Il futuro delle nazioni: Parag Khanna
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0:00 - 0:03Viviamo in un mondo senza confini?
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0:03 - 0:06Prima di rispondere, date un'occhiata a questa mappa.
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0:06 - 0:08La cartina politica attuale mostra
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0:08 - 0:11la presenza, nel mondo attuale, di più di 200 paesi.
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0:11 - 0:14È probabilmente il numero più alto degli ultimi secoli.
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0:14 - 0:16Molti di voi dissentiranno, ora.
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0:16 - 0:19Per voi, il mondo è descritto meglio da quest'altra mappa.
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0:19 - 0:21Potreste chiamarlo TEDistan.
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0:21 - 0:23Nel TEDistan non ci sono confini,
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0:23 - 0:26solo spazi connessi e spazi non connessi.
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0:26 - 0:30Molti di voi, probabilmente, vivono in uno dei 40 puntini
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0:30 - 0:32su questo schermo, tra molti altri,
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0:32 - 0:35in cui si produce il 90% dell'economia mondiale.
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0:35 - 0:39Parliamo però di quel 90% della popolazione mondiale
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0:39 - 0:42che invece non lascerà mai il paese dove è nata.
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0:42 - 0:47Per loro le nazioni, i paesi, le barriere, i confini sono ancora molto importanti,
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0:47 - 0:50spesso violentemente importanti.
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0:50 - 0:52Qui a TED cerchiamo di risolvere alcuni dei grandi
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0:52 - 0:54enigmi della scienza e i misteri dell'Universo.
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0:54 - 0:57Beh, ecco un problema non ancora risolto:
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0:57 - 0:59la nostra geografia politica di base.
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0:59 - 1:02Come ci distribuiamo, in giro per il mondo?
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1:02 - 1:05È una domanda importante, perché le dispute di confine
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1:05 - 1:08giustificano molto dell'apparato industrial-militare mondiale.
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1:08 - 1:10Le dispute di confine possono allontanarci
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1:10 - 1:13moltissimo dal progresso che qui speriamo di raggiungere.
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1:13 - 1:15Dobbiamo quindi, secondo me, capire più a fondo
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1:15 - 1:17come le persone, il denaro, il potere,
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1:17 - 1:20la religione, la cultura e la tecnologia
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1:20 - 1:22interagiscono nel cambiare la mappa del mondo.
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1:22 - 1:24E possiamo provare a prevedere questi cambiamenti,
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1:24 - 1:27dando loro una direzione più costruttiva.
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1:27 - 1:29Ora guarderemo alcune mappe del passato,
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1:29 - 1:32del presente, e alcune altre mappe che non avete mai visto,
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1:32 - 1:35per capire in che direzione stiamo andando.
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1:35 - 1:38Cominciamo col mondo del 1945.
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1:38 - 1:41Nel 1945, il mondo era diviso in soli 100 paesi.
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1:41 - 1:44Dopo la seconda guerra mondiale, l'Europa era devastata,
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1:44 - 1:47ma ancora deteneva grandi domini coloniali:
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1:47 - 1:51l'Africa occidentale francese, l'Africa orientale britannica, l'Asia del sud, etc.
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1:51 - 1:53Poi, dalla fine degli anni 40,
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1:53 - 1:55gli anni '50, '60, '70 e 80
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1:55 - 1:57videro varie ondate di decolonizzazione.
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1:57 - 1:59Nacquero più di 50 nuovi paesi.
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1:59 - 2:01Potete notare la frammentazione dell'Africa.
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2:01 - 2:05L'India, il Pakistan, il Bangladesh, molte nuove nazioni nel sud-est asiatico.
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2:05 - 2:09Poi arrivò la fine della guerra fredda.
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2:09 - 2:12E la disintegrazione dell'Unione Sovietica.
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2:12 - 2:15Nacquero nuovi stati in Europa dell'est,
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2:15 - 2:17le ex-repubbliche jugoslave nei Balcani,
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2:17 - 2:20e i vari "-stan" dell'Asia centrale.
