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Il Karma dell'Energia: Claudia Parzani a TEDxMilanoWomen

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    Dopo il Bosone di Higgs tocca a me, avvocato,
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    quindi vi aspetta il peggio adesso.
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    Però non vi parlo adesso da avvocato,
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    vi parlo di una cosa diversa.
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    Ho una piccola ambizione,
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    però ho bisogno di tutti voi:
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    qui dicono che voi siete i protagonisti
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    hanno detto all'inizio, quindi io ho bisogno di voi.
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    Vorrei portarvi attraverso qualcosa di diverso: energia.
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    Abbiamo avuto vitamina, all'inizio,
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    abbiamo avuto innovazione.
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    Adesso io vorrei dire che vitamina + innovazione può fare energia.
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    Vorrei dirvi che la vitamina D, che c'è in ognuno di voi,
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    perché c'è in entrambi i sessi,
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    è fondamentale per creare cambiamento, un motore di cambiamento.
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    E vorrei fare di voi piccoli maghi e piccole streghe.
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    Vorrei che voi usaste la vostra energia
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    per andare a muovere delle cose.
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    Potete muovere delle cose con la vostra energia,
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    potete muovere cose per voi, per le vostre famiglie, i figli,
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    qua abbiamo persone con tantissimi figli,
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    possiamo muovere energia per le persone che ci circondano,
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    per i posti dove lavoriamo, per le nostre aziende,
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    e per il nostro paese.
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    E io vorrei insegnarvi come si può fare.
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    Parto da qualcosa di semplice,
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    e quindi ho pensato a una fiaba per voi.
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    Mi servono occhi, orecchie ovviamente,
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    e un filino di fantasia e creatività, che vi fate portare.
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    C'era una volta Anna.
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    Anna era una donna, forte, una donna solida,
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    di sani principi.
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    Era brava a fare una sola cosa - la faceva benissimo -
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    faceva il pane.
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    Anna aveva imparato dal nonno,
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    il nonno quando era già un po' anziano -
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    era stato il fornaio del paese -
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    insegnava ad Anna a fare il pane:
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    la prendeva sulle sue ginocchia,
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    le accarezzava i capelli,
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    le faceva sentire il profumo del lievito,
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    le faceva accarezzare la farina,
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    le faceva capire come era stata macinata.
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    E lei era cresciuta imparando un'arte:
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    quella di fare il pane.
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    Sapeva impastare, sapeva cuocerlo, il pane.
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    Era fantastico: dorato, croccante, mai secco, da mangiare caldo.
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    Era cresciuta, aveva la sua bottega,
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    rifaceva il suo pane, il pane di famiglia.
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    La gente passava e da fuori sentiva questo profumo.
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    Inebriata entrava, e sentiva che era il momento
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    di assaggiarlo, questo pane.
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    Anna però era presa dalle sue cose:
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    lei continuava a impastare, mixava gli ingredienti,
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    dava poca attenzione alle persone.
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    Le persone uscivano, e avevano comperato che cosa?
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    Un ottimo pane.
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    Secondo voi era felice Anna?
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    Io penso di no.
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    Penso che la felicità sta nella relazione.
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    Io penso che Anna fosse fortunata, era fortunatissima:
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    aveva un lavoro, faceva un lavoro che le piaceva,
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    che era il lavoro di famiglia,
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    però non aveva quella gioia, no?
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    Quella parola che secondo me rotola,
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    bella rotonda, che è proprio la gioia.
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    Perché la gioia è quella degli altri.
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    Ad Anna mancavano le persone che si fermavano
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    e che dicevano che il suo pane era buono,
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    che era il pane che veramente faceva "giornata", no?
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    Uno passa e dice "You make my day",
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    cioè "Questo pane è fantastico".
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    Non era così, perché lei non dava attenzione agli altri,
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    non aveva creato questa relazione.
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    Nel non creare la relazione, Anna aveva perso un pezzo.
