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Tom Wujec illustra le modalità dell'astrolabio del XIII secolo.

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    I progressi della tecnologia,
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    i suoi continui passi avanti,
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    portano molti di noi a pensare
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    che il loro aiuto ci renda più intelligenti,
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    più pronti e più connessi con il mondo circostante.
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    Ciò che vorrei obiettare
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    è che non è necessariamente così,
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    in quanto 'progresso' sta per 'cambiamento'
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    e col cambiamento si acquisisce, sì, qualcosa,
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    ma qualcosa si perde anche.
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    Per chiarire il concetto, vorrei
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    mostrarvi come la tecnologia ha affrontato
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    una semplice, comune e quotidiana domanda.
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    E la domanda è questa:
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    Che ore sono? Che ore sono?
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    Con un'occhiata al vostro iPhone è facile dire l'ora.
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    Ma, vorrei chiedervi, come leggereste l'ora
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    se non aveste un iPhone?
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    Come avreste saputo l'ora, diciamo 600 anni fa?
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    Come avreste fatto?
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    Bene, sareste ricorsi all'uso di uno strumento
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    chiamato astrolabio.
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    L'astrolabio non è molto noto al mondo d'oggi.
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    Ma a quel tempo, nel Tredicesimo secolo,
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    era il gadget del momento.
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    Fu il primo computer noto al mondo.
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    Questo strumento è, in realtà, una replica della volta celeste.
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    Ecco i componenti di un astrolabio, in questo particolare modello.
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    La 'rete' corrisponde alla posizione delle stelle.
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    La 'lamina' corrisponde a un sistema di coordinate.
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    E la 'madre', graduata, alloggia le altre parti dello strumento.
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    Nei panni di un giovane studente,
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    voi avreste saputo non solo utilizzare l’astrolabio,
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    ma sareste stati in grado di costruirne uno.
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    Questo lo sappiamo perché il primo trattato sull’astrolabio,
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    il primo manuale tecnico scritto in lingua inglese,
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    fu redatto da Geoffrey Chaucer.
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    Sì, proprio quel Geoffrey Chaucer che, nel 1391
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    lo scrisse per Lewis, il figlio undicenne.
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    Grazie a questo libro, il piccolo Lewis avrebbe capito.
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    L'idea fondamentale che fa funzionare questo computer
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    è il concetto di proiezione stereografica.
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    In poche parole, si tratta di capire
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    come rappresentare un'immagine tridimensionale
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    del cielo notturno che ci circonda
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    su una superficie portatile a due dimensioni.
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    L'idea, in realtà, è piuttosto semplice.
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    Immaginate che la Terra sia al centro dell'universo,
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    e che il cielo che la circonda sia proiettato su una sfera.
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    Ogni punto sulla superficie della sfera
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    viene trasposto attraverso il polo inferiore,
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    su una superficie piana, dove viene poi registrato.
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    Quindi, la Stella Polare corrisponde al centro dell'astrolabio.
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    L'eclittica, cioè il percorso di sole, luna e pianeti,
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    corrisponde a un cerchio interno.
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    Le stelle corrispondono alle piccole punte sulla rete.
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    E l'altezza corrisponde al sistema sulla 'lamina'.
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    Ma la genialità dell'astrolabio non è solo la proiezione.
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    La vera genialità sta nell'unire due sistemi di coordinate
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    facendoli corrispondere alla perfezione.
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    C'è la posizione di sole, luna e pianeti sulla rete mobile
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    e poi la loro posizione nel cielo
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    come se fossero viste da una certa latitudine sulla lamina. Chiaro?
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    Allora, come si usa questo strumento?
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    Permettetemi di tornare indietro per un attimo.
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    Questo è un astrolabio. Splendido, vero?
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    Questo è un astrolabio prestatoci
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    dal Museum of History della Oxford School.
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    Potete vederne i diversi componenti.
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    Questa è la madre, graduata sullo sfondo.
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    Questa è la rete. La vedete?
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    Questa è la parte mobile del cielo.
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    E sullo sfondo potete vedere
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    una specie di ragnatela.
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    E quella ragnatela corrisponde alle coordinate locali nel cielo.
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    Questo braccio è un righello. E sul retro
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    si trovano altri strumenti di misurazione,
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    e delle scale che permettono di effettuare diversi calcoli. Ok?
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    Sapete una cosa? Io ne ho sempre voluto uno!
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    Per la mia tesi ne ho costruito un modello in carta.
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    E questo è una replica
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    di uno strumento del XV secolo.
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    Probabilmente vale quanto tre Macbook Pro.
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    Ma un originale costerebbe tanto quanto la mia casa,
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    e la casa a fianco, e in realtà tutte le case del quartiere,
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    da entrambi i lati della strada,
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    più, magari, una scuola e qualche ... e una chiesa.
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    Hanno un costo enorme.
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    Ma lasciate che vi mostri come farlo funzionare.
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    Facciamo il primo passo.
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    Per prima cosa, scegliete una stella
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    nel cielo notturno, se intendete sapere l'ora di notte.
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    Dunque, questa notte, se è limpida, potrete vedere il Triangolo estivo.
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    E c'è una stella luminosa, chiamata Deneb. Scegliamo dunque Deneb.
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    Ora, misuriamo l'altezza di Deneb.
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    Come secondo passo, sollevo lo strumento
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    e visualizzo l'altezza della stella
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    così da poterla vedere chiaramente.
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    Quindi prendo la misura dell'altezza.
