Greenwashing: la moda sostenibile è un mito?

Il nostro consumo eccessivo di fast fashion e la sua complicata filiera continuano ad avere enormi impatti ambientali. Ora, chi compra chiede più opzioni di abbigliamento sostenibili. Marchi e rivenditori stanno rispondendo con nuovi articoli e promuovendo le loro linee green ed ecologiche.

Ma come possono capire i consumatori se questo è un vero cambiamento che aiuterà il pianeta? O se i rivenditori stanno facendo greenwashing negli armadi canadesi?

Kayla McLean scrive per The New Reality.

Per maggiori informazioni, andate su https://globalnews.ca/news/9723465/fashion-greenwashing/

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(narratore) Se avete acquistato vestiti

in un centro commerciale o online
di recente,

potreste aver notato una tendenza.

♪ (musica) ♪

(narratore) Un aumento di capi
che promettono di essere più sostenibili.

(donna 1) Persino il design stampato
è vegetale.

Amico dell'ambiente.

Ecco perché il 79% dei nostri vestiti

hanno già proprietà sostenibili.

(narratore) Più clienti vogliono moda
che abbia meno impatto sul pianeta

e le aziende stanno rispondendo.

È una forte tendenza
in questo momento.

C'è un enorme aumento sul mercato
di roba

etichettata come sostenibile.

(narratore) Mentre alcune compagnie
stanno facendo la cosa giusta,

molti consumatori intervistati
sono scettici.

Usano tutte le parole giuste

ma non mi pare
che vengano messe in pratica.

Se decido di comprare qualcosa
che dice di essere "eco",

chiedo alla cassiera se lo sa?

Sinceramente, no.

(Kelly D.) Mettere parole vaghe tipo:

naturale, organico,
sostenibile, vegano.

Viene usato quel tipo di parole.

(narratore) Kelly Drennan
è il direttore esecutivo fondatore

di Fashion Takes Action (FTA).

Da oltre 16 anni,
la sua organizzazione lavora

per incrementare la sostenibilità
della moda canadese.

(Kelly) Quello che fanno
inganna di fatto il consumatore,

facendogli credere che i prodotti
siano fatti in modo sostenibile,

usando quel tipo di parole.

E presumendo che il consumatore
non capisca

e non abbia il tempo di fare ricerca.

E quindi, finisca per comprare il prodotto

perché pensa di fare qualcosa di meglio
per il pianeta.

(narratore) Dice che ha visto di tutto

incluse aziende
che fanno greenwashing

negli armadi canadesi.

È il Far West, davvero,
in termini di cosa dichiarano di fare

e come le aziende la fanno franca.

È frustrante per te a volte
sentire queste dichiarazioni?

È fraustrante al 100%,
perché ci sono marchi

che fanno legittimamente
grandi cose.

Quelle che lo fanno per bene,

hanno le certificazioni per dimostrarlo

o sono trasparenti.

Ti fanno entrare dietro le quinte,
così puoi effettivamente vedere

se quello che dicono è legittimo.

E poi hai i marchi
che cavalcano l'onda

e si approfittano del consumatore.

(narratore) Il marketing ingannevole
è in generale illegale in Canada,

ma Kelly vuole
che il governo faccia di più.

(Kelly) Ci sono paesi
dove ci sono più leggi in vigore ora,

sul greenwashing,
sulla trasparenza,

che proteggono davvero il consumatore
in fin dei conti.

Ma come ovunque, ci sono buoni attori
e ci sono cattivi attori.

(narratore) Il consumo eccessivo
di fast fashion,

rende il settore
uno dei più inquinanti

e problematici per il pianeta.

(Kelly) In Canada, i tessuti in discarica
sono più dell'elettronica.

Ci sono i sintetici,
il nylon poliestere, l'elastan acrilico...

Quella è plastica,
quindi quando è nella discarica,

non si decomporrà mai.

Dobbiamo davvero rallentare
il nostro consumo,

compriamo troppa roba.

Compriamo il 60% in più di vestiti oggi
rispetto a 20 anni fa

e teniamo i vestiti per la metà del tempo.

(narratore) Alcuni consumatori
prestano attenzione.

"List", una società tecnologica di moda,
analizza il comportamento del compratore.

Ha rilevato che la moda sostenibile
in Canada è salita del 37% nel 2020.

Significa che le aziende
davvero dedicate a pratiche sostenibili

devono pensare
a come distinguersi.

♪ (musica) ♪

Questo è il servizio fotografico
per l'ultima collezione di Kristi Soomer.

È la fondatrice e CEO del marchio canadese
di abbigliamento "Encircled".

♪ (musica) ♪

Mi sembra fantastica.
OK, ora giriamo...

(narrator) Ha aperto l'azienda
nel 2012 e dopo circa 4 anni,

volendosi distinguere da altri
che parlavano di sostenibilità,

ha richiesto lo stato di B Corp,
una certificazione privata che indaga

pratiche sociali, ambientali
e commerciali.

Tutto a sue spese.

Ottenere quell'audit di terze parti
era molto importante per dimostrare

che stavamo davvero facendo
quello che dicevamo di fare

e credo che all'epoca
ho iniziato a vedere

che cominciava ad esserci
molto più greenwashing.

