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Tornare a "QUESTO",
ancora e ancora
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Tornare a Questo,
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ancora e ancora
e ancora.
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Grazie di permettermi
di portare questa precisione,
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perché in questo
"ancora e ancora"
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come dici, può
sembrare fastidioso.
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Perché...
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pffff.....
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E in quello che sento
- e forse sbaglio -
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c'è questa...
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Quello che è fastidioso,
in realtà, non è forse
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di vedere che avviene
una situazione
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e di dire
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"Devo tornare a Questo,
devo tornare a Questo" ?
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Perché in realtà l'idea è - sì -
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di tornare a Questo,
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ma vediamo qui,
e trovo molto importante
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di precisare bene
alcuni piccoli dettagli,
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sono delle piccole
nuances...
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Tornare a Questo
non significa
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non vedere l'ostacolo
che è qua.
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E quello che può
essere fastidioso
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è di volere che
non sia così, in realtà,
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mentre il vero invito
di tornare a Questo
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è di abbracciare
ciò che è qua,
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non di non volere
che ciò che è qua sia qua,
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ma al contrario,
di abbracciare
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ciò che è qua,
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per davvero.
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Quindi se c'è irritazione,
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è l'irritazione che deve
essere visitata
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per poter tornare
a Questo.
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Dire "sì" a ciò che è,
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è dire sì alla paura,
all'invasione,
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a questo pensiero
che torna continuamente
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non nel senso di fare
della nostra vita
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questa cosa di sempre
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voler andare a vedere delle cose,
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non è esattamente
questo,
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perché questo è
effettivamente
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troppo... a me in ogni caso
non piacerebbe per niente.
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Possiamo semplicemente
vivere la nostra vita
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e quando una cosa
avviene, sorge un'emozione,
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una sensazione,
semplicemente prenderla?
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Non avere... non è
un lavoro da fare
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dire "vado a vedere
tale cosa, tale cosa...".
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Ma quando l'evento
sorge, quando l'emozione arriva,
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la vedo semplicemente
perché è qua,
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non perché "più le vedo,
meglio sarò, e poi
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arriverò a questo..."
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Questo non è vero.
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Perché altrimenti
passiamo la giornata
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a occuparci di
tutto questo,
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e non è per niente
gradevole.
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Ma quando l'evento
avviene,
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è qui in ogni caso.
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L'idea non è di "switchare"
e di stare bene,
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questo è "pensiero
magico", un rinnego enorme.
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Quando l'emozione
o l'evento arriva,
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lo guardo perché
è l'evento che si presenta,
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perché è questo
che sento in quel istante.
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E me ne occupo qui
perché è presente, e basta.
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E immediatamente,
facendo questo,
-
facendo questo
switch, tornando qui,
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dopo che questo sia
stato abbracciato completamente,
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Questo ritorna,
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la connessione
a Questo.
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Quindi si tratta solo
di prendere l'onda
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quando l'onda arriva.
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Non di aspettare
e tutto il giorno
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farci delle onde
per essere il più possibile
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in Questo continuamente,
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perché questo sottointende
qualcosa di molto potente,
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e cioè che per riuscire
a stare in Questo
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sempre di più, io debba
ripulirmi, guardare le mie cose...
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questo è veramente fastidioso.
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Siamo già questo,
non c'è nulla da fare
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per arrivarci,
è quello che siamo.
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Ma possiamo veramente
vivere la nostra vita
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in pieno, vivere e prendere
l'onda quando arriva, semplicemente?
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Non c'è nulla da cambiare,
non c'è da arrivare da qualche parte,
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non c'è... E altrimenti,
che lavoro enorme!
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Ma è estremamente
importante
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non rinnegare nulla,
non respingere ciò che è qua,
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non volere appunto
sentire ciò che sentiamo,
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ma al contrario approfittare
di ogni sensazione
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per abbracciarla.
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Ed è vero, ancora e
ancora e ancora,
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bisognerà tornare
a questo,
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perché è la vita.
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La vita è fatta di
questi movimenti
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che arrivano e
se ne vanno,
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è così la vita.
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C'è il bel tempo,
stiamo in pieno sole,
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oltrettutto in questo
giorno dell'equinozio,
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è primavera,
le stagioni cambiano,
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il vento cambia,
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tutto cambia e si muove
continuamente,
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c'è movimento
nella vita.
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E qui, è uguale.
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Ma sappiamo prendere
il movimento?
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"Oh no, oggi non ho
voglia di pioggia."
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Beh, mi dispiace ma
non posso cambiare questo.
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Ma posso, per esempio,
venire a vedere qui
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che cosa suscita in me.