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    Diciamo che si trova a circa 26 gradi. Da lì non potete vedere.
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    Il passo numero tre identifica la stella sul fronte dell'astrolabio.
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    Ecco Deneb. Ne ho la certezza.
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    Passo quattro: muovo la 'rete'
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    muovo il cielo, così che l'altezza della stella
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    corrisponda ai gradi riportati sullo sfondo.
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    Ecco ora quello che accade:
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    ogni cosa si allinea.
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    Io ho in mano un modello del cielo
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    che corrisponde alla volta celeste. Chiaro?
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    In un certo senso,
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    sto tenendo tra le mani un modello dell'universo.
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    Infine, prendo il braccio,
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    e lo sposto sulla linea di data
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    che mi indica l'ora in questo punto.
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    Perfetto. Ecco come si usa l'astrolabio.
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    (Risate)
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    So già quel che state pensando ...
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    'Ma cha fatica! Non è un sacco di lavoro solo per sapere l'ora?'
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    e intanto addocchiate l'iPod per vedere che ore sono.
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    Ma c'è una differenza tra i due, perché con l'iPod,
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    o con l'iPhone, potete vedere esattamente l'ora,
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    sapere con precisione che ore sono.
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    Ma il piccolo Lewis vedeva le ore
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    grazie ad una raffigurazione del cielo.
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    Lui sapeva dove ogni cosa era collocata in cielo.
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    Non sapeva solamente che ora fosse,
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    sapeva anche dove sarebbe sorto il sole,
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    e come si sarebbe spostato sulla volta celeste.
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    Sapeva quando il sole sarebbe sorto e quando sarebbe tramontato.
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    E questa conoscenza si estendeva ad ogni elemento
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    della volta celeste.
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    Nella grafica dei computer,
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    e nell'interfaccia utente/computer
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    esiste il termine 'affordance' (prestazione).
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    Le 'affordance' sono le qualità di un oggetto
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    che ci permettono di interagire con esso.
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    E ciò che l'astrolabio ci permette di fare
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    è creare un legame tra noi e il cielo notturno,
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    di osservare il cielo notturno, e contemplare
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    visibile e invisibile nello stesso istante.
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    E questo è solo un utilizzo. Incredibile,
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    ma ce ne sono forse 350, 400.
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    Esiste un testo che indica mille utilizzi
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    di questo primo computer.
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    Sul retro troviamo scale, misurazioni,
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    per la navigazione terrestre.
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    Si possono fare rilevamenti. Baghdad è stata misurata così.
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    Si possono calcolare equazioni matematiche di ogni tipo.
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    E ci vorrebbe un intero corso universitario per illustrarlo.
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    Gli astrolabi hanno una storia incredibile.
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    Hanno più di 2000 anni.
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    Il concetto di proiezione stereografica
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    è nato nel 330 a.C.
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    Si trovano astrolabi di diverse
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    forme e diverse misure.
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    Esistono quelli portatili e quelli enormi da esposizione.
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    Ma ciò che li accomuna, credo
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    sia il fatto che sono tutti delle splendide opere d'arte.
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    Presentano una maestria e un'accuratezza talmente elevate
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    da lasciarci sovraffatti.
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    Gli astrolabi, come tutte le tecnologie, si evolvono nel tempo.
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    Le prime reti, per esempio, erano molto semplici e scarne.
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    Ma, col tempo, le reti divennero emblemi culturali.
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    Questa proviene da Oxford.
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    Io la trovo straordinaria. Guardate il modello della rete:
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    è completamente simmetrico
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    eppure traspone con accuratezza un cielo completamente asimmetrico.
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    Non è fantastico? E' incredibile.
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    Ma il piccolo Lewis avrà avuto un astrolabio?
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    Forse non in bronzo, ma in legno sì,
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    o in carta. La maggioranza di questi primi computer
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    era portatile,
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    e si poteva tenere in tasca.
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    E allora, questo astrolabio cosa ci fa pensare?
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    Beh, per prima cosa credo
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    che ci faccia capire quanto pieni di risorse
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    fossero i nostri antenati, anni e anni addietro.
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    È uno strumento incredibile.
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    Ogni tecnologia avanza.
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    Ogni tecnologia si trasforma e progredisce grazie ad altre tecnologie.
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    E ciò che otteniamo con le nuove tecnologie, ovviamente,
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    sono precisione ed accuratezza.
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    Ma ciò che perdiamo, credo,
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    sia un'accurata, una sentita percezione
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    del cielo, il senso di un contesto.
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    Conoscere il cielo, conoscere la vostra relazione con il cielo,
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    è il senso della vera risposta
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    alla domanda 'che ore sono?'.
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    Quindi ... credo che l'astrolabio sia un oggetto incredibile.
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    E cosa potete imparare da questo oggetto?
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    Bene, in primis che c'è una consapevolezza implicita
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    di poter entrare in contatto con il mondo.
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    E l'astrolabio ci riporta a questo senso impercettibile
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    di come tutto sia in armonia
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    e di come noi possiamo tornare ad esserne parte.
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    Grazie mille.
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    (Applausi)
Title:
Tom Wujec illustra le modalità dell'astrolabio del XIII secolo.
Speaker:
Tom Wujec
Description:

Piuttosto che illustrare nuove tecnologie, Tom Wujec questa volta ci riporta ad uno dei nostri più antichi ma più ingegnosi strumenti, l'astrolabio. Con i suoi mille e più utilizzi, dal determinare l'ora al mappare il cielo notturno, questa invenzione ci ricorda che l'antico può essere tanto incredibile quanto il moderno.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
09:07
Elena Montrasio added a translation

Italian subtitles

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