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    Un giorno però sorride a una persona che entra,
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    e comincia una piccola relazione tra queste persone:
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    Anna, il signore nel negozio, qualcuno che osserva
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    che forse il pane è buonissimo, ma la focaccia non lo è.
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    Qualcun altro porta la farina,
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    uno chiede di aggiungere dell'olio,
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    quello di un amico, ligure, fantastico -
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    mettiamoci qualche goccia,
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    vediamo se questo pane migliora.
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    Nasce un pane diverso:
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    non è più il pane di Anna, il suo pane,
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    è il pane di un gruppo di persone,
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    cioè è quella energia che il gruppo di persone fa.
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    Le persone, partendo dal sorriso di Anna,
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    da una richiesta di aiuto, da una voglia di contribuire,
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    dalla felicità che uno certe volte ha di dare agli altri,
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    creano qualcosa di diverso.
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    Il pane di Anna: lì c'è la relazione,
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    lì c'è il pane migliore.
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    Poi entra un'altra signora nella bottega,
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    e questa signora dice: "Insegno in una scuola,
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    poco distante. Ci sono dei ragazzi che non hanno arte,
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    ne hanno poca. Hanno bisogno di affezionarsi a qualcosa.
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    Perché fare il pane solo per venderlo, solo per migliorarlo?
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    Perché non insegnare? Fai un lavoro, lo fai bene?
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    Portalo, portalo a qualcuno. Dai una spinta".
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    Quindi Anna va, e insegna a fare il pane.
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    È un altro passo, è un altro modo di relazionarsi,
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    non è solo quello di portare a casa per sé.
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    È quello di dare agli altri.
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    E quindi da quel sorriso, da quell'energia,
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    dall'energia che si è sprigionata in quella bottega,
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    si arriva alla scuola.
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    E Anna cos'ha fatto? Ha portato la sua arte.
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    E dove l'ha portata? Fuori. Fuori di casa.
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    Ha portato il suo mondo a casa degli altri.
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    Ecco, io non sono Anna, non faccio il pane,
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    cucino anche a malapena forse, certe volte,
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    però ho fatto, credo, quello che ha fatto Anna.
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    Sono un avvocato - attivista qualcuno dice -
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    e ho cercato di innovare,
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    ho cercato di usare la mia energia per fare qualcosa.
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    Dicevo che sono un avvocato.
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    Non sono forse proprio un avvocato di quelli che vi immaginate.
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    C'è la mia portinaia Maria che quando esco al mattino
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    mi ferma e mi chiede sempre:
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    "Scusa, guarda, mio figlio ha un problema con l'assicurazione"
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    e io ogni volta dico "Guarda, non vado in tribunale,
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    non so la risposta".
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    Lei mi guarda e con la sua faccina...
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    Secondo me è poco convinta che io faccia l'avvocato.
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    In realtà io mi occupo di finanza,
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    mi occupo di banche, mi occupo di società quotate,
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    mi occupo di un mondo un po' diverso.
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    Però questo poco importa: alla fine lavoro sempre coi codici,
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    lavoro con le leggi.
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    Lavoro però in un ambiente molto maschile.
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    E quindi ho cominciato a vedere
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    le donne che erano nel mio ambiente:
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    poche, spesso molto giovani,
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    molto sole e sicuramente con un problema,
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    quello di non vedere altre donne davanti a loro,
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    e quindi con poca voglia di arrivare.
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    E così ho pensato che potevo aggiungere un sorriso.
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    Semplicemente bastava allungare una mano -
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    certe volte magari io non ero all'angolo del tavolo
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    ma ero un po' più centrale, ero già un po' più fortunata -
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    e quindi ho cominciato a fare questa cosa,
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    che ho cominciato a fare per le ragazze in studio,
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    che ho cominciato a fare
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    per quelle che erano nostre le clienti, i nostri contatti,
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    e ho cominciato a aggregare: ho portato un'energia
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    e ho creato quelle che sono delle "breakfast".
