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Diane Kelly: Le nuove scoperte sull’anatomia del pene

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    Quando sono a una festa,
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    la gente in breve tempo
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    scopre
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    che sono una ricercatrice, e mi occupo di sesso.
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    E da quel momento... iniziano le domande,
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    che di norma hanno una forma precisa.
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    iniziano con la frase:
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    "Un mio amico mi ha detto che... "
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    e finiscono con:
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    "Ma è vero?"
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    Nella maggior parte dei casi,
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    per fortuna, sono in grado di dare una risposta,
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    ma a volte devo dire loro
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    che mi spiace davvero,
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    ma non posso rispondere
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    perché non sono un medico.
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    Non curo le persone,
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    sono una biologa comparativa
    che fa ricerca anatomica.
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    Il mio lavoro consiste nel confrontare molte specie
    di organismi viventi diversi tra di loro
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    e cerco di capire come funzionano
    organi e tessuti
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    quando tutto va bene,
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    non studio le disfunzioni
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    o le soluzioni a eventuali disfunzioni,
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    come invece molti di voi.
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    Osservo analogie e differenze
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    nel modo in cui
    gli organismi viventi si sono evoluti
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    per risolvere alcune problemi biologici di fondo.
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    E oggi sono qui per sostenere
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    che tutto ciò non è, o non del tutto,
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    un'attività di speculazione fine a se stessa,
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    tra élite accademiche;
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    questa ampia ricerca
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    sulle specie, gli apparati e i tessuti
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    può produrre scoperte
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    che hanno un impatto diretto sulla salute umana.
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    È il caso del progetto
    a cui ho lavorato recentemente
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    sulle differenze sessuali a livello cerebrale,
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    e lo studio, più completo,
  • 1:22 - 1:25
    sull'anatomia e la funzione dei peni.
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    Ora capite perché sono l'anima delle feste.
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    (Risate)
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    Bene, oggi vi mostrerò un esempio
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    tratto dalla mia ricerca sull'anatomia del pene
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    per dimostrarvi come
    la conoscenza prodotta
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    dallo studio di un organo
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    abbia contribuito alla comprensione
    di altri organi molto diversi.
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    Sono sicura che tutti voi del pubblico lo sapete già -
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    a mia figlia di nove anni
    l'ho dovuto spiegare la scorsa settimana -
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    i peni sono strutture che trasportano lo sperma
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    da un soggetto all'altro.
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    La diapositiva che vedete alle mie spalle
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    mostra a malapena
    quanto questa struttura
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    sia diffusa negli animali.
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    Esiste un'enorme varietà
    anatomica:
  • 1:57 - 2:01
    muscoli tubolari,
    arti inferiori modificati, pinne modificate
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    e nei mammiferi quel corpo cilindrico carnoso,
    in grado di gonfiarsi,
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    che tutti -- beh, almeno
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    il 50% di tutti voi -- conosce.
  • 2:09 - 2:11
    (Risate)
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    E credo che la straordinaria varietà di questa soluzione
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    sia spiegata dall'efficacia nel risolvere
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    un problema biologico di base,
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    cioè far entrare in contatto lo sperma
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    con l'uovo da fecondare, formando gli zigoti.
  • 2:25 - 2:28
    Il pene, dunque, in realtà non è indispensabile
    alla fecondazione interna,
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    ma quando in natura
    si sviluppa la fecondazione interna
  • 2:31 - 2:33
    il pene spesso compare.
  • 2:33 - 2:37
    La domanda che mi fanno più spesso
    quando inizio a parlare di queste cose è:
  • 2:37 - 2:40
    "Cosa ti ha portato ad interessarti a questa materia?"
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    La risposta è... gli scheletri!
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    Non pensereste mai che lo scheletro e il pene
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    abbiano così tanto in comune.
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    Questo perché tendiamo a immaginare lo scheletro
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    come a un sistema rigido di sostegno
  • 2:52 - 2:54
    che genera velocità o potenza.
  • 2:54 - 2:58
    E i miei primi passi nella ricerca biologica,
  • 2:58 - 3:00
    studiando i fossili dei dinosauri
    quando ero all'Università,
  • 3:00 - 3:02
    andavano esattamente in questa direzione.
  • 3:02 - 3:05
    Ma quando ho iniziato la specializzazione post-laurea per studiare biomeccanica,
  • 3:05 - 3:08
    volevo assolutamente trovare un soggetto per la tesi
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    che ampliasse la nostra conoscenza
    sulla funzione dello scheletro.
  • 3:11 - 3:12
    Ho provato varie cose.
  • 3:12 - 3:14
    Molte di esse non hanno avuto seguito.
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    Poi, un giorno, ho iniziato a pensare
  • 3:16 - 3:18
    al pene dei mammiferi.