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2:20 - 2:23Oggi abbiamo 200 paesi nel mondo.
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2:23 - 2:25L'intero pianeta è coperto da
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2:25 - 2:28stati-nazioni sovrani e indipendenti.
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2:28 - 2:33Questo significa che si può guadagnare solo a spese di qualcun altro?
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2:33 - 2:36Andiamo a studiare una delle aree strategiche
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2:36 - 2:38più importanti al mondo, l'Eurasia orientale.
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2:38 - 2:40Come potete vedere in questa mappa,
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2:40 - 2:42la Russia è ancora il paese più grande del mondo.
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2:42 - 2:44E come sapete, la Cina è il più popoloso.
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2:44 - 2:46In comune hanno un lungo tratto di confine.
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2:46 - 2:48Quel che non si vede, in questa mappa,
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2:48 - 2:51è che la maggior parte dei 150 milioni di abitanti della Russia
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2:51 - 2:53si concentra nelle province occidentali,
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2:53 - 2:55e nelle zone vicine all'Europa.
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2:55 - 2:59Sono solo 30 milioni i russi che abitano nelle zone orientali.
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2:59 - 3:01La banca mondiale, infatti, prevede
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3:01 - 3:03che la popolazione russa si ridurrà
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3:03 - 3:06a 120 milioni di persone.
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3:06 - 3:08E manca un altro dettaglio, sulla mappa.
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3:08 - 3:11Stalin, Kruscev ed altri leader sovietici
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3:11 - 3:13fecero trasferire forzatamente i russi a est,
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3:13 - 3:15nei gulag, nei campi di lavoro,
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3:15 - 3:18nelle città nucleari, a seconda dei casi.
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3:18 - 3:20Ma quando i prezzi del petrolio salirono,
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3:20 - 3:22i governi russi investirono in infrastrutture per
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3:22 - 3:24unire il paese da est a ovest.
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3:24 - 3:27Niente ebbe un impatto perversamente maggiore
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3:27 - 3:29sulla distribuzione demografica russa:
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3:29 - 3:32gli abitanti dell'est, che ad est proprio non hanno mai voluto vivere,
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3:32 - 3:34presero quei treni e quelle strade
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3:34 - 3:36e tornarono a ovest.
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3:36 - 3:39Il risultato è che l'estremo oriente russo, oggi,
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3:39 - 3:41grande due volte l'India,
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3:41 - 3:44è popolato da 6 milioni di russi.
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3:44 - 3:47Diamo quindi un'occhiata a quel che succede in questa zona del mondo.
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3:47 - 3:50Cominciamo con la Mongolia, o come la chiamano alcuni, la Mine-golia
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3:50 - 3:52[mine=miniera]. Perché la chiamano così?
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3:52 - 3:55Perché in Mine-golia, le aziende cinesi lavorano
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3:55 - 3:58e possiedono la maggior parte delle miniere - rame, zinco, oro -
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3:58 - 4:02e le portano a sud e a est, verso la Cina.
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4:02 - 4:04La Cina non sta conquistando la Mongolia:
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4:04 - 4:07se la sta comprando.
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4:07 - 4:10Le colonie un tempo si conquistavano. Oggi le nazioni si comprano.
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4:10 - 4:14Applichiamo questo principio alla Siberia.
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4:14 - 4:16Quando pensate alla Siberia, probabilmente
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4:16 - 4:19avete in mente un luogo gelido, desolato e invivibile.
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4:19 - 4:22Ma in realtà, coi cambiamenti climatici e l'aumento delle temperature,
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4:22 - 4:24all'improvviso si vedono vasti campi di frumento,
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4:24 - 4:28agribusiness e grano prodotto in Siberia.
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4:28 - 4:30Ma a chi darà da mangiare?
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4:30 - 4:33Beh, al di là del Fiume Amo,
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4:33 - 4:36nell'Heilongjang e nella provincia di Harbin, in Cina,
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4:36 - 4:38vivono oltre 100 milioni di persone.
