Return to Video

I robot, le buone maniere e il futuro del pensiero (umano) | Mario Ubiali | TEDxUdine

  • 0:14 - 0:20
    Che cosa ci riveleranno
  • 0:20 - 0:27
    le neuroscienze applicate
  • 0:27 - 0:29
    sul futuro del pensiero umano?
  • 0:30 - 0:36
    Quando ho cominciato a riflettere
    su che cosa avrei voluto
    raccontare su questo tema,
  • 0:36 - 0:39
    l'immagine esatta che si è
    visualizzata nel mio cervello
  • 0:39 - 0:42
    è quella che vedete alle mie spalle,
    ovvero il buio totale,
  • 0:43 - 0:45
    che è più o meno quello che si prova
  • 0:45 - 0:51
    dieci secondi prima
    di uscire su questo palco.
  • 0:51 - 0:52
    Poi mi si è aperto uno spiraglio,
  • 0:52 - 0:56
    perché chi come me
    è cresciuto negli anni Settanta
  • 0:56 - 1:01
    ha sempre associato il futuro dell'umanità
    e dell'intelligenza artificiale
  • 1:01 - 1:02
    ai robot umanoidi,
  • 1:02 - 1:05
    a questi esseri di latta,
    neanche tanto belli,
  • 1:06 - 1:08
    che avrebbero rappresentato, magicamente,
  • 1:08 - 1:12
    l'esito del pensiero umano
    in qualcosa di superiore.
  • 1:13 - 1:17
    Arrivato lì, mi sono di nuovo perso.
  • 1:17 - 1:20
    Non riuscivo a trovare lo spiraglio
  • 1:20 - 1:24
    per capire che cosa c'entrasse
    questa cosa dei robot
  • 1:24 - 1:25
    con il mio lavoro attuale.
  • 1:25 - 1:29
    Ho consultato il mio filosofo
    di riferimento,
  • 1:29 - 1:32
    che si chiama Gennady Pietro Ubiali,
  • 1:32 - 1:33
    ha otto anni,
  • 1:33 - 1:35
    e per mia fortuna vive con me,
    perché è mio figlio.
  • 1:36 - 1:40
    È un filosofo italo-russo
    che ancora non è così famoso.
  • 1:40 - 1:41
    A un certo punto,
  • 1:41 - 1:44
    mentre io mi dibatto
    in questo groviglio di pensieri,
  • 1:44 - 1:48
    lui viene da me,
    mi guarda con una certa pietà
  • 1:49 - 1:50
    e io gli dico:
  • 1:50 - 1:52
    "Senti Gennady, mi devi aiutare:
  • 1:52 - 1:57
    ma noi, nel futuro dell'umanità,
    che cos'è che insegneremo ai robot?".
  • 1:58 - 2:03
    E lui, senza la minima esitazione,
    mi dice "Le buone maniere".
  • 2:04 - 2:05
    Poi prende e se ne va,
  • 2:05 - 2:09
    perché ovviamente un bambino di otto anni
    ha uno span di attenzione di una zanzara,
  • 2:09 - 2:13
    e quindi mi abbandona di nuovo.
  • 2:13 - 2:17
    Rimango solo con me stesso,
    ma mi si è accesa un'altra luce:
  • 2:18 - 2:21
    sì, perché se quello
    che insegneremo ai robot,
  • 2:21 - 2:25
    se la parte essenziale del pensiero umano
    che vorremmo trasferire ai robot
  • 2:25 - 2:28
    fosse veramente come dice
    il mio filosofo di riferimento,
  • 2:29 - 2:32
    l'empatia, le buone maniere presuppongono
  • 2:32 - 2:36
    che voi sappiate leggere in anticipo
    i sentimenti del vostro interlocutore.
  • 2:37 - 2:42
    Ci ho visto un collegamento.
