Buongiorno, cara Comunità oggi è il 10 agosto dell'anno 2023 e stiamo festeggiando, assaporando, l'ultimo giorno del nostro "Ritiro del risveglio" - Amore in Azione - qui nel borgo superiore della Sala di meditazione dell'Acqua Tranquilla. Questa è davvero un'esperienza interessante per me. Quando abbiamo iniziato a creare ritiri per giovani circa 15 anni fa è stata una vera sfida trovare abbastanza giovani per fare un ritiro. All'inizio ce ne furono 40, poi l'anno successivo vennero circa 65, e poi mi ricordo l'anno in cui abbiamo raggiunto quota 100, eravamo così emozionati di aver avuto 100 iscrizioni che siamo andati a riferirlo a Thay, questo deve essere stato intorno al 2010, "Thay, ci sono un centinaio di giovani in Europa che vogliono conoscere la consapevolezza!" "Ti rendi conto?" E lui ha detto: "Bravi" E poi gli ho detto... ... abbiamo iniziato a creare il Movimento del Risveglio, e io ho detto "Oh, è tutto un po' inquietante", e lui ha detto, e i suoi occhi si sono illuminati, "Eccellente! Deve essere inquietante!" E adesso sono qui, e non so quanti siete, ma è un po' inquietante! Quindi immagino che Thay stia sorridendo, con gli occhi che gli brillano, e dice "Stai attenta a ciò che desideri, perché potrebbe avverarsi". Spero che questo renda le cose più facili ma, ehi... penso che parlare di fronte a degli amici spirituali, è allo stesso tempo stimolante e meraviglioso, perché da un lato sento di voler condividere il mio cuore con tutti voi, e dall'altro, ovviamente, ho lo stesso dubbio che abbiamo tutti e cioé se io posso essere all'altezza di questo momento. Ma condividerò con voi la mia gioia, la mia esperienza e la mia pratica, e questo è il meglio che posso fare. Quindi vedremo. Ci sono dei bei fiori qui, grazie. Grazie. Fiori per un supporto emotivo. Abbiamo anche un violoncello per il supporto emotivo, di cui potrei aver bisogno. Avevo 21 anni quando sono arrivata al Plum Village per la prima volta, e non appena c'è stata la possibilità di ricevere i Cinque Addestramenti sulla Consapevolezza, l'ho subito presa al volo, e sono rimasta qui per tre settimane quell'estate, ed ero determinata ad andare fino in fondo. Quindi so che alcuni di voi sono stati qui durante l'estate e hanno seguito i Cinque Addestramenti sulla Consapevolezza, ed altri sono qui per la prima volta e hanno anche loro preso questo impegno. E devo dire che, quando ho preso il treno per tornare a casa con i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza più o meno in tasca, nello zaino, la mia vita era diversa, semplicemente sentivo adesso di avere un percorso davanti a me sentivo di sapere cosa era importante per me, sentivo che... quell'esperienza era... che non sarei più potuta cadere così in basso, sembrava come se gli Addestramenti sulla Consapevolezza fossero una specie di rete di sicurezza, o qualcosa del genere, e che io fossi tenuta nel loro abbraccio. Questa è stata la mia esperienza. E sebbene stessi condividendo tutto questo con la mia famiglia di discussione sul Dharma, il percorso dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza non è esattamente come un'autostrada diritta, è più una cosa così e questa è stata sicuramente la mia esperienza. È stata un'avventura, una sperimentazione, un percorso di crescita, una sfida, e anche un addestramento un vero addestramento, e come molti di noi sanno, qualunque tipo di addestramento facciamo, si impara sbagliando e provando cose nuove e scoprire che... oops! quello non andava bene, oppure mi sono allontanata troppo dalla strada giusta. Ma è stato meraviglioso sentire che essi sono adesso parte della mia vita, e non so se i vostri tutori ve l'hanno già detto, ma il nome Dharma che otteniamo con i nostri Cinque Addestramenti alla Consapevolezza sarà il vostro nome per il resto della vostra vita, sarà il vostro nome per il resto della vostra vita, quindi anche se qualcuno di voi diventerà monaco, il vostro nome monastico non sarà tanto importante quanto il nome ricevuto nei vostri Addestramenti sulla Consapevolezza. Perché nasciamo nel nostro percorso spirituale con questa pratica e con questa formazione. E quindi stamattina, penso che, sicuramente più di 100 di noi, forse più di 150, o forse 200 di voi, nei diversi villaggi, hanno preso un impegno appassionato e sincero nell'accogliere le intuizioni e le pratiche dei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza nella loro vita. Così, quando salirete sul treno domani, o la macchina, o comunque tonerete a casa, porterete questi Addestramenti sulla Consapevolezza con voi. E anche se non avete preso un impegno formale a riceverli, per favore portatevi a casa il volantino. Essi possono permeare la nostra vita, perché in un certo senso racchiudono tutto ciò che abbiamo sperimentato insieme in questo ritiro. E... questi Addestramenti sono come posso dire... il modello del Plum Village per cambiare il mondo. Essi non sono altro che la nostra visione completa del tipo di azione amorevole che può trasformare la società e il futuro. Qualcuno mi ha chiesto, durante il Ritiro della Terra, all'inizio di quest'anno, "Ho trovato gli insegnamenti di Plum Village sulla terra e il clima così affascinanti, ma voi avete una specie di Manifesto, o qualcosa del genere?" E io ho detto "Sì, abbiamo i Cinque Addestramenti sulla Consapevolezza" e quella persona ha detto: "No, non intendevo questo", e io ho risposto: "No, io intendo proprio questo!" Poiché essi sono applicati, sono vissuti, sono in un certo senso multidimensionali, ognuno di essi riguarda il portare l'energia del Risveglio e dell'Amore direttamente nel cuore della nostra vita quotidiana, delle nostre relazioni e della nostra società. Così, mentre portiamo questa pratica a casa, forse tornerete a casa e i vostri amici vi diranno: "Oh, com'è andato il ritiro?" e voi magari direte: "Oh, è stato fantastico, meraviglioso, da oggi praticherò la meditazione ogni giorno". E potremmo avere la tendenza a pensare che la cosa più semplice da fare, tra quelle che abbiamo appreso in questo ritiro, siano 10 minuti di meditazione seduta ogni giorno. E potremmo pensare "Sì, ok, questa sarà la mia aspirazione, la mia intenzione, la mia volontà, ce la metterò tutta". E questo va bene, ma penso che possiamo ambire a qualcosa di più di questo. E dico questo perché se facciamo solo 10 minuti di meditazione seduta al giorno, e poi il resto della nostra vita rimane lo stesso, la trasformazione non sarà molto radicale, ma ciò che possiamo vedere in ognuno di questi addestramenti così incredibilmente impegnativi ed illuminanti, nei Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, è che sono molto più che semplici meditazioni sedute. Infatti, essendo io una persona relativamente attiva, quando ho lasciato il Plum Village ho trovato davvero difficile fare la meditazione seduta, Voglio dire... accadeva raramente che io trovassi il tempo per fare meditazione seduta nella mia vita quotidiana. Ma la mia vita è stata completamente trasformata dai Cinque Addestramenti alla Consapevolezza. Una cosa che ho imparato è stata come sedere su un mezzo pubblico ed