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4:38 - 4:41Più dell'intera popolazione russa.
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4:41 - 4:44Ogni anno, per più di un decennio almeno,
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4:44 - 4:47in 60.000 hanno "votato coi piedi",
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4:47 - 4:52attraversando il fiume, andando a nord e abitando questo terreno così desolato.
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4:52 - 4:54Hanno messo in piedi i loro bazaar e cliniche;
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4:54 - 4:56hanno dominato l'industria del legname
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4:56 - 4:59che spediscono a est, verso la Cina.
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4:59 - 5:01Come in Mongolia, la Cina non sta
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5:01 - 5:05conquistando la Russia. La sta solo affittando.
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5:05 - 5:09Ecco la globalizzazione alla cinese, come la chiamo io.
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5:09 - 5:11Ed ecco l'aspetto che la regione potrebbe avere
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5:11 - 5:13tra 10 o 20 anni.
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5:13 - 5:17Un momento, però. Questa mappa ha 700 anni.
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5:17 - 5:19È la mappa della dinastia Yuan,
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5:19 - 5:23guidata da Kubla Khan, nipote di Gengis Khan.
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5:23 - 5:25Quindi magari la storia non si ripete,
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5:25 - 5:27ma certo fa rima.
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5:27 - 5:31Questo per darvi un'idea di quel che succede in quella parte del mondo.
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5:31 - 5:33La globalizzazione alla cinese, di nuovo.
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5:33 - 5:36Perché la globalizzazione apre vari modi
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5:36 - 5:41di scuotere e cambiare i nostri modi di pensare la geografia politica.
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5:41 - 5:44Nella storia dell'Asia orientale, infatti,
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5:44 - 5:46le persone non pensano a nazioni e confini.
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5:46 - 5:49Pensano a imperi e gerarchie, di solito
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5:49 - 5:51giapponesi o cinesi.
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5:51 - 5:53Ora è nuovamente il turno della Cina.
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5:53 - 5:55Vediamo come la Cina sta ristabilendo
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5:55 - 5:57il suo dominio in Estremo Oriente.
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5:57 - 5:59Si comincia con i "nodi" globali.
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5:59 - 6:02Vi ricordate i 40 puntini sulla mappa notturna,
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6:02 - 6:04che mostrano i nodi dell'economia globale?
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6:04 - 6:06L'Asia orientale ha oggi più nodi globali
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6:06 - 6:08di ogni altra regione al mondo.
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6:08 - 6:11Tokyo, Seoul, Pechino, Shanghai,
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6:11 - 6:14Hong Kong, Singapore e Sidney.
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6:14 - 6:16Sono i filtri e gli imbuti del capitale globale.
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6:16 - 6:19Ogni anno trilioni di dollari entrano in questa regione.
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6:19 - 6:22In gran parte sono investiti in Cina.
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6:22 - 6:24C'è il commercio, poi.
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6:24 - 6:26Questi vettori e frecce rappresentano
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6:26 - 6:28le sempre più forti relazioni commerciali
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6:28 - 6:30che la Cina ha con ogni paese di ogni regione.
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6:30 - 6:32Punta al Giappone,
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6:32 - 6:34alla Corea e all'Australia,
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6:34 - 6:36alleati forti degli USA.
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6:36 - 6:38L'Australia, ad esempio, dipende molto
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6:38 - 6:42dalle sue esportazioni di minerali ferrosi e gas naturale verso la Cina.
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6:42 - 6:45Per i paesi più poveri, la Cina abbassa i dazi,
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6:45 - 6:48così che Laos e Cambogia possano vendere i loro beni a minor prezzo
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6:48 - 6:51e diventare anche loro dipendenti dalla Cina.
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6:51 - 6:53Molti di voi avranno letto sul giornale
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6:53 - 6:55di come si guardi alla Cina per far
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6:55 - 7:00ripartire l'economia, non solo in Asia ma potenzialmente nel mondo intero.