  • 2:42 - 2:44
    Io ho un grande privilegio:
  • 2:44 - 2:47
    sono co-founder
    e amministratore di un'azienda
  • 2:47 - 2:50
    che tutti i giorni si occupa
    di neuroscienze applicate.
  • 2:50 - 2:52
    Immaginate un'azienda
  • 2:52 - 2:55
    che passa il suo tempo
    in giro per il mondo
  • 2:55 - 2:57
    a raccogliere dati neurologici
  • 2:57 - 3:00
    su esseri umani che fanno
    esperienze nella vita reale:
  • 3:01 - 3:04
    guidano un'auto, prendono un aereo,
    vanno in un bosco, mangiano un piatto.
  • 3:05 - 3:10
    E io ho una poltrona
    di prima fila, strepitosa.
  • 3:10 - 3:14
    L'inghippo nasce dal fatto
    che io sono laureato in filosofia,
  • 3:16 - 3:20
    quindi sono co-founder
    di un'azienda che fa neuroscienza
  • 3:20 - 3:21
    e non capisco niente di neuroscienza.
  • 3:22 - 3:27
    Non è esattamente così:
    però sono l'unico filosofo nella stanza.
  • 3:28 - 3:30
    È un vantaggio o uno svantaggio?
  • 3:30 - 3:32
    Quando mio figlio mi dice
  • 3:32 - 3:35
    che secondo lui il futuro
    dell'intelligenza artificiale,
  • 3:36 - 3:37
    e del pensiero umano,
  • 3:37 - 3:40
    è il trasferimento della capacità empatica
  • 3:40 - 3:44
    e della capacità umana
    di provare emozione,
  • 3:44 - 3:45
    improvvisamente mi rendo conto
  • 3:45 - 3:49
    che la poltrona su cui io sono seduto
    è una poltrona privilegiata,
  • 3:50 - 3:53
    perché ho il posto in prima fila
  • 3:54 - 3:58
    su quello che, durante
    la sua gloriosa carriera,
  • 3:58 - 4:01
    Alan Turing a un certo punto
    postula, quando dice:
  • 4:01 - 4:04
    "Dalla materia nasce la coscienza".
  • 4:06 - 4:10
    Pensate, io sto seduto
    tutti i giorni in prima fila
  • 4:10 - 4:13
    e guardo le neuroscienze
    applicate che misurano -
  • 4:13 - 4:15
    potrei allungare la mano
    e mettere il dito,
  • 4:15 - 4:18
    non me lo fanno fare
    perché non hanno stima di me in azienda,
  • 4:18 - 4:21
    però potrei allungare la mano,
    e toccare con un dito,
  • 4:21 - 4:25
    quel luogo misterioso del nostro cervello
  • 4:25 - 4:28
    in cui dalla materia nasce,
  • 4:28 - 4:33
    attraverso un'attività chimica, elettrica,
  • 4:33 - 4:36
    quello che noi chiamiamo
    la Coscienza, il Pensiero.
  • 4:37 - 4:41
    Finalmente cominciavo a intravedere
  • 4:41 - 4:45
    il senso profondo del mio guru Gennady,
  • 4:45 - 4:49
    perché mi sono reso conto che, forse,
  • 4:50 - 4:52
    quello che le neuroscienze applicate,
  • 4:53 - 4:56
    che noi portiamo in giro
    per tutto il pianeta oggi,
  • 4:56 - 4:59
    potevano insegnarci sul futuro
    del pensiero degli uomini
  • 5:01 - 5:04
    era qualcosa di veramente nuovo
    da raccontarvi.
  • 5:04 - 5:07
    Allora, entusiasta di questa trovata,
  • 5:07 - 5:11
    ho condiviso questo pensiero
    con i neuroscienziati del nostro team.
