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Codice umano: dalla genetica all'amore | Erica Poli | TEDxReggioEmilia

  • 0:16 - 0:18
    Sono figlia di una filosofa.
  • 0:18 - 0:21
    E a parte la fortuna
    di essere sopravvissuta a questo,
  • 0:21 - 0:23
    che non era scontato,
  • 0:23 - 0:26
    devo ammettere che questo
    ha anche fatto sì
  • 0:26 - 0:30
    che fin da piccola mi facessi
    delle domande scomode.
  • 0:30 - 0:32
    Ad esempio: chi sono io?
  • 0:32 - 0:35
    Che cos'è l'essere?
  • 0:35 - 0:38
    Che cosa accade nella mia testa
    e nella testa degli altri?
  • 0:38 - 0:43
    E poi crescendo, all'università,
    altre domande altrettanto scomode.
  • 0:43 - 0:45
    Come, ad esempio:
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    Perché alcuni si ammalano e altri no?
  • 0:48 - 0:50
    Perché alcuni guariscono e altri no?
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    E queste domande mi hanno condotta
    su una china pericolosa,
  • 0:54 - 0:58
    che è quella dello studio
    della neurofisiologia delle emozioni.
  • 0:58 - 1:00
    E poi mano a mano,
    col passare degli anni,
  • 1:00 - 1:02
    sono andata peggiorando,
  • 1:02 - 1:06
    quindi mi sono occupata
    anche di biofisica delle emozioni,
  • 1:06 - 1:08
    di energie nel nostro corpo.
  • 1:08 - 1:12
    E poi, diciamo, il colpo finale
    è stato con gli studi sulla coscienza.
  • 1:12 - 1:17
    E fortunatamente, sono stata astuta,
    perché ho fatto la psichiatra,
  • 1:17 - 1:20
    in modo da fugare
    qualsiasi dubbio sulla mia follia.
  • 1:21 - 1:23
    (Risate)
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    In realtà, negli anni della ricerca,
  • 1:26 - 1:29
    e poi nei tanti anni di pratica clinica,
  • 1:29 - 1:33
    quello che ho visto,
    sperimentato e ho compreso,
  • 1:33 - 1:37
    è che in realtà, nelle vicende
    della salute e della malattia,
  • 1:38 - 1:41
    quello che noi chiamiamo umanità,
  • 1:41 - 1:45
    quindi le emozioni,
    le relazioni, la nostra biografia,
  • 1:45 - 1:46
    hanno un peso, forse,
  • 1:46 - 1:48
    molto, molto più grande
    di quello che pensiamo.
  • 1:50 - 1:54
    E in questo, l'epigenetica
    e la neurofisiologia dell'attaccamento,
  • 1:54 - 1:56
    cioè delle relazioni precoci,
  • 1:56 - 2:00
    quelle che riguardano il tempo
    della gestazione, i primi anni di vita,
  • 2:00 - 2:02
    hanno avuto un ruolo centrale.
  • 2:03 - 2:04
    Non so se avete mai pensato
  • 2:04 - 2:08
    di poter comunicare realmente,
    con il vostro DNA.
  • 2:09 - 2:13
    E non so se avete mai pensato
    che lo strumento più potente che avete,
  • 2:13 - 2:15
    per comunicare con il vostro DNA,
  • 2:15 - 2:17
    è ciò che di più umano possedete.
  • 2:17 - 2:20
    E cioè le emozioni, la relazione,
  • 2:20 - 2:25
    il sentire, il tocco, lo sguardo,
    il sorriso, il suono delle parole.
  • 2:25 - 2:29
    Ecco, l'epigenetica
    ci sta conducendo a capire questo.
  • 2:29 - 2:31
    Stiamo passando da un paradigma
  • 2:31 - 2:35
    nel quale pensavamo al DNA
    come ad un programma statico, rigido,
  • 2:35 - 2:37
    che determina, costruisce
    il nostro organismo
  • 2:37 - 2:40
    all'idea di un DNA che
    invece è un programma
  • 2:40 - 2:42
    che ci viene trasmesso dai nostri genitori
  • 2:42 - 2:46
    e dalle generazioni precedenti,
    come un potenziale.
  • 2:46 - 2:50
    Un potenziale che può essere
    completamente modificato,
  • 2:50 - 2:53
    nella sua espressione,
    dalle informazioni dell'ambiente.
  • 2:54 - 2:57
    Allora capite che questa
    cosa è importantissima,
  • 2:57 - 3:00
    perché qualcosa dipende realmente da noi.
