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Perché i giornalisti hanno l'obbligo di sfidare il potere

  • 0:02 - 0:03
    Sono giornalista
  • 0:03 - 0:05
    e sono un immigrato.
  • 0:05 - 0:08
    Queste due condizioni mi definiscono.
  • 0:08 - 0:10
    Sono nato in Messico,
  • 0:10 - 0:12
    ma ho trascorso
    più della metà della mia vita
  • 0:12 - 0:13
    da giornalista negli Stati Uniti,
  • 0:13 - 0:16
    un paese creato appunto dagli immigrati.
  • 0:16 - 0:19
    Da giornalista,
  • 0:19 - 0:21
    e straniero,
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    ho imparato che la neutralità,
  • 0:24 - 0:26
    il silenzio
  • 0:26 - 0:29
    e la paura non sono la scelta migliore,
  • 0:29 - 0:31
    né nel giornalismo, né nella vita.
  • 0:31 - 0:32
    La neutralità
  • 0:33 - 0:36
    il più delle volte è una scusa
    che usiamo noi giornalisti
  • 0:36 - 0:40
    per nascondere
    la nostra vera responsabilità.
  • 0:40 - 0:42
    E qual è questa responsabilità?
  • 0:42 - 0:44
    Fare domande
  • 0:44 - 0:46
    e sfidare
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    chi è al potere.
  • 0:47 - 0:49
    Serve a questo il giornalismo.
  • 0:49 - 0:51
    Questa è la grande meraviglia
    del giornalismo:
  • 0:51 - 0:53
    fare domande e sfidare i potenti.
  • 0:54 - 0:57
    Certo che abbiamo l'obbligo
    di riportare la verità così com'è,
  • 0:57 - 0:59
    non come vorremmo che fosse.
  • 0:59 - 1:02
    In questo senso, sono d'accordo
    con il principio dell'obiettività;
  • 1:02 - 1:05
    se una casa è azzurra,
    dico che è azzurra.
  • 1:05 - 1:08
    Se i disoccupati sono un milione,
    dico che sono un milione.
  • 1:08 - 1:09
    Ma la neutralità
  • 1:09 - 1:13
    non mi porterà
    necessariamente alla verità.
  • 1:13 - 1:17
    Nonostante io sia molto scrupoloso,
  • 1:17 - 1:20
    e io vi presenti
    i due lati di una notizia,
  • 1:21 - 1:23
    quello democratico
    e quello repubblicano,
  • 1:23 - 1:25
    liberale e conservatore,
  • 1:25 - 1:26
    il governo e l'opposizione,
  • 1:26 - 1:29
    alla fine, questo non mi garantisce,
  • 1:29 - 1:34
    né ci garantisce di sapere
    quel che è certo e quel che non lo è.
  • 1:34 - 1:36
    La vita è molto più complicata,
  • 1:36 - 1:41
    credo che il giornalismo debba riflettere
    precisamente questa complessità.
  • 1:42 - 1:44
    Fatemi dire una cosa: mi rifiuto
  • 1:45 - 1:47
    di fare il registratore.
  • 1:47 - 1:49
    Non sono diventato giornalista
    per fare il registratore.
  • 1:49 - 1:52
    So quello che direte:
    nessuno usa più i registratori.
  • 1:52 - 1:53
    (Risate)
  • 1:53 - 1:57
    Quindi, mi rifiuto
    di prendere il cellulare
  • 1:57 - 2:00
    e premere il tasto registra
  • 2:00 - 2:03
    e puntarlo di fronte a me
    come se fossi a un concerto,
  • 2:03 - 2:04
    come un fan a un concerto.
  • 2:04 - 2:07
    Questo non è vero giornalismo.
  • 2:07 - 2:10
    Contrariamente a quanto molti pensano,
  • 2:10 - 2:14
    i giornalisti danno giudizi di valore
    in continuazione --
  • 2:14 - 2:16
    giudizi etici e morali.
  • 2:16 - 2:20
    Prendiamo continuamente decisioni
  • 2:20 - 2:21
    prettamente personali
  • 2:22 - 2:24
    e straordinariamente soggettive.
  • 2:24 - 2:25
    Per esempio:
  • 2:26 - 2:28
    Cosa succede
    se devi parlare di una dittatura
  • 2:28 - 2:31
    come quella di Augusto Pinochet in Cile
  • 2:31 - 2:33
    o quella di Fidel Castro a Cuba?