  • 5:12 - 5:14
    Destando grande sconforto,
  • 5:14 - 5:18
    perché quando mi sono rivolto
    ai neuroscienziati del nostro team,
  • 5:18 - 5:19
    ho detto:
  • 5:19 - 5:23
    "Bene, ma allora che cosa stiamo capendo
    di questo ammasso complesso
  • 5:23 - 5:26
    che secondo gli ultimi articoli
    della letteratura neuroscientifica
  • 5:26 - 5:27
    è in grado di computare
  • 5:27 - 5:30
    come un computer quantico
    a sei, otto dimensioni?
  • 5:30 - 5:35
    Ragazzi, devo andare su un palco
    a raccontare al mondo, attraverso TEDx,
  • 5:37 - 5:40
    che cosa tiriamo fuori da lì
    sull'essenza del pensiero umano.
  • 5:41 - 5:45
    E questi mi hanno detto:
    "Sostanzialmente nulla per adesso, Mario".
  • 5:46 - 5:51
    Allora, per dimostrare
  • 5:51 - 5:55
    che i soldi dei miei genitori
    non erano andati completamente sprecati,
  • 5:55 - 5:58
    sono tornato a quella poltrona
    di cui viparlavo.
  • 5:58 - 6:00
    Mi sono cioè domandato
  • 6:00 - 6:04
    se in realtà il problema di fondo on fosse
  • 6:04 - 6:10
    che quando voi misurate
    la complessa attività neuroelettrica
  • 6:10 - 6:13
    di quell’ammasso assolutamente intricato
  • 6:15 - 6:17
    di tessuti, di cellule -
    chiamateli come volete -
  • 6:18 - 6:21
    quando voi siete lì
    e state misurando quello,
  • 6:21 - 6:23
    forse spiegare come quello funziona,
  • 6:23 - 6:27
    e come da quella materia, diceva Turing,
    "si origina il vostro pensiero",
  • 6:27 - 6:31
    richiede qualcosa di diverso.
  • 6:31 - 6:37
    Allora, facendo ricorso
    ai soldi ben spesi dai miei genitori,
  • 6:37 - 6:40
    mi sono rivolto a questo signore,
    che è l'altro mio filosofo di riferimento:
  • 6:40 - 6:44
    un pochino più vecchio -
    questo potrei averlo come nonno -
  • 6:44 - 6:45
    quell'altro è mio figlio.
  • 6:46 - 6:49
    Questo signore si chiama Martin Heidegger.
  • 6:49 - 6:53
    Per chi ha crisi di insonnia,
    è una cura ideale.
  • 6:53 - 6:56
    Seriamente parlando,
  • 6:56 - 7:00
    è un grande filosofo del Novecento,
    un uomo molto controverso.
  • 7:00 - 7:02
    Ma l'aiuto che gli chiediamo oggi
  • 7:02 - 7:05
    per figurarci come
    le neuroscienze applicate
  • 7:05 - 7:09
    possono insegnarci qualcosa sulla natura
    del futuro del nostro pensiero,
  • 7:09 - 7:14
    ci viene da una sua rarissima,
    e divertentissima intervista del 1954,
  • 7:14 - 7:17
    che trovate su YouTube se vi interessa.
  • 7:17 - 7:24
    Va in televisione alla fine
    di una carriera lunghissima, brillante:
  • 7:24 - 7:25
    ha scritto libri
  • 7:25 - 7:28
    che richiedono altri libri
    per essere interpretati,
  • 7:29 - 7:33
    e dice una cosa che passa ovviamente
    sotto un silenzio assordante.
  • 7:34 - 7:38
    Dice: "Ci sono due tipi di pensiero umano.
  • 7:38 - 7:42
    Un pensiero è il pensiero
    cosiddetto degli enti".
  • 7:42 - 7:46
    I filosofi hanno questa
    difficoltà a parlar chiaro.
  • 7:46 - 7:49
    "Il pensiero degli enti",
    ci dice Heidegger,
  • 7:49 - 7:52
    "sarebbe il pensiero
    che serve a capire le cose",
  • 7:53 - 7:54
    La meccanica delle cose:
  • 7:54 - 7:58
    lui lo associa al pensiero
    scientifico-tecnologico.
