Cosa accadde realmente durante i Processi alle streghe di Salem - Brian A. Pavlac

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Sei stata accusata di un crimine che non hai commesso. È impossibile dimostrare la tua innocenza. Se insisti di essere innocente, molto probabilmente verrai considerata colpevole e giustiziata. Ma se confessi, implori perdono e in aggiunta accusi altre persone, sarai scagionata. Era questa la scelta cui dovevano fare fronte le accusate di stregoneria a Salem, nel Massachusetts, nel XVII secolo. Come è potuto accadere tutto questo? Brian A. Pavlac indaga.

Lezione di Brian A. Pavlac, regia di Lucy Animation Studio.

Sei stata accusata di un crimine
che non hai commesso.

È impossibile dimostrare la tua innocenza.

Se insisti di essere innocente,

molto probabilmente verrai considerata
colpevole e giustiziata.

Ma se confessi, implori perdono
e in aggiunta accusi altre persone,

sarai scagionata.

Rilasci una confessione falsa
o rischi l'impiccagione?

Era questa la scelta

cui dovevano fare fronte
le accusate di stregoneria

nel villaggio di Salem, in Massachusetts,

tra il febbraio del 1692
e il maggio del 1693.

Furono vittime della paranoia
verso il paranormale,

dell'uso improprio del fervore religioso,
e di un sistema giudiziario

per cui il pentimento
era più importante della verità.

Salem fu fondata nel 1626 dai Puritani,
un gruppo di protestanti inglesi.

I cittadini di Salem conducevano
una vita rigida e isolata.

Gli scontri
con i nativi americani limitrofi

e con gruppi di coloni francesi
erano all'ordine del giorno.

Le persone temevano la fame e le malattie,

e le relazioni tra i residenti erano tese.

A peggiorare le cose, il 1692 portò con sé

uno degli inverni più rigidi
mai registrati.

Quell'inverno, due cugine,

Betty Parris di nove anni
e Abigail Williams di undici,

iniziarono ad assumere
comportamenti molto strani.

Il medico non trovò
nulla di strano a livello fisico,

ma diagnosticò che le ragazzine erano
sotto l'influenza di "una mano maligna".

I Puritani credevano che il Male
gettasse scompiglio nel mondo

attraverso agenti umani,

o streghe, che devastavano la natura,
evocavano apparizioni demoniache,

e tormentavano bambini.

Col diffondersi della notizia
nel villaggio,

anche i sintomi iniziarono a diffondersi.

Racconti descrivono dodici cosiddette
ragazze "afflitte" contorcersi,

avere convulsioni
e lamentare prurito alla pelle.

Quattro di queste ragazze accusarono
tre donne del posto di tormentarle.

Tutte e tre le accusate erano considerate
in qualche modo delle emarginate.

Il 29 febbraio le autorità
arrestarono Sarah Good,

una povera donna incinta
e già madre di una bimba,

Sarah Osbourne, che da tempo
non si presentava in chiesa

e che aveva fatto causa alla famiglia
di una delle sue accusatrici,

e Tituba, una schiava
della famiglia di Betty Parris,

e di cui si conosce solo il nome.

Tituba all'inizio negò di aver fatto
del male alle ragazze.

Ma poi confessò di praticare stregoneria
su ordine del Diavolo,

e accusò Osbourne e Good
di averla costretta.

Sia Osbourne che Good continuarono
a professarsi innocenti.

Osbourne morì in prigione,

mentre il marito di Good
le si rivoltava contro in aula,

testimoniando che "era una strega
o che ben presto lo sarebbe diventata".

La figlia di quattro anni di Good
fu imprigionata

e finì per testimoniare contro sua madre.

Nel frattempo, Good partorì in prigione.

Suo figlio morì, e lei fu condannata
e impiccata poco dopo.

Tituba fu tenuta sotto custodia
fino a maggio per poi essere rilasciata.

Queste tre vittime furono solo l'inizio.

Con il moltiplicarsi delle accuse,
altre, come Tituba,

testimoniarono il falso per salvarsi.

A quanto pare, furono le autorità
a dire a un'accusata di stregoneria

che sarebbe stata impiccata se non avesse
confessato, e liberata se lo avesse fatto.

Non erano particolarmente interessati
a esaminare approfonditamente le accuse:

in linea con gli insegnamenti della Chiesa
preferivano che l'accusata confessasse,

implorasse il perdono e promettesse
di non praticare più la stregoneria.

Le autorità giudiziarie accettavano
ogni genere di prova discutibile,

inclusa la cosiddetta "prova spettrale",

la quale prevedeva che le bambine
cadessero in preda al delirio

se toccate da sedicenti
fantasmi invisibili.

A complicare le cose,
molti dei membri della giuria

erano parenti degli accusatori,
il che comprometteva la loro obiettività.

Chi osava dire la propria,
come il giudice Nathanial Saltonstall,

risultava sospetto.

Entro la primavera del 1693,
furono imprigionate più di cento persone,

e giustiziate quattordici donne
e sei uomini.

Nel frattempo, le accuse cominciarono
a diffondersi alle comunità limitrofe,

oltre i confini di Salem, e colpirono
persino personalità di grande rilievo.

Quando fu sua moglie a venire accusata,

il governatore delle colonie
del Massachusetts sospese i processi.

Le condanne furono modificate,
i prigionieri liberati

e gli arresti cessarono.

Alcuni sostengono che le bambine
soffrissero di allucinazioni

causate da muffe

o da una malattia che provoca
edema cerebrale.

Ma, in sostanza, le ragioni
del loro comportamento rimangono ignote.

Sappiamo solo che gli adulti
consideravano prove schiaccianti

folli accuse provenienti da bambini.

Oggi il Processo alle streghe di Salem
rimane un monito

sui pericoli del pensiero di gruppo
e del capro espiatorio,

e sul potere che ha la paura
di manipolare la percezione umana.