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Selfie - un'analisi visiva | Elizabeth Urbanski | TEDxNavesink

  • 0:15 - 0:19
    Salve a tutti,
    oggi parleremo dei selfie.
  • 0:19 - 0:23
    I selfie sono il modo
    più moderno che esista
  • 0:23 - 0:26
    di mostrare immagini di noi stessi.
  • 0:26 - 0:30
    Ma abbiamo mostrato immagini
    di noi stessi per migliaia di anni.
  • 0:30 - 0:32
    Quindi, durante questa conferenza,
    esamineremo
  • 0:32 - 0:34
    la relazione tra quello
    che stiamo facendo ora,
  • 0:34 - 0:37
    e quello che abbiamo fatto in passato.
  • 0:37 - 0:40
    Immaginate, per esempio,
    di non sapere cosa sia un selfie
  • 0:40 - 0:43
    perché magari vostro figlio
    non ha Instagram,
  • 0:43 - 0:46
    ve lo spiego io:
    un selfie è un autoritratto istantaneo
  • 0:46 - 0:51
    che si scatta con il cellulare,
    si stende il braccio, e si scatta.
  • 0:51 - 0:52
    Si fa tutto da soli,
  • 0:52 - 0:55
    senza fotografo professionale,
    senza redattore,
  • 0:55 - 0:56
    senza curatore d'immagine.
  • 0:56 - 1:01
    E poi si carica subito su Internet
    per un consumo globale.
  • 1:01 - 1:06
    La tua vita personale
    è sotto gli occhi di tutti.
  • 1:08 - 1:13
    Scattando selfie si diventa
    creatore e soggetto,
  • 1:13 - 1:16
    e si prepara la coreografia
    di come si apparirà nel selfie:
  • 1:16 - 1:20
    si sceglie il linguaggio del corpo,
    la distanza dalla fotocamera,
  • 1:20 - 1:23
    dove guardare,
    cosa indossare, lo sfondo,
  • 1:23 - 1:26
    e, soprattutto,
    l'espressione facciale.
  • 1:28 - 1:32
    Il mezzo stesso ha un'estetica precisa.
  • 1:32 - 1:35
    Per prima cosa, la maggior parte
    dei selfie ha un formato rettangolare,
  • 1:35 - 1:40
    spesso sono visti su scala intima,
    sul cellulare o altri dispositivi mobili.
  • 1:41 - 1:45
    Hanno una specifica
    distorsione fotografica
  • 1:45 - 1:48
    che spesso è dovuta
    all'estensione del braccio
  • 1:48 - 1:50
    alla prossimità della telecamera,
  • 1:50 - 1:54
    per cui il viso, o parte dello sfondo,
    possono risultare distorti.
  • 1:54 - 1:57
    E poi, proprio per la prossimità
    dell'estensione del braccio,
  • 1:57 - 2:01
    la foto stessa assume un senso spaziale
    superficiale, schiacciato.
  • 2:01 - 2:03
    Molti selfie,
  • 2:03 - 2:07
    forse in base all'esperienza,
    hanno una sfumatura propria,
  • 2:07 - 2:12
    e molti assumono una morbida,
    insatura tonalità seppia
  • 2:12 - 2:15
    che dà quasi un senso di nostalgia.
  • 2:17 - 2:22
    Molti considerano i selfie
    narcisistici, e parecchi lo sono:
  • 2:22 - 2:25
    la maggior parte della gente
    non può fare a meno di rimirarsi.
  • 2:25 - 2:28
    In fondo, diamo tutti
    un'occhiata allo specchio
  • 2:28 - 2:30
    per vedere come vanno le cose.
  • 2:30 - 2:32
    (Risate)
  • 2:32 - 2:34
    Ma pensiamo ai selfie
    in relazione alla storia dell'arte.
  • 2:34 - 2:38
    Sono tradizionali o rivoluzionari?
