Buongiorno, cara Comunità
oggi è il 10 agosto
dell'anno 2023
e stiamo festeggiando,
assaporando,
l'ultimo giorno del nostro
"Ritiro del risveglio"
- Amore in Azione -
qui nel borgo superiore della
Sala di meditazione dell'Acqua Tranquilla.
Questa è davvero un'esperienza
interessante per me.
Quando abbiamo iniziato
a creare ritiri per giovani
circa 15 anni fa
è stata una vera sfida trovare
abbastanza giovani per fare un ritiro.
All'inizio ce ne furono 40,
poi l'anno successivo
vennero circa 65,
e poi mi ricordo l'anno in cui
abbiamo raggiunto quota 100,
eravamo così emozionati
di aver avuto 100 iscrizioni
che siamo andati
a riferirlo a Thay,
questo deve essere
stato intorno al 2010,
"Thay, ci sono un centinaio di giovani in Europa
che vogliono conoscere la consapevolezza!"
"Ti rendi conto?"
E lui ha detto: "Bravi"
E poi gli ho detto...
... abbiamo iniziato a creare
il Movimento del Risveglio,
e io ho detto
"Oh, è tutto un po' inquietante",
e lui ha detto, e i suoi occhi
si sono illuminati,
"Eccellente!
Deve essere inquietante!"
E adesso sono qui,
e non so quanti siete,
ma è un po' inquietante!
Quindi immagino che Thay stia sorridendo,
con gli occhi che gli brillano,
e dice "Stai attenta a ciò
che desideri, perché potrebbe avverarsi".
Spero che questo renda
le cose più facili ma, ehi...
penso che parlare di fronte
a degli amici spirituali,
è allo stesso tempo
stimolante e meraviglioso,
perché da un lato sento di voler
condividere il mio
cuore con tutti voi,
e dall'altro, ovviamente,
ho lo stesso dubbio
che abbiamo tutti
e cioé se io posso essere
all'altezza di questo momento.
Ma condividerò con voi la mia gioia,
la mia esperienza e la mia pratica,
e questo è il meglio che posso fare.
Quindi vedremo.
Ci sono dei bei fiori qui,
grazie. Grazie.
Fiori per un supporto emotivo.
Abbiamo anche un violoncello per il supporto
emotivo, di cui potrei aver bisogno.
Avevo 21 anni quando sono arrivata
al Plum Village per la prima volta,
e non appena c'è stata
la possibilità
di ricevere i Cinque Addestramenti sulla Consapevolezza,
l'ho subito presa al volo,
e sono rimasta qui
per tre settimane quell'estate,
ed ero determinata ad andare
fino in fondo.
Quindi so che alcuni di voi
sono stati qui durante l'estate
e hanno seguito i Cinque
Addestramenti sulla Consapevolezza,
ed altri sono qui
per la prima volta
e hanno anche loro
preso questo impegno.
E devo dire che, quando ho preso
il treno per tornare a casa
con i Cinque Addestramenti
alla Consapevolezza
più o meno in tasca,
nello zaino,
la mia vita era diversa,
semplicemente sentivo adesso
di avere un percorso davanti a me
sentivo di sapere cosa
era importante per me,
sentivo che...
quell'esperienza era...
che non sarei più potuta
cadere così in basso,
sembrava come se gli Addestramenti
sulla Consapevolezza
fossero una specie di rete
di sicurezza, o qualcosa del genere,
e che io fossi tenuta
nel loro abbraccio.
Questa è stata la mia esperienza.
E sebbene stessi condividendo tutto questo
con la mia famiglia di discussione sul Dharma,
il percorso dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
non è esattamente come un'autostrada diritta,
è più una cosa così
e questa è stata sicuramente
la mia esperienza.
È stata un'avventura,
una sperimentazione,
un percorso di crescita,
una sfida,
e anche un addestramento
un vero addestramento,
e come molti di noi sanno, qualunque tipo
di addestramento facciamo, si impara sbagliando
e provando cose nuove
e scoprire che... oops!
quello non andava bene,
oppure mi sono allontanata
troppo dalla strada giusta.
Ma è stato meraviglioso sentire che essi
sono adesso parte della mia vita,
e non so se i vostri tutori
ve l'hanno già detto,
ma il nome Dharma che otteniamo con i nostri
Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
sarà il vostro nome per il resto
della vostra vita,
sarà il vostro nome per il resto
della vostra vita,
quindi anche se qualcuno
di voi diventerà monaco,
il vostro nome monastico
non sarà tanto importante
quanto il nome ricevuto nei vostri
Addestramenti sulla Consapevolezza.
Perché nasciamo nel nostro
percorso spirituale
con questa pratica e
con questa formazione.
E quindi stamattina, penso che,
sicuramente più di 100 di noi,
forse più di 150,
o forse 200 di voi,
nei diversi villaggi,
hanno preso un impegno
appassionato e sincero
nell'accogliere le intuizioni e le pratiche
dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza
nella loro vita.
Così, quando salirete
sul treno domani,
o la macchina, o comunque
tonerete a casa,
porterete questi Addestramenti
sulla Consapevolezza con voi.
E anche se non avete preso
un impegno formale a riceverli,
per favore portatevi
a casa il volantino.
Essi possono permeare
la nostra vita,
perché in un certo senso
racchiudono tutto ciò
che abbiamo sperimentato
insieme in questo ritiro.
E... questi Addestramenti sono
come posso dire...
il modello del Plum Village
per cambiare il mondo.
Essi non sono altro che la nostra
visione completa del tipo di azione amorevole
che può trasformare
la società e il futuro.
Qualcuno mi ha chiesto, durante
il Ritiro della Terra, all'inizio di quest'anno,
"Ho trovato gli insegnamenti di Plum Village
sulla terra e il clima così affascinanti,
ma voi avete una specie
di Manifesto, o qualcosa del genere?"
E io ho detto "Sì, abbiamo i Cinque
Addestramenti sulla Consapevolezza"
e quella persona ha detto:
"No, non intendevo questo",
e io ho risposto:
"No, io intendo proprio questo!"
Poiché essi sono applicati,
sono vissuti,
sono in un certo
senso multidimensionali,
ognuno di essi riguarda il portare
l'energia del Risveglio e dell'Amore
direttamente nel cuore
della nostra vita quotidiana,
delle nostre relazioni
e della nostra società.
Così, mentre portiamo
questa pratica a casa,
forse tornerete a casa e i vostri amici
vi diranno: "Oh, com'è andato il ritiro?"
e voi magari direte: "Oh, è stato
fantastico, meraviglioso,
da oggi praticherò
la meditazione ogni giorno".
E potremmo avere
la tendenza a pensare
che la cosa più semplice da fare, tra quelle
che abbiamo appreso in questo ritiro,
siano 10 minuti di meditazione
seduta ogni giorno.
E potremmo pensare "Sì, ok, questa sarà la mia
aspirazione, la mia intenzione, la mia volontà,
ce la metterò tutta".
E questo va bene,
ma penso che possiamo ambire
a qualcosa di più di questo.
E dico questo perché
se facciamo solo 10 minuti
di meditazione seduta al giorno,
e poi il resto della nostra
vita rimane lo stesso,
la trasformazione
non sarà molto radicale,
ma ciò che possiamo vedere
in ognuno di questi addestramenti
così incredibilmente impegnativi ed illuminanti,
nei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza,
è che sono molto più
che semplici meditazioni sedute.
Infatti, essendo io una persona
relativamente attiva,
quando ho lasciato il Plum Village ho trovato
davvero difficile fare la meditazione seduta,
Voglio dire...
accadeva raramente
che io trovassi il tempo
per fare meditazione seduta
nella mia vita quotidiana.
Ma la mia vita è stata
completamente trasformata
dai Cinque Addestramenti alla Consapevolezza.