essere consapevole delle persone intorno a me e consapevole delle mie sensazioni. Ad essere onesti, credo di aver subìto un cambiamento nella mia prospettiva e nel mio modo di vivere più per come sedevo sugli autobus nel centro di Londra di quanto avrei fatto stando seduta sul mio cuscino. Perché, come molti di noi, conducevo una vita molto attiva e iperstimolata. Mi destreggiavo tra un lavoro nel giornalismo e lo studio di un Master all'Università, quindi troppi input. Così, se fossi stata seduta su un cuscino, tutto quello che avrei sentito sarebbero stati tutti gli input ai quali ero soggetta. Ma quando ero in relazione con il mondo seguendo il mio respiro e mantenendo il contatto con il mio corpo, era come aprire un modo completamente nuovo di vivere la mia vita. E questa è stata una vera trasformazione per me. Quindi, mentre pensiamo a cosa potremmo voler ottenere da questo ritiro, vorrei che riflettessimo su alcune delle cose che abbiamo appreso e possiamo vedere da soli quali di questi elementi vogliamo incorporare nella nostra vita quotidiana. Una delle cose, forse la più importante, che abbiamo fatto in questo ritiro è stata riposare. Rilassarci. Passare del tempo in silenzio, sia con le persone ma anche con la natura. E quindi, chiediamoci: "Nella mia vita quotidiana, quanto tempo dedico al riposarmi?" Riposo senza schermi, riposo senza cuffie, sono in grado di riposare e ascoltare il mio corpo? E come possiamo incorporare una pratica del riposo nella nostra vita quotidiana? Quelli di voi che lavorano da casa, hanno una fantastica opportunità di rilassarsi dopo pranzo, perché nessuno può vedervi. Potete usare l'app del Plum Village, o i vostri strumenti di rilassamento preferiti, o ascoltare delle tecniche di rilassamento e rendere questo parte della vostra giornata lavorativa. Possiamo prendere un impegno con noi stessi e promettere a noi stessi di trascorrere più tempo nel parco più vicino a casa, o di utilizzare le nostre giornate libere dallo studio o dal lavoro per stare attivamente a contatto con la natura. E avendo visto come lo stare con le persone all'aria aperta è fantastico possiamo scoprire come coinvolgere i nostri amici, invitarli a trascorrere un po' di tempo insieme a noi all'aperto. Questo vuol dire coltivare attivamente noi stessi, il nostro corpo e la nostra mente, il nostro Risveglio e anche la nostra resistenza. Quello di cui voglio parlarvi oggi, in particolare è la Resistenza Spirituale. Come le scelte che facciamo su come viviamo la nostra vita siano fondamentali e profonde forme di resistenza alla Coscienza Collettiva e alla società. Quindi, scegliere di riposare nel nostro mondo super frenetico è una forma di resistenza. Non abbiamo bisogno di consumare, non abbiamo bisogno di fare, userò questa parola, noi "saremo", saremo... in un modo che è consono al futuro che desideriamo, più semplici, più connessi e più completi, senza dover fare affidamento su cose esterne, come consumare e fare, per essere felici. Un'altra cosa che abbiamo fatto in questo ritiro è stata fermarci e osservare profondamente. Abbiamo avuto la possibilità di fare un passo indietro rispetto alla nostra vita, per sottrarci al tipo di pressioni costanti a cui siamo sottoposti per fare un po' il punto, per riflettere e ascoltare. E quindi, la domanda è: come possiamo replicare questo esercizio quando saremo fuori di qui? C'è forse una pratica che possiamo adottare nella nostra vita quotidiana in cui ogni giorno ci sia almeno un momento di pausa? Quando sono tornata a casa da Plum Village il tipo di pausa che ho scelto è stata bere un bicchiere d'acqua dal distributore d'acqua al lavoro. Il mio lavoro era in una redazione, quindi era un ambiente sovrastimolato, ma volevo mantenere questa connessione con Plum Village e con la mia vita spirituale con la dimensione spirituale del mio essere, perché io ero nel dipartimento di attualità politica della redazione, quindi, forse, il posto meno spirituale che possa esserci. Ma ero determinata, ero lì per ragioni etiche perché credevo che l'informazione etica fosse possibile, ma questa è un'altra storia. Comunque, ho scelto che il momento in cui avrei bevuto l'acqua sarebbe stato un momento in cui sarei stata profondamente in contatto con la mia vita spirituale, e avrei recitato la poesia che abbiamo qui a Plum Village per l'acqua da bere, molti di voi conoscono questa poesia, ma se siete qui per la prima volta forse potreste averla vista vicino a qualche fontanella e questa poesia dice: ora, mi appello alla Coscienza Collettiva, perché non ricordo la prima parola... l'acqua! Grazie. il mio è un cervello sociale. "L'acqua proviene da fonti di alta montagna, l'acqua scorre in profondità nella Terra, miracolosamente l'acqua arriva a noi e sostiene tutta la vita, la mia gratitudine è piena fino all'orlo". Lavoravo alla redazione nella primavera del 2003, ero un attivista per la pace, ed era l'anno dello scoppio della guerra in Iraq, e ogni volta che andavo al distributore dell'acqua recitavo questa poesia. Tutto intorno a me c'erano schermi collegati in diretta alle zone di guerra, e questo era il mio atto di resistenza, questa era la mia decisione di conservare il mio cuore vivo, di mantenere il mio cuore aperto, e di rimanere in contatto con la bellezza e la meraviglia della vita così che potessi vedere chiaramente la distruzione e l'ingiustizia della guerra. È molto interessante praticare la consapevolezza sul posto di lavoro, quindi vi invito a provare potreste scegliere di bere l'acqua oppure, se per esempio siete in un luogo di lavoro o di studio potreste scegliere una parte del tragitto tra casa e lavoro, potreste scegliere 200 metri in cui dite a voi stessi "Camminerò da persona libera, nella mia totalità compreso il mio aspetto spirituale, da questo lampione a quell'incrocio" e dovete impegnarvi a farlo tutti i giorni. Questa è un'altra cosa che facevo, nel centro di Londra, avevo il mio ombrello contro la guerra, a Londra piove sempre, tranne di recente, ma questa è un'altra storia! Scusate, niente divagazioni. Portavo il mio ombrello della pace a Londra ovunque, 15 anni fa nella City tutti vestivano di nero e portavano ombrelli neri, e il mio ombrello era bianco, e aveva la parola "Pace", che avevo scritto su di esso. E attiravo un po' l'attenzione, mentre attraversavo la City per andare in redazione, ma quella era la mia forma di resistenza. E quando arrivavo in un certo posto, vicino ad una cattedrale, ho scelto un tratto che era piuttosto carino, proprio nel cuore della City, mi dicevo "Camminerò da persona libera libera dalla mia rabbia per la guerra, libera dalla paura del lavoro che mi aspetta oggi, libera dalla lotta. Camminerò come un essere umano libero su questo bellissimo pianeta". E facevo questo per un tratto di 200 metri, ed rano 200 metri davvero deliziosi. E ora, ogni volta che penso a Londra, il mio cuore va subito a quel particolare tratto di strada, E ogni volta che ho la possibilità di tornarci, mi piace sempre rivisitare il mio angolo speciale, quelle poche centinaia di metri, che sono diventate come un vero rifugio