La comunicazione, la chiave dell'integrazione sociale | Meritxell Molina | TEDxValladolid
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0:13 - 0:16Prima di tutto vorrei che guardaste
quest'immagine, -
0:16 - 0:18e che pensaste, per un secondo,
a cosa fareste -
0:18 - 0:21se incontraste una persona
con una reazione simile. -
0:21 - 0:24Una persona con un attacco
di ira, di rabbia, -
0:24 - 0:26o con un comportamento strano.
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0:27 - 0:31E se questa persona non fosse
uno sconosciuto? -
0:31 - 0:34Se fosse vostro fratello,
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0:35 - 0:38un vostro amico, vostro nonno?
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0:38 - 0:40Reagireste allo stesso modo?
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0:41 - 0:44Nel mondo ci sono
più di 11,5 milioni di persone -
0:44 - 0:47che, per una patologia, un disturbo,
o, addirittura, un incidente, -
0:47 - 0:49non possono comunicare.
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0:49 - 0:51Non possono dire
alle persone a cui più tengono -
0:51 - 0:55quello che pensano, che provano,
quello che vogliono in ogni momento. -
0:55 - 0:57Questa incapacità genera
una frustrazione tale -
0:57 - 1:00che queste persone reagiscono così,
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1:00 - 1:03con attacchi di rabbia, di ira,
o, in modo del tutto opposto, -
1:03 - 1:05con l'isolamento più assoluto.
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1:06 - 1:08E il resto delle persone
senza quest'accettazione -
1:08 - 1:10le isoliamo, le mettiamo in disparte,
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1:10 - 1:13in modo cosciente, o incosciente.
Però lo facciamo. -
1:13 - 1:15Fuggiamo da loro.
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1:15 - 1:18Senza renderci conto che la chiave
delle relazioni sociali -
1:18 - 1:19è la comunicazione.
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1:19 - 1:23E' ciò che ci distingue dagli altri
animali. La nostra capacità di comunicare. -
1:23 - 1:25Di essere esseri sociali.
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1:25 - 1:27Comunicare è molto difficile.
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1:27 - 1:29Io lo so bene.
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1:29 - 1:31Ma non conta solo quello che diciamo,
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1:31 - 1:33ma come lo diciamo.
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1:33 - 1:36Ed è proprio nel "come"
comunichiamo, che sta il problema. -
1:36 - 1:38Perché ci fermiamo a questo.
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1:38 - 1:41Ci fermiamo al grido di rabbia,
al pugno contro la parete, -
1:41 - 1:43al giovane che non va a scuola.
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1:43 - 1:46E sono queste imperfezioni
nelle relazioni sociali -
1:46 - 1:50che portano queste persone
all'isolamento assoluto. -
1:51 - 1:53Vorrei presentarvi una persona.
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1:53 - 1:57E' mio zio, Paco.
Paco soffre di schizofrenia. -
1:57 - 2:00La schizofrenia è un disturbo mentale
abbastanza grave -
2:00 - 2:04in cui si immaginano, o si vedono cose
che non esistono nella realtà. -
2:04 - 2:08Lo stesso Paco si inventa cose
che non sono mai successe. -
2:08 - 2:11Inoltre, a causa delle forti medicine,
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2:11 - 2:13Paco sta perdendo poco a poco la parola,
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2:13 - 2:16e per questo è molto difficile
comunicare con lui. -
2:17 - 2:20Posso farvi un esempio
grazie a una delle sue tante manie. -
2:20 - 2:25Due volte al giorno Paco va in bagno,
sempre per lo stesso tempo, -
2:25 - 2:27e comincia a giocare con l'acqua.
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2:27 - 2:30All'inizio lo accettammo
come un altro rituale. -
2:30 - 2:32Ma il problema era
quando usciva dal bagno. -
2:32 - 2:35A volte usciva molto contento,
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2:35 - 2:37altre volte molto arrabbiato.
