Alfredo Jaar: Gramsci & Pasolini | Art21 "Exclusive"

Episodio #026: Alfredo Jaar nella sua installazione "Cella infinita" (2004) a Santiago, Cile, e opere varie.

Attraverso installazioni, fotografie, e progetti basati nella comunità, Alfredo Jaar esplora la desensibilizzazione del pubblico nei confronti delle immagini e le limitazioni dell'arte a rappresentare eventi come genocidi, epidemie e carestie. Le opere di Jaar rendono testimonianza ai conflitti militari, alla corruzione politica, ed agli squilibri di potere trai paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo, spesso sotto forma di una meditazione prolungata o elegia.

Alfredo Jaar è protagonista dell'episodio intitolato "Protesta dell'Arte:21" nella quarta stagione (2007) della serie televisiva Arte nel Ventesimo Secolo, in onda su PBS.

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Scopri di più su Alfredo Jaar: http://www.art21.org/artists/alfredo-jaar

VIDEO | Produzione: Susan Sollins & Nick Ravich. Fotografia: Bob Elfstrom. Suono: Ray Day. Montaggio: Lizzie Donahue. Opere d'arte: Alfredo Jaar. Ringraziamenti: Fundación Telefónica, Santiago, Chile.

Ci sono due pensatori italiani che ammiro enormemente – Antonio Gramsci e Pier Paolo Pasolini.

Fui invitato a una serie di mostre in Italia l'anno
scorso. E volli fare un omaggio ad entrambi.

Nel mondo della cultura di oggi,
mi mancano Gramsci e Pasolini.

Gramsci perché egli fu uno dei primi pensatori che davvero credettero nel potere della cultura di influenzare la vita,

di influenzare la vita sociale, di influenzare la vita politica.

E Pasolini era un artista come nessun altro.

È stato un pensatore, un regista, un poeta, uno scrittore,
un critico. Scriveva e lavorava in tutte le direzioni.

E mi mancano oggi Gramsci e Pasolini.

Quello che mi ha ispirato questo pezzo in
particolare era in uno dei brani di Pasolini.

Egli dice che la cultura è una prigione.

E noi intellettuali dobbiamo uscire da quella prigione.

Basta io che parlo con te e tu che parli con me.

Io che ti applaudo e tu che mi applaudi. Usciamo.
Cerchiamo di raggiungere un pubblico più vasto.

E mi sono reso conto che questo avrebbe
potuto essere il mio motto per molti, moltissimi anni.

E in questi ultimi 25 anni, ho sempre
cercato diversi modi di comunicazione.

E ogni opera usa una diversa strategia di comunicazione,
al fine di raggiungere un pubblico più vasto.

In modo da avere un senso.