  • 3:00 - 3:04
    Ma che cos'è l'epigenetica
    in termini molecolari e in due parole?
  • 3:04 - 3:06
    Noi abbiamo, in ogni nostra cellula,
  • 3:06 - 3:09
    la bellezza di circa 3 metri di DNA,
  • 3:09 - 3:14
    tutti avvoltolati in 5 micron,
    che è un'unità di misura infinitesima.
  • 3:14 - 3:16
    E già questo è un miracolo!
  • 3:16 - 3:19
    Ma il miracolo ancora più grande
    è che, in realtà,
  • 3:19 - 3:23
    perché questo DNA
    si esprima nella cellula,
  • 3:23 - 3:25
    si deve aprire, si deve srotolare.
  • 3:25 - 3:28
    E lo fa ogni millisecondo,
    secondo le esigenze della cellula.
  • 3:28 - 3:31
    Ma perché questo accada
    deve ricevere un'informazione,
  • 3:31 - 3:34
    e l'informazione la riceve dall'esterno.
  • 3:34 - 3:39
    Era il 1997 e Richard Strohman,
    uno dei più importanti biologi molecolari,
  • 3:39 - 3:41
    su Nature Bio Technology,
  • 3:41 - 3:45
    rivista più importante, forse al mondo,
    di biologia molecolare
  • 3:45 - 3:47
    pubblicava un articolo in cui ci diceva:
  • 3:47 - 3:52
    abbiamo creduto che l'informazione
    andasse dal DNA al RNA e alle proteine,
  • 3:52 - 3:55
    e non abbiamo considerato
    che andava anche nell'altro senso,
  • 3:55 - 3:59
    dall'esterno verso l'interno,
    cioè dall'ambiente verso l'interno.
  • 3:59 - 4:01
    E che cos'è l'ambiente?
  • 4:01 - 4:03
    Abbiamo due aspetti fondamentali.
  • 4:03 - 4:06
    Uno è quello dell'ambiente
    inteso come contesto:
  • 4:06 - 4:09
    l'aria, l'acqua, il cibo.
  • 4:09 - 4:11
    E l'altro, in parallelo,
  • 4:11 - 4:14
    forse ancora più profondo,
    forse ancora più potente,
  • 4:14 - 4:16
    è quello delle emozioni
  • 4:16 - 4:20
    e delle storie della nostra relazione,
    in particolar modo nella nostra infanzia,
  • 4:20 - 4:24
    nella nostra primissima infanzia
    e nel tempo della gestazione.
  • 4:24 - 4:27
    Pensate che gli studi
    di epigenetica ci dicono
  • 4:27 - 4:30
    che le emozioni della madre,
    durante la gravidanza,
  • 4:30 - 4:33
    condizionano degli RNA minori
  • 4:33 - 4:36
    che sono dei regolatori
    dell'espressione genica
  • 4:36 - 4:40
    nel feto e nelle generazioni successive
    fino alla terza successiva.
  • 4:40 - 4:45
    Gli stessi spermatozoi non portano
    soltanto il codice genetico dei cromosomi,
  • 4:45 - 4:50
    dei 23 cromosomi che derivano dal padre,
    ma hanno anch'essi RNA minori,
  • 4:50 - 4:52
    che modulano l'espressione genica.
  • 4:52 - 4:55
    E questi messaggi
  • 4:55 - 4:59
    stanno anche nelle cellule
    che diventeranno i gameti di quel feto,
  • 4:59 - 5:03
    cioè quelle cellule che un giorno,
    quando quel feto sarà diventato adulto,
  • 5:03 - 5:05
    passeranno l'informazione ai suoi figli.
  • 5:05 - 5:08
    E quindi capite che abbiamo
    una concatenazione potentissima.
  • 5:08 - 5:13
    E noi possiamo, effettivamente,
    interagire con questa concatenazione.
  • 5:13 - 5:15
    Questo ci dice l'epigenetica.
  • 5:17 - 5:20
    Questo io l'ho capito in tante situazioni;
  • 5:20 - 5:23
    ma la prima volta, quando ero
    ancora una specializzanda,
  • 5:23 - 5:27
    mi fu affidata per la prima volta,
    una paziente da curare da sola,
  • 5:27 - 5:28
    come unica curante.
  • 5:28 - 5:30
    Era una ragazza, la chiameremo Cristina.
  • 5:31 - 5:33
    Aveva avuto un trapianto di rene.
