Dishonored 2 Designers Break Down the Clockwork Mansion | On the Level

Tra un ballo in maschera,
una geniale rapina in banca,

e una casa intrappolata
tra due linee temporali

la serie Dishonored è famosa per il suo
level design complesso e ingegnoso.

Ma se c’è un’ambientazione che corrisponde
davvero a questa descrizione,

è la Villa Meccanica di Dishonored 2 -

un palazzo signorile proteiforme con pareti
che ruotano come caroselli,

intere stanze che scompaiono nel pavimento

e mobili che cambiano posizione
grazie a meccanismi nascosti.

È la casa di Kirin Jindosh,

un eccentrico inventore che sta costruendo
un esercito di soldati robot

e che ha imprigionato il vostro amico
Sokolov nel seminterrato.

Dovete quindi entrare,
prendere il controllo della villa,

impedire a Jindosh di costruire altri robot
e far evadere Sokolov.

Benvenuti quindi a On The Level,

una serie in cui gioco livelli
di pregevole fattura

insieme ai designer che li hanno creati.

In questo episodio ho esplorato
la Villa Meccanica

parlando con la level designer
Dana Nightingale.

Era la responsabile della pianificazione
del layout della villa e dei gameplay beat

attraverso diagrammi di flusso e prototipi.

Ho parlato anche con David Di Giacomo,
il level artist.

I suoi compiti erano costruire la villa,
ideare i meccanismi e i movimenti

e tramutare in realtà le idee di Dana.

Noterete che le risposte di David saranno
in francese con sottotitoli in inglese [e italiano].

Prima di aprire la porta
ed entrare nella villa,

ho chiesto a Dana com’è arrivata
a lavorare a questo livello.

Avevo concluso il mio lavoro
per Il Pugnale di Dunwall

e mi mostrarono una lista piuttosto lunga
con tutte le potenziali idee per i livelli

che il team stava valutando
di includere in Dishonored 2.

Una di queste era la villa
di un inventore di automi.

Ho scorso la lista pensando che sarebbe stato
difficilissimo decidere quale scegliere,

poi l’ho vista e mi sono detta
“Sì, questa!”. È andata così.

MARK: Ti ricordi qualche altra
idea della lista?

DANA: Ricordo solo quelle che ho prototipato.

Ho fatto un prototipo per una riedizione
del concept del ballo in maschera

che alla fine abbiamo scartato.

Non volevamo provare ad eliminare
fin da subito Lady Boyle.

Anche se ora lo stiamo rivisitando per
Deathloop, la festa con le maschere da lupo.

Un’altra avrebbe dovuto far parte
della Villa Meccanica,

cioè il corridoio del vento.

Avreste dovuto attraversarlo
per raggiungere la villa di Jindosh.

All’inizio ci sono delle fabbriche pazzesche
circondate da queste strutture.

Il vento è abbastanza forte
da sollevarvi e spostarvi.

Ma l'idea è stata scartata quasi subito.

Il gioco ha subito un ridimensionamento
e avevamo troppi contenuti.

Abbiamo dovuto rinunciare ad alcune idee
e questa era una di quelle.

MARK: Dopo aver avuto quell'input,
qual è stato il tuo passo successivo?

DANA: Ho semplicemente iniziato
a prototipare.

Nessun concept per ciò che sarebbero stati
il layout e le sfide.

Le uniche cose certe erano l’inventore,
il ruolo di Sokolov e questi meccanosoldati.

Per il resto si prototipavano varie
stanze mobili, vari layout.

Oh, fin dall’inizio si è posta molta enfasi

sul permettere al giocatore
di entrare nei meccanismi.

C’è sempre stata questa separazione
tra lo spazio per le persone normali

e lo spazio nelle viscere dell’edificio
visitabile dal giocatore.

Qualcosa di assolutamente in linea
con la filosofia di design di Dishonored

che prevede questa soglia tra i luoghi
per le persone normali

e quelli per gli assassini
con poteri soprannaturali.

Una sorta di dietro le quinte presente
fin dalle prime mappe di Dishonored.

