Possiamo essere cosmopoliti e dare importanza alle origini | Sarah Gouia | TEDxEcoleHôtelièreLausanne

Cosmopoliti o nazionalisti? Perché dovremmo scegliere? È il momento di ridefinire il significato di origine e identità e smettere di confonderli. Noi siamo unici, e l'idea di "origine" è personale e il risultato della nostra identità.

Sarah è una cittadina francese, costaricana e tunisina che studia Politica e Relazioni Internazionali all'Università di Cambridge, e completerà i suoi studi in Diritto Internazionale.

Sarah ha una passione per i dibattiti politici su argomenti come globalizzazione, cambiamento climatico, dialogo culturale, sicurezza e peace building.
Oggi, la sua interessante conferenza si concentrerà sul "falso dibattito" tra rispettare le nostre origini e tradizioni vs. essere liberi e cosmopoliti.

Questa conferenza è stata tenuta ad un evento TEDx usando il format delle conferenze TED ma organizzata indipendentemente da una comunità locale. Ulteriori informazioni a: http://ted.com/tedx

Ciao a tutti.

Mi chiamo Sarah Gouia.

Come sapete, ho tre diverse nazionalità.

Sono nata in Francia,
cresciuta a Parigi, quindi sono francese.

Mio padre è tunisino,

e mia madre viene dalla Costa Rica,
in America Centrale.

Quindi potete capire

perché sono così interessata
all'argomento delle origini.

Ma quello che mi interessava ancora di più

mentre crescevo

era risolvere questo
eterno dibattito interno.

Mi sentivo molto cosmopolita,
molto internazionale,

certamente a causa della diversità
delle mie stesse origini,

ma capivo anche

che le origini culturali sono
molto importanti per definire chi siamo.

Potevo comprendere anche quelle persone

che a volte chiamiamo
'patriottiche', 'nazionaliste',

con un'accezione peggiorativa, negativa.

Sono cresciuta pensando a me stessa
come la classica cittadina del mondo

e, allo stesso tempo, capendo

perché, per alcune persone,

fosse così importante mantenere vive
le proprie culture e tradizioni.

Ma penso di aver trovato
una soluzione a quel dibattito,

ed è di questo che voglio parlarvi oggi.

In realtà non c'è un dibattito,
non c'è una contraddizione.

No c'è contraddizione

tra il sentirsi molto patriottici,

e allo stesso tempo capire

che siamo tutti parte
di una comunità più ampia

fatta di esseri umani
tutti degni dei diritti umani.

Non c'è niente di contraddittorio

tra il sentire che le vostre
origini sono importanti,

e, allo stesso tempo,
che potete arricchire le vostre identità

viaggiano, vivendo all'estero,

incontrando nuove persone,
sperimentando nuove culture.

Non c'è niente di contraddittorio

tra l'essere parte di una comunità,

ed essere felici di esserlo,

e, contemporaneamente,

avere un'identità molto
complessa e particolare.

Ma prima di spiegare meglio perché
sia così importante dire questo oggi,

prima voglio spiegavi
cosa intendo con "origini".

Definirò questo termine
in due modi diversi.

Prima territorialmente,

cioè come il luogo
dove siete nati o cresciuti.

Potrebbe essere una regione,
un villaggio, un Paese.

E poi ci sono le origini sociali:

la vostra famiglia,

il vostro retroterra economico e sociale,

a volte i vostri amici,

le persone con cui siete cresciuti,

tutti quelli che erano con voi
mentre crescevate.

Quindi, ci sono origini sociali,
e origini territoriali.

Ma oggi credo che mi concentrerò
sulla questione del paese d'origine,

e sulle origini culturali
come origini sociali,

perché credo che molti dei problemi
del mondo di oggi

ruotino attorno a queste due nozioni.

Quindi, perché è così importante sostenere

che non c'è contraddizione
tra i due sentimenti che provavo?

Beh, innanzitutto credo di aver
cercato di riconciliare due gruppi

che stasera cercherò di etichettare
per semplificare il discorso:

i cosmopoliti e i nazionalisti.

I nazionalisti sono quelli

che capiscono l'importanza
delle nostre origini culturali,

l'importanza delle nostre tradizioni,

e come siamo stati cresciuti,
e dove lo siamo stati,

ma hanno paura della globalizzazione.

I cosmopoliti, d'altra parte,

sono quelli che non credono che
le origini culturali significhino granché.

