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I segreti dell'oceano | Laurent Ballesta | TEDxMontpellier

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    Salve a tutti.
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    Dovrei parlare in inglese
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    visto che questa conferenza
    sarà vista in tutto il mondo,
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    ma io sono di qui, sono di Montpellier.
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    Quindi, continuerò in francese.
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    E tanto peggio per... mi dispiace.
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    Avrei piacere di condividere con voi
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    i segreti dell'oceano.
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    L'oceano...
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    quest'oceano che mi affascina,
    che ci affascina,
  • 0:35 - 0:37
    che ci affascina tanto quanto ci sfugge.
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    La biodiversità marina
    di cui tanto si parla
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    comprende 200.000 specie
    conosciute al giorno d'oggi,
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    tutte repertoriate con un nome latino.
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    In realtà ci sono ancora
    2 milioni di specie da scoprire.
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    Conosciamo solo il 10%
    di questa biodiversità.
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    L'oceano ci sfugge.
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    E lo sanno tutti, non c'è bisogno
    di essere specialisti.
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    Davanti alla sua immensità,
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    ce ne accorgiamo, ci sfugge.
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    Davanti alla sua impenetrabilità
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    capiamo che è al di là della nostra
    comprensione, che ci sfugge.
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    In realtà quest'oceano che ci affascina
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    tanto quanto ci sfugge,
    ci affascina proprio perché ci sfugge.
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    Ci nasconde delle cose così belle,
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    sono talmente tanti segreti
    dell'oceano che traboccano.
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    Ogni giorno scopriamo
    una specie nuova,
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    un pesce nuovo, ogni giorno.
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    Questo potenziale di bellezze
    marine è un campo vasto
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    che vale la pena scoprire.
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    Basta immergersi.
    Ovunque siamo,
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    ovunque c'è dell'acqua.
    Basta immergersi.
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    Per quanto mi riguarda,
    io ho cominciato nel mar Mediterraneo.
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    Sarebbe più giusto chiamarlo
    l'oceano Mediterraneo,
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    se si pensa alle sue immense profondità
    e alla complessità dei suoi rilievi.
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    La mia vocazione è nata
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    lungo le coste francesi.
    Non la Costa Azzurra, o la Corsica,
  • 2:11 - 2:13
    l'altra costa, la nostra,
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    quella meno apprezzata, a quanto pare.
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    È meno apprezzata
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    perché è lì che i fiumi
    si riversano per la maggior parte,
  • 2:21 - 2:25
    e non possiamo chiamarla
    Costa Azzurra, è ovvio.
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    La gente dice che il mare francese è
    torbido, sporco, persino agitato.
  • 2:30 - 2:33
    Io credo che sia come un tesoro,
  • 2:33 - 2:37
    cioè ricco e di difficile accesso.
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    E in questo mare, che molte persone
    considerano ripugnante,
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    ho trascorso la mia giovinezza,
    scoprendovi esseri davvero seducenti.
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    Pesci misteriosi,
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    ma che sembrano parlare
    una lingua a noi comprensibile.
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    Anche se alcune di queste creature,
    è vero, non sono tra le più affascinanti,
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    e anche se i luoghi dove mi immergevo
    non erano tra i più accoglienti,
  • 3:00 - 3:02
    mi andava bene lo stesso,
    mi andava bene lo stesso.
  • 3:02 - 3:05
    Avevo questa profonda convinzione
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    che, al contrario, queste acque torbide,
    queste frontiere inospitali
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    fossero il passaggio obbligato,
  • 3:10 - 3:11
    il passaggio obbligato
  • 3:11 - 3:14
    per degli incontri inediti e spettacolari
  • 3:14 - 3:17
    come quello con questo
    pesce gatto gigante, il siluro.
  • 3:17 - 3:20
    Credetemi, con un po' di immaginazione
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    ero il comandante Cousteau
    quando ero piccolo:
  • 3:22 - 3:25
    incontravo le mie cernie giganti,
  • 3:25 - 3:28
    e queste enormi carpe
    che erano lì ad aspettarmi.
