-
I più grandi maestri spirituali del mondo
dall'antchità ai tempi moderni hanno condiviso
-
la visione che la verità più profonda del nostro essere
non è proprietà di una
-
particolare religione o tradizione spirituale
ma che può essere trovata all'interno
-
del cuore di ogni persona.
-
Il poeta Rumi disse: "dov'è quella luna
che non sorge mai o non tramonta mai?
-
Dov'è quell'anima che non è né con noi né senza di noi?
Non dire che è qui o là.
-
Tutta la creazione è "Quello", ma per gli occhi
che possono vedere".
-
Nella storia della Torre di Babele
l'umanità è frammentata in innumerevoli
-
lingue, credenze, culture e interessi.
-
Babele significa letteralmente "la porta di Dio".
-
Quella porta è la nostra mente pensante - la nostra
struttura di condizionamento.
-
Per coloro che giungono a scoprire la loro vera natura, la loro essenza oltre ogni nome e forma,
-
vengono iniziati nel grande mistero di cosa
si cela oltre quella porta.
-
Un'antica parabola, la parabola degli elefanti,
è stata utilizzata per descrivere
-
come varie tradizioni in realtà puntino tutte a
un'unica grande verità.
-
Un gruppo di ciechi sta ciascuno toccando una parte diversa di un elefante,
-
ricevendo così una certa impressione di cosa sia un elefante.
-
La persona che sta in piedi vicino alla gamba dell'elefante lo descrive come un albero.
-
La persona accanto
alla coda dice che l'elefante è come una corda.
-
L'elefante è come una lancia, dice
quello in piedi sulla proboscide.
-
Se un altro tocca l'orecchio, sembra che l'elefante
sia come un ventaglio.
-
La persona che tocca il lato dell'animale è convinto
che sia come un muro.
-
Il problema è che tocchiamo il nostro pezzo di elefante e crediamo che la nostra esperienza sia l'unica verità.
-
Non riconosciamo o apprezziamo che l'esperienza di ciascuno
-
è una diversa sfaccettatura dello
stesso animale.
-
La Filosofia Perenne è la comprensione che tutte le
tradizioni
-
religiose e spirituali condividono un'unica verità universale.
-
Una realtà mistica o trascendente sul cui fondamento
-
tutte le conoscenze spirituali e le dottrine sono cresciute.
-
Swami Vivekananda ha riassunto l'insegnamento perenne affermando:
-
"il fine di tutte le religioni è il realizzare Dio nell'anima. Questa è l'unica religione universale".
-
In questo film quando usiamo la
parola Dio è semplicemente una metafora
-
per il trascendente, indicando il grande
mistero oltre la mente limitante dell'Ego.
-
Realizzare il proprio vero Sé o il Sé immanente
significa realizzare la propria natura divina.
-
Ogni anima ha il potenziale di manifestare un più alto livello di coscienza.
-
Per risvegliarsi dal proprio sonno e dall'identificazione
con la propria forma.
-
Lo scrittore e visionario Aldous Huxley,
noto per il suo libro "Brave New World",
-
scrisse anche un libro intitolato "The
Filosofia perenne",
-
in cui scrive riguardo all'unico insegnamento che si ripete più e più volte nel corso della storia,
-
prendendo la forma della cultura in cui si realizza.
Scrive: "La filosofia perenne è
-
espressa in sintesi nella formula sanscrita:
"Tat Tvam Asi"; "Ciò che sei".
-
L'Atman o il Sé eterno e immanente è
un tutt'uno con Brahman, il principio assoluto
-
di tutta l'esistenza, e il fine ultimo di ogni essere umano è di scoprire questa verità per se stesso.
-
Di scoprire chi siamo veramente.
-
Ogni tradizione è come una faccia di un gioiello che riflette la propria prospettiva
-
della stessa verità, riecheggiando e illuminandosi allo stesso tempo le une con le altre.
-
Qualunque sia la lingua e la struttura concettuale utilizzata, tutte le religioni
-
che riflettono l'insegnamento perenne hanno la credenza che esiste
-
un'unione con qualcosa di più grande,
qualcosa al di là di noi.
-
È possibile imparare e
integrare gli insegnamenti da una o più fonti
-
senza però identificare queste ultime con il proprio Sé.
-
Si dice che tutti i veri insegnamenti spirituali sono semplicemente dita indicanti la verità trascendente.
-
Se noi ci aggrappiamo al dogma dell'insegnamento per
comodità, saremo limitati
-
nella nostra evoluzione spirituale. Per realizzare la verità
al di là di ogni concetto bisogna lasciar
-
andare tutti gli attaccamenti, lasciar andare
tutti i concetti religiosi.
-
Dalla prospettiva dell'Ego, il dito che ti sta
indicando Samadhi
-
sta indicando dritto verso l'abisso.