Una cosa che ho imparato
è stata come sedere su un mezzo pubblico
ed essere consapevole delle persone intorno a me
e consapevole delle mie sensazioni.
Ad essere onesti,
credo di aver subìto
un cambiamento nella mia
prospettiva e nel mio modo di vivere
più per come sedevo
sugli autobus nel centro di Londra
di quanto avrei fatto stando
seduta sul mio cuscino.
Perché, come molti di noi,
conducevo una vita
molto attiva e iperstimolata.
Mi destreggiavo tra
un lavoro nel giornalismo
e lo studio di un Master all'Università,
quindi troppi input.
Così, se fossi stata
seduta su un cuscino,
tutto quello che avrei sentito sarebbero stati
tutti gli input ai quali ero soggetta.
Ma quando ero
in relazione con il mondo
seguendo il mio respiro e mantenendo
il contatto con il mio corpo,
era come aprire un modo completamente
nuovo di vivere la mia vita.
E questa è stata una vera
trasformazione per me.
Quindi, mentre pensiamo a cosa
potremmo voler ottenere da questo ritiro,
vorrei che riflettessimo
su alcune delle cose
che abbiamo appreso
e possiamo vedere da soli quali di questi elementi
vogliamo incorporare nella nostra vita quotidiana.
Una delle cose, forse la più importante,
che abbiamo fatto in questo ritiro
è stata riposare.
Rilassarci.
Passare del tempo in silenzio,
sia con le persone
ma anche con la natura.
E quindi, chiediamoci:
"Nella mia vita quotidiana,
quanto tempo dedico al riposarmi?"
Riposo senza schermi,
riposo senza cuffie,
sono in grado di riposare
e ascoltare il mio corpo?
E come possiamo incorporare una pratica
del riposo nella nostra vita quotidiana?
Quelli di voi che lavorano da casa,
hanno una fantastica opportunità
di rilassarsi dopo pranzo,
perché nessuno può vedervi.
Potete usare l'app
del Plum Village,
o i vostri strumenti
di rilassamento preferiti,
o ascoltare delle tecniche di rilassamento
e rendere questo parte della vostra giornata lavorativa.
Possiamo prendere un impegno
con noi stessi
e promettere a noi stessi di trascorrere
più tempo nel parco più vicino a casa,
o di utilizzare le nostre giornate
libere dallo studio o dal lavoro
per stare attivamente
a contatto con la natura.
E avendo visto
come lo stare con le persone
all'aria aperta è fantastico
possiamo scoprire come
coinvolgere i nostri amici,
invitarli a trascorrere un po'
di tempo insieme a noi all'aperto.
Questo vuol dire
coltivare attivamente
noi stessi, il nostro corpo
e la nostra mente,
il nostro Risveglio
e anche la nostra resistenza.
Quello di cui voglio parlarvi
oggi, in particolare
è la Resistenza Spirituale.
Come le scelte che facciamo
su come viviamo la nostra vita
siano fondamentali e profonde
forme di resistenza
alla Coscienza Collettiva
e alla società.
Quindi, scegliere di riposare
nel nostro mondo super frenetico
è una forma di resistenza.
Non abbiamo bisogno di consumare,
non abbiamo bisogno di fare,
userò questa parola,
noi "saremo",
saremo...
in un modo che è consono
al futuro che desideriamo,
più semplici, più connessi
e più completi,
senza dover fare affidamento su cose esterne,
come consumare e fare, per essere felici.
Un'altra cosa che abbiamo
fatto in questo ritiro
è stata fermarci e
osservare profondamente.
Abbiamo avuto la possibilità di fare un passo
indietro rispetto alla nostra vita,
per sottrarci al tipo di pressioni
costanti a cui siamo sottoposti
per fare un po' il punto,
per riflettere e ascoltare.
E quindi, la domanda è: come possiamo
replicare questo esercizio quando saremo fuori di qui?
C'è forse una pratica che possiamo
adottare nella nostra vita quotidiana
in cui ogni giorno ci sia
almeno un momento di pausa?
Quando sono tornata
a casa da Plum Village
il tipo di pausa che ho scelto
è stata bere un bicchiere d'acqua
dal distributore d'acqua al lavoro.
Il mio lavoro era in una redazione,
quindi era un ambiente sovrastimolato,
ma volevo mantenere questa connessione
con Plum Village e con la mia vita spirituale
con la dimensione
spirituale del mio essere,
perché io ero nel dipartimento
di attualità politica della redazione,
quindi, forse, il posto
meno spirituale che possa esserci.
Ma ero determinata,
ero lì per ragioni etiche
perché credevo che l'informazione
etica fosse possibile,
ma questa è un'altra storia.
Comunque, ho scelto che il momento
in cui avrei bevuto l'acqua
sarebbe stato un momento in cui sarei stata
profondamente in contatto con la mia vita spirituale,
e avrei recitato la poesia che abbiamo
qui a Plum Village per l'acqua da bere,
molti di voi conoscono questa poesia, ma se siete qui
per la prima volta forse potreste averla vista
vicino a qualche fontanella
e questa poesia dice:
ora, mi appello alla Coscienza Collettiva,
perché non ricordo la prima parola...
l'acqua! Grazie.
il mio è un cervello sociale.
"L'acqua proviene da fonti
di alta montagna,
l'acqua scorre
in profondità nella Terra,
miracolosamente l'acqua arriva
a noi e sostiene tutta la vita,
la mia gratitudine
è piena fino all'orlo".
Lavoravo alla redazione
nella primavera del 2003,
ero un attivista per la pace, ed era l'anno
dello scoppio della guerra in Iraq,
e ogni volta che andavo al distributore
dell'acqua recitavo questa poesia.
Tutto intorno a me c'erano schermi
collegati in diretta alle zone di guerra,
e questo era il mio
atto di resistenza,
questa era la mia decisione
di conservare il mio cuore vivo,
di mantenere il mio cuore aperto,
e di rimanere in contatto con
la bellezza e la meraviglia della vita
così che potessi vedere chiaramente
la distruzione e l'ingiustizia della guerra.
È molto interessante praticare la consapevolezza
sul posto di lavoro, quindi vi invito a provare
potreste scegliere di bere l'acqua
oppure, se per esempio siete
in un luogo di lavoro o di studio
potreste scegliere
una parte del tragitto
tra casa e lavoro, potreste
scegliere 200 metri
in cui dite a voi stessi
"Camminerò da persona libera,
nella mia totalità
compreso il mio aspetto spirituale,
da questo lampione
a quell'incrocio"
e dovete impegnarvi
a farlo tutti i giorni.
Questa è un'altra cosa che facevo,
nel centro di Londra,
avevo il mio ombrello contro
la guerra, a Londra piove sempre,
tranne di recente,
ma questa è un'altra storia!
Scusate, niente divagazioni.
Portavo il mio ombrello
della pace a Londra ovunque,
15 anni fa nella City tutti vestivano
di nero e portavano ombrelli neri,
e il mio ombrello era bianco,
e aveva la parola "Pace",
che avevo scritto su di esso.
E attiravo un po' l'attenzione,
mentre attraversavo la City
per andare in redazione,
ma quella era la mia
forma di resistenza.
E quando arrivavo in un certo posto,
vicino ad una cattedrale,
ho scelto un tratto
che era piuttosto carino,
proprio nel cuore della City,
mi dicevo "Camminerò
da persona libera
libera dalla mia rabbia
per la guerra,
libera dalla paura del lavoro
che mi aspetta oggi,
libera dalla lotta.
Camminerò come un essere umano libero
su questo bellissimo pianeta".
E facevo questo
per un tratto di 200 metri,
ed rano 200 metri
davvero deliziosi.