  • 3:28 - 3:31
    Avevo persino il mio anaconda
    del posto,
  • 3:31 - 3:36
    questo predatore terrificante,
    questa natrice viperina di 40 cm,
  • 3:36 - 3:39
    l'unico serpente in Europa
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    a riprodursi esclusivamente
  • 3:42 - 3:45
    sotto l'acqua, avvolgendosi
    come una treccia vivente,
  • 3:46 - 3:48
    una treccia vivente e,
    soprattutto feconda.
  • 3:48 - 3:52
    Capii, quindi, che le cose belle
    sono ovunque, e capii soprattutto
  • 3:52 - 3:55
    che si trovano semplicemente
    nel modo in cui si vedono le cose,
  • 3:55 - 3:59
    e allora ho cominciato
    a guardare e a viaggiare.
  • 4:00 - 4:03
    Le anguille giardiniere,
    che sembrano montare a guardia.
  • 4:03 - 4:06
    Il granchio acrobatico
    sotto la banchisa del Polo Nord,
  • 4:06 - 4:10
    che trasporta la sua progenie
    sulle antenne,
  • 4:10 - 4:13
    è un animale strano, primitivo,
  • 4:13 - 4:16
    che, all'improvviso, sembra
    mettersi sull'attenti, e poi...
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    beh, la bellezza del gesto
    sancisce la bellezza delle cose.
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    La bellezza della solidarietà
    tra i pesci, o dei loro scontri.
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    Non lasciatevi ingannare,
    non si stanno scambiando delle carezze.
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    La bellezza del gesto perfetto,
  • 4:31 - 4:34
    come certe tecniche d'attacco,
  • 4:34 - 4:36
    frutto di una selezione spietata.
  • 4:37 - 4:40
    Un millesimo di secondo
    perché la manta del mare
  • 4:40 - 4:42
    colpisca la sua preda.
  • 4:43 - 4:46
    E, tuttavia, è un movimento troppo
    veloce per l'occhio nudo,
  • 4:46 - 4:49
    che costringe a scomporre la scena
    immagine per immagine.
  • 4:49 - 4:53
    Fu così che capii che per apprezzare
    la bellezza delle cose
  • 4:53 - 4:56
    a volte è necessario fermare il tempo,
  • 4:56 - 4:58
    congelarlo.
  • 4:58 - 5:00
    Come avrete capito, la mia ossessione
  • 5:01 - 5:05
    era stare il più vicino possibile
    al comportamento degli animali,
  • 5:05 - 5:08
    per capirli meglio.
    Ma è chiaro che mi sbagliavo.
  • 5:08 - 5:10
    Mi sbagliavo perché,
    come si fa, ad esempio,
  • 5:10 - 5:14
    a capire perché questo pesce apre
    in questo modo le sue pinne?
  • 5:14 - 5:18
    Per marcare il suo territorio.
    Ma quale territorio? Il suo nido, forse?
  • 5:18 - 5:21
    Era arrivato il momento di allontanarmi.
  • 5:21 - 5:24
    Per apprezzare la vita frenetica
    di questo piccolo pesce
  • 5:24 - 5:27
    bisogna avere una visione
    più completa della situazione.
  • 5:27 - 5:30
    Per me, è stata una rivelazione:
  • 5:30 - 5:33
    la bellezza delle cose grazie
    alla distanza dalle cose.
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    Così da poter comprendere
    la sconvolgente mancanza di un habitat
  • 5:38 - 5:41
    che colpisce questi
    piccoli pesci sovrappopolati.
  • 5:42 - 5:44
    Ossessionati
    dall'impenetrabilità dell'oceano
  • 5:44 - 5:46
    cerchiamo continuamente
  • 5:46 - 5:49
    di essere sempre più vicini,
    di avere un contatto fisico
  • 5:49 - 5:50
    con queste creature.
  • 5:50 - 5:55
    E finiamo per dimenticare l'essenziale,
    cioè il contesto, il loro universo,
  • 5:55 - 5:56
    la visione d'insieme.
  • 5:57 - 6:02
    Ma bisogna vedere le cose in grande,
    vedere la foresta che è dietro l'albero.
  • 6:02 - 6:05
    Bisogna vedere addirittura
    la montagna che è dietro l'albero.