-
San Giovanni della Croce disse: "Se uno
volesse essere sicuro della strada che percorre,
-
dovrebbe chiudere gli occhi e camminare al buio."
-
Samadhi inizia con un salto nell'ignoto.
-
Nelle antiche tradizioni, per
realizzare Samadhi, si diceva che, alla fine,
-
si dovrebbe allontanare la consapevolezza da tutti gli oggetti conosciuti;
-
da tutti i fenomeni esterni, pensieri di condizionamento e sensazioni, verso la consapevolezza stessa.
-
Verso la fonte interiore; il cuore o
essenza del proprio essere.
-
In questo film quando usiamo la parola Samadhi vogliamo indicare il mondo trascendente.
-
Al Samadhi più elevato, che è chiamato Nirvikalpa
Samadhi.
-
Nel Nirvikalpa Samadhi l'attività del proprio
Sè si interrompe,
-
senza più un cercare e fare.
-
Possiamo solo parlare di ciò che svanisce mentre ci avviciniamo
-
e riappare quando ci distanziamo da esso.
-
Non c'è né percezione né non-percezione,
-
né "cosa" né "nessuna cosa",
-
né consapevolezza né inconsapevolezza.
-
È incondizionato, insondabile e imperscrutabile per la mente.
-
Quando il Sé ricomincia la sua attività
c'è un "non-sapere";
-
una specie di rinascita, e tutto ricomincia da capo.
-
Ci rimane il profumo del divino,
-
che persiste più a lungo mano a mano che progrediamo nel sentiero della vita.
-
Esistono numerose tipologie di Samadhi
descritte nelle antiche tradizioni
-
e le lingue hanno creato molta confusione nel corso degli anni.
-
Stiamo scegliendo di usare la parola Samadhi per indicare l'unione del trascendente,
-
ma potremmo utilizzare altrettanto facilmente una parola derivata da un'altra tradizione.
-
Samadhi è un antico termine Sanscrito
-
comune alla tradizione dei Veda e dei Samkhya dell'India,
-
e ha permeato molte altre tradizioni spirituali.
-
Samadhi è l'ottava parte delle otto parti dello yoga Patanjali
-
e l'ottava parte del Nobile Ottuplice Sentiero del Buddha.
-
Buddha usò la parola "Nirvana",
-
la cessazione di "vana" o la cessazione
dell'attività del Sè.
-
Patanjali ha descritto lo Yoga, o Samadhi, come
"chitta vritti nirodha"
-
che in Sanscrito significa "cessazione del vortice o
spirale della mente".
-
È una liberazione di coscienza da tutto il "Matrix" o
"Creatore della Mente".
-
Samadhi non è alcun concetto perché per realizzarlo
-
bisogna abbandonare la mente concettuale.
-
Diverse religioni hanno usato varie
parole per descrivere l'unione divina.
-
Di fatto, la parola "religione" stessa significa
qualcosa di simile.
-
In latino "religare" significa re-legare o ricollegare.
-
È un significato simile alla parola "Yoga" che significa "unire" il mondo terreno con il trascendente.
-
In Islam è il riflesso nell'antico significato arabo
della parola "Islam" stessa
-
che significa sottomissione o supplica a Dio.
-
Esso vuole significare una totale e umile resa del Sè.
-
I mistici cristiani come San Francesco d'Assisi
-
Santa Teresa d'Avila
-
e San Giovanni della Croce, descrivono un'unione divina con Dio,
-
il regno di Dio interiore.
-
Nel Vangelo di Tommaso, Cristo disse:
-
"il regno di Dio non è qui o là.
-
Piuttosto il regno del Padre è diffuso su tutta la terra e gli uomini non riescono a vederlo".
-
Le opere dei filosofi greci Platone, Plotino, Parmenide, ed Eraclito
-
quando visti attraverso la lente dell'insegnamento perenne rivelano la medesima saggezza.
-
Plotino insegna che il più grande sforzo umano
è quello di
-
guidare l'anima umana verso il supremo
stato di perfezione e unione
-
con il Tutto.
-
Lo sciamano e sant'uomo Lakota,
Nero Elk ha detto:
-
"La prima pace, che è la più importante, è quella che giunge all'interno delle anime degli uomini
-
quando si rendono conto del legame, della loro unità,
con l'universo e tutti i suoi poteri.
-
E quando si rendono conto che al centro dell'Universo abita il Grande Spirito
-
e che questo Centro è davvero ovunque.
-
Esso è dentro ognuno di noi.
-
Sulla via del risveglio, a meno che non siamo
in Samadhi,
-
ci saranno sempre due polarità, due porte da cui si può entrare.
-
Due dimensioni: una verso la coscienza pura, l'altra
verso il mondo empirico.