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2:37 - 2:40Ci urlava contro, voleva colpirci,
ci spingeva. -
2:40 - 2:43Fino a che la situazione
non divenne insostenibile. -
2:44 - 2:48Cercammo di stabilire
un contatto con Paco in mille modi, -
2:48 - 2:49ma Paco non parla,
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2:49 - 2:51non scrive, non sa leggere.
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2:52 - 2:54Finché un giorno mi venne
in mente di disegnare. -
2:54 - 2:56"Disegnare cosa?", direte voi.
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2:56 - 2:59Cominciai a disegnare tutti gli oggetti
che erano attorno a Paco. -
2:59 - 3:00Gli oggetti che erano in bagno,
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3:00 - 3:02quelli che stavano in cucina,
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3:02 - 3:06affinché fosse lui a dirmi
quali lo facevano arrabbiare. -
3:06 - 3:10Anche se può sembrare assurdo,
con questo scambio di immagini, -
3:11 - 3:13Paco ci raccontò quello che provava.
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3:14 - 3:17Ed era sorprendente.
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3:17 - 3:21Ogni volta che entrava in bagno
si immergeva in un'altra realtà. -
3:21 - 3:23Immaginava di essere
nel pieno della Guerra Civile, -
3:23 - 3:26e grazie al modo in cui giocava
con le dita, con le mani, -
3:26 - 3:28immaginava di salire
di grado nella compagnia. -
3:28 - 3:31Cominciava come caporale,
fino a diventare generale. -
3:31 - 3:34Il problema sorgeva
quando lo interrompevamo, ovviamente, -
3:34 - 3:35perché finiva il gioco.
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3:36 - 3:39Da quel giorno non lo abbiamo
mai più interrotto. -
3:39 - 3:42E ci siamo risparmiati
due discussioni al giorno. -
3:42 - 3:46Grazie a questa soluzione
casereccia e improvvisata -
3:46 - 3:48abbiamo trovato la soluzione
ad un problema -
3:48 - 3:50in modo molto concreto.
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3:50 - 3:52Senza rendercene conto,
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3:52 - 3:55quello fu il primo passo
verso una soluzione che aiuterà -
3:55 - 3:58migliaia di persone in tutto il mondo.
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3:58 - 4:01E perché vivo con Paco?
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4:01 - 4:02Affinché capiate perché,
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4:02 - 4:06e, soprattutto, affinché capiate
perché oggi io sia qui, -
4:06 - 4:08devo raccontarvi la mia storia.
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4:08 - 4:11Quando avevo cinque anni
i miei genitori divorziarono, -
4:11 - 4:14e mia madre mi portò via con sé,
separandomi da mio fratello. -
4:15 - 4:17In seguito all'andirivieni
di molti uomini, -
4:17 - 4:20e l'aver messo in chiaro
di non voler fare la madre, -
4:20 - 4:23mi abbandonò come spazzatura.
Con mio fratello, questo è vero. -
4:24 - 4:26Ma la felicità durò poco.
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4:26 - 4:31A otto o nove anni subii
un'aggressione sessuale -
4:31 - 4:33da parte di una persona molto intima.
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4:34 - 4:38La paura, la mia innocenza,
la frustrazione -
4:38 - 4:40mi portarono a isolarmi da tutti.
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4:40 - 4:45Non riuscii a raccontare a nessuno
quello che mi era successo. -
4:45 - 4:47Neanche a mio fratello,
la persona a cui più tenevo. -
4:48 - 4:49Vissi in silenzio,
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4:49 - 4:51come faceva Paco.
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4:51 - 4:55Passarono nove anni,
nove lunghissimi anni di silenzio, -
4:55 - 4:59fino a che a 17 anni riuscii a raccontare
a mio fratello quello che mi era successo. -
4:59 - 5:03E per questo oggi vorrei
dedicare a lui questa conferenza. -
5:03 - 5:06Vorrei dedicargliela...
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5:06 - 5:07per essersi preso cura di me,
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5:08 - 5:10ma, soprattutto, per non avermi giudicata.
