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L'orgoglio dell'ospitalità | Episodio 03: Centro Mais Liberdade

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    Faccio parte del movimento
    sin da quando mi hanno tolto la libertà.
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    Da quando ero in carcere
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    ho rivendicato e lottato per i diritti
    delle persone LGBTQIA+.
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    Ti guardano due volte:
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    prima perché sei una donna trans,
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    poi perché hai una cavigliera elettronica.
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    Così già pensi a come la società
    ti veda con occhi diversi.
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    Sono stato in carcere tre anni
    e ho visto persone andare e venire
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    tre, quattro, cinque volte.
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    Una volta fuori ho iniziato
    a lavorare per questa comunità,
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    ho iniziato a lavorare con ex detenuti,
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    e finalmente ho capito
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    che quando sono fuori, qualcuno apre
    i cancelli, e loro non sanno dove andare.
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    Non hanno una famiglia.
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    Quindi la maggior parte
    torna alla prostituzione
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    all’abuso di droghe
    e a non avere una casa.
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    Come possiamo aspettarci e lottare
    per i corsi e la formazione
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    se questa gente
    non ha il minimo indispensabile?
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    Il minimo, ossia un letto, una doccia.
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    Così che, da lì in poi, possano
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    sapere che hanno un posto per dormire,
    per curare la loro igiene,
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    per mangiare, riposarsi…
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    Da lì, sì, possiamo lavorare con i temi
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    della formazione, dell’occupabilità
    del reintegro in società.
  • 1:25 - 1:29
    Con questo lavoro, attraverso questo senso
    questa comprensione,
  • 1:29 - 1:34
    abbiamo iniziato a lottare per questo
    centro, questo rifugio.
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    Qui siamo in grado di offrire
    lo sviluppo di competenze,
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    possiamo offrire una vita.
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    Come ho detto all’inizio, una casa.
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    Guardate, sarà ottimo.
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    Perché finora non avevano
    una fonte di sostegno,
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    vivendo direttamente in strada.
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    Quindi il Centro di riferimento
    darà loro questa opportunità.
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    La darà a noi, intendo.
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    Da quando diamo a questa persona
    delle opportunità
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    e la trattiamo con dignità e rispetto,
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    a prescindere dall’orientamento sessuale,
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    da quel momento possono vedersi
    come un “io”,
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    un essere umano con dei diritti,
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    che merita rispetto e opportunità.
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    Da quel momento in poi possono crescere.
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    Un rifugio e sostegno per me sono
    come l'abbraccio di un padre o una madre.
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    Perché chi viene sostenuto si sente come:
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    “Wow, qualcuno si preoccupa per me.
    Qualcuno è interessato ad aiutarmi.”
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    Per me sostegno e rifugio sono così.
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    L'abbraccio di un padre, una madre,
    una nonna,
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    di un’intera famiglia che abbraccia
    la causa insieme
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    per migliorare la vita di quella persona,
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    a prescindere che sia trans, gay,
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    a prescindere da chi sia.
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    Amore.
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    Amore, no?
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    Per sostenere qualcuno devi amarlo.
  • 3:05 - 3:07
    Il sostegno e il rifugio per me
    significano tanto amore.
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    Devi amarlo davvero così puoi
    stare qui,
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    a dare sostegno…
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    Oh, mi sento molto più felice,
    grazie a Dio.
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    Potermi stendere nel mio letto,
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    avere un'ora per andare a letto,
    svegliarmi e dire:
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    “Ora vado al lavoro.”
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    “Vado a lezione presto stamattina.”
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    È una cosa davvero… Ha un impatto
    su di te, sapete?
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    Perché tutti vorrebbero avere
    una vita normale.
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    Nessuno vuole stare da qualche parte
    con qualcuno che non vuoi avere vicino,
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    a fare cose che non vorresti fare.
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    Tutti vogliono una vita normale.
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    Riuscire a lavorare, studiare.
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    Avere dei bambini, crescerli e dire:
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    “Oh, mio figlio, casa mia, mio marito,
    mia moglie.”
  • 3:44 - 3:46
    Mi sento davvero felice.
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    Preferisco questa vita a qualsiasi altra.
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    Quando vado…
  • 3:57 - 4:00
    Quando vado in un carcere,
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    maschile, femminile…
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    È allora che sento la gente dire:
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    “Oh, voglio andar via,
    voglio essere come te.”
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    “Voglio fare il tuo stesso lavoro.”
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    Quindi vedo l’importanza