per me, perché quando prendiamo l'impegno di fare una cosa così è sorprendente come tutto il nostro corpo ricordi quella sensazione, tutto il nostro corpo ricorda: "Ah, mi sento tranquillo e libero qui" Quindi, anche se la mia mente era davvero stressata per quello che stava succedendo o per ciò che dovevo fare, quel passo per salire sul marciapiede, quei due gradini attraverso quel cancello quel passo a destra con i due alberi, erano tutti segnali che mi dicevano; "Sei tranquilla, sei libera" "Adesso sei una persona libera" Quindi, questo è un'altro esempio di come possiamo praticare che possiamo... trasformare qualcosa di semplice, come camminare, in un atto di resistenza, un atto di libertà, proprio nel cuore della nostra vita quotidiana. Io camminavo nell'ora di punta, quindi le persone spesso mi superavano, perché avevo un certo ritmo, non è che camminassi lentamente, ma avevo trovato un ritmo che mi trasmetteva un senso di libertà. E tutti mi superavano, e, letteralmente, ogni passo sembrava un atto di resistenza. Non sono d'accordo con la direzione in cui sta andando la società, e voglio esprimere la mia resistenza con il mio corpo, con ogni passo, e rivendicare così la mia libertà da tutta questa frenesia da questa Coscienza Collettiva. Un'altra cosa che abbiamo imparato a fare in questo ritiro è l'essere consapevoli del nostro disagio. Il disagio del corpo, dei nostri sentimenti, il disagio della mente. E, penso che le cose stiano cambiando ora, ma per me questo non era qualcosa che avevo avuto la possibilità di imparare a scuola, l'ho imparato solo all'età di 21 anni quando sono arrivato a Plum Village. Molti di voi hanno una grande maturità emotiva, la generazione... io appartengo ai Millenial, e so che molti di voi qui appartengono alla generazione Z, quindi siamo di generazioni leggermente diverse, ma è meraviglioso vedere come l’intelligenza emotiva sia presente nelle nuove generazioni, che possiate scoprire modi per comprendere il panorama delle vostre emozioni. E speriamo che in questi giorni abbiate imparato dei modi veramente efficaci e tangibili in cui possiamo essere consapevoli quando si presenta una sensazione dolorosa. Abbiamo imparato a dargli un nome, o perfino, oltre a nominarla, anche come riconoscerla, nel corpo, come potrebbe influenzare la nostra respirazione, come il nostro respiro diventa più frequente, o più corto, o irregolare, come la mandibola si irrigidisce, e abbiamo imparato come accettarla, e accompagnarla, come accoglierla, affrontando incondizionatamente i sentimenti sgradevoli che emergono. E, lasciatemelo dire, questa è davvero una magnifica abilità da avere. Penso che, come esseri umani, quando siamo in grado di affrontare e padroneggiare alcuni dei sentimenti più dolorosi che proviamo, è un po' come avere un superpotere, ci permette di avere libero arbitrio avere libertà e, in un certo senso, avere una via d'uscita da alcune situazioni davvero difficili che potremmo incontrare nella nostra vita. Essere in grado di sentire le sensazioni, sentire le emozioni e i sentimenti dolorosi, ma non lasciarsene sopraffare. Poiché abbiamo un'energia di consapevolezza, ci aggrappiamo al nostro respiro, ci aggrappiamo alla sensazione fisica del nostro corpo, come sentire le nostre mani, o le dita dei piedi, troviamo un modo per essere e respirare attraverso sentimenti difficili. E quello che abbiamo scoperto in questo ritiro, e penso che questo valga per ogni Gruppo di condivisione del Dharma, è che quando possiamo coesistere con sentimenti difficili, questo ci permette di essere autentici, di essere reali, possiamo condividere tutti noi stessi perché non ne abbiamo paura, e siamo stati in grado di dire la nostra verità nei nostri Circoli di condivisione del Dharma, e ci siamo formati su come ascoltare i sentimenti di disagio degli altri, e su come accompagnarli e offrire amicizia e sostegno spirituale. E anche questo è una sorta di superpotere, essere in grado di esserci per i nostri amici, senza paura, ma con una vera forza e presenza amorevole, e anche questo porteremo a casa con noi domani. Quando siamo con i nostri amici, e quando loro stanno attraversando un momento difficile, noi sappiamo come ritornare al nostro respiro sappiamo come sentire il riflesso della loro sofferenza nel nostro stesso corpo, come averne cura lì e stare con loro non per cambiarlo in alcun modo, ma per non lasciarli soli. Abbiamo imparato a stare insieme anche nella sofferenza, e questo è molto importante per la nostra generazione, perché sappiamo che il percorso che ci aspetta sarà molto impegnativo, quindi imparare a soffrire è un tipo di abilità davvero importante. E questo ci porta ad un punto veramente importante, che è un quello che il fratello Fapu ha toccato nel primo discorso. Cioè, che la consapevolezza, non serve solo a farci sentire meglio. Molti di noi potrebbero essere arrivati alla consapevolezza attraverso una sorta di programma di benessere, o perché qualcuno gli ha detto che ci si può prendere cura della propria salute mentale attraverso la consapevolezza, quindi praticate la consapevolezza per stare bene. E ci sono alcuni aspetti della consapevolezza che arrivano fino ad un certo punto in questo senso, ma nella consapevolezza profonda, nella consapevolezza autentica, nella consapevolezza originale, nella consapevolezza reale, qualsiasi cosa sia quello che facciamo qui, che ha radici antiche, di più di 2500 anni, nel nostro tipo di consapevolezza, non ci limitiamo a praticare la consapevolezza per sentirci bene. Pratichiamo la consapevolezza per comprendere la nostra sofferenza e per trovare una via d’uscita, per noi stessi, per i nostri cari e per la nostra società. Quindi, nel DNA del nostro tipo di consapevolezza c'è una trasformazione radicale, una via d'uscita, cambiando le cose. Quindi, lasciamo questo ritiro con un percorso spirituale da seguire, che ha qualcosa a che fare con la sofferenza, e ha qualcosa a che fare con la felicità. Abbiamo imparato a gestire sentimenti dolorosi e sofferenze, e abbiamo imparato molto attivamente, musicalmente e con gioia come generare felicità. Queste sono due abilità davvero importanti. A volte potremmo pensare che la felicità viene solo dall'esterno, e potremmo, in un certo senso, cercare la nostra felicità al di fuori di noi, e dire: "Beh, visto che le condizioni sono queste, non posso essere felice". quindi rinunciamo al nostro libero arbitrio e alla nostra libertà di essere felici, attribuendo la responsabilità di questo a qualcun altro o qualcos'altro. E qui rivendichiamo il nostro potere e diciamo che è possibile imparare a creare momenti felici per noi stessi e per le persone intorno a noi. Nel Buddismo non abbiamo paura della sofferenza, ma siamo pronti a darle un nome, per guardarla diritto e per affrontarla, Penso che in questo ritiro molti di voi sono profondamente consapevoli e attenti alla sofferenza nel mondo. Una sorella una volta mi ha detto che a volte potrebbe essere che, nella Coscienza Collettiva, in questo momento, pensiamo di avere il diritto di soffrire abbiamo il diritto di soffrire perché la