E ora, ogni volta che penso a Londra,
il mio cuore va subito a quel particolare tratto di strada,
E ogni volta che ho
la possibilità di tornarci,
mi piace sempre rivisitare
il mio angolo speciale,
quelle poche centinaia di metri,
che sono diventate come un vero rifugio per me,
perché quando prendiamo l'impegno
di fare una cosa così
è sorprendente come tutto il nostro
corpo ricordi quella sensazione,
tutto il nostro corpo ricorda:
"Ah, mi sento tranquillo e libero qui"
Quindi, anche se la mia mente era davvero stressata
per quello che stava succedendo o per ciò che dovevo fare,
quel passo per salire
sul marciapiede,
quei due gradini
attraverso quel cancello
quel passo a destra con i due alberi,
erano tutti segnali che mi dicevano;
"Sei tranquilla, sei libera"
"Adesso sei una persona libera"
Quindi, questo è un'altro esempio
di come possiamo praticare
che possiamo...
trasformare qualcosa di semplice,
come camminare, in un atto di resistenza,
un atto di libertà,
proprio nel cuore
della nostra vita quotidiana.
Io camminavo nell'ora di punta,
quindi le persone
spesso mi superavano,
perché avevo un certo ritmo,
non è che camminassi lentamente,
ma avevo trovato un ritmo
che mi trasmetteva un senso di libertà.
E tutti mi superavano,
e, letteralmente, ogni passo
sembrava un atto di resistenza.
Non sono d'accordo con la direzione
in cui sta andando la società,
e voglio esprimere la mia
resistenza con il mio corpo,
con ogni passo,
e rivendicare così la mia libertà
da tutta questa frenesia
da questa Coscienza Collettiva.
Un'altra cosa che abbiamo
imparato a fare in questo ritiro
è l'essere consapevoli
del nostro disagio.
Il disagio del corpo,
dei nostri sentimenti,
il disagio della mente.
E, penso che le cose
stiano cambiando ora,
ma per me questo non era qualcosa che avevo avuto
la possibilità di imparare a scuola,
l'ho imparato solo all'età di 21 anni
quando sono arrivato a Plum Village.
Molti di voi hanno una
grande maturità emotiva,
la generazione...
io appartengo ai Millenial,
e so che molti di voi qui
appartengono alla generazione Z,
quindi siamo di generazioni
leggermente diverse,
ma è meraviglioso vedere
come l’intelligenza emotiva
sia presente nelle nuove generazioni,
che possiate scoprire modi per comprendere
il panorama delle vostre emozioni.
E speriamo che in questi
giorni abbiate imparato
dei modi veramente
efficaci e tangibili
in cui possiamo essere consapevoli
quando si presenta una sensazione dolorosa.
Abbiamo imparato
a dargli un nome,
o perfino, oltre a nominarla,
anche come riconoscerla,
nel corpo, come potrebbe
influenzare la nostra respirazione,
come il nostro respiro
diventa più frequente,
o più corto, o irregolare,
come la mandibola si irrigidisce,
e abbiamo imparato
come accettarla, e accompagnarla,
come accoglierla,
affrontando incondizionatamente
i sentimenti sgradevoli che emergono.
E, lasciatemelo dire, questa è davvero
una magnifica abilità da avere.
Penso che, come esseri umani,
quando siamo in grado di affrontare e padroneggiare
alcuni dei sentimenti più dolorosi che proviamo,
è un po' come avere
un superpotere,
ci permette di avere
libero arbitrio
avere libertà e, in un certo senso,
avere una via d'uscita
da alcune situazioni davvero difficili
che potremmo incontrare nella nostra vita.
Essere in grado di
sentire le sensazioni,
sentire le emozioni e i sentimenti dolorosi,
ma non lasciarsene sopraffare.
Poiché abbiamo un'energia di consapevolezza,
ci aggrappiamo al nostro respiro,
ci aggrappiamo alla sensazione
fisica del nostro corpo,
come sentire le nostre mani,
o le dita dei piedi,
troviamo un modo per essere
e respirare attraverso sentimenti difficili.
E quello che abbiamo
scoperto in questo ritiro,
e penso che questo valga per ogni
Gruppo di condivisione del Dharma,
è che quando possiamo
coesistere con sentimenti difficili,
questo ci permette
di essere autentici,
di essere reali,
possiamo condividere tutti noi stessi
perché non ne abbiamo paura,
e siamo stati in grado di dire la nostra verità
nei nostri Circoli di condivisione del Dharma,
e ci siamo formati su come ascoltare
i sentimenti di disagio degli altri,
e su come accompagnarli e offrire
amicizia e sostegno spirituale.
E anche questo
è una sorta di superpotere,
essere in grado di esserci
per i nostri amici,
senza paura, ma con una vera
forza e presenza amorevole,
e anche questo porteremo
a casa con noi domani.
Quando siamo con i nostri amici, e quando loro
stanno attraversando un momento difficile,
noi sappiamo come ritornare
al nostro respiro
sappiamo come sentire
il riflesso della loro sofferenza
nel nostro stesso corpo,
come averne cura lì
e stare con loro
non per cambiarlo in alcun modo,
ma per non lasciarli soli.
Abbiamo imparato a stare insieme
anche nella sofferenza,
e questo è molto importante
per la nostra generazione,
perché sappiamo che il percorso
che ci aspetta sarà molto impegnativo,
quindi imparare a soffrire è un tipo
di abilità davvero importante.
E questo ci porta ad un punto
veramente importante,
che è un quello che il fratello Fapu
ha toccato nel primo discorso.
Cioè, che la consapevolezza,
non serve solo
a farci sentire meglio.
Molti di noi potrebbero essere
arrivati alla consapevolezza
attraverso una sorta
di programma di benessere,
o perché qualcuno gli ha detto che ci si può prendere cura
della propria salute mentale attraverso la consapevolezza,
quindi praticate la consapevolezza
per stare bene.
E ci sono alcuni aspetti della consapevolezza
che arrivano fino ad un certo punto in questo senso,
ma nella consapevolezza profonda, nella consapevolezza
autentica, nella consapevolezza originale,
nella consapevolezza reale, qualsiasi cosa
sia quello che facciamo qui,
che ha radici antiche,
di più di 2500 anni,
nel nostro tipo di consapevolezza, non ci limitiamo
a praticare la consapevolezza per sentirci bene.
Pratichiamo la consapevolezza
per comprendere la nostra sofferenza
e per trovare una via d’uscita,
per noi stessi, per i nostri cari
e per la nostra società.
Quindi, nel DNA del nostro tipo di consapevolezza
c'è una trasformazione radicale,
una via d'uscita,
cambiando le cose.
Quindi, lasciamo questo ritiro con
un percorso spirituale da seguire,
che ha qualcosa a che fare con la sofferenza,
e ha qualcosa a che fare con la felicità.
Abbiamo imparato a gestire
sentimenti dolorosi e sofferenze,
e abbiamo imparato molto attivamente,
musicalmente e con gioia
come generare felicità.
Queste sono due abilità
davvero importanti.
A volte potremmo pensare che
la felicità viene solo dall'esterno,
e potremmo, in un certo senso, cercare
la nostra felicità al di fuori di noi,
e dire: "Beh, visto che le condizioni
sono queste, non posso essere felice".
quindi rinunciamo al nostro libero arbitrio
e alla nostra libertà di essere felici,
attribuendo la responsabilità di questo
a qualcun altro o qualcos'altro.
E qui rivendichiamo il nostro potere
e diciamo che è possibile imparare
a creare momenti felici
per noi stessi e per
le persone intorno a noi.
Nel Buddismo non abbiamo paura della sofferenza,
ma siamo pronti a darle un nome,
per guardarla diritto
e per affrontarla,
Penso che in questo ritiro
molti di voi
sono profondamente consapevoli
e attenti alla sofferenza nel mondo.
Una sorella una volta mi ha detto
che a volte potrebbe essere che, nella
Coscienza Collettiva, in questo momento,
pensiamo di avere
il diritto di soffrire
abbiamo il diritto di soffrire
perché la situazione è pessima,
in ogni aspetto.