Alcuni marchi di fast fashion
avevano lanciato

collezioni consapevoli

e iniziavo a sentire
molta più pressione su quello

e vedevo che la sostenibilità
iniziava a diventare una sfida per noi

per distinguerci
da quelli che facevano greenwashing.

(narratore) Parte del problema
con la sostenibilità,

è il complesso labirinto
della filiera della moda.

♪ (musica) ♪

Il marchio sta crescendo localmente.

"Encircled" crea internamente,
produce metà dei tessuti a Toronto.

E tutto è cucito
entro un raggio di 60 km dall'atelier.

♪ (musica) ♪

(Kristi S.) Qui stiamo facendo il vestito
che indossi tutti giorni.

Jack sta tagliando
il tuo ordine d'acquisto ora.

(giornalista) Wow.

(narratore) Tutte queste considerazioni
hanno un prezzo più alto.

Tante persone guardano
la moda sostenibile e dicono:

"Costa di più comprare quella camicia".

E in effetti è così,

per via della nostra filiera,
delle nostre pratiche di lavoro

e del tempo che ci vuole a creare

e alla capacità che abbiamo come marchio.

Quest'idea che compri 20 vestiti
a 10 $ che indossi una volta

e butti via,

non è sostenibile
per noi come pianeta.

♪ (musica) ♪

(narratore) L'educazione è fondamentale
nel lavoro di Kelly.

Migliaia di aziende
si sono candidate per un aiuto.

(Kelly) Tantissima varietà ora
da quando hai lanciato la prima volta.

(narratore) Oggi, visita Wuxly a Toronto,
per dare un'occhiata ai nuovi tessuti.

(venditore) Le tinte, i tessuti,
viene tutto testato rigorosamente.

(narratore) È una compagnia canadese
di abbigliamento sportivo,

con certificazione B Corp.

Una delle poche di abbigliamento canadese
ad avere la designazione.

Non lavoriamo con il settore

solo perché così chi li produce
può vendere vestiti.

Lavoriamo anche con chi li compra,
li indossa, li cura

e alla fine li butta via

e se parliamo di cambiare un sistema,

devi lavorare con ogni singolo attore

che fa parte di quel sistema.

(narratore) E questo significa che marchi
e organizzazioni fanno

il grosso dell'educazione.

(Kelly) È responsabilità del settore,

i marchi dovrebbero sensibilizzare
da dentro,

dall'interno della clientela,

su quali impatti positivi hanno.

Allo stesso tempo, anche i governi
devono davvero fare di più,

avere accesso all'educazione

e sapere come vengono fatti
i nostri prodotti,

dove vengono fatti

e quale impatto hanno
sulle persone e sul pianeta,

è qualcosa che al governo
dovrebbe interessare di più.

(narratore) Bob Kirke
è direttore generale

della Canadian Apparel Federation,

che rappresenta molte aziende canadesi
di abbigliamento e produzione.

Di chi è la responsabilità finale?

Credo che le aziende devono spiegarsi,

piuttosto che avere slogan
o solo dichiarazioni "Noi siamo verdi".

Cos'è? Cosa vuole dire per te?

(narratore) Bob dice
che le aziende fanno "greenhushing",

scegliendo di non pubblicizzare
gli sforzi o le pretese di sostenibilità.

Fare quel tipo di dichiarazioni è facile.

È per quello che credo
tante persone si tirino indietro,

nelle aziende più grandi in particolare,

perché sono preoccupate dall'attuazione

e capiscono quanto sia complicata
la filiera.

È così in tutto il mondo,

molte fabbriche, molti fornitori.

Viene chiamato "greenhushing"
ed è precauzione.

Fanno ancora le cose
che fanno e, di nuovo,

raccomandiamo a tutti i nostri membri
e a tutte le aziende

di fare molta attenzione a cosa dicono.

(narratore) Per far fronte
alle dichiarazioni "green",

l'UE ha proposto una nuova legge
per ritenere responsabili le aziende,

incluso nel campo della moda.

Anche il Regno Unito sta reprimendo
il greenwashing nella moda.

Per ora, il Canada
non sta apportando cambiamenti.

Non abbiamo bisogno
di cambiare le nostre leggi.

Dobbiamo solo trovare un modo

che vada bene per l'ufficio
per la concorrenza

e per il settore e, in finale,
per i consumatori.

Ma la cosa che direi

è che l'ufficio per la concorrenza
è riluttante ad agire,

ha altre priorità
e va bene così,

però direi che sarà utile.

(narratore) Abbiamo contattato
l'ufficio per la concorrenza

per vedere se prevede di aumentare
l'attuazione di greenwash nella moda.

L'ufficio ha declinato
un'intervista in diretta

e non ha risposto alle domande
entro la scadenza della nostra produzione.

Kelly continua la sua missione.

(Kelly) La moda è qualcosa
con cui ci relazioniamo tutti.

Non tutti guidiamo auto
o possediamo case.

Ma tutti indossiamo vestiti.

Ti alzi ogni giorno e indossi vestiti.

Vogliamo davvero vedere
un sistema moda consapevole.

E, allo stesso tempo,

riconosciamo che la perfezione
non esiste in questo spazio.

Se il settore lo fa insieme,

allora possiamo effettivamente

apportare cambiamenti
e aumentare la sostenibilità.

♪ (musica) ♪