situazione è pessima, in ogni aspetto. Ma non pensiamo mai di avere il diritto di essere felici. È piuttosto interessante, pensateci un attimo. Ci permettiamo di soffrire ma non ci permettiamo di essere felici. Questo è un po' un enigma, forse non è vero, ma possiamo indagare un po' su questo, e forse ha qualcosa a che fare con la Coscienza Collettiva che ci circonda, e di questo parleremo tra poco. I nostri insegnanti dicevano che imparare a soffrire è un'arte, e un allenamento, e ieri, nella Q&A, c'è stata una domanda davvero interessante, penso che fosse la seconda domanda: da un lato sappiamo di essere sufficienti, e siamo già quello che vogliamo diventare, e ci sentiamo completi e integri, ma, a volte, con l'energia della consapevolezza o nel nostro contesto professionale potremmo renderci conto che siamo deficitari in alcune aree e che desideriamo studiare o coltivare la nostra spiritualità. Ho davvero apprezzato questa domanda perché sono vere entrambe le cose, ecco, c'è una sorta di energia nella consapevolezza che quando diventiamo coscienti, ad esempio delle nostre abitudini o dei pensieri e dei sentimenti che emergono in noi, potremmo voler subito fare qualcosa per cambiare la situazione, c'è una sorta di dinamismo. Da un lato li accettiamo totalmente e dall'altro vediamo la possibilità di cambiamento, le cose sono transitorie, possiamo influenzarle. Così, nel Buddismo lo spirito di formare, e coltivare è davvero molto importante. E credo che, una delle abilità in cui sono davvero migliorata nel Monastero, perché ero a zero prima, è proprio come soffrire. E il risultato immediato dell'imparare a soffrire è che allo stesso tempo si impara anche ad essere felici, perché per me l'ostacolo alla mia felicità era la mia sofferenza, e quindi convertire la mia sofferenza mi ha dato più gioia. Ma è davvero interessante, perché non è che la mia sofferenza sia necessariamente scomparsa, ma ho imparato a gestirla diversamente. E questo è qualcosa che ci hanno spiegato i nostri Maestri, cioè che bisogna essere consapevoli dell’errata convinzione secondo cui, in qualche modo, bisogna eliminare la nostra sofferenza, che bisogna sopprimerla, o eradicarla. Ma ho imparato il modo in cui posso coesistere con essa, perché la mia sofferenza è, in un certo senso, reale, la posso sentire, come posso vivere con essa. Per me, quello che ho imparato, è che la mia sofferenza non è qualcosa di statico, è un po' più come un fiume, e questo è un aspetto molto interessante da approfondire. Quando parliamo di prenderci cura della nostra sofferenza, la sofferenza in noi... la nostra mente è una mente incarnata, quindi ci prendiamo cura della nostra mente e del nostro corpo allo stesso tempo non sono due cose separate, questo è molto importante. Quindi il modo in cui viviamo con il nostro corpo, come ci prendiamo cura del nostro corpo, come mangiamo, come agiamo, come consumiamo, è direttamente collegato anche alla nostra sofferenza. E la nostra sofferenza può, in un certo senso, riflettere, riflettere la collettività, e questo è quello che ho scoperto, che la mia sofferenza ha molto a che fare con la sofferenza della mia famiglia. Come molti di noi, anche io porto in me un seme di forte disperazione, ne ho anche un altro di paura e ansia, un altro che è un po' più come tristezza o malinconia. Quando ho imparato a soffrire con loro, ho imparato a non vederli come se fossero solo miei, ma come qualcosa che appartiene ad un fiume di antenati e così quando me ne prendo cura, lo faccio anche per conto di mio padre, e di mia madre, di mio nonno e mia nonna, e l'altro nonno e nonna. Quindi vorrei darvi questa immagine delle nostre emozioni, che sono come un fiume che è alimentato da sorgenti diverse. Quindi c'è la discendenza dai nostri antenati, insita nel nostro corpo, ma anche dalla nostra infanzia e dalla nostra educazione, e ci sono anche gli input dalla nostra società, dalla Coscienza Collettiva, e dal nostro modo di consumare. Quindi, una delle cose interessanti di questa settimana è che abbiamo acquisito un diverso tipo di coscienza. Credo che il "consumo dello schermo" sia probabilmente diminuito del 90%. abbiamo vissuto in un clima di non-violenza, di molta compassione e buona volontà, con molta consapevolezza invece che distrazione. Abbiamo mangiato cibo sano, in momenti davvero particolari della giornata, non so se sia normale per tutti voi o sicuramente strano mangiare alle sei di sera. Ma consumare tre pasti sani e regolari può forse essere una novità per il nostro corpo e il nostro corpo potrebbe sentirsi abbastanza bene per questo. Abbiamo fatto un'esperienza diversa della nostra Coscienza, perché i nostri semi buoni sono stati innescati, mentre eravamo qui sono stati attivati, ognuno dei nostri semi della compassione, il nostro seme della quiete, il nostro seme della gioia, tutti in modo diverso. Quindi, ciò in cui ci siamo immersi è ciò che Thay ha definito una Comunità di Resistenza. Ci siamo dati la possibilità di sperimentare qualcosa di diverso questa settimana, per vedere come ci si sente, e tutte le informazioni che abbiamo ricevuto sulla nostra sofferenza, e su quella degli altri, quella delle nostre famiglie, e per le diverse decisioni e scelte che siamo chiamati a prendere, è perché abbiamo fatto fare alla nostra Coscienza un'immersione veramente profonda in questo ambiente diverso. Quindi, per ricapitolare, questa settimana, abbiamo imparato a conoscere i diversi carburanti che alimentano il fiume del nostro corpo e della nostra mente e questi carburanti hanno qualcosa a che vedere con il come ci sentiamo. Abbiamo imparato che ce ne sono quattro tipi: uno è il cibo e le bevande, li chiamiamo anche "cibo commestibile", ma era troppo lungo da scrivere sulla lavagna, quindi metterò solo "cibo e bevande" Ok, le impressioni sensoriali, quindi gli schermi, la musica, ma anche il rumore della città, ci siamo concessi una pausa da tutto questo. Il quarto carburante è la volontà, o l'intenzione, questa settimana siamo stati esposti a un diverso tipo di volontà e intenzione, l'intenzione di vivere diversamente per costruire un futuro diverso, di stare con gli altri in modo diverso. E un altro, di cui voglio parlare ora, è la Coscienza, ci siamo esposti ad un tipo di Coscienza diversa. Quindi, gli input questa settimana sono stati diversi, ed è per questo che adesso ci sentiamo diversi. Questo è il vostro potere e la vostra libertà. Quando tornerete a casa sarete voi responsabili di scegliere come attingere a questi diverse sorgenti. Come vi proteggerete, come vi curerete, come resisterete. Vogliamo che la società vada in una direzione diversa e tutte le nostre scelte riguardo a queste cose sono un'opportunità per resistere e incarnare nella nostra vita la nuova direzione verso cui rivendicare la nostra libertà. E questo richiede un buon allenamento, abbiamo abitudini da cambiare, quindi quando lasceremo questo ritiro pieni di buone intenzioni incontreremo la realtà assoluta delle nostre abitudini, il modo in cui normalmente trascorriamo le nostre serate, come trascorriamo abitualmente le nostre