
ritorneranno
-
dopo la nostra candela.
-
E questa diventa la
retribuzione collettiva
-
nella nostra società e
per la nostra discendenza.
-
Quindi, il modo in cui
pensiamo è importante,
-
e questo è presente nel primo
Addestramento alla Consapevolezza,
-
possiamo avere
pensieri di compassione,
-
di tolleranza, e non
di fanatismo e odio?
-
Il modo in cui
parliamo è importante.
-
Possiamo parlare in un modo
che ci innalzi a vicenda
-
invece di abbatterci a vicenda?
-
E il modo in cui agiamo
è davvero importante,
-
e forse, il tipo di
azione più forte
-
che potremmo intraprendere
-
forse non è quella che necessariamente
pensiamo sia la più forte.
-
Così, ad esempio, quello che il fratello
Bao Tang ha condiviso ieri,
-
che l'azione
-
di 400 o 500 giovani che camminano
in Pace e Libertà sulla collina di New Hamlet
-
quell'azione si è diffusa nel mondo,
nessuno può cancellarla.
-
Ecco un pensiero per voi.
-
Tra cento anni
-
vi piacerebbe che
le persone nel mondo
-
camminassero velocemente, stressate,
-
inseguendo una sorta
di illusione economica,
-
scusate!
-
Oppure
-
preferireste che camminassero
in Pace e Libertà
-
nella Natura, ascoltando
il Mondo Naturale,
-
ascoltandosi gli uni con gli altri,
-
ascoltando la sofferenza che è presente
in se stessi e su questo pianeta?
-
E se vogliamo che
le generazioni future
-
abbiano questo tipo di
qualità spirituale, questa libertà,
-
questo modo di
essere nel futuro,
-
dobbiamo iniziare
a lavorarci ora.
-
Facendolo ora insieme
in questo ritiro
-
rende già immediatamente più probabile
-
che ciò accada tra
un centinaio di anni.
-
Se, uscendo da questo ritiro,
-
sceglieremo un tratto della
nostra vita quotidiana
-
dove cammineremo
in Pace e Libertà,
-
ascoltando la Terra, ascoltando
la sofferenza del mondo,
-
renderemo immediatamente
più probabile
-
che ciò accada e sia disponibile
per le generazioni future tra cento anni.
-
È un'azione molto potente.
-
Se perdiamo la capacità
-
di camminare in Pace e Libertà,
-
non c'è dubbio che anche
le generazioni future
-
non avranno la stessa capacità.
-
Questa è la comprensione
buddista dell'azione,
-
quello che facciamo
e come siamo, conta.
-
E questo diventa davvero interessante,
perché il tipo di futuro che vogliamo creare
-
lo creiamo ogni giorno
-
con il nostro corpo, con le nostre scelte
e con i nostri modi di essere.
-
Così, per esempio, un altro tipo di
azione fisica veramente importante
-
è il nostro modo di consumare.
-
Thay ha fatto un'analisi piuttosto
particolare di ciò che sta accadendo
-
nella nostra Economia e nella nostra
Società in questo momento.
-
Ha detto che siamo
una cultura consumistica,
-
che consumiamo eccessivamente,
-
consumiamo troppo,
-
perché consumiamo per
compensare la nostra sofferenza.
-
perché non sappiamo
come soffrire.
-
Potete vedere molto facilmente
tutte le industrie che abbiamo
-
per aiutarci a nascondere la nostra
sofferenza, come società,
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perché, come società,
non sappiamo come soffrire.
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E ha anche detto
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che il grande potere
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di rivendicare il nostro
diritto ad essere felici
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il nostro diritto di essere felici
con poche condizioni,
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vivendo semplicemente,
senza consumare molto,
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è una forma di resistenza a quella
cultura collettiva del consumo,
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che sta distruggendo
il nostro pianeta.
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Se sappiamo come soffrire
e come essere felici,
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non avremo bisogno di consumare nel modo
in cui la società ci spinge a fare.