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5:10 - 5:14Fu la chiave che aprì la porta
della mia comunicazione. -
5:14 - 5:17Fu la chiave che mi liberò
da tutta quell'agonia -
5:17 - 5:18che mi portavo dentro.
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5:20 - 5:23Però queste due esperienze
mi fecero capire -
5:23 - 5:27che nel mondo ci sono molte persone
con lo stesso problema mio e di Paco. -
5:27 - 5:28E mi ripromisi di aiutarle.
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5:28 - 5:32Quando cominciai a studiare Pedagogia
speciale e a fare il tirocinio, -
5:32 - 5:36incontrai diversi bambini con paralisi
paralisi cerebrale, autismo... -
5:36 - 5:40E così via. Avevano tutti
lo stesso problema: la comunicazione. -
5:40 - 5:42Per questo mi venne in mente
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5:42 - 5:45quel momento che vissi con Paco
di condivisione delle immagini, -
5:45 - 5:48e mi ripromisi di convertire
quel momento in uno strumento, -
5:48 - 5:50uno strumento che fosse davvero utile,
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5:50 - 5:53e che permettesse loro
di comunicare in qualsiasi momento, -
5:53 - 5:55con chiunque.
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5:55 - 5:58Abbiamo cominciato con un prototipo
basato su pittogrammi -
5:59 - 6:03differenziati nei vari contesti nei quali
possa giocare o lavorare il bambino. -
6:03 - 6:05E all'interno di ciascuno
di questi contesti, -
6:05 - 6:08tutti gli elementi di cui possa
necessitare per comunicare. -
6:09 - 6:11Ovviamente, l'abbiamo provato
per primo con Paco, -
6:11 - 6:14e fu un successo.
Ma anche così -
6:14 - 6:16non era del tutto contento.
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6:16 - 6:20Vedeva disegni e pittogrammi
che lo facevano sentire come un bambino. -
6:20 - 6:22Ma non era un bambino.
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6:22 - 6:25Quindi capimmo che se volevamo
che lo strumento fosse davvero funzionale -
6:25 - 6:28dovevamo renderlo
del tutto personalizzabile. -
6:28 - 6:30Doveva contenere i luoghi che visitava,
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6:30 - 6:32la gente che conosceva,
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6:32 - 6:33il cibo che mangiava.
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6:34 - 6:37Solo così si sarebbe sentito
realmente a suo agio. -
6:38 - 6:39Abbiamo realizzato uno studio
-
6:39 - 6:42con più di 150 bambini
della comunità valenciana. -
6:42 - 6:45Eravamo in contatto
con professionisti e genitori. -
6:45 - 6:47Di questo studio,
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6:47 - 6:51quello di cui vorrei parlarvi oggi
è il contatto con le famiglie. -
6:54 - 6:56"Mio figlio non mi vuole bene.
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6:56 - 6:58Non ho saputo essere una buona madre."
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6:59 - 7:01Questo è quanto mi ha detto María.
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7:01 - 7:03María è la madre
di un bambino autistico di cinque anni -
7:03 - 7:05che non ha mai parlato.
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7:05 - 7:09María è stufa di cercare un modo
per poter parlare con suo figlio, -
7:09 - 7:12per sapere cosa gli succede,
cos'è che vorrebbe in ogni momento. -
7:12 - 7:13Però non può.
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7:14 - 7:17"Se almeno mi guardasse
negli occhi", mi ha detto. -
7:18 - 7:20Ma María non è stata l'unica
a commuovermi. -
7:22 - 7:24"Mio figlio sarà sempre inutile."
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7:24 - 7:27Immaginate la frustrazione di un padre
-
7:27 - 7:29per dire che suo figlio,
-
7:29 - 7:31suo figlio, sarà sempre inutile.
