Come creare una scena musicale fiorente nella tua città

Come fa una città a diventare famosa come "città della musica"? La pubblicitaria Elizabeth Cawein parla di come una scena musicale fiorente aumenti la felicità e lo stato di salute delle città. Condivide anche alcune idee utili a potenziare la scena musicale della tua città e mostrarne il talento a tutto il mondo.

Ognuna di queste canzoni
rappresenta una scena, un movimento,

in alcuni casi una rivoluzione del suono

che ha cambiato completamente
il corso della musica popolare.

Sono anche tutte biglietti da visita,
per lo più, di quelle città,

totalmente collegate
con l'identità delle loro città,

e potrebbe essere per questo che forse
le considerate città della musica.

L'aspetto mitico e magico,
quello che un po' tutti amiamo

delle storie come queste

è che quelle città non stavano facendo
niente di particolare

perché quei momenti si verificassero.

Non c'è una formula per chiudere
un lampo in una bottiglia.

Non è stata una formula
a darci la musica grunge,

o a presentare Tupac a Dr. Dre,

e non c'è un modello da seguire
se vuoi avviare un'attività discografica

a South Memphis,

che guarda caso è
la città di Booker T. Jones,

William Bell e Albert King.

Quindi capita e basta, no?

Quando le stelle sono ben allineate

si realizza grande musica.

E in contemporanea,
New York e Nashville

possono sfornare le hit
che passano alla radio,

definendo le generazioni,

e fanno da colonna sonora
a matrimoni, funerali

e tutto il resto.

Non so voi,

ma il pensiero stesso di tutto ciò
è terribilmente noioso per me.

Ci sono musicisti intorno a noi
che fanno musica importante, straordinaria

e grazie a Internet,
e alle sue infinite possibilità

per gli autori di creare musica

e per i fan di scoprirla,

le canzoni del momento
non devono arrivarci

da una sala riunioni
piena di autori

di un grattacielo aziendale.

Ma anche, e soprattutto,

non possiamo concludere che sia
solo qualcosa che succede

perché la musica non è solo hit,

quei momenti iconici e importanti
che cambiano tutto.

Non è solo intrattenimento.

Per molti di noi,

la musica è un modo
di affrontare la vita.

Un mezzo per esprimerci, certo,

ma anche per ritrovare l'autostima
e capire chi siamo.

Ci mette in relazione con gli altri
come nient'altro può fare,

superando barriere linguistiche,

contrasti economici, culturali
e sociali.

La musica ci rende più intelligenti,
sani e felici.

La musica è necessaria.

E se viveste in una città
convinta di tutto ciò,

che affermasse: "non stiamo aspettando
l'hit che ci definisca,

siamo una città della musica
perché la musica è necessaria."

Vedendo la musica come necessaria,
una città può creare due cose:

la prima è un ecosistema che sostenga
lo sviluppo dei musicisti professionisti

e dell'industria musicale;

la seconda un pubblico ricettivo
e coinvolto che li sostenga.

Questi sono i due elementi fondamentali
di una città della musica,

una città i cui leader riconoscono
l'importanza della musica

per il nostro sviluppo come individui,

il nostro legame come comunità

e la possibilità di realizzare
un luogo pieno di vita dove abitare.

Le smart city, le città della musica,

sanno che un'intensa vita notturna,
una classe creativa, la cultura

sono ciò che attira i giovani
di talento nelle città.

Sono ciò che attrae quel lampo.

E no, non possiamo prevedere
quale sarà il prossimo uovo a schiudersi,

ma possiamo creare una città
che funga da incubatrice.

Per farlo, prima
dobbiamo sapere di cosa disponiamo.

Ovvero, identificare e
quantificare le nostre risorse.

Dobbiamo sapere tutto di loro,

da chi, cosa e dove sono
a qual è il loro impatto sull'economia.

Consideriamo gli studi di registrazione
e le case discografiche,

i monumenti storici
e i locali punk hardcore.

Le serate jazz mensili
e le sessioni di folk settimanali,

le scuole di musica, lo sviluppo
degli artisti, i negozi di strumenti,

ogni tornio e ogni liutaio,

i musei della musica aperti tutto l'anno

e i festival musicali
di un solo weekend all'anno.

Idealmente, con questo sistema,
otterremo una mappa delle risorse,

che saranno segnalate,

per farci vedere precisamente
di cosa disponiamo

e dove sta già avvenendo
uno slancio vitale.

Perché non si può
essere approssimativi in questo caso.

Quando si tratta di sostegno specifico
alla musica locale

e di una maggiore comprensione
di uno stile musicale a livello nazionale,

si deve essere preparati.

Poi, dovremo identificare
le nostre sfide.

È importante sottolineare
che, in generale,

questo punto non sarà
il contrario del primo.

Non otterremo molto

se pensiamo solo a cosa manca
sulla nostra mappa.

