video didamatica 7 maggio 2013

presentazione del laboratorio informatico iul 1° anno di corso

(DIDAttica inforMATICA)

(IUL L'università online per la scuola che cambia)

(Pisa, 7-8-9 Maggio - Area della Ricerca CNR)

[Rumori organizzativi]

[Andreas Formiconi]
Quando fanciullo venni
A pormi con le Muse in confidenza,

L'una di quelle mi pigliò per mano;

E per tutto quel giorno
La mi condusse intorno

A veder l'officina.

Mostrommi a parte a parte
Gli strumenti dell'arte,

E i servigi diversi
A che ciascun di loro

S'adopra nel lavoro
Delle prose e de' versi.

Io mirava e chiedea:
Musa, ma la lima ov'è?

Disse la Dea: "La lima è consumata
or facciam senza."

Ed io: "Ma di rifarla non vi cal,"
soggiungea, "quand'ella è stanca?"

Rispose: "Hassi da rifar,
ma il tempo manca."

Noi pensiamo che quando si tenta di fare un passo - si tenta -

di fare un passo un pochino più lungo verso-- nel futuro,

bisogna ancorarsi a un punto più remoto del passato

perché il presente, con la sua imponenza, oggi assordante,

rischia paradossalmente proprio di paralizzarci.

Questo è il fondamento del lavoro che vi stiamo descrivendo.

Vi stiamo descrivendo - chi?

Allora, è un laboratorio informatico ....., gli autori li nomino io

me li sarei scritti per benino per leggerli meglio.

Uso i nomi: Rosaria, di Roma

Sabrina, di Roma

Maria Antonietta di Palermo,

Laura, di Roma

Errica, di Varese - anche lei è qui.

[voce off] Manifestatevi, see siete qui.

[Formiconi] Allora, Errica, Laura, Beatrice di Marciano - Perugia

Lisa di Pontedera, Roberta di Macherio - eccola qui - e Claudia, di Talamona, Savona(?)

Allora io queste persone, salvo una, vabbene, le ho conosciute qui due ore fa:

abbiamo mangiato un panino insieme --

insieme al Presidente Giorgio Federici (?) della IUL, che è l'università

per la quale è stato fatto questo laboratorio, la Università Online.

Allora queste persone, cosa - facciamo parlare loro: io volevo che parlassero loro,

ma certo, in 10 minuti si farebbe un macello.

Allora mi sono organizzato così, perché io ho chiesto loro di inserire nel paper scientifico scritto

- Io, il mio contributi è piccino, io so solo -- sono uno che è stato nell'accademia per tanti anni,

so quanto ci si compete (?) Ma è come come un cavallo di Troia,

dentro ci ho mandato loro, non di scrivere in modo paludato, ma cosa sentono dopo

-- hanno sentito dopo questa esperienza. 3:32

Qualcuno mi dice: "Ma non è quantitativo". Secondo me, è quantitativo rispetto alla qualità,

cioè perché i numeri -- è il risultato di Totò, diciamo così.

Allora cominciamo - facciamo parlare prima - inizia Roberta:

"Io partivo letteralmente da zero. Le mie competenze si fermavano ad un corso lontano."

E prosegue Laura: "Il nostro prof, che io, personalmente, ho odiato,

quando non ho visto i miei soliti ------, libri, dispense, ecc."

Continua Errica: "Poche nozioni espresse in modo laboratoriale,

non sufficienti, per altro, ad arrivare alla fine del "compito":

va di scena il "cervello"; e poi si crede nella sterilità della "macchina"!"

E prosegue ancora Laura: "Cosa ha insegnato a me, questo?

Il “sapere collaborativo”, sempre proposto e perorato, ma mai sperimentato in prima persona;

è qualcosa a cui non puoi mettere confini, l’idea di uno è il punto di partenza per l’altro,

è spettacolare poter trasportare questo in classe, è l’entusiasmo della scoperta,

del poter contribuire a qualcosa, del saper di essere parte di qualcosa che coinvolge e fa volare le menti."

E continua Lisa: "Quanti luoghi comuni sul ruolo della rete, delle nuove tecnologie,

dell’uso dell’informatica, alimentati da me per prima."

E infine conclude Flavia: "I rapporti cosiddetti "virtuali", che spaventano molti educatori

non si sono per niente dimostrati asettici, ci siamo affiatate,

ci siamo conosciute attraverso i nostri post e i nostri commenti

e la riprova per alcune di noi è stata quando ci siamo viste per la prima volta in carne ed ossa,"

- loro si sono viste -

"e abbiamo cominciato a parlare: sembrava di conoscersi da sempre!"

"la conoscenza è stata veramente costruzione collaborativa e non individuale."

Allora, però questo è un laboratorio, eh, vabbene.

Che cosa è stato fatto in questo laboratorio?

Allora, ha avuto luogo dall'inizio di febbraio [sic] fino alla fine di dicembre: 60 giorni.

