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David Blaine: come ho trattenuto il respiro per 17 minuti

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    In qualità di mago cerco di creare immagini
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    che inducano le persone a fermarsi e pensare.
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    Cerco anche di mettermi alla prova
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    facendo cose che i dottori dichiarano impossibili.
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    Sono rimasto sepolto vivo in una bara a New York,
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    sepolto vivo in una bara nell'aprile del 1999,
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    per una settimana.
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    Ho vissuto lì dentro con nient'altro che acqua.
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    E alla fine mi sono divertito a tal punto
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    che decisi di poter
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    fare molto di più.
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    La volta dopo mi sono congelato dentro un blocco di ghiaccio
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    per tre giorni e tre notti a New York.
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    Quella è stata molto più difficile di quanto mi aspettassi.
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    La volta ancora dopo sono rimasto in piedi su una colonna di oltre trenta metri
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    per 36 ore.
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    Iniziai ad avere delle allucinazioni tali
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    che i palazzi alle mie spalle iniziarono a somigliare a teste di grandi animali.
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    Poi, la volta dopo, sono andato a Londra.
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    A Londra ho vissuto in un cubo di vetro per 44 giorni
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    con nient'altro che acqua.
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    E' stata, per me, una delle cose più difficili che abbia mai fatto,
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    ma al tempo stesso la più bella.
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    C'erano molti scettici, specialmente tra la stampa londinese
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    al punto che iniziarono a tirarmi cheeseburger
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    da elicotteri intorno al mio cubo per tentarmi.
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    (Risata)
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    Così mi sono sentito avvalorato
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    quando il New England Journal of Medicine
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    usò la ricerca a fini scientifici.
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    Nella mia successiva ricerca ho voluto vedere quanto a lungo potessi rimanere senza respirare,
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    quanto a lungo potessi sopravvivere senza nulla,
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    neanche l'aria.
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    Non immaginavo che sarebbe diventato
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    il viaggio più incredibile della mia vita.
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    Da giovane mago
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    ero ossessionato dalla figura di Houdini e dalle sue sfide sott'acqua.
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    Iniziai presto a competere con gli altri ragazzini
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    per vedere quanto tempo riuscissi a rimanere sott'acqua
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    e mentre loro tornavano su per respirare,
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    tipo, 5 volte, io rimanevo sotto senza riprendere fiato.
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    Da adolescente
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    ero in grado di trattenere il fiato per tre minuti e trenta secondi.
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    Ho scoperto solo dopo che quello era il record personale di Houdini.
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    Nel 1987 ho sentito la storia
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    di un ragazzo che cadde in un fiume ghiacciato
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    e rimase intrappolato sott'acqua.
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    Rimase sotto senza respirare per 45 minuti.
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    Quando arrivarono i soccorsi
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    riuscirono a rianimarlo e non c'erano danni cerebrali.
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    La sua temperatura interna era scesa a 25 gradi.
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    Come mago io credo che tutto sia possibile.
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    E penso che se qualcosa viene fatto da una persona
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    può essere fatto anche da altri.
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    Iniziai a pensare che se il ragazzo riuscì a sopravvivere
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    senza respirare per così tanto tempo,
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    ci doveva essere un modo perché ci riuscissi anch'io.
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    Allora ho incontrato un famoso neurochirurgo.
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    Gli chiesi per quanto tempo fosse possibile
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    rimanere senza respirare, quanto a lungo potessi stare senza aria.
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    Mi rispose che superando i sei minuti
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    si corrono seri rischi
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    di danni cerebrali da ipossia.
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    La presi in pratica come una sfida.
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    (Risata)
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    Al mio primo tentativo pensai di tentare qualcosa di simile,
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    ho creato una cisterna d'acqua
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    e l'ho riempita di ghiaccio e acqua freddissima.
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    E sono rimasto in quella cisterna d'acqua
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    nella speranza che la mia temperatura interna iniziasse a scendere.