  • 2:38 - 2:41
    Tradizionalmente, quando una persona
    si faceva fare un ritratto,
  • 2:41 - 2:45
    si affidava a unartista che dipingeva
    secondo il suo gusto artistico.
  • 2:45 - 2:48
    Ecco un'immagine di Luigi XIV,
    il Re Sole.
  • 2:48 - 2:52
    L'artista ha colto perfettamente
  • 2:52 - 2:56
    la sua visione del mondo,
    come voleva essere visto.
  • 2:57 - 2:58
    A volte,
  • 3:00 - 3:02
    pur essendo la persona
    più potente al mondo,
  • 3:02 - 3:05
    e pur assumendo il miglior artista,
  • 3:05 - 3:08
    non si otteneva sempre
    un ritratto lusinghiero.
  • 3:11 - 3:15
    Ma oggi ci siamo liberati dell'artista
    come canale, come intermediario.
  • 3:16 - 3:18
    Tutti sono degli artisti,
  • 3:18 - 3:21
    e possono decidere
    come vendersi.
  • 3:21 - 3:25
    E con ogni immagine
    possono cambiare il proprio marchio,
  • 3:25 - 3:28
    la propria immagine davanti al mondo,
    facendosi pubblicità.
  • 3:28 - 3:31
    La propria personalità
    è un concetto molto fluido,
  • 3:31 - 3:37
    che si può modificare e migliorare,
    non come i ritratti di Luigi XIV,
  • 3:37 - 3:40
    che, ancora oggi, secoli dopo,
    ci fanno arrivare il suo messaggio.
  • 3:42 - 3:44
    Pensiamo agli autoritratti.
  • 3:44 - 3:46
    Gli autoritratti tradizionali
  • 3:46 - 3:50
    ci fanno pensare a Dürer,
    e alla sua personalità artefatta.
  • 3:50 - 3:54
    Dürer mise le proprie idee
    e il proprio credo in un quadro.
  • 3:54 - 3:59
    Qui vediamo Dürer
    che equipara il proprio genio artistico
  • 3:59 - 4:01
    quasi a quello di un Cristo creatore.
  • 4:02 - 4:04
    E poi abbiamo i selfie contemporanei,
  • 4:04 - 4:10
    che ci mostrano la propria superiorità
    con quelle facce da "so tutto io".
  • 4:11 - 4:15
    Consideriamo, ora, i selfie in rapporto
    ad un'altra categoria tradizionale.
  • 4:16 - 4:18
    Pensiamo al linguaggio del corpo.
  • 4:18 - 4:21
    Potete vedere questo senatore,
    questo senatore romano
  • 4:21 - 4:22
    (Pubblico) Oh!
  • 4:22 - 4:24
    con quest'espressione facciale frontale,
  • 4:24 - 4:27
    quest'espressione risoluta,
  • 4:27 - 4:29
    che guarda dritto nell'obiettivo.
  • 4:29 - 4:32
    E, oggigiorno, quando la gente
    vuole esprimere il proprio potere in foto,
  • 4:32 - 4:35
    usa questo stesso identico
    linguaggio del corpo.
  • 4:36 - 4:39
    Pensiamo ad esempio
    a questa Afrodite ellenica.
  • 4:39 - 4:42
    La testa è inclinata in segno
    di civettuola seduzione,
  • 4:42 - 4:45
    mentre flirta con il Satiro
    che le è vicino.
  • 4:45 - 4:47
    E nei selfie contemporanei
  • 4:47 - 4:50
    abbiamo più e più volte
    lo stesso linguaggio del corpo.
  • 4:51 - 4:53
    Molte volte.
    (Risate)
  • 4:53 - 4:55
    Qui potete vedere Ercole,
  • 4:55 - 4:58
    la testa abbassata,
    le braccia lontane dal corpo,
  • 4:58 - 5:02
    che mettono in risalto il suo tonico,
    muscoloso e potente torso,
  • 5:02 - 5:06
    perché è questo che lo definisce,
    che definisce il suo personaggio.
  • 5:06 - 5:10
    Più e più volte ritroviamo
    la stessa idea nei selfie di oggi.