Ma ora gli avremmo fatto fare
un ulteriore passo avanti.

MARK, NARRAZIONE: Ci furono altri concept
e prototipi per il livello

ma ci torneremo in seguito.

Lasciate che inizi
dall'ambientazione stessa.

[la porta si apre cigolando]

La villa si presenta con una piccolo
ed innocuo ingresso.

E non ho molto altro da fare
se non tirare questa strana leva.

MARK: Cosa volevi ottenere
con questa prima trasformazione?

DANA: Fondamentalmente far [—]
sotto il giocatore.

Posso dirlo?

Dovremmo rifarla?

Lo scopo di questa sezione
era sbalordire il giocatore.

MARK: David, cosa ricordi della costruzione
di questa sezione della mappa?

DAVID: La prima idea di Dana prevedeva
l’arrivo in questa piccola stanza chiusa

con pochissime opzioni e uscite.

Poi si passa dai colori freddi
a quelli caldi per i muri,

e improvvisamente quel piccolo spazio
permette di entrare

in uno spazio molto più grande mostrando
cosa c’è nella stanza successiva.

Qui potete vedere alcuni mobili
agganciati alle piattaforme mobili.

Abbiamo dovuto prendere in considerazione
la grandezza dei mobili

per evitare che occupassero
troppo spazio dietro le quinte.

MARK: È interessante che il livello inizi
in uno stato neutrale.

Qual era il ragionamento alla base?

DANA: L’idea iniziale prevedeva che il
meccanosoldato fosse immediatamente ostile

ma questo avrebbe significato
colpire duro il giocatore fin dall’inizio.

Ho quindi voluto che il giocatore si
concentrasse sulla drammaticità del momento

dandogli l’opportunità di osservare
un meccanosoldato non-ostile.

Il problema era che l’80% dei giocatori
si sarebbe comunque nascosto,

presumendo che fosse ostile.

Abbiamo deciso di lasciar fare.

Così se vi nascondete
e il meccanosoldato non vi vede,

Jindosh comincerà a dire...

JINDOSH: Salve? C'è nessuno?

Che sia un errore del meccanismo?

No, nessuno. Strano…

E potete quindi continuare ad esplorare
la mappa in modalità stealth.

Vedi, a volte bisogna studiare
le vere reazioni dei giocatori

e, invece di limitarsi ad ostacolarle,
accettarle, pensando:

'Questa è la loro reazione naturale.

Cosa gli offriamo per validare
questa reazione?'

MARK: David, come hai fatto
a costruire l’atrio?

DAVID: L'idea era la stessa.

Arrivate in una stanza scarsamente
illuminata con un soffitto basso

e attivare la trasformazione porta a
qualcosa di completamente diverso.

Una stanza più luminosa e spaziosa.
L’atmosfera stessa cambia drasticamente.

Qui potete vedere i sistemi di scambio
e le piattaforme mobili.

Se il giocatore può raggiungere
il dietro le quinte,

allora la trasformazione
dovrebbe essere credibile.

MARK: Ora incontriamo Jindosh.
Cosa puoi dirmi di questa scena?

DANA: Questa scena in cui parlate con lui

è qualcosa che volevamo fare
soprattutto alla luce di Dishonored 1,

dove il giocatore può vedere brevemente
l’antagonista del livello,

a meno che non muoia addirittura prima
che vi accorgiate di averlo incontrato.

In Dishonored 2 abbiamo quindi
studiato varie occasioni

in cui il giocatore può incontrare
gli antagonisti fin dall’inizio

in un contesto dove non è
obbligato ad affrontarli.

Abbiamo quindi potuto presentare
il personaggio con più calma.

JINDOSH: Suppongo che i miei legami con
il Duca ti abbiano portato alla mia porta.

O forse stai cercando
il povero Anton Sokolov,

placidamente accomodato
nella camera di valutazione?

MARK: Jindosh inoltre ti deride
dagli altoparlanti per tutto il livello.

C’è forse l’influenza di SHODAN?

DANA: Al mille per cento.

L’ho citato in continuazione.
Jindosh parlava per mezzo di SHODAN.