Dobbiamo, invece, adottare
un approccio più globale.

Ci sono molti locali per concerti
sulla mappa.

Fantastico.

Ma sono in difficoltà?

Esiste un'escalation dei locali,

cioè, può un artista,
nato da una serata "open mic",

sapere chiaramente come
potrà passare

da quella sala da 25 posti
a una da 100 e così via?

O ci aspettiamo
che passi da un bar a uno stadio?

Forse le sfide risiedono
nelle infrastrutture urbane:

i trasporti pubblici, l'edilizia popolare.

Forse, come a Londra,

dove i locali per concerti
sono passati da 400 nel 2010

a 100 nel 2015,

dobbiamo pensare a proteggerci
dalla gentrificazione.

Il sindaco di Londra,
a dicembre scorso,

in realtà, ha aggiunto il
principio chiamato "Agent of Change"

al piano globale per la città.

E il nome dice tutto.

Se un imprenditore edile
vuole costruire condomini

accanto a un locale per concerti
già presente,

è lui l'agente del cambiamento

e dovrà adottare le misure necessarie
per ridurre il rumore.

Poi, ed è molto importante,

serve una leadership e una strategia.

Sappiamo che c'è
molta magia in questo mix:

le persone,
il momento e il posto giusti.

E che non smetterà mai
di essere un elemento importante

del modo in cui viene fatta la musica,

in cui viene fatta la musica
migliore e più duratura.

Ma non può mancare una leadership.

Nel 2018, non nascono spesso
città della musica fiorenti

e non devono nascere per caso.

Servono politici eletti
che riconoscano il potere della musica,

diano voce ai creativi

e siano pronti
ad attuare una strategia.

Nelle città della musica,
da Berlino a Parigi, a Bogotà,

i consigli consultivi della musica

garantiscono che i musicisti
partecipino alle decisioni.

Sono consigli volontari

che lavorano direttamente
con un portavoce designato

nei municipi
o anche alle camere di commercio.

Le strategie più efficaci sosterranno
le comunità musicali dall'interno

ed esporteranno la musica all'esterno.

Di pari passo.

Occupandoci dell'interno, creiamo il luogo
dove i musicisti vogliono vivere.

E occupandoci dell'esterno,

creiamo opportunità
di avanzamento della loro carriera

mentre richiamiamo l'attenzione
verso la nostra città

e utilizziamo la musica
per attirare il talento.

Ecco cos'altro ci aiuterà:

capire chi siamo.

Se dico "Austin",

voi penserete
"capitale della musica dal vivo".

Ma perché?

Perché nel 1991, i leader di Austin
hanno visto qualcosa diffondersi,

tramite una risorsa già esistente,
e hanno deciso di riconoscerlo.

Riconoscendo quello slancio,
dandogli un nome e rivendicandolo,

hanno determinato ovviamente
l'apertura di altri locali per concerti,

l'aggiunta della musica dal vivo
al programma di spazi già esistenti

e l'aumento dell'approvazione
dei cittadini di quell'idea,

quindi non era solo
lo slogan di una brochure turistica.

Era qualcosa di cui i cittadini
iniziarono a essere orgogliosi.

Ma, in pratica, ciò che Austin
fece,

fu solo raccontare le sue risorse.

E tornando al primo punto,

sappiamo che nessuna città
spunterà tutte le caselle.

Poche città hanno gli studi
di registrazione di Memphis

o la scena di compositori
ed etichette di Nashville

ma non è determinante.

Dobbiamo solo riconoscere quello slancio
quando avviene nella nostra città.

Quali sono le risorse che ci rendono
unici rispetto agli altri luoghi?

Quindi, se volete che tutto ciò
accada dove abitate,

ecco tre consigli da seguire
per cambiare la situazione.

Primo: usate i piedi,
le orecchie e i soldi.

Uscite. Siate quel pubblico
ricettivo e coinvolto

tanto necessario allo sviluppo
di una città della musica.

Pagate l'ingresso.

Comprate un disco.

Scoprite nuova musica
e portate con voi gli amici.

Secondo: usate la voce.

Diffondete quel racconto
delle risorse.

Parlate di ciò che offre la città
e celebratelo.

Terzo: usate i vostri voti.

Trovate dei leader che non parlino
e basta della vostra città della musica

ma ne riconoscano il potere

e siano preparati ad attuare una strategia

per la sua promozione, la crescita
e la collaborazione.

Non si può proprio prevedere
quale città sarà definita

da una certa scena o canzone
nei prossimi dieci anni,

ma per quanto non sia
possibile prevederlo,

ciò che possiamo sicuramente prevedere

è cosa accadrà
se consideriamo la musica come necessaria

e creiamo una città della musica.

E questo è il luogo dove voglio vivere.

Grazie.

(Applausi)