  • 2:33 - 2:37
    Si riporta solo quello che vorrebbe
    il generale e il comandante,
  • 2:37 - 2:39
    o li si affrontano?
  • 2:39 - 2:42
    Cosa succede se ti accorgi
    che nel tuo Paese
  • 2:43 - 2:44
    o nel Paese accanto
  • 2:45 - 2:48
    stanno scomparendo studenti
  • 2:48 - 2:50
    e appaiono fosse clandestine
  • 2:50 - 2:53
    o stanno sparendo milioni del budget
  • 2:53 - 2:55
    e appaiono magicamente
  • 2:55 - 2:57
    ex-presidenti multimilionari?
  • 2:57 - 2:59
    Dai solo la versione ufficiale?
  • 2:59 - 3:01
    O cosa succede
  • 3:02 - 3:03
    se devi parlare
  • 3:04 - 3:09
    delle elezioni presidenziali
    della principale super potenza
  • 3:09 - 3:13
    e uno dei candidati fa commenti razzisti,
  • 3:15 - 3:16
    sessisti,
  • 3:16 - 3:17
    e xenofobi?
  • 3:19 - 3:20
    Questo è successo a me.
  • 3:21 - 3:23
    Voglio raccontarvi cosa ho fatto,
  • 3:23 - 3:26
    però prima, fatemi spiegare
    da dove vengo
  • 3:26 - 3:28
    perché capiate la mia reazione.
  • 3:31 - 3:34
    Sono cresciuto a Città del Messico.
    Sono il maggiore di cinque fratelli.
  • 3:34 - 3:37
    La verità è che a casa
    non c'erano abbastanza soldi
  • 3:37 - 3:39
    per pagare le rette universitarie,
  • 3:39 - 3:42
    quindi studiavo la mattina
    e lavoravo la sera.
  • 3:42 - 3:43
    Parecchio tempo dopo,
  • 3:44 - 3:47
    mi diedero il lavoro
    che avevo sempre cercato:
  • 3:47 - 3:49
    giornalista televisivo.
  • 3:49 - 3:50
    Era una grande opportunità.
  • 3:50 - 3:53
    Ma nel mio terzo servizio, mi capitò
  • 3:54 - 3:55
    di criticare il presidente
  • 3:56 - 3:59
    e mettere in discussione
    l'assenza di democrazia in Messico --
  • 3:59 - 4:04
    dal 1929 al 2000 in Messico,
    era pura frode.
  • 4:04 - 4:07
    Il presidente in carica
    eleggeva lui stesso
  • 4:07 - 4:08
    il suo successore.
  • 4:08 - 4:12
    E questo non era una vera democrazia.
  • 4:12 - 4:15
    Denunciarlo mi sembrava un'idea geniale,
  • 4:15 - 4:16
    però al mio capo --
  • 4:16 - 4:18
    (Risate)
  • 4:18 - 4:20
    al mio capo non sembrava tanto geniale.
  • 4:20 - 4:24
    All'epoca la casa presidenziale
    de Los Pinos censurava direttamente
  • 4:24 - 4:25
    i mezzi di comunicazione,
  • 4:25 - 4:26
    e il mio capo,
  • 4:26 - 4:30
    che oltre ad essere responsabile
    del programma su cui lavoravo,
  • 4:30 - 4:33
    si occupava anche
    di una squadra di calcio,
  • 4:33 - 4:34
    e sospettavo sempre
  • 4:34 - 4:37
    che lo interessassero di più
    i goal delle notizie,
  • 4:37 - 4:39
    censurò il mio servizio.
  • 4:39 - 4:41
    Mi chiese di cambiarlo, dissi di no,
  • 4:41 - 4:45
    quindi mise
    un altro giornalista a scrivere
  • 4:45 - 4:47
    quello che io avrei dovuto dire.
  • 4:48 - 4:52
    Non volevo essere
    un giornalista censurato.
  • 4:52 - 4:54
    Non so da dove presi la forza,
  • 4:54 - 4:56
    scrissi la lettera di dimissioni,
  • 4:56 - 5:00
    e così a 24 anni -- avevo solo 24 anni --
  • 5:00 - 5:04
    presi la decisione più difficile
    e importante della mia vita.