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    E tremavo. Al mio primo tentativo di trattenere il respiro
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    non ho resistito neanche un minuto.
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    E mi sono reso conto che le cose non avrebbero funzionato.
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    Quindi sono andato a parlare con un amico dottore
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    e gli ho chiesto come avrei potuto farcela.
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    "Voglio trattenere il respiro molto a lungo. Come posso riuscirci?"
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    MI rispose: "David, tu sei un mago,
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    quindi crea solo l'illusione di trattenere il respiro, sarà molto più semplice".
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    (Risata)
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    Così mi propose l'idea
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    di creare un ri-respiratore,
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    con un assorbitore di CO2,
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    che in pratica era un tubo come quelli del ferramenta,
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    con un palloncino attaccato all'estremità con del nastro isolante,
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    che lui pensava si potesse inserire al mio interno,
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    con lo scopo di riciclare l'aria da farmi ri-respirare
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    con questo aggeggio dentro di me.
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    E' un po' duro da guardare.
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    Ma ecco quel tentativo.
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    E' chiaro che non avrebbe mai funzionato.
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    (Risata)
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    A quel punto iniziai a pensare
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    alla respirazione liquida.
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    C'è una sostanza chimica chiamata perflubron
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    con una concentrazione così elevata di ossigeno
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    che teoricamente lo si può respirare.
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    Sono quindi riuscito a procurarmi questa sostanza
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    ne ho riempito il lavandino e ci ho immerso la faccia
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    provando a respirarci dentro,
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    cosa che fu del tutto impossibile.
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    In pratica è come cercare di respirare, disse un dottore,
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    con un elefante sul petto.
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    E anche quest'idea venne scartata.
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    Poi mi sono chiesto:
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    sarà possibile agganciare un bypass cuore-polmone,
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    e farmi impiantare chirurgicamente un tubo dentro l'arteria,
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    per creare l'illusione di non respirare, mentre il mio sangue riceve comunque ossigeno?
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    Questa era ovviamente un'altra idea pazzoide.
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    Poi mi venne in mente quella che era l'idea più pazza di tutte:
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    provarci davvero.
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    (Risata)
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    Trattenere davvero il respiro oltre il punto
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    che i medici considerano di morte cerebrale.
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    Al che ho iniziato a fare delle ricerche
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    sui cercatori di perle,
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    perché loro riescono a stare sott'acqua per quattro minuti senza riprendere fiato.
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    E mentre facevo ricerche sui cercatori di perle ho scoperto
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    il mondo delle immersioni in apnea.
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    E' stata la cosa più straordinaria che abbia mai scoperto, o quasi.
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    Ci sono molti aspetti diversi che concernono l'immersione.
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    Ci sono i record di profondità, dove si cerca di andare più in fondo possibile.
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    E poi c'è l'apnea statica,
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    che consiste nel trattenere il fiato il più a lungo possibile
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    rimanendo immobili senza muoversi.
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    Io ho studiato questo aspetto.
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    La prima cosa che ho imparato è che quando si trattiene il respiro
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    bisogna restare immobili per non sprecare energia.
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    Il movimento consuma ossigeno,
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    e aumenta i livelli di anidride carbonica nel sangue. Quindi, ho imparato che bisogna stare immobili.
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    E ho imparato a rallentare la mia frequenza cardiaca.
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    Dovevo rimanere perfettamente immobile e rilassarmi
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    e pensare di non essere nel mio corpo,
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    controllando questo stato.
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    Poi ho imparato a depurarmi.
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    Depurarsi è in sostanza iperventilare.
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    Si soffia dentro e fuori...
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    Lo fai, la testa diventa leggera e senti un formicolio.
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    A quel punto letteralmente depuri il tuo corpo dalla CO2.
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    Così trattenere il respiro diventa molto più facile.