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7:00 - 7:04La zona asiatica di libero scambio, o quasi, che sta emergendo
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7:04 - 7:08ha ora un volume maggiore di quella che attraversa il Pacifico.
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7:08 - 7:11La Cina sta diventando il traino dell'economia regionale.
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7:11 - 7:14Un'altro pilastro di questa strategia è la diplomazia.
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7:14 - 7:18La Cina ha firmato accordi militari con molti paesi della regione.
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7:18 - 7:21È diventata il nodo di istituzioni diplomatiche
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7:21 - 7:23come l'EAC (Comunità dell'Asia orientale).
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7:23 - 7:25Alcune di queste organizzazioni neanche hanno
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7:25 - 7:27gli USA tra i loro membri.
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7:27 - 7:29C'è un trattato di non-aggressione tra i paesi,
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7:29 - 7:33perciò, se ci fosse un conflitto tra la Cina e gli USA,
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7:33 - 7:36la maggior parte dei paesi promette di aspettare
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7:36 - 7:39che finisca, inclusi gli alleati americani Corea e Australia.
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7:39 - 7:41Un'altro pilastro della strategia,
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7:41 - 7:43come in Russia, è la demografia.
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7:43 - 7:46La Cina esporta businessmen, tate, studenti,
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7:46 - 7:49insegnanti di cinese in giro per la regione,
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7:49 - 7:52perché si sposino coi locali e occupino
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7:52 - 7:54piani sempre più alti dell'economia.
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7:54 - 7:56Le persone di etnia cinese in
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7:56 - 7:59Malaysia, Thailandia e Indonesia
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7:59 - 8:02sono già figure chiave che dirigono
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8:02 - 8:04l'economia di quei luoghi.
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8:04 - 8:06L'orgoglio cinese, di conseguenza,
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8:06 - 8:08nella zona risorge.
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8:08 - 8:11Singapore, per esempio, proibiva l'istruzione in cinese,
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8:11 - 8:13ora la incoraggia.
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8:13 - 8:15Se metti insieme tutto questo, cosa ottieni?
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8:15 - 8:17Prima della seconda guerra mondiale, se ricordate,
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8:17 - 8:19il Giappone aveva in mente
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8:19 - 8:22una sfera di co-prosperità giapponese.
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8:22 - 8:24Oggi emerge quella che potremmo chiamare
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8:24 - 8:27una sfera di co-prosperità cinese.
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8:27 - 8:29A prescindere, quindi, dai confini e dalle nazioni
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8:29 - 8:31descritte dalle linee sulla mappa,
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8:31 - 8:33la vera novità dell'Asia orientale
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8:33 - 8:35sono le culture nazionali, influenzate però
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8:35 - 8:38da un'"area imperiale" molto più fluida.
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8:38 - 8:41E il tutto senza sparare un colpo.
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8:41 - 8:44Certo non è così nel Medio Oriente,
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8:44 - 8:47dove ancora i paesi si sentono costretti
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8:47 - 8:50nei confini stabiliti dai colonizzatori europei.
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8:50 - 8:54Come possiamo allora ripensare i confini
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8:54 - 8:56di questa regione del mondo? Dove ci concentriamo?
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8:56 - 8:58Voglio parlarvi di quella che chiamo
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8:58 - 9:01costruzione quotidiana dello Stato.
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9:01 - 9:03Cominciamo dall'Iraq.
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9:03 - 9:05A 6 anni dall'invasione americana dell'Iraq,
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9:05 - 9:08il paese continua ad esistere più sulla mappa che nella realtà.
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9:08 - 9:11Il petrolio era una delle forze che teneva insieme il paese.
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9:11 - 9:15Ora è la principale causa della sua disintegrazione.
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9:15 - 9:17La ragione è il Kurdistan.
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9:17 - 9:19Sono 3000 anni che i curdi si battono
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9:19 - 9:21per uno stato indipendente.
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9:21 - 9:23E questa è la loro agognata possibilità di averlo.
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9:23 - 9:26Questi sono oleodotti che partono dal Kurdistan,
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9:26 - 9:28ricco di petrolio.
