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[Rumore della macchina da scrivere]
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Non so dove Jankélévitch ha detto che
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l'uomo è un essere visivo essenzialmente
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ma questo le donne lo sanno da sempre,
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anche le meno belle.
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Soprattutto le meno belle, perché sanno che se vogliono un po' d'amore
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ci vuole più immaginazione delle altre.
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- Un po' ingiusto, ma è così. - Oh cazzo.
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- [Apertura del rullo] -[Sospiro]
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[Chiusura del rullo]
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-[Rumore sordo] -[Rumore della macchina da scrivere]
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-Non aspetta che sia seccato? -No.
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È buffo,
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quando incontro un amico abbracciato ad una ragazza piuttosto brutta,
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mi ripeto sempre:
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"Ma si rende conto che ci sono ragazze affascinanti,
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mentre la sua è un po' orribile?"
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Poi subito dopo mi dico:
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"Forse è lui quello più buono,
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più buono di me."
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"Ama questa ragazza per le sue qualità, perché è gentile con lui."
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Ma non riesco mai a convincermene fino in fondo.
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Credo che molti uomini si accontentino in fondo...
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molto vigliaccamente di quel che hanno. Lei che ne dice, Catherine?
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Vorrei lavorare, per favore.
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Ah, mi scusi.
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Allora, solo un aneddoto.
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Quando ero in seconda media, ero in pensionato.
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C'era un tizio in infermeria,
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un ragazzone, il tipo nordico che mi affascinava.
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Avevamo 12, 13 anni. Si chiamava Flèche.
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E mai, dico mai diceva parolacce.
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Proprio mai.
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E mi dicevo, questo ragazzo è più maturo di noi,
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più di classe e devo dire che lo ammiravo.
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Poi, ero curioso perché sapevo che i preti non lo stimavano molto.
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Quando invece era un ragazzo davvero molto serio
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faceva la comunione tutti i giorni, mentre noi eravamo dei veri demoni.
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Poi, un giorno, abbiamo scoperto
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che quel ragazzo non avrebbe mai dovuto trovarsi in quella scuola con noi.
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Sì, perché vede Catherine, con quell'atteggiamento strano che aveva,
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quello sguardo fisso, un po' nel vuoto
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che prendevamo per delle qualità superiori. Era quello di un ritardato.
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Un pazzo.
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Un po' quel che provo quando incontro un tipo con un bastone.
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Comincio ad invidiargli quella grazia
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e subito dopo mi dico:
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-"Ma..." - Aspetti, vorrei finire.
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L'ho ferita!
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