  • 5:10 - 5:13
    In quest'opera contemporanea
  • 5:13 - 5:16
    la testa del soggetto è persino distorta
    dalle lenti dell'obiettivo,
  • 5:16 - 5:21
    è arretrata, sfocata, perché l'attenzione
    deve concentrarsi sul fisico scolpito.
  • 5:21 - 5:24
    La sua fisicità diventa, quindi,
    espressione della sua personalità.
  • 5:26 - 5:29
    Ecco un ritratto
    di Rembrandt da giovane:
  • 5:29 - 5:33
    gli occhi sono incavati e scuri, profondi
    e volubili, le labbra corrucciate,
  • 5:33 - 5:36
    i capelli hanno riflessi dorati.
  • 5:36 - 5:41
    E guardiamo questo selfie
    che cerca di esprimere
  • 5:41 - 5:46
    la stessa rabbia poetica e l'angoscia
    della giovinezza e del talento.
  • 5:49 - 5:52
    Non solo possiamo rifarci
  • 5:52 - 5:55
    alla storia dell'arte per dei paragoni,
    ma anche a Hollywood,
  • 5:55 - 6:01
    come in quest'immagine
    di Mary Pickford, simbolo di ingenuità,
  • 6:01 - 6:05
    con i suoi boccoli d'oro,
    gli occhi da cerbiatto e l'aria risoluta,
  • 6:05 - 6:08
    rapportata a questo selfie,
    in cui il soggetto si modella
  • 6:08 - 6:12
    quasi secondo la stessa idea.
  • 6:14 - 6:17
    I selfie non servono solo...
  • 6:17 - 6:21
    a farsi notare, ma anche a far vedere
    agli altri chi siamo, dove siamo stati.
  • 6:23 - 6:27
    Non importa chi tu sia,
    vogliono che tu sappia dove sono stati,
  • 6:27 - 6:30
    e forse vogliono anche farti ingelosire.
  • 6:31 - 6:32
    Non vogliono dire solo:
  • 6:32 - 6:35
    "Guarda dove sono",
    ma anche: "Guarda cos'ho".
  • 6:35 - 6:36
    (Risate)
  • 6:36 - 6:38
    "Dai un valore a ciò che ho?"
  • 6:38 - 6:41
    "Mi giudichi per quello che ho?
    Lascia che te lo mostri".
  • 6:41 - 6:43
    "Guarda con chi sono".
  • 6:43 - 6:47
    Non importa chi siano
    o quanto siano potenti,
  • 6:47 - 6:49
    vogliono comunque
    legittimizzare il proprioo tempo
  • 6:49 - 6:52
    mostrando di essere
    con qualcuno di importante.
  • 6:54 - 6:55
    Viviamo in un mondo
  • 6:55 - 6:59
    dove documentiamo
    e siamo costantemente documentati.
  • 6:59 - 7:00
    Per questo motivo,
  • 7:00 - 7:03
    siamo molto consapevoli
    del processo fotografico.
  • 7:03 - 7:05
    Quindi, per tutta risposta,
  • 7:06 - 7:08
    molte persone
    mentre fanno un selfie
  • 7:08 - 7:11
    fanno un'espressione facciale
    molto esagerata,
  • 7:11 - 7:14
    restano in quel modo,
    e scattano la foto.
  • 7:14 - 7:18
    Vogliono essere certi che si sappia
    che stanno mettendo in scena
  • 7:18 - 7:21
    quell'espressione istantanea.
  • 7:21 - 7:24
    Di sicuro non vogliono essere ripresi
  • 7:24 - 7:29
    mentre sono davvero spontanei,
    poco lusinghieri e veri.
  • 7:30 - 7:33
    L'esposizione mediatica
    di Hollywood ci ha mostrato
  • 7:33 - 7:35
    come metterci in posa,
    come sorridere,
  • 7:35 - 7:38
    ma oggi questa coscienza
    della costante documentazione
  • 7:38 - 7:42
    ha creato una nuova espressione
    che è specifica dei selfie
  • 7:42 - 7:45
    e che è stata denominata
    "con bocca a papera".