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    Ho poi imparato che bisogna inspirare profondamente,
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    trattenere il respiro, rilassarsi e non lasciar uscire aria,
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    ma trattenerla e rilassarsi nonostante il dolore.
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    Ogni mattina, e questo per mesi,
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    mi alzavo e la prima cosa che facevo
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    era trattenere il respiro
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    per, in un lasso di 52 minuti,
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    trattenerlo per 44 minuti.
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    In pratica significa che mi depuravo,
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    respirando profondamente per un minuto.
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    E poi, subito dopo, trattenevo il respiro per cinque minuti e mezzo.
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    Per poi respirare di nuovo per un minuto,
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    depurandomi il più possibile,
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    e poi ritrattenevo subito il fiato per altri cinque minuti e mezzo.
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    Ripetevo tutto questo per otto volte di fila.
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    Su 52 minuti si respira per soli otto.
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    Alla fine sei del tutto cotto, o per lo meno lo è il tuo cervello.
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    Ti senti come se camminassi con la testa fra le nuvole.
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    E con dei terribili mal di testa.
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    Praticamente non sono la persona migliore con la quale fare quattro chiacchiere in quelle condizioni.
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    Mi sono poi documentato riguardo al detentore del record mondiale.
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    Si chiama Tom Sietas.
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    Questo ragazzo ha una conformazione perfetta per trattenere il respiro.
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    1 metro e 93 di altezza, per 72 kg.
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    E la sua capacità polmonare totale
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    è il doppio rispetto a quella di una persona media.
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    Io sono 1 metro e 85, e grasso.
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    Diciamo che sono robusto.
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    (Risata)
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    Ho dovuto perdere oltre 20 kg in tre mesi.
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    A quel punto tutto ciò che introducevo nel mio corpo
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    lo consideravo una medicina.
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    Ogni singolo boccone era calcolato esattamente per il suo valore nutrizionale.
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    Mangiavo solo piccole e controllate porzioni
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    durante tutto il giorno.
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    Ho iniziato ad adattare il mio corpo.
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    (Risata)
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    Più dimagrivo e più a lungo ero in grado di trattenere il respiro.
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    E grazie al regime alimentare e all'allenamento,
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    la frequenza cardiaca a riposo scese a 38 battiti al minuto,
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    inferiore a quella della maggior parte degli atleti olimpici.
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    In quattro mesi di allenamento fui in grado di trattenere il respiro
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    per oltre sette minuti.
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    Volevo provare a trattenere il respiro ovunque.
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    Volevo provare anche nelle condizioni più estreme
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    per vedere se fossi in grado di rallentare la mia frequenza cardiaca
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    sotto costrizione.
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    (Risata)
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    Decisi che avrei battuto il record mondiale
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    in televisione, in diretta in prima serata.
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    Il record del mondo era di otto minuti e 58 secondi,
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    detenuto da Tom Sietas, lo stesso ragazzo con i polmoni da balena di cui vi ho parlato.
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    (Risata)
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    Pensavo di poter mettere una cisterna d'acqua al Lincoln Center
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    e se fossi rimasto lì per una settimana senza mangiare,
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    mi sarei trovato a mio agio in quella situazione
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    rallentando il mio metabolismo,
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    il che ero certo mi avrebbe aiutato nel trattenere il respiro
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    più a lungo di quanto non fossi riuscito a fare fino a quel momento.
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    Mi sbagliavo su tutta la linea.
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    Sono entrato nella sfera una settimana prima della messa in onda programmata.
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    Pensavo che tutto stesse funzionando.
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    Due giorni prima della mia grande prova per il record,
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    i produttori dello speciale tv
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    pensarono che semplicemente guardare qualcuno
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    trattenere il fiato e quasi affogare
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    fosse troppo noioso per uno spettacolo televisivo.
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    (Risata)
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    Così ho dovuto aggiungere delle manette
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    mentre trattenevo il respiro, dalle quali mi dovevo liberare.