  • 5:33 - 5:36
    Il rene era di sua madre,
    ma lei lo stava rigettando.
  • 5:36 - 5:38
    Era anoressica, aveva deciso di morire,
  • 5:38 - 5:42
    di rifiutare la seconda possibilità
    di trapianto da unestraneo.
  • 5:44 - 5:47
    Perché dico che l'epigenoma, qui,
    aveva giocato un ruolo importante?
  • 5:47 - 5:51
    Perché nonostante il rene della madre
    e il suo corpo fossero compatibili,
  • 5:51 - 5:54
    non erano compatibili
    dal punto di vista emozionale.
  • 5:54 - 5:57
    Perché la madre aveva subito
    maltrattamenti durante la gestazione
  • 5:57 - 6:00
    e dopo che la bimba era nata,
    per problemi nel post-partum,
  • 6:00 - 6:02
    erano state separate.
  • 6:02 - 6:04
    E il loro rapporto
    era da sempre conflittuale.
  • 6:04 - 6:08
    In qualche modo, l'espressione genica
    del sistema immunitario di Cristina
  • 6:08 - 6:11
    raccontava la ferita d'amore,
    di tanto tempo prima.
  • 6:11 - 6:15
    E il secondo caso, invece,
    che ho voluto citare è quello di Giulia.
  • 6:15 - 6:19
    Una mia paziente che perde
    il figlio a 7 anni di vita,
  • 6:19 - 6:21
    per via di un auto-anticorpo placentare
  • 6:21 - 6:23
    che aveva circolato
    nel sangue della madre.
  • 6:23 - 6:25
    Era il suo secondo figlio,
  • 6:25 - 6:27
    lei lo voleva per dimostrare
    di essere una buona madre
  • 6:27 - 6:31
    dopo che, secondo lei,
    si era comportata male con il primo.
  • 6:31 - 6:34
    Dopo pochi mesi
    dalla morte di questo figlio,
  • 6:34 - 6:38
    la madre di Giulia, con la quale Giulia
    non si parlava, da diverso tempo,
  • 6:38 - 6:40
    sviluppò un tumore al seno.
  • 6:40 - 6:42
    E dopo qualche mese ancora
  • 6:42 - 6:45
    anche Giulia lo sviluppa
    nello stesso seno.
  • 6:45 - 6:48
    È stato soltanto affrontando i temi
    della colpa e della rabbia
  • 6:48 - 6:53
    che, in un certo senso, possiamo dire,
    avevano circolato nel sangue di Giulia,
  • 6:53 - 6:57
    che ha iniziato a rispondere meglio,
    e poi bene, ai trattamenti oncologici
  • 6:57 - 7:00
    tanto che il piano terapeutico
    poi è stato modificato.
  • 7:01 - 7:05
    Allora capite bene che l'elemento,
  • 7:05 - 7:10
    il fattore epigenetico fondamentale,
    in queste storie, che cos'è?
  • 7:10 - 7:14
    Non è la logica, come noi la intendiamo,
    ma sono le emozioni.
  • 7:14 - 7:16
    E le emozioni sono un fattore epigenetico,
  • 7:16 - 7:19
    che agisce su quello
    che noi chiamiamo connettoma.
  • 7:19 - 7:21
    E cioè l'insieme delle reti neurali,
  • 7:21 - 7:25
    delle relazioni all'interno del nostro
    cervello e del sistema nervoso,
  • 7:25 - 7:27
    che dicono chi siamo noi.
  • 7:28 - 7:32
    E il connettoma è
    effettivamente plasmato,
  • 7:32 - 7:35
    plasmato interamente,
    dalle nostre emozioni.
  • 7:35 - 7:39
    Il cervello lo potete immaginare
    come un enorme sacco di ormoni,
  • 7:39 - 7:44
    come una sorta di ribollitore ormonale
    e biochimico che produce energia,
  • 7:44 - 7:47
    energia che misuriamo
    con l'elettroencefalogramma.
  • 7:47 - 7:51
    Quando dormiamo emettiamo
    circa tre Hz, quando siamo svegli nove.
  • 7:51 - 7:53
    Ma cosa succede quando
    proviamo, o meno, emozioni?
  • 7:53 - 7:56
    Quando l'emozione è,
    come si dice, positiva,
  • 7:56 - 7:58
    è un'emozione di gioia
    legata all'amore, al benessere
  • 7:58 - 8:01
    abbiamo un picco intensissimo
    che rimane nella memoria
  • 8:01 - 8:03
    come qualcosa che ci ha fatto bene.