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    Beh, ha veramente una struttura singolare.
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    Per consentire la fecondazione interna,
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    il suo comportamento meccanico deve cambiare
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    in maniera sorprendente.
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    Per la maggior parte del tempo è un organo flessibile,
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    che si piega con facilità.
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    Ma prima di assolvere alla sua funzione,
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    durante l'accoppiamento
  • 3:35 - 3:36
    deve diventare rigido,
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    difficile da piegare.
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    E oltre a ciò, deve funzionare bene.
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    Un apparato riproduttivo che non funziona
  • 3:43 - 3:47
    forma un essere vivente che non avrà discendenti,
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    che presto sarà buttato fuori
    dal pool genico.
  • 3:50 - 3:52
    Così ho pensato:
    "Ecco un caso
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    che necessita di uno scheletro".
  • 3:55 - 3:59
    Non una struttura come questa,
  • 3:59 - 4:02
    ma una come questa,
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    perché dal punto di vista funzionale
  • 4:04 - 4:06
    si può chiamare scheletro qualsiasi sistema
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    sorregga i tessuti e trasmetta energia.
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    Sapevo già che negli organismi viventi,
    come questo lombrico,
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    - beh, di fatto nella maggior parte degli animali -
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    i tessuti non sono attaccati
  • 4:14 - 4:16
    e sorretti dalle ossa.
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    Somigliano invece a dei palloncini rinforzati.
  • 4:18 - 4:22
    Questi organismi hanno una struttura scheletrica chiamata scheletro idrostatico.
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    Il funzionamento di uno scheletro idrostatico
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    si basa su due elementi.
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    La funzione di sostegno deriva dall'interazione
  • 4:28 - 4:30
    tra un liquido sotto pressione
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    e una parete di tessuto circostante
  • 4:32 - 4:36
    mantenuta in tensione e rinforzata da proteine fibrose.
  • 4:36 - 4:39
    E questa interazione è indispensabile.
  • 4:39 - 4:42
    Devono essere presenti entrambi gli elementi.
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    Se è presente solo il liquido
  • 4:43 - 4:45
    senza un involucro che lo contenga
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    e mantenga alta la pressione,
  • 4:47 - 4:49
    il risultato è una pozza.
  • 4:49 - 4:51
    Se invece c'è solo l'involucro
  • 4:51 - 4:52
    senza un liquido all'interno che lo tenga in tensione,
  • 4:52 - 4:54
    il risultato è un cencio inzuppato.
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    Se si osserva la sezione trasversale di un pene,
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    è possibile notare molte delle caratteristiche
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    tipiche di uno scheletro idrostatico.
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    C'è un corpo cavernoso centrale
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    composto da tessuto erettile spugnoso
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    che si riempie di liquido, in questo caso sangue,
  • 5:07 - 5:09
    e al suo esterno una parete di tessuto
  • 5:09 - 5:13
    ricca di collagene,
    una proteina strutturale che conferisce rigidità.
  • 5:13 - 5:16
    All'inizio di questa mia ricerca,
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    la spiegazione più plausibile che mi ero data
    per spiegare l'erezione
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    era che l'involucro avvolge questo corpo spugnoso,
  • 5:23 - 5:25
    questo corpo spugnoso si riempie di sangue,
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    la pressione aumenta e... voilà!
    Eccolo in erezione!
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    In realtà, questo mi spiegava
    l'aumento di volume:
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    con l'afflusso di liquido, i tessuti si dilatano. Aveva senso.
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    Ma non spiegavo l'erezione.
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    Non era, cioè, ancora chiaro il meccanismo
  • 5:43 - 5:46
    che rende il pene eretto difficile da piegare.
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    Nessuno aveva mai studiato l'involucro in modo sistematico.
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    Così mi sono detta, l'involucro è una parte importante nello scheletro,
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    dev'essere per forza parte in causa nell'erezione.
  • 5:53 - 5:56
    E arrivati a questo punto
  • 5:56 - 5:58
    il mio relatore mi disse:
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    "Alt! Ferma, non correre".
  • 6:02 - 6:05
    Dopo avermi sentito parlare
    per quasi 6 mesi di queste cose,
  • 6:05 - 6:07
    penso che alla fine abbia capito
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    che avevo preso davvero sul serio
    la faccenda del pene.
  • 6:10 - 6:13
    (Risate)
  • 6:13 - 6:15
    Così mi ha fatto sedere e mi ha messa in guardia,
  • 6:15 - 6:17
    dicendo più o meno: "Fai attenzione,
  • 6:17 - 6:20
    perché non sono sicuro che porti a qualche risultato".
  • 6:20 - 6:22
    Temeva che potessi cadere in una trappola.