MARK: Cosa mi puoi dire sulla
progettazione dei meccanosoldati?

DANA: Il livello stesso esiste perché
volevamo dei nemici non-umani.

I giocatori hanno più occasioni
per usare i loro strumenti

senza doversi preoccupare
del chaos system.

Potete quindi sbizzarrirvi con queste
creature meccaniche.

Una delle conseguenze della loro
presenza sulla mappa

è l’esistenza di due sole tipologie
a causa della loro pericolosità.

Nella mappa non c’è
un gradiente di difficoltà.

Fin dall’inizio siete sopraffatti da
questo nemico insormontabile

che può vedere alle sue spalle e
attaccare in tutte le direzioni.

Ho dato moltissimi feedback
al team incaricato

suggerendo di rendere il tutto
un po’ più facile

così da creare degli encounter
iniziali meno intimidatori

per abituare il giocatore
al combattimento.

Questa per esempio
è la versione più semplice.

MARK: Mi piace che questi due personaggi
diano degli indizi

attraverso i dialoghi
su come affrontare i meccanosoldati.

DANA: Dobbiamo tenere in considerazione
che alcuni giocatori avanzeranno lentamente,

osservando e leggendo
ogni frammento di informazione.

E vogliamo che questa cautela
venga ricompensata.

GUARDIA: Si attiva autonomamente
se scoppia un combattimento.

Sono ciechi ma possono sentire.

DANA: Ma il giocatore che
vuole saltare tutto

e buttarsi subito nella mischia
imparerà con la pratica.

Le animazioni e il sonoro dei meccanosoldati
daranno vari indizi sul loro comportamento.

Entrambi i giocatori otterranno quindi
le stesse informazioni

ma in un modo che è coerente
con il loro stile di gioco.

MARK, NARRAZIONE: Dopo essere fuggiti
dalla trappola di Jindosh,

ci ritroviamo nella sezione
successiva della villa:

la sfarzosa e lussuosa
area per i visitatori.

La stanza principale è uno spazio enorme
con un pavimento in vetro,

intrattenimento a richiesta
e due enormi cascate

per alimentare le turbine
che forniscono energia alla villa.

Finora ci siamo mossi per la casa
seguendo le indicazioni di Jindosh

e i waypoint del gioco.

Ma ora il livello si schiude.

Si può proseguire ma la strada è bloccata
da un traliccio elettrificato,

e ci sono delle stanze da esplorare,
sia a sinistra che a destra.

Ho quindi chiesto a Dana
se questo è il momento

in cui il giocatore viene finalmente
lasciato libero di cavarsela da solo.

DANA: Fondamentalmente sì.

È il momento in cui il livello
inizia a schiudersi

e siete guidati dalla vostra stessa curiosità
e dalla vostra stessa osservazione.

D’ora in poi, ciò che notate
definirà completamente i vostri obiettivi.

Se vedrete l’ascensore, allora il problema
diventerà superare il traliccio.

O magari noterete che c’è
un passaggio in una delle grate.

Lo noterete e il vostro obiettivo
diventerà "voglio passare da lì".

O magari avete già capito che tutte
quelle finestre si possono aprire,

andando così dietro le quinte.

Ruota tutto attorno a ciò che avete
notato fino a questo punto

e l’unico modo per rimanere bloccati
è non prendere una decisione.

Il gioco vi obbliga a guardarvi intorno
e notare tutte queste cose.

MARK: Ci sono questi personaggi: gli acquirenti.
Perché li avete inclusi?

DANA: Era parte del world building.

Jindosh ostenta ed è una sorta di capitalista.

Sai, vuole vendere i suoi lavori,
lo fa per i soldi -

una cosa che ripercorreremo in
Death of the Outsider,

mostrando che qualcuno ha effettivamente
comprato dei meccanosoldati,

li potete vedere nella banca.

Insomma, possiede questo luogo opulento,

vuole che le persone che gli fanno visita

rimangano sbalordite dalle sue
creazioni e le comprino.

I due acquirenti ne sono un esempio.