-
La parte che va verso l'alto si dirige verso l'assoluto, quella verso il basso in direzione di Maya
-
e tutto ciò in cui si manifesta, sia visibile sia non visibile.
-
La relazione tra relativo e assoluto potrebbe essere riassunta nella seguente citazione
-
di Sri Nisargadatta Maharaj:
-
"La saggezza è sapere che io non sono niente,
-
l'amore è sapere che io sono tutto,
-
e tra i due la mia vita si muove".
-
Ciò che sorge da questa unione è una nuova coscienza divina.
-
Qualcosa è nato fuori dall'unione di queste polarità,
-
o dal collasso dell'identificazione con il dualismo,
-
eppure ciò che nasce non è una cosa e non è mai nata.
-
La coscienza fiorisce creando qualcosa di nuovo,
-
creando ciò che si potrebbe chiamare la "Trinità Perenne".
-
Dio Padre, il trascendente, inconoscibile e immutabile,
-
è unito alla Divinità Femminile,
-
che è tutto ciò che cambia.
-
Questa unione determina una trasformazione alchemica;
-
un tipo di morte e rinascita.
-
Nell'insegnamento dei Veda l'unione divina
è rappresentata da due forze fondamentali,
-
Shiva e Shakti.
-
I nomi e le facce delle varie divinità cambiano nel corso della storia
-
ma le loro caratteristiche fondamentali rimangono.
-
Ciò che è nato da questa unione è una nuova coscienza divina,
-
un nuovo modo di stare al mondo.
-
Due polarità inseparabilmente Uno.
-
Un'energia universale che è senza un centro,
senza limiti.
-
È puro amore.
-
Non c'è niente da guadagnare o perdere
-
perché è completamente vuoto ma
assolutamente pieno.
-
Che si tratti delle misteriose scuole della Mesopotamia,
-
le tradizioni spirituali dei Babilonesi e Assiri,
-
le religioni dell'antico Egitto, le culture Nubiane e Kemetiche dell'antichità africana,
-
le tradizioni indigene e sciamaniche di tutto il mondo,
-
il misticismo dell'antica Grecia,
-
gli Gnostici
-
i "Non-dualisti"
-
i Buddisti
-
Taoisti
-
Ebrei
-
Zoroastriani
-
Giainisti
-
Musulmani
-
o i Cristiani
-
si scopre che ciò che li accomuna maggiormente
-
sono le loro intuizioni spirituali più elevate
-
che hanno permesso ai loro discepoli di realizzare Samadhi.
-
Il vero significato della parola Samadhi è pressappoco: "realizzare l'identicità o l'unità in tutte le cose".
-
Significa Unione.
-
Nel fatto di unire tutti gli aspetti di te stesso.
-
Ma non confondere la comprensione dell'intelletto con la vera realizzazione di Samadhi.
-
È la tua quiete, il tuo vuoto che unisce tutti i livelli della spirale della vita.
-
È attraverso l'antico insegnamento di
Samadhi che l'umanità può iniziare
-
a capire la fonte comune di tutte le
religioni e allinearsi ancora una volta
-
con la spirale della vita, il Grande Spirito, Dharma o Tao.
-
La spirale è il ponte che si espande
dal microcosmo al macrocosmo.
-
Dal tuo DNA all'energia del tuo Lotus interiore che si espande attraverso i chakra,
-
fino alle braccia a spirale delle galassie.
-
Ogni livello dell'anima si manifesta attaverso la spirale come rami in continua evoluzione,
-
che vivono e si muovono.
-
Il vero Samadhi è realizzare il vuoto di tutti i livelli del Sé.
-
Tutti gli strati dell'anima.
-
La spirale è l'infinito gioco di dualità nel ciclo della vita e della morte.
-
A volte dimentichiamo la nostra connessione con la fonte.
-
La lente attraverso cui osserviamo è molto piccola
-
e ci convinciamo di essere una creatura limitata che striscia sulla Terra,
-
solo per completare ancora una volta il viaggio di ritorno verso la fonte;
-
il ritorno al centro che è ovunque.
-
Chuang Tzu disse: "Quando non c'è più
separazione tra questo e quello,
-
quello è chiamato il punto fermo del Tao.
-
Al punto fermo nel centro della spirale si può vedere l'infinito in tutte le cose".
-
L'antico mantra "Om Mani Padme Hum" ha un significato poetico.
-
Si risveglia o si realizza il gioiello all'interno del loto.
-
La tua vera natura si risveglia nell'anima,
-
nel mondo COME il mondo.
-
Usando il principio ermetico: "Come sopra così
sotto, come sotto così sopra"
-
possiamo usare analogie per iniziare a capire la
relazione tra mente e quiete,
-
relativo e assoluto.
