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L'orgoglio dell'ospitalità| Episodio 02: Casa Miga

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    Mi chiamo Andira Angeli.
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    Il mio orientamento sessuale è pansessuale
    la mia identità di genere travesti
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    e il mio pronome è lei.
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    Dopo molti anni senza vivere
    con mia madre,
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    con la pandemia sono tornata a casa sua,
    ed è diventato insostenibile
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    psicologicamente.
    C'era davvero molta violenza.
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    È stato allora che ho scoperto la casa
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    direttamente come ospite.
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    Mi hanno accolta e sostenuta.
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    La mia relazione con Casa Miga
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    è iniziata in un momento della mia vita
    in cui vivevo
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    una vulnerabilità sociale.
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    Non avevo una casa o un lavoro.
    Così la casa mi ha accolta e aiutata.
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    La casa è importante per la comunità LGBT+
    per diversi motivi,
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    specie in questa regione, dove è il primo
    rifugio nel nord del Paese.
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    Un rifugio LGBT+.
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    Questo di per sé dimostra l'importanza
    di avere un posto simile.
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    È il luogo dove la nostra comunità
    trova riparo nel momento del bisogno,
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    soprattutto quando le persone si trovano
    in un momento di vulnerabilità sociale,
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    quando sono cacciati di casa,
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    quando succede qualcosa in famiglia,
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    è qui in questa casa che trovano
    un posto dove essere al sicuro.
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    Oltre a fornire un tetto, del cibo,
    che sono il minimo,
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    promuoviamo corsi di sviluppo
    e di formazione,
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    abbiamo l'orientamento sociale,
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    il sostegno psicologico
    e l'assistenza legale, se necessario,
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    generi alimentari di prima necessità
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    e opportunità di lavoro
    quando ci contattano con offerte
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    per la nostra comunità.
    Quindi ci occupiamo di fare da tramite.
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    L'impatto che ha la casa sulla vita
    delle persone è davvero forte...
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    perché dà tante opportunità che di solito
    per noi sono difficili da ottenere.
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    In genere, per noi è molto difficile
    pensare di avere delle cure psicologiche
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    o ricevere un sostegno sociale.
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    Quindi, si tratta di cose
    che hanno un impatto sulle nostre vite.
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    La casa mi ha migliorato la vita nel senso
    che mi ha fatto crescere professionalmente
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    e mi ha accettata in quanto donna trans,
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    la donna trans che sono oggi.
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    Accade qualcosa di veramente forte
    quando arrivi qui,
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    ed è essere circondata dalla tua comunità.
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    Quando eravamo...
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    Quando sono stata accolta,
    c'erano molti travesti nel rifugio.
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    Così abbiamo creato
    il nostro piccolo gruppo.
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    Abbiamo messo le nostre sedie in cerchio
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    e abbiamo parlato. Abbiamo chiacchierato,
    fumato una sigaretta.
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    Ed era come quando ci si ritrova
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    e spesso si parla delle nostre vite
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    e poi in silenzio ci riconoscevamo
    l'una nell'altra.
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    Questo ha cambiato molte cose per noi.
    Ci ha dato molta forza.
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    Cose che sono indispensabili
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    cose che non troviamo in molti posti.
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    Un rifugio è un lavoro molto complesso.
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    Quindi dobbiamo essere disponibili,
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    deve esserci qualcuno disponibile
    24 ore al giorno.
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    Perché non si finisce mai.
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    Le persone vivono e mangiano qui.
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    Ha un costo.
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    Per avere persone disponibili qui,
    devo pagargli lo stipendio,
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    perché quella persona non potrà lavorare
    altrove.
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    Gli aiuti statali farebbero la differenza,
    sì,
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    perché sarebbero fondi garantiti
    alla casa.
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    Quindi sarebbe come una collaborazione
    importante per la casa,
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    se, per iniziare,
    il governo abbracciasse la causa.
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    Quando è nata Casa Miga
    i primi gruppi operativi
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    si sono scagliati contro
    le politiche pubbliche.
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    Contro le modifiche legislative
    e tutto il resto.
