L'ascesa e la caduta dell'impero Inca - Gordon McEwan

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È stato l'impero più grande dell'emisfero occidentale, con una popolazione di quasi 10 milioni di sudditi. Eppure in 100 anni dalla sua ascesa, nel XV secolo, l'impero Inca scomparve. Che cosa accadde? Gordon McEwan ci descrive l'ascesa e la caduta dell'impero Inca.

Lezione di Gordon McEwan, animazione di TED-Ed.

È stato l'impero più grande
dell'emisfero occidentale,

con una popolazione
di quasi 10 milioni di sudditi.

Ricoprì un'area di più
di 900.000 chilometri quadrati,

il suo popolo costruì
imponenti centri amministrativi,

templi e un esteso sistema
di strade e canali.

Lo fecero su un terreno
inospitale ed estremo,

tutto senza l'uso di ruote, cavalli,
ferro, o persino di una lingua scritta.

Eppure non oltre 100 anni
dopo la sua ascesa nel XV secolo,

l'impero Inca sarebbe scomparso.

Secondo la leggenda,

gli antenati dei capi Inca
furono creati dal dio del sole Inti,

ed emersero da una caverna
chiamata Tambo Toco.

Alla guida di quattro fratelli
e di quattro sorelle c'era Ayar Manco,

che portava un bastone dorato
con le istruzioni

per trovare il luogo
in cui sarebbe penetrato nel suolo,

rivelando un terreno fertile.

Dopo molte avventure
ed un'estesa ricerca,

Ayar Manco e i suoi fratelli
raggiunsero la Valle Cuzco,

dove il bastone perforò il suolo.

Dopo aver combattuto
contro la fiera popolazione indigena,

fondarono la capitale,

e Ayar Manco divenne Manco Capac,

il primo Sapa Inca, o re degli Inca.

Gli scavi archeologici suggeriscono

che gli Inca si stabilirono inizialmente
in questa valle intorno al 1200 d.C.

Rimasero un piccolo regno fino al 1438,

quando furono quasi sopraffatti
dalla vicina tribù dei Chanka.

Il re Inca del momento, Viracocha,
e l'erede designato fuggirono spaventati,

ma uno dei suoi figli rimase

e riuscì a radunare
con successo le difese della città.

Grazie alla sua abilità militare
divenne il nono sovrano Inca,

prendendo il nome
di Pachacuti, o "Cataclisma".

Pachacuti espanse il dominio Inca
sulla catena delle Ande,

trasformando il regno in un impero
grazie a importanti riforme.

Il territorio dell'impero fu riorganizzato
in Tahuantinsuyu, o "quattro quartieri",

quattro divisioni controllate
da governatori che riferivano al re.

Anche se gli Inca
non avevano la scrittura,

usavano un complesso sistema
di corde annodate detto quipu

per registrare numeri
e forse altre informazioni.

Una burocrazia basata sul sistema decimale

permetteva la tassazione sistematica
ed efficiente dei sudditi dell'impero.

In cambio, l'impero forniva sicurezza,
infrastrutture e sostentamento,

grazie a grandi magazzini contenenti
beni da usare quando necessari.

Costruirono ampi terrazzamenti,
sistemi di irrigazione,

e coltivarono vari prodotti
ad altitudini diverse

da trasportare in tutto l'impero.

E fu durante il regno di Pachacuti

che il famoso complesso
di Machu Picchu fu costruito.

Topa Inca, figlio di Pachacuti, proseguì
con l'espansione militare dell'impero,

e infine divenne sovrano nel 1471 d.C.

Alla fine del suo regno, l'impero copriva
gran parte del Sud America occidentale.

Il figlio di Topa, Huayna Capac,
gli succedette nel 1493.

Ma le distanti campagne militari
del nuovo regnante

logorarono il tessuto sociale.

E nel 1524 Huayna Capac
fu colpito dalla febbre.

I conquistatori spagnoli erano arrivati
nei Caraibi qualche tempo prima,

portando malattie da cui i nativi
non potevano proteggersi.

Nell'epidemia morirono a milioni,

compresi Huayna Capac
e il suo erede designato.

Il trono vacante scatenò una guerra civile
tra due dei fratelli sopravvissuti,

Atahualpa e Huascar,

che indebolì molto l'impero.

Nel 1532, dopo aver vinto
finalmente la guerra civile Inca,

Atahualpa e la sua armata
incontrarono gli invasori europei.

Anche se erano in numero
molto inferiore,

Francisco Pizarro e il suo piccolo gruppo
di conquistatori

sorpresero le armate del re,
molto più ampie, con fucili e cavalli,

che loro non avevano mai visto prima.

Atahualpa fu preso prigioniero
e ucciso circa un anno dopo.

La capitale di Cuzco meravigliò
i conquistatori spagnoli.

Pizarro la descrisse così bella
da "essere degna di nota anche in Spagna".

Anche se la capitale era caduta

e la popolazione locale era stata decimata
dalla guerra civile e dalle malattie,

alcuni Inca ripiegarono
su una nuova capitale a Vilcabamba

e resistettero per i successivi 40 anni.

Ma entro il 1572 gli spagnoli avevano
distrutto ogni resistenza rimasta

insieme alla maggior parte dell'eredità
fisica e culturale degli Inca.

L'impero Inca collassò ancor più
velocemente di come era asceso.