-
Un modo per iniziare a cogliere
la natura non concettuale di Samadhi
-
è utilizzare l'analogia del buco nero.
-
Un buco nero è tradizionalmente descritto
come una regione dello spazio con un enorme
-
campo gravitazionale così potente che nessuna luce o materia possono sfuggire.
-
Nuove teorie postulano che tutti gli oggetti, dalle particelle microscopiche più sottili
-
alle formazioni macrocosmiche quali le galassie,
possiedono un buco nero
-
o una misteriosa singolarità al loro centro.
-
In questa analogia useremo questa nuova definizione di buco nero quale: "il centro che è dappertutto".
-
Nello Zen ci sono molte poesie e koan che ci portano faccia a faccia con "la porta senza porta".
-
Bisogna attraversare "la porta senza porta" per realizzare Samadhi.
-
Un "orizzonte degli eventi" è un limite nello spazio-tempo oltre il quale gli eventi non possono
-
influenzare un osservatore esterno; il che significa che qualunque cosa stia accadendo al di là
-
"dell'orizzonte degli eventi" è inconoscibile per te.
-
Si potrebbe affermare che "l'orizzonte degli eventi" di un buco nero è analogo alla "porta senza porta".
-
È la soglia tra il Sé e il non-Sé.
-
Non c'è un "me" che passa "l'orizzonte degli eventi".
-
Nel centro di un buco nero è presente una singolarità unidimensionale contenente
-
la massa di miliardi di Soli in uno
spazio inimmaginabilmente piccolo.
-
Di fatto una massa infinita.
-
Letteralmente un Universo in qualcosa di infinitamente più piccolo di un granello di sabbia.
-
La singolarità è qualcosa di incomprensibile oltre il tempo e lo spazio.
-
Secondo la Fisica il movimento è
impossibile, l'esistenza delle cose è impossibile.
-
Qualsiasi cosa sia, non appartiene al mondo della percezione,
-
eppure non può essere
descritta come semplice "quiete".
-
È al di là di immobilità e movimento.
-
Quando ti rendi conto del centro che è ovunque e da nessuna parte,
-
si supera la dualità
-
forma e vuoto
-
tempo e senza-tempo.
-
Si potrebbe chiamarla un'immobilità dinamica o
un vuoto colmo,
-
all'interno di un centro di oscurità assoluta.
-
Il maestro taoista Lao Tse ha detto:
-
"L'oscurità nell'oscurità è la porta d'accesso di
tutta la comprensione".
-
Lo scrittore e mitologo comparativo
Joseph Campbell descrive un simbolo ricorrente,
-
parte della filosofia perenne che lui chiama "l'Asse Mundi";
-
il punto centrale o la montagna più alta.
-
Il palo attorno al quale tutto ruota.
-
Il punto dove immobilità e movimento stanno assieme.
-
Da questo Centro appare un imponente
albero in fiore.
-
L'albero della Bodhi che unisce tutti i mondi.
-
Proprio come un Sole risucchiato in un buco nero,
-
quando ti avvicini alla grande realtà, la tua vita
inizia a ruotare intorno a esso
-
e tu inizi a sparire.
-
Appena ti avvicini al tuo vero Sé, questa esperienza può
rivelarsi terrificante per il tuo Ego.
-
I guardiani della porta sono lì per testare coloro che si avventurano nel loro percorso.
-
Si deve essere disposti ad affrontare le proprie
paure più grandi
-
e allo stesso tempo accettare il proprio potere innato.
-
Per portare luce alle paure terrificanti inconscie
-
e alla bellezza interiore nascosta.
-
Se la tua mente non si discosta, se non c'è una reazione del Sè,
-
allora tutti i fenomeni prodotti dall'inconscio emergono e se ne vanno.
-
Questo è il momento nel viaggio spirituale
dove la fede è maggiormente necessaria.
-
Cosa vogliamo dire con "fede"?
-
"Fede" non è la stessa cosa di "credenza".
-
Il credo sta accettando qualcosa a livello della mente per portare conforto e sicurezza.
-
Il credo è la via della mente per etichettare o controllare l'esperienza.
-
La fede in realtà è il contrario.
-
La fede è stare nel completo non-sapere, accettando qualunque cosa provenga dall'inconscio.
-
La fede è arrendersi alla spinta della singolarità,
-
verso la dissoluzione o smantellamento del Sé
per poter passare "la porta senza porta".
-
L'evoluzione e la struttura di una galassia è strettamente legata al suo buco nero in termini di scala
-
proprio come la tua evoluzione è
legata alla presenza del tuo vero Sè,
-
la singolarità che è la tua vera natura.
-
Non possiamo vedere il buco nero, ma possiamo
sapere che c'è dal modo in cui le cose
-
si muovono intorno ad esso, da come interagiscono con la realtà fisica.