  • 6:22 - 6:27
    Mi stavo imbarcando in un argomento socialmente imbarazzante,
  • 6:27 - 6:29
    che avrebbe potuto dare un risultato
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    a suo avviso non particolarmente interessante.
  • 6:32 - 6:33
    Questo perché
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    tutti i tipi di scheletro idrostatico
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    esistenti in natura e scoperti fino a quel momento
  • 6:37 - 6:39
    presentavano gli stessi elementi di base:
  • 6:39 - 6:40
    un fluido centrale,
  • 6:40 - 6:42
    e un involucro circostante
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    costituito da fibre di rinforzo
  • 6:45 - 6:47
    disposte a eliche incrociate
  • 6:47 - 6:49
    lungo tutto l'asse dello scheletro.
  • 6:49 - 6:51
    L'immagine alle mie spalle
  • 6:51 - 6:52
    mostra un campione di tessuto
  • 6:52 - 6:54
    proveniente da uno scheletro di questo tipo.
  • 6:54 - 6:57
    La sezione che vedete rappresenta
    la superficie dell'involucro.
  • 6:57 - 6:58
    Le frecce indicano l'asse longitudinale.
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    Potete vedere due strati di fibre,
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    uno blu e uno giallo,
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    disposti in modo da formare angoli
    orientati a sinistra e a destra.
  • 7:05 - 7:07
    Ma se vi mostrassi una sezione più grande
  • 7:07 - 7:10
    vedreste le fibre avvolgersi come spirali
  • 7:10 - 7:12
    lungo tutto l'asse dello scheletro,
  • 7:12 - 7:14
    come nelle manette cinesi dove infili le dita
  • 7:14 - 7:16
    e le dita rimangono intrappolate.
  • 7:16 - 7:19
    Bene, questi tipi di scheletro si comportano
    in maniera singolare,
  • 7:19 - 7:21
    come questa clip vi dimostrerà.
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    Ho riprodotto
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    uno scheletro con un pezzo di stoffa
  • 7:24 - 7:27
    avvolto intorno ad un palloncino.
  • 7:27 - 7:28
    La stoffa è tagliata in diagonale.
  • 7:28 - 7:31
    Come vedete, le fibre avvolgono il palloncino
    creando delle spirali,
  • 7:31 - 7:35
    e a seconda di come lo scheletro si muove
    le fibre si riorientano.
  • 7:35 - 7:37
    Ciò signfica che lo scheletro è flessibile:
  • 7:37 - 7:39
    si può allungare, accorciare e piegare senza difficoltà
  • 7:39 - 7:43
    in risposta a forze interne o esterne.
  • 7:43 - 7:44
    Ma la preoccupazione del mio relatore era:
  • 7:44 - 7:46
    cosa succede se il tessuto del pene
  • 7:46 - 7:48
    è esattamente uguale
    a qualsiasi altro scheletro idrostatico?
  • 7:48 - 7:50
    Quale contributo darà questa ricerca?
  • 7:50 - 7:52
    Quale sarà il tuo contributo originale
  • 7:52 - 7:53
    alle nostre conoscenza della biologia?
  • 7:53 - 7:57
    Ho riflettuto e, sì,
    la sua obiezione era sicuramente corretta,
  • 7:57 - 7:58
    quindi continuai a pensarci a lungo.
  • 7:58 - 8:00
    Ma c'era qualcosa che continuava ad assillarmi,
  • 8:00 - 8:03
    ed era il fatto che, quando è in erezione,
  • 8:03 - 8:05
    il pene non ondeggia.
  • 8:05 - 8:07
    (Risate)
  • 8:07 - 8:10
    Doveva per forza essere all'opera
    qualche fenomeno interessante.
  • 8:10 - 8:13
    Così sono andata avanti,
    ho raccolto del tessuto, l'ho preparato
  • 8:13 - 8:15
    in modo che fosse teso come in erezione,
  • 8:15 - 8:17
    l'ho sezionato, trasferito su un vetrino
  • 8:17 - 8:20
    e poi l'ho infilato sotto il microscopio per analizzarlo,
  • 8:20 - 8:25
    sicura di vedere fibre di collagene
    disposte a eliche incrociate.
  • 8:25 - 8:27
    E invece ho visto questo:
  • 8:27 - 8:30
    uno strato esterno e uno interno.
  • 8:30 - 8:33
    Le frecce indicano
    l'asse longitudinale dello scheletro.
  • 8:33 - 8:35
    Ero molto sorpresa,
  • 8:35 - 8:36
    e tutti quelli a cui l'ho mostrato
  • 8:36 - 8:38
    restavano davvero sorpresi.
  • 8:38 - 8:39
    Perché?