  • 8:03 - 8:07
    Ma quando invece proviamo
    un'emozione di paura, di angoscia
  • 8:07 - 8:09
    e ancor più quando siamo piccoli,
  • 8:09 - 8:12
    quando siamo davvero
    nei primi anni della nostra vita,
  • 8:12 - 8:15
    lo stress materno fetale
    produce un'onda sotto soglia
  • 8:15 - 8:18
    che quasi non si avverte,
    ma che è costante,
  • 8:18 - 8:22
    e tiene in allerta il sistema
    e si riverbera su tutto il corpo.
  • 8:22 - 8:25
    E quest'onda, in qualche modo,
    viene memorizzata,
  • 8:25 - 8:30
    agisce sui circuiti, addirittura
    brucia le terminazioni nervose.
  • 8:30 - 8:34
    E qual è lo strumento
    per riparare, per attivare
  • 8:35 - 8:38
    le risorse miracolosamente
    presenti dentro di noi?
  • 8:38 - 8:40
    È semplicissimo, lo potete fare adesso.
  • 8:40 - 8:42
    Anche se siete al buio,
  • 8:42 - 8:44
    scambiatevi uno sguardo
    con il vostro vicino.
  • 8:44 - 8:48
    E già che siete al buio - provate, fatelo,
    immaginate che nello sguardo
  • 8:48 - 8:51
    che non vedete, perché siete al buio,
    ma lo potete immaginare,
  • 8:51 - 8:54
    ci siano gli occhi di chi vi accoglie,
  • 8:54 - 8:57
    di chi vi dice: "Perfetto, sei qua.
    Bene. Va bene. Benvenuto."
  • 9:00 - 9:04
    Questo agisce nella gestazione
    e nei primi anni di vita.
  • 9:05 - 9:06
    Lo sguardo.
  • 9:06 - 9:12
    Pensate che i neonati hanno la capacità,
    dopo pochissimi giorni,
  • 9:12 - 9:15
    di riconoscere 70 diverse
    tipologie di sorriso
  • 9:15 - 9:17
    nel volto della madre.
  • 9:18 - 9:22
    Pensate che 30 secondi
    di un abbraccio attivano l'ossitocina.
  • 9:22 - 9:24
    Pensate che i nuovi
    studi di neurofisiologia
  • 9:24 - 9:26
    studiano l'effetto
    terapeutico delle carezze
  • 9:26 - 9:29
    sulla riparazione dei traumi
    memorizzati nel corpo.
  • 9:29 - 9:31
    Perché il corpo è, effettivamente,
  • 9:31 - 9:33
    tutto quanto innervato
  • 9:33 - 9:36
    e tutto quanto risponde a queste storie.
  • 9:37 - 9:38
    Allora,
  • 9:40 - 9:41
    provate, adesso, per qualche istante,
  • 9:41 - 9:44
    a diventare voi stessi un connettoma.
  • 9:44 - 9:45
    Vi prendete per mano.
  • 9:45 - 9:47
    Qualcuno già lo sta facendo, vedo.
  • 9:47 - 9:48
    Vi tenete per mano,
  • 9:48 - 9:52
    come se fosse davvero la connessione
    di un'intera rete neurale.
  • 9:52 - 9:55
    I neuroni fanno così con le loro sinapsi,
    soltanto con la differenza
  • 9:55 - 9:58
    che noi abbiamo 100 [miliardi] di neuroni
  • 9:58 - 10:01
    che fanno connessioni ogni millisecondo,
  • 10:01 - 10:04
    un milione di volte in più
    rispetto ai nucleotidi
  • 10:04 - 10:07
    che costituiscono
    l'alfabeto del nostro DNA.
  • 10:07 - 10:09
    E tenete presente anche una cosa,
  • 10:09 - 10:11
    che quando voi toccate la mano di un altro
  • 10:11 - 10:15
    voi date un'informazione
    che è per tutto il corpo,
  • 10:15 - 10:17
    perché la corteccia cerebrale
  • 10:17 - 10:20
    porta un'area di rappresentazione
    dei sensi della mano,
  • 10:20 - 10:23
    cioè delle comunicazioni della mano,
  • 10:23 - 10:26
    molto più ampia
    che per qualsiasi altra area.
  • 10:26 - 10:28
    E il tatto è un senso diffuso.
  • 10:28 - 10:32
    Gli occhi voi li chiudete e non ci vedete;
    le orecchie le tappate e non sentite;
  • 10:32 - 10:34
    ma il tatto è ovunque.