-
Allo stesso modo noi non possiamo vedere la nostra vera natura.
-
Il vero Sé non è una cosa, ma possiamo osservarne l'azione illuminata.
-
Come il maestro Zen Suzuki disse:
-
"Non ci sono, in senso stretto, persone illuminate. C'è solo un'attività illuminata".
-
Non possiamo vederlo proprio come l'occhio non può
vedere se stesso.
-
Non possiamo vederlo perché è proprio attraverso di esso che è possibile vedere.
-
Come il buco nero, Samadhi non è il nulla, e nemmeno è una cosa.
-
È il collasso della dualità di "cosa" e "nessuna-cosa".
-
Non esiste alcuna "porta" per entrare nella grande realtà,
-
ma ci sono infinite vie.
-
Le vie, il Dharma, sono come una spirale infinita senza inizio nè fine.
-
Nessuno può oltrepassare "la porta senza porta".
-
Nessuna mente ha mai capito come, e nessuna ci riuscirà mai.
-
Nessuno può oltrepassare "la porta senza porta",
-
quindi sii NESSUNO.
-
Samadhi è la via senza-via, la chiave dorata.
-
È smettere di identificarci con la struttura del Sè che separa il nostro mondo interiore da quello esteriore.
-
Ci sono molti modelli di sviluppo che descrivono gli strati o livelli della la struttura del Sè.
-
Useremo un esempio che è molto antico.
-
Nell'Upanishad, gli strati che ricoprono "l'Atman", o anima, sono chiamati "koshas".
-
Ogni "kosha" è come uno specchio,
-
un livello della struttura del Sè.
-
Un velo, o livello di "Maya", che distoglie la nostra attenzione dal realizzare la nostra vera natura
-
se ci siamo identificati con essa.
-
La maggior parte delle persone vede i riflessi e crede di essere proprio questi riflessi.
-
Uno specchio riflette lo strato animale, il corpo fisico.
-
Un altro specchio riflette la tua mente, i tuoi pensieri, i tuoi istinti e percezioni.
-
Un altro la tua energia interiore, o Prana, che puoi osservare quando ti guardi dentro.
-
Un altro specchio riflette a livello di "Immaginali", che sono lo strato più elevato della mente, o saggezza,
-
e ci sono livelli di felicità trascendentale o non dualistica,
-
che si sperimentano nel momento in cui ci si avvicina a Samadhi.
-
Si possono distinguere potenzialmente innumerevoli specchi, o aspetti del Sé,
-
e sono costantemente in mutamento.
-
La maggior parte delle persone deve ancora scoprire gli strati del "Prana",
-
della mente superiore e della felicità non dualistica.
-
Non sanno nemmeno che esistono.
-
Questi strati stanno caratterizzando la tua vita ma non te ne accorgi nemmeno.
-
Questi specchi nascosti, di fatto, caratterizzano le nostre vite più di quelli visibili.
-
Sono invisibili perché per la maggior parte delle persone questi specchi
-
non sono stati illuminati dalla consapevolezza.
-
Come la rete di gioielli di "Indra", gli specchi si riflettono l'un l'altro
-
e i riflessi riflettono ogni altro riflesso infinitamente.
-
Un cambiamento su uno dei livelli simultaneamente produce un effetto su tutti gli altri livelli.
-
Alcuni di questi specchi possono rimanere nell'ombra a meno che non siamo abbastanza fortunati
-
da avere una guida esperta per aiutarci ad emanare luce su di essi.
-
La verità è che non sappiamo quello che non sappiamo.
-
Immagina ora di frantumare tutti gli specchi.
-
Non c'è niente che rifletta te stesso.
-
Dove sei?
-
Quando la mente diviene ferma, gli specchi smettono di riflettere.
-
Non ce n'è più un soggetto e un oggetto.
-
Ma non confondere lo stato primordiale con il nulla o l'oblio.
-
Il Sé immanente non è un "qualcosa"
-
ma nemmeno un "niente".
-
La fonte non è una cosa, è il vuoto o l'immobilità stessa.
-
Essa è un vuoto che è la fonte di tutte le cose.
-
La forma è realizzata esattamente come vuoto, il vuoto si realizza esattamente come forma.
-
Questa fonte è il grande grembo della creazione, contenente tutte le possibilità.
-
Samadhi è il risveglio dell'impersonale consapevolezza.
-
Proprio come quando stai sognando, al risveglio ti rendi conto che tutto il sogno era solo nella tua mente.
-
Dopo aver realizzato Samadhi, ci si rende conto che
-
tutte le cose in questo mondo accadono entro molteplici livelli di energia e consapevolezza.
-
E' tutto un gioco di specchi all'interno di specchi, di sogni dentro altri sogni.
-
Il "Tu" che pensi di essere è sia il sogno sia colui che sogna.