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    Questo fu un errore fatale.
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    A causa del movimento sprecavo ossigeno.
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    E al settimo minuto iniziai
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    ad avere delle forti convulsioni.
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    A 7.08 iniziò il black out.
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    A sette minuti e mezzo
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    dovettero tirarmi fuori e rianimarmi.
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    Avevo fallito su tutta la linea.
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    (Risata)
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    Naturalmente, per uscire da questa crisi l'unico modo
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    che mi venne in mente
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    fu quello di chiamare Oprah.
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    (Risata)
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    Le dissi che volevo alzare la posta in gioco
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    e trattenere il respiro più a lungo di quanto avesse mai fatto ogni altro essere umano.
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    Questo era un record diverso. Dovevo battere
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    il record di apnea statica con ossigeno puro che il Guinness
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    aveva fissato a 13 minuti.
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    In pratica si respira ossigeno puro prima,
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    ossigenando il corpo e buttando fuori l'anidride carbonica,
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    e poi si è in grado di trattenere il fiato molto più a lungo.
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    Mi resi conto che in realtà il mio rivale
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    era il castoro.
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    (Risata)
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    Nel gennaio 2008
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    Oprah mi diede 4 mesi per prepararmi e allenarmi.
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    Ho dormito ogni notte in una tenda ipossica.
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    Una tenda ipossica è una tenda che simula
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    l'altitudine a 4.500 metri.
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    Un po' come un campo base sull'Everest.
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    Quello che accade è che inizia ad aumentare
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    il numero di globuli rossi nel corpo,
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    il che migliora il trasporto dell'ossigeno.
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    Ogni mattina dopo essere uscito da quella tenda
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    era come se il cervello fosse stato completamente ripulito.
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    Al mio primo tentativo con ossigeno puro, riuscii ad arrivare a 15 minuti.
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    Che era già un bel successo.
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    Il neurochirurgo mi tirò fuori dall'acqua a forza
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    perché secondi lui dopo 15 minuti
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    il tuo cervello è andato, è la morte cerebrale.
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    Ma quando mi ha tirato fuori, stavo bene.
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    C'era una sola persona lì per nulla impressionata.
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    Era la mia ex-fidanzata. Mentre cercavo di battere il record sott'acqua
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    per la prima volta, lei stava sbirciando nel mio Blackberry
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    tra i miei messaggi.
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    (Risata)
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    Mio fratello le fece una foto. E' stato davvero...
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    (Risata)
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    Poi annunciai che avrei provato a battere
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    il record di Sietas, pubblicamente.
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    In tutta risposta lui
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    andò da Regis e Kelly (famoso show tv americano)
  • 12:58 - 13:00
    e battè il proprio record precedente.
  • 13:00 - 13:04
    Poi il suo rivale principale si fece vivo e superò il suo record.
  • 13:04 - 13:06
    Tutt'a un tratto il record era salito a
  • 13:06 - 13:09
    16 minuti e 32 secondi.
  • 13:09 - 13:12
    Tre minuti oltre il tempo per il quale mi ero preparato.
  • 13:12 - 13:15
    Eh sì, era ben oltre il record.
  • 13:15 - 13:19
    A questo punto volevo che anche il Science Times documentasse la prova.
  • 13:19 - 13:21
    Volevo che ne scrivessero un pezzo.
  • 13:21 - 13:25
    Quindi feci quello che ogni persona
  • 13:25 - 13:28
    che seriamente persegue il progresso scientifico farebbe.
  • 13:28 - 13:31
    Sono entrato negli uffici del New York Times
  • 13:31 - 13:33
    e iniziai a fare giochi di prestigio con le carte a tutti.
  • 13:33 - 13:37
    (Risata)
  • 13:37 - 13:40
    Non so se furono i giochi con le carte o il richiamo delle isole Cayman,
  • 13:40 - 13:42
    fatto sta che John Tirney arrivò
  • 13:42 - 13:45
    e scrisse un pezzo sulla serietà delle prove di apnea.