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Capite? È davvero interessante,
perché subito
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il praticare la consapevolezza,
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il gestire i nostri
sentimenti dolorosi,
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prendendoci il diritto ad essere felici,
reclamando la nostra felicità, rivendicandola,
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comporta un tipo di visione e impatto
economico alternativo molto diretti,
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quindi la nostra consapevolezza ha qualcosa
a che fare con la struttura economicha in cui viviamo.
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Possiamo resistere
alla cultura del consumo
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se sappiamo essere felici,
non consumando
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ma coabitando con i nostri
sentimenti dolorosi, accompagnandoli,
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prendendoci cura del nostro tempo, trovando modi per stare
con gli altri, per stare a contatto con la natura.
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Quindi, secondo il concetto
buddista di azione,
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cambiare noi stessi
e cambiare il sistema,
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sono due facce
della stessa realtà,
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Non esiste alcun sistema che non dipenda
dagli umani che lo hanno creato.
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Quando noi, come esseri umani, possiamo trasformare
noi stessi, il sistema cambierà di conseguenza.
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Ed è per questo che potremmo anche dire che
i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza,
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sono come il modello del Plum Village
per il cambiamento del Sistema.
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sono come il modello del Plum Village
per il cambiamento del Sistema.
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Ed è davvero interessante, non diciamo:
"Ah, riduciamo il sistema al cambiamento personale"
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non diciamo che non stiamo sfidando e affrontando
strutture di potere molto grandi
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ma non stiamo diminuendo
o negando a noi stessi
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il libero arbitrio e
la libertà che abbiamo
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come esseri umani risvegliati.
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Non permetteremo loro di toglierci
quella libertà e libero arbitrio.
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C'è un'altra cosa che
vorrei dire sull'azione.
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Quando vogliamo sfidare
il sistema in cui viviamo
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il modo più potente per sfidarlo
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è portando un’energia
diversa in quel sistema.
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Quindi non usiamo
gli strumenti del sistema
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per combattere quel sistema.
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Dobbiamo trovare dei modi
per fare un passo al di fuori di esso
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e offrire un'energia e un modo
di essere completamente diversi,
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quella è una sfida
radicale al sistema,
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quella è la nostra
resistenza spirituale.
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Quindi, la domanda
per ognuno di noi è:
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come ci curiamo della nostra energia
spirituale nella nostra vita quotidiana?
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come manteniamo quella fiamma,
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il fuoco, il bodhicitta
dell'intenzione nel nostro cuore,
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la libertà... voglio dire, la libertà
è una pratica che dovremo mantenere viva
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ogni settimana, ogni giorno,
una volta lasciato questo ritiro.
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E la nostra connessione al nostro
tipo interno di dimensione spirituale,
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attraverso l'energia della consapevolezza,
è ciò che ci aiuterà
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a mantenere la nostra libertà
nel sistema in cui viviamo e, infine,
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a creare un tipo diverso di futuro.
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Quando Thay ha detto:
"Creiamo delle Comunità di Resistenza"
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capiva tutti i tipi
di forze in gioco.
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Lui diceva sempre questo:
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"Dobbiamo rivendicare
la nostra sovranità
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dal Sistema che noi
stessi abbiamo creato".
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E ha detto: "Faremo questo
creando delle Comunità di Resistenza"
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dove creeremo una sana
Coscienza Collettiva
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dove avremo la stessa buona, coraggiosa,
nobile intenzione e aspirazione
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dove nutriremo noi stessi,
nel corpo e nella mente.
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Quindi la domanda per tutti voi
che lasciate questo ritiro è:
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come intreccerete e costruirete
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le vostre Comunità di
Resistenza intorno a voi?
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Chi saranno i vostri alleati?
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Come creerete una comunità?
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Possiamo creare comunità
nei nostri luoghi di lavoro,
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possiamo rendere il tempo in cui
lavoriamo con altre persone,
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un'occasione di vero e proprio
incontro tra esseri umani.
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Pensate alle qualità di ascolto che abbiamo visto
nella nostra condivisione del Dharma,
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non c'è motivo per cui non possiamo
ascoltare i nostri colleghi,
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anche quelli più difficili.
