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Andrew Solomon: Amore, a qualsiasi costo

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    "Anche in termini puramente non religiosi,
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    l'omosessualità rappresenta un uso improprio delle capacità sessuali.
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    È un patetico sostituto di seconda mano della realtà,
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    un patetico abbandono della vita.
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    In quanto tale, non merita compassione,
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    non merita alcun trattamento
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    in quanto martirio di una minoranza,
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    e merita di essere interpretato come niente altro che una funesta malattia."
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    Questo viene dalla rivista Time del 1966, quando avevo 3 anni.
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    E l'anno scorso, il presidente degli Stati Uniti
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    si è espresso a favore del matrimonio gay.
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    (Applausi)
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    E la mia domanda è, come siamo passati da lì a qui?
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    Come una malattia è diventata un'identità?
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    Quando avevo forse 6 anni,
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    andai in un negozio di scarpe con mia madre e mio fratello.
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    E dopo aver comprato le scarpe,
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    il commesso ci disse
    che potevamo portare a casa entrambi un palloncino.
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    Mio fratello voleva un palloncino rosso e io ne volevo uno rosa.
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    Mia madre disse che pensava fosse meglio che io prendessi un palloncino blu.
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    Ma io le dissi che volevo assolutamente quello rosa.
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    E mi ricordò che il mio colore preferito era il blu.
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    Il fatto che il mio colore preferito ora è il blu, ma sono sempre gay --
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    (Risate) --
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    è la prova dell'influenza e dei limiti di mia madre.
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    (Risate)
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    (Applausi)
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    Quand'ero piccolo, mia madre diceva,
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    "L'amore che hai per i figli non ha paragoni.
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    E finché non hai figli, non sai cosa significa."
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    E quand'ero piccolo, lo presi come il più grande complimento del mondo
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    dire questo sull'essere genitore mio e di mio fratello.
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    E quand'ero adolescente pensai
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    che essendo gay, probabilmente non potevo avere una famiglia.
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    E quando lo disse, mi rese ansioso.
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    E dopo essermi dichiarato,
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    mi rendeva furioso il fatto che lei continuasse a dirlo.
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    Dissi, "Sono gay. Non è la direzione che voglio prendere.
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    E voglio che tu smetta di dire queste cose."
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    Una ventina d'anni fa i miei editori al The New York Times mi chiesero
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    di scrivere un pezzo sulla cultura dei non udenti.
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    Rimasi sbalordito.
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    Vedevo la sordità come una malattia.
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    Questa povera gente, non poteva sentire.
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    Non riuscivano a sentire,
    e cosa potevamo fare per loro?
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    E poi andai tra i non udenti.
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    Andai nei club di non udenti.
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    Vidi spettacoli teatrali di non udenti e ascoltai poesie di non udenti.
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    Andai anche al concorso americano di
    Miss Non Udente a Nashville, nel Tennessee
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    in cui la gente si lamentava del linguaggio dei segni del Sud.
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    (Risate)
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    E andando sempre più a fondo del mondo dei non udenti,
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    mi convinsi che la sordità era una cultura
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    e che la gente del mondo dei non udenti che diceva,
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    "Non ci manca l'udito, siamo membri di una cultura",
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    diceva una cosa giusta.
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    Non era la mia cultura,
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    e non avevo tutta questa fretta di unirmi a loro,
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    ma apprezzavo che fosse una cultura
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    e che per le persone che vi appartenevano,
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    fosse preziosa come la cultura latina, ebrea o gay.
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    Sembrava valida forse quanto la cultura americana.
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    Poi l'amica di un mio amico ebbe una figlia nana.
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    E quando nacque sua figlia,
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    improvvisamente dovette farsi delle domande
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    che ora mi sembrarono alquanto risonanti.
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    Doveva affrontare la questione di cosa fare con la bambina.
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    Doveva dire, "Sei come chiunque altro, solo un po' più bassa?"
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    O doveva cercare di costruire un qualche tipo di identità da nana,
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    farsi coinvolge in Little People of America,
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    rendersi conto di quello che succede ai nani?
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    Improvvisamente ho pensato,
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    molti bambini non udenti nascono da genitori udenti.
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    Questi genitori udenti cercano di curarli.
