-
[Karharina Grosse]
Per me è affascinante
-
ricreare una nuova idea di pittura.
-
Non si tratta solo di metodologie formali,
come il volume e il colore,
-
si tratta anche di come il dipinto appare
nello spazio pubblico.
-
La superficie può essere
rozza e ingombrante
-
io la posso dipingere con gli acquerelli
-
il risultato è bizzarro.
-
Si tratta di un tipo di pittura intima,
-
ma su larga scala.
-
È come pensare ad alta voce,
-
questo è il mio modo di lavorare.
-
Il risultato finale è un volume
che galleggia per questa foresta.
-
Ho visto questo posto e ho pensato
che fosse molto interessante lavorare
-
con gli alberi-
-
Per rendere gli alberi una parte importante
dell'immagine complessiva finale.
-
Queste immagini iconiche mi affascinano,
ad esempio gli alberi, il suolo
-
il paesaggio.
-
In quel parco, gli alberi sono rigidi
come piccoli soldati.
-
Ho pensato di inserire qualcosa nel mezzo
come se fosse un enorme pila di legname,
-
che è giunto e fatto volare lì
da un potere
-
che non siamo in grado di spiegare,
ma sappiamo che è lì.
-
La semplice presenza
di oggetti di diverse dimensioni
-
ci porta a pensare
che qualcosa deve essere successo,
-
ma non capiamo cosa sia.
-
Gli alberi sono piccoli e fragili,
ma sono comunque più alti dell'opera.
-
Gli alberi ridimensionano il mio lavoro.
-
Gli edifici intorno sono alti
e questa è una sfida per un lavoro all'aperto.
-
In questi lavori su grande scala,
il lavoro di squadra è importante, in particolare per MetroTech.
-
È l'installazione più grane
che abbia mai fatto.
-
Dovevamo produrre 18 pezzi
in breve tempo.
-
Ho creato dei modelli
e ne abbiamo discusso via Skype.
-
Amaral ha creato questi oggetti,
-
plastificarli
-
renderli duraturi e duri
con vetroresina e resina.
-
Ci servivano persone che se ne occupassero,
che li spostassero,
-
che li portassero a destinazione,
e capissero come montarli insieme.
-
Ho iniziato a lavorare con mio fratello
tre anni fa.
-
È un ingegnere.
-
È la prima volta che ho in squadra
qualcuno che non sia del mondo dell'arte.
-
Si è unito a noi durante un progetto enorme
per la Temporäre Kunsthalle di Berlino
-
dove abbiamo costruito elissi
che si appoggiavano ai muri.
-
E le elissi erano alte nove metri.
-
Dovevamo lavorare con un costruttore navale
e un ingegnere strutturale,
-
mettendo insieme i pezzi
e issarli per posizionarli.
-
È stato un bel momento.
-
Lui sa molto bene come connettere
la teoria necessaria
-
a capire il processo ingegneristico,
-
e conosce il linguaggio e le parole.
-
Poi, può venire da me
alla fine della giornata,
-
e dire:
"guarda qui ci serve questo bullone."
-
Da bambini eravamo molto uniti.
-
È diventato un membro indispensabile
della mia squadra.
-
Da bambini,
i nostri genitori ci portavano ovunque.
-
Ci portavano a vedere dipinti, disegni.
-
Andavamo anche spesso a teatro.
-
Entrambi i miei genitori hanno avuto
una grande influenza.
-
Mia madre disegnava e dipingeva,
-
poi cucinava
e ci portava a lezione di musica.
-
Non si definiva un'artista.
-
Sono io che mi dico
che mia madre era un'artista.
-
È lei che ha scoperto
che avevo un talento per le arti visive.
-
Una mattina, avevo fatto
un lavoro con gli acquerelli,
-
avevo copiato una foto in bianco e nero
da un giornale.
-
Pensava fosse fantastico.
-
Mi incoraggiò a continuare.
-
Mia madre ci faceva dipingere
i muri del garage.
-
Ci riuniva e diceva,
"facciamo dei piccoli disegni
-
e vediamo qual è il risultato finale."
-
Era normale per noi dipingere.
-
Il mio lavoro non si basa sulle idee
ma sui pensieri.
-
Il pensiero è un sentimento più fluido
che necessita di riscontro
-
e che si modifica nel processo.
-
Quindi, ho un accordo con me stessa
nel momento in cui inizio qualcosa.
-
Quell'accordo si basa su un giudizio.
-
Per esempio, io voglio che due elementi
coincidano escludendosi a vicenda.
-
Come può funzionare in quel dipinto
o nell'ambiente della galleria
-
con la sua struttura architettonica.