  • 13:45 - 13:47
    Mentre era lì cercai di impressionarlo.
  • 13:47 - 13:50
    Feci un'immersione a 50 metri,
  • 13:50 - 13:54
    pari all'altezza di un palazzo di 16 piani,
  • 13:54 - 13:57
    e nella fase di riemersione, sono svenuto sott'acqua,
  • 13:57 - 13:59
    cosa molto pericolosa; è così che si affoga.
  • 13:59 - 14:01
    Fortunatamente Kirk mi vide
  • 14:01 - 14:03
    mi raggiunse a nuoto e mi riportò a galla.
  • 14:03 - 14:06
    A quel punto mi concentrai sull'obiettivo.
  • 14:06 - 14:09
    Mi dedicai del tutto all'allenamento per alzare il mio tempo
  • 14:09 - 14:11
    per ciò che dovevo fare.
  • 14:11 - 14:14
    Ma non c'era modo di essere pronti per la diretta tv,
  • 14:14 - 14:16
    dato che sarei stato da Oprah.
  • 14:16 - 14:20
    Fosse dipeso da me, lo avrei fatto galleggiando sull'acqua a faccia in giù.
  • 14:20 - 14:24
    Ma per lo show volevano che fossi in posizione eretta
  • 14:24 - 14:27
    in modo che potessero riprendermi in viso.
  • 14:27 - 14:29
    L'altro problema era
  • 14:29 - 14:31
    che la tuta mi riportava a galla
  • 14:31 - 14:34
    e quindi hanno dovuto agganciarmi i piedi per non farmi tornare a galla.
  • 14:34 - 14:38
    In pratica dovevo usare le gambe per tenere i piedi dentro queste cinghie allentate,
  • 14:38 - 14:41
    il che per me era un problema.
  • 14:41 - 14:43
    Tutto ciò mi innervosiva parecchio,
  • 14:43 - 14:45
    facendo aumentare la frequenza cardiaca.
  • 14:45 - 14:47
    Poi, c'era un'altra cosa,
  • 14:47 - 14:50
    che non avevo mai fatto prima, cioè un monitoraggio del battito cardiaco.
  • 14:50 - 14:53
    Era proprio a fianco della sfera.
  • 14:53 - 14:56
    Quindi ad ogni battito del cuore io sentivo bip-bip-bip-bip,
  • 14:56 - 14:58
    con un ticchettio davvero rumoroso.
  • 14:58 - 15:00
    E questo aumentava il mio nervosismo.
  • 15:00 - 15:03
    Non c'era proprio modo di far scendere la mia frequenza cardiaca.
  • 15:03 - 15:06
    Normalmente
  • 15:06 - 15:09
    iniziavo a 38 battiti al minuto,
  • 15:09 - 15:12
    e mentre trattenevo il respiro scendevo fino a 12 battiti al minuto,
  • 15:12 - 15:14
    il che è piuttosto insolito.
  • 15:14 - 15:18
    (Risata)
  • 15:20 - 15:24
    Questa volta partii da 120 battiti,
  • 15:24 - 15:26
    e non scese mai.
  • 15:26 - 15:29
    Nei primi cinque minuti sott'acqua
  • 15:29 - 15:32
    cercai disperatamente di rallentare la frequenza cardiaca.
  • 15:32 - 15:34
    Mi ritrovavo lì a pensare "Devo farlo rallentare.
  • 15:34 - 15:36
    Oppure perdo, fallirò la prova."
  • 15:36 - 15:38
    E diventavo sempre più nervoso.
  • 15:38 - 15:40
    E la frequenza cardiaca continuava a salire e salire ancora,
  • 15:40 - 15:42
    fino a quota 150 battiti.
  • 15:45 - 15:48
    In pratica fu lo stesso processo che generò la mia crisi al Lincoln Center.