Ma non pensiamo mai di avere
il diritto di essere felici.
È piuttosto interessante,
pensateci un attimo.
Ci permettiamo di soffrire
ma non ci permettiamo di essere felici.
Questo è un po' un enigma,
forse non è vero,
ma possiamo indagare
un po' su questo,
e forse ha qualcosa a che fare con la Coscienza Collettiva
che ci circonda, e di questo parleremo tra poco.
I nostri insegnanti dicevano che imparare
a soffrire è un'arte, e un allenamento,
e ieri, nella Q&A, c'è stata una domanda
davvero interessante, penso che fosse la seconda domanda:
da un lato sappiamo
di essere sufficienti,
e siamo già quello che vogliamo diventare,
e ci sentiamo completi e integri,
ma, a volte, con l'energia della consapevolezza
o nel nostro contesto professionale
potremmo renderci conto che siamo
deficitari in alcune aree
e che desideriamo studiare
o coltivare la nostra spiritualità.
Ho davvero apprezzato
questa domanda
perché sono vere
entrambe le cose,
ecco, c'è una sorta di energia
nella consapevolezza
che quando diventiamo coscienti,
ad esempio delle nostre abitudini
o dei pensieri e dei sentimenti
che emergono in noi,
potremmo voler subito fare qualcosa
per cambiare la situazione,
c'è una sorta di dinamismo.
Da un lato li accettiamo totalmente
e dall'altro vediamo la
possibilità di cambiamento,
le cose sono transitorie,
possiamo influenzarle.
Così, nel Buddismo
lo spirito di formare,
e coltivare è davvero
molto importante.
E credo che, una delle abilità in cui sono
davvero migliorata nel Monastero,
perché ero a zero prima,
è proprio come soffrire.
E il risultato immediato
dell'imparare a soffrire
è che allo stesso tempo si impara
anche ad essere felici,
perché per me l'ostacolo alla mia
felicità era la mia sofferenza,
e quindi convertire la mia
sofferenza mi ha dato più gioia.
Ma è davvero interessante,
perché non è che la mia sofferenza
sia necessariamente scomparsa,
ma ho imparato a gestirla
diversamente.
E questo è qualcosa che ci hanno
spiegato i nostri Maestri,
cioè che bisogna essere consapevoli
dell’errata convinzione secondo cui,
in qualche modo, bisogna eliminare
la nostra sofferenza,
che bisogna sopprimerla,
o eradicarla.
Ma ho imparato il modo
in cui posso coesistere con essa,
perché la mia sofferenza è, in un certo
senso, reale, la posso sentire,
come posso vivere con essa.
Per me, quello che ho imparato,
è che la mia sofferenza
non è qualcosa di statico,
è un po' più come un fiume,
e questo è un aspetto molto
interessante da approfondire.
Quando parliamo di prenderci
cura della nostra sofferenza,
la sofferenza in noi...
la nostra mente è una mente incarnata,
quindi ci prendiamo cura della nostra mente
e del nostro corpo allo stesso tempo
non sono due cose separate,
questo è molto importante.
Quindi il modo in cui
viviamo con il nostro corpo,
come ci prendiamo cura del nostro corpo,
come mangiamo, come agiamo, come consumiamo,
è direttamente collegato
anche alla nostra sofferenza.
E la nostra sofferenza può,
in un certo senso, riflettere,
riflettere la collettività,
e questo è quello
che ho scoperto,
che la mia sofferenza ha molto a che fare
con la sofferenza della mia famiglia.
Come molti di noi, anche io
porto in me un seme di forte disperazione,
ne ho anche un altro
di paura e ansia,
un altro che è un po' più
come tristezza o malinconia.
Quando ho imparato a soffrire con loro, ho imparato
a non vederli come se fossero solo miei,
ma come qualcosa che appartiene
ad un fiume di antenati
e così quando me ne prendo cura,
lo faccio anche per conto di mio padre,
e di mia madre, di mio
nonno e mia nonna,
e l'altro nonno e nonna.
Quindi vorrei darvi questa immagine delle
nostre emozioni, che sono come un fiume
che è alimentato
da sorgenti diverse.
Quindi c'è la discendenza
dai nostri antenati,
insita nel nostro corpo, ma anche dalla nostra
infanzia e dalla nostra educazione,
e ci sono anche gli input
dalla nostra società,
dalla Coscienza Collettiva,
e dal nostro modo di consumare.
Quindi, una delle cose
interessanti di questa settimana
è che abbiamo acquisito
un diverso tipo di coscienza.
Credo che il "consumo dello schermo"
sia probabilmente diminuito del 90%.
abbiamo vissuto
in un clima di non-violenza,
di molta compassione
e buona volontà,
con molta consapevolezza
invece che distrazione.
Abbiamo mangiato cibo sano,
in momenti davvero
particolari della giornata,
non so se sia normale per tutti voi
o sicuramente strano
mangiare alle sei di sera.
Ma consumare tre
pasti sani e regolari
può forse essere una novità
per il nostro corpo
e il nostro corpo potrebbe
sentirsi abbastanza bene per questo.
Abbiamo fatto un'esperienza
diversa della nostra Coscienza,
perché i nostri semi buoni
sono stati innescati,
mentre eravamo qui
sono stati attivati,
ognuno dei nostri
semi della compassione,
il nostro seme della quiete,
il nostro seme della gioia,
tutti in modo diverso.
Quindi, ciò in cui ci siamo immersi
è ciò che Thay ha definito
una Comunità di Resistenza.
Ci siamo dati la possibilità di sperimentare
qualcosa di diverso questa settimana,
per vedere come ci si sente,
e tutte le informazioni che abbiamo
ricevuto sulla nostra sofferenza,
e su quella degli altri,
quella delle nostre famiglie,
e per le diverse decisioni e scelte
che siamo chiamati a prendere,
è perché abbiamo fatto fare alla nostra
Coscienza un'immersione veramente profonda
in questo ambiente diverso.
Quindi, per ricapitolare, questa settimana,
abbiamo imparato a conoscere i diversi carburanti
che alimentano il fiume del nostro
corpo e della nostra mente
e questi carburanti hanno qualcosa
a che vedere con il come ci sentiamo.
Abbiamo imparato
che ce ne sono quattro tipi:
uno è il cibo e le bevande,
li chiamiamo anche "cibo commestibile",
ma era troppo lungo da scrivere sulla lavagna,
quindi metterò solo
"cibo e bevande"
Ok, le impressioni sensoriali,
quindi gli schermi, la musica,
ma anche il rumore della città,
ci siamo concessi
una pausa da tutto questo.
Il quarto carburante
è la volontà, o l'intenzione,
questa settimana siamo stati esposti
a un diverso tipo di volontà e intenzione,
l'intenzione di vivere diversamente
per costruire un futuro diverso,
di stare con gli altri
in modo diverso.
E un altro, di cui voglio
parlare ora, è la Coscienza,
ci siamo esposti ad un tipo
di Coscienza diversa.
Quindi, gli input questa
settimana sono stati diversi,
ed è per questo che
adesso ci sentiamo diversi.
Questo è il vostro potere
e la vostra libertà.
Quando tornerete a casa
sarete voi responsabili di scegliere
come attingere a questi diverse sorgenti.
Come vi proteggerete,
come vi curerete,
come resisterete.
Vogliamo che la società vada
in una direzione diversa
e tutte le nostre scelte riguardo
a queste cose sono un'opportunità per resistere
e incarnare nella nostra vita la nuova direzione
verso cui rivendicare la nostra libertà.
E questo richiede un buon allenamento,
abbiamo abitudini da cambiare,
quindi quando
lasceremo questo ritiro
pieni di buone intenzioni
incontreremo la realtà assoluta
delle nostre abitudini,
il modo in cui normalmente
trascorriamo le nostre serate,
come trascorriamo abitualmente le nostre mattinate,
come trascorriamo il nostro tempo libero.