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    Queste persone non udenti scoprono le comunità durante l'adolescenza.
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    Molti gay nascono da genitori eterosessuali.
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    Questi genitori etero vogliono spesso che agiscano
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    secondo quello che loro ritengono il mondo convenzionale,
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    e questi gay devono scoprire un'identità più avanti.
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    Ed ecco questa mia amica
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    che esamina queste domande sull'identità di sua figlia nana.
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    Io pensai, eccoci di nuovo:
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    una famiglia che si percepisce normale
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    con un figlio che sembra fuori dalla norma.
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    E ho tirato fuori l'idea che in realtà ci sono due tipi di identità.
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    Ci sono le identità verticali,
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    che vengono passate da genitori a figli.
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    Come l'appartenenza etnica, spesso la nazionalità, la lingua, spesso la religione.
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    Questi aspetti li avete in comune con i vostri genitori e con i vostri figli.
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    E mentre alcuni di questi possono essere difficili,
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    non si cerca di curarli.
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    Potete obiettare che è più difficile negli Stati Uniti --
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    a dispetto della nostra attuale presidenza --
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    essere una persona di colore.
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    Eppure, non abbiamo nessuno che cerca di assicurarsi
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    che la prossima generazione di figli nati da afroamericani e asiatici
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    nasca con la pelle chiara e i capelli biondi.
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    Ci sono altre identità che dovete imparare da un gruppo di simili.
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    Io le chiamo identità orizzontali,
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    perché il gruppo di simili è l'esperienza orizzontale.
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    Sono identità estranee ai vostri genitori
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    e che dovete scoprire quando le vedete nei vostri simili.
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    E queste identità orizzontali,
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    la gente ha sempre cercato di curarle.
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    Io volevo esaminare il processo con cui
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    la gente arriva ad avere una buona relazione
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    con la propria identità.
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    E mi sembrava che ci fossero tre livelli di accettazione
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    possibili:
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    l'auto-accettazione, l'accettazione dei familiari
    e l'accettazione sociale.
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    Queste non coincidono sempre.
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    E molte volte, le persone con queste malattie sono molto arrabbiate
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    perché hanno la sensazione che i genitori non li amino,
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    quando quello che accade in realtà è che i genitori non li accettano.
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    L'amore, idealmente, è senza condizioni
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    nelle relazioni tra genitori e figli.
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    Ma l'accettazione è una cosa per cui ci vuole tempo.
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    Ci vuole sempre tempo.
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    Uno dei nani che ho conosciuto è un tizio di nome Clinton Brown.
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    Quando nacque, gli fu diagnosticato il nanismo diastrofico,
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    una malattia molto disabilitante,
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    e ai suoi genitori fu detto che non avrebbe mai camminato,
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    che non avrebbe avuto alcuna capacità intellettuale,
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    e probabilmente non li avrebbe mai riconosciuti.
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    Suggerirono di lasciarlo in ospedale
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    in modo che potesse morire serenamente.
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    Sua madre disse che non lo avrebbe fatto.
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    Portò il figlio a casa.
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    Anche se non aveva molti vantaggi educativi o risorse finanziarie,
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    trovò il miglior medico del paese
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    per trattare il nanismo diastrofico,
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    e mise Clinton sotto trattamento.
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    Durante l'infanzia, Clinton
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    subì 30 importanti interventi chirurgici.
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    E passò tutto quel tempo bloccato in ospedale
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    mentre lo sottoponevano a tutti quegli interventi,
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    grazie a cui ora può camminare.
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    Mentre era ricoverato, mandarono degli insegnanti
    ad aiutarlo con i compiti.
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    Egli lavorò duro perché non aveva niente altro da fare.
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    E finì per raggiungere un livello di istruzione
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    mai raggiunto da nessun membro della sua famiglia.
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    Fu il primo della famiglia ad andare all'università.
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    Viveva nel campus e guidava un'auto speciale adattata
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    al suo corpo insolito.
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    E sua madre mi raccontò la storia di quando tornò a casa un giorno --
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    lui andava all'università lì vicino --
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    e disse, "Vidi quell'auto, che si riconosce sempre
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    nel parcheggio di un bar".
    (Risate)
  • 8:00 - 8:04
    "E pensai, sono alti 1,80 m, lui è alto 1 metro.