  • 7:58 - 8:01
    Lui dice che sì, questa roba qui
    la sanno fare tutti gli esseri umani,
  • 8:01 - 8:03
    sono capaci tutti.
  • 8:03 - 8:07
    Non dimenticatevi che qui stiamo parlando,
    per esempio, di Intelligenza Artificiale.
  • 8:08 - 8:10
    Forse una lampadina già si sta accendendo.
  • 8:10 - 8:15
    Il pensiero degli enti,
    le regole con cui operare sulle cose,
  • 8:17 - 8:19
    è un pensiero che è facile
    da insegnare a una macchina.
  • 8:19 - 8:22
    Poi, però, siccome Heidegger
    è un po' sadico,
  • 8:22 - 8:24
    e questo chi ha studiato
    filosofia lo sa bene,
  • 8:24 - 8:26
    basta fare un esame
    di Ermeneutica filosofica,
  • 8:27 - 8:31
    aggiunge con grande nonchalance
    che c'è un secondo tipo di pensiero.
  • 8:32 - 8:34
    Lui dice: "Guardate,
  • 8:34 - 8:39
    questo è un pensiero
    ben più difficile da praticare.
  • 8:39 - 8:42
    Lo praticano in pochissimi
    tra tutti gli esseri umani".
  • 8:42 - 8:43
    Pensate un po' questo,
  • 8:43 - 8:47
    che dice 'sta roba
    in televisione, no, e dice:
  • 8:47 - 8:51
    "Quest'altro pensiero
    è il pensiero delle essenze.
  • 8:52 - 8:55
    Il pensiero delle essenze,
  • 8:55 - 9:00
    il pensiero che serve
    a comprendere il senso delle cose".
  • 9:02 - 9:05
    Già così non è proprio
    una cosa palatabile.
  • 9:05 - 9:08
    Giusto per rendere le cose
    un po' più complicate -
  • 9:08 - 9:09
    però abbiate pazienza con me,
  • 9:09 - 9:12
    poi lo mettiamo lì e lo riprendiamo
    tra qualche minuto -
  • 9:12 - 9:14
    il buon Heidegger dice:
  • 9:14 - 9:17
    "Ecco, questo tipo di pensiero
    che vi sto raccontando ora,
  • 9:17 - 9:20
    quello delle essenze,
    è un pensiero poetico".
  • 9:24 - 9:25
    Lasciamola lì.
  • 9:25 - 9:28
    Venite a fare una passeggiata con me,
  • 9:29 - 9:32
    e ricordatevi che ci sono
    due tipi di pensiero:
  • 9:32 - 9:34
    sposate la tesi Heideggeriana.
  • 9:34 - 9:38
    Immaginate di essere in montagna.
  • 9:38 - 9:44
    Immaginate, per vostra sfortuna,
    di avere dormito in un bellissimo chalet,
  • 9:44 - 9:45
    vicino a un bosco,
  • 9:45 - 9:47
    con un team di neuroscienziati.
  • 9:48 - 9:49
    Vi svegliate alla mattina,
  • 9:49 - 9:52
    vi vestite per fare
    una passeggiata comoda,
  • 9:53 - 9:56
    e noi vi mettiamo in testa
    un elettroencefalogramma
  • 9:57 - 10:00
    e decidiamo di registrare
    tutta la vostra attività neurologica
  • 10:00 - 10:01
    mentre fate questa passeggiata.
  • 10:03 - 10:07
    Uscite, vi investe l'aria fresca.
  • 10:07 - 10:09
    Avete le dita ancora un po' intirizzite,
  • 10:09 - 10:13
    la rugiada del mattino
    è sui prati intorno a voi.