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    Sono quasi quattro anni.
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    Ci troviamo a colazione ogni due mesi
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    e sprigioniamo la nostra energia.
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    Prima portavamo i "role model",
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    ora facciamo dei percorsi di crescita e lavoriamo su di noi.
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    Quindi queste donne vengono -
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    eravamo all'inizio in 30, ora siamo in 150 o anche di più.
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    È una mailing di 600 persone,
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    chi c'è e può viene, ma l'idea
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    è quella che ognuno dà.
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    Io ci metto la cura. Io ci metto quel sorriso.
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    Io ci metto la mia energia.
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    Dall'altra parte tutte però ritornano,
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    tutte queste persone danno tantissimo.
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    Adesso, capitano cose tipo
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    ci sono le persone che lavorano con me a questa iniziativa
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    che vengono e dicono: "Claudia, guarda,
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    è successa una cosa pazzesca:
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    abbiamo quelle che hanno taroccato l'invito".
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    Cioè, prendono, rispondono "Vengo"
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    e sotto attaccano un invito che non hanno ricevuto.
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    Dice "Non sono nelle nostre mailing".
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    Io dico "Fatele venire. Avranno bisogno".
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    Cioè, l'idea è che c'è bisogno. C'è voglia.
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    Quindi tutti sono i benvenuti,
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    i posti in piedi si sprecano,
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    però alla fine c'è anche il rispetto di dire
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    "Io non vengo e lascio il posto a qualcun'altra".
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    Quindi, queste breakfast...
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    La scorsa primavera, come tantissimi di voi si ricorderanno,
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    era il momento caldo della legge sulle quote di genere,
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    e in quel momento - era molto evidente
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    che la legge era prossima a passare -
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    e io pensavo, e avevo già cominciato a lavorare
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    al fatto che io, come vi dicevo, lavoro con queste società quotate.
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    La legge sulle quote di genere impatta
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    sulle società pubbliche o le società quotate
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    e prevede che un certo numero,
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    una certa soglia di donne - il 30 percento -
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    entro tot anni vada a sedere nei consigli di amministrazione.
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    Io lavoro con le società quotate,
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    io lavoro coi consigli di amministrazione.
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    Era il meccanismo della scuola di Anna, no?
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    Forse, potevo - era il momento in cui potevo usare la mia arte.
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    Non è che so delle cose che sono proprio di quelle più semplici
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    o più simpatiche, tutta roba un po' noiosa.
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    Però serviva.
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    E così con chi sponsorizzava,
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    con chi organizzava,
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    con chi aveva da insegnare altre materie,
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    abbiamo una vera scuola oggi.
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    Abbiamo una scuola che si chiama "In the Boardroom"
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    dove abbiamo delle studentesse
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    che sono amministratori delegati,
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    top manager, giornaliste: chiunque,
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    chiunque ha voglia di andare a sedere
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    in questi consigli di amministrazione
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    e ha le capacità per farlo, e vuole arricchirsi.
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    Qual è il punto?
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    È che queste persone siedono
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    nei vertici delle nostre aziende,
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    che il nostro paese ha bisogno di aziende migliori,
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    di consigli migliori.
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    E noi prepariamo donne che sono già preparatissime,
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    ma che aiutiamo ad essere ancora più preparate.
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    La lezione più bella è sempre la prima, no?
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    Perché tutti arrivano e hanno dei titoli roboanti, fantastici,
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    e io faccio l'avvocato, sempre.
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    Quindi ho titoli tipo
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    "Il meccanismo del voto di lista nello statuto aziendale",
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    cioè, tu vedi che queste si vogliono già uccidere.
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    Allora io faccio due cose:
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    la prima, ovviamente, cerco di essere simpatica
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    e di essere un po' accattivante.
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    Quindi faccio la simpatica,
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    gli faccio il compito in classe a sorpresa...