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Credetemi, io l'ho fatto,
è possibile!
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E sorprendentemente potente.
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Così, forse il nostro luogo di lavoro potrà
assumere un maggiore spirito di comunità,
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potremmo sviluppare relazioni intenzionali
con chi viviamo e dove viviamo.
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E vivere con persone
che ci aiutino
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ad andare nella direzione...
ci aiutino a resistere alla corrente
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e ad andare nella direzione
in cui vogliamo andare,
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che è più reale, più autentica,
e che, in un certo senso,
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può incarnare il mondo che vogliamo
sia possibile per le generazioni future,
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nel nostro modo di consumare,
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nel nostro modo di trascorrere
il nostro tempo, nel nostro modo di agire
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agire per proteggere e conservare
piuttosto che per estrarre, sfruttare, distruggere.
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E quello che è interessante nelle
nostre Comunità di Resistenza
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come avete scoperto questa settimana,
poiché non abbiamo paura della sofferenza,
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come Comunità
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si sviluppa una sorta
di meccanismo per cui,
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quanto più soffriamo, tanto maggiore
è la nostra compassione.
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Così, le Comunità di Resistenza
che siano consapevoli della sofferenza
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generano compassione
in modo naturale.
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E abbiamo sentito anche, nelle domande
di ieri, la preoccupazione
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che forse la compassione e la
non violenza possano neutralizzare,
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possano avere come l'effetto di
neutralizzare la lotta e la battaglia.
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Coesistere con la sofferenza,
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generare compassione di fronte
alla sofferenza, quel tipo di compassione
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può essere molto potente.
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Nel Buddismo si dice che la compassione
può essere feroce come il tuono.
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L'energia della compassione
è un'energia potente,
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ed è un'energia che può, in un certo
senso, creare e costruire,
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quando agiamo e resistiamo
-
quando rispondiamo al sistema
con un tipo di energia diversa
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il sistema ha in sé l'avidità, la bramosia,
l'odio, la discriminazione,
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e noi vogliamo creare
un diverso tipo di energia,
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quindi l'energia della compassione
e della non-violenza
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è una potente alternativa.
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non è debole, ma porta dentro
di sé una specie di...
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ha al suo interno la possibilità
di nuovi e rigenerativi modi di essere.
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Così come l'odio e la discriminazione possono
solo distruggere, la compassione può creare.
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Una volta fu chiesto a Thay perché
i monaci non facessero più proteste
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e perché lui non andava a
più conferenze sulla pace,
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e Lui rispose: "Vogliamo dimostrare che
un altro modo di vivere è possibile,
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vogliamo incarnare e creare
un modo alternativo di essere".
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Questo è ciò che voi state
sperimentando ora.
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Questa è la visione che Thay aveva:
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"Voglio che centinaia di migliaia di giovani
sperimentino qualcosa di diverso,
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per mostrare loro che
un altro mondo è possibile".
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E questo è molto potente.
È come se
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è così potente, più potente
del semplice abbattere,
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per poi ricostruire e dimostrare così
che qualcos'altro può essere creato.
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Thay ha detto che non possiamo cambiare
il mondo se non cambiamo prima
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il nostro modo di vedere, il nostro modo
di pensare, la nostra coscienza.
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il nostro modo di vedere, il nostro modo
di pensare, la nostra coscienza.
-
E il modo più breve per
riassumere questo concetto
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è l'intuizione dell'inter-essere.
-
Con l'intuizione dell'inter-essere
possiamo vedere
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la vita è preziosa,
il mondo è prezioso,
-
gli esseri umani sono preziosi,
il pianeta è prezioso,
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vediamo che siamo profondamente
connessi alla Terra
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e siamo profondamente legati
agli esseri umani che ci circondano.
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E quando possiamo
mantenere viva questa intuizione
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con i Cinque Addestramenti,
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coltiviamo un modo completamente nuovo
di vedere e di essere nel mondo.
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Quando vediamo che la Terra
non è solo materia
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ma è viva, e ha dato
origine alla vita,
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è qualcosa di sacro e prezioso.