  • 10:13 - 10:16
    C'è un sentiero che porta al bosco,
    avanti cento metri,
  • 10:16 - 10:19
    e camminando sentite
    il rumore della ghiaia
  • 10:19 - 10:21
    sotto i vostri scarponcini.
  • 10:21 - 10:25
    Il sole sta sorgendo,
    il cielo è già chiaro.
  • 10:25 - 10:26
    Voi vi avviate.
  • 10:26 - 10:29
    Quando entrate nel bosco,
    come spesso accade in montagna,
  • 10:29 - 10:31
    c'è una leggera inversione termica:
  • 10:31 - 10:35
    nel bosco fa un po' più caldo,
    i rumori si attutiscono lievemente;
  • 10:35 - 10:40
    ma i vostri sensi, improvvisamente,
    sembrano misurare tutto meglio e di più.
  • 10:42 - 10:45
    Il rumore sotto i piedi è cambiato
    perché ci sono delle foglie secche,
  • 10:45 - 10:46
    degli aghi.
  • 10:47 - 10:53
    Nell'aria ci sono aromi
    sprigionati dalle resine, dalle piante.
  • 10:53 - 10:55
    Le dita si sono scaldate,
  • 10:55 - 10:57
    la vostra pelle
    comincia a sudare leggermente:
  • 10:57 - 10:59
    abbassate la zip della giacca.
  • 10:59 - 11:02
    I primi uccelli del mattino
    agitano dei rami.
  • 11:03 - 11:06
    Ne entite il suono, il fruscio:
    li sentite cinguettare.
  • 11:06 - 11:09
    Più avanti sul sentiero,
    un animale attraversa:
  • 11:09 - 11:12
    voi non avete capito qual è,
    ma avete capito che non è pericoloso.
  • 11:12 - 11:16
    Se voi tornaste da questa passeggiata,
    diciamo dopo un'oretta,
  • 11:16 - 11:21
    e la nostra equipe trasferisse
    i dati che ha registrato,
  • 11:22 - 11:23
    per cominciare ad esaminarli,
  • 11:23 - 11:26
    che cosa vedremmo?
  • 11:28 - 11:31
    Vedremmo che tutto quello
    che è accaduto nel vostro cervello
  • 11:31 - 11:33
    nell'arco di quell'esperienza -
  • 11:33 - 11:35
    e badate bene, questo era un esempio:
  • 11:35 - 11:36
    avrei potuto parlarvi
  • 11:36 - 11:39
    di qualunque esperienza
    voi stiate facendo,
  • 11:39 - 11:41
    compresa quella che fate ora ascoltando -
  • 11:42 - 11:46
    avremmo visto una cosa molto interessante,
  • 11:46 - 11:47
    cioè che nel coacervo di dati
  • 11:47 - 11:50
    che noi abbiamo raccolto
    sul vostro cervello
  • 11:50 - 11:54
    ce n'è una parte che si origina
    dalla corteccia superiore
  • 11:54 - 11:59
    che si occupa dei processi cognitivi,
    razionali, linguistici -
  • 12:00 - 12:03
    quello che voi, nella vostra
    abitudine quotidiana,
  • 12:03 - 12:05
    tendete a pensare sia il vostro pensiero:
  • 12:05 - 12:08
    "Ah, fammi vedere cosa ho pensato!".
  • 12:09 - 12:11
    È un po' più complicato di così,
  • 12:12 - 12:15
    perché il nostro team, quando io ho detto:
  • 12:15 - 12:18
    "Ragazzi, ma cosa stiamo scoprendo
    sul pensiero profondo?",
  • 12:18 - 12:20
    mi hanno risposto "Nulla".
  • 12:20 - 12:22
    In realtà quello che loro vogliono dire
  • 12:22 - 12:24
    è che noi stiamo entrando
    in una nuova era,
  • 12:24 - 12:30
    perché sotto la corteccia di quei pensieri
    ci sta un'altra categoria di pensiero
  • 12:30 - 12:36
    che è una risposta profonda,
    istintiva, non controllata
  • 12:36 - 12:39
    che il vostro cervello ha
    a qualunque stimolo esterno.
