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Doreen Garner on Her Own Terms | Art21 "New York Close Up"

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    Sto avendo più conversazioni
    con Dio la mattina
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    e spesso è come
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    fumare erba e parlare allo specchio.
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    Molti dei miei lavori più significativi
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    riguardano quelle conversazioni.
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    DOREEN GARNER
    A PAROLE SUE
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    Dal lockdown ho cambiato molto
    in termini di materiali.
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    Sono diventata ben consapevole
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    riguardo a come le persone nere
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    vengono viste in quanto
    a corpi negli spazi pubblici,
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    soprattutto se alludono
    a qualsiasi forma di violenza.
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    Quindi le mie sculture
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    di solito finiscono per sembrare
    abbastanza violente,
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    grottesche o in qualunque modo
    si vogliano descrivere.
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    Così non volevo danneggiare nessuno
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    anche prima del Covid
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    e per come la morte delle persone nere
    veniva trasmessa in tv lo scorso anno.
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    Quindi sto cambiando il tono
    dal punto di vista dei materiali.
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    Lavoro di più con carne bianca,
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    con la malattia e la tossicità.
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    Cose leggere!
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    Esatto!
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    Adesso sto facendo delle colate
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    per un pezzo al quale sto lavorando.
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    È una serie di pezzi e sto iniziando
    con una delle due bandiere.
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    Sono fatte di carne.
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    L'idea è quella di creare una pelle bianca
    e malata anteriormente,
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    componendo le bandiere
    dei paesi colonizzatori
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    e mettendo dei corpi di persone nere
    nella parte di dietro
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    che sono coperti di sangue e accatastati.
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    Le due bandiere alle quali sto lavorando
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    sono quella inglese e quella portoghese.
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    Perché hai scelto queste due?
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    Sono solo due delle bandiere
    di alcuni paesi
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    che guidavano
    la tratta transatlantica degli schiavi.
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    Questi due pezzi andranno in Austria
    per una mostra personale
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    e non voglio mettere un gruppo
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    di soli corpi neri insanguinati
    come intrattenimento.
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    Voglio che i bianchi pensino
    al fatto di essere bianchi
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    che si aggiunge al razzismo
    che abbiamo subito nel mondo
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    oltre il fatto che loro pensino
    di esserne coinvolti o meno.
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    Molti europei dicono di non esserlo,
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    ma tutto è partito da loro.
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    Questo pezzo è come una parte di vaiolo
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    e questo è più come la sifilide.
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    Lavorando adesso con carne bianca,
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    è molto difficile
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    per aggiunstare i colori e bilanciarli.
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    C'è stato un cambiamento drastico
    nella mia palette di colori
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    e nel cercare di trovare
    cosa sembra umano.
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    Mi sono sentita molto frustrata
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    cercando di ottenere
    la gius.ta tonalità di bianco.
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    Parlandone con la mia amica Nene
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    e lei disse di capirmi alla perfezione
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    perché per molto tempo erano loro
    a sbagliare il colore della nostra pelle.
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    E questo fa venire i brividi
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    se penso a tutti i modi
    in cui le persone nere
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    sono state rappresentate male
    esteticamente.
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    Rappresentazioni completamente
    sbagliate e offensive.
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    Per me è davvero assurdo
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    cercare attivamente di trovare
    la loro giusta tonalità
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    quando da parte loro non c'è stata
    la stessa considerazione
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    nei modi in cui ci rappresentavano.
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    IL PALLIDO, 2020
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    Il pezzo che ho fatto per Basel
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    si concentrava maggiormente
    sulla bianchezza.
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    Concentrandosi sulla bianchezza,
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    la gente l'ha interpretato
    come più astratto
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    e non è stato ancora venduto.
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    Non dico che non verrà venduto,
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    ma penso al fatto che
    altri pezzi che ho fatto
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    e che erano composti da corpi neri,
    sono stati venduti più velocemente.
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    È qualcosa di cui bisognerebbe riflettere
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    C'è qualcosa nel mondo
    dell'arte che ti fa sentire
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    che ci sia qualche frizione o conflitto?
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    Non voglio criticare il mondo dell'arte.
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    Solo che a volte mi fa sentire
    estremamente scomoda.
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    E questo può sfociare
    in ansia sociale alle mostre
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    o nello stare sveglia la notte
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    cercando di preparare documenti
    per una candidatura
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    per la quale potrei essere rifiutata.
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    Cosa tutto questo mi provoca.
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    È come un prepararsi
    costantemente al rifiuto.
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    Sembra tutto
    pericoloso psicologicamente.
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    Penso che sia per questo
    che mi piace tatuare,
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    perché non devo più pensare
    a tutto questo.
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    È solo un interagire con quella persona
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    per qualche ora.
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    Non è legato all'accettazione
    o al rifiuto.
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    - Sei pronta Debbie?
    - Fa
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Title:
Doreen Garner on Her Own Terms | Art21 "New York Close Up"
Description:

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Video Language:
English
Team:
Art21
Project:
"New York Close Up" series
Duration:
09:00

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