-
Stiamo vivendo un periodo storico.
-
La prima grande riforma risale ai primi dell'ottocento,
-
quando le università moderne introdussero le discipline scientifiche.
-
Guardandoci indietro noi vediamo che tali discipline
-
hanno permesso un grande progresso.
-
ma hanno anche limitato la conoscenza
-
separate l'una dall'altra.
-
Questa separazione non ci ha permesso
-
di considerare i problemi fondamentali, globali,
-
non solo quelli individuali
-
ma quelli delle nostre vite da cittadini e esseri umani su questo pianeta.
-
Dovremmo riflettere sul fatto che ciò sostituisce la conoscenza,
-
ma non rimpiazza - nemmeno all'università - una riflessione su cosa sia la conoscenza.
-
In altre parole il rischio dell'errore e l'illusione, che esistono sempre.
-
Noi possiamo riconoscere gli errori e le illusioni del passato
-
ma ovviamente, immersi nel presente, non abbiamo la capacità di riconoscerli
-
Perché abbiamo questo problema?
-
Perché tutta la conoscenza è una traduzione del reale attraverso percezione, linguaggio, idee e teorie.
-
Allora ogni traduzione - come dicono in italiano "traduttore, traditore" - rischia di essere infedele.
-
Quindi che succede?
-
Che i dati sono misinterpretati, c'è un rischio di errore;
-
perciò noi dovremmo insegnare e fare attenzione nell'ambito della conoscenza,
-
e indicare il sentiero a una conoscenza adeguata.
-
Qual è il sentiero?
-
Sapere come contestualizzare la conoscenza
-
non solo geograficamente, ma anche storicamente,
-
inserendola nel contesto a cui appartiene.
-
La tragedia è che oggi noi abbiamo esperti molto capaci e allenati in una specialità,
-
ma quando il problema eccede quelle specialità, loro sono perduti.
-
Economisti che hanno sviluppato una scienza sociale precisa basata su operazioni matematiche,
-
sono disarmati di fronte al progredire della crisi;
-
perché semplicemente non obbedisce solo all'economia,
-
ma anche a tutta un'altra serie di condizioni.
-
Quindi quei calcoli non possono comprendere la sofferenza
-
e i problemi umani delle nostre vite.
-
Dobbiamo imparare cosa significa umano;
-
a scuola nessuno ci insegna di cosa si tratti.
-
Significa capire la nostra connessione col mondo naturale,
-
ma anche le nostre differenze.
-
La nostra coscienza e la nostra cultura ci rendono differenti dalla natura.
-
Abbiamo una doppia identità: una biologica e una umana.
-
Questo è ciò che significa essere umani.
-
Inoltre, la letteratura raffigura l'umano nella sua vita soggettiva,
-
cosa che non può fare la scienza oggettiva.
-
Noi abbiamo definito l'essere umano come "homo sapiens",
-
che significa dotato di ragione.
-
Per come la penso io, l'essere umano è sapiens e demens,
-
capace di ragione e di pazzia.
-
La follia è ciò che gli antichi chiamavano delirium.
-
Tutti i grandi conquistatori erano ambiziosi e ossessionati dal potere.
-
Noi passiamo il nostro tempo muovendoci tra follia e ragione.
-
Ogni volta che facciamo qualcosa di razionale, noi usiamo le nostre emozioni.
-
Anche i matematici sono appassionati per ciò che fanno,
-
perciò come può una persona combinare razionalità e sentimento?
-
Queste domande chiave dovrebbero esser parte dell'educazione di ognuno.
-
Abbiamo inoltre definito l'uomo come "homo faber",
-
che significa "che costruisce arnesi",
-
ma dai tempi della preistoria gli arnesi non erano l'unico sviluppo.
-
Mitologie e religioni furono create,
-
questi sono due aspetti umani.
-
L'uomo non è solo un tecnico,
-
ha anche una straordinaria vita spirituale e mitologica.
-
Si è parlato anche dell'"homo oeconomicus",
-
che significa definire l'uomo sulla base dei suoi interessi.
-
E' sempre più vero nell'ambito della nostra civiltà,
-
però esistono molte attività disinteressate, anche nella nostra civiltà.
-
C'è l'uomo ludens, che è quello che gioca;
-
tutti noi amiamo giocare, amiamo tutti i tipi di giochi,
-
che spesso sono disinteressati e possono anche farci dimenticare dei nostri interessi.
-
In conclusione posso definire la vita una doppia polarità
-
tra prosa, ovvero tutte le cose che dobbiamo fare e che non amiamo fare,
-
e poesia, che ci riempie grazie alla nostra comunità, amore, amicizia e gioco;
-
ed è la poesia del vivere che ci rende vivi.
-
La prosa è solo sopravvivenza.
-
Un compito dell'educazione
-
è spiegare che le persone devono sviluppare la loro capacità per godere della vita in maniera poetica.
-
Pertanto, insegnare l'estetica, la musica, la pittura e l'arte in generale
-
non è più solo un lusso,
-
ma un modo per godere dell'aspetto poetico della vita,
-
come guardare una farfalla o un volatile.
-
Dobbiamo smettere di identificare l'educazione con l'elevata produttività,
-
mercificazione e professionalizzazione
-
e tornare all'idea di Rousseau,
-
per cui imparare a vivere significava imparare a vivere poeticamente.
-
La nostra identità è legata all'umano.