  • 6:05 - 6:08
    L'abbiamo dimenticato, eppure è ovvio
  • 6:08 - 6:12
    che i paesaggi esistono
    sia sulla terra che in fondo al mare.
  • 6:13 - 6:16
    Queste sono le rioliti colonnari
    della riserva di Scandola, in Corsica.
  • 6:16 - 6:19
    Impossibili da abbracciare
    in un solo sguardo,
  • 6:19 - 6:22
    è possibile farlo solo grazie
    alle più recenti tecniche
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    della fotografia panoramica.
  • 6:25 - 6:28
    E quando una nuova bellezza appare
    diventa concreta.
  • 6:29 - 6:32
    La grandezza dei luoghi
    in confronto alla piccolezza dei sub,
  • 6:32 - 6:37
    un sub che vorrà andare sempre più
    in profondità, per vedere cosa c'è.
  • 6:37 - 6:38
    90 metri...
  • 6:38 - 6:40
    110 metri...
  • 6:40 - 6:41
    130 metri...
  • 6:42 - 6:43
    150 metri.
  • 6:43 - 6:46
    E durante queste esplorazioni
    sempre più profonde,
  • 6:46 - 6:50
    è stato molto facile incontrare
    delle nuove specie.
  • 6:51 - 6:53
    Perché ciò che è difficile
  • 6:53 - 6:57
    non è trovare l'animale,
    ma accedere al suo universo.
  • 6:57 - 7:01
    Tutte queste creature che ho fotografato
    per la prima volta dal vivo,
  • 7:01 - 7:03
    scendendo sempre più in profondità,
  • 7:04 - 7:08
    fino ad arrivare a questa foto,
    la più profonda, a 190 metri,
  • 7:08 - 7:10
    del piccolo corallo giallo
    del Mediterraneo.
  • 7:11 - 7:14
    Ma tutte queste scoperte,
    tutte queste creature affascinanti,
  • 7:14 - 7:15
    impallidiscono
  • 7:15 - 7:20
    se paragonate all'incontro
    con il celacanto,
  • 7:20 - 7:24
    considerato oggi la più grande
    scoperta zoologica del 20° secolo.
  • 7:24 - 7:30
    Una creatura che si credeva
    estinta all'epoca dei dinosauri,
  • 7:30 - 7:34
    il pesce da cui discendono i batraci
    e poi i rettili, i mammiferi,
  • 7:34 - 7:36
    e l'uomo stesso, in fin dei conti.
  • 7:37 - 7:41
    Scoprire che fosse ancora vivo nel 1938
  • 7:42 - 7:44
    fu una rivoluzione scientifica,
  • 7:44 - 7:48
    ma nessuno si era mai
    immerso con questo pesce
  • 7:49 - 7:52
    fino al 2000, 60 anni più tardi,
  • 7:52 - 7:55
    quando il sudafricano
    Peter Timm scoprì un sito
  • 7:56 - 7:58
    nel canale del Mozambico,
  • 7:58 - 8:00
    a largo della baia di Sodwana,
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    lungo la costa est dell'Africa.
  • 8:03 - 8:06
    Una costa molto pericolosa,
    dove non c'è nulla di semplice
  • 8:06 - 8:11
    quando si decide di immergersi,
    dove due sub erano già morti
  • 8:11 - 8:15
    provando quest'immersione
    10 anni prima
  • 8:15 - 8:17
    e dove, personalmente,
    ho aspettato 10 anni
  • 8:17 - 8:20
    per sentirmi, io,
    come la mia squadra, pronto.
  • 8:21 - 8:24
    Non solo pronto ad immergermi,
  • 8:25 - 8:28
    ma pronto a lavorare a quelle profondità.
  • 8:30 - 8:35
    10 anni a fantasticare,
    a sognare, a fare progetti,
  • 8:35 - 8:36
    ad allenarsi...
  • 8:37 - 8:41
    e il paradosso: un minuto e trenta
    per realizzare questo sogno,
  • 8:41 - 8:45
    un minuto e trenta per passare
    dalla superficie dell'oceano
  • 8:45 - 8:48
    a 120 metri di profondità.