-
Qualunque cosa venga detta in questo film lasciala andare,
-
non catturarla con la mente.
-
L'anima sta sognando, sognando il sogno di te.
-
Il sogno è tutto ciò che muta, ma è possibile realizzare l'immutabile.
-
Questa realizzazione non può essere compresa nella limitatezza della mente indivuduale.
-
Quando ritorniamo dal "Nirvikalpa Samadhi", gli specchi cominciano a riflettere di nuovo
-
e si comprende che il mondo in cui pensi di vivere ora in realtà sei Tu.
-
Non il "Tu" limitato che è solo un riflesso temporaneo,
-
ma il "Tu" consapevole della tua vera natura come fonte di tutto "ciò che è".
-
L'emergere di questa saggezza superiore, l'embrione, "Prajna" o gnosi, è ciò che è nato fuori da Samadhi.
-
Secondo il libro di Giobbe, "Chokhmah" o saggezza, deriva dal "nulla".
-
Questo livello di saggezza è infinitamente piccolo, eppure contiene l'intero "essere",
-
ma rimane inafferrabile fino a quando non le viene dato uno stato e una forma nel palazzo degli specchi,
-
chiamato "Binah", l'utero scolpito dalla saggezza superiore
-
che dà forma all'embrionale Spirito di Dio.
-
[musica] "Abwoon d'bashmaya" di Indiajiva
-
L'esistenza degli specchi, o l'esistenza della mente, non è un problema.
-
Al contrario, l'errore o aberrazione della percezione umana è che ci identifichiamo con essa.
-
Questa illusione, ossia che noi siamo questo Sé limitato, è chiamata Maya.
-
Lo Yoga insegna che per realizzare il Samadhi si dovrebbe osservare l'oggetto della meditazione
-
fino a quando non scompare,
-
finchè TU non scompari in esso, o esso in te.
-
Sebbene la lingua sia differente nelle varie tradizioni,
-
alla radice tutte parlano di una cessazione dell'identificazione del Sè e dell'attività dell'Ego.
-
Buddha ha sempre insegnato
in termini negativi.
-
Ha insegnato a indagare direttamente sul funzionamento della struttura del Sé.
-
Non ha detto cosa fosse Samadhi, disse solo che è la fine della sofferenza.
-
"Nell'Advaita Vedanta" c'è un termine, "Neti Neti", che significa "non questo, non quello".
-
Le persone sulla via dell'auto-realizzazione che si chiedono quale sia la loro vera natura
-
o la natura del Brahman, scoprono per la prima volta quello che non sono.
-
Allo stesso modo nel Cristianesimo, Santa Teresa d'Avila descrisse un approccio alla preghiera
-
basato sul sentiero negativo o "via negativa".
-
Una preghiera di silenzio, resa e unione, che è l'unico modo per avvicinarsi all'assoluto.
-
Attraverso questo processo graduale di epurazione, si lascia andare tutto ciò che non è permanente,
-
tutto ciò che è mutevole.
-
La mente, l'Ego, e tutti i fenomeni, inclusi gli strati del Sé nascosti.
-
Il subconscio deve diventare trasparente per riflettere
l'unica fonte.
-
Se c'è un pò di conoscenza profonda, o una parte del Sè che opera nell'inconscio,
-
allora le nostre vite rimangono bloccate in un labirinto di schemi nascosti
-
che comprendono tutto ciò che non è ancora stato scoperto del Sè.
-
Quando tutti gli strati del Sé si rivelano vuoti, allora si viene liberati dal Sè.
-
Liberi da tutti i concetti.
-
Un punto di svolta nella tua evoluzione si presenta quando ti rendi conto di non sapere chi sei.
-
Chi è che respira?
-
Chi è che sperimenta il gusto?
-
Chi sperimenta il canto, il rituale, la danza, la montagna?
-
Sii testimone del testimone, osserva l'osservatore.
-
All'inizio, osservando l'osservatore, vedrai solo il falso Sé,
-
ma se persisti esso cederà.
-
Chiediti direttamente "chi o cosa" fa l'esperienza.
-
Sii imperturbabile, penetrante, acuto, con tutta la forza del tuo essere.
-
[musica] "Gate, Gate, paragate. Parasum gate, bodhisvaha" (Significato: andato, andato, molto al di là, completamente oltre la fonte risvegliata, "É")
-
Non c'è un Sé che si risveglia.
-
Non c'è un TU che si risveglia.
-
Ciò da cui ci si risveglia è l'illusione di
un Sé separato.
-
Dal sogno di un "tu" limitato.
-
Parlarne a parole non ha senso.
-
Ci deve essere un'effettiva cessazione del Sè per poter realizzare direttamente che cosa è,
-
e una volta che lo si realizza non c'è più nulla che può essere detto a riguardo.