  • 7:45 - 7:48
    I selfie fanno parte della storia
  • 7:48 - 7:50
    del guardare e dell'essere guardati.
  • 7:50 - 7:54
    Ogni selfie è un atto
    in cui ci si mette in mostra.
  • 7:54 - 7:57
    Ogni selfie è un atto
    di auto-voyeurismo.
  • 7:57 - 8:00
    Analizziamo allora lo sguardo
    in alcune di queste immagini.
  • 8:00 - 8:02
    L'Olympia di Manet,
  • 8:02 - 8:05
    ci sfida mentre guardiamo la sua nudità,
  • 8:05 - 8:07
    ci guarda mentre la guardiamo.
  • 8:07 - 8:09
    E poi c'è questo selfie,
  • 8:09 - 8:14
    scattato nella stessa posa,
    che usa lo stesso contatto visivo.
  • 8:14 - 8:17
    Tutto è deliberato e con uno scopo.
  • 8:18 - 8:22
    Si fissa lo sguardo anche quando
    il soggetto non guarda in camera.
  • 8:22 - 8:24
    Diventa così parte del paesaggio,
  • 8:24 - 8:27
    di una natura morta,
    un oggetto da ammirare,
  • 8:27 - 8:31
    senza far sapere allo spettatore
    che egli stesso viene visto.
  • 8:34 - 8:38
    Quindi, in conclusione,
    chi è il consumatore visivo dei selfie
  • 8:38 - 8:39
    e come possiamo capire le foto
  • 8:39 - 8:43
    quando vengono estrapolate
    dal loro contenuto e dal contesto?
  • 8:43 - 8:47
    Forse una persona le interpreterà
    in un modo, e un'altra in un altro.
  • 8:47 - 8:51
    Quello che facciamo è disporre
    le nostre percezioni individuali,
  • 8:51 - 8:54
    le nostre esperienze personali
    e le prospettive sull'immagine,
  • 8:54 - 8:58
    creando una moltitudine di racconti,
    una moltitudine di storie.
  • 8:59 - 9:03
    Perché alla fine, i selfie
    sono il perfetto esempio
  • 9:04 - 9:06
    del desiderio della gente
    di essere riconosciuta,
  • 9:06 - 9:11
    di essere ricordata,
    di essere accettata.
  • 9:12 - 9:15
    I selfie sono un tentativo
    di fare tutto questo.
  • 9:17 - 9:21
    Si possono così guardare
    diverse immagini contemporaneamente,
  • 9:21 - 9:24
    che possono essere messe
    a confronto, scartate, giustapposte,
  • 9:25 - 9:28
    e ogni soggetto-creatore sarà
    sempre alla ricerca dell'originalità
  • 9:28 - 9:31
    quando crea la propria immagine.
  • 9:31 - 9:33
    Dobbiamo pensare
    quando guardiamo queste immagini,
  • 9:33 - 9:36
    quando guardiamo un selfie,
    o ne scattiamo uno:
  • 9:36 - 9:40
    "Come mi relaziono al contesto storico?"
  • 9:40 - 9:41
    Grazie!
  • 9:41 - 9:42
    (Applausi)
Title:
Selfie - un'analisi visiva | Elizabeth Urbanski | TEDxNavesink
Description:

Questo è un talk di un evento TEDx locale, prodotto indipendentemente dalle Conferenze TED.
Nella suo discorso sui "selfie", Elizabeth A. Urbanski analizza l'affascinante e, a volte, sconcertante fenomeno degli autoritratti istantanei scattati con i cellulari e divulgati pubblicamente, ed esamina queste immagini auto editate attraverso la lente dello storico dell'arte, cercando di categorizzarle, analizzarle e comprenderle in relazione ad alcune delle opere più significative della storia dell'arte occidentale.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
09:54

Italian subtitles

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