  • 12:41 - 12:44
    Aspettate, è ancora meglio di così,
    diventa ancora meglio di così:
  • 12:45 - 12:49
    il vostro cervello risponde
    in maniera diversa
  • 12:49 - 12:52
    a seconda della natura degli stimoli
    dell'ambiente che lo circonda,
  • 12:53 - 12:54
    secondo un principio
  • 12:54 - 12:57
    che più lo studiamo,
    più sembra assomigliare
  • 12:57 - 13:00
    a quello che in fisica quantistica
    viene chiamato entanglement.
  • 13:01 - 13:05
    Nel principio dell'entanglement,
    la fisica quantistica dice
  • 13:05 - 13:06
    che se noi separiamo
  • 13:06 - 13:09
    due particelle subatomiche
    provenienti dallo stesso atomo,
  • 13:09 - 13:13
    e ne mettiamo una a Ginevra
    e una a Londra,
  • 13:15 - 13:17
    quando imprimeremo lo spin
    ad una delle due,
  • 13:17 - 13:23
    l'altra, istantaneamente,
    subirà lo stesso spin.
  • 13:24 - 13:27
    Questa misteriosa interconnessione
  • 13:27 - 13:31
    adesso prendetela e trasferitela
    sul rapporto tra il vostro cervello -
  • 13:31 - 13:33
    che incidentalmente, vorrei ricordarvi,
  • 13:33 - 13:36
    è fatto della stessa identica materia
  • 13:36 - 13:38
    di cui è fatto tutto l'universo
    che ci circonda –
  • 13:38 - 13:40
    e quell'universo.
  • 13:40 - 13:41
    E allora, forse,
  • 13:41 - 13:46
    quello che noi stiamo scoprendo
    con le neuroscienze applicate ogni giorno
  • 13:46 - 13:49
    non è conclusivo,
    non è facile, non è lineare,
  • 13:49 - 13:51
    e richiede un salto di paradigma.
  • 13:51 - 13:57
    Per tutti gli ultimi 300 anni,
    almeno, della nostra storia,
  • 13:57 - 14:00
    noi abbiamo salito una scala
    per andare in alto.
  • 14:00 - 14:04
    Ci sembrava che il pensiero umano,
    e il futuro del pensiero umano,
  • 14:04 - 14:09
    dovesse essere il futuro radioso
    della logica più raffinata,
  • 14:09 - 14:12
    della cristallizzazione
    dei migliori principi.
  • 14:12 - 14:14
    E salivamo questa scala.
  • 14:14 - 14:16
    E poi, a un certo punto
    arriva uno come Wittgenstein
  • 14:16 - 14:19
    che dice "Ragazzi, abbiamo costruito
    una scala favolosa.
  • 14:19 - 14:21
    Peccato che quando siamo stati in alto là,
  • 14:21 - 14:24
    la scala è cascata
    e non riusciamo più a tornare giù".
  • 14:24 - 14:27
    Poi arriva un altro pazzo
    che si chiama Gödel,
  • 14:27 - 14:30
    matematico amico di Einstein -
  • 14:30 - 14:35
    Einstein disse "Io vado a lavorare a piedi
    da casa mia all'ufficio di Stanford
  • 14:35 - 14:37
    solo per poter camminare insieme a Gödel".
  • 14:38 - 14:40
    Quindi, se Einstein aveva
    questa stima di Gödel,
  • 14:40 - 14:42
    potremmo dargli retta per due minuti.
  • 14:42 - 14:46
    Gödel a un certo punto postula la teoria,
    il teorema dell'incompletezza,
  • 14:46 - 14:52
    dice cioè che il sistema matematico
    non è autosufficiente, non è conchiuso,
  • 14:52 - 14:55
    ha bisogno di un modello esterno
    per stare in piedi.