  • 15:48 - 15:51
    Stavo sprecando ossigeno.
  • 15:51 - 15:53
    Al giro di boa, a 8 minuti,
  • 15:53 - 15:56
    ero certo al 100 %
  • 15:56 - 15:58
    che non ce l'avrei fatta.
  • 15:58 - 16:00
    Non avrei mai potuto farcela.
  • 16:00 - 16:04
    Pensai che Oprah mi aveva dedicato un'ora
  • 16:04 - 16:07
    per questa prova e se fossi crollato prima
  • 16:07 - 16:10
    lo show si sarebbe incentrato sulla mia depressione.
  • 16:10 - 16:12
    (Risata)
  • 16:12 - 16:14
    Tanto valeva combattere
  • 16:14 - 16:16
    e resistere fino allo svenimento,
  • 16:16 - 16:19
    almeno mi avrebbero tirato fuori a forza e si sarebbero presi cura di me.
  • 16:19 - 16:23
    (Risata)
  • 16:23 - 16:25
    Tenni duro fino a 10 minuti. A 10 minuti
  • 16:25 - 16:28
    si inizia a percepire
  • 16:28 - 16:30
    tutto un formicolio alle dita delle mani e dei piedi.
  • 16:30 - 16:32
    Sapevo che era dovuto ad una ridistribuzione del sangue,
  • 16:32 - 16:34
    quando il sangue inizia a ritirarsi dalle estremità
  • 16:34 - 16:37
    per fornire ossigeno agli organi vitali.
  • 16:40 - 16:42
    Ad 11 minuti iniziai a sentire
  • 16:42 - 16:44
    dei forti tremori alle gambe,
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    e le labbra iniziarono a sembrarmi diverse.
  • 16:48 - 16:52
    Al dodicesimo minuto le orecchie iniziarono a rimbombare,
  • 16:52 - 16:55
    e cominciavo a sentire il braccio intorpidirsi.
  • 16:55 - 16:58
    E dato che sono un ipocondriaco, ricordo che il braccio intorpidito è sintomo d'infarto.
  • 16:58 - 17:01
    Al che iniziai ad andare in paranoia.
  • 17:01 - 17:04
    A 13 minuti, forse a causa dell'ipocondria,
  • 17:04 - 17:09
    iniziai a sentire dolori al petto.
  • 17:09 - 17:11
    Era terribile.
  • 17:11 - 17:13
    A 14 minuti,
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    avvertivo queste tremende contrazioni,
  • 17:15 - 17:17
    come un forte bisogno di respirare.
  • 17:17 - 17:25
    (Risata)
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    A 15 minuti soffrivo
  • 17:27 - 17:30
    di una fortissima carenza di ossigeno al cuore.
  • 17:30 - 17:33
    E questo portò ad un'ischemia cardiaca.
  • 17:33 - 17:35
    Il mio battito passava da 120,
  • 17:35 - 17:41
    a 50, a 150, a 40, fino a 20 e poi 150 ancora.
  • 17:41 - 17:43
    Saltava un battito.
  • 17:43 - 17:45
    Ripartiva. Si fermava. E io avvertivo tutto questo.
  • 17:45 - 17:48
    Ero certo di essere sul punto di avere un infarto.
  • 17:48 - 17:51
    A 16 minuti tirai i piedi fuori dalle cinghie
  • 17:51 - 17:54
    perché sapevo che se fossi svenuto,
  • 17:54 - 17:56
    se avessi avuto un infarto, avrebbero dovuto
  • 17:56 - 17:58
    saltare dentro per sganciarmi i piedi
  • 17:58 - 18:00
    prima di tirarmi fuori. Ero molto nervoso.
  • 18:00 - 18:03
    Tirai fuori i piedi e iniziai a galleggiare verso la superficie.
  • 18:03 - 18:05
    Ma non tirai fuori la testa.
