Come smettere di fare "swipe" e trovare la persona che fa per te sulle app di dating

Diciamocelo, il dating online può far schifo. Talmente tante possibilità, così tanto tempo sprecato -- Ne vale la pena? La podcaster e imprenditrice Christina Wallace pensa di sì, se lo si fa nel modo giusto.
In un divertente e pragmatico intervento, Wallace spiega come ha utilizzato le sue competenze da MBA per inventare un approccio con "appuntamento zero" rinunciando alle app basate sullo swipe -- e come potete farlo anche voi.

Ho provato l'online dating
nel mio primo anno al college,

era il 2001, in caso
non vediate le mie rughe.

Ora, come avrete notato,
sono alta un metro e 80

e appena arrivata all'università prescelta

dopo aver capito che i nostri atleti
della terza divisione di basket

erano alti in media 1,70 metri,

ho abbandonato la scena
del campus per tuffarmi online.

A quei tempi, il dating online
era molto vicino alla trama

di "C'è posta per te".

Scrivevi e ricevevi lunghissime email
e andava avanti per settimane

prima di un incontro dal vivo.

Per poi scoprire, nel mio caso,
che non c'era chimica

e così, si ricominciava da zero.

Così, mentre il dating online
è cambiato molto negli ultimi 17 anni,

molte delle frustrazioni rimangono uguali.

Per alcune cose funziona.

Allarga le possibilità
di potenziali appuntamenti

al di fuori delle nostre cerchie
sociali e professionali.

E ecco in cosa non funziona.

Letteralmente tutto il resto.

(Risate)

Un po' di cose
che dovreste sapere su di me:

sono un'attiva, ambiziosa nerd
amante di matematica e teatro

che ha conseguito un MBA.

Così, quando le cose non funzionano,
tendo a fare un passo indietro

e uso le mie competenze di business
per capire e aggiustare il tiro.

La mia vita amorosa non fa eccezione.

L'estate prima dei 30 anni, ho iniziato
una relazione fuori sede con me stessa,

andando da sola in campeggio
nel Maine per una settimana,

per fare una retrospettiva
sulle mie trascorse relazioni mediocri.

Perché sapevo
cosa desideravo in un partner.

Gentilezza, curiosità, empatia,
la presenza di uno scopo.

E invece, ecco cosa sceglievo online:

una laurea prestigiosa,
altezza superiore a 1.80m,

a non più di 12 fermate di metro da me.

Non ho dato intenzionalmente
priorità a queste cose,

è il modo più semplice
di valutare online.

È come esaminare un curriculum,

il motivo per cui costoro,
perfetti sulla carta,

non lo erano mai nella realtà.

Così, ritornata online
nella primavera del 2016,

ho rivisto il processo, grazie
a competenze standard di business.

Per prima cosa, utilizzando OkCupid,

per evitare tutte le app basate
sul gioco del "sì" o "no" sulle foto.

E anche perché volevo
una piccola prova di scrittura.

Dopo, ho preparato
una strategia di "vendita",

lasciando fuori le sensazioni,

definendo invece i criteri
per giudicare un contatto qualificato.

Un messaggio ricevuto
doveva avere tre cose:

essere scritto con frasi complete
e con una buona grammatica;

doveva far riferimento al mio profilo,

così da dimostrarmi di non essere
un copia-e-incolla;

doveva evitare
qualsiasi contenuto sessuale.

Pensavo l'asticella fosse bassa,

ma si dà il caso,
che dei 210 messaggi ricevuti,

solo il 14 per cento
ha superato l'ostacolo.

(Risate)

Passo successivo, incontrarli
dal vivo il più in fretta possibile,

perché le cose di cui avevo bisogno,
non potevo vederle online.

Ma la ricerca e la mia esperienza,

mostrano che sono sufficienti appena
30 secondi per sapere se scatta il "clic".

Così ho inventato l'appuntamento "zero".

L'appuntamento zero è: un drink, un'ora.

Con lo scopo di rispondere alla domanda:

"Vorrei andare a cena con quest'uomo?"

Non: "È l'anima gemella"?

Letteralmente:
"Vorrei trascorrere tre ore al tavolo

con questa persona?"

Dici loro di avere un impegno urgente

un aperitivo con le amiche,
una chiamata in Cina -

non importa, tanto non ti conoscono.

Il punto è: un'ora.

Se è meraviglioso, si può
fissare il primo appuntamento.

Se non lo è, si passa
alla modalità intrattenimento

con le prove generali delle storie
da utilizzare nei prossimi eventi.

In più, essendo solo un'ora,
puoi far entrare tre incontri in una sera

e quindi basta sistemare i capelli e usare
un bel vestito una volta a settimana.

L'appuntamento zero mi consentiva
di valutare la risposta

al mio invito all'appuntamento.

Non tutti avrebbero apprezzato
il mio coraggio, e avevo ragione.

Dei miei 29 potenziali candidati
solo in 15 hanno risposto al mio messaggio

e di questi, sei hanno fissato
un "appuntamento zero".

Il mio primo "zero"
è stato uno scenografo.

Amavamo entrambi lo yoga

e le ciambelle con burro d'arachidi,

sembrava promettente.

Ma dopo due minuti sapevo già
che non sarebbe scoccato nulla

ed ero sollevata dal non dover
andare a cena con lui.

Dopo questo, mi sentivo un po' nervosa
per il mio successivo "zero".

Ci siamo accordati per incontrarci
al Brooklyn Heights

con del whisky
per ammirare il tramonto,

e onestamente, era pure
a due passi da casa mia.

In più, questo tipo curava
un podcast, come me,

scenario peggiore: potevamo
parlare dei rispettivi podcast.

Quindi, Chas si è seduto accanto a me.

E questo uomo generoso, empatico

mi ha riempito di grandi battute
e di domande ancora migliori.

Era avvocato e scrittore,
gli occhi gli scintillavano mentre rideva

e si serravano mentre lo baciavo

e a un certo punto, il nostro "zero"
divenne il primo appuntamento.

E due anni dopo, abbiamo una lavatrice,
un'asciugatrice e due piantine in comune.

Ora, non posso promettere
che finirete con le piantine.

Ma il punto di questa storia

è che il dating online
non deve far schifo.

Non trattatelo come un gioco,
o come l'analisi di un curriculum.

Usatelo invece come fonte
di possibili contatti di qualità

e andate offline più veloci che potete
con l'appuntamento zero.

Perché il punto non è scegliere
sì o no su una foto.

È trovare qualcuno che fa per voi.

Buona fortuna.

(Applausi)