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    E quando l'hanno fatto,
    quando sono arrivati in questi spazi
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    in luoghi come il Parlamento,
    l'amministrazione comunale,
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    la risposta data a Casa Miga è stata
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    che a Manaus non c'erano persone LGBT+
    in situazioni sociali vulnerabili.
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    Questa è stata la risposta.
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    Per questo motivo Casa Miga
    inizialmente non ha avuto fondi pubblici
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    e continua a non averli.
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    Ma perché? Perché non abbiamo
    questi numeri?
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    La casa, oltre a offrire tutti i servizi,
    è un registro di questi numeri.
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    Dall'apertura, a Casa Miga sono passate
    oltre 300 persone.
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    Questo numero già conferma che sì,
    ci sono persone vulnerabili.
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    Quest'anno è stato molto duro per noi
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    in termini di risorse finanziarie.
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    Avevamo 15 persone nel team,
    tra volontari e personale.
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    Un personale che non avrebbe avuto
    più uno stipendio
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    perché non potevamo permettercelo.
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    Quindi ero molto preoccupata.
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    Come saremmo potuti
    andare avanti così senza persone?
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    Senza risorse umane?
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    Ed è stato allora che mi sono seduta
    e ho parlato con tutti
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    e tutti mi hanno detto che avrebbero
    continuato a lavorare
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    con o senza stipendio.
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    E i volontari sarebbero rimasti
    a fare volontariato.
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    E penso che per me
    sia stato il riconoscimento più grande,
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    perché un conto sono le mie convinzioni,
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    un'altra cosa è avere un team intero
    che crede in questo lavoro.
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    Sogno che un giorno la casa
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    inizi a vivere e prosperare,
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    perché per ora sopravvive.
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    Il mio sogno è che la permanenza
    a Casa Miga per tutti gli ospiti
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    sia qualcosa che ricorderanno per sempre.
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    "Oh, ti ricordi quell'evento a Casa Miga
    quando ero lì, quando mi aiutavano?"
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    o "Ricordi quel corso che ho fatto a Casa
    Miga che mi ha dato un lavoro e una vita?"
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    Sogno che Casa Miga
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    riesca a creare quel tipo di narrativa.
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    Storie che ci portino fuori
    dai nostri luoghi di sofferenza,
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    di vulnerabilità, di mancanze...
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    fuori da tutti quei luoghi in cui
    sono spinti i nostri corpi.
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    In posti dove troviamo l'eccellenza.
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    La vera eccellenza.
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    Come comunità e come individui
    che sviluppano questo progetto.
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    Essere in grado di vederlo crescere,
    vedere me stessa lavorare qui,
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    diventare una volontaria
    quando finisco gli studi.
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    E vedere altre persone aiutate
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    in un modo che non crei problemi
    alla Casa,
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    ma che sia una cosa normale.
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    Potere offrire l'accoglienza
    e il sostegno senza preoccuparsi
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    se domani chi si trova qui
    avrà qualcosa da mangiare o no.
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    Quindi il mio sogno è arrivare al punto
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    in cui possiamo vivere
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    capite?
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    Quando la casa potrà dare il meglio,
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    pagare le persone che lavorano qui,
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    dare da mangiare a sufficienza
    a tutti quelli che vivono qui
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    a chi cerca i nostri servizi,
    a chiunque sia in cerca di aiuto.
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    Riuscire a fare molto di più
    di ciò che facciamo con poche risorse.
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    Questo è il mio sogno.
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    Diventare molto più grandi
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    di quanto lo siamo ora.
Title:
L'orgoglio dell'ospitalità| Episodio 02: Casa Miga
Description:

Quando si è una persona LGBT+, la propria casa può diventare un luogo pericoloso. In Brasile, le case di accoglienza LGBT+ sono un rifugio per chi è vulnerabile e ha bisogno di aiuto.

Ma i rifugi LGBT+ hanno bisogno di sostegno e non esiste ancora una politica pubblica da parte del governo che guidi e garantisca un rifugio per le persone LGBT+.

Nella mini-serie Orgulho em Acolher, All Out ha invitato quattro organizzazioni provenienti da diverse realtà e regioni del Paese a raccontare le loro storie di orgoglio e accoglienza.

Per vedere tutti gli episodi e saperne di più sulla causa, visitate: allout.lgbt/orgulhoemacolher

Tradotto con www.DeepL.com/Translator (versione gratuita)

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Video Language:
Portuguese, Brazilian
Team:
Amplifying Voices
Project:
All Out
Duration:
07:34

Italian subtitles

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