  • 5:04 - 5:06
    Non solo avrei rinunciato
    alla televisione,
  • 5:06 - 5:09
    ma avevo deciso
    di andarmene dal mio paese.
  • 5:10 - 5:11
    Vendetti la macchina,
  • 5:11 - 5:13
    che era un fatiscente maggiolino rosso,
  • 5:13 - 5:15
    ne ricavai qualche dollaro,
  • 5:15 - 5:18
    salutai la mia famiglia e i miei amici,
  • 5:18 - 5:19
    le mie strade,
  • 5:19 - 5:21
    i miei angoli -- i miei tacos --
  • 5:21 - 5:22
    (Risate)
  • 5:22 - 5:25
    e comprai un biglietto di sola andata
  • 5:25 - 5:27
    per Los Angeles, California.
  • 5:27 - 5:29
    Così diventai
  • 5:29 - 5:33
    uno dei 250 milioni di immigrati
  • 5:33 - 5:34
    di tutto il mondo.
  • 5:34 - 5:36
    Chiedete a qualunque immigrato
  • 5:36 - 5:39
    del primo giorno in cui arriva
    in un nuovo Paese,
  • 5:39 - 5:41
    e vedete come si ricorda
    assolutamente di tutto,
  • 5:41 - 5:43
    come se fosse un film
    con una musica di fondo.
  • 5:43 - 5:47
    Nel mio caso, arrivai a Los Angeles,
    il sole stava calando,
  • 5:47 - 5:49
    e tutto quello che avevo --
  • 5:49 - 5:52
    una chitarra, una valigia,
    qualche documento --
  • 5:52 - 5:54
    ci stava tutto
  • 5:54 - 5:55
    in due mani.
  • 5:55 - 5:58
    Questa sensazione di libertà assoluta
  • 5:58 - 6:00
    non l'ho più provata.
  • 6:00 - 6:03
    Sopravvissi con il poco che avevo.
  • 6:04 - 6:06
    Ottenni un visto da studente,
  • 6:06 - 6:08
    studiavo,
  • 6:08 - 6:11
    mangiavo molta insalata e pane,
    perché non avevo niente altro.
  • 6:11 - 6:13
    E finalmente nel 1984,
  • 6:14 - 6:17
    trovai il mio primo lavoro
    da giornalista televisivo
  • 6:17 - 6:18
    negli Stati Uniti.
  • 6:18 - 6:23
    La prima cosa che notai
    è che i miei colleghi negli Stati Uniti
  • 6:23 - 6:26
    criticavano, molto duramente,
    il presidente in carica Ronald Reagan,
  • 6:26 - 6:28
    e non succedeva assolutamente niente;
  • 6:28 - 6:29
    nessuno li censurava.
  • 6:29 - 6:30
    E pensai:
  • 6:31 - 6:32
    (in inglese)
    Adoro questo paese.
  • 6:32 - 6:35
    (Risate)
  • 6:35 - 6:39
    (Applausi)
  • 6:39 - 6:40
    Così è stato
  • 6:41 - 6:42
    per più di 30 anni --
  • 6:43 - 6:45
    ho lavorato in assoluta libertà,
  • 6:45 - 6:48
    trattato alla pari
    pur essendo un immigrato,
  • 6:48 - 6:51
    finché improvvisamente,
    mi toccò parlare
  • 6:51 - 6:54
    delle scorse elezioni presidenziali
    degli Stati Uniti.
  • 6:57 - 7:00
    Il 16 giugno 2015,
  • 7:00 - 7:02
    un candidato che alla fine è diventato
  • 7:02 - 7:04
    presidente degli Stati Uniti
  • 7:04 - 7:07
    disse che gli immigrati messicani
  • 7:08 - 7:10
    erano dei criminali,
  • 7:11 - 7:13
    narcotrafficanti,
  • 7:13 - 7:14
    e stupratori.
  • 7:14 - 7:15
    Io sapevo
  • 7:16 - 7:17
    che stava mentendo.
  • 7:17 - 7:20
    Sapevo che si stava sbagliando
    per un motivo molto semplice:
  • 7:20 - 7:22
    sono un immigrato messicano
  • 7:22 - 7:24
    e non siamo così.