  • 8:48 - 8:50
    Primo giorno,
  • 8:51 - 8:55
    prima immersione, primi secondi
    sul fondo. Gombessa, il celacanto, era lì,
  • 8:55 - 9:00
    a dimostrare, ancora, che la cosa
    più difficile non è trovare l'animale,
  • 9:00 - 9:02
    ma accedere al suo universo.
  • 9:03 - 9:05
    E che universo! Un altro pianeta!
  • 9:05 - 9:07
    E che animale!
  • 9:07 - 9:10
    Due metri, 100 chili!
  • 9:10 - 9:14
    Era lì, come se ci stesse aspettando,
    dopo 65 milioni anni,
  • 9:14 - 9:17
    lungo le pareti
    del suo canyon sottomarino.
  • 9:18 - 9:21
    E che gioia quando la contemplazione
    è raddoppiata
  • 9:21 - 9:24
    dal privilegio di esserne
    i primi testimoni.
  • 9:27 - 9:29
    Noi lo contemplavamo,
  • 9:29 - 9:31
    e lui dormiva.
  • 9:32 - 9:34
    O, almeno, si riposava
    dopo la sua vita notturna,
  • 9:34 - 9:37
    spesso anche in piccoli gruppi
    al riparo di queste grotte.
  • 9:37 - 9:39
    Era quindi facile avvicinarlo,
  • 9:39 - 9:41
    essere sempre più vicini
  • 9:43 - 9:47
    e osservare attentamente tutti i dettagli
    della sua affascinante anatomia.
  • 9:48 - 9:51
    Le sue enormi squame spesse
    e spinose che lo proteggevano
  • 9:51 - 9:54
    dai dinosauri e dagli squali
    giganti di quei tempi.
  • 9:55 - 9:59
    Le sue pinne pettorali, all'interno
    delle quali si può trovare l'origine
  • 9:59 - 10:00
    delle nostre braccia,
    delle nostre gambe,
  • 10:00 - 10:04
    o la sua pinna ventrale,
    all'interno della quale si può trovare
  • 10:04 - 10:06
    l'origine della nostra tibia
    e del nostro femore.
  • 10:07 - 10:09
    La sua pinna caudale a tre lobi
  • 10:09 - 10:11
    che... non è l'origine di niente.
  • 10:12 - 10:14
    Il suo enorme occhio verde,
  • 10:15 - 10:18
    con un organo interno
    capace di amplificare la luce.
  • 10:18 - 10:21
    Per averne prova,
    allontaniamoci un poco,
  • 10:21 - 10:25
    e guardate come il suo occhio riflette
    la luce anche se illuminato da lontano.
  • 10:25 - 10:26
    Guardate.
  • 10:27 - 10:30
    Ma noi non eravamo lì per guardare,
    eravamo lì per studiarlo.
  • 10:30 - 10:31
    E questo...
  • 10:31 - 10:33
    questo rende il piacere più forte.
  • 10:33 - 10:36
    Dopo esserci abbandonati
    alla contemplazione,
  • 10:36 - 10:37
    dobbiamo aspirare alla comprensione.
  • 10:37 - 10:42
    E questo grazie al materiale concepito
    esclusivamente per l'occasione,
  • 10:42 - 10:47
    per creare un modello 3D dei movimenti di queste pinne famosissime,
  • 10:47 - 10:49
    grazie all'uso di due
    telecamere sincronizzate.
  • 10:50 - 10:52
    A 120 metri di profondità,
    una sfida per i sub,
  • 10:52 - 10:56
    abbiamo dovuto far attraversare
    al celacanto il fuoco incrociato
  • 10:56 - 10:57
    di due raggi laser,
  • 10:58 - 11:02
    e registrare tutti i suoi movimenti,
    tutti i suoi spostamenti
  • 11:02 - 11:04
    perché lo scopo finale
  • 11:04 - 11:08
    era comprendere la costituzione
    delle ossa delle sue pinne,
  • 11:08 - 11:12
    che non sono altro che l'antesignano
    di braccia e gambe umane.
  • 11:15 - 11:17
    Quest'avventura
    era la nostra quotidianità.
  • 11:18 - 11:20
    Immergersi tutti i giorni
  • 11:20 - 11:22
    in questi profondi canyon.