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9:28 - 9:30E se oggi vi recate da quelle parti,
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9:30 - 9:32vedrete che i guerriglieri curdi peshmerga
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9:32 - 9:35fanno quadrato contro l'esercito sunnita iracheno.
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9:35 - 9:37Ma a cosa fanno la guardia?
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9:37 - 9:39A un confine sulla mappa?
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9:39 - 9:41No, agli oleodotti.
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9:41 - 9:43Controllandoli, possono imporre le condizioni
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9:43 - 9:45della propria sovranità.
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9:45 - 9:48Dovrebbe turbarci, questo potenziale smembramento dell'Iraq?
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9:48 - 9:50Non credo.
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9:50 - 9:53l'Iraq sarà ancora il secondo produttore di petrolio mondiale,
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9:53 - 9:55dopo l'Arabia Saudita.
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9:55 - 9:58E potrebbe risolversi una disputa vecchia di 3000 anni.
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9:58 - 10:00Ricordate, il Kurdistan non ha sbocchi sul mare,
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10:00 - 10:02E quindi può solo fare il bravo.
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10:02 - 10:04Per guadagnare dal petrolio
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10:04 - 10:07deve esportarlo verso Turchia o Siria,
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10:07 - 10:09e altri paesi, tra cui lo stesso Iraq.
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10:09 - 10:12Le relazioni con questi paesi, quindi, devono mantenersi buone.
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10:12 - 10:15Guardiamo ora all'eterno conflitto locale,
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10:15 - 10:17che è ovviamente quello palestinese.
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10:17 - 10:21La Palestina è una sorta di anomalia cartografica,
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10:21 - 10:24essendo per due terzi palestinese e per un terzo israeliana.
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10:24 - 10:2630 anni di diplomazia coi guanti bianchi
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10:26 - 10:29non hanno portato la pace in questo conflitto.
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10:29 - 10:32Cosa potrebbe riuscirci? A mio avviso,
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10:32 - 10:34la soluzione potrebbero essere le infrastrutture.
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10:34 - 10:37È lì che oggi i donatori spendono miliardi di dollari.
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10:37 - 10:39Queste due frecce sono un arco,
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10:39 - 10:42un arco di ferrovie per pendolari e altre infrastrutture
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10:42 - 10:45che collegano la Cisgiordania a Gaza.
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10:45 - 10:47Se Gaza avesse un porto funzionante
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10:47 - 10:50collegato alla Cisgiordania, lo stato palestinese
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10:50 - 10:52e la sua economia potrebbero reggere.
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10:52 - 10:56E questo, credo, potrebbe portare la pace in questa regione.
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10:56 - 11:00La lezione di Kurdistan e Palestina
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11:00 - 11:03è che l'indipendenza da sola,
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11:03 - 11:05senza infrastrutture, serve a poco.
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11:05 - 11:07Che aspetto potrebbe avere questa regione
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11:07 - 11:11se ci concentrassimo su altre linee, a prescindere dai confini,
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11:11 - 11:14quando le tensioni dovessero ridursi?
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11:14 - 11:16In effetti, l'ultima volta che avvenne fu
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11:16 - 11:18100 anni fa, con l'impero ottomano.
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11:18 - 11:20Questa è la linea ferroviaria di Hijaz.
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11:20 - 11:24Collegava Istanbul a Medina, via Damasco.
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11:24 - 11:26C'era persino una deviazione per Haifa,
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11:26 - 11:28sul Mediterraneo, oggi in Israele.
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11:28 - 11:32Ma oggi la linea Hijaz è a pezzi, in rovina.
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11:32 - 11:35Se ricostruissimo questa infrastruttura, questa linea ondulata
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11:35 - 11:38sulla mappa, che attraversa le linee nette dei confini,
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11:38 - 11:42il Medio Oriente sarebbe secondo me una regione molto più pacifica.
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11:42 - 11:44Guardiamo ora un'altra regione:
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11:44 - 11:47la vecchie repubbliche dell'Asia Centrale, gli "-stan".