  • 7:24 - 7:27
    Quindi feci quello che qualunque
    altro giornalista avrebbe fatto:
  • 7:28 - 7:30
    gli scrissi una lettera,
    a mano,
  • 7:31 - 7:33
    chiedendo un'intervista
  • 7:33 - 7:35
    e inviai la lettera
    alla sua torre a New York.
  • 7:35 - 7:37
    Il giorno successivo,
  • 7:37 - 7:40
    ero in ufficio, e improvvisamente
    comincio a ricevere
  • 7:40 - 7:44
    centinaia di chiamate
    e messaggi sul cellulare,
  • 7:44 - 7:45
    uno più offensivo dell'altro.
  • 7:45 - 7:47
    Non sapevo cosa stava succedendo
  • 7:47 - 7:49
    finché un amico arrivò in ufficio
  • 7:49 - 7:53
    e disse: "Hanno pubblicato su Internet
    il tuo numero di cellulare."
  • 7:54 - 7:56
    Fecero proprio questo, davvero.
  • 7:56 - 7:59
    Questa è la lettera che mandarono
  • 7:59 - 8:02
    in cui pubblicarono il mio numero.
  • 8:02 - 8:05
    Non prendete nota.
    Non vi disturbate, l'ho cambiato.
  • 8:05 - 8:06
    (Risate)
  • 8:06 - 8:08
    Ma imparai due cose.
  • 8:08 - 8:11
    La prima è mai e poi mai
  • 8:12 - 8:14
    dare il proprio numero di cellulare
  • 8:14 - 8:15
    a Donald Trump.
  • 8:15 - 8:18
    (Risate)
  • 8:18 - 8:21
    (Applausi)
  • 8:21 - 8:26
    E la seconda lezione è
    che dovevo smettere di essere neutrale
  • 8:26 - 8:27
    in quel momento.
  • 8:27 - 8:30
    A partire da allora cambiò
    la mia missione da giornalista.
  • 8:30 - 8:32
    Avrei affrontato il candidato,
  • 8:32 - 8:34
    e dimostrato che si sbagliava,
  • 8:34 - 8:36
    che non ero certo
    quel che diceva degli immigrati
  • 8:36 - 8:38
    negli Stati Uniti.
  • 8:38 - 8:39
    Fatemi dare un dato.
  • 8:39 - 8:41
    Il 97 per cento
    di tutti gli immigrati clandestini
  • 8:41 - 8:43
    negli Stati Uniti
  • 8:43 - 8:44
    è brava gente.
  • 8:44 - 8:47
    Meno del tre per cento
    ha commesso un grave delitto,
  • 8:47 - 8:49
    o "felony", come dicono in inglese.
  • 8:49 - 8:50
    A confronto,
  • 8:50 - 8:54
    il sei per cento degli americani
    ha commesso un delitto grave.
  • 8:54 - 8:55
    La conclusione è
  • 8:55 - 8:59
    che gli immigrati clandestini
    si comportano molto meglio
  • 8:59 - 9:01
    degli americani.
  • 9:01 - 9:04
    Con questi dati, feci un piano.
  • 9:04 - 9:07
    Otto settimane dopo la pubblicazione
    del mio numero di cellulare,
  • 9:08 - 9:11
    mi registrai da giornalista
    a una conferenza stampa
  • 9:11 - 9:14
    del candidato che scalava i sondaggi
  • 9:14 - 9:16
    e decisi di affrontarlo
  • 9:17 - 9:18
    di persona.
  • 9:19 - 9:20
    Però...
  • 9:20 - 9:24
    le cose non andarono esattamente
    come avevo pianificato; guardate:
  • 9:26 - 9:28
    [Conferenza stampa di Donald Trump -
    Dubuqye, Iowa]
  • 9:31 - 9:35
    (Video) Jorge Ramos: (inglese)
    Sig. Trump, una domanda sull'immigrazione.
  • 9:35 - 9:37
    Donald Trump: Chi è il prossimo?
    Sì, per favore.
  • 9:37 - 9:40
    JR: Il suo piano per l'immigrazione
    è pieno di vuote promesse.
  • 9:40 - 9:42
    DT: Si sieda. Non è stato interpellato.
    JR: Sono giornalista --
  • 9:42 - 9:46
    da immigrato e cittadino degli Stati Uniti
    ho il diritto di fare una domanda.
  • 9:46 - 9:48
    DT: Non è stato interpellato.