  • 8:04 - 8:07
    Due birre per loro equivalgono a quattro birre per lui."
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    Disse, "Sapevo di non poter entrare e interromperlo,
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    ma tornai a casa, e gli lasciai otto messaggi in segreteria."
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    Disse, "E poi pensai,
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    se qualcuno mi avesse detto quando è nato
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    che le mie future preoccupazioni sarebbero state il bere e la guida con i suoi compagni di università -- "
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    (Applausi)
  • 8:32 - 8:34
    E le dissi, "Cosa pensa di aver fatto
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    che lo ha aiutato a diventare questa persona meravigliosa, affascinante e realizzata?"
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    E lei mi disse, "Cosa ho fatto? L'ho amato, tutto qui.
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    Clinton ha sempre avuto quella luce dentro di sé.
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    E suo padre ed io fummo così fortunati da essere i primi a vederla."
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    Citerò un'altra rivista degli anni '60.
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    Questa è del 1968 -- The Atlantic Monthly, voce dell'America liberale --
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    scritta da un importante bioetico.
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    Disse, "Non c'è motivo di sentirsi colpevole
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    nell'abbandonare un bambino con la Sindrome di Down,
  • 9:11 - 9:16
    che sia nel senso di nasconderlo in un istituto
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    o in senso letale, più responsabile.
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    È triste, sì -- orribile. Ma niente sensi di colpa.
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    I veri sensi di colpa sorgono solo da un'offesa a una persona,
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    e un Down non è una persona."
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    Sono stati versati fiumi di inchiostro sugli enormi progressi che abbiamo fatto
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    nel trattamento dei gay.
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    Il fatto che il nostro atteggiamento sia cambiato è scritto nei titoli ogni giorno.
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    Ma dimentichiamo come vedevamo le persone che avevano altre differenze,
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    come vedevamo le persone disabili,
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    quanto fossimo disumani.
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    E al cambiamento portato a termine,
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    che è quasi altrettanto radicale,
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    non prestiamo molta attenzione.
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    Una delle famiglie che ho intervistato, Tom e Karen Robards,
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    furono sbalorditi quando, in quanto giovani newyorkesi di successo,
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    al loro primo figlio fu diagnosticata la Sindrome di Down.
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    Pensavano che le possibilità di imparare per lui non fossero sufficienti
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    quindi decisero di aprire un piccolo centro --
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    due classi che iniziarono con altri genitori --
  • 10:23 - 10:25
    per istruire bambini Down.
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    E negli anni, quel centro crebbe, fino a diventare il Cooke Center,
  • 10:29 - 10:31
    dove si insegna a ora a migliaia e migliaia
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    di bambini con disabilità intellettuali.
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    Da quella storia sull'Atlantic Monthly,
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    l'aspettativa di vita per le persone con la Sindrome di Down è triplicata.
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    Hanno sperimentato la Sindrome di Down anche attori
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    scrittori, che sono in grado di vivere una vita adulta in maniera totalmente indipendente.
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    I Robards hanno contato molto.
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    E dissi, "Lo rimpiangete?
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    Desiderate che vostro figlio non abbia mai avuto la Sindrome di Down?
  • 10:59 - 11:01
    Desiderate non averne mai sentito parlare?"
  • 11:01 - 11:03
    E suo padre disse,
  • 11:03 - 11:06
    "Beh, per David, nostro figlio, lo rimpiango,
  • 11:06 - 11:09
    perché per David, è difficile stare al mondo,
  • 11:09 - 11:12
    e vorrei dare a David una vita più facile.
  • 11:12 - 11:17
    Ma credo che perdere tutti coloro che hanno la Sindrome di Down sarebbe catastrofico."
  • 11:17 - 11:21
    E Karen Robards mi disse, "Sono con Tom.
  • 11:21 - 11:25
    Per David, lo curerei in un attimo per dargli una vita più facile.
  • 11:25 - 11:30
    Ma parlando per me -- beh, non avrei mai pensato, 23 anni fa quando è nato
  • 11:30 - 11:32
    che avrei potuto arrivare a questo punto --
  • 11:32 - 11:36
    parlando per me, mi ha reso così migliore e più gentile
  • 11:36 - 11:39
    e determinata nella vita,
  • 11:39 - 11:46
    che parlando per me, non lo scambierei per niente al mondo."