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    La seconda: le spavento. Le spavento a morte
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    fino a che loro capiscono quanto è importante
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    che loro imparino, che loro abbiano una contezza
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    di quello che è il meccanismo giuridico dietro un consiglio.
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    E così, con questa scuola, stiamo formando donne,
  • 9:50 - 9:52
    ne stiamo formando circa 300,
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    riceviamo un numero di curriculum enorme.
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    Ma queste persone sono persone -
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    torna totalmente l'atmosfera della classe,
  • 10:00 - 10:01
    cioè quello che c'è
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    è che queste persone creano un'altra rete.
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    È una rete che si aggiunge a quelle di prima di Breakfast,
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    ed è una rete immensa,
  • 10:08 - 10:10
    dove queste persone tornano studenti.
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    Quindi abbiamo le secchione -
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    quelle non passano mai -
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    cioè, ricevo email che mi dicono
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    "Scusa, mi dispiace tantissimo,
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    guarda, ero secchiona al liceo,
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    ero un po' secchiona all'università,
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    pensavo mi fosse passata,
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    ma l'ultima volta che ho visto che nel compito in classe
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    ho preso meno di 52 mi sono sentita morire".
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    Quindi le secchione ci sono.
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    Però poi abbiamo il gruppo delle vivaci,
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    le vere casinare, che sono quelle
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    che fanno la differenza totale sulla classe.
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    Festeggiamo tutto:
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    la prima classe si è unita alla seconda,
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    la seconda alla terza, ora lanciamo la quarta.
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    E cosa festeggiamo? Qualsiasi cosa.
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    Ovviamente, promozioni nei consigli di amministrazione -
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    e ne abbiamo avute tante.
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    Poi festeggiamo qualsiasi cosa:
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    promozioni interne aziendali,
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    abbiamo fatto i compleanni,
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    abbiamo avuto anche due matrimoni, un bambino maschio
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    e recentemente anche una che è tornata signorina post-divorzio,
  • 10:58 - 11:01
    quindi non ci siamo privati di niente.
  • 11:01 - 11:02
    Questa è In the Boardroom.
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    L'ultima iniziativa invece di cui vi parlo
  • 11:07 - 11:09
    è qualcosa che non è mio,
  • 11:09 - 11:13
    è qualcosa in cui oggi mi trovo fortunatamente a capo,
  • 11:13 - 11:17
    ed è la vera vitamina D: è questa associazione incredibile,
  • 11:17 - 11:20
    che è un'associazione di aziende che si chiama "Valore D"
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    dove oggi come dicevo faccio il presidente,
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    ma faccio il presidente di una macchina
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    che muove quasi 90 aziende.
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    Ci sono aziende sensibilissime alla vitamina D,
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    come quella dove sedete oggi, che ha organizzato questo TED,
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    ci sono aziende che fanno tantissimo.
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    E l'idea è che queste aziende
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    che rappresentano un'enorme parte
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    del tessuto sociale in cui noi viviamo,
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    sono aziende che possono impattare.
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    Possono impattare socialmente e culturalmente.
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    E io spero di poter portare un pochino di quella mia energia,
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    un po' di quella mia voglia di restituire,
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    un po' di quella mia voglia di fare,
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    della voglia di restituire che stiamo creando
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    e ingenerando nelle altre persone.
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    Le donne di In the Boardroom ora vogliono restituire,
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    quindi tramite Valore D
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    noi le abbiniamo ai ragazzi nelle università
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    e gli facciamo fare la mentorship.
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    Abbiamo studenti che cercano delle guide,
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    abbiamo donne che hanno voglia di restituire.
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    Facciamo i match, semplicemente i match.
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    Quindi con Valore D l'idea è quella
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    di poter portare il cambiamento,
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    e l'unica preoccupazione che resta
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    è quella di non essere abbastanza veloci nel portare le cose,
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    perché c'è bisogno.
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    Adesso vi ho raccontato di Anna,
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    vi ho raccontato di me,
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    e adesso vi volevo lasciare una piccola cosa per voi.