mattinate, come trascorriamo il nostro tempo libero. Quindi c'è bisogno di un po' di organizzazione, Come possiamo impegnarci ad organizzare la nostra vita in modo da mangiare diversamente, così da impiegare il nostro tempo in modo diverso. Quando incontriamo... ad esempio in noi, molti di voi questa settimana hanno toccato dentro di sé una profonda paura, o una profonda rabbia, e parte della comprensione buddista della Coscienza che vogliamo darvi è che la Coscienza è allo stesso tempo individuale e collettiva. Quando provate rabbia, date un nome alla nostra rabbia, permettete alla vostra rabbia di essere lì, abbracciate quella sensazione di rabbia, solo così avrete una possibilità di chiedervi "In che modo questa rabbia non è soltanto mia?" Per non identificarci con la nostra rabbia per non darci un'etichetta e dire: "sono arrabbiata" "sono arrabbiata per questo o quello" ma vedere come... Wow! La mia rabbia nei confronti delle compagnie petrolifere sia una rabbia collettiva, sociale, generazionale. La mia rabbia per la disuguaglianza e l'ingiustizia razziale è una rabbia collettiva. E permettiamoci anche di riconoscere che la nostra Coscienza appartiene alla coscienza collettiva. Anche la nostra paura e ansia per il futuro sono forti nella collettività ed è per questo che sono forti in noi. Quello che è interessante riguardo a questo punto con l'energia della Consapevolezza, grazie all'inter-essere, tra la nostra Coscienza e quella collettiva è esattamente lì che risiede il nostro potere, è lì che abbiamo libero arbitrio. Apparteniamo alla collettività, siamo intrinseci alla collettività, e quando trasformiamo noi stessi, trasformiamo anche la collettività. Questo è un modo in cui possiamo davvero applicare l'intuizione dell'inter-essere, Il nostro dolore per la distruzione della Terra e delle culture è anche il dolore della Terra stessa. Ecco perché sembra così grande! E noi ne facciamo parte, ma non dobbiamo trattenerlo, identificandoci con esso, e in un certo senso imprigionarci al suo interno, dicendoci: "Io sono... sono arrabbiato, sono addolorato e disperato. Abbiamo lavorato parecchio con i leaders mondiali e gli attivisti per il clima e ospitiamo anche ritiri per i leader mondiali sul clima, Ne abbiamo fatto uno di recente vicino a Vancouver, in Canada, ed è stato molto interessante, perché era la prima volta che mi rendevo conto che la disperazione climatica era diventata una realtà con cui le persone si identificavano. e ho capito che c'era una narrazione ad essa relativa e che... le persone trovassero difficile vedere come la loro disperazione fosse impermanente, in continua evoluzione e interrelazionale. Quindi, visto che io sono un'esperta di disperazione, nella mia pratica, ho capito che quando ho impararato a soffrire con la mia disperazione è stato davvero importante per me non identificarmi con essa, ma riconoscere che è come un seme che mi è stato trasmesso e che viene attivato dall'ambiente che mi circonda. E così mi sono allenata a permettere alla mia disperazione di evolversi un po', di avere diverse derivazioni essere qualcosa di fluido, qualcosa fatto di elementi di non-disperazione, qualcosa fatto di più parti. E questo può essere... anche la nostra disperazione non è una cosa statica, e quindi ho imparato che non mi era stato di aiuto identificarmi troppo con la mia disperazione. Un'altra cosa che potrebbe appartenere alla Coscienza Collettiva, e che molti di noi potrebbero sentire, è come una specie di irrequietezza, come una bramosia. È davvero importante sapere questo, se, quando facciamo meditazione seduta, sentiamo un'irrequietezza nel nostro corpo, e una voglia, una bramosia, un desiderio nelle nostre sensazioni e nel nostro corpo, anche questo è il risultato del nostro vivere in una società capitalista e consumistica. Tu non sei abbastanza, perché hai bisogno di consumare di più, e siamo stati, in un certo senso, automatizzati e condizionati tutto ciò che questi input ci dicono, è che abbiamo bisogno di più cose per essere felici. Quindi, quando durante questi ritiri siamo seduti immobili, senza prendere il telefono senza cercare qualcosa da bere o da mangiare, quello è un atto di resistenza. Quando torniamo a casa possiamo fare lo stesso, pensate un attimo, magari durante il viaggio di ritorno a casa, come posso semplificare la mia vita? Abbiamo vissuto così semplicemente questa settimana, non ci è voluto molto per essere felici, la presenza delle persone era motivo di felicità, si spera per la maggior parte di noi, per la maggior parte del tempo, e, si spera, anche la presenza della foresta e degli alberi per avere dei momenti di tranquillità, è stata un'esperienza di felicità. Ma quando possiamo stare con i nostri amici in modo semplice non abbiamo bisogno di molto per essere felici. Sorella Iro, ti chiamerò Sorella, Sorella Iro ha avuto una buona intuizione, riguardo alla questione dell'impegno e ottimizzazione e di una sorta di "non abbastanza". Si ha sempre la sensazione che la società ci stia dicendo che la coscienza collettiva ci stia dicendo, "devi svilupparti di più per poter contribuire, devi avere queste competenze, questo diploma queste qualifiche, e devi essere produttivo, devi essere efficiente". Abbiamo creato tutti questi sistemi questa società folle, tutti questi schermi, tutte queste e-mail e dobbiamo imparare ad essere efficienti e produttivi. E Sorella Iro ha fatto una domanda: forse possiamo sentire quella pressione, la società ci chiede di ottimizzare, ma a vantaggio di chi? Rinunciare al nostro tempo, alla nostra energia, potremmo finire per sprecare la nostra vita, letteralmente impiegando il nostro tempo a creare un'abilità adatta ad un particolare sistema economico ma rinunciando a vivere la nostra vita. Potremmo perderci la nostra libertà, il nostro contatto con la natura, il tempo con gli amici, il sentirci a nostro agio nel nostro corpo. Con l’energia della consapevolezza abbiamo una possibilità. Per fermarci a guardare in profondità e riflettere davvero sulle nostre domande, "Cosa sto facendo con il mio tempo e la mia energia?" "Sto impiegando bene le mie risorse?" "Chi ne trae beneficio?" Ogni ora conta, la nostra vitalità è importante, come impieghiamo il nostro tempo, con chi lo passiamo. La Coscienza collettiva alla quale ci esponiamo Un giorno, alla Redazione, dopo aver bevuto il mio bicchiere d'acqua sono tornata verso la mia scrivania, e i miei colleghi imprecavano, litigavano , maltrattavano qualcun altro, ed erano molto aggressivi riguardo al programma successivo, e all'improvviso mi sono resa conto, "Io vivo in un'atmosfera tossica", Ed è stato letteralmente così. Lavoravo lì da circa 18 mesi ormai, bevendo la mia acqua ogni giorno, e all'improvviso mi sono detta: "Cosa sto facendo a me stessa?" "Cosa sto facendo a me stessa?" Quindi, praticare la consapevolezza sul posto di lavoro è davvero importante, perché puoi svegliarti e vedere, e, onestamente, giuro che il mio percorso di uscita dalla Redazione è iniziato in quella frazione di secondo. Quando mi sono svegliata, e ho visto la realtà del mio ambiente