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    Viviamo in un momento in cui l'accettazione sociale
    per queste e molte altre condizioni
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    sta migliorando.
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    Eppure viviamo anche in un momento
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    in cui le nostre capacità di eliminare queste condizioni
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    hanno raggiunto un livello che non avremmo mai immaginato.
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    Molti bimbi non udenti nati negli Stati Uniti ora
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    avranno una protesi acustica,
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    che viene messa nel cervello e si collega ad un ricevitore,
  • 12:09 - 12:14
    e che permette loro di acquisire qualcosa di simile all'udito e usare la lingua parlata.
  • 12:14 - 12:18
    Un apparecchio che è stato testato nelle cavie, BMN-111,
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    è utile nel prevenire l'azione del gene dell'acondroplasia.
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    L'acondroplasia è la forma più comune di nanismo,
  • 12:26 - 12:30
    e le cavie a cui è stata somministrata questa sostanza e che hanno il gene dell'acondroplasia,
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    raggiungono dimensioni regolari.
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    La sperimentazione sugli esseri umani è alle porte.
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    Ci sono esami del sangue che fanno progressi
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    nell'identificare la Sindrome di Down
    in una fase sempre meno avanzata della gravidanza,
  • 12:42 - 12:48
    rendendo sempre più facile per la gente eliminare queste gravidanze,
  • 12:48 - 12:49
    o porvi un termine.
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    E quindi abbiamo entrambi i progressi: sociale e medico.
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    Io credo in entrambi.
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    Credo che il progresso sociale sia fantastico, significativo e meraviglioso,
  • 12:59 - 13:03
    e credo che lo stesso valga per i progressi medici.
  • 13:03 - 13:07
    Ma credo che sia una tragedia quando uno di loro non vede l'altro.
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    E quando vedo il modo in cui si intersecano
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    in condizioni come le tre che ho descritto,
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    credo talvolta che sia come uno di quei momenti nelle grandi opere
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    in cui l'eroe si rende conto di amare l'eroina
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    nell'esatto momento in cui lei giace morente su un divano.
  • 13:22 - 13:25
    (Risate)
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    Dobbiamo pensare a come percepiamo le cure tutte insieme.
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    E spesso la questione dell'essere genitori riguarda la scelta
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    di cosa accettare nei nostri figli,
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    e cosa curare?
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    Jim Sinclair, un attivista di spicco dell'autismo, ha detto:
  • 13:39 - 13:44
    "Quando i genitori dicono 'Vorrei che mio figlio non fosse autistico,'
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    quello che in realtà dicono è 'Vorrei che mio figlio non esistesse;
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    vorrei invece un altro figlio non autistico.'
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    Leggetelo di nuovo. Questo è quello che sentiamo quando compiangete la nostra esistenza.
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    Questo è quello che sentiamo
    quando pregate per trovare una cura --
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    che il vostro desiderio più grande per noi
  • 14:03 - 14:05
    è che un giorno cesseremo di esistere
  • 14:05 - 14:11
    ed estranei che potrete amare prenderanno il nostro posto."
  • 14:11 - 14:14
    È un punto di vista molto estremo,
  • 14:14 - 14:18
    ma sottolinea la realtà per cui le persone
    si impegnano nella vita che hanno
  • 14:18 - 14:22
    e non vogliono essere curate, cambiate o eliminate.
  • 14:22 - 14:26
    Vogliono essere quello che sono diventate.
  • 14:26 - 14:29
    Una delle famiglie che ho intervistato per questo progetto
  • 14:29 - 14:35
    era la famiglia di Dylan Klebold, uno degli autori del massacro di Columbine.
  • 14:35 - 14:37
    Ci è voluto molto tempo per convincerli a parlarmi,
  • 14:37 - 14:40
    e una volta d'accordo, erano così presi dalla loro storia
  • 14:40 - 14:42
    che non riuscivano a smettere di raccontarla.
  • 14:42 - 14:44
    Nel primo weekend che ho trascorso con loro -- il primo di tanti --
  • 14:44 - 14:48
    ho registrato più di 20 ore di conversazione.