Si concentrano di più sull'individuo,

ma sono a volte un po' ciechi
nel capire quanto sia difficile

coesistere pacificamente con persone
che hanno diverse origini culturali

e provengono da luoghi diversi.

Credo che un modo di riconciliare
questi due tipi di persone,

questi due gruppi di persone,

sia fare una distinzione molto importante
- tra origini e identità.

Ma prima di dire altro a questo proposito,

voglio prima precisare
perché voglio riconciliarli,

voglio farlo per evitare la xenofobia
da parte dei nazionalisti,

e la cecità da quella dei cosmopoliti.

Quindi, perché la distinzione
tra origini e identità

è importante per
riconciliare questi due gruppi ?

Beh, perché possiamo ricondurre
i concetti di origine e identità

a due sentimenti primitivi
che tutti proviamo.

Vogliamo essere parte di un gruppo,
e vogliamo distinguerci.

Vogliamo così tanto essere membri
di un gruppo, di una comunità,

sentirci parte di qualcosa,

e, allo stesso tempo,
vogliamo sentirci unici,

vogliamo poter dire
"Oh, non c'è nessun'altro come me."

E credo che tutti noi proviamo questi due
semplici, fondamentali sentimenti umani.

E in realtà origini e identità
sono un po' lo stesso.

Le origini riguardano la realtà
com'era all'inizio della nostra vita,

che resta fissa, immutabile.

L'identità, d'altro canto,

riguarda l'evoluzione
della vostra personalità,

si tratta di cambiamento perpetuo.

Le origini riguardano la vostra
prima appartenenza emotiva

a una certa famiglia, Paese, ecc...

L'identità, d'altra parte, riguarda
la nostra indipendenza dagli altri,

l'essere diversi.

Quindi, si capisce come le origini

riguardino molto di più questo
sentimento di socialità,

di essere parte di un gruppo,

mentre l'identità riguarda molto di più
la nostra diversità,

la nostra indipendenza dagli altri,

il fatto di essere unici.

Adesso userò il mio esempio personale
per definire questi due concetti,

per renderli un po' più chiari.

Quindi, se penso alle mie origini,
territorialmente sono cresciuta in Francia

il che mi ha influenzato molto.

È stata la mia prima opportunità
di capire come funziona la società:

potevo veramente notare
le norme della mia società,

i valori della società Francese-
ho internalizzato la cultura.

I miei primissimi pensieri e idee

avevano un contesto
grazie alla lingua francese.

Anche le mie origini sociali,

mio padre tunisino, mia madre costaricana,

sono arrivate fino a me

le loro origini culturali,
le loro visioni del mondo,

la musica che ascoltano,
le loro idee, i loro valori,

tutto questo costituisce la mia origine.

Ma se penso alla mia identità,
il discorso cambia;

diventa molto più complesso.

Si, le mie origini son importanti
per definire chi sono,

certo, a volte vesto
in modo molto parigino;

si, amo le canzoni arabe;

si, parlo spagnolo quando sono ubriaca.

Ho tutti questi sentimenti e influenze
che vengono dalle mie origini,

ma non sono tutto di me,
non sono limitata a quello.

Sono assolutamente anche una donna,
sono loquace, sono una perfezionista.

Sono una persona molto stressata
a scuola, nel lavoro, ecc...

Ci sono molti altri elementi
che compongono la mia personalità.

Amo la politica, la storia,
cose del genere mi definiscono,

ma oggi, o tra qualche giorno o anno

tutto questo potrebbe cambiare.

Inoltre, non solo le culture
delle mie origini mi influenzano,

lo faranno anche le altre culture
che sperimenterò in futuro.

Per esempio, sono passati due anni da
quando ho iniziato a studiare a Cambridge,

e sento ancora molto l'influenza
della cultura britannica:

prendo il tè alle quattro
con i miei amici;

uso molto il vocabolo "delizioso";

e cerco continuamente di copiare
l'accento Emma Watson.

C'è molto in me che viene
dalla cultura britannica.

Quindi io non sono plasmata
solo dalle mie origini.

Quindi perché è così importante
riconciliare cosmopoliti e nazionalisti?

Perché quello che direi ai cosmopoliti é:

non siate ciechi davanti all'influenza
delle nostre origini e identità

non siatelo perché a volte,

specialmente quando vi sentite
minacciati o discriminati,

quelle origini assumono un ruolo
molto importante nella nostra identità.