lavorativo. "Sono al sesto piano di questo gigantesco edificio a Westminster, a Londra, e sto sprecando la mia vita." Quella era un'espressione un po' forte, non volevo essere così drammatica! Quindi, un'altra cosa che volevo dire sui Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, l'abbiamo sentito stamattina, l'abbiamo letto nel testo, iniziano tutti con questa frase davvero forte: "Consapevole della sofferenza causata da..." Quando ci svegliamo, per apprezzare cosa sta realmente accadendo, e cosa c'è di sbagliato in quello che sta accadendo, c'è immediatamente un rilascio di energia e un'intenzione, una volontà, "voglio fare qualcosa al riguardo", "faccio voto, mi impegno a cambiare le mie scelte e la mia situazione". E ora godiamoci il suono della campana. Quando ci svegliamo e ci accorgiamo che qualcosa sta soffrendo, allora vogliamo capire le radici di quella sofferenza, come è venuta a crearsi, in modi semplici e in modi profondi. Se sto guardando una serie in TV di sera, e non riesco a resistere alla tentazione di guardare il prossimo episodio, e sto ancora guardando alle tre del mattino, e poi ho mal di testa il giorno dopo, la consapevolezza della sofferenza, il motivo della sofferenza, è molto chiaro. Quindi è davvero bello essere consapevoli, forse dovremmo avere un pop-up su certe app, per essere risvegliati in quei momenti, e quindi sapere cosa cambiare, per fare le cose in modo diverso. E questo vale sia a livello personale che a livello collettivo, il nostro modo di consumare può irrigare i nostri semi... di paura e ansia. Forse può esserci un modo diverso in cui leggiamo le notizie, possiamo mettere un timer per accorciare il nostro tempo sui social media. Forse le scelte che facciamo su come trascorriamo il nostro tempo e con chi lo trascorriamo, le persone di cui ci circondiamo, ci sollevano o ci tirano giù? Quindi, quando guardiamo in profondità alla sofferenza vediamo subito chiaramente la via d'uscita da essa. Così vediamo che c'è qualcosa che possiamo fare per fare la differenza, vediamo ciò che ha causato la sofferenza, e cosa possiamo fare. Thay ha descritto questo come il percorso che ha portato alla sofferenza, Lui li chiamava "il percorso della sofferenza", e "il percorso della felicità e del benessere". Alcuni di voi potrebbero aver riconosciuto in questo "Le Quattro Nobili Verità" un insegnamento buddista molto antico. Quello che stiamo facendo qui con i Cinque Addestramenti alla Cosapevolezza, rappresenta un percorso che ci sta conducendo attraverso e poi fuori dalla sofferenza. Quindi possiamo... Oh, sì! Un altro punto molto importante riguardo a questo, solo per sottolinearlo, forse l'avrete già capito, è che la funzione, lo scopo, l'intenzione della consapevolezza non è quello di rendere vivibile un mondo invivibile. La consapevolezza non serve ad aiutarci a sopravvivere in una situazione in cui non si può sopravvivere. Quando ero alla Redazione, la consapevolezza è iniziata aiutandomi a restare fedele a me stessa, nei giorni molto difficili e nei momenti davvero dolorosi, ma la consapevolezza portò in sé il seme dell’intuizione fino al giorno in cui quella consapevolezza disse: "Sei in un ambiente tossico, esci da qui" Non ha detto: "Resta in questo ambiente tossico e respira". E questo è davvero importante, perché a volte la consapevolezza viene introdotta in diverse condizioni, per accettare la tossicità per rendere sopportabile un ambiente lavorativo impossibile oppure anche... beh, persino nell'esercito oggi c'è consapevolezza , ma questa è un'altra storia, quando pratichiamo l'intero insegnamento, quando pratichiamo l'intera portata della Consapevolezza, come è espressa nei Cinque Addestramenti, essa porta con sé il seme di una via d'uscita per noi stessi e per la società, noi non perpetuiamo modi di essere ingiusti e tossici. Dovevo dirlo! Grazie! Quindi, potremmo... no, come posso dire, Quando sono arrivata qui per la prima volta, volevo capire questo: "Come posso contribuire ad un mondo migliore?". E all’inizio la mia risposta è stata: "Trasformerò l'informazione giornalistica" Ma ho iniziato a capire questo interrogativo molto più profondamente. "Come posso agire per contribuire ad un mondo migliore?" "Cosa posso fare... per contribuire... ad un mondo migliore?" Potremmo definirlo un kōan, un quesito senza risposta, e con i kōan è sempre importante definire i nostri termini. Come posso... come posso agire... Spero che questa settimana abbiate ottenuto un senso più profondo di Chi Siete, che noi tutti siamo... interconnessi a tutto ciò che esiste, rappresentiamo la stirpe dei nostri antenati, le nostre azioni avranno un impatto sui nostri discendenti, e che siamo profondamente influenzati dall’ambiente e dalla collettività che ci circondano. A volte possiamo tormentarci con questa domanda, se rendiamo il nostro "Io" troppo piccolo e ci limitiamo a questo corpo, al "piccolo me". In effetti, noi siamo un "grande me", un vasto sé inter-essenziale. Quindi se ci tormentiamo con questa domanda, può darsi che siamo intrappolati nel "Chi sono io?" E questo è un aspetto interessante del tipo di problema di azione collettiva al quale arriveremo, perché c'è un'altra parola che è molto importante proprio accanto ad esso, "agire" Qual'è il nostro concetto di azione? E il tema di questo ritiro è "L'amore in azione". Nel Buddismo abbiamo una parola precisa per indicare l'azione, e una comprensione molto chiara di essa. Consideriamo l'azione in maniera triplice, l'azione ha per noi tre aspetti potremmo chiamarla la tripla azione: è il nostro pensiero, la nostra parola, e la nostra azione fisica. È molto interessante considerare i nostri pensieri come azione. Il nostro Maestro ci diceva che i nostri pensieri portano la nostra firma, i nostri pensieri di odio, risentimento, rabbia, escono nel mondo e portano la nostra firma. I nostri pensieri d'amore, tolleranza, compassione, escono anche essi nel mondo e portano la nostra firma. Ci ha dato l'immagine di una specie di candela, e questa candela è come se irradiasse i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni, proprio come una candela irradia luce e calore. Proprio ora in questa sala sta avendo luogo un'azione, stiamo irradiando un'energia di Pace, di presenza, di ricerca e di quiete allo stesso tempo. E anche fuori della sala. Vi vedo. Stiamo irradiando quell'energia e, proprio come la candela, anche essa riceve il proprio calore, che fa sciogliere la cera, così che lo stoppino possa bruciare, riceve il proprio calore ed è illuminata dalla sua stessa luce. Allo stesso modo, noi riceviamo il nutrimento dei nostri pensieri, il nutrimento del nostro parlare e il nutrimento delle nostre azioni fisiche, ritornano in noi, e questo crea un impatto. Thay ha detto una cosa molto interessante, ha detto: "A volte diciamo qualcosa che forse non volevamo dire, che forse era vera solo in parte, e abbastanza rapidamente potrebbe ritorcersi contro di noi. e otteniamo quella che si chiama una retribuzione, e così dobbiamo scusarci o dare delle spiegazioni. E se la candela rappresenta il tempo, forse ciò è accaduto