La fotografia - nel paper ci sono i numeri precisi - ma diciamo ........ subito,

è - sono state, è stato prodotto una grande quantità di materiale perché il laboratorio è basato sul fare.

La rela-- il canto ... Scherzo di Leopardi, in cui dice due meeravigliose immagini:

che noi sostanziamo, sostanzialmente.

la prima è la figura dell'insegnante che ti conduce per mano e ti mostra gli strumenti,

magari te li fa provare: mettiamoci là.

La Bottega artigianale, ti faccio fare un pezzetto, e poi guardo, poi pian piano -

si è sempre appreso così però.......

un milione d'anni ....

E l’altra è il tempo. Quando Errica dice: "... va di scena il "cervello"," vuol dire che in realtà,

Loro dicono che hanno fatto poco, ma in realtà si sono impegnate molto,

ma gli argomenti che sono stati dati loro sono pochi.

Il fatto è che hanno lavorato.

Per fare una cosa, anche apparentemente semplice, se la fai per davvero, ci vuole tempo.

E loro hanno speso, spendono tanto tempo, dopo cena, così,

sono persone che lavorano e hanno famiglia,

e questa consuetudine, di fatto, poi crea l’apprendimento vero

e l’entusiasmo che viene da loro descritto, di fatto, è la conseguenza di questa sperimentazione reale,

di questo apprendimento reale che ha avuto -- ha avuto luogo.

Come funziona?

Io ho una vasta esperienza di tecnologie di ogni tipo, dal fare ..... ingenieri,

.... di uno e di zero .......

a usare Google, a usare .....

fino anche a cambiare il pezzo di ....., eccetera.

Il futuro - chiedo perdono, che ci devono essere queste cose che sono utili -

ma il futuro per questo tipo di missione che qua.... fondo

non è nel mio ambiente....

ma è nell’imparare a stare nella rete, a dare valore alle informazioni corrette/non corrette,

ciò che si può fare, non si può fare, nell'essere autonomi.

Quindi loro fanno un blog ciascuno, che diventa come un quaderno.

Alla fine diventa un teacher (?) corporeo.

Io non glielo impongo questo lavoro: faccio sì che pian piano emerga.

Anch'io ho un blog. Il mio blog ritma il loro lavoro.

In sei -- in due mesi, io ho scritto all'incirca, ho avuto un post ogni due giorni.

Poi usano twitter, PiratePad (?)

un notepad da usare online per scrittura, quella relativa allo scambio di codice,

e qui, quindi troviamo magari una maestra mamma che dopo cena abbia sistemato tutti,

aggeggia con un pezzo di codice per fare gli effetti a un video in un sito

e se lo scambia con .... altre

e sviluppano -- e fanno una cosa che potrebbe fare ......

Quindi diventano autonome, diventano persone che si collocano diversamente nei confronti dei giovani,

nel senso che scompare quella sensazione di handicap

che ha la nostra generazione e che affronta questo problema.

I nostri giovani vivono due mondi: questo e quell’altro.

Noi stiamo di qua, e quando facciamo gli educatori

questo crea una situazione grave, difficile, inedita (?) nel mondo.

Allora, ci sono 2 strade: aspettiamo di morire come generazione (e non è una gran bella soluzione),

oppure, rimbocchiamoci le maniche.

Perché queste persone, quando vengono messe nelle condizioni di operare per davvero,

diventano più brave dei nativi digitali.

Io ne so qualcosa perché io così lavoro da circa 7/8 anni con .... e studenti.

Allora lo scopo, quindi, è questo.

Il difetto di questo lavoro: sono poche.

Questo -- nel paper son descritte dodici persone; qui ne abbiamo cinque.

Allora abbiamo quindi fatto partire un Massive Open Online Course con la stessa filosofia.

Non ha i risultati preliminari, siamo a metà, abbiamo ottenuto 467 - 472 iscrizioni, in 160 sono attivi,

quindi con un rate di partecipazione del circa 35%,

che per i MOOC del mondo è estremamente elevato perché di solito stanno tra il 5 e il 30%.

Altro non dico, perché io dei numeri parlo quando poi i giochi sono fatti.

E comunque questa è l’esperienza che volevamo raccontarvi. Grazie ....

[Applausi]

[Voce off] Domande? Vado io (?)

[Elena Caldisola] Io questa mattina ho preso la .... naturalmente in treno con queste tre ragazze - le chiamo ragazze.

[Voce off] Cinquantenni.

[Caldirola] Eravamo sedute
[Voce off] Pazzesco!

[Caldirola] nello stesso compartimento.

Le ho sentito parlare e ho avuto l'impressione di persone che si conoscevano da una vita,

proprio.....

e che si scambiavano, come diceva prima Andreas, che ho conosciuto fisicamente solo oggi,

...... -ale

pezzi di informazione.... e di altro. (11:34)