-
Noi abbiamo tutti lo stesso tipo di cervello,
-
le stesse abilità emotive,
-
la stessa anatomia,
-
la stessa fisiologia,
-
ma con differenze individuali.
-
Allo stesso modo noi abbiamo tutti una certa cultura,
-
come il linguaggio, credenze e tecniche che differiscono da una società all'altra.
-
Questo significa che c'è una profonda unità umana
-
che porta a una grande diversità.
-
Dobbiamo fare attenzione a questa unità,
-
ma non dobbiamo pensare che la diversità abbia una importanza secondaria.
-
Il tesoro dell'unità umana è la diversità umana, e viceversa.
-
Noi oggi condividiamo lo stesso futuro,
-
nell'epoca planetaria che viviamo.
-
Abbiamo gli stessi problemi vitali e gli stessi pericoli fatali,
-
come lo sviluppo di armi nucleari,
-
la degradazione della biosfera
-
e una economia instabile, orientata alle crisi.
-
Per questo noi dobbiamo considerare la terra come la nostra casa.
-
Dobbiamo rispettare la diversità di ogni paese,
-
ma anche introdurre questa idea di unione fondamentale.
-
Ciò significa che abbiamo doveri per noi,
-
per la nostra famiglia,
-
ma anche per la nostra società.
-
Non abbiamo solo dei diritti, quelli delle democrazie,
-
ma anche doveri,
-
perché noi siamo uno, inseparabili.
-
Da oggi noi sappiamo che il futuro è incerto,
-
non solo per ognuno di noi, ma anche per il pianeta;
-
e sappiamo che questa incertezza crea ansie e paure.
-
Per me, ciò che è decisivo
-
è che le scienze, fisica molecolare, cosmologia,
-
scienze dell'universo
-
e anche la contemporanea teoria del caos,
-
ci insegnano che tutta la nostra conoscenza contiene incertezze;
-
e noi sappiamo anche che l'evoluzione biologica non è lineare.
-
E' stata accentuata da catastrofi, cataclismi, rinascite,
-
così la storia umana,
-
che è stata un "sound and fury" come diceva Shakespeare.
-
Perciò noi abbiamo sempre saputo che le cose sono incerte,
-
ma ce ne siamo dimenticati.
-
Cosa è importante nell'affrontare l'incertezza?
-
Primo, l'attenzione al fatto che il presente non è immobile
-
come molte persone pigre tendono a credere,
-
finché non succede qualcosa.
-
La nostra prima massima deve essere "aspettati l'inaspettato".
-
Il secondo aspetto chiave da considerare
-
è che tutte le decisioni che dobbiamo prendere,
-
sia personali che politiche,
-
non sono altro che scommesse.
-
Non abbiamo la certezza che avranno successo.
-
Una volta che noi abbiamo questa attenzione,
-
possiamo monitorare le nostre azioni e modificare la nostra strategia,
-
tenendo conto degli eventi per trasformarli.
-
Perché la parola "strategia" è un termine bellico?
-
Perché l'arte della guerra è un'arte che ha a che fare con le incertezze.
-
Non conosciamo le intenzioni del nostro avversario
-
o le mosse pianificate;
-
ed è un modo di pensare che è capace di
-
- è anche un'arte come tutto il pensiero avanzato -
-
trasformare un evento che avviene
-
e integrarlo,
-
così da mutare la strategia dell'altro.
-
Come fece Napoleone ad Austerlitz,
-
quando utilizzò la nebbia per cambiare la sua strategia e vincere.
-
Il più grande problema della comprensione umana ha due livelli.
-
Un primo livello è la comprensione tra gli esseri umani
-
o tra culture differenti, differenti credenze o riti.
-
La sfida è sfuggire a una visione sociocentrica,
-
credendo che la propria società sia vera
-
cosa succede altrove sia bizzarro, folle o privo di significato.
-
Questo è un punto importante.
-
C'è un altro problema,
-
quello che chiamiamo "dialogo tra culture",
-
che andrebbe affrontato con un aumento della comunicazione;
-
ma esiste un'altra fonte di incomprensione,
-
ed è l'egocentrismo individualista.
-
Noi pensiamo di aver sempre ragione
-
e che gli altri abbiano sempre torto,
-
non ci poniamo domande
-
e la tragedia è vedere ciò nelle famiglie:
-
incomprensioni tra persone sposate che portano al divorzio,
-
tra genitori e figli e viceversa.
-
Queste incomprensioni stanno aumentando
-
e, per affrontarle, l'educazione dovrebbe insegnarci
-
a guardare e a criticare noi stessi,
-
così da essere in grado di vedere come ogni persona si inganni.
-
Un principio cruciale è essere consci della complessità:
-
quando non comprendiamo l'altro
-
è perché l'abbiamo ridotto al più detestabile aspetto della sua persona.
-
Hegel disse:
-
"Se chiamo una persona che ha commesso un crimine nella sua vita,
-
criminale,
-
io dimentico tutti gli altri aspetti della sua personalità,
-
della sua vita,
-
eccetto quello."
-
Noi dobbiamo ricordarci della complessità,
-
guardare ai molteplici aspetti dell'altro,
-
non solo ciò che non ci piace, ma anche gli altri lati.
-
Insegnare alle persone come mostrare sensibilità
-
è molto importante.
-
Io sento che è un ruolo fondamentale dell'educazione.