-
Mentre lavoro,
mentre uso strumenti e colori
-
ricevo un riscontro immediato
dal materializzarsi di quel primo accordo
-
che potrebbe cambiare la relazione
che ho con quell'accordo.
-
Queste informazioni,
-
a ogni passo possono cambiare
-
e questo è il flusso dei pensieri
che trovo immensamente interessante
-
e non può essere deciso
e scritto su pietra dall'inizio.
-
Per il Nasher, volevo fare qualcosa
che non fosse una scultura
-
e che non usasse lo spazio
come un luogo per essere ostentato.
-
Ci sono due grandi pannelli di vetro
-
e il resto sono muri.
-
E ci si può spostare tra questi.
-
Perciò puoi vedere attraverso l'edificio,
-
verso il giardino, le piante
e le sculture che si assomigliavano.ù
-
Come si può essere riconoscibili
in questa situazione?
-
Deve essere una sorta di spazio negativo
che coincida un movimento dipinto.
-
È meraviglioso che l'invito
a un museo di sculture coincida
-
con il mio desiderio di creare
uno spazio negativo del volume
-
con un dipinto posto sopra
a quello spazio negativo.
-
È un confronto fantastico
tra questi due pensieri.
-
Ho iniziato a pensare all'esperimento
come qualcosa che occupasse lo spazio
-
come se fosse stato preso dalla scatola
e gettato lì.
-
Non volevo che il pezzo si relazionasse
con altre cose,
-
volevo che si appoggiasse al muro
-
esattamente nel punto di connessione
tra il muro e il pavimento
-
e che quel collegamento fosse coperto
dal mio lavoro.
-
Così da rendere impossibile riconoscere
quale fosse il pavimento e quale il muro,
-
che al Nasher sono molto simili,
la pietra calcarea del muro e il pavimento.
-
E ho fatto qualcosa
che uscisse da quello spazio.
-
Volevo qualcosa che fosse all'interno
e uscisse all'esterno oltre il vetro.
-
Questa è la Kunsthaus in Graz, Austria,
e un edificio meraviglioso.
-
È una bolla.
-
Una forma molto organica.
-
Qui farò uno spettacolo relativo
-
a una delle mie domande fondamentali,
-
Come può un dipinto apparire in uno spazio
e cosa serve per mostrarlo?
-
Non voglio mettere mura in quello spazio
-
che mi permetterebbero
di mostrare delle tele.
-
La gabbia di metallo è il tetto.
-
L'abbiamo fatto così perché posso lavorare
nello spazio dall'alto.
-
Questi blocchi di polistirene sono mura solide
su cui è possibile dipingere.
-
Oltre al polistirene, non ho blocchi
che determino lo spazio dei muri.
-
Non ci sono finestre eccetto queste aperture
nel soffitto con le luci.
-
Userò la tela o un tessuto spesso,
forse della tela per vele.
-
La voglio stropicciare.
-
E in certi casi voglio dipingere
sulla superficie
-
e in atri casi
-
si potrà camminare sulla tela
o attraverso l'istallazione.
-
Il processo di pittura verrà fatto in loco.
-
Stiamo cercando di capire
come costruire queste increspature
-
su grandi dimensioni?
-
Perché trovo che lo spazio
che si crea tra le pieghe è interessante.
-
Mi piace l'idea di camminare
in una struttura difficile da vedere come unica.
-
Mi affascina la condizione di essere
-
parte di qualcosa
e allo stesso tempo di osservarla.
-
Credo sia la nostra condizione abituale.
-
Tutto ciò ha molto a che fare
con le dimensioni.
-
Penso che siamo capaci
di pensare in grande e allo stesso tempo
-
siamo minuscoli in relazione
a ciò che ci circonda.
-
Perciò cambi le tue dimensioni
mentre cammini.
-
Il cambio di dimensioni in questa mostra
è davvero una cosa interessate.
-
E credo che sia quello
che c'era di interessante a Nasher.
-
La camera del fango al piano di sotto
era l'unico spazio
-
senza alcun legame con il giardino.
-
E al piano di sopra avevo il pezzo
più analitico in relazione
-
con il giardino, le piante, eccetera.
-
Sono molto avventurosa.
-
Sono cresciuta facendo escursioni
e arrampicandomi in montagna.
-
Più tardi rimasi affascinata
dagli spazi che incontri
-
in un paesaggio
e nel dipingere quel paesaggio,
-
perché ti siedi in un luogo vasto
e puoi vedere attorno a te a 360 gradi.
-
E poi inizia a pensare se c'è un ordine?
-
Cosa percepisco?
-
E come posso progettare un ordine
da ciò che mi circonda?
-
Il paesaggio è un luogo non burocratico.
