TED Global 2013 Found in Translation Pico Iyer

In questa sessione del Found in Translation, Pico conduce una discussione sull'esistenza dell'estraneità. La tensione esistente fra la diffusione delle tecnologie, la maggior interazione, l'aumento della mescolanza fra le lingue, ed il concetto che trovare settori completamente estranei sta diventando sempre più difficile.
Ma è vero che il mondo sta crescendo in maniera omogenea oppure è pieno di estraneità, più di quanto non lo fosse stato prima? I traduttori, grazie al loro lavoro con i TED Talks, offrono una grande opportunità di preservare e rivivere lingue e culture messe in pericolo da politici e demografici.

Buongiorno. Sono Doug Chilcott.

Benvenuti al TEDGlobal 2013
e all'Open Translation Lounge.

Questa mattina abbiamo Pico Iyer,

che ha vissuto e lavorato
intersecando diverse culture,

un tema ideale
per il nostro dibattito odierno,

qui all'Open Translation Lounge.

Sono qui con noi oggi Tariq
dallo Sri Lanka, Kinga dalla Polonia,

Amaranta dalla Spagna, e in remoto

Nafissa, speaker uzbeco a New York,

Sergio dal Portogallo,

Arpiné dall'Armenia,

e Meric, speaker turco
in collegamento dalla California.

Benvenuti a tutti.

- Grazie.
- Salve.

- Il tema di oggi, molto appropriato
per l'Open Translation Lounge,

è la domanda:
"l'estraneità è estinta?".

Pico, si parla molto
di come la tecnologia, i trasporti

e la globalizzazione
abbiamo reso tutto più accessibile,

e di come le culture e le lingue
si stiano fondendo le une con le altre.

Cosa ne pensi? È veramente così?

- Se domani scendessi dall'aereo
in India, ad Haiti o nello Yemen,

ti sentiresti più fuori luogo, disorientato

ed insicuro che mai.

Le multinazionali hanno i loro vantaggi

nel dire che l'estraneità non esiste.

So che la CNN non utilizza
mai la parola "straniero",

e mi ricordo di una vecchia campagna
pubblicitaria della IBM che diceva:

"La parola 'straniero' è di per sé estranea",

e mi sembra che
la United Airlines faccia lo stesso.

È vero che oggi la gente

ha in sé molti più paesi,

pensiamo all'archetipo dell'uomo globale,
ad esempio Barack Obama,

non è del tutto straniero
in Kenya, in Indonesia o negli USA.

In parte è di casa in tutto il mondo.
In questo senso, si sta sgretolando.

La cosa interessante,
secondo me, è che il significato di casa

e quello di estraneità
sono in continuo cambiamento.

Stanno cambiando, ma sono sempre presenti.

A volte il cambiamento è sconcertante.

- Rivolgo la domanda
agli altri traduttori.

Provenite tutti da culture differenti.

Siete collegati poiché traducete TEDTalk

nelle vostre lingue e culture.

Spesso percepiamo qualcosa come estraneo,

in genere luoghi o esperienze,

ma a volte le idee stesse
possono risultare estranee.

Per un traduttore,
un'idea può essere estranea?

- Sicuramente un'idea può essere estranea.

Ad esempio, traducendo talk
in uzbeco, traduco solo

le parole significative
per la cultura e la comunità uzbeca

perché alcuni talk
possono essere indirizzati,

volutamente o no, alla cultura americana,

o alla cultura europea.

Alcune cose non hanno
senso nella mia cultura.

Quando traduco, la circostanza,
l'idea stessa possono risultare estranee,

pertanto non le traduco.

- Mi stavo chiedendo,
quando traducete un talk

e trovate una parola
che è così estranea

da non esistere
nella vostra lingua o cultura,

come risolvete la questione?

Amaranta?

- In genere si mantiene
la parola originale e la si spiega.

È una maniera
di arricchire la propria lingua.

Credo che molte parole siano intraducibili

nel senso che ciascuna parola,

passando da una lingua ad un'altra,

improvvisamente assume
una connotazione differente.

Può spaventare, ma è anche fenomenale.

- Splendido.

La tecnologia, a dire il vero,
ci ha messi in contatto

con un mondo fino ad ora a noi estraneo.

Tutto è accessibile.

Mi chiedo se, nel caso del linguaggio,

la tecnologia abbia contribuito
a preservarne determinati aspetti?