Sai, Jindosh li ha accolti
come ha accolto te.

Li accompagna in questa stanza,

ma poi arriva Emily e Jindosh
si dimentica completamente di loro!

MARK: Una delle cose che preferisco
è sgattaiolare attraverso i muri

durante una trasformazione.

DANA: Sì l'abbiamo sempre immaginata così

perché tutti i prototipi partivano dall'idea
di non limitarsi alle due configurazioni

ma di considerare anche ciò che avviene
durante la transizione.

È per questo che tutto
avviene così lentamente.

MARK, NARRAZIONE: Al di sotto della
sfarzosa area per i visitatori,

nel profondo ventre della villa,
c’è una zona più funzionale.

Qui troverete una cucina segreta,
un paio di guardie con cui litigare,

e il posto in cui Jindosh
tiene prigioniero Sokolov.

Ma prima ho voluto dei chiarimenti
su questa testa dall’aria familiare

usata per il tiro al bersaglio.

È un riferimento alla precedente
versione dei meccanosoldati,

mostrata nei primi trailer del gioco?

DANA: Sì. in effetti è stato il loro
aspetto per molto tempo.

I feedback però ci hanno detto
che non erano abbastanza minacciosi.

Si ricevono feedback da ogni tipo di fonte

e quando cominciano ad allinearsi
si inizia a notare una tendenza

ovvero che i meccanosoldati
apparivano sciocchi.

E così li abbiamo modificati.

Ma fortunatamente abbiamo dato
una seconda occasione a quelle teste

in Death of the Outsider.

MARK: Parlami allora
della camera di valutazione.

DANA: Quando abbiamo iniziato,
ero alle prese con i vari prototipi

e quella che avrebbe dovuto
essere la camera di valutazione

occupava quasi metà dell’intera mappa.

Inizialmente era enorme.

Nel concept originale, Jindosh non stava
solo testando la loro locomozione

e la loro risposta alla vista e al suono.

Stava cercando di capire se avesse
inventato l’etica.

Avrebbe quindi posto i meccanosoldati
in queste situazioni etiche

nelle quali avete un obiettivo arbitrario

e il modo più semplice per portarlo
a termine implica la morte di qualcuno.

E ovviamente la soluzione difficile
vi permette di salvarlo.

Era veramente azzeccato per il gioco
che stavamo creando.

Ma avreste dovuto percorrere questo
lunghissimo percorso ad ostacoli

per infine raggiungere Sokolov.

E alla fine abbiamo optato per la
versione più conservatrice

che garantisce comunque
l’obiettivo originale

ovvero 'dov'è che Jindosh
tiene prigioniero Sokolov?'

Perché non c’è una cella.
Dove potrebbe essere?

Lo ha rinchiuso nella nuova versione di
quello che chiamiamo 'labirinto per topi'.

Una sorta di piccolo percorso ad ostacoli
per il meccanosoldato.

MARK: In che altri modi è cambiato
il livello durante lo sviluppo?

DANA: In questa iterazione
della progettazione,

l’idea era che il luogo sarebbe stato
solo un labirinto impossibile.

Non c’era modo di poterlo
esplorare senza aiuti,

quindi ci sarebbero stati questi pannelli

per dire alla casa dove si stava
cercando di andare.

Sono felice che non abbiamo
presa questa direzione,

di aver scelto di lasciare che fosse
il giocatore a capirlo,

come se fosse uno spazio che si può
imparare a padroneggiare.

Sto usando deliberatamente queste
trasformazioni per raggiungere un obiettivo,

ed è praticamente l’opposto di quel tentativo
iniziale, di quella sorta di labirinto

del quale era impossibile
acquisire la padronanza

perché era il livello stesso
ad ostacolarti.

Ad un certo punto, nella versione finale il
livello entra a far parte dei tuoi strumenti.

MARK: Ok, ho liberato Sokolov.

Devo portarlo con me fino all’ingresso.

DANA: Volevo a tutti i costi poter far evadere
Sokolov senza costringerti ad uscire,

perché pensavo che non sarebbe stato
divertente dover ripercorrere tutta la mappa

dovendo accompagnarlo e tenerlo in vita.