-
Non appena tu dìci qualcosa sei tornato nella dimensione della mente.
-
Ho già detto troppo.
-
Normalmente abbiamo tre stati di
coscienza: veglia, sogno e sonno profondo.
-
Samadhi è a volte considerato il quarto stato, lo stato fondamentale della consapevolezza.
-
Una risveglio primordiale che può presentarsi continuamente
-
e simultaneamente agli altri stati di coscienza.
-
Nel Vedanta questo si chiama "Turiya".
-
Altri termini per Turiya sono: coscienza di Cristo, coscienza di Krishna,
-
natura del Buddha o Sahaja Samadhi.
-
Nel Sahaja Samadhi il Sé immanente rimane presente insieme al pieno utilizzo di tutte le funzioni umane.
-
L'immobilità è immobile nel centro della spirale dei fenomeni mutevoli.
-
Pensieri, sentimenti, sensazioni ed energia girano intorno ad esso sulla circonferenza
-
ma il grado di immobilità o "l'Io sono" rimane durante l'attività esterna esattamente come nella meditazione.
-
È possibile che il Sé immanente rimanga presente anche durante il sonno profondo;
-
che la tua consapevolezza del "Io sono" non va e viene neanche quando gli stati di coscienza cambiano.
-
Questo è il sonno yogico.
-
Nel Cantico dei Cantici, o Canzone di Salomone nella Bibbia ebraica o Vecchio Testamento,
-
si legge: "Dormo ma il mio cuore veglia".
-
Questa realizzazione dell'eterna e impersonale coscienza si riflette nelle parole di Cristo quando disse:
-
"Prima che Abramo fosse, IO SONO."
-
Una consapevolezza che traspare in innumerevoli volti, in innumerevoli forme.
-
All'inizio è come una fragile fiammella nata fuori dalle tue polarità interiori.
-
Coscienza maschile che penetra con
una resa o con un'apertura dell'energia femminile.
-
È delicata e viene persa facilmente,
e bisogna avere molta cura di proteggerla
-
e di tenerla in vita fino a quando non sarà matura.
-
Samadhi è allo stesso tempo uno stato di consapevolezza senza tempo
-
e uno stadio in cui il processo di sviluppo è in continua evoluzione.
-
Qualcosa di organico e che cresce nel tempo.
-
Nel momento in cui si trascorre sempre più tempo dentro Samadhi,
-
nel momento presente, nel senza tempo,
-
ci si fa si guidare sempre più dal cuore, dall'anima o Atman,
-
e meno dai condizionamenti.
-
È così che ci si libera della mente "inferiore".
-
Liberi dal pensiero malato.
-
Il sistema di connessioni interiori cambia.
-
L'energia non scorre più in maniera inconscia nella vecchia struttuta di condizionamento,
-
che è un altro modo di dire che non si è più identificati con il proprio Sè,
-
con il mondo esteriore della forma.
-
Realizzare Samadhi richiede uno sforzo così grande che diviene una resa totale di se stessi
-
e una resa così inclusiva che risulta essere uno sforzo totale del proprio essere;
-
di tutta l'energia di ognuno.
-
È un equilibrio di sforzo e resa, yin e yang.
-
Una sorta di sforzo senza sforzo.
-
Il mistico indiano e Yogi Paramahamsa Ramakrishna ha detto:
-
"non cercare l'illuminazione a meno che tu non la cerchi come colui che con i capelli in fiamme cerca uno stagno".
-
La devi cercare con tutto il tuo essere.
-
Durante la pratica che trascende il proprio Ego,
c'è bisogno di grande coraggio,
-
vigilanza e perseveranza per mantenere viva questa presa di coscienza in fase embrione.
-
A non ricadere negli schemi del mondo.
-
Ci vuole la volontà di andare controcorrente,
-
contro la collisione inesorabile del "Matrix", e l'opprimente ruota del Samsara.
-
Ogni respiro, ogni pensiero, ogni azione deve essere concepita per realizzare la "Fonte".
-
Non si realizza Samadhi nè con lo sforzo, né senza sforzo.
-
Lascia andare i concetti di sforzo e non sforzo;
-
è una dualità che esiste solo nella mente.
-
L'effettiva realizzazione di Samadhi è così semplice, così uniforme,
-
che attraverso il linguaggio si crea solo fraintendimento, il quale è intrinsecamente dualistico.
-
C'è solo una coscienza primordiale che si risveglia come il mondo
-
ma è stata oscurata dai molteplici strati della mente.
-
Come il Sole si nasconde dietro le nuvole, così ogni strato della mente si lascia cadere,
-
rivelando la propria essenza.
-
Come ogni livello della mente se ne va, le persone chiamano questo Samadhi con un nome differente.
-
Danno nomi alle diverse esperienze o ai diversi tipi di fenomeni.
