Ursula von Rydingsvard: "Ona" | "Exclusive" | Art21

Filmed in August 2013, Ursula von Rydingsvard discusses her large-scale sculpture "Ona" (2013), which is permanently installed outside of Barclays Center in Brooklyn, New York. Originally made with cut cedar beams, the sculpture was cast in bronze at the Polich Tallix Fine Art Foundry, where von Rydingsvard is shown applying a patina to its undulating surface. By installing the work in a public space without security guards or barricades, von Rydingsvard is encouraging visitors to touch the work, to "see with one's hands."

Ursula von Rydingsvard builds towering cedar structures, creating an intricate network of individual beams and sensuous, puzzle-like surfaces. While abstract at its core, von Rydingsvard's work takes visual cues from the landscape, the human body, and utilitarian objects—such as the artist's collection of household vessels—and demonstrates an interest in the point where the man-made meets nature.

Learn more about the artist at:
http://www.art21.org/artists/ursula-von-rydingsvard

CREDITS: Producer: Ian Forster. Consulting Producers: Wesley Miller & Nick Ravich. Interview: Ian Forster. Camera: Ian Forster, Rafael Salazar & Ava Wiland. Sound: Amanda Long & Ava Wiland. Editor: Morgan Riles. Artwork Courtesy: Ursula von Rydingsvard & Barclays Center. Special Thanks: Polich Tallix Fine Art Foundry. Theme Music: Peter Foley.

"Exclusive" is supported, in part, by the New York City Department of Cultural Affairs in partnership with the City Council; 21c Museum Hotel, and by individual contributors.

[Ursula von Rydingsvard: "Ona"]

[suoni di macchinari]

Sto cercando di ottenere un aspetto
che abbia un'ampia gamma--

una variazione--

tra i diversi colori.

[VON RYDINGSVARD] E quindi l'ho fatto molto

[PHILIP CASTORE] Lo vedo. Mi piace.

[VON RYDINGSVARD] E ho fatto questo.

Ma ho davvero esagerato.

[CASTORE] Va bene.

[VON RYDINGSVARD] Ma tu, con le tue linee permeabili

potresti avere fatto la cosa migliore,

capisci cosa intendo?

[Philip castore, artista Patina]

[CASTORE] Bene, lo vedremo!

[VON RYDINGSVARD] Vedremo a cosa assomiglia.

Sto solo cercando di immaginare che cosa funzionerà!

Vicino ad un grande grande grande edificio di acciaio Corten.

Il pezzo "Ona" del Barclays Center

è davvero il maggiore pezzo che ho fatto in bronzo.

Non ho mai fatto niente di quella dimensione.

e 'ona' in polacco si riferisce a 'suo' o 'lei',

e ho pensato che c'è qualcosa di quella scultura

che ha qualche indizio di un sentimento femminile.

E' un nome semplice ed ha un riferimento

che ha un senso nella mia mente

in termini di cosa sembra quella scultura.

Sono rimasta sorpresa di usare i colori.

Di solito non sopporto i colori

perchè, in parte, non so come usarli.

Ma, inoltre, li sento abrasivi ai miei occhi.

E quindi sono rimasta sorpresa di fare questo con una patina.

Davvero non sapevo dove stavo andando,

e continuavo a pensare durante l'intero procedimento

di aggiungere la patina,

"Ursula, saresti dovuta restare sul tuo nero!"

Ma ero convinta che per il Barclays Center,

che è così carico di aspetto metallico--

l'acciaio Corten arrugginito.

Ero così convinta da desiderare qualcosa di più luminoso e splendente.

[CASTORE] Il calore apre i pori del bronzo

che prontamente assorbe la sostanza.

Si può avere un'applicazione umida oppure a secco.

Questo ti dà un aspetto diverso.

[VON RYDINGSVARD] Sono stata capace di fare compiere acrobazie al legno,

ed in qualche modo lo curvo per entrare dentro spazi

che non pensava di potere o volere (......).

Non lo posso fare con il metallo.

C'è un senso di frustrazione

perchè sento che non ho il pieno controllo.

La cosa bella che il legno può fare

è darmi così tanti dettagli.

Mi dà una base psicologica

e dettagli di quella base con cui lavorare.

Sicuramente non sto cercando di replicare il legno.

E voglio che si senta che è di metallo,

perché ovviamente sarà percepito così.

E voglio che appaia come metallo.

Comunque il bronzo, nel tempo,

in qualche modo trova la sua patina,

e quindi acquisisce il proprio aspetto.

Spesso queste sculture son grandi.

Spesso mi trovo su impalcature.

Sono su impalcature, di fatto, per un terzo della mia vita.

C'è sempre questa urgenza

per il fatto di avere ancora non molti anni.

E quando dicono, "Quando diventi vecchio, la vita diventa più facile,"--

non è vero.

Vedi, la mia più grande speranza è di trovare più coraggio,

di avere più fiducia in me stessa,

di avere più fede

per riuscire a fare cose che forse non riuscivo a fare prima.

E mi sento incredibilmente fortunata di avere quel tipo di talento-

quel tipo di cervello--

che lavorano con me.

Ho lavorato a Brooklyn per trentaquattro anni.

Mi rende felice che ci sia un pezzo di me a Brooklyn.

Era molto chiaro che questa non era una situazione da museo.

Volevo sentirlo

come se uno potesse approcciare il lavoro ...

che si potesse approcciare psicologicamente.

Uno può anche approcciarlo fisicamente.

Ma entrambi si mischierebbero in un certo modo.

In qualche modo, penso che uno possa quasi

vedere altrettanto con le proprie mani,

quando lo si sente.

Mi dà solo piacere avere la possibilità

di permettere alla gente di essere esposta all'arte,

se lo vogliono.

Non è una cosa che vorrei forzare su di loro.

Ma mi fa sentire bene.