  • 14:56 - 14:58
    Ma cosa c'entra questo
    con le neuroscienze?
  • 14:58 - 15:00
    Cosa c'entra questo col nonno Heidegger?
  • 15:00 - 15:01
    C'entra tantissimo.
  • 15:02 - 15:05
    C'entra tantissimo,
    perché quello che noi stiamo scoprendo
  • 15:05 - 15:07
    non è "su".
  • 15:08 - 15:12
    Non è il pensiero
    che ci arrabattiamo tutti
  • 15:12 - 15:14
    a ragionare di trasferire nelle macchine.
  • 15:14 - 15:15
    Quello è il pensiero degli enti:
  • 15:15 - 15:18
    se il buon vecchio Heidegger
    fosse ancora vivo
  • 15:18 - 15:20
    ci darebbe uno scappellotto e ci direbbe:
  • 15:20 - 15:24
    "Non hai capito niente! Quello è
    il pensiero degli enti, è roba facile!".
  • 15:24 - 15:26
    I robot possono già
    assemblare un'automobile,
  • 15:26 - 15:28
    o far volare un aereo,
  • 15:29 - 15:31
    anche se l'idea non vi piace molto.
  • 15:31 - 15:33
    Ma che cos'è che ci rende umani?
  • 15:33 - 15:36
    Qual è la parte del pensiero
    che dobbiamo riscoprire?
  • 15:36 - 15:37
    Non sarà per caso
  • 15:37 - 15:40
    che la parte del pensiero
    che dobbiamo riscoprire sta "giù"?
  • 15:40 - 15:43
    Ma non è un "giù" qualitativo!
  • 15:43 - 15:45
    Non sarà per caso
    che la parte del pensiero
  • 15:45 - 15:48
    che dobbiamo veramente
    riscoprire come umana
  • 15:48 - 15:54
    è quella risposta profonda, istintiva,
    emotiva, mnemonica, biologica -
  • 15:54 - 15:56
    tanto potete usare
    tutti gli aggettivi che volete,
  • 15:56 - 16:00
    ma finché non fate il salto di paradigma,
    finché non girate il tavolo,
  • 16:02 - 16:04
    non lo vedrete mai nella sua interezza.
  • 16:04 - 16:10
    Con la neuroscienza applicata
    noi stiamo scoprendo solo un poco
  • 16:10 - 16:14
    questo intricato rapporto
    di interconnessione
  • 16:14 - 16:17
    tra come il nostro cervello
    risponde all'universo
  • 16:17 - 16:18
    e quello che quell'universo è.
  • 16:18 - 16:20
    E più andiamo avanti, e più lo scopriamo,
  • 16:20 - 16:24
    e più scopriamo che se noi leggiamo
    l'essere umano in trasparenza,
  • 16:24 - 16:27
    siccome lui è fatto
    dell'universo che c'è intorno,
  • 16:29 - 16:34
    quel pensiero che rispecchia l'universo
    non richiede uno sforzo cognitivo.
  • 16:34 - 16:37
    Adesso avete capito perché Heidegger dice
  • 16:37 - 16:40
    che quell'altro tipo
    di pensiero è poetico?
  • 16:41 - 16:44
    Perché quando dice poetico
    lui vuole dire –
  • 16:44 - 16:45
    e lo dice in un altro suo libro -
  • 16:45 - 16:50
    "La verità di una cosa
    succede nella mia testa,
  • 16:50 - 16:53
    come un raggio di sole
    entra in una radura".