  • 10:34 - 10:38
    Perché il corpo è, inizialmente,
    agli albori del nostro sviluppo,
  • 10:38 - 10:40
    fatto di esperienze di contatto.
  • 10:40 - 10:43
    E il DNA risponde a queste.
  • 10:43 - 10:45
    Quindi pensate che mentre
    voi vi state toccando
  • 10:45 - 10:47
    e create questa sorta di connettoma
  • 10:47 - 10:49
    qualcosa accade dentro di voi.
  • 10:49 - 10:52
    E pensate che accade
    come una sinfonia vibrazionale,
  • 10:52 - 10:54
    una sinfonia di suoni.
  • 10:54 - 10:56
    Tant'è che, nella vicina Bologna,
  • 10:56 - 10:59
    Carlo Ventura studia i suoni
    e le cellule staminali.
  • 10:59 - 11:02
    E allora adesso vi faccio sentire,
    per qualche istante, dei suoni
  • 11:02 - 11:04
    che agiscono sul vostro sistema nervoso
  • 11:04 - 11:06
    e sul vostro DNA.
  • 11:06 - 11:08
    (Pianto)
  • 11:08 - 11:12
    Il pianto del bambino,
    le madri lo sanno, ma anche i padri,
  • 11:12 - 11:15
    ti arriva dritto, dritto dentro.
  • 11:15 - 11:16
    Ti chiama,
  • 11:17 - 11:19
    come non ti può chiamare nient'altro.
  • 11:19 - 11:21
    (Pianto)
  • 11:26 - 11:27
    E altri suoni, invece,
  • 11:27 - 11:33
    possono armonizzare, in qualche modo,
    il nostro corpo e il nostro DNA.
  • 11:33 - 11:35
    E allora nascono delle terapie,
  • 11:36 - 11:37
    delle terapie di una nuova scienza.
  • 11:37 - 11:40
    Perché capite che se questo è vero,
  • 11:40 - 11:41
    ed è così,
  • 11:41 - 11:42
    allora noi abbiamo una chance
  • 11:42 - 11:45
    che non abbiamo soltanto
    facendo delle cose difficili,
  • 11:45 - 11:48
    ma modificando il tessuto
    delle nostre relazioni,
  • 11:48 - 11:51
    modificando il tessuto
    della nostra quotidianità.
  • 11:52 - 11:56
    Il potere di uno sguardo,
    di un sorriso, di una carezza,
  • 11:56 - 11:59
    possono cambiare effettivamente
  • 11:59 - 12:01
    tutta l'informazione
    biologica dentro di noi,
  • 12:01 - 12:06
    perché questo DNA è un DNA adattivo,
    che apprende dall'esperienza.
  • 12:06 - 12:11
    Vi ricordate che vi avevo chiesto
    se volete comunicare con il vostro DNA?
  • 12:12 - 12:14
    Allora fatelo adesso, al mio tre.
  • 12:15 - 12:17
    Chi vuole, naturalmente.
  • 12:17 - 12:20
    Provate a pronunciare
    ad alta voce il vostro nome,
  • 12:20 - 12:23
    tenendo presente che è il nome
    con cui vi hanno chiamato
  • 12:23 - 12:25
    prima che voi veniste alla luce.
  • 12:25 - 12:29
    Un nome che è stato pensato
    oppure intuito,
  • 12:29 - 12:32
    pensato per tanto tempo
    o scelto all'ultimo momento,
  • 12:32 - 12:34
    ma ha segnato, comunque,
  • 12:34 - 12:38
    l'essere accolti, in un modo o nell'altro,
    in questa esistenza.
  • 12:38 - 12:42
    Allora, per chi vuole,
    potete comunicare col DNA al mio tre,
  • 12:42 - 12:44
    dicendo ad alta voce il vostro nome
  • 12:44 - 12:47
    che è come dire nuovamente
    un sì alla vostra vita qua.
  • 12:47 - 12:49
    Uno, due, tre!
  • 12:49 - 12:50
    (Il pubblico esegue)
  • 12:51 - 12:52
    Fantastico!
  • 12:52 - 12:53
    (Risate)
  • 12:53 - 12:54
    Grazie!
  • 12:54 - 12:57
    E tenete presente
  • 12:57 - 12:59
    che quello che avete appena fatto
  • 12:59 - 13:01
    costituisce una rete
  • 13:02 - 13:05
    che va ben al di là dell'individuo.
