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Nina Tandon: L'ingegneria dei tessuti è forse una medicina personalizzata?

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    Vorrei mostrarvi un video di alcuni modelli
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    con cui lavoro.
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    Sono tutti della taglia perfetta e non hanno un filo di grasso.
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    Vi ho già detto che sono stupendi?
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    E che sono modelli scientifici?
    (Risate)
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    Come avrete certamente capito, sono un ingegnere dei tessuti,
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    e questo è un video di una parte del cuore
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    che ho creato in laboratorio.
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    E speriamo che un giorno questi tessuti
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    possano servire come pezzi di ricambio del corpo umano.
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    Oggi vi racconterò
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    come questi tessuti possono diventare modelli eccezionali.
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    Pensiamo al processo di screening farmacologico.
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    Si va dalla formulazione farmaceutica, ai test in laboratorio e a quelli su animali,
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    e infine agli esperimenti clinici, che potremmo chiamare test umani,
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    prima della commercializzazione del farmaco.
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    È un processo costoso che richiede molto tempo,
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    e, a volte, anche quando un farmaco arriva sul mercato,
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    agisce in modi imprevedibili e può davvero causare danni alle persone.
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    E più tardi succede, peggiori saranno le conseguenze.
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    Alla fine tutto si riduce a due fattori.
    Primo, gli esseri umani non sono topi,
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    e secondo, nonostante le incredibili somiglianze tra di noi,
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    quelle minuscole differenze tra voi e me
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    hanno un enorme impatto su come metabolizziamo i farmaci
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    e su come tali farmaci agiscono in noi.
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    E se disponessimo di modelli migliori in laboratorio
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    che non solo possano imitarci meglio dei topi
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    ma che possano anche riflettere le nostre diversità?
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    Vediamo come possiamo farlo con l’ingegneria tissutale.
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    Una delle tecnologie chiave, davvero importanti,
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    sono le cellule staminali pluripotenti indotte.
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    Sono state sviluppate in Giappone di recente.
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    Bene, le cellule staminali pluripotenti indotte
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    sono molto simili alle cellule staminali embrioniche
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    ma non sono oggetto di forti controversie.
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    Induciamo cellule, ad esempio cellule cutanee,
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    aggiungendo qualche gene in esse, eseguendo prima delle colture,
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    e infine dei prelievi.
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    Si tratta quindi di cellule cutanee che possono essere “imbrogliate”
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    e portate a uno stato embrionale come in una sorta di amnesia cellulare.
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    Quindi senza dar adito a controversie, ed è questo il primo aspetto entusiasmante.
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    Il secondo aspetto entusiasmante è la possibilità di far crescere qualsiasi tipo di tessuto
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    pertendo da esse: cervello, cuore, fegato - mi spiego? --
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    ma a partire dalle vostre stesse cellule.
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    Quindi, possiamo costruire un modello del vostro cuore, del vostro cervello
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    in un chip.
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    La generazione di tessuti di densità e comportamento prevedibili
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    è il secondo fattore, e sarà fondamentale
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    per l’adozione di questi modelli nella scoperta di nuovi farmaci.
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    Questo è lo schema di un bioreattore in fase di sviluppo nel nostro laboratorio
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    che consentirà di creare tessuti in modo più scalabile e modulare.
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    Andando avanti, immaginate una versione decisamente analoga di questo
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    con migliaia di pezzi di tessuti umani.
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    Sarà come avere un esperimento clinico in un chip.
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    Un’altra cosa che riguarda queste cellule staminali pluripotenti indotte
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    è che se prendiamo delle cellule cutanee,
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    ad esempio da persone con una malattia genetica,
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    e da queste creiamo dei tessuti,
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    possiamo addirittura utilizzare tecniche di ingegneria tissutale
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    per generare dei modelli di quelle malattie in laboratorio.
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    Ecco un esempio dal laboratorio di Kevin Eggan a Harvard.
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    Eggan ha generato dei neuroni
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    da queste cellule staminali pluripotenti indotte,
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    prelevate da pazienti che hanno il morbo di Lou Gehrig,
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    e le ha poi differenziate in neuroni; ciò che è sorprendente
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    è che anche questi neuroni mostrano i sintomi della malattia.