subito dopo che una certa frase, o un'azione ci è tornata indietro. E ha detto che potrebbero esserci alcuni atti, del pensiero, della parola o fisici, che invece ritornano più tardi, magari cinque, dieci, venti anni dopo, quindi è come se tornassero un po' più in basso lungo la candela. E poi alcune azioni ritorneranno dopo la nostra candela. E questa diventa la retribuzione collettiva nella nostra società e per la nostra discendenza. Quindi, il modo in cui pensiamo è importante, e questo è presente nel primo Addestramento alla Consapevolezza, possiamo avere pensieri di compassione, di tolleranza, e non di fanatismo e odio? Il modo in cui parliamo è importante. Possiamo parlare in un modo che ci innalzi a vicenda invece di abbatterci a vicenda? E il modo in cui agiamo è davvero importante, e forse, il tipo di azione più forte che potremmo intraprendere forse non è quella che necessariamente pensiamo sia la più forte. Così, ad esempio, quello che il fratello Bao Tang ha condiviso ieri, che l'azione di 400 o 500 giovani che camminano in Pace e Libertà sulla collina di New Hamlet quell'azione si è diffusa nel mondo, nessuno può cancellarla. Ecco un pensiero per voi. Tra cento anni vi piacerebbe che le persone nel mondo camminassero velocemente, stressate, inseguendo una sorta di illusione economica, scusate! Oppure preferireste che camminassero in Pace e Libertà nella Natura, ascoltando il Mondo Naturale, ascoltandosi gli uni con gli altri, ascoltando la sofferenza che è presente in se stessi e su questo pianeta? E se vogliamo che le generazioni future abbiano questo tipo di qualità spirituale, questa libertà, questo modo di essere nel futuro, dobbiamo iniziare a lavorarci ora. Facendolo ora insieme in questo ritiro rende già immediatamente più probabile che ciò accada tra un centinaio di anni. Se, uscendo da questo ritiro, sceglieremo un tratto della nostra vita quotidiana dove cammineremo in Pace e Libertà, ascoltando la Terra, ascoltando la sofferenza del mondo, renderemo immediatamente più probabile che ciò accada e sia disponibile per le generazioni future tra cento anni. È un'azione molto potente. Se perdiamo la capacità di camminare in Pace e Libertà, non c'è dubbio che anche le generazioni future non avranno la stessa capacità. Questa è la comprensione buddista dell'azione, quello che facciamo e come siamo, conta. E questo diventa davvero interessante, perché il tipo di futuro che vogliamo creare lo creiamo ogni giorno con il nostro corpo, con le nostre scelte e con i nostri modi di essere. Così, per esempio, un altro tipo di azione fisica veramente importante è il nostro modo di consumare. Thay ha fatto un'analisi piuttosto particolare di ciò che sta accadendo nella nostra Economia e nella nostra Società in questo momento. Ha detto che siamo una cultura consumistica, che consumiamo eccessivamente, consumiamo troppo, perché consumiamo per compensare la nostra sofferenza. perché non sappiamo come soffrire. Potete vedere molto facilmente tutte le industrie che abbiamo per aiutarci a nascondere la nostra sofferenza, come società, perché, come società, non sappiamo come soffrire. E ha anche detto che il grande potere di rivendicare il nostro diritto ad essere felici il nostro diritto di essere felici con poche condizioni, vivendo semplicemente, senza consumare molto, è una forma di resistenza a quella cultura collettiva del consumo, che sta distruggendo il nostro pianeta. Se sappiamo come soffrire e come essere felici, non avremo bisogno di consumare nel modo in cui la società ci spinge a fare. Capite? È davvero interessante, perché subito il praticare la consapevolezza, il gestire i nostri sentimenti dolorosi, prendendoci il diritto ad essere felici, reclamando la nostra felicità, rivendicandola, comporta un tipo di visione e impatto economico alternativo molto diretti, quindi la nostra consapevolezza ha qualcosa a che fare con la struttura economicha in cui viviamo. Possiamo resistere alla cultura del consumo se sappiamo essere felici, non consumando ma coabitando con i nostri sentimenti dolorosi, accompagnandoli, prendendoci cura del nostro tempo, trovando modi per stare con gli altri, per stare a contatto con la natura. Quindi, secondo il concetto buddista di azione, cambiare noi stessi e cambiare il sistema, sono due facce della stessa realtà, Non esiste alcun sistema che non dipenda dagli umani che lo hanno creato. Quando noi, come esseri umani, possiamo trasformare noi stessi, il sistema cambierà di conseguenza. Ed è per questo che potremmo anche dire che i Cinque Addestramenti alla Consapevolezza, sono come il modello del Plum Village per il cambiamento del Sistema. sono come il modello del Plum Village per il cambiamento del Sistema. Ed è davvero interessante, non diciamo: "Ah, riduciamo il sistema al cambiamento personale" non diciamo che non stiamo sfidando e affrontando strutture di potere molto grandi ma non stiamo diminuendo o negando a noi stessi il libero arbitrio e la libertà che abbiamo come esseri umani risvegliati. Non permetteremo loro di toglierci quella libertà e libero arbitrio. C'è un'altra cosa che vorrei dire sull'azione. Quando vogliamo sfidare il sistema in cui viviamo il modo più potente per sfidarlo è portando un’energia diversa in quel sistema. Quindi non usiamo gli strumenti del sistema per combattere quel sistema. Dobbiamo trovare dei modi per fare un passo al di fuori di esso e offrire un'energia e un modo di essere completamente diversi, quella è una sfida radicale al sistema, quella è la nostra resistenza spirituale. Quindi, la domanda per ognuno di noi è: come ci curiamo della nostra energia spirituale nella nostra vita quotidiana? come manteniamo quella fiamma, il fuoco, il bodhicitta dell'intenzione nel nostro cuore, la libertà... voglio dire, la libertà è una pratica che dovremo mantenere viva ogni settimana, ogni giorno, una volta lasciato questo ritiro. E la nostra connessione al nostro tipo interno di dimensione spirituale, attraverso l'energia della consapevolezza, è ciò che ci aiuterà a mantenere la nostra libertà nel sistema in cui viviamo e, infine, a creare un tipo diverso di futuro. Quando Thay ha detto: "Creiamo delle Comunità di Resistenza" capiva tutti i tipi di forze in gioco. Lui diceva sempre questo: "Dobbiamo rivendicare la nostra sovranità dal Sistema che noi stessi abbiamo creato". E ha detto: "Faremo questo creando delle Comunità di Resistenza" dove creeremo una sana Coscienza Collettiva dove avremo la stessa buona, coraggiosa, nobile intenzione e aspirazione dove nutriremo noi stessi, nel corpo e nella mente. Quindi la domanda per tutti voi che lasciate questo ritiro è: come intreccerete e costruirete le vostre Comunità di Resistenza intorno a voi? Chi saranno i vostri alleati? Come creerete una comunità? Possiamo creare comunità nei nostri luoghi di lavoro, possiamo rendere il tempo in cui lavoriamo con altre persone, un'occasione di vero e proprio incontro tra esseri umani. Pensate alle qualità di ascolto che abbiamo visto nella nostra condivisione del Dharma, non c'è motivo per cui non possiamo ascoltare i nostri