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Non possiamo avere
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un lavoro, o agire in un modo
che tratti la Terra
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solo come risorsa da sfruttare.
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E a livello di Società, questo
è ciò che sta accadendo,
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vediamo la Terra non come qualcosa di sacro,
non come qualcosa di vivo,
-
ed è per questo che
ci è possibile sfruttarla.
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Come società, potremmo vedere anche
gli esseri umani come una risorsa
-
da utilizzare per
profitto e sfruttamento,
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e fintantoché vediamo gli esseri umani
come una risorsa piuttosto che come noi stessi,
-
potremmo persino vedere noi stessi come una risorsa,
e trattare il nostro corpo come uno strumento
-
per guadagnarsi da vivere,
per ottenere uno stipendio,
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Ma noi siamo una meraviglia della Vita,
siamo figli della Terra,
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anche il nostro corpo è sacro e il modo in cui
ce ne prendiamo cura è così importante
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Ogni atto di vedere la nostra stessa
dignità corporea come quella umana,
-
rende possibile anche
l'equità, la giustizia,
-
e una società in cui tutti gli esseri umani hanno dignità,
rispetto e sono trattati con rispetto.
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Quindi c'è una profonda connessione tra
il nostro modo di vedere e comprendere
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cosa è un essere umano, cosa è la Terra,
e il tipo di società che stiamo creando
-
per le generazioni future.
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Quindi nel nostro modo
di essere e di agire
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una volta lasciato questo ritiro,
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per favore, vedetevi così,
come questa candela.
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Non è solo la tua
attività professionale
-
la tua eredità e il tuo
contributo al mondo.
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Come sei, come vivi,
-
il modo in cui pensi
e come parli
-
imprime tutto questo,
lo rende possibile nel mondo,
-
per il momento presente, ma anche
per le generazioni future.
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Se vogliamo vivere in un mondo in cui gli esseri
umani possano collaborare tra loro
-
dobbiamo imparare proprio adesso, nel nostro
tempo, nella nostra generazione,
-
a collaborare, a stare,
a sedersi e ascoltare
-
persone che hanno
punti di vista diversi.
-
Se tracciamo una linea
e rifiutiamo qualcuno
-
quell'energia
-
quel rifiuto
-
quella negazione di umanità
all'altra persona
-
questo è ciò che imprimiamo
sulle generazioni future.
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Le generazioni future faranno
più fatica a collaborare,
-
non sapranno sedersi in una stanza con
persone con cui non vanno d'accordo,
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e se, come esseri umani vogliamo affrontare le sfide future
dobbiamo farlo come una collettività,
-
come una collettività diversificato,
-
punti di vista diversi, culture diverse,
diverse tradizioni spirituali,
-
e ciò significa che dobbiamo sentirci
a disagio con i sentimenti sgradevoli,
-
a disagio nel trovarsi in stanze con persone
che hanno punti di vista diversi dal nostro
-
e imparare a capire, a essere curiosi,
a collaborare, ad ascoltare.
-
Ed è per questo che una
delle abilità più importanti
-
che vi abbiamo trasmesso questa settimana
è stata quella dell'ascolto profondo.
-
E, nel movimento per il clima,
questa è la formazione
-
che è più apprezzata
e che siamo chiamati a dare
-
in contesti diversi
-
perché non possiamo risolvere
i problemi nell’attuale stato di crisi,
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a meno che non riusciamo
ad ascoltarci a vicenda
-
e a sfruttare una sorta di intuizione
collettiva per trovare una via d'uscita.
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E quindi, anche il nostro modo
di ascoltare è un'azione potente
-
che imprimiamo e rendiamo possibile
per le generazioni future,
-
in modo che possiamo davvero
avere un mondo migliore.
-
Grazie mille per l'ascolto,
ho perso la cognizione del tempo.
-
Spero che il team organizzatore sia qui
e pronto con il prossimo annuncio.
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Intanto possiamo goderci
tre suoni di campana,
-
anche la campana è un atto
di resistenza spirituale.
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Sottotitoli: La Stele di Rosetta
www.youtube.com/@marioleonardi3891