Quindi c'è bisogno
di un po' di organizzazione,
Come possiamo impegnarci ad organizzare
la nostra vita in modo da mangiare diversamente,
così da impiegare il nostro
tempo in modo diverso.
Quando incontriamo...
ad esempio in noi,
molti di voi questa settimana hanno toccato
dentro di sé una profonda paura,
o una profonda rabbia,
e parte della comprensione buddista
della Coscienza che vogliamo darvi
è che la Coscienza è allo stesso
tempo individuale e collettiva.
Quando provate rabbia,
date un nome alla nostra rabbia, permettete
alla vostra rabbia di essere lì,
abbracciate quella
sensazione di rabbia,
solo così avrete
una possibilità
di chiedervi
"In che modo questa rabbia
non è soltanto mia?"
Per non identificarci
con la nostra rabbia
per non darci un'etichetta
e dire: "sono arrabbiata"
"sono arrabbiata
per questo o quello"
ma vedere come... Wow! La mia rabbia
nei confronti delle compagnie petrolifere
sia una rabbia collettiva,
sociale, generazionale.
La mia rabbia per la disuguaglianza
e l'ingiustizia razziale
è una rabbia collettiva.
E permettiamoci anche di
riconoscere che la nostra Coscienza
appartiene alla coscienza collettiva.
Anche la nostra paura
e ansia per il futuro
sono forti nella collettività
ed è per questo
che sono forti in noi.
Quello che è interessante
riguardo a questo punto
con l'energia della Consapevolezza,
grazie all'inter-essere,
tra la nostra Coscienza
e quella collettiva
è esattamente lì che
risiede il nostro potere,
è lì che abbiamo
libero arbitrio.
Apparteniamo alla collettività,
siamo intrinseci alla collettività,
e quando trasformiamo noi stessi,
trasformiamo anche la collettività.
Questo è un modo in cui possiamo
davvero applicare l'intuizione dell'inter-essere,
Il nostro dolore
per la distruzione
della Terra e delle culture
è anche il dolore
della Terra stessa.
Ecco perché sembra
così grande!
E noi ne facciamo parte,
ma non dobbiamo trattenerlo,
identificandoci con esso,
e in un certo senso
imprigionarci al suo interno,
dicendoci: "Io sono...
sono arrabbiato,
sono addolorato e disperato.
Abbiamo lavorato parecchio con i leaders
mondiali e gli attivisti per il clima
e ospitiamo anche ritiri
per i leader mondiali sul clima,
Ne abbiamo fatto uno di recente
vicino a Vancouver, in Canada,
ed è stato
molto interessante,
perché era la prima volta
che mi rendevo conto
che la disperazione climatica
era diventata una realtà con cui
le persone si identificavano.
e ho capito che c'era
una narrazione ad essa relativa
e che...
le persone trovassero difficile
vedere come la loro disperazione
fosse impermanente, in continua
evoluzione e interrelazionale.
Quindi, visto che io sono
un'esperta di disperazione,
nella mia pratica,
ho capito
che quando ho impararato
a soffrire con la mia disperazione
è stato davvero importante
per me non identificarmi con essa,
ma riconoscere che è come un seme
che mi è stato trasmesso
e che viene attivato
dall'ambiente che mi circonda.
E così mi sono allenata
a permettere alla mia disperazione
di evolversi un po',
di avere diverse derivazioni
essere qualcosa di fluido,
qualcosa fatto di elementi di non-disperazione,
qualcosa fatto di più parti.
E questo può essere...
anche la nostra disperazione
non è una cosa
statica, e quindi
ho imparato che non mi era stato di aiuto
identificarmi troppo con la mia disperazione.
Un'altra cosa che potrebbe
appartenere alla Coscienza Collettiva,
e che molti di noi potrebbero sentire,
è come una specie di irrequietezza,
come una bramosia.
È davvero importante
sapere questo,
se, quando facciamo
meditazione seduta,
sentiamo un'irrequietezza
nel nostro corpo,
e una voglia, una bramosia,
un desiderio
nelle nostre sensazioni
e nel nostro corpo,
anche questo è il risultato del nostro vivere
in una società capitalista e consumistica.
Tu non sei abbastanza, perché
hai bisogno di consumare di più,
e siamo stati, in un certo senso,
automatizzati e condizionati
tutto ciò che
questi input ci dicono,
è che abbiamo bisogno
di più cose per essere felici.
Quindi, quando durante
questi ritiri siamo seduti
immobili, senza
prendere il telefono
senza cercare qualcosa
da bere o da mangiare,
quello è un atto di resistenza.
Quando torniamo a casa
possiamo fare lo stesso,
pensate un attimo, magari durante
il viaggio di ritorno a casa,
come posso semplificare
la mia vita?
Abbiamo vissuto così
semplicemente questa settimana,
non ci è voluto molto
per essere felici,
la presenza delle persone
era motivo di felicità,
si spera per la maggior parte di noi,
per la maggior parte del tempo,
e, si spera, anche la presenza
della foresta e degli alberi
per avere dei momenti di tranquillità,
è stata un'esperienza di felicità.
Ma quando possiamo stare con
i nostri amici in modo semplice
non abbiamo bisogno
di molto per essere felici.
Sorella Iro,
ti chiamerò Sorella,
Sorella Iro ha avuto
una buona intuizione,
riguardo alla questione
dell'impegno e ottimizzazione
e di una sorta
di "non abbastanza".
Si ha sempre la sensazione
che la società ci stia dicendo
che la coscienza collettiva
ci stia dicendo,
"devi svilupparti di più
per poter contribuire,
devi avere queste competenze,
questo diploma
queste qualifiche,
e devi essere produttivo,
devi essere efficiente".
Abbiamo creato
tutti questi sistemi
questa società folle,
tutti questi schermi,
tutte queste e-mail
e dobbiamo imparare
ad essere efficienti e produttivi.
E Sorella Iro ha fatto
una domanda:
forse possiamo
sentire quella pressione,
la società ci chiede
di ottimizzare,
ma a vantaggio di chi?
Rinunciare al nostro tempo,
alla nostra energia,
potremmo finire per
sprecare la nostra vita,
letteralmente impiegando il nostro tempo a creare
un'abilità adatta ad un particolare sistema economico
ma rinunciando a vivere
la nostra vita.
Potremmo perderci
la nostra libertà,
il nostro contatto con la natura,
il tempo con gli amici,
il sentirci a nostro agio
nel nostro corpo.
Con l’energia della consapevolezza
abbiamo una possibilità.
Per fermarci a guardare
in profondità
e riflettere davvero
sulle nostre domande,
"Cosa sto facendo con il mio
tempo e la mia energia?"
"Sto impiegando bene le mie risorse?"
"Chi ne trae beneficio?"
Ogni ora conta,
la nostra vitalità è importante,
come impieghiamo il nostro tempo,
con chi lo passiamo.
La Coscienza collettiva
alla quale ci esponiamo
Un giorno, alla Redazione, dopo aver
bevuto il mio bicchiere d'acqua
sono tornata verso
la mia scrivania,
e i miei colleghi
imprecavano, litigavano ,
maltrattavano qualcun altro,
ed erano molto aggressivi riguardo
al programma successivo,
e all'improvviso mi sono resa conto,
"Io vivo in un'atmosfera tossica",
Ed è stato letteralmente così.
Lavoravo lì
da circa 18 mesi ormai,
bevendo la mia acqua ogni giorno,
e all'improvviso mi sono detta:
"Cosa sto facendo a me stessa?"
"Cosa sto facendo a me stessa?"
Quindi, praticare la consapevolezza sul posto
di lavoro è davvero importante,
perché puoi svegliarti e vedere,
e, onestamente, giuro che il mio percorso di uscita
dalla Redazione è iniziato in quella frazione di secondo.