  • 14:48 - 14:50
    La domenica notte, eravamo tutti esausti.
  • 14:50 - 14:53
    Eravamo seduti in cucina. Sue Klebold fissava la cena.
  • 14:53 - 14:55
    Io le dissi, "Se Dylan fosse qui ora,
  • 14:55 - 14:58
    avete idea di cosa gli chiedereste?"
  • 14:58 - 15:00
    E suo padre disse, "Certo che lo so.
  • 15:00 - 15:04
    Vorrei chiedergli cosa diavolo pensava di fare."
  • 15:04 - 15:08
    Sue guardò a terra e pensò per un minuto.
  • 15:08 - 15:10
    Poi rialzò lo sguardo e disse,
  • 15:10 - 15:14
    "Gli chiederei di perdonarmi di essere stata sua madre
  • 15:14 - 15:18
    e non aver mai saputo cosa accadeva nella sua testa."
  • 15:18 - 15:21
    A cena con lei un paio di anni dopo --
  • 15:21 - 15:23
    una delle tante cene che abbiamo fatto insieme --
  • 15:23 - 15:27
    disse, "Sa, quando è accaduto,
  • 15:27 - 15:30
    ho desiderato di non essermi mai spostata, di non aver mai avuto figli.
  • 15:30 - 15:34
    Se non fossi andata nell'Ohio e non avessi incrociato il percorso di Tom,
  • 15:34 - 15:38
    questo bambino non sarebbe esistito e questa cosa terribile non sarebbe accaduta.
  • 15:38 - 15:42
    Ma sono riuscita ad amare così tanto i miei figli
  • 15:42 - 15:45
    che non voglio immaginare una vita senza di loro.
  • 15:45 - 15:50
    Riconosco il dolore che hanno causato ad altri, per il quale non ci può essere perdono,
  • 15:50 - 15:54
    ma per il dolore che hanno causato a me, il perdono esiste", disse.
  • 15:54 - 15:58
    "Quindi mentre riconosco che sarebbe stato meglio per il mondo
  • 15:58 - 16:00
    se Dylan non fosse mai nato,
  • 16:00 - 16:06
    ho deciso che non sarebbe stata la cosa migliore per me."
  • 16:06 - 16:12
    Ho pensato che fosse sorprendente come tutte queste famiglie avessero avuto tutti questi figli con tutti questi problemi,
  • 16:12 - 16:15
    problemi che avrebbero fatto di tutto per evitare,
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    e che avessero tutti trovato un senso in quella esperienza di genitori.
  • 16:19 - 16:22
    E poi ho pensato, tutti noi che abbiamo figli
  • 16:22 - 16:25
    amiamo i figli che abbiamo, con i loro difetti.
  • 16:25 - 16:29
    Se qualche angelo glorioso improvvisamente scendesse dal soffitto del mio salotto
  • 16:29 - 16:31
    e mi offrisse di portarsi via i miei figli
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    e darmene altri, migliori -- più educati, più divertenti, più gentili, più intelligenti --
  • 16:38 - 16:43
    mi aggrapperei ai figli che ho e scaccerei quell'atroce spettacolo.
  • 16:43 - 16:45
    In fondo, io sento
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    che nello stesso modo in cui testiamo pigiami ignifughi in un inferno
  • 16:49 - 16:53
    per assicurarci che non prendano fuoco quando il bambino si avvicina ai fornelli,
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    queste storie di famiglie che affrontano queste estreme differenze
  • 16:57 - 17:00
    riflettono l'esperienza universale dell'essere genitori,
  • 17:00 - 17:04
    ossia che talvolta si guardano i propri figli e si pensa,
  • 17:04 - 17:06
    ma da dove venite?
  • 17:06 - 17:09
    (Risate)
  • 17:09 - 17:14
    Si scopre che mentre ciascuna di queste differenze individuali è isolata --
  • 17:14 - 17:16
    ci sono così tante famiglie alle prese con la schizofrenia,
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    così tante famiglie alle prese con bambini transgender,
  • 17:19 - 17:21
    così tante famiglie con bambini prodigio --
  • 17:21 - 17:23
    che anche loro affrontano questi problemi --
  • 17:23 - 17:26
    ci sono così tante famiglie in ciascuna di queste categorie --
  • 17:26 - 17:27
    ma se cominciate a pensare
  • 17:27 - 17:31
    che l'esperienza di affrontare le differenze in famiglia
  • 17:31 - 17:33
    è quello che le persone cercano di fare,
  • 17:33 - 17:37
    allora scoprirete che è un fenomeno praticamente universale.