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    L'idea come vi dicevo che ho io
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    è quella che si può innovare.
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    Ci sono delle cose - ognuno di noi sa fare almeno una cosa bene, no?
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    La sua arte, il suo pane, lo sa fare bene.
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    Quella cosa, fatta bene, non è di per sé sufficiente,
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    perché in realtà dev'essere fatta bene in relazione agli altri.
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    E nel farla bene in relazione agli altri
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    di che cosa abbiamo bisogno?
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    Secondo me di qualcosa di base, no?
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    Cioè, dicevamo, un sorriso, l'interesse,
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    la voglia di ascoltare, l'affetto,
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    tutte cose che secondo me capita troppo spesso che si perdano.
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    Si perde questa energia, non la stiamo più raccogliendo.
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    Uno esce di casa e litiga col primo che gli attraversa male con la bicicletta, no?
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    Quindi, vi chiederei una piccola cosa.
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    Dicevo, volevo che diventaste tutti piccoli maghi
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    o piccole streghe.
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    È un esperimento facilissimo,
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    lo faccio con le mie tre figlie quando le mando a scuola,
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    e dico: "Guarda, non ti arrabbiare. Sorridi".
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    Provate in ambienti piccoli.
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    Provate nelle mura domestiche allargate
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    piuttosto che provate nell'ufficio.
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    Portate qualcosa. Ed è un portare qualcosa di cuore,
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    cioè vuol dire portare qualcosa senza ritorno,
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    vuol dire dare, vuol dire dire
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    ma non vuol dire necessariamente avere.
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    Ma voi rimettete in circolo,
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    mettete in circolo semplicemente qualcosa di veramente positivo,
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    e soprattutto se lo fate in un ambiente chiuso, raccoglierete.
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    Vedrete effettivamente come le cose si muovono.
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    O come in una semplice collaborazione
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    voi potete veramente creare la magia dell'energia.
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    Grazie.
  • 14:07 - 14:11
    [Applausi]
Title:
Il Karma dell'Energia: Claudia Parzani a TEDxMilanoWomen
Description:

Avvocato e attivista, socia di Linklaters dal 2007 nella divisione mercati finanziari, è presidente di Valore D -- la prima associazione di grandi aziende creata in Italia per sostenere la leadership femminile nel mondo aziendale -- e fondatrice di Breakfast@Linklaters, una rete di oltre 500 rappresentanti della comunità imprenditoriale femminile. Prima di entrare in Linklaters ha acquisito esperienza lavorando per uno dei primi studi legali britannici che sono entrati nel mercato italiano, e poi in uno studio legale americano, dove era anche socia. In seguito è stata trasferita a Londra per lavorare nell'ufficio legale di una grande banca d'affari. Specializzata in titoli azionari e transazioni nel mercato dei capitali di debito, oltre che in fusioni e acquisizioni pubbliche, ha fornito assistenza a molte aziende e grandi banche d'investimento italiane ed internazionali. Nel 2012 è stata nominata donna avvocato dell'anno dalla rivista Top Legal e, secondo l'Innovative Lawyer report del Financial Times, è uno dei dieci avvocati più innovativi nel 2013 . È laureata in legge presso l'Università di Milano.

Nello spirito delle idee che vale la pena diffondere, TEDx è un programma di eventi locali, organizzati in modo indipendente, che si propone di riunire persone per condividere un'esperienza simile a quella che si vive con TED. Ad un evento TEDx, i video TEDTalks e gli speaker dal vivo si fondono per creare una profonda discussione e connessione in un piccolo gruppo.Questi eventi locali, organizzati in modo indipendente, vanno sotto il marchio TEDx, dove x = evento TED organizzato in modo indipendente. La Conferenza TED fornisce una guida generale per il programma TEDx, ma i singoli eventi TEDx sono organizzati in modo indipendente*. (*Nel rispetto di determinate norme e regolamenti).

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
14:12

Italian subtitles

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