Quando mi sono svegliata, e ho visto
la realtà del mio ambiente lavorativo.
"Sono al sesto piano di questo gigantesco
edificio a Westminster, a Londra,
e sto sprecando la mia vita."
Quella era un'espressione un po' forte,
non volevo essere così drammatica!
Quindi, un'altra cosa
che volevo dire
sui Cinque Addestramenti
alla Consapevolezza,
l'abbiamo sentito stamattina,
l'abbiamo letto nel testo,
iniziano tutti con questa
frase davvero forte:
"Consapevole della sofferenza
causata da..."
Quando ci svegliamo,
per apprezzare cosa sta
realmente accadendo,
e cosa c'è di sbagliato
in quello che sta accadendo,
c'è immediatamente
un rilascio di energia
e un'intenzione, una volontà,
"voglio fare qualcosa al riguardo",
"faccio voto,
mi impegno a cambiare
le mie scelte e la mia situazione".
E ora godiamoci il suono
della campana.
Quando ci svegliamo e ci accorgiamo
che qualcosa sta soffrendo,
allora vogliamo capire
le radici di quella sofferenza,
come è venuta a crearsi,
in modi semplici
e in modi profondi.
Se sto guardando
una serie in TV di sera,
e non riesco a resistere alla tentazione
di guardare il prossimo episodio,
e sto ancora guardando alle tre del mattino,
e poi ho mal di testa il giorno dopo,
la consapevolezza della sofferenza, il motivo
della sofferenza, è molto chiaro.
Quindi è davvero bello
essere consapevoli,
forse dovremmo avere
un pop-up su certe app,
per essere risvegliati in quei momenti,
e quindi sapere cosa cambiare,
per fare le cose
in modo diverso.
E questo vale sia a livello
personale che a livello collettivo,
il nostro modo di consumare
può irrigare i nostri semi...
di paura e ansia.
Forse può esserci un modo diverso
in cui leggiamo le notizie,
possiamo mettere un timer per accorciare
il nostro tempo sui social media.
Forse le scelte che facciamo
su come trascorriamo il nostro tempo
e con chi lo trascorriamo,
le persone di cui
ci circondiamo, ci sollevano
o ci tirano giù?
Quindi, quando guardiamo
in profondità alla sofferenza
vediamo subito chiaramente
la via d'uscita da essa.
Così vediamo che c'è qualcosa
che possiamo fare per fare la differenza,
vediamo ciò che ha causato la sofferenza,
e cosa possiamo fare.
Thay ha descritto questo
come il percorso che ha portato alla sofferenza,
Lui li chiamava "il percorso della sofferenza",
e "il percorso della felicità
e del benessere".
Alcuni di voi potrebbero aver riconosciuto
in questo "Le Quattro Nobili Verità"
un insegnamento buddista
molto antico.
Quello che stiamo
facendo qui
con i Cinque Addestramenti alla Cosapevolezza,
rappresenta un percorso
che ci sta conducendo
attraverso e poi fuori
dalla sofferenza.
Quindi possiamo...
Oh, sì!
Un altro punto molto importante
riguardo a questo,
solo per sottolinearlo,
forse l'avrete già capito,
è che la funzione, lo scopo,
l'intenzione della consapevolezza
non è quello di rendere
vivibile un mondo invivibile.
La consapevolezza
non serve ad aiutarci
a sopravvivere in una situazione
in cui non si può sopravvivere.
Quando ero alla Redazione,
la consapevolezza
è iniziata aiutandomi
a restare fedele a me stessa,
nei giorni molto difficili
e nei momenti davvero dolorosi,
ma la consapevolezza portò
in sé il seme dell’intuizione
fino al giorno in cui
quella consapevolezza disse:
"Sei in un ambiente tossico,
esci da qui"
Non ha detto: "Resta in questo
ambiente tossico e respira".
E questo è davvero importante, perché a volte
la consapevolezza viene introdotta
in diverse condizioni,
per accettare la tossicità
per rendere sopportabile
un ambiente lavorativo impossibile
oppure anche...
beh, persino nell'esercito oggi c'è consapevolezza ,
ma questa è un'altra storia,
quando pratichiamo l'intero insegnamento,
quando pratichiamo l'intera portata
della Consapevolezza, come è espressa
nei Cinque Addestramenti,
essa porta con sé il seme
di una via d'uscita
per noi stessi e per la società, noi non perpetuiamo
modi di essere ingiusti e tossici.
Dovevo dirlo!
Grazie!
Quindi, potremmo...
no, come posso dire,
Quando sono arrivata qui per la
prima volta, volevo capire questo:
"Come posso contribuire
ad un mondo migliore?".
E all’inizio la mia risposta è stata:
"Trasformerò l'informazione giornalistica"
Ma ho iniziato a capire questo
interrogativo molto più profondamente.
"Come posso agire per contribuire
ad un mondo migliore?"
"Cosa posso fare...
per contribuire...
ad un mondo migliore?"
Potremmo definirlo un kōan,
un quesito senza risposta,
e con i kōan è sempre importante
definire i nostri termini.
Come posso...
come posso agire...
Spero che questa settimana abbiate ottenuto
un senso più profondo di Chi Siete,
che noi tutti siamo...
interconnessi a tutto ciò che esiste,
rappresentiamo la stirpe
dei nostri antenati,
le nostre azioni avranno un impatto
sui nostri discendenti,
e che siamo profondamente influenzati dall’ambiente
e dalla collettività che ci circondano.
A volte possiamo tormentarci
con questa domanda,
se rendiamo il nostro "Io"
troppo piccolo
e ci limitiamo a questo corpo,
al "piccolo me".
In effetti, noi siamo un "grande me",
un vasto sé inter-essenziale.
Quindi se ci tormentiamo con questa domanda,
può darsi che siamo intrappolati nel "Chi sono io?"
E questo è un aspetto interessante del tipo
di problema di azione collettiva
al quale arriveremo, perché c'è un'altra parola
che è molto importante proprio accanto ad esso,
"agire"
Qual'è il nostro concetto di azione?
E il tema di questo ritiro
è "L'amore in azione".
Nel Buddismo abbiamo una parola
precisa per indicare l'azione,
e una comprensione
molto chiara di essa.
Consideriamo l'azione
in maniera triplice,
l'azione ha per noi tre aspetti
potremmo chiamarla
la tripla azione:
è il nostro pensiero,
la nostra parola,
e la nostra azione fisica.
È molto interessante considerare
i nostri pensieri come azione.
Il nostro Maestro ci diceva
che i nostri pensieri
portano la nostra firma,
i nostri pensieri di odio,
risentimento,
rabbia,
escono nel mondo
e portano la nostra firma.
I nostri pensieri d'amore,
tolleranza,
compassione, escono anche essi nel mondo
e portano la nostra firma.
Ci ha dato l'immagine
di una specie di candela,
e questa candela
è come se irradiasse
i nostri pensieri, le nostre parole
e le nostre azioni,
proprio come una candela
irradia luce e calore.
Proprio ora in questa sala
sta avendo luogo un'azione,
stiamo irradiando
un'energia di Pace,
di presenza, di ricerca e di quiete
allo stesso tempo.
E anche fuori della sala.
Vi vedo.
Stiamo irradiando quell'energia e,
proprio come la candela,
anche essa riceve
il proprio calore,
che fa sciogliere la cera,
così che lo stoppino
possa bruciare,
riceve il proprio calore
ed è illuminata
dalla sua stessa luce.
Allo stesso modo,
noi riceviamo il nutrimento
dei nostri pensieri,
il nutrimento del nostro parlare
e il nutrimento delle nostre
azioni fisiche, ritornano in noi,
e questo crea
un impatto.
Thay ha detto una cosa
molto interessante,
ha detto: "A volte
diciamo qualcosa che
forse non volevamo dire,
che forse era vera
solo in parte,
e abbastanza rapidamente potrebbe
ritorcersi contro di noi.
e otteniamo quella che si
chiama una retribuzione,
e così dobbiamo scusarci
o dare delle spiegazioni.