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11:47 - 11:50Questi paesi nascono da decreti staliniani:
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11:50 - 11:54Stalin non voleva che questi paesi "funzionassero".
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11:54 - 11:56Voleva che le etnie si mescolassero,
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11:56 - 11:58permettendogli così di dividere e comandare.
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11:58 - 12:01Per loro fortuna, i loro giacimenti di petrolio e gas naturali
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12:01 - 12:04furono scoperte dopo il collasso dell'URSS.
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12:04 - 12:07Ora alcuni di voi forse pensano: "Petrolio, petrolio, petrolio.
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12:07 - 12:09Perché parla solo di petrolio?"
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12:09 - 12:12Beh, c'è una grande differenza tra come si parlava di petrolio prima
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12:12 - 12:14e come se ne parla ora.
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12:14 - 12:17Prima ci si chiedeva: "Come controlliamo il loro petrolio?"
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12:17 - 12:19Ora è il loro petrolio, per i loro scopi.
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12:19 - 12:21E vi assicuro che è tanto importante per loro
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12:21 - 12:25quanto lo è stato per i vari colonizzatori e imperialisti.
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12:25 - 12:27Ecco alcune delle proiezioni per gli oleodotti,
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12:27 - 12:29alcune possibilità, alcuni scenari
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12:29 - 12:32e strade che si stanno tracciando per i prossimi decenni.
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12:32 - 12:34Sono tante.
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12:34 - 12:36Per alcuni paesi di questa parte del mondo,
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12:36 - 12:39avere un oleodotto è il biglietto per l'economia globale
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12:39 - 12:41e per darsi un significato,
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12:41 - 12:43al di là dei confini, cui loro stessi non credono.
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12:43 - 12:46Pensate all'Azerbaijan.
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12:46 - 12:48Era un angolo dimenticato del Caucaso,
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12:48 - 12:52ma ora, con l'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan verso la Turchia,
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12:52 - 12:56si è riciclato come frontiera dell'Occidente.
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12:56 - 12:59Poi c'è il Turkmenistan, che molti vedono come
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12:59 - 13:01un eterno manicomio.
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13:01 - 13:04Ora, attraverso il Mar Caspio, porta gas
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13:04 - 13:06in Europa
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13:06 - 13:08e potenzialmente anche con un oleodotto verso
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13:08 - 13:12Turkmenistan, Afghanistan, Pakistan e India.
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13:12 - 13:14Poi c'è il Kazakistan, che prima nemmeno aveva
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13:14 - 13:18un nome: nel periodo sovietico era una sorta di Siberia meridionale.
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13:18 - 13:20Oggi molti gli riconoscono un ruolo emergente
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13:20 - 13:22nella geopolitica mondiale. Perché?
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13:22 - 13:26Perché ha progettato i propri oleodotti in modo che attraversino il Mar Caspio,
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13:26 - 13:30a nord verso la Russia, e a est, verso la Cina.
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13:30 - 13:34Più oleodotti vuol dire più vie della seta, invece del Grande Gioco.
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13:34 - 13:38Il Grande Gioco porta dominanza di uno su un altro:
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13:38 - 13:41la via della seta, invece, porta indipendenza e fiducia reciproca.
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13:41 - 13:44Più oleodotti abbiamo, più vie della seta,
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13:44 - 13:47e meno tensioni da Grande Gioco,
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13:47 - 13:50avremo nel 21esimo secolo.
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13:50 - 13:53Guardiamo allora l'unica regione che ha davvero abbattuto i confini,
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13:53 - 13:55rafforzandosi.
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13:55 - 13:58Stiamo ovviamente parlando dell'Europa.
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13:58 - 14:01L'UE è cominciata come comunità del carbone e dell'acciaio tra 6 paesi.
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14:01 - 14:05Lo scopo era far sì che la ricostruzione della Germania
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14:05 - 14:07proseguisse senza tensioni.
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14:07 - 14:11È cresciuta però fino a includere 12 paesi,
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14:11 - 14:13queste sono le 12 stelle sulla bandiera europea.