  • 11:22 - 11:24
    Un piacere inebriante,
  • 11:24 - 11:27
    quello di vedere un mondo
    del tutto sconosciuto
  • 11:27 - 11:30
    trasformarsi e diventare ogni giorno
    di più, un mondo conosciuto.
  • 11:31 - 11:34
    Quest'universo crepuscolare,
    in cui la luce è così fievole,
  • 11:35 - 11:37
    ma la visibilità così grande,
  • 11:37 - 11:39
    è il luogo dove
    dovevamo andare tutti i giorni
  • 11:39 - 11:42
    per trovare Gombessa,
    la diva Gombessa.
  • 11:42 - 11:44
    Perché, da vera star,
  • 11:44 - 11:48
    concede spettacoli di breve durata,
  • 11:48 - 11:53
    e bisogna andarsene velocemente
    lungo delle risalite infinite.
  • 11:54 - 11:58
    Pochi minuti sul fondale contro ore
    di risalita. La decompressione è lunga:
  • 11:58 - 12:01
    fino a 5 ore di ascesa
    verso la superficie,
  • 12:01 - 12:03
    andando alla deriva per più di 10 km
  • 12:03 - 12:05
    nel grande deserto blu.
  • 12:06 - 12:07
    Il colmo
  • 12:09 - 12:12
    è che non ci trovavamo
    a 6 metri dalla superficie.
  • 12:13 - 12:14
    In realtà eravamo
  • 12:14 - 12:16
    a tre ore dalla superficie.
  • 12:17 - 12:19
    Ciononostante, giorno dopo giorno,
  • 12:20 - 12:21
    abbiamo...
  • 12:21 - 12:23
    ci siamo abituati,
  • 12:23 - 12:25
    abbiamo cominciato ad apprezzare
  • 12:26 - 12:28
    questi momenti di risalita,
  • 12:29 - 12:32
    trovandoci una sorta di pace interiore.
    E raggiunta questa pace interiore
  • 12:32 - 12:33
    ci siamo resi conto
  • 12:33 - 12:37
    che c'erano delle cose all'esterno,
    che il deserto non era tale.
  • 12:37 - 12:39
    Era pieno di minuscole creature
  • 12:39 - 12:41
    che si spostavano con noi
    durante tutte quelle ore.
  • 12:41 - 12:44
    Quando dico "minuscole"
    intendo davvero minuscole.
  • 12:45 - 12:48
    Mi ricordo che un giorno
    stavo guardando un film
  • 12:48 - 12:51
    sul mio tablet impermeabile
    per ammazzare il tempo.
  • 12:51 - 12:56
    A essere sinceri, stavo guardando
    "Avatar", di James Cameron,
  • 12:57 - 13:00
    e vedevo quelle creature fantascientifiche
  • 13:00 - 13:02
    attorno a me, ma reali.
  • 13:03 - 13:06
    Alcune ancora più sbalorditive
    di quelle nel film,
  • 13:07 - 13:10
    altre semplicemente curiose,
    che si avvicinavano a noi,
  • 13:10 - 13:12
    che ci offrivano un po' di pausa.
  • 13:12 - 13:16
    Era come uno svago durante
    quelle ore lunghe e noiose
  • 13:16 - 13:17
    di decompressione.
  • 13:18 - 13:22
    Erano tantissime. Molti di questi piccini
    si riunivano così attorno a noi.
  • 13:22 - 13:25
    Il problema è che
    quando si attirano i piccoli,
  • 13:25 - 13:27
    è questione di tempo
    prima che arrivino i grandi.
  • 13:27 - 13:29
    Sempre più vicini,
  • 13:29 - 13:33
    sempre più curiosi durante
    queste ore interminabili
  • 13:33 - 13:35
    in cui è assolutamente impossibile
  • 13:35 - 13:37
    uscire dall'acqua.
  • 13:37 - 13:39
    C'erano finalmente tutti gli ingredienti,
  • 13:40 - 13:43
    tutti gli ingredienti
    di quest'avventura e,
  • 13:44 - 13:46
    lo dico senza alcuna modestia,
  • 13:46 - 13:49
    credo avessimo la stoffa degli eroi.
  • 13:50 - 13:51
    Almeno prima dell'immersione,
  • 13:51 - 13:54
    perché, dopo l'immersione
    è molto meno glorificante.