- Molte lingue in pericolo
possono sopravvivere

per i posteri grazie alla tecnologia, cosa
che non succederebbe in un contesto umano.

- Straniero è una parola strana.

Implica quasi un giudizio.

Per un americano, una lingua straniera
ha sempre rappresentato un qualcosa

di esotico e diverso dall'inglese,
e non so come questo si traduca.

- Ho vissuto 25 anni in Giappone,

e mi sembra ancora
il posto più strano del mondo.

Ma questo rappresenta parte
del suo fascino e del suo incanto.

- Cosa ne pensi, Arpiné?

- Stavo pensando
a qualcosa che non ha a che fare

con un luogo in particolare,
o un paese, ma con la gente.

Ci si può sentire stranieri
nel proprio o in un altro paese

che si sta visitando,

si può sentire estraneità
in compagnia di persone diverse da noi.

Il loro modo di pensare, i loro valori,

questa è la maggior estraneità.

Non ha a che fare con un luogo preciso.

Sono le persone quelle
con cui possiamo sentirci estranei.

- Grazie. Nafissa?

- Ciò che sento più estraneo
sono proprio le mie tradizioni,

perché ho cominciato
a viaggiare molto presto.

Al ritorno non si è mai
la stessa persona di prima.

Dopo aver visto il mondo,
essere stati in posti differenti,

tutti questi paesi diventano reali.

E quando tornai nella mia città
la prima volta, mi sentii estranea.

La cultura e tutto il resto.

È stato uno shock tornare
piuttosto che continuare a viaggiare.

Grazie a questa esperienza interessante,
ho capito quanto cambiamo ogni giorno,

quanto le nostre tradizioni diventino
a noi estranee perché cambiamo.

- Kinga?

- Credo sia stata la prima volta
che sono andata in America.

Il modo in cui la gente
si relaziona per la strada,

chiunque può avvicinarsi
e cominciare a chiacchierare.

Se succedesse in Polonia, la gente
penserebbe "Cosa vuole questo da me?".

Poi, ritornata in Polonia,

ho cercato di comportarmi così
e mi sono resa conto che la gente reagiva

esattamente come
avrei reagito io qualche mese prima.

Ero cambiata e avevo cominciato
ad avere altre aspettative.

- Per quanto riguarda il futuro, Pico,

hai un'opinione diversa dagli altri

ossia che potremmo avere tre lingue.

È un po' come con le multinazionali.

Assumeranno il controllo
di tutta la nazione, di tutto il pianeta,

e noi ci dissolveremo in tre gruppi.

Vorrei approfondire questo tema:
come ci stiamo preparando per il futuro.

Cosa pensi?

- Sapevo che il mondo sarebbe cambiato
rispetto a com'era sempre stato nel passato.

E anche se tutti i presenti
parlano inglese, tra 20 anni,

un polacco...

Ecco, prendiamo un mongolo, un norvegese

ed un boliviano, tutti parlano inglese,

penso che sarebbero tanto diversi

come quando parlavano
il mogolo, il norvegese e lo spagnolo,

perché dipende dai valori,
dall'accezione di ciascuna parola,

e dal modo di usare l'inglese,
importandovi le proprie espressioni.

Non credo
che il mondo diventerà più omogeneo.

La diversità acquisterà
una forma differente.

- Le lingue non sono gli ultimi baluardi
contro la scomparsa delle culture?

- Non credo.

Questo è quello che pensano i traduttori.

Facendo avanti e indietro fra Inghilterra
ed America per tutta la mia vita,

ho scoperto che sono
reciprocamente inaccessibili.

In un primo momento, credevo
che parlassero la stessa lingua.

Quanto più facevo il pendolare,
tanto più mi rendevo conto che parlano

due lingue completamente diverse
che si chiamano entrambe inglese.

- Solo una domanda.

Quando parlavi di queste ditte
e delle loro campagne pubblicitarie

contro la parola "straniero", sembra
che gli diano una connotazione negativa.

Per me la parola straniero
possiede un certo fascino, invece.

Preferisco pensare al mondo estero
come ad un mondo più interessante.

Lo stanno evitando perché sarebbe peggio.

Com'è possibile,
perché queste aspettative,

questi giudizi di buono o cattivo
collegati con ciò che è straniero?

- Credo tu abbia toccato
il problema principale del nostro pianeta

a cui stiamo assistendo oggi, ovvero
alcuni sono attratti dalla diversità

come te, mentre altri provano
avversione nei confronti della diversità

e vogliono starne alla larga.