colleghi, anche quelli più difficili. Credetemi, io l'ho fatto, è possibile! E sorprendentemente potente. Così, forse il nostro luogo di lavoro potrà assumere un maggiore spirito di comunità, potremmo sviluppare relazioni intenzionali con chi viviamo e dove viviamo. E vivere con persone che ci aiutino ad andare nella direzione... ci aiutino a resistere alla corrente e ad andare nella direzione in cui vogliamo andare, che è più reale, più autentica, e che, in un certo senso, può incarnare il mondo che vogliamo sia possibile per le generazioni future, nel nostro modo di consumare, nel nostro modo di trascorrere il nostro tempo, nel nostro modo di agire agire per proteggere e conservare piuttosto che per estrarre, sfruttare, distruggere. E quello che è interessante nelle nostre Comunità di Resistenza come avete scoperto questa settimana, poiché non abbiamo paura della sofferenza, come Comunità si sviluppa una sorta di meccanismo per cui, quanto più soffriamo, tanto maggiore è la nostra compassione. Così, le Comunità di Resistenza che siano consapevoli della sofferenza generano compassione in modo naturale. E abbiamo sentito anche, nelle domande di ieri, la preoccupazione che forse la compassione e la non violenza possano neutralizzare, possano avere come l'effetto di neutralizzare la lotta e la battaglia. Coesistere con la sofferenza, generare compassione di fronte alla sofferenza, quel tipo di compassione può essere molto potente. Nel Buddismo si dice che la compassione può essere feroce come il tuono. L'energia della compassione è un'energia potente, ed è un'energia che può, in un certo senso, creare e costruire, quando agiamo e resistiamo quando rispondiamo al sistema con un tipo di energia diversa il sistema ha in sé l'avidità, la bramosia, l'odio, la discriminazione, e noi vogliamo creare un diverso tipo di energia, quindi l'energia della compassione e della non-violenza è una potente alternativa. non è debole, ma porta dentro di sé una specie di... ha al suo interno la possibilità di nuovi e rigenerativi modi di essere. Così come l'odio e la discriminazione possono solo distruggere, la compassione può creare. Una volta fu chiesto a Thay perché i monaci non facessero più proteste e perché lui non andava a più conferenze sulla pace, e Lui rispose: "Vogliamo dimostrare che un altro modo di vivere è possibile, vogliamo incarnare e creare un modo alternativo di essere". Questo è ciò che voi state sperimentando ora. Questa è la visione che Thay aveva: "Voglio che centinaia di migliaia di giovani sperimentino qualcosa di diverso, per mostrare loro che un altro mondo è possibile". E questo è molto potente. È come se è così potente, più potente del semplice abbattere, per poi ricostruire e dimostrare così che qualcos'altro può essere creato. Thay ha detto che non possiamo cambiare il mondo se non cambiamo prima il nostro modo di vedere, il nostro modo di pensare, la nostra coscienza. il nostro modo di vedere, il nostro modo di pensare, la nostra coscienza. E il modo più breve per riassumere questo concetto è l'intuizione dell'inter-essere. Con l'intuizione dell'inter-essere possiamo vedere la vita è preziosa, il mondo è prezioso, gli esseri umani sono preziosi, il pianeta è prezioso, vediamo che siamo profondamente connessi alla Terra e siamo profondamente legati agli esseri umani che ci circondano. E quando possiamo mantenere viva questa intuizione con i Cinque Addestramenti, coltiviamo un modo completamente nuovo di vedere e di essere nel mondo. Quando vediamo che la Terra non è solo materia ma è viva, e ha dato origine alla vita, è qualcosa di sacro e prezioso. Non possiamo avere un lavoro, o agire in un modo che tratti la Terra solo come risorsa da sfruttare. E a livello di Società, questo è ciò che sta accadendo, vediamo la Terra non come qualcosa di sacro, non come qualcosa di vivo, ed è per questo che ci è possibile sfruttarla. Come società, potremmo vedere anche gli esseri umani come una risorsa da utilizzare per profitto e sfruttamento, e fintantoché vediamo gli esseri umani come una risorsa piuttosto che come noi stessi, potremmo persino vedere noi stessi come una risorsa, e trattare il nostro corpo come uno strumento per guadagnarsi da vivere, per ottenere uno stipendio, Ma noi siamo una meraviglia della Vita, siamo figli della Terra, anche il nostro corpo è sacro e il modo in cui ce ne prendiamo cura è così importante Ogni atto di vedere la nostra stessa dignità corporea come quella umana, rende possibile anche l'equità, la giustizia, e una società in cui tutti gli esseri umani hanno dignità, rispetto e sono trattati con rispetto. Quindi c'è una profonda connessione tra il nostro modo di vedere e comprendere cosa è un essere umano, cosa è la Terra, e il tipo di società che stiamo creando per le generazioni future. Quindi nel nostro modo di essere e di agire una volta lasciato questo ritiro, per favore, vedetevi così, come questa candela. Non è solo la tua attività professionale la tua eredità e il tuo contributo al mondo. Come sei, come vivi, il modo in cui pensi e come parli imprime tutto questo, lo rende possibile nel mondo, per il momento presente, ma anche per le generazioni future. Se vogliamo vivere in un mondo in cui gli esseri umani possano collaborare tra loro dobbiamo imparare proprio adesso, nel nostro tempo, nella nostra generazione, a collaborare, a stare, a sedersi e ascoltare persone che hanno punti di vista diversi. Se tracciamo una linea e rifiutiamo qualcuno quell'energia quel rifiuto quella negazione di umanità all'altra persona questo è ciò che imprimiamo sulle generazioni future. Le generazioni future faranno più fatica a collaborare, non sapranno sedersi in una stanza con persone con cui non vanno d'accordo, e se, come esseri umani vogliamo affrontare le sfide future dobbiamo farlo come una collettività, come una collettività diversificato, punti di vista diversi, culture diverse, diverse tradizioni spirituali, e ciò significa che dobbiamo sentirci a disagio con i sentimenti sgradevoli, a disagio nel trovarsi in stanze con persone che hanno punti di vista diversi dal nostro e imparare a capire, a essere curiosi, a collaborare, ad ascoltare. Ed è per questo che una delle abilità più importanti che vi abbiamo trasmesso questa settimana è stata quella dell'ascolto profondo. E, nel movimento per il clima, questa è la formazione che è più apprezzata e che siamo chiamati a dare in contesti diversi perché non possiamo risolvere i problemi nell’attuale stato di crisi, a meno che non riusciamo ad ascoltarci a vicenda e a sfruttare una sorta di intuizione collettiva per trovare una via d'uscita. E quindi, anche il nostro modo di ascoltare è un'azione potente che imprimiamo e rendiamo possibile per le generazioni future, in modo che possiamo davvero avere un mondo migliore. Grazie mille per l'ascolto, ho perso la cognizione del tempo. Spero che il team organizzatore sia qui e pronto con il prossimo annuncio. Intanto possiamo goderci tre suoni di campana, anche la campana è un atto di resistenza spirituale. Sottotitoli: La Stele di Rosetta www.youtube.com/@marioleonardi3891