Ho quindi creato vari percorsi e metodi.

Ad un certo punto ho immaginato un sistema
per spedire i meccanosoldati,

fondamentalmente un tubo pneumatico
usato da Jindosh

per spedire i meccanosoldati verso la
città grazie ad un'enorme tubatura.

Avreste potuto farci entrare Sokolov,
spedendolo fuori.

Ma avevamo moltissimi vincoli
di budget per questa mappa

ed era semplicemente infattibile.

Alla fine la soluzione è stata rendere
Sokolov molto resistente ai danni.

MARK: Però è bello che il livello cambi dopo aver liberato Sokolov.

DANA: Sì, avvengono due cose se
partite da Sokolov.

Le guardie escono dagli ascensori

e altri meccanosoldati emergono dai muri
nei quali erano nascosti.

Volevamo quindi che l’esperienza
del giocatore fosse leggermente diversa

nel caso avesse deciso
di partire da Sokolov,

perché Jindosh sarebbe stato ancora vivo,
pronto ad osservare e reagire.

Ed è qui che entra in gioco qualcosa
che ricorda SHODAN.

MARK: C’è mai stato un ordine prefissato
per il livello?

Non so, prima Sokolov, o prima Jindosh?

DANA: Al 99,9 periodico per cento il layout
è stato progettato in modo che

foste voi a decidere cosa fare prima o
dove vi avrebbe portato la curiosità.

Gli speedrunner devono occuparsi
prima di Jindosh e poi di Sokolov.

È questo quel punto zero zero
zero uno per cento.

È sensato per lo speedrunning perché,
dovendo tornare con Sokolov all'uscita,

conviene lasciarlo per ultimo.

Molte decisioni sono state
prese chiedendosi

in che modo gli speedrunner avrebbero
interagito con la mappa.

MARK, NARRAZIONE: Con Sokolov al sicuro,

è il momento di affrontare Jindosh.

Così mi sono fatto strada verso
le sue stanze private.

Qui troverete due delle aree
più complesse del livello:

una stanza da letto rotante che può
assumere dozzine di diverse combinazioni,

ed un laboratorio dov’è possibile far
emergere varie stazioni di ricerca

da un’area di stoccaggio sottostante.

Ma ci sono molte strade che potete
prendere per arrivare fin qui,

e questo perché il livello è incredibilmente
denso e interconnesso.

Ho voluto sapere come Arkane è riuscita
a rendere un’area così complessa

anche solo vagamente comprensibile
agli occhi dei giocatori.

DANA: Una regola del pollice era
non avere mai più di tre modi

per entrare o uscire da una stanza,
escludendo quelli speciali.

Un’altra cosa che abbiamo fatto
per mantenere comprensibile il layout

è stata dividere chiaramente
l’edificio in quattro sezioni,

cinque se considerate
la camera di valutazione,

e ognuna di queste aree ha delle
soglie ben definite che le separano.

Quindi sapete quando vi state
spostando da una zona all’altra,

potete in un certo senso
pulire la vostra RAM.

Lo abbiamo chiamato l'effetto porta: ogni
volta che il giocatore attraversa una porta,

può dimenticarsi di ciò che è alle sue
spalle ed elaborare ciò che ha davanti.

MARK: Questa è stanza da letto di Jindosh:
com’è stata costruita?

DANA: È stata costruita attorno
a questa idea:

ci sono tre stanze, una parte rotante al
centro, ogni stanza ha due configurazioni.

Vi ritrovate così in questo spazio molto
complesso con delle stanze multiuso.

Ad esempio, c’è la stanza da letto e lui
potrà uscire dal letto, tirare la leva,

aspettare tre secondi, fare il giro e
ritrovarsi di fronte alla vasca da bagno.

È questo il seme che ha generato tutto
questo, il mio punto di partenza.

Quali sono i capricci di questa persona e
cosa troverebbe comodo o rassicurante?

Inoltre è da questa stanza che abbiamo
iniziato a divertirci con le stanze nascoste.