    JR: Ho il diritto di fare --
  • 9:48 - 9:49
    DT: Torni a Univision.
  • 9:49 - 9:51
    JR: Questa è la domanda:
  • 9:51 - 9:53
    lei non può deportare
    11 milioni di persone.
  • 9:53 - 9:56
    Non può costruire un muro
    di 3000 chilometri.
  • 9:56 - 10:00
    Non può negare la cittadinanza
    ai bambini di questo Paese.
  • 10:00 - 10:02
    DT: Si sieda per favore.
    JR: Con queste idee --
  • 10:03 - 10:06
    JR: Sono giornalista --
    Non mi tocchi signore.
  • 10:06 - 10:08
    Guardia 1: Per favore, non mi interrompa.
  • 10:08 - 10:12
    JR: Ho il diritto di fare una domanda.
  • 10:12 - 10:14
    Guardia 2: Ha le credenziali?
  • 10:14 - 10:15
    JT: Ho il diritto --
  • 10:15 - 10:17
    G2: Me le faccia vedere.
    JR: Sono lì.
  • 10:17 - 10:19
    Uomo: Esca, rimanga fuori.
  • 10:19 - 10:20
    G2: Deve aspettare il suo turno.
  • 10:20 - 10:23
    Uomo: Lei è molto scortese.
    Lei non c'entra.
  • 10:23 - 10:25
    JR: Non c'entra --
    Uomo: Se ne vada dal mio paese!
  • 10:25 - 10:27
    Uomo: Lei non c'entra.
  • 10:27 - 10:29
    JR: Anch'io sono cittadino americano.
  • 10:29 - 10:32
    Uomo: Bene, come vuole.
    No, Univision. Lei non c'entra.
  • 10:32 - 10:34
    JR: Lei non c'entra.
    C'entra con gli Stati Uniti.
  • 10:36 - 10:39
    (Applausi)
  • 10:45 - 10:47
    (Applausi)
  • 10:51 - 10:54
    Dopo aver visto il video,
    la prima cosa che penso sempre
  • 10:54 - 10:56
    è che l'odio
  • 10:56 - 10:57
    è contagioso.
  • 10:57 - 11:01
    Se notate dopo che il candidato mi dice,
    "Torni a Univision" --
  • 11:01 - 11:02
    è un modo di dire;
  • 11:02 - 11:04
    quello che mi sta dicendo è
    "Se ne vada di qui" --
  • 11:04 - 11:06
    uno dei suoi collaboratori,
  • 11:06 - 11:08
    come se avesse il permesso,
    mi disse:
  • 11:08 - 11:10
    "Vattene dal mio Paese,"
  • 11:10 - 11:13
    senza sapere che anch'io
    sono cittadino degli Stati Uniti.
  • 11:15 - 11:18
    Dopo aver visto questo video tante volte,
  • 11:18 - 11:21
    penso che per liberarsi
    della neutralità --
  • 11:21 - 11:22
    perché sia una vera liberazione --
  • 11:22 - 11:24
    bisogna liberarsi dalla paura,
  • 11:24 - 11:28
    e poi imparare a dire:
    "No. Non starò zitto.
  • 11:29 - 11:30
    Non me ne starò seduto.
  • 11:31 - 11:32
    Non me ne andrò."
  • 11:33 - 11:35
    Il "no" --
  • 11:35 - 11:39
    (Applausi)
  • 11:39 - 11:42
    il "no" è la parola
    più potente che esista
  • 11:42 - 11:43
    in qualunque lingua,
  • 11:43 - 11:46
    e precede sempre i cambiamenti
    importanti nella vita.
  • 11:46 - 11:49
    Credo che vi sia grande dignità,
  • 11:49 - 11:50
    che alimenti grande rispetto
  • 11:50 - 11:52
    il poter separare
  • 11:52 - 11:54
    e resistere e dire
  • 11:54 - 11:55
    "No".
  • 11:55 - 11:58
    Elie Wiesel, sopravvissuto all'Olocausto,
  • 11:58 - 11:59
    Premio Nobel per la Pace,
  • 11:59 - 12:02
    sfortunatamente
    scomparso da poco
  • 12:02 - 12:04
    dice parole molto sagge, diceva:
  • 12:04 - 12:06
    "Dobbiamo schierarci.
  • 12:07 - 12:10
    La neutralità aiuta solo l'oppressore,
  • 12:10 - 12:11
    mai la vittima."