-
In un paesaggio,
le gerarchie cambiano velocemente.
-
Qualcosa che era utile un minuto fa
-
risulta meno interessante
un paio di passi più in là sulla destra.
-
Perciò c'è una gerarchia instabile,
fluida nel paesaggio.
-
[Donna 1]
Sono curiosa, come è nata l'idea
-
di creare quest'installazione?
-
Dove hai preso l'ispirazione?
-
[Katharina] Tutti conosciamo gli alberi
in un modo o nell'altro.
-
Tutti andiamo al parco o nei boschi.
-
Ma qualcosa è successo agli alberi,
-
non sappiamo cos'è,
-
ma non sono dove li vediamo solitamente.
-
Amo ciò che accade a materiale
e all'immagine quando è dipinta.
-
Si trasforma in qualcosa di nuovo.
-
Qualcosa che non è più un albero,
ma allo stesso tempo è un albero.
-
E amo questo paradosso.
-
[Donna 1]
È da qui che nasce il tittolo?
-
[Katharina]
Sì, non lo sai davvero.
-
Vedi qualcosa da lontano e pensi,
"Oh, ma quello è un uccello."
-
Poi, ti avvicini e vedi
una busta di plastica.
-
Penso che questo tipo di ambiguità
è sempre presente.
-
[Donna 1]
È la prima volta
-
che lavori con questi materiali?
-
[Katharina]
Con gli alberi?
-
Sì.
-
[Donna 1]
Gli alberi?
-
[Katharina]
Ho iniziato a interessarmi a questa
-
tradizioni della scultura dipinta,
-
del 3D dipinto.
-
E ho usato un paio di questi elementi
che sono molto forti.
-
come il fango e il suolo
-
che sono importante per la nostra vita.
-
Le foreste hanno una struttura grandiosa,
all'improvviso questa forma lineare si divide.
-
[Donna 2] Quindi come hai messo insieme
i pezzi a tua disposizione?
-
[Katharina] Lo puoi vedere,
qui c'è il taglio.
-
Quello è l'albero.
-
Questo è stato messo insieme.
-
È tutta finzione.
-
Nel momento in cui pensi,
che si tratti di un albero vero
-
vedi il taglio.
-
È un albero revisionato.
-
[Donna 2] Giusto.
-
[Katharina] Sì.
-
[Donna 2]
Come hai scelto i colori?
-
[Katharina]
Si tratta della luce che hai
-
nello spazio.
-
Lo spazio è molto scuro.
-
Perciò volevo
che ci fosse qualcosa che riflettesse
-
perciò il giallo era importante per me.
-
Il giallo davanti è diverso
-
da quello dietro le radici.
-
Giusto.
-
Perché sembra che brilli.
-
[Donna 2] È vero.
-
[Katharina] Uso colori grezzi,
non mescolati.
-
Mi piace il rapporto grezzo e diretto
con il proprio corpo.
-
È come la voce di un cantante, credo,
-
questo è ciò che ha il colore.
-
[Donna 1] Hai molto da dire.
-
[Katharina]
Sì, è vero.
-
Ho molto da dire. Sì.
-
[Uomo 1] Tutti i blocchi formano
un'unica grande tela.
-
Ora che Katharina ha dipinto,
metteremo insieme la tela.
-
Perciò allineare le sue pennellate,
-
come si suol dire,
-
è molto importate ed essenziale
alla scultura stessa.
-
[Katharina] Sono una pittrice?
-
Sono una scultrice?
-
Non lo so.
-
Parlo con il mondo mentre ci dipingo sopra.
-
O con esso.
-
O in esso.
-
È la collisione di cose
con l'immagine dipinta.
-
Qualcosa che giunge dall'unione
di pezzi che non possono più essere separati.
-
C'è la parte plastica e scultorea.
-
Se la elimino, il dipinto scompare
-
e se tolgo il dipinto
-
non c'è più la metamorfosi.
-
Perciò queste cose in un certo senso stanno insieme,
anche se arrivano
-
da due mondi diversi.
-
Non è necessario decidere se sei
un pittore o uno scultore.
-
Non rende il tuo lavoro più chiaro
o radicale.
-
Mi piace proprio osservare le cose.
-
E mi piace avere qualcosa
di figo da guardare.
-
Perciò faccio questo anche per me stessa.ù
-
Nel processo creativo, apprezzo molto
ciò che sorge dalla produzione.
-
Mi diverto, sai?
È una forma di intrattenimento.
-
Ma deve essere complesso, divertente,
ridicolo e complicato.
-
Si tratta di inganni,
che infliggo a me e agli altri.
-
-
Non dovete credermi.