  • 13:05 - 13:09
    Stiamo capendo grazie all'epigenetica,
    grazie alla neurofisiologia,
  • 13:09 - 13:11
    e grazie alla biofisica dei quanti,
  • 13:11 - 13:15
    che nulla è effettivamente
    separato dal resto.
  • 13:15 - 13:17
    E quindi avete appena sperimentato,
  • 13:17 - 13:20
    guardandovi, prendendovi per mano,
  • 13:20 - 13:21
    utilizzando il suono,
  • 13:21 - 13:24
    quella che noi chiamiamo interdipendenza.
  • 13:24 - 13:26
    In qualche modo siamo collegati.
  • 13:26 - 13:29
    E siamo collegati perché
    siamo collegati dentro di noi,
  • 13:29 - 13:32
    da una rete fatta di memorie,
  • 13:32 - 13:35
    di contatto, di sguardi, di tenerezza.
  • 13:35 - 13:37
    In un famoso TED,
  • 13:37 - 13:42
    uno dei padri del concetto di connettoma,
    Steven Seung, disse questo slogan:
  • 13:42 - 13:46
    "Io non sono i miei geni,
    io sono il mio connettoma".
  • 13:46 - 13:47
    Io voglio aggiungere:
  • 13:47 - 13:52
    "Io sono l'amore con cui
    il mio connettoma è stato cresciuto.
  • 13:52 - 13:54
    Io sono l'amore con cui posso alimentare
  • 13:54 - 13:57
    il mio connettoma,
    e quello di chi mi sta vicino".
  • 13:58 - 14:01
    Allora in questo senso, effettivamente,
  • 14:01 - 14:04
    quella canzone che diceva
    che siamo figli delle stelle
  • 14:04 - 14:05
    è vera.
  • 14:06 - 14:07
    E...
  • 14:08 - 14:11
    Noi ci troviamo in una situazione
    nella quale stiamo comprendendo
  • 14:11 - 14:14
    che possiamo davvero dialogare
  • 14:14 - 14:17
    con quelle strutture
    che credevamo immutabili e rigide.
  • 14:17 - 14:20
    Possiamo davvero trasformare
    il nostro programma.
  • 14:20 - 14:23
    E l'elemento che lo trasforma
    nella maniera più profonda,
  • 14:23 - 14:26
    e che si riverbera, contemporaneamente,
  • 14:26 - 14:29
    a livello cerebrale
    e a livello del sistema immunitario,
  • 14:29 - 14:31
    nella salute e nella malattia,
  • 14:32 - 14:34
    oltre che nella felicità e nel benessere,
  • 14:34 - 14:37
    la chiave di volta di questo
    lo possiamo chiamare amore.
  • 14:37 - 14:42
    Questa cosa così umana
    e così difficile, talvolta, per gli umani,
  • 14:42 - 14:44
    ma che ha un potere così grande.
  • 14:44 - 14:49
    Allora in quest'ottica,
    che è insieme biografica e biologica,
  • 14:49 - 14:51
    e che unifica i due aspetti,
  • 14:51 - 14:53
    dove l'equilibrio e la salute
  • 14:53 - 14:56
    forse sono una situazione
    in cui non c'è disarmonia,
  • 14:56 - 14:58
    tra la cellula e lo spirito.
  • 14:58 - 15:02
    E per spirito intendo
    qualsiasi cosa voi crediate.
  • 15:02 - 15:03
    Ecco, in questa condizione,
  • 15:03 - 15:09
    quel gioco di parole che,
    seppur etimologicamente infondato,
  • 15:09 - 15:11
    legge nella parola "amore",
  • 15:11 - 15:15
    alfa privativa, a-mors,
    l'"assenza di morte",
  • 15:15 - 15:19
    in quest'ottica, quel gioco di parole
    è incredibilmente vero.
  • 15:19 - 15:20
    Grazie.
  • 15:20 - 15:22
    (Applausi)
Title:
Codice umano: dalla genetica all'amore | Erica Poli | TEDxReggioEmilia
Description:

Come si fondono amore e genetica? Perché l’idea di un programma genetico predeterminato, che ci costruisce, ha ceduto il passo all’epigenoma, che apprende dalle esperienze e dall’ambiente esprimendo memorie ed emozioni?
Con Erica Poli, medico psichiatra, psicoterapeuta e counselor, scopriremo come si connettono le impronte dell’amore dato, ricevuto o mancato alle terapie che applicano nuovi concetti e trasformano il nostro futuro.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
15:30

Italian subtitles

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