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    di avere ex detenuti LGBTQIA+
    in questi spazi.
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    Sono molto orgoglioso di ciò che faccio
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    delle lotte che scelgo,
    le sfide che affronto
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    per difendere queste persone.
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    Quando…
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    Arrivo lì
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    e vedo che si sentono più sicuri,
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    che si sentono rappresentati
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    che...
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    che aspettano di uscire di lì,
    lasciare il mondo del crimine,
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    di...
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    Molti vogliono rendere fiere
    le famiglie che li escludono…
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    Quindi, in questi momenti provo
    molto orgoglio
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    in quel che faccio
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    in tutto il lavoro che svolge
    l’organizzazione per queste persone.
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    Tutto questo lavoro
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    richiede l’aiuto di tante persone,
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    ma richiede anche molte risorse.
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    Quindi…
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    avremo bisogno di molta dedizione
    perché questa cosa funzioni,
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    e continui a funzionare,
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    per riuscire ad aiutare queste persone.
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    La comunità ha il diritto di accedere
    alle risorse per essere cittadini.
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    Le autorità pubbliche devono impegnarsi
    in queste politiche.
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    La popolazione LGBTQIA+
    è fatta di cittadini
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    aventi diritti.
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    Senza l’aiuto del settore pubblico
    nulla può funzionare.
  • 6:06 - 6:08
    Stiamo lavorando proprio
    per mettere a punto questa cosa
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    così che possa funzionare con continuità.
  • 6:11 - 6:15
    Così che il servizio non sia interrotto
    all’improvviso
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    per mancanza di cibo,
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    perché non si può pagare
    la bolletta dell’acqua,
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    perché non ci sono soldi
    per l’assistente sociale,
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    perché non ci sono soldi per la benzina…
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    Senza soldi, senza risorse, senza impegno
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    e senza l’impegno del governo,
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    non solo questo spazio, ma tutti gli spazi
    come questo del Paese…
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    non funzionano.
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    Il mio sogno è che il Centro
    diventi una realtà.
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    Che non rimanga una promessa.
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    Che non sia una promessa,
    una campagna per il governo,
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    o per chiunque altro.
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    Dal momento in cui iniziamo a passare
    del tempo con qualcuno
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    anche se non è della nostra famiglia,
    diventa parte della famiglia.
  • 7:03 - 7:06
    Lo immaginate? Un giorno,
    nel fine settimana arriviamo qui
  • 7:06 - 7:08
    e vediamo tutti qui giocare a calcio.
    Che felicità…
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    E tutti possono nuotare in piscina?
    Mio Dio!
  • 7:12 - 7:14
    Tanta felicità, giusto?
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    Tra cinque, sei o dieci anni…
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    facciamolo durare.
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    Perché allora vedrete le persone
    andare e venire.
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    Lo immaginate?
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    Lasciare qui un avvocato,
    un dottore? Qualcosa…
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    Wow, sarei davvero felice!
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    Il mio sogno è che questo Centro
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    sia bello.
  • 7:39 - 7:40
    Vedo...
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    una sala da pranzo con un lampadario,
  • 7:44 - 7:50
    perché dobbiamo offrire a queste persone
    un servizio di qualità.
  • 7:50 - 7:56
    Dobbiamo smettere di pensare a servizi
    poveri per gente povera.
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    Voglio vedere le camere dove dormiranno
    le persone
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    con un letto comodo, l’aria condizionata,
    le coperte.
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    Non quei brutti letti con gli stracci.
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    Voglio una sala da pranzo dove
    ci si possa sedere e mangiare
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    guardando opere d’arte appese ai muri.
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    Voglio vedere tutto ciò qui all’opera,
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    persone che girano da queste parti
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    chi va a lavorare,
    chi va a un appuntamento.
  • 8:29 - 8:32
    Quindi il mio sogno è che tutto ciò
    si realizzi,
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    prenda vita,
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    e non solo che lo spazio prenda vita,
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    ma che la vita in questo spazio
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    cambi anche la vita
    delle persone che verranno qui.
Title:
L'orgoglio dell'ospitalità | Episodio 03: Centro Mais Liberdade
Description:

Quando sei una persona LGBT+, casa tua può diventare un luogo pericoloso. In Brasile, le case di accoglienza LGBT+ sono protette per chi è vulnerabile e richiede protezione.

Ma come casa di accoglienza LGBT+ è necessario appoggio — e poi non c'è una politica pubblica del governo che sia orientata e garantisca un rifugio alle persone LGBT+.

Nella miniserie Orgulho in Acolher, All Out ha conosciuto quattro organizzazioni di diverse realtà e regioni del paese per raccontare le loro storie di orgoglio e ospitalità.

Per guardare tutti gli episodi e avere maggiori informazioni sulla causa, visita: allout.lgbt/orgulhoemacolher

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Video Language:
Portuguese, Brazilian
Team:
Amplifying Voices
Project:
All Out
Duration:
08:56

Italian subtitles

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