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I lavori di Elle Pérez dietro l’inquadratura | Art21 “New York Close Up”

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    [RUMORI DI MACCHINA FOTOGRAFICA]
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    [Elle Pérez, artista]
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    Amo quel momento dove qualcosa è una foto
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    e non per forza una parola.
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    Oppure, non hai ancora parole per descrivere ciò che vedi.
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    Qualcosa può vivere nella fotografia e non essere per forza reale.
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    [Oltre l’inquadratura: i lavori di Ellen Pérez]
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    Mio cugino Alex fa il wrestler nel Bronx.
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    Gli ho scritto: “Posso venire e fotografare il tuo incontro?”
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    E lui mi ha detto tipo, “Si, solo non dirlo alla nostra famiglia”
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    Mentre fotografavo i lottatori,
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    Ciò che mi interessava era la coreografia dell’incontro,
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    perché il bello del wrestling è che tutto segue un copione
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    e anche una coreografia.
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    E ci sono modi per muovere il corpo
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    in modo da sembrare davvero dolorante.
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    Se tu fossi appeso alle corde come Joe,
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    l’intero istante diventerebbe più scultoreo.
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    [RISATE]
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    Non credo ci sia un modo per
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    usare una fotocamera senza creare una certa finzione.
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    È tutta un’aspirazione alla recitazione
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    [RUMORI DELLA METRO]
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    In un certo senso, il mio lavoro si è sempre basato sulla collaborazione.
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    Perciò non penso a questo come a un documentario.
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    Dato che il mio lavoro è legato in modo sincero e istintivo all’autenticità,
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    le persone mi consigliano spesso di fare documentari.
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    Ma non sono mai riuscit* a capirne le regole.
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    Il direttore del National Geographic mi ha urlato contro
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    perché le mie foto apparivano ingannevoli,
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    in quanto sembravano immagini da documentario,
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    ma in realtà erano state inscenate.
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    Sembra semplice.
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    Sono ancora piuttosto costruite.
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    [RUMORE DI MACCHINA FOTOGRAFICA]
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    Sicuramente il luogo dove molte fotografie vengono scattate-
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    -che sia il Bronx o Puerto Rico-
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    è davvero importante, ma non ci penso mai molto.
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    Penso ai luoghi in base a come si collegano alle persone.
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    Sono tutti legati da rapporti molto forti.
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    Ma come puoi mostrare qualcosa che si rifà ad una particolare esperienza
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    senza farne vedere lo scenario?
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    La fotografia della mano,
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    esprime la sensazione fisica e istintiva
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    di ciò di cui sono capaci due corpi.
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    Puoi usare la fotografia per rappresentare cose che non riesci ad immaginare.
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    Ha così tanto a che fare con la propria identità e con
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    come le superfici contengano le tracce di un’esperienza.
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    Un binder è un indumento per comprimere il torace che,
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    all’inizio, era stato creato per gli uomini con tessuto mammario in eccesso
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    Poi è stato utilizzato dalla comunità trans FtM.
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    La foto che ho fatto al mio binder
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    è stata possibile solo dopo averloindossato per tipo 5 anni.
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    Era diventato logoro.
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    Il sudore e il dolore di quell’indumento
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    sono tutti visibili sul tessuto stesso,
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    e in come viene fotografato, con una grande attenzione ai dettagli.
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    Le foto si concentrano su cose come una cucitura,
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    o sui tatuaggi di qualcuno,
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    o sulla sua faccia.
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    Poi quando lo vedi in scala,
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    sei in grado di avere una certa familiarità con il dettaglio
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    che non puoi avere tramite un rapporto quotidiano.
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    Questi enormi collage a muro che creavo,
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    sia che fossero formati da disegni per scrivere
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    o disegni fatti da testi o frammenti di testi,
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    servivano solo per guardare alle cose e proiettarle su di me
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    così da pensarci.
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    Poi esse entrano lentamente a far parte del lavoro.
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    La forma è legata all’essere queer, perché non ha definizioni né limiti,
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    deve avere un numero di possibilità tale da essere davvero possibile.
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    Una foto è dunque il contenitore perfetto
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    perché non è mai davvero definitiva.
Title:
I lavori di Elle Pérez dietro l’inquadratura | Art21 “New York Close Up”
Description:

Dal su* studio di Brooklyn, Elle Pérez riflette sul potere della fotografia di cogliere attimi che le parole non sono in grado di descrivere. Mostrando estratti sottolineati da testi ispiranti, controllando le stampe e creando collage di parole e immagini a muro su larga scala, Pérez ci spiega come ha cominciato fotografando aspiranti lottatori nel loro quartiere natale, il Bronx. Pérez paragona la natura inscenata e coreografata di questi lottatori al suo modo di fare ritratti fotografici: “non credo che ci sia un modo per utilizzare una fotocamera senza creare immediatamente una sorta di finzione”, spiega Pérez. Mentre scatta nel vicino parco di Bushwick, Pérez lavora assieme al soggetto per creare la foto. L’artista spiega semplicemente che la qualità autentica, pura e sincera delle sue foto viene spesso scambiata per qualità senza sforzo. Nate da questa stretta relazione con ciascun soggetto, Pérez descrive le sue foto come il mostrare le tracce delle esperienze queer senza mostrarne lo scenario- evidenziato in un primo piano da una mano insanguinata posata fra due cosce, o da un uomo avvolto in un telo che mostra le cicatrici a forma di U sul suo petto. Pérez paragona la qualità indefinibile dell’essere queer ala fotografia, definendola “il contenitore perfetto perché non è mai davvero definitivo”.
Elle Pérez vive e lavora a Brooklyn, New York. Scopri di più riguardo all’artista su: https://art21.org/artist/elle-perez
CREDITI: New York Close Up. Produttore esecutivo: Nick Ravich. Regia: Lorena Alvarado & Adam Golfer. Direttore: Lorena Alvarado. Cinematografia: Adam Golfer. Suono: Lorena Alvarado. Seconda camera: John Marton. Musiche: Beach Moon/ Peach Moon. Correzione del colore: Jonah Greenstein. Mix suoni: Adam Boese. Grafiche: Chips. Opere gentilmente concesse da: Elle Pérez. Grazie a: 47 Canal, Ian Forster, Gleason Gym, Jamie Kenyon, Nicole Myles & Xochitl Perez. Art 21, Inc. 2019. Tutti i diritti riservati.

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"New York Close Up" series
Duration:
06:23

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