  • 8:39 - 8:42
    Perché ipotizzavamo che le fibre
  • 8:42 - 8:45
    di uno scheletro idrostatico
  • 8:45 - 8:48
    fossero disposte diversamente,
  • 8:48 - 8:50
    ovvero parallele tra di loro
  • 8:50 - 8:54
    e perpendicolari all'asse longitudinale della struttura.
  • 8:54 - 8:58
    Nessuno aveva mai visto una cosa simile in natura.
  • 8:58 - 9:00
    E ora lo stavo vedendo io.
  • 9:00 - 9:03
    Orientate così, quelle fibre
  • 9:03 - 9:06
    conferiscono allo scheletro
    un comportamento del tutto diverso.
  • 9:06 - 9:07
    Vi mostrerò un nuovo modello,
  • 9:07 - 9:09
    fatto esattamente con gli stessi materiali.
  • 9:09 - 9:11
    Quindi stesso tipo di tessuto in cotone,
  • 9:11 - 9:15
    stesso palloncino, stessa pressione interna.
  • 9:15 - 9:17
    L'unica differenza è che
  • 9:17 - 9:20
    le fibre sono orientate in modo diverso.
  • 9:20 - 9:22
    Come vedete,
    a differenza del modello a eliche incrociate,
  • 9:22 - 9:25
    questo modello
    resiste alla trazione e alla contrazione
  • 9:25 - 9:27
    e non si flette.
  • 9:27 - 9:28
    Questo ci rivela che
  • 9:28 - 9:30
    il tessuto dell'involucro è molto di più
  • 9:30 - 9:32
    di un semplice rivestimento del tessuto vascolare.
  • 9:32 - 9:36
    È parte integrante dello scheletro del pene.
  • 9:36 - 9:38
    Se non ci fosse involucro attorno al tessuto erettile
  • 9:38 - 9:40
    e se questa parete non fosse rinforzata in questo modo,
  • 9:40 - 9:42
    la forma cambierebbe,
  • 9:42 - 9:44
    ma il pene gonfio si piegherebbe
  • 9:44 - 9:46
    e l'erezione semplicemente
    non funzionerebbe.
  • 9:46 - 9:49
    Questo è un risultato che può chiaramente
    avere applicazione in campo medico
  • 9:49 - 9:50
    anche per gli esseri umani,
  • 9:50 - 9:53
    ma penso che la sua utilità
    si possa estendere anche
  • 9:53 - 9:56
    alla progettazione di protesi, robot morbidi,
  • 9:56 - 9:57
    praticamente qualsiasi cosa in cui
  • 9:57 - 10:00
    alterazioni della forma e rigidità
    sono elementi importanti.
  • 10:00 - 10:02
    Concludo con un aneddoto:
  • 10:02 - 10:03
    vent'anni fa
  • 10:03 - 10:05
    un tutor all'università,
  • 10:05 - 10:07
    quando mi sono iscritta e ho detto:
  • 10:07 - 10:08
    "Mi piacerebbe fare anatomia",
  • 10:08 - 10:10
    mi rispose: "L'anatomia è una scienza morta!"
  • 10:10 - 10:13
    Si sbagliava di grosso.
  • 10:13 - 10:15
    Sono davvero convinta
    che abbiamo ancora molto da imparare
  • 10:15 - 10:18
    sulla struttura e le funzioni normali del nostro corpo,
  • 10:18 - 10:21
    e non solo sulla genetica e la biologia molecolare,
  • 10:21 - 10:25
    ma sulla "carne", sulla struttura anatomica del corpo.
  • 10:25 - 10:26
    Oggi abbiamo dei limiti:
  • 10:26 - 10:28
    spesso ci concentriamo su una malattia, un modello,
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    un problema.
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    Ma l'esperienza mi dice che
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    dovremmo provare ad applicare le nostre conoscenze
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    spaziando tra i vari sistemi
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    e vedere dove questo ci porta.
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    Dopotutto, se ciò che sappiamo
    sugli scheletri degli invertebrati
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    può offrirci informazioni
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    sul sistema riproduttivo dei mammiferi,
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    potrebbero esserci tante altre fruttuose e inesplorate connessioni,
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    là fuori, pronte ad essere scoperte.
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    Grazie.
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    (Applausi)
Title:
Diane Kelly: Le nuove scoperte sull’anatomia del pene
Speaker:
Diane Kelly
Description:

La ricerca in campo anatomico non si è ancora esaurita. Sappiamo tantissime cose su genomi, proteine e sulla biologia cellulare. Ma come ci spiega Diane Kelly a TEDMED, ci sono questioni fondamentali sul corpo umano che dobbiamo ancora comprendere. Il caso in questione è: Come funziona l’erezione nei mammiferi?

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
11:20

Italian subtitles

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