  • 13:55 - 13:58
    Ovviamente le immersioni erano
    molto, molto lunghe,
  • 13:58 - 14:00
    e anche molto stressanti.
  • 14:00 - 14:04
    L'atmosfera era molto pesante,
    come il nostro equipaggiamento.
  • 14:04 - 14:07
    È difficile sorridere nelle foto
    prima di un'immersione.
  • 14:07 - 14:09
    La pressione era molto forte per noi,
  • 14:09 - 14:12
    e forse ancora di più
    per il nostro equipaggiamento,
  • 14:13 - 14:15
    ma non ci siamo mai pentiti,
  • 14:16 - 14:19
    perché sapevamo perché lo facevamo.
  • 14:19 - 14:22
    Per un incontro mitico,
    per un faccia a faccia
  • 14:23 - 14:26
    indimenticabile
    con una leggenda vivente.
  • 14:27 - 14:29
    Gombessa, il celacanto, non era curioso.
  • 14:29 - 14:31
    Non era neanche timido.
  • 14:31 - 14:35
    La nostra presenza gli era
    indifferente, viveva la sua vita,
  • 14:35 - 14:37
    e noi lo guardavamo mentre la viveva.
  • 14:38 - 14:41
    Sì, era davvero indifferente
    alla nostra presenza,
  • 14:41 - 14:44
    tranne, forse, l'ultimo giorno.
    Credo mi abbia sorriso.
  • 14:46 - 14:50
    Ma c'era qualcosa
    di ancora più affascinante
  • 14:50 - 14:54
    del celacanto stesso:
    il suo universo, il suo ecosistema.
  • 14:55 - 14:58
    Anche se da lontano
    può sembrare minerale, lunare,
  • 14:59 - 15:02
    in realtà queste tenebre
    sono piene di vita,
  • 15:02 - 15:05
    una vita che nessun sub
    aveva mai descritto,
  • 15:07 - 15:11
    in un ecosistema crepuscolare
    colpito dalla luce del sole
  • 15:11 - 15:14
    per meno dell'1%.
    Meno dell'1% di luce solare,
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    eppure, credetemi,
  • 15:16 - 15:18
    questo mondo di penombra
    ci ha abbagliati.
  • 15:19 - 15:23
    Pesci incredibili come il pesce ananas.
  • 15:23 - 15:26
    Rari, è vero, ma soprattutto
    mai osservati
  • 15:26 - 15:29
    quando si raggruppano tutti insieme.
  • 15:30 - 15:33
    O questo pesce barbiere,
    mai fotografato prima,
  • 15:33 - 15:35
    tanto bello quanto misterioso.
  • 15:35 - 15:37
    Perché tutti questi colori
  • 15:37 - 15:40
    se sono invisibili,
    in un mondo blu e nero?
  • 15:41 - 15:44
    E, ancora più sbalorditivo,
    tantissimi pesci
  • 15:44 - 15:46
    fino ad allora sconosciuti,
  • 15:46 - 15:49
    come questo pesce foglia,
  • 15:49 - 15:53
    o questo pesce scorpione dalle lunghe
    escrescenze, nuovo per la scienza,
  • 15:53 - 15:55
    senza neanche un nome latino.
  • 15:56 - 16:00
    Durante le tappe di decompressione,
    alla fine delle immersioni,
  • 16:00 - 16:04
    facevamo altre scoperte,
    come questi pesci minuscoli,
  • 16:04 - 16:07
    ancora una volta,
    davvero minuscoli,
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    che altro non erano
    che la prima immagine
  • 16:12 - 16:14
    della larva del pesce ananas,
  • 16:14 - 16:19
    di cui avevamo visto i genitori
    120 metri più sotto,
  • 16:19 - 16:20
    nella casa del celacanto.
  • 16:22 - 16:24
    Possiamo prevedere tutti questi incontri?
  • 16:24 - 16:25
    Ovvio che no!
  • 16:25 - 16:28
    Ed è questo il bello.
  • 16:28 - 16:31
    E, anzi, poco importa,
    perché se avessi cercato
  • 16:31 - 16:34
    il celacanto calcolando
    le probabilità di riuscita,
  • 16:34 - 16:36
    non saremmo mai partiti.