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7:31 - 7:34Javier è il padre di un bambino
con paralisi cerebrale, -
7:34 - 7:38che non cammina, non parla
e che ha anche una deficienza visiva. -
7:38 - 7:41Javier si è stancato di cercare
strumenti tecnologici -
7:41 - 7:44per riuscire a comunicare con suo figlio.
-
7:45 - 7:50Mi ha detto: "Non c'è niente che si adatti
a quello che ha mio figlio". -
7:50 - 7:52Javier ha ragione.
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7:52 - 7:54Se visitiamo un sito di applicazioni
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7:54 - 7:57e cerchiamo "Applicazioni
per persone autistiche", -
7:57 - 7:58troviamo 1000 risultati.
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7:58 - 8:01E tutte dicono di avere lo stesso scopo.
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8:01 - 8:05Ma nel mondo ci sono più di 67 milioni
di persone affette da autismo. -
8:05 - 8:10Davvero una singola applicazione statica
aiuterà tutti allo stesso modo? -
8:10 - 8:12Io credo di no.
-
8:12 - 8:15E qui comincia l'evoluzione
del nostro strumento. -
8:16 - 8:19A noi non importava solo
-
8:19 - 8:21quale fosse la patologia,
-
8:21 - 8:24se fosse paralizzato,
se fosse autistico, a che livello. -
8:24 - 8:26Ci importavano molte altre cose.
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8:26 - 8:28Ci importava se soffrisse
di epilessia o no. -
8:28 - 8:32Se avesse un ritardo mentale,
quale fosse il livello del linguaggio. -
8:32 - 8:34Se stavamo lavorando a uno strumento
per la comunicazione -
8:35 - 8:37dovevamo conoscere
ognuno di questi dettagli, -
8:37 - 8:40qual era il loro livello di apprendimento.
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8:40 - 8:42Se volevamo creare davvero
uno strumento unico -
8:42 - 8:44e che si adattasse ad ogni persona.
-
8:45 - 8:46Con tutti questi dati
-
8:46 - 8:48la nostra macchina autogenera
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8:48 - 8:51lo strumento migliore per ogni persona,
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8:51 - 8:53tenendo in conto ogni dettaglio.
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8:54 - 8:56In questo modo genera
diversi pannelli di comunicazione -
8:56 - 8:59che si evolvono
di pari passo con l'utente. -
9:00 - 9:02La macchina è collegata
a una piattaforma -
9:02 - 9:04che non solo memorizza
tutte queste informazioni, -
9:04 - 9:09ma immagazzina anche tutti i materiali,
tutte le immagini, gli audio, i video, -
9:09 - 9:15affinché siano disponibili
per chiunque voglia usare la piattaforma -
9:15 - 9:18rendendo così molto più facile
la personalizzazione, -
9:18 - 9:21rendendo molto più facile far sì
che questo strumento sia unico. -
9:22 - 9:24Un esempio molto semplice:
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9:24 - 9:27un padre che, per esempio,
un giorno va allo zoo -
9:27 - 9:31e fa delle foto
con il tablet a diversi animali. -
9:31 - 9:34Automaticamente queste immagini
arrivano alla piattaforma, -
9:34 - 9:38e sono disponibili per un professore
che, ad esempio, vuole fare -
9:38 - 9:40vuole fare la stessa gita
la settimana successiva. -
9:41 - 9:43Non solo potrà farla vivere
in anticipo al bambino, -
9:43 - 9:46ma quel giorno il bambino
potrà comunicare -
9:46 - 9:50sia con i compagni che con il professore
senza alcun problema. -
9:51 - 9:54Tutto questo grazie all'uso
dell'intelligenza artificiale -
9:54 - 9:56che permette alla macchina
di imparare dal bambino. -
9:56 - 10:00Anche grazie all'uso dei big data
che permettono di memorizzare -
10:00 - 10:05e analizzare una grande quantità di dati
in maniera efficiente. -
10:05 - 10:08Il figlio di Javier continua
a non poter camminare e parlare, -
10:08 - 10:11però ora ha uno strumento
che si adatta alla sua deficienza visiva, -
10:11 - 10:14e che gli consente
di comunicare con suo padre. -
10:15 - 10:18Anche il figlio di María continua
a non poter parlare, -
10:18 - 10:19e raramente guarda negli occhi,
-
10:19 - 10:23però ora potrà dire a sua madre
che vuole i biscotti, e non il succo, -
10:23 - 10:25che vuole andare al parco,
e non in piscina, -
10:25 - 10:28e che è nervoso
perché gli fa male la pancia. -
10:29 - 10:32Nel mondo incontriamo molte,
moltissime persone -
10:32 - 10:36che, senza sapere perché,
si comportano in modo strano, -
10:36 - 10:40si comportano in un modo che sfugge
ai nostri standard di normalità. -
10:40 - 10:42Oggi vorrei dirvi,
se dovesse succedere: -
10:42 - 10:45non isolateli, non evitateli.
