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Come leggere la musica - Tim Hansen

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    Quando guardiamo un film o uno spettacolo teatrale,
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    sappiamo che probabilmente
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    gli attori hanno imparato a memoria le battute di un copione
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    che li istruisce
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    su cosa dire
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    e quando dirlo.
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    Una partitura musicale scritta
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    funziona esattamente secondo lo stesso principio.
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    Sostanzialmente,
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    dice all'esecutore cosa suonare
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    e quando farlo.
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    Da un punto di vista estetico, c'è un mondo di differenza
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    fra, ad esempio, Beethoven
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    e Justin Bieber,
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    ma entrambi questi artisti hanno utilizzato
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    gli stessi mattoni per creare la loro musica:
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    le note.
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    E sebbene il risultato finale
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    possa apparire alquanto complicato,
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    la logica che sta dietro alla note musicali
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    è in realtà semplicissima.
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    Diamo un'occhiata
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    agli elementi fondanti del sistema di notazione musicale
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    e a come interagiscono per creare un'opera d'arte.
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    La musica viene scritta su cinque linee parallele
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    che attraversano orizzontalmente la pagina.
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    Queste cinque linee si chiamano pentagramma,
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    e il pentagramma funziona su sue assi
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    verticale
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    e orizzontale da sinistra a destra.
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    L'asse verticale indica all'esecutore
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    il tono della nota
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    o quale nota deve suonare,
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    mentre l'asse da sinistra a destra indica all'esecutore
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    il ritmo della nota,
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    o quando suonarla.
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    Cominciamo dal tono.
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    Useremo un piano per aiutarci,
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    ma lo stesso sistema funziona praticamente
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    per tutti gli strumenti musicali.
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    Nella tradizione musicale occidentale,
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    i toni prendono i nomi
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    delle prime sette lettere dell'alfabeto,
  • 1:22 - 1:23
    A (la) ,
  • 1:23 - 1:23
    B (si),
  • 1:23 - 1:24
    C (do),
  • 1:24 - 1:24
    D (re),
  • 1:24 - 1:25
    E (mi),
  • 1:25 - 1:25
    F (fa),
  • 1:25 - 1:26
    e G (sol).
  • 1:26 - 1:29
    Dopodichè il ciclo si ripete:
  • 1:29 - 1:29
    A (la),
  • 1:29 - 1:29
    B (si),
  • 1:29 - 1:30
    C (do),
  • 1:30 - 1:30
    D (re),
  • 1:30 - 1:30
    E (mi),
  • 1:30 - 1:30
    F (fa),
  • 1:30 - 1:31
    G (sol),
  • 1:31 - 1:31
    A (la),
  • 1:31 - 1:31
    B (si),
  • 1:31 - 1:31
    C (do),
  • 1:31 - 1:32
    D (re),
  • 1:32 - 1:32
    E (mi),
  • 1:32 - 1:32
    F (fa),
  • 1:32 - 1:32
    G (sol),
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    e così via.
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    Ma come si fa a nominare questi toni?
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    Beh, se suonate una F (fa) sul pianoforte
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    e poi suonate un'altra F (fa)
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    più alta o più bassa,
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    noterete che queste note sono piuttosto simili
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    se confrontate, ad esempio, a una B (si).
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    Tornando al nostro pentagramma,
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    ogni linea e ogni spazio fra due linee
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    rappresenta una nota distinta.
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    Se scriviamo una nota su una di queste linee
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    o uno di questi spazi,
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    diciamo all'esecutore di suonare quella determinata nota.
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    Più in alto sta la nota sul pentagramma,
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    più alto sarà il tono.
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    Ma ovviamente ci sono molti, molti più toni
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    delle nove fra linee e spazi che abbiamo a disposizione.
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    Un pianoforte a coda, ad esempio, può suonare
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    88 note distinte.
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    Quindi come facciamo a far stare tutte le 88 note in un solo pentagramma?
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    Useremo una cosa chiamata chiave.
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    Una chiave è un segno dall'aspetto un po' strano,
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    che si mette all'inizio del pentagramma
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    e fa da punto di riferimento,
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    dicendoci che una determinata linea o spazio
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    corrisponde a una specifica nota del nostro strumento.
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    Se vogliamo suonare note che non stanno sul pentagramma,
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    imbrogliamo un po' e disegnamo delle lineette in più
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    che chiamiamo "tagli addizionali"
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    e mettiamo le note su queste lineette.