E se la candela rappresenta il tempo,
forse ciò è accaduto subito dopo
che una certa frase,
o un'azione
ci è tornata indietro.
E ha detto che potrebbero
esserci alcuni atti,
del pensiero, della
parola o fisici,
che invece ritornano più tardi,
magari cinque, dieci,
venti anni dopo,
quindi è come se tornassero
un po' più in basso lungo la candela.
E poi alcune azioni
ritorneranno
dopo la nostra candela.
E questa diventa la
retribuzione collettiva
nella nostra società e
per la nostra discendenza.
Quindi, il modo in cui
pensiamo è importante,
e questo è presente nel primo
Addestramento alla Consapevolezza,
possiamo avere
pensieri di compassione,
di tolleranza, e non
di fanatismo e odio?
Il modo in cui
parliamo è importante.
Possiamo parlare in un modo
che ci innalzi a vicenda
invece di abbatterci a vicenda?
E il modo in cui agiamo
è davvero importante,
e forse, il tipo di
azione più forte
che potremmo intraprendere
forse non è quella che necessariamente
pensiamo sia la più forte.
Così, ad esempio, quello che il fratello
Bao Tang ha condiviso ieri,
che l'azione
di 400 o 500 giovani che camminano
in Pace e Libertà sulla collina di New Hamlet
quell'azione si è diffusa nel mondo,
nessuno può cancellarla.
Ecco un pensiero per voi.
Tra cento anni
vi piacerebbe che
le persone nel mondo
camminassero velocemente, stressate,
inseguendo una sorta
di illusione economica,
scusate!
Oppure
preferireste che camminassero
in Pace e Libertà
nella Natura, ascoltando
il Mondo Naturale,
ascoltandosi gli uni con gli altri,
ascoltando la sofferenza che è presente
in se stessi e su questo pianeta?
E se vogliamo che
le generazioni future
abbiano questo tipo di
qualità spirituale, questa libertà,
questo modo di
essere nel futuro,
dobbiamo iniziare
a lavorarci ora.
Facendolo ora insieme
in questo ritiro
rende già immediatamente più probabile
che ciò accada tra
un centinaio di anni.
Se, uscendo da questo ritiro,
sceglieremo un tratto della
nostra vita quotidiana
dove cammineremo
in Pace e Libertà,
ascoltando la Terra, ascoltando
la sofferenza del mondo,
renderemo immediatamente
più probabile
che ciò accada e sia disponibile
per le generazioni future tra cento anni.
È un'azione molto potente.
Se perdiamo la capacità
di camminare in Pace e Libertà,
non c'è dubbio che anche
le generazioni future
non avranno la stessa capacità.
Questa è la comprensione
buddista dell'azione,
quello che facciamo
e come siamo, conta.
E questo diventa davvero interessante,
perché il tipo di futuro che vogliamo creare
lo creiamo ogni giorno
con il nostro corpo, con le nostre scelte
e con i nostri modi di essere.
Così, per esempio, un altro tipo di
azione fisica veramente importante
è il nostro modo di consumare.
Thay ha fatto un'analisi piuttosto
particolare di ciò che sta accadendo
nella nostra Economia e nella nostra
Società in questo momento.
Ha detto che siamo
una cultura consumistica,
che consumiamo eccessivamente,
consumiamo troppo,
perché consumiamo per
compensare la nostra sofferenza.
perché non sappiamo
come soffrire.
Potete vedere molto facilmente
tutte le industrie che abbiamo
per aiutarci a nascondere la nostra
sofferenza, come società,
perché, come società,
non sappiamo come soffrire.
E ha anche detto
che il grande potere
di rivendicare il nostro
diritto ad essere felici
il nostro diritto di essere felici
con poche condizioni,
vivendo semplicemente,
senza consumare molto,
è una forma di resistenza a quella
cultura collettiva del consumo,
che sta distruggendo
il nostro pianeta.
Se sappiamo come soffrire
e come essere felici,
non avremo bisogno di consumare nel modo
in cui la società ci spinge a fare.
Capite? È davvero interessante,
perché subito
il praticare la consapevolezza,
il gestire i nostri
sentimenti dolorosi,
prendendoci il diritto ad essere felici,
reclamando la nostra felicità, rivendicandola,
comporta un tipo di visione e impatto
economico alternativo molto diretti,
quindi la nostra consapevolezza ha qualcosa
a che fare con la struttura economicha in cui viviamo.
Possiamo resistere
alla cultura del consumo
se sappiamo essere felici,
non consumando
ma coabitando con i nostri
sentimenti dolorosi, accompagnandoli,
prendendoci cura del nostro tempo, trovando modi per stare
con gli altri, per stare a contatto con la natura.
Quindi, secondo il concetto
buddista di azione,
cambiare noi stessi
e cambiare il sistema,
sono due facce
della stessa realtà,
Non esiste alcun sistema che non dipenda
dagli umani che lo hanno creato.
Quando noi, come esseri umani, possiamo trasformare
noi stessi, il sistema cambierà di conseguenza.
Ed è per questo che potremmo anche dire che
i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza,
sono come il modello del Plum Village
per il cambiamento del Sistema.
sono come il modello del Plum Village
per il cambiamento del Sistema.
Ed è davvero interessante, non diciamo:
"Ah, riduciamo il sistema al cambiamento personale"
non diciamo che non stiamo sfidando e affrontando
strutture di potere molto grandi
ma non stiamo diminuendo
o negando a noi stessi
il libero arbitrio e
la libertà che abbiamo
come esseri umani risvegliati.
Non permetteremo loro di toglierci
quella libertà e libero arbitrio.
C'è un'altra cosa che
vorrei dire sull'azione.
Quando vogliamo sfidare
il sistema in cui viviamo
il modo più potente per sfidarlo
è portando un’energia
diversa in quel sistema.
Quindi non usiamo
gli strumenti del sistema
per combattere quel sistema.
Dobbiamo trovare dei modi
per fare un passo al di fuori di esso
e offrire un'energia e un modo
di essere completamente diversi,
quella è una sfida
radicale al sistema,
quella è la nostra
resistenza spirituale.
Quindi, la domanda
per ognuno di noi è:
come ci curiamo della nostra energia
spirituale nella nostra vita quotidiana?
come manteniamo quella fiamma,
il fuoco, il bodhicitta
dell'intenzione nel nostro cuore,
la libertà... voglio dire, la libertà
è una pratica che dovremo mantenere viva
ogni settimana, ogni giorno,
una volta lasciato questo ritiro.
E la nostra connessione al nostro
tipo interno di dimensione spirituale,
attraverso l'energia della consapevolezza,
è ciò che ci aiuterà
a mantenere la nostra libertà
nel sistema in cui viviamo e, infine,
a creare un tipo diverso di futuro.
Quando Thay ha detto:
"Creiamo delle Comunità di Resistenza"
capiva tutti i tipi
di forze in gioco.
Lui diceva sempre questo:
"Dobbiamo rivendicare
la nostra sovranità
dal Sistema che noi
stessi abbiamo creato".
E ha detto: "Faremo questo
creando delle Comunità di Resistenza"
dove creeremo una sana
Coscienza Collettiva
dove avremo la stessa buona, coraggiosa,
nobile intenzione e aspirazione
dove nutriremo noi stessi,
nel corpo e nella mente.
Quindi la domanda per tutti voi
che lasciate questo ritiro è:
come intreccerete e costruirete
le vostre Comunità di
Resistenza intorno a voi?
Chi saranno i vostri alleati?
Come creerete una comunità?
Possiamo creare comunità
nei nostri luoghi di lavoro,
possiamo rendere il tempo in cui
lavoriamo con altre persone,
un'occasione di vero e proprio
incontro tra esseri umani.