  • 16:53 - 16:57
    Il nostro lavoro di esseri umani
    nella neuroscienza applicata
  • 16:57 - 17:00
    si sta rivelando profondamente filosofico
  • 17:00 - 17:07
    perché ci sta costringendo
    a scoprire una interconnessione
  • 17:07 - 17:10
    per la quale non è sufficiente
    la neuroscienza,
  • 17:10 - 17:14
    non è sufficiente il paradigma
    della psicologia cognitiva,
  • 17:14 - 17:17
    non è sufficiente la fisica quantistica:
  • 17:17 - 17:21
    nessuna delle discipline,
    da sola, sarà sufficiente
  • 17:21 - 17:24
    a capire qualcosa in più
    e a gettare una luce.
  • 17:24 - 17:26
    Eppure, l'appello che io vorrei farvi,
  • 17:26 - 17:29
    sulla base del lavoro
    che noi facciamo quotidianamente
  • 17:29 - 17:31
    è prima di tutto un appello umano.
  • 17:33 - 17:35
    Andando via da qui,
  • 17:35 - 17:38
    la mia preghiera
    è la preghiera di ricordarvi
  • 17:38 - 17:41
    che prima di porci il problema
  • 17:41 - 17:44
    di cosa insegneremo ai robot,
    di cosa trasferiremo sulle macchine,
  • 17:44 - 17:46
    di quale sarà il futuro
  • 17:46 - 17:49
    della meravigliosa, mirabolante
    intelligenza artificiale,
  • 17:49 - 17:51
    non sarebbe affatto male
  • 17:51 - 17:54
    se ci focalizzassimo su quello che è
    il nostro pensiero umano.
  • 17:54 - 17:58
    Se accettaste uscendo da qui,
    mettendovi a letto stasera
  • 17:58 - 18:02
    e spegnendo la luce -
    non voglio rovinarvi la serata -
  • 18:02 - 18:04
    e chiudendo gli occhi,
  • 18:04 - 18:08
    che forse nel vostro cervello
    può succedere un miracolo.
  • 18:08 - 18:10
    Ogni istante della vostra vita,
  • 18:10 - 18:13
    il vostro cervello risponde
    in maniera sincrona
  • 18:13 - 18:15
    al mondo e all'universo che vi circondano.
  • 18:15 - 18:19
    E sapete qual è la notizia
    drammaticamente importante?
  • 18:20 - 18:22
    Che se voi preserverete e salverete
  • 18:22 - 18:25
    questa idea di quello che siete
    come esseri umani,
  • 18:26 - 18:30
    dovrete per forza salvare
    l'universo che vi circonda.
  • 18:30 - 18:35
    Perché se quell'universo
    sarà salvato, e sarà integro,
  • 18:35 - 18:38
    integra sarà la vostra parte più umana.
  • 18:39 - 18:42
    Nel salvare voi stessi,
    voi salverete il mondo che vi circonda:
  • 18:43 - 18:45
    però dovrete fare una rivoluzione!
  • 18:45 - 18:48
    Una rivoluzione che, paradossalmente,
  • 18:48 - 18:50
    sta avvenendo dal mondo
    delle neuroscienze.
  • 18:50 - 18:52
    Da una di quelle discipline
  • 18:52 - 18:54
    che viene considerata
    più scientifica in assoluto.
  • 18:54 - 18:58
    Io penso che questo giorno
    non sia così lontano.
  • 18:59 - 19:01
    Penso che questo giorno arriverà.
  • 19:01 - 19:04
    Penso che gli esseri umani
    saranno in grado di recuperare
  • 19:04 - 19:08
    questa dimensione
    del loro pensiero profondo.
  • 19:08 - 19:09
    E quando lo faranno,
  • 19:10 - 19:13
    un robot a cui nel frattempo
    avranno insegnato le buone maniere
  • 19:13 - 19:16
    probabilmente ci offrirà un ottimo drink.
  • 19:16 - 19:17
    Grazie.
  • 19:17 - 19:20
    (Applausi)
Title:
I robot, le buone maniere e il futuro del pensiero (umano) | Mario Ubiali | TEDxUdine
Description:

more » « less
Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
19:28

Italian subtitles

Revisions Compare revisions