  • 16:37 - 16:40
    Fortunatamente, non mi interessa
    che le cose siano possibili.
  • 16:40 - 16:42
    Mi interessa solo che siano belle.
  • 16:44 - 16:47
    E quest'incontro sarà
    per sempre il più bello.
  • 16:48 - 16:50
    Non per il celacanto,
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    ma perché ha aperto una porta.
  • 16:56 - 16:59
    Il celacanto ha portato alla luce
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    un mondo crepuscolare.
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    La sua ricerca ci ha permesso
    di capire che non c'era solo
  • 17:04 - 17:06
    un semplice animale,
    per quanto mitico,
  • 17:06 - 17:09
    ma un intero ecosistema da esplorare.
  • 17:11 - 17:12
    E io so già
  • 17:13 - 17:16
    che ci torneremo
    e poi ci torneremo ancora,
  • 17:17 - 17:19
    noi e poi altri dopo di noi,
  • 17:19 - 17:22
    su e giù
    per queste valli profonde
  • 17:23 - 17:25
    perché ci sono talmente
    tante cose da vedere.
  • 17:25 - 17:27
    Nell'epoca in cui tutto
    è cartografato,
  • 17:27 - 17:30
    nell'epoca delle visite virtuali,
  • 17:31 - 17:35
    in cui si può visitare qualunque
    museo al mondo, non importa dove sia,
  • 17:35 - 17:38
    in qualsiasi angolo del mondo,
    senza doversi spostare...
  • 17:39 - 17:43
    Nell'epoca di Google Maps,
    Google Street,
  • 17:43 - 17:48
    è confortante sapere
    che ci sono ancora dei luoghi
  • 17:49 - 17:51
    impenetrabili alle onde,
  • 17:52 - 17:54
    dei luoghi che resteranno per sempre,
  • 17:54 - 17:57
    che sono ancora, quantomeno,
  • 17:57 - 18:00
    inaccessibili ai satelliti e ai droni,
  • 18:00 - 18:05
    e che saranno mai rimpiazzati
    dalla perfezione dell'occhio umano.
  • 18:07 - 18:11
    Per concludere, spero davvero
  • 18:11 - 18:15
    che quest'ultimo
    continente selvaggio, che l'oceano
  • 18:16 - 18:19
    possa affascinarci e, soprattutto,
    sfuggirci ancora a lungo,
  • 18:19 - 18:21
    perché, ne sono certo,
  • 18:22 - 18:26
    ancora più appagante
    della contemplazione,
  • 18:26 - 18:27
    è l'esplorazione.
  • 18:28 - 18:32
    E che chiunque faccia quest'esperienza,
    che sia a 120 metri di profondità
  • 18:33 - 18:37
    con i celacanti, o nello stagno
    con le papere dietro casa vostra.
  • 18:38 - 18:39
    Ecco, questo è il mio messaggio.
  • 18:40 - 18:43
    Grazie.
    (Applausi)
Title:
I segreti dell'oceano | Laurent Ballesta | TEDxMontpellier
Description:

Questo è un talk di un evento TEDx locale, prodotto indipendentemente dalle Conferenze TED.
Immergetevi nei mari più profondi del pianeta accompagnati dall'appassionato biologo che ha scoperto il celacanto, un pesce preistorico testimone della forma di vita più antica che esista ancora sulla Terra.

Delle immagini stupefacenti al servizio di un messaggio pieno di buon senso.

Laurent Ballesta è un biologo marino francese, subacqueo di professione e fotografo sottomarino rinomato, il più giovane vincitore della Palma d'Oro al Festival mondiale di film sottomarini, di cui è stato insignito tre volte.

Immergendosi in un circuito chiuso durante delle lunghe immersioni, Ballesta è stato il primo a catturare, nel suo ecosistema naturale, le immagini del celacanto, "il più vecchio pesce al mondo", il nostro antenato. Ballesta l'ha studiato con l'aiuto del Museo di Storia Naturale francese durante una spedizione partita nel 2013 per la costa sud-africana.

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Video Language:
French
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
18:47

Italian subtitles

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