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    Ironicamente, si scopre che sono le nostre differenze e il nostro modo di trattare le differenze,
  • 17:41 - 17:44
    che ci uniscono.
  • 17:44 - 17:49
    Ho deciso di avere figli mentre lavoravo a questo progetto.
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    In molti sono rimasti sconvolti e hanno detto,
  • 17:52 - 17:54
    "Come puoi decidere di avere figli
  • 17:54 - 17:58
    proprio mentre studi tutte le cose che possono andare storte?"
  • 17:58 - 18:01
    E ho detto, "Non studio tutto quello che può andare storto.
  • 18:01 - 18:04
    Quello che studio è quanto amore ci possa essere,
  • 18:04 - 18:09
    anche quando tutto sembra andare storto."
  • 18:09 - 18:15
    Ho pensato molto alla madre di un bambino disabile, un bambino
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    fortemente disabile morto per la negligenza di un assistente sanitario.
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    E quando le sue ceneri sono state interrate, sua madre ha detto:
  • 18:21 - 18:29
    "Prego di poter perdonare per essere stata derubata due volte,
  • 18:29 - 18:35
    una volta del figlio che volevo e una volta del figlio che amavo."
  • 18:35 - 18:40
    Io mi sono reso conto che ognuno è in grado dii amare ogni figlio
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    se ha l'effettiva volontà di farlo.
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    Mio marito è il padre biologico di due figli
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    avuti da amiche lesbiche di Minneapolis.
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    Io avevo un'amica dell'università che aveva divorziato e voleva avere figli.
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    Così lei ed io abbiamo una figlia,
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    e madre e figlia vivono in Texas.
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    Io e mio marito abbiamo un figlio che vive con noi,
  • 19:04 - 19:06
    di cui io sono il padre biologico,
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    e il nostro surrogato della maternità era Laura,
  • 19:10 - 19:13
    la madre lesbica di Olive e Lucy di Minneapolis.
  • 19:13 - 19:22
    (Applausi)
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    In breve ci sono cinque genitori di quattro bambini in tre stati.
  • 19:27 - 19:30
    E ci sono persone che pensano che l'esistenza della mia famiglia
  • 19:30 - 19:35
    in qualche modo minacci o indebolisca o danneggi le loro.
  • 19:35 - 19:39
    E ci sono persone che pensano che famiglie come la mia
  • 19:39 - 19:40
    non dovrebbero esistere.
  • 19:40 - 19:46
    Io non accetto modelli di amore che tolgono qualcosa,
    solo quelli che incrementano.
  • 19:46 - 19:50
    Io credo che nello stesso modo in cui abbiamo bisogno della diversità delle specie
  • 19:50 - 19:52
    per assicurare un futuro al pianeta,
  • 19:52 - 19:56
    abbiamo bisogno di questa diversità di affetti e di famiglie
  • 19:56 - 20:01
    per rafforzare l'ecosfera della bontà.
  • 20:01 - 20:03
    Il giorno dopo la nascita di mio figlio,
  • 20:03 - 20:08
    la pediatra è entrata nella stanza dell'ospedale e ha detto di essere preoccupata.
  • 20:08 - 20:11
    Il bimbo non allungava le gambe correttamente.
  • 20:11 - 20:14
    Ha detto che poteva avere un danno cerebrale.
  • 20:14 - 20:17
    Mentre le stendeva lo faceva in maniera asimmetrica.
  • 20:17 - 20:21
    Il medico pensava potesse indicare la presenza di un qualche tipo di tumore.
  • 20:21 - 20:26
    Il bimbo aveva una testa molto grande, che il medico pensava indicasse idrocefalia.
  • 20:26 - 20:27
    E mentre il medico mi diceva tutte queste cose,
  • 20:27 - 20:31
    mi sono sentito crollare.