Ma le multinazionali credo che
vogliano dire che sono arrivate ovunque.

E Starbucks sarà in grado
di raggiungere 200 paesi

sempre con lo stesso prodotto.

Ma noi, individui, desideriamo che i paesi

mantengano le loro diversità.

In questo modo i loro obbiettivi
sono completamente opposti ai nostri.

Sono completamente d'accordo con te.

Adoro la diversità.

Ho sempre desiderato di
essere circondato dal diverso.

- Qualcuno dei traduttori
ha una domanda per Pico?

Ci sono domande?

- Vorrei condividere questa sensazione

che mi sembra
di condividere con altri presenti:

la bellezza risiede nella singolarità.

Esistono dei valori anche nella mescolanza.

Normalmente una società multiculturale

dovrebbe avere meno pregiudizi,
essere più tollerante, vorrei sperare.

Ma c'è anche una bellezza
incredibile nella peculiarità.

Sono stato di recente in Germania,
nella regione della foresta nera.

e i posti che ho apprezzato di più
erano quelli più unici.

Erano più speciali, più pittoreschi.

Nelle grandi città
tutto ciò resta anonimo,

si potrebbe essere
in qualsiasi parte del mondo.

Credo che dovremmo aspirare

ad essere diversi
e a preservare la particolarità.

- Adoro quello che dici.

E il mio è il più grande sentimento
di globalità che il mondo possa ricevere,

il potere del particolare è il più forte,
come hai appena detto.

Quei villaggi tedeschi hanno qualcosa
d'incomparabile con altri paesi d' America

o della Cina o del Giappone.

Molti di noi indossano jeans, magliette,

tutti parliamo inglese,

e siamo più unici che mai.

Tutti siamo in grado di andare
oltre le varie singole culture,

pur essendo così differenti fra noi,

e questa è la bellezza
del mondo contemporaneo.

- Abbiamo detto
che hai vissuto in Giappone,

hai descritto il Giappone
come il paese più strano del mondo.

Puoi parlarcene e spiegarci perché?

- Tutto è al contrario laggiù.

La gente si lava di sera
invece che di mattina,

gli interruttori della luce
funzionano al contrario.

Persino all'aeroporto

i nastri trasportatori delle valigie
si muovono al contrario.

E questo è quello che amo.

È un discorso coerente.

Adoro il fatto che sia totalmente diverso
dalle cose che conoscevo in Inghilterra

e negli Stati Uniti.

- Pensi che a prescindere dalle differenze

esistano dei valori umani universali

o una natura umana universale,

o pensi che siamo diversi
anche nei nostri desideri

o nella maniera di vedere il mondo?

- Bella domanda.
Penso che tu abbia ragione.

A livello di maniere,
usanze e relazioni sociali,

è diverso.

Ma nel profondo esattamente lo stesso.

Ho una moglie giapponese e se litighiamo,

lei è molto silenziosa, molto diversa
rispetto al modo di fare di altre culture.

Tuttavia, anche lei si arrabbierebbe
come qualsiasi altra donna

di qualsiasi altra cultura
farebbe in certe situazioni.

Quello che ritengo interessante
del Giappone o di altre culture

è la mescolanza
di varie componenti come la diversità

e familiarità,
e l'armonia tra le due.

A prima vista, i giapponesi tendono
a non mostrare le loro emozioni,

sembrano molto diversi,
ma le emozioni che provano

sono esattamente le stesse in Spagna o negli USA.

- Ne dubito.

- Non pensi
che siano universali? Interessante.

- Alcune cose di base sono universali.

Ma altre no.

Non si tratta solo di costumi.

Anche la stessa esperienza amorosa,

la rabbia, o gli obbiettivi
della vita possono essere diversi.

- Interessante.

- Solo che non so ancora in che modo.

- Questo rende il lavoro
del traduttore ancora più interessante ,

perché la parola "love"
in inglese, tradotta allo spagnolo,

non è semplicemente "amor".

È un qualcosa che va oltre.

- Grazie mille per la vostra partecipazione.

La prima sessione sta per cominciare,

voglio assicurarmi
che arriviate puntuali in teatro.

Grazie Pico per essere venuto.
Siamo ansiosi di sentire il tuo discorso.

Grazie mille. Arrivederci.

(Applausi).