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10:46 - 10:50Così come mio fratello fu la mia chiave,
e io stessa lo sono stata per Paco, -
10:50 - 10:53ognuno di voi potrebbe essere
la chiave di qualcun altro. -
10:53 - 10:55La chiave della comunicazione.
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10:55 - 10:58La chiave dell'integrazione sociale.
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10:59 - 11:01Sicuramente lo conoscete tutti.
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11:01 - 11:04È uno dei più grandi geni della storia.
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11:04 - 11:06Però non credo sappiate
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11:06 - 11:09che Einstein cominciò
a parlare solo a quattro anni -
11:09 - 11:11e a scrivere a sette.
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11:11 - 11:14Per questo molti dei suoi maestri
lo definirono un inutile. -
11:14 - 11:17Ma sua madre non si arrese.
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11:18 - 11:22Quando mi aggredirono,
e cominciai a comportarmi in modo strano, -
11:22 - 11:27i miei professori, la mia famiglia,
pensavano che non avrei combinato nulla. -
11:27 - 11:31Oggi ho 22 anni, sono laureata,
sto facendo un master in neuropsicologia, -
11:32 - 11:34ho fondato un'associazione
per persone autistiche, -
11:34 - 11:38e lavoro ogni giorno affinché
persone come il figlio di Javier, -
11:38 - 11:41il figlio di María o Paco
possano comunicare. -
11:41 - 11:44Nel mondo ci sono tanti Einstein,
-
11:44 - 11:46tantissimi Einstein da scoprire.
-
11:46 - 11:49E il nostro compito è fare in modo
che nessuno resti indietro. -
11:49 - 11:50Grazie mille.
-
11:50 - 11:54(Applausi)
-
11:57 - 11:58Grazie.
- Title:
- La comunicazione, la chiave dell'integrazione sociale | Meritxell Molina | TEDxValladolid
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Questo è un talk di un evento TEDx locale, prodotto indipendentemente dalle Conferenze TED.
Il silenzio e le imperfezioni nella comunicazione portano, oggigiorno, milioni di persone all'isolamento assoluto. Meritxell, in una conferenza coraggiosa, di impatto e ispirazione, ci spiega come, tra le difficili esperienze vissute durante l'infanzia e l'adolescenza, decise di dedicare la sua vita a trovare una soluzione ai diversi problemi della comunicazione, in particolar modo l'autismo, utilizzando la tecnologia di ultima generazione per offrire una possibilità di integrazione sociale a milioni di persone isolate.
Docente e innovatrice sociale, da poco laureatasi in scienze dell'educazione e appassionata di tecnologia e psicologia, Merixtell si dedica al mondo dell'apprendimento sociale allo scopo di porre la tecnologia al servizio delle persone con disabilità per rendere la loro integrazione reale. Fondatrice e presidente di AANTEA, un'associazione dedicata alla creazione di progetti e programmi per persone affette da TEA, e fondatrice di PictoConnection, collabora con Inny.cat a Barcellona.
- Video Language:
- Spanish
- Team:
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- Project:
- TEDxTalks
- Duration:
- 12:23