  • 20:31 - 20:34
    Io ho pensato: ho lavorato per anni
  • 20:34 - 20:36
    ad un libro sul senso che la gente aveva trovato
  • 20:36 - 20:40
    nell'esperienza dell'essere un genitore di bambini disabili,
  • 20:40 - 20:44
    e ora non volevo essere uno di loro.
  • 20:44 - 20:46
    Perché quello a cui stavo andando incontro era un'idea di malattia.
  • 20:46 - 20:49
    E come tutti i genitori dall'alba dei tempi,
  • 20:49 - 20:52
    volevo proteggere i miei figli dalla malattia.
  • 20:52 - 20:55
    E volevo anche proteggere me stesso dalla malattia.
  • 20:55 - 20:58
    Eppure sapevo, da lavoro che avevo svolto,
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    che se mio figlio avesse avuto anche una sola di queste cose che stavamo per testare,
  • 21:02 - 21:05
    quella sarebbe stata la sua identità definitiva.
  • 21:05 - 21:09
    E se fosse stata la sua identità, sarebbe diventata la mia identità;
  • 21:09 - 21:13
    e quella malattia avrebbe preso una forma molto diversa durante il proprio corso.
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    Lo abbiamo portato a fare la risonanza magnetica, alla TAC,
  • 21:16 - 21:20
    abbiamo portato questo neonato di un giorno e a fare un prelievo di sangue arterioso.
  • 21:20 - 21:21
    Ci siamo sentiti impotenti.
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    Dopo cinque ore di attesa
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    ci hanno detto che il suo cervello era integro
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    e che ormai stendeva le gambe correttamente.
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    Quando ho chiesto alla pediatra cos'era successo
  • 21:31 - 21:35
    ha risposto che forse quella mattina aveva avuto un crampo.
  • 21:35 - 21:39
    (Risate)
  • 21:39 - 21:47
    Ma io ho pensato quanto mia madre avesse ragione.
  • 21:47 - 21:50
    Ho pensato che l'amore che avete per i figli
  • 21:50 - 21:54
    non ha paragoni con nessun altro sentimento al mondo,
  • 21:54 - 22:00
    e finché non avete figli, non sapete cosa si prova.
  • 22:00 - 22:02
    Credo che i figli mi abbiano intrappolato
  • 22:02 - 22:06
    nel momento in cui ho collegato la paternità con la perdita.
  • 22:06 - 22:08
    Ma non sono sicuro che l'avrei notato
  • 22:08 - 22:13
    se non fossi stato così fissato in questo mio progetto di ricerca.
  • 22:13 - 22:16
    Mi sono imbattuto in tanto amore unico,
  • 22:16 - 22:20
    e mi sono adattato naturalmente a questi incantevoli percorsi.
  • 22:20 - 22:27
    Ho visto come lo splendore possa illuminare anche le più abiette vulnerabilità.
  • 22:27 - 22:31
    In questi 10 anni ho assistito e compreso
  • 22:31 - 22:34
    la gioia terrificante della responsabilità insostenibile,
  • 22:34 - 22:38
    e sono riuscito a vedere come essa conquisti tutto.
  • 22:38 - 22:42
    E mentre talvolta ho pensato che i genitori che stavo intervistando erano dei pazzi
  • 22:42 - 22:47
    nel rendersi schiavi di un'avventura di una vita con figli ingrati
  • 22:47 - 22:50
    cercando di creare loro un'identità
    a partire da condizioni di infelicità ,
  • 22:50 - 22:55
    mi sono reso conto quel giorno che la mia ricerca mi aveva fornito una passerella,
  • 22:55 - 22:58
    e che ero pronto a raggiungerli sulla loro imbarcazione.
  • 22:58 - 23:00
    Grazie.
  • 23:00 - 23:05
    (Applausi)
Title:
Andrew Solomon: Amore, a qualsiasi costo
Speaker:
Andrew Solomon
Description:

Cosa significa crescere un figlio così diverso da voi, come un figlio prodigio, un ragazzo disabile o un criminale? In questo intervento emozionante, lo scrittore Andrew Solomon condivide quello che ha imparato parlando con dozzine di genitori, chiedendo loro: qual è la linea che separa l'amore incondizionato dall'accettazione incondizionata?

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English
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TEDTalks
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