Quando sono in Francia,
a volte mi sento molto più tunisina.

Perché?

Perché a volte, parlando
o ascoltando il telegiornale,

a volte c'è una certa confusione
tra alcuni termini, come:

Mussulmani, Nordafricani,
immigrati, rifugiati.

Vengono considerati sinonimi,

e io mi sento un po' insultata da questo.

Ma perché mi sento insultata?

Perché mi sento minacciata?

Perché mi sento più tunisina?

Perché provo queso tribale senso
di appartenenza a quella comunità?

Non vado in Tunisia da molto,
il mio arabo non è molto buono,

e non sono neanche mussulmana.

Perché quelle parole mi feriscono tanto?

Perché sento che le mie origini
vengono minacciate.

Quando sono in Inghilterra non mi sento
rifiutata in quanto francese,

ma sento l'influenza
della cultura francese.

È la prima volta che ho realizzato
quanto la Francia mi abbia influenzata:

nel mio modo di studiare,
nel mio modo di vivere le amicizie,

tutto questo.

Quindi le origini importano.
Non possiamo sostenere il contrario,

sono importanti nelle nostre vite.

E dovremmo capire

che poiché le persone si spostano
da un paese all'altro

a causa della globalizzazione,

saremo circondati da persone
con origini diverse,

e dobbiamo rispettare il fatto che
a volte possano sentirsi un po' minacciate

a causa delle differenze,

e se noi le discriminiamo,
si sentiranno insultate,

e le loro origini assumeranno
molta importanza nella loro identità.

I nazionalisti, ascoltando quanto
ho appena detto, diranno:

"Aspetta un attimo!
Siamo d'accordo con te.

Ci sentiamo molto minacciati dai
migranti che vengono nel nostro paese."

Io non sono d'accordo

perché, si, si sentono minacciati,
ma non nelle loro origini:

si sentono minacciati nella
loro idea di identità collettiva,

ed ecco un altro caso in cui
la distinzione tra origini e identità

è importante.

Si sentono minacciati

perché basano la loro identità collettiva

su caratteristiche, simboli che
tutti abbiamo dalle nostre origini

e credono che tutti [nel loro gruppo]
abbiano le stesse caratteristiche

o sceglierebbero gli stessi simboli.

Questo non è vero.

Altro esempio:

In Francia, i nazionalisti parlano
molto di Giovanna D'Arco.

Io non ho niente a che fare con lei,

non sento letteralmente niente

quando qualcuno
mi parla di Giovanna D'Arco.

Credo che la Francia sia
molto più definita da Voltaire:

humor nero, combattere sempre
per una causa, amare i dibattiti.

Ma è solo la mia interpretazione,

è il mio modo personale
di percepire le mie origini.

Tutti percepiscono le proprie
origini in modi molto diversi.

E questo è un grosso
problema coi nazionalisti.

Quello che sentono minacciato
non sono le loro origini;

ma la loro identità collettiva.

E questa identità collettiva non esiste.

Non c'è un'identità per tutti;
siamo tutti molto diversi.

Si, siamo tutti influenzati
dalle nostre origini,

e, si, i cosmopoliti dovrebbero
essere molto più consapevoli

di quanto le nostre origini
plasmino la nostra identità,

come a volte ci emozionino,

ma non fanno la nostra identità,

noi non siamo limitati a quelle.

Nessuno dovrebbe dirvi chi siete
a causa del posto da cui provenite,

a causa della famiglia
in cui siete cresciuti,

o perché venite da un certo
ambiente economico-sociale.

L'identità è del tutto personale,

è la particolare associazione
di caratteristiche

che vi rende voi stessi.

Quindi vediamo che in realtà

se i cosmopoliti capissero
questa distinzione,

e la capissero anche i nazionalisti,
tra origini e identità,

beh, potrebbero riconciliarsi
su molti problemi.

Quindi, è vero,

possiamo essere cosmopoliti e
considerare importanti le nostre origini.

Non è una contraddizione.

Dobbiamo solo riconoscere che abbiamo

sia un istinto tribale
di appartenenza a un gruppo,

e a volte ad imitare
i membri di questo gruppo,

sia la volontà di distinguerci,

e dovremo convivere
con entrambi questi sentimenti,

che non sono un male, sono fantastici,

ma solo finché non feriscono gli altri,

chiunque siano, e da ovunque provengano.

Grazie.

(Applausi)