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    Quando dobbiamo mettere troppe lineette
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    tanto da far confusione,
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    allora dobbiamo cambiare chiave.
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    Per quanto riguarda il come dire all'esecutore quando suonare,
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    ci sono due elementi principali
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    il battito
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    e il ritmo.
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    Il battito di un pezzo musicale
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    di per sé è abbastanza noioso.
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    Suona così.
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    Sentite che non cambia mai,
  • 2:56 - 2:58
    scorre via senza problemi.
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    Può andare lento
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    o veloce
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    o come volete.
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    Come la lancetta dell'orologio
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    che divide un minuto in 60 secondi,
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    e ogni secondo è lungo esattamente quanto ogni altro secondo,
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    il ritmo divide un pezzo musicale
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    in piccoli frammenti di tempo,
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    tutti della stessa lunghezza.
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    i battiti.
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    Tenendo un solido battito come fondamenta,
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    possiamo iniziare ad aggiungere il ritmo ai nostri toni,
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    ed è lì che nasce veramente la musica.
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    Questa è una semiminima,
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    è la principale unità di ritmo
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    e vale 1 battito.
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    Questa è una minima e vale 2 battiti.
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    Questa è una semibreve e vale 4 battiti,
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    e questi qui sono crome
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    che valgono la metà di un battito.
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    "Bello", direte voi " e cosa vuol dire?"
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    Avrete notato
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    che lungo il pentagramma
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    ci sono delle barrette verticali che lo dividono in sezioni.
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    Queste barrette si chiamano spezzabattute
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    e chiamiamo ognuna delle sezioni "battuta".
  • 3:52 - 3:53
    All'inizio di uno spartito,
  • 3:53 - 3:55
    subito dopo la chiave,
  • 3:55 - 3:57
    c'è una cosa chiamata tempo
  • 3:57 - 4:00
    che indica all'esecutore quanti battiti ci sono per ogni battuta.
  • 4:00 - 4:02
    Questo indica che ci sono due battiti in una battuta,
  • 4:02 - 4:04
    questo dice che ce ne sono tre,
  • 4:04 - 4:04
    questo quattro,
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    e così via.
  • 4:06 - 4:08
    Il numero in basso ci dice che tipo di nota
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    deve essere usata come unità del battito.
  • 4:11 - 4:13
    Uno corrisponde a una semibreve,
  • 4:13 - 4:14
    due a una minima,
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    quattro a una semiminima.
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    otto a una croma,
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    e così via.
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    Quindi questa indicazione di tempo
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    ci dice che ci sono quattro semiminime per ogni battuta,
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    uno,
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    due,
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    tre,
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    quattro;
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    uno,
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    due,
  • 4:25 - 4:25
    tre,
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    quattro,
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    e così via.
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    Ma come dicevo prima,
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    se ci limitiamo a rispettare il battito,
  • 4:30 - 4:31
    diventa un po' noioso,
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    quindi possiamo sostituire qualche semiminima
  • 4:33 - 4:35
    con ritmi differenti.
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    Vedete che anche se il numero di note
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    per ogni battuta è cambiato,
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    il numero totale di battiti è rimasto lo stesso.
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    Quindi come suona la nostra creazione musicale?
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    Eh, non male, ma forse un po' troppo scarna, no?
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    Aggiungiamo un altro strumento
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    con le sue note e un suo ritmo.
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    Adesso è musica.
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    Certo, occorre un po' di allenamento
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    per abituarsi a leggere in fretta
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    e suonare quello che leggiamo sullo strumento,
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    ma, con un po' di tempo e pazienza,
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    potreste diventare il nuovo Beethoven
  • 5:06 - 5:07
    o
  • 5:07 - 5:08
    Justin Bieber.
Title:
Come leggere la musica - Tim Hansen
Speaker:
Tim Hansen
Description:

Proprio come il copione per gli attori, uno spartito musicale indica al musicista cosa suonare (la nota) e quando suonarla (il ritmo). Gli spartiti possono apparire complicati, ma una volta capiti alcuni semplici elementi come note, battute e chiavi musicali, siete pronti a spaccare! Tim Hansen spiega gli elementi basilari necessari per iniziare a leggere la musica.

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English
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05:24
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Anna Cristiana Minoli edited Italian subtitles for How to read music
Anna Cristiana Minoli accepted Italian subtitles for How to read music
Silvia Raimondi edited Italian subtitles for How to read music
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  • Revision 3 Edited (legacy editor)
    Anna Cristiana Minoli