  • 12:11 - 12:12
    E ha perfettamente ragione.
  • 12:12 - 12:16
    Noi giornalisti, siamo obbligati
    a schierarci in alcune circostanze.
  • 12:16 - 12:17
    In casi di razzismo,
  • 12:18 - 12:19
    discriminazione,
  • 12:19 - 12:21
    corruzione,
  • 12:21 - 12:22
    pubblica menzogna,
  • 12:22 - 12:24
    dittature e diritti umani,
  • 12:24 - 12:27
    dobbiamo mettere da parte
    la neutralità e l'indifferenza.
  • 12:28 - 12:30
    In spagnolo, c'è una bella parola
  • 12:30 - 12:34
    che descrive
    la presa di posizione dei giornalisti.
  • 12:34 - 12:36
    La parola è: contropotere.
  • 12:36 - 12:40
    Davvero, i giornalisti
    devono stare dal lato opposto
  • 12:41 - 12:42
    dei potenti.
  • 12:42 - 12:45
    Invece se siete a letto con il politico,
  • 12:45 - 12:48
    se andate al battesimo o alle nozze
    del figlio del governatore
  • 12:48 - 12:50
    o se volete essere amici del presidente,
  • 12:50 - 12:51
    come potrete criticarlo?
  • 12:51 - 12:55
    Quando mi tocca intervistare
    gente potente o influente,
  • 12:55 - 12:57
    penso sempre a due cose:
  • 12:57 - 12:59
    che se io non faccio
    quella domanda difficile e scomoda,
  • 12:59 - 13:00
    non la farà nessuno.
  • 13:02 - 13:03
    E che non vedrò mai più
  • 13:03 - 13:05
    quella persona.
  • 13:05 - 13:08
    Quindi, non sto cercando
    né di fare bella impressione
  • 13:09 - 13:10
    né di avere connessioni.
  • 13:10 - 13:15
    Alla fine, se devo scegliere
    tra essere amico o nemico del presidente,
  • 13:15 - 13:17
    è sempre preferibile essere nemico.
  • 13:19 - 13:20
    Per finire:
  • 13:21 - 13:26
    so che questi sono momenti difficili
    per essere immigrati e giornalisti,
  • 13:26 - 13:28
    però ora più che mai,
  • 13:28 - 13:31
    servono giornalisti che siano disposti
  • 13:31 - 13:33
    in un certo momento,
  • 13:33 - 13:35
    a mettere da parte la neutralità.
  • 13:35 - 13:39
    Personalmente, sento di essermi preparato
    per questo momento tutta la vita.
  • 13:39 - 13:42
    Quando mi censurarono a 24 anni,
  • 13:42 - 13:46
    imparai che la neutralità,
    la paura e il silenzio
  • 13:46 - 13:48
    tante volte ti trasformano in complice
  • 13:48 - 13:50
    di crimini, di abusi
  • 13:51 - 13:52
    e di ingiustizie.
  • 13:52 - 13:54
    Essere complice del potere
  • 13:54 - 13:57
    non è mai buon giornalismo.
  • 13:58 - 14:00
    Oggi, a 59 anni,
  • 14:00 - 14:02
    spero solo di avere
  • 14:02 - 14:06
    un po' del valore
    e della lucidità mentale
  • 14:06 - 14:07
    che avevo a 24 anni
  • 14:07 - 14:09
    e in questo modo
  • 14:09 - 14:11
    non stare mai più zitto.
  • 14:11 - 14:12
    Grazie mille.
  • 14:12 - 14:15
    (Applausi)
  • 14:15 - 14:16
    Grazie.
  • 14:16 - 14:18
    (Applausi)
Title:
Perché i giornalisti hanno l'obbligo di sfidare il potere
Speaker:
Jorge Ramos
Description:

Si può Jorge Ramos da una conferenza stampa (come ha fatto Donald Trump nel 2015), ma non lo si può mai far stare zitto. Giornalista per più di 30 anni, Ramos crede che sia responsabilità di un giornalista mettere in discussione e sfidare la gente di potere. In questo convincente intervento, che a metà si è guadagnata una standing ovation , Ramos spiega perché, in certe circostanze crede che i giornalisti debbano schierarsi.

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Video Language:
Spanish
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
14:30

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