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14:13 - 14:15L'UE è anche diventata un blocco valutario,
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14:15 - 14:19e costituisce oggi il blocco commerciale più potente al mondo.
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14:19 - 14:22L'UE è cresciuta in media di un paese all'anno
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14:22 - 14:24dalla fine della guerra fredda.
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14:24 - 14:27Molto di tutto questo, in realtà, è accaduto in un solo giorno.
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14:27 - 14:29Nel 2004, l'UE aumentò di 15 nuovi paesi,
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14:29 - 14:32e ora abbiamo quella che molti considerano
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14:32 - 14:34una zona di pace di 27 paesi
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14:34 - 14:37e 450 milioni di persone.
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14:37 - 14:41E ora? Qual è il futuro dell'Unione Europea?
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14:41 - 14:43Beh, in azzurro ci sono le zone
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14:43 - 14:45o le regioni che dipendono per almeno
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14:45 - 14:47due terzi o più dalla UE
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14:47 - 14:49per i propri commerci e investimenti.
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14:49 - 14:51Cosa ci dice questo?
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14:51 - 14:55Commercio e investimenti ci dicono che l'UE è coerente.
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14:55 - 14:57Anche se questi paesi non sono parte dell'UE,
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14:57 - 14:59stanno entrando nella sua sfera di influenza.
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14:59 - 15:02Prendiamo i Balcani: la Croazia, la Serbia,
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15:02 - 15:04la Bosnia, non sono ancora membri.
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15:04 - 15:07Però con un treno ICE tedesco arrivi
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15:07 - 15:09fin quasi in Albania.
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15:09 - 15:12In Bosnia si può già usare l'euro,
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15:12 - 15:15e sarà forse l'unica valuta che avranno mai.
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15:15 - 15:19Guardiamo altre periferie europee, come il nord Africa.
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15:19 - 15:21Di solito, ogni anno o due, si apre
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15:21 - 15:24un nuovo oleodotto sotto il Mediterraneo,
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15:24 - 15:27che collega il nord Africa e l'Europa.
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15:27 - 15:29Non solo questo aiuta l'Europa a diminuire
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15:29 - 15:31la propria dipendenza energetica dalla Russia,
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15:31 - 15:34ma sempre più africani del nord dichiarano
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15:34 - 15:37di non sentirsi mediorientali.
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15:37 - 15:40In altre parole, credo che Sarkozy, il presidente francese,
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15:40 - 15:44abbia qualche ragione a parlare dell'unità mediterranea.
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15:44 - 15:47Guardiamo ora alla Turchia, e al Caucaso.
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15:47 - 15:49Prima ho parlato dell'Azerbaijan.
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15:49 - 15:51Questo corridoio tra Turchia e Caucaso
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15:51 - 15:53è diventato il condotto da cui passa
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15:53 - 15:55il 20% delle scorte energetiche europee.
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15:55 - 15:58La Turchia deve davvero diventare un membro dell'UE?
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15:58 - 16:00Non penso. Credo sia già parte
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16:00 - 16:03di un superpotere euro-turco.
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16:03 - 16:06E poi? Dove vedremo nuovi confini,
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16:06 - 16:08dove nasceranno nuovi paesi?
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16:08 - 16:10Beh, l'Asia centro-meridionale e sudorientale
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16:10 - 16:12sono ottimi per iniziare a guardare.
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16:12 - 16:14A otto anni dall'invasione americana,
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16:14 - 16:16c'è ancora molta instabilità in Afghanistan.
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16:16 - 16:19Pakistan e Afghanistan sono ancora troppo fragili
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16:19 - 16:21per gestire con successo
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16:21 - 16:24il problema del nazionalismo pashtun.
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16:24 - 16:26È questa la bandiera che sventola nelle menti
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16:26 - 16:28di 20 milioni di pashtun,
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16:28 - 16:31che vivono ai due lati del confine afghano-pakistano.