  • 18:05 - 18:07
    Stavo galleggiando aspettando che il mio cuore si fermasse del tutto,
  • 18:07 - 18:09
    aspettavo e basta.
  • 18:09 - 18:11
    C'erano dottori con quei "Pss", sapete cosa,
  • 18:11 - 18:13
    mentre rimanevano seduti in attesa.
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    E poi tutto d'un tratto sentii gridare.
  • 18:15 - 18:17
    Pensai che ci fosse qualcosa di strano --
  • 18:17 - 18:20
    che magari fossi morto nel frattempo o che fosse successo qualcosa.
  • 18:20 - 18:24
    Poi mi resi conto che avevo raggiunto i 16 minuti e 32 secondi.
  • 18:24 - 18:27
    Così, con l'energia di tutti coloro che erano lì
  • 18:27 - 18:29
    decisi che avrei continuato.
  • 18:29 - 18:31
    Arrivai a 17 minuti e quattro secondi.
  • 18:31 - 18:41
    (Applauso)
  • 18:41 - 18:43
    Come se non fosse abbastanza, quello che feci subito dopo
  • 18:43 - 18:45
    fu andare ai Laboratori Quest
  • 18:45 - 18:47
    e feci prelevare loro ogni campione di sangue possibile
  • 18:47 - 18:50
    per testare tutto il possibile e verificare i vari livelli ematici,
  • 18:50 - 18:52
    in modo che i dottori potessero farne uso, ancora una volta.
  • 18:52 - 18:54
    E poi volevo che nessuno lo mettesse in dubbio.
  • 18:54 - 18:56
    Avevo ottenuto il nuovo record del mondo e volevo
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    essere certo che venisse riconosciuto.
  • 18:58 - 19:01
    Perciò, vado a New York il giorno seguente,
  • 19:01 - 19:04
    e un ragazzino si avvicina a me - stavo uscendo dal negozio Apple -
  • 19:04 - 19:06
    e il ragazzino avvicinandosi mi dice: "Hey D!"
  • 19:06 - 19:08
    E io: "Cosa?"
  • 19:08 - 19:11
    Lui disse: "Se davvero hai trattenuto il fiato così a lungo,
  • 19:11 - 19:13
    perché sei uscito dall'acqua asciutto?"
  • 19:13 - 19:15
    E io: "Che?"
  • 19:15 - 19:17
    (Risata)
  • 19:17 - 19:19
    E questa è la mia vita. Quindi...
  • 19:19 - 19:24
    (Risata)
  • 19:24 - 19:26
    In qualità di mago io cerco di mostrare alle persone cose
  • 19:26 - 19:28
    che sembrano impossibili.
  • 19:28 - 19:31
    E penso che la magia, sia che stia trattenendo il respiro
  • 19:31 - 19:33
    o mischiando un mazzo di carte,
  • 19:33 - 19:35
    sia piuttosto semplice.
  • 19:35 - 19:39
    E' questione di esercizio, allenamento, ed è --
  • 19:39 - 19:43
    E' esercizio, allenamento e sperimentazione,
  • 19:43 - 19:46
    cercando di passare attraverso il dolore nel miglior modo possibile.
  • 19:46 - 19:50
    E questo è ciò che la magia significa per me, quindi, grazie a tutti voi.
  • 19:50 - 19:58
    (Applauso)
Title:
David Blaine: come ho trattenuto il respiro per 17 minuti
Speaker:
David Blaine
Description:

In questo personalissimo discorso tratto da TEDMED, il mago e stuntman David Blaine descrive come sia riuscito a trattenere il respiro per 17 minuti - un record mondiale (solo un minuto in meno di tutto questo talk!) - e ciò che il suo lavoro, che spesso lo porta a sfidare la morte, significhi per lui. Attenzione: NON provateci a casa!

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
19:58
Luigi Izzo added a translation

Italian subtitles

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