Principalmente i meccanismi si basano su ciò
che accade nello spazio e dietro le quinte,

ma in questo caso abbiamo dei
piccoli armadi nascosti.

Ci sono due camere nascoste davvero
difficili da raggiungere -

dovete essere davvero attenti
a tutto ciò che si muove.

MARK: Il meccanismo del laboratorio
è pazzesco.

Perché è stato così importante far
funzionare tutto in modo così realistico

anche se molti giocatori potrebbero
non accorgersene nemmeno?

DANA: Anche se il giocatore non è consapevole
di ciò che sta accadendo, ogni cosa è utile.

Credo che ogni frammento contribuisca
alla sensazione complessiva.

Ed inoltre eravamo davvero entusiasti e
appassionati del nostro lavoro.

L’intero team, l’intero studio stava lavorando
a Dishonored 2 -

ma al suo interno c’erano due team
quasi indipendenti.

Uno stava lavorando a Una Crepa nel Muro
e poi c’era il team della Villa Meccanica.

Facevamo sempre quel qualcosa in più
per assicurarci che tutto fosse perfetto.

MARK: Trovo che la soluzione non-letale per
liberarsi di Jindosh sia decisamente macabra.

DANA: È nata dalla direzione creativa.

Ci chiesero che la soluzione per Jindosh
fosse usare il trattamento per l’elettroshock

per impedirgli di inventare altre cose.

Volevo una terza via.

Volevo che si potesse fuggire con
Sokolov lasciando perdere Jindosh.

Credevo fosse una scelta coerente
con la motivazione del giocatore

e anche con quella di Emily.

Non state decidendo di non interagire
con il contenuto -

il contenuto è lì di fronte a voi e state
decidendo di non agire.

È una scelta tanto quanto lo è
quella d’agire.

Ma il motivo per cui non abbiamo potuto
dare una terza opzione e lasciarlo stare

è che per ogni decisione del genere c’è
un budget da rispettare.

In questo caso era il budget
per il doppiaggio:

i vari esiti devono essere supportati
nel prosieguo del gioco

e, non appena abbiamo aggiunto
un terzo ramo,

il costo della registrazione per ognuno
di questi esiti,

come per l’Esterno che commenta
ciò che avete fatto

o le registrazioni al palazzo del Duca
sulla sorte di Jindosh,

è stato deciso che avremmo dovuto limitarci
a due: o lo uccidete o usate l’elettroshock.

MARK: Hai pensato che i giocatori

avrebbero completamente saltato
una buona parte del contenuto?

DANA: È un gioco in cui si può saltare
un intero livello se si completa un enigma

quindi siamo decisamente fra quelli che

lasciano che il giocatore trovi da solo
la sua strada nella la mappa.

E se questo significa perdere
metà del contenuto,

allora è così che ha deciso
di interagire con il contenuto.

MARK, NARRAZIONE: E con questo
abbiamo concluso.

La Villa Meccanica era un’idea semplice,

che ha preso vita grazie
ad un’attenta pianificazione,

a dei prototipi ingegnosi, e ad
innumerevoli iterazioni.

Ci sono stati molti ostacoli durante il cammino -

con budget limitati e vincoli tecnici.

Le pareti rotanti, ad esempio, non andavano
molto d’accordo con l’IA per il pathfinding.

Ma soluzioni ingegnose, tagli di precisione

e il duro lavoro di un enorme
team di collaboratori

hanno fatto in modo che il livello non
sembri mai il frutto di un compromesso -

e niente di meno che uno dei più
memorabili livelli degli ultimi anni.

Grazie a Dana e David per il loro tempo
e la loro trasparenza.

Una versione leggermente editata delle
nostre due ore di conversazione su Zoom

è disponibile per chiunque supporti
GMTK su Patreon.

E parlando del supporto allo show -

se vi è piaciuto ciò che avete visto e
volete mostrare il vostro apprezzamento,

vi chiedo di dare uno sguardo a
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Ritorno subito con la raccomandazione indie.

Questa volta la mia raccomandazione indie
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