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16:31 - 16:34Non dimentichiamoci i ribelli appena più a sud,
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16:34 - 16:36nel Belucistan. Due settimane fa,
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16:36 - 16:39i ribelli beluci hanno attaccato una guarnigione militare pakistana
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16:39 - 16:42e ci hanno piantato sopra questa bandiera.
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16:42 - 16:44L'entropia post-coloniale,
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16:44 - 16:46in giro per il mondo, sta accelerando.
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16:46 - 16:49Credo che assisteremo ad altri cambiamenti di questo tipo nella mappa,
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16:49 - 16:51man mano che gli stati si frammentano.
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16:51 - 16:53Non scordiamoci l'Africa, naturalmente.
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16:53 - 16:5553 stati e il maggior numero
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16:55 - 16:58di linee stranamente rette della mappa.
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16:58 - 17:00Se osservassimo l'Africa per intero,
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17:00 - 17:03troveremmo un quadro molto più ricco,
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17:03 - 17:05con divisioni tribali e altro.
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17:05 - 17:09Ma limitiamoci al Sudan, il secondo paese più grande dell'Africa.
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17:09 - 17:11In Sudan sono in corso 3 guerre civili:
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17:11 - 17:14il genocidio in Darfur, che tutti conosciamo;
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17:14 - 17:16la guerra civile, nell'est del paese,
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17:16 - 17:18e quella nel Sudan meridionale.
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17:18 - 17:21Il Sudan meridionale avrà un referendum nel 2011
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17:21 - 17:24nel quale molto probabilmente voterà l'indipendenza.
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17:24 - 17:28Saliamo ora al circolo artico.
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17:28 - 17:30C'è una gran corsa alle risorse energetiche
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17:30 - 17:32in fondo al Mare Artico.
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17:32 - 17:34Chi vincerà? Il Canada, la Russia, gli USA?
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17:34 - 17:36In realtà vincerà la Groenlandia.
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17:36 - 17:39Qualche settimana fa, i groenlandesi (60.000 persone)
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17:39 - 17:41hanno votato per l'autonomia
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17:41 - 17:43dalla Danimarca,
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17:43 - 17:46che diventerà molto più piccola.
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17:46 - 17:48Che lezione trarre da tutto questo?
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17:48 - 17:52La geopolitica è una disciplina molto poco emotiva.
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17:52 - 17:54Continua a modificarsi e a cambiare il mondo,
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17:54 - 17:56come il cambiamento climatico.
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17:56 - 17:58E come nella nostra relazione con l'ecosistema,
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17:58 - 18:00creiamo continuamente nuovi equilibri
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18:00 - 18:03nel dividerci lo spazio sul pianeta.
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18:03 - 18:05Oggi temiamo i cambiamenti della mappa:
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18:05 - 18:07temiamo le guerre civili,
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18:07 - 18:10le morti, dover imparare i nomi di nuovi paesi.
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18:10 - 18:13Ma l'inerzia dei confini esistenti è secondo me
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18:13 - 18:15molto peggiore, e genera molta più violenza.
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18:15 - 18:17La questione è: come cambiare questi confini,
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18:17 - 18:19e di quali linee dovremmo occuparci?
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18:19 - 18:21Di quelle, credo, che i confini li attraversano,
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18:21 - 18:23cioè quelle delle infrastrutture.
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18:23 - 18:26Fatto questo, daremo al mondo l'aspetto che vogliamo,
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18:26 - 18:28quello senza alcun confine. Grazie.
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18:28 - 18:33(Applausi)
- Title:
- Il futuro delle nazioni: Parag Khanna
- Speaker:
- Parag Khanna
- Description:
-
Molti pensano che ormai le linee tracciate sulla mappa politica non contino più, ma Parag Khanna sostiene di sì. Con mappe del passato e del presente, ci spiega le cause prime delle dispute di confine in varie parti del mondo, e ci propone soluzioni semplici quanto astute per ognuna di esse.
- Video Language:
- English
- Team:
closed TED
- Project:
- TEDTalks
- Duration:
- 18:37