Pensate alle qualità di ascolto che abbiamo visto
nella nostra condivisione del Dharma,
non c'è motivo per cui non possiamo
ascoltare i nostri colleghi,
anche quelli più difficili.
Credetemi, io l'ho fatto,
è possibile!
E sorprendentemente potente.
Così, forse il nostro luogo di lavoro potrà
assumere un maggiore spirito di comunità,
potremmo sviluppare relazioni intenzionali
con chi viviamo e dove viviamo.
E vivere con persone
che ci aiutino
ad andare nella direzione...
ci aiutino a resistere alla corrente
e ad andare nella direzione
in cui vogliamo andare,
che è più reale, più autentica,
e che, in un certo senso,
può incarnare il mondo che vogliamo
sia possibile per le generazioni future,
nel nostro modo di consumare,
nel nostro modo di trascorrere
il nostro tempo, nel nostro modo di agire
agire per proteggere e conservare
piuttosto che per estrarre, sfruttare, distruggere.
E quello che è interessante nelle
nostre Comunità di Resistenza
come avete scoperto questa settimana,
poiché non abbiamo paura della sofferenza,
come Comunità
si sviluppa una sorta
di meccanismo per cui,
quanto più soffriamo, tanto maggiore
è la nostra compassione.
Così, le Comunità di Resistenza
che siano consapevoli della sofferenza
generano compassione
in modo naturale.
E abbiamo sentito anche, nelle domande
di ieri, la preoccupazione
che forse la compassione e la
non violenza possano neutralizzare,
possano avere come l'effetto di
neutralizzare la lotta e la battaglia.
Coesistere con la sofferenza,
generare compassione di fronte
alla sofferenza, quel tipo di compassione
può essere molto potente.
Nel Buddismo si dice che la compassione
può essere feroce come il tuono.
L'energia della compassione
è un'energia potente,
ed è un'energia che può, in un certo
senso, creare e costruire,
quando agiamo e resistiamo
quando rispondiamo al sistema
con un tipo di energia diversa
il sistema ha in sé l'avidità, la bramosia,
l'odio, la discriminazione,
e noi vogliamo creare
un diverso tipo di energia,
quindi l'energia della compassione
e della non-violenza
è una potente alternativa.
non è debole, ma porta dentro
di sé una specie di...
ha al suo interno la possibilità
di nuovi e rigenerativi modi di essere.
Così come l'odio e la discriminazione possono
solo distruggere, la compassione può creare.
Una volta fu chiesto a Thay perché
i monaci non facessero più proteste
e perché lui non andava a
più conferenze sulla pace,
e Lui rispose: "Vogliamo dimostrare che
un altro modo di vivere è possibile,
vogliamo incarnare e creare
un modo alternativo di essere".
Questo è ciò che voi state
sperimentando ora.
Questa è la visione che Thay aveva:
"Voglio che centinaia di migliaia di giovani
sperimentino qualcosa di diverso,
per mostrare loro che
un altro mondo è possibile".
E questo è molto potente.
È come se
è così potente, più potente
del semplice abbattere,
per poi ricostruire e dimostrare così
che qualcos'altro può essere creato.
Thay ha detto che non possiamo cambiare
il mondo se non cambiamo prima
il nostro modo di vedere, il nostro modo
di pensare, la nostra coscienza.
il nostro modo di vedere, il nostro modo
di pensare, la nostra coscienza.
E il modo più breve per
riassumere questo concetto
è l'intuizione dell'inter-essere.
Con l'intuizione dell'inter-essere
possiamo vedere
la vita è preziosa,
il mondo è prezioso,
gli esseri umani sono preziosi,
il pianeta è prezioso,
vediamo che siamo profondamente
connessi alla Terra
e siamo profondamente legati
agli esseri umani che ci circondano.
E quando possiamo
mantenere viva questa intuizione
con i Cinque Addestramenti,
coltiviamo un modo completamente nuovo
di vedere e di essere nel mondo.
Quando vediamo che la Terra
non è solo materia
ma è viva, e ha dato
origine alla vita,
è qualcosa di sacro e prezioso.
Non possiamo avere
un lavoro, o agire in un modo
che tratti la Terra
solo come risorsa da sfruttare.
E a livello di Società, questo
è ciò che sta accadendo,
vediamo la Terra non come qualcosa di sacro,
non come qualcosa di vivo,
ed è per questo che
ci è possibile sfruttarla.
Come società, potremmo vedere anche
gli esseri umani come una risorsa
da utilizzare per
profitto e sfruttamento,
e fintantoché vediamo gli esseri umani
come una risorsa piuttosto che come noi stessi,
potremmo persino vedere noi stessi come una risorsa,
e trattare il nostro corpo come uno strumento
per guadagnarsi da vivere,
per ottenere uno stipendio,
Ma noi siamo una meraviglia della Vita,
siamo figli della Terra,
anche il nostro corpo è sacro e il modo in cui
ce ne prendiamo cura è così importante
Ogni atto di vedere la nostra stessa
dignità corporea come quella umana,
rende possibile anche
l'equità, la giustizia,
e una società in cui tutti gli esseri umani hanno dignità,
rispetto e sono trattati con rispetto.
Quindi c'è una profonda connessione tra
il nostro modo di vedere e comprendere
cosa è un essere umano, cosa è la Terra,
e il tipo di società che stiamo creando
per le generazioni future.
Quindi nel nostro modo
di essere e di agire
una volta lasciato questo ritiro,
per favore, vedetevi così,
come questa candela.
Non è solo la tua
attività professionale
la tua eredità e il tuo
contributo al mondo.
Come sei, come vivi,
il modo in cui pensi
e come parli
imprime tutto questo,
lo rende possibile nel mondo,
per il momento presente, ma anche
per le generazioni future.
Se vogliamo vivere in un mondo in cui gli esseri
umani possano collaborare tra loro
dobbiamo imparare proprio adesso, nel nostro
tempo, nella nostra generazione,
a collaborare, a stare,
a sedersi e ascoltare
persone che hanno
punti di vista diversi.
Se tracciamo una linea
e rifiutiamo qualcuno
quell'energia
quel rifiuto
quella negazione di umanità
all'altra persona
questo è ciò che imprimiamo
sulle generazioni future.
Le generazioni future faranno
più fatica a collaborare,
non sapranno sedersi in una stanza con
persone con cui non vanno d'accordo,
e se, come esseri umani vogliamo affrontare le sfide future
dobbiamo farlo come una collettività,
come una collettività diversificato,
punti di vista diversi, culture diverse,
diverse tradizioni spirituali,
e ciò significa che dobbiamo sentirci
a disagio con i sentimenti sgradevoli,
a disagio nel trovarsi in stanze con persone
che hanno punti di vista diversi dal nostro
e imparare a capire, a essere curiosi,
a collaborare, ad ascoltare.
Ed è per questo che una
delle abilità più importanti
che vi abbiamo trasmesso questa settimana
è stata quella dell'ascolto profondo.
E, nel movimento per il clima,
questa è la formazione
che è più apprezzata
e che siamo chiamati a dare
in contesti diversi
perché non possiamo risolvere
i problemi nell’attuale stato di crisi,
a meno che non riusciamo
ad ascoltarci a vicenda
e a sfruttare una sorta di intuizione
collettiva per trovare una via d'uscita.
E quindi, anche il nostro modo
di ascoltare è un'azione potente
che imprimiamo e rendiamo possibile
per le generazioni future,
in modo che possiamo davvero
avere un mondo migliore.
Grazie mille per l'ascolto,
ho perso la cognizione del tempo.
Spero che il team organizzatore sia qui
e pronto con il prossimo annuncio.
Intanto possiamo goderci
tre suoni di campana,
anche la campana è un atto
di resistenza spirituale.
Sottotitoli: La Stele di Rosetta
www.youtube.com/@marioleonardi3891