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O rimango con questa cosa
"Non voglio pioggia oggi",
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oppure mi dico "Ah sì,
avrei preferito il bel tempo"
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e se davvero mi irrita,
posso venire a vedere qui
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che cos'è che mi irrita tanto,
-
mi occupo di questo qui,
-
perché questo non lo posso cambiare.
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Ed è vero per la pioggia
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e per tante altre cose.
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Non ho necessariamente
potere su ciò che accade
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all'esterno, ma posso veramente
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occuparmi di ciò
che accade qui in me.
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E sì, ancora e ancora
e ancora,
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avremo delle cose
sulle quali tornare,
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ma è ciò che è vivo
che è così.
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L'idea non è di essere perfetti,
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l'idea non è di arrivare
da qualche parte,
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l'idea non è di essere
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sempre in una specie
di beatitudine,
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non si può.
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Sarebbe completamente
disconesso,
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non fa parte della vita,
della realtà.
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Si tratta veramente
di dire "sì" a tutto ciò che passa.
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Non di cercare che sia perfetto
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e che questo non esista,
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ma al contrario, di
dire veramente "sì"
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a ciò che è presente
a ogni istante,
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perché tutto questo
non fa altro che passare.
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Dire "sì" profondamente
all'emozione,
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e lasciarla passare.
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Perché molto, molto spesso
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- grazie di precisare questo,
perché molto spesso
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c'è questa sensazione
di dire:
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"Ah no, devo tornare a questo,
devo tornare a questo".
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Ed è un dettaglio,
e magari non è quello che intendevi,
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ma questa piccola cosa
fa sì che alcune persone
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respingono tutte le situazioni
e si dicono:
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"No no, io sono solo in Questo."
-
"No no, io sono solo in Questo."
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E a un certo punto, il vaso
vuole traboccare
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e poi scoppia.
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E' sicuro che siamo
solo Questo,
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questo è vero.
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Ma è impossibile
stare sempre solo in Questo,
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nel mondo concreto,
nella personalità.
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La vita non è così.
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Ma posso avere
questa capacità
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di fare questo rigiro
sempre più facilmente.
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E a volte, ci sono eventi
molto più importanti
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che accadono,
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e non si fa così,
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non può farsi così.
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Quando veniamo a sapere
una notizia
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che ci tocca profondamente,
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a volte ci vogliono
diversi giorni,
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anche settimane,
chissà?
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Ma non ci chiediamo
di essere sovrumani
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e di essere dei robot,
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al contrario, vi invito
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a questa grande,
grande umanità,
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questa vulnerabilità
di dire:
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"Wow, sto attraversando
qualcosa di difficile,
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ma me ne occupo".
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Ma non può switchare
così, è impossibile.
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Questo è chiederci troppo.
-
Ma posso avere cura
di questo, però.
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"Ok, prendo cura."
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E anche mentre sto
prendendo cura di questo
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e che soffro e sono triste,
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so che sono Questo
al 100 per cento.
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Ma nell'istante,
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ho una pena della
quale mi devo occupare,
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e prenderò cura di questo
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senza spruzzarla ovunque,
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ma prendo il tempo
di prenderne cura.
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Abbiamo tutti un momento
in cui qualcosa del genere
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è successo, e non può
fare così in un batter d'occhio,
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perché altrimenti
diventeremmo
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completamente indifferenti.
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Ho vissuto qualcosa
di molto triste
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prima di lasciare
casa mia.
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Mi ha sconvolta,
mi ha fatto tanta, tanta pena
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ed è rimasto alcuni giorni.
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Ero veramente, veramente
triste di ciò che stava accadendo,
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e poi passava e tornava,
e riparlavo alla persona,
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poi "ok", ma torna... ma col tempo,
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e vedi, ora, ci posso pensare,
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è meno pesante,
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ho comunque un pensiero
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e mi dico "ah", ma se so
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che Questo è in me,
Questo è nell'altro pure,
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e che non c'è errore.
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Se entro nella storia
che dice che c'è stato
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un errore, che non avrebbe
dovuto essere così,
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che non è giusto,
è lì il problema.
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Ma è triste, molto triste,
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ma ho fiducia in questo.
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E sono molto felice
di non essere insensibile
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a ciò che avviene.
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Soprattutto, non tagliarsi,
rinnegare,
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è così importante,
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questa è davvero la precisione
che volevo portare,
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perché più respingiamo
questa sensazione,
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più la manteniamo,
e più rimarrà a lungo.
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L'idea non è neanche
che se ne vada,
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ma di essere onesti qui
con se stessi
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e prendere il tempo
che passi.
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Però passerà.