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    Quindi, con modelli come questi, possiamo lottare contro le malattie
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    più velocemente che mai e capire la malattia meglio
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    di quanto abbiamo mai fatto prima, e forse anche scoprire farmaci più velocemente.
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    Ecco un altro esempio di cellule staminali specifiche per paziente
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    prodotte da una persona affetta da retinite pigmentosa.
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    Si tratta di una degenerazione della retina;
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    è una malattia presente nella mia famiglia e speriamo davvero
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    che cellule come queste possano aiutarci a trovare una cura.
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    C’è dunque chi ritiene che questi modelli funzionino bene,
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    ma si chiede se sono efficaci quanto i topi.
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    Dopo tutto, il topo è un organismo intero,
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    con una rete interagente di organi.
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    Un farmaco per il cuore può venire metabolizzato nel fegato,
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    e alcuni prodotti derivati potrebbero essere immagazzinati nel grasso.
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    Non si perde tutto questo con dei modelli di ingegneria tissutale?
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    Beh, è un'altra tendenza in questo campo.
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    Grazie all’utilizzo combinato delle tecniche di ingegneria tissutale e dei micro-fluidi,
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    il campo sta appunto evolvendosi in quella direzione,
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    alla ricerca di un modello dell’intero ecosistema del corpo,
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    completo di più sistemi di organi per poter testare
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    come un farmaco per la pressione sanguigna
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    possa influire sul fegato o un antidepressivo possa avere effetti sul cuore.
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    Questi sistemi sono molto difficili da costruire, ma siamo solo agli inizi,
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    quindi, state all’erta.
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    E non è tutto, perché quando un farmaco viene approvato,
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    le tecniche di ingegneria dei tessuti possono davvero aiutarci a sviluppare trattamenti più personalizzati.
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    Questo è un esempio che potrebbe starvi a cuore un giorno,
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    e spero che non accada mai,
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    perché immaginate che un giorno vi chiamino
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    per darvi la brutta notizia di un tumore.
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    Non vorreste fare dei test per vedere se quei farmaci tumorali
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    che assumerete funzioneranno con il vostro tumore?
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    Ecco un esempio dal laboratorio di Karen Burg,
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    dove si stanno utilizzando tecnologie a getto d’inchiostro per stampare cellule tumorali mammarie
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    e studiarne la progressione e i trattamenti.
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    Alcuni dei nostri colleghi a Tufts mescolano modelli
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    come questi con ossa ricavate dall'ingegneria tissutale per vedere come il tumore
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    possa diffondersi da una parte all’altra del corpo;
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    potete immaginare questi tipi di chip multi-tissutali
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    come la prossima generazione di questi tipi di studi.
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    E così ripensando ai modelli appena discussi,
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    potete vedere che, andando avanti, l’ingegneria tissutale
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    è in realtà pronta per promuovere una rivoluzione degli screening farmaceutici
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    in ogni singola fase del percorso:
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    creazione di modelli di malattie per formulazioni farmaceutiche migliori,
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    modelli di tessuti umani decisamente analoghi per consentire di rivoluzionare i test in laboratorio,
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    riduzione dei test su animali e umani negli esperimenti clinici,
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    e terapie individualizzate che scombussolano
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    quello che addirittura fatichiamo a considerare un mercato.
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    Essenzialmente, stiamo accelerando in modo drastico il feedback
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    tra lo sviluppo di una molecola e la comprensione
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    su come agisce sul corpo umano.
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    Il nostro processo su come farlo sta essenzialmente trasformando
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    la biotecnologia e la farmacologia in una tecnologia informatica,
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    in grado di aiutarci a scoprire e valutare i farmaci in modo più veloce,
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    economico ed efficace.
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    Dà un nuovo significato ai modelli contro la sperimentazione sugli animali, non è vero?
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    Grazie.
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Title:
Nina Tandon: L'ingegneria dei tessuti è forse una medicina personalizzata?
Speaker:
Nina Tandon
Description:

Ognuno dei nostri corpi è davvero qualcosa di unico e questo è un pensiero meraviglioso fino a che non si tratta di curare una malattia -- quando cioè ognuno di noi reagisce in modo diverso, spesso imprevedibile, ai trattamenti standard. L’ingegnere dei tessuti Nina Tandon parla di una possibile soluzione: l’utilizzo di cellule staminali pluripotenti per creare modelli personalizzati di organi su cui testare nuovi farmaci e trattamenti e archiviarli in chip di computer. Chiamatela pure medicina estremamente personalizzata.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
06:19

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