-
Ma Samadhi è così semplice che quando ti
viene detto cos'è e come si realizza
-
allla tua mente sfuggirà sempre.
-
In realtà Samadhi non è semplice o difficile;
-
è solo la mente che ragiona in questo modo.
-
Quando non c'è la mente non c'è alcun problema, perché la mente è ciò che si deve fermare affinchè lo si realizzi.
-
Non è affatto un avvenimento.
-
L'insegnamento più conciso di Samadhi lo si ritrova
forse in questa frase:
-
"Sii calmo e sappi"
-
"Il silenzio è la lingua di Dio. Tutto il resto è pura traduzione" -Rumi-
-
Come possiamo usare parole e immagini per
trasmettere la calma?
-
Come possiamo trasmettere il silenzio facendo rumore?
-
Piuttosto di riferirsi a Samadhi come concetto intellettuale,
-
questo film è una chiamata radicale alla non-azione.
-
Una chiamata alla meditazione, al silenzio e alla preghiera interiore
-
Una chiamata a FERMARSI.
-
Fermare tutto ciò che è guidato dalla
mente patologica dell'Ego.
-
Sii calmo e sappi.
-
Nessuno può dirti cosa emergerà da questo stato di calma.
-
È una chiamata ad agire dal cuore spirituale.
-
È come ricordare qualcosa di antico.
-
L'anima si risveglia e ricorda se stessa.
-
È stata un passeggero addormentato, ma ora il vuoto si risveglia
-
e realizza se stesso come il tutto delle cose.
-
Non puoi immaginarti cosa sia Samadhi attraverso
la mente limitata dell'Ego,
-
proprio come non puoi descrivere ad un cieco cosa sia il colore.
-
La tua mente non può sapere.
-
Non può fabbricarlo.
-
Per realizzare Samadhi bisogna vedere in modo diverso,
-
non vedendo cose separate ma riconoscendo "colui che osserva".
-
San Francesco d'Assisi ha detto:
-
"quello che stiamo cercando è ciò che sta vedendo".
-
Una volta che hai visto la luna, la puoi riconoscere in ogni riflesso.
-
Il vero Sé è sempre stato lì, è in tutte le cose, ma non hai ancora realizzato la sua presenza.
-
Quando impari a riconoscere e rispettare che il vero Sé è al di là della mente e dei sensi,
-
è possibile sperimentare stupore nel modo più autentico.
-
Noi diventiamo STUPORE.
-
Non cercare di essere libero dai desideri perché
volersi liberare dai desideri è un desiderio.
-
Non puoi provare a restare calmo perché
il tuo stesso sforzo è movimento.
-
Realizza la calma che è costantemente già presente.
-
Sii la calma e sappi.
-
Quando tutte le preferenze vengono abbandonate la Fonte si rivelerà,
-
ma non aggrapparti pure alla Fonte stessa.
-
La grande realtà, il Tao, non è nè uno nè due.
-
Ramana Maharshi ha detto:
-
"Il Sé è solo uno,
-
se è limitato è l'Ego,
-
se illimitato è l'infinito e la grande realtà".
-
Se credi in ciò che è stato detto, non l'hai capito.
-
Se non lo credi, non l'hai capito allo stesso modo.
-
Credere e non credere operano a livello della mente.
-
Richiedono una conoscenza, ma
se si entra nella propria ricerca,
-
esaminando tutti gli aspetti del proprio
essere, scoprendo chi sta facendo la ricerca
-
se sei disposto a vivere secondo il principio: "sia fatta non la mia volontà, ma una volontà superiore",
-
se sei disposto a viaggiare oltre ogni sapere,
-
allora puoi realizzare quello che ho cercato di mostrarti.
-
Solo allora potrai gustarti il profondo mistero e bellezza della semplice esistenza.
-
C'è un'altra possibilità per tutta la vita.
-
C'è qualcosa di sacro, insondabile, che può essere scoperto nella quiete profonda del tuo essere,
-
oltre i concetti, oltre i dogmi, oltre l'attività condizionata e tutte le preferenze.
-
Non è possibile ottenerlo attraverso tecniche, rituali o pratiche.
-
Non c'è un "come" per ottenerlo.
-
Non c'è un sistema.
-
Non c'è una via per "La via".
-
Come nel detto Zen, "è scoprire la tua faccia originale
prima che tu nascessi".
-
Non si tratta di aggiungere qualcosa a te stesso.
-
E' diventare una luce verso se stessi; una luce che dissolve l'illusione del Sé.
-
La vita rimarrà sempre insoddisfazione,
-
e il cuore rimarrà sempre irrequieto
-
finché non ci si riposerà
-
in quel mistero oltre il nome e la forma.
-
[musica] Om Shreem Lakshmi