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Leonardo da Vinci - Robotica, meraviglia e meccanica dell'Universo. | Sara Taglialagamba | TEDxBergamo

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    Quanti di voi si ricordano
    un episodio dove hanno provato stupore?
  • 0:26 - 0:31
    Sì, è vero, richiede qualche minuto
    per andarlo a pescare nella memoria.
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    Nella mia mente, se ci penso,
    scorgo un ricordo nitido.
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    Avevo circa cinque anni
    e mi trovavo con mio nonno
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    che lavorava in un piccolo sgabuzzino,
    in giardino, in una giornata di sole.
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    Mio nonno era sempre là,
    falegname, ormai in pensione,
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    schizzava disegni su fogli
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    e "Sara, questo va lì, Sara questo va là",
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    sapeva creare modellini
    di macchine, congegni, orologi, velieri
  • 1:07 - 1:11
    e altre cose che accendevano
    la mia fantasia!
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    Sapete che effetto fa far vedere,
    a una bambina come ero io,
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    creare uno di questi congegni?
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    Ve lo dico io: ha un effetto dirompente!
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    Un mese fa ho festeggiato i nove anni
    dall'uscita del mio libro
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    "Automation and Robotics - Automazioni
    e Robotica di Leonardo da Vinci".
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    Questo mi ha portato lontano,
    in terre, luoghi e sensazioni,
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    e dato più di quanto una ipoteca
    sulla felicità possa mai fruttare.
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    Chi di voi ha letto Asimov?
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    Io, durante la mia adolescenza,
    ne ero innamorata
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    e sognavo un mondo pieno di robot.
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    Avevo ancora negli occhi mio nonno
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    che, ancora troppo piccola,
    vedevo creare, ideare, modificare
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    e infine realizzare dei pezzi unici.
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    Il legno, l'odore del Vinavil,
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    il suo sguardo attento
    e operoso dietro gli occhiali,
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    e poi tutta una serie di fogli,
  • 2:13 - 2:18
    su cui ruotismi, ingranaggi,
    leve, molle e balestre
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    avevano la meglio sugli scarabocchi
    e sui suoi tentativi
  • 2:22 - 2:26
    e al contempo scrivevano la mia storia.
  • 2:26 - 2:29
    Sì, perché ancora non sapevo
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    che quella sarebbe diventata
    la mia vocazione,
  • 2:32 - 2:36
    grazie a saper sviluppare
    questa capacità straordinaria
  • 2:36 - 2:39
    di sapere che cosa
    c'è schizzato sopra un foglio,
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    sia esso stesso realizzato 30 anni fa
    oppure 500 anni fa.
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    Poi io ho incontrato lui,
    il professor Carlo Pedretti,
  • 2:50 - 2:54
    che era, è, e sarà per me per sempre
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    il più famoso studioso
    di Leonardo da Vinci.
  • 2:58 - 3:02
    Partito da Bologna,
    con una passione irrefrenabile,
  • 3:02 - 3:06
    con una precisione chirurgica
    per il metodo e il rigore del lavoro,
  • 3:06 - 3:10
    e una capacità straordinaria
    e indiscutibile
  • 3:11 - 3:14
    di ricomporre e studiare
    le carte di Leonardo,
  • 3:14 - 3:17
    arrivò da giovane a Los Angeles e da lì,
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    in tutti i testi a cui
    uno studioso si deve avvicinare
  • 3:21 - 3:24
    se vuol conoscere,
    e poi successivamente approfondire,
  • 3:24 - 3:26
    lo studio di Leonardo.
  • 3:26 - 3:33
    Adesso sono specializzata
    nella automazione e nella robotica,
  • 3:33 - 3:38
    nei congegni idraulici e pneumatici,
    nell'orologeria, nei teatri,
  • 3:38 - 3:41
    nella meccanica statica
    e dinamica di Leonardo.
  • 3:42 - 3:44
    Fu proprio sua l'idea,
    del professor Pedretti:
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    "Dai Sara scrivilo,
    questo libro sulla robotica!
  • 3:47 - 3:50
    Scrivi quello che ti sembra di vedere!
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    Fammi vedere!"
  • 3:52 - 3:53
    Vi faccio vedere.
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    Da un punto di vista tecnologico,
  • 3:57 - 3:59
    gli "automata",
    dalla parola greca automàtos,
  • 3:59 - 4:02
    che si muove di propria volontà,
  • 4:02 - 4:03
    possono essere definiti
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    come l'esito più alto raggiunto dall'uomo
    nella gara di mimesi con la natura.
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    Essi sono dei veri e propri miracoli
    di ingegneria meccanica
  • 4:13 - 4:17
    che erano stati proprio creati
    per destare meraviglia e stupore
  • 4:17 - 4:21
    per le corti dei signori
    più potenti del tempo.
  • 4:21 - 4:24
    In questa definizione, "automata",
  • 4:24 - 4:26
    o se vogliamo,
    secondo l'antichità classica,
  • 4:26 - 4:29
    "simulacra autocinetici",
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    rientrano dei robot, degli automi,
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    che quindi riproducevano
    le fattezze umane e animali,
  • 4:36 - 4:38
    ma anche tutti i congegni più complessi,
  • 4:38 - 4:40
    come per esempio fontane,
    congegni idraulici,
  • 4:40 - 4:43
    pneumatici, orologi e teatri.
  • 4:45 - 4:47
    Una delle prime menzioni
    del termine "automata"
  • 4:48 - 4:51
    addirittura la ritroviamo
    nell'Iliade di Omero;
  • 4:52 - 4:57
    nel testo, infatti, si racconta
    di operai specializzati e robot
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    che si muovevano liberamente,
    quindi da soli,
  • 4:59 - 5:02
    nella magica fucina di Efesto,
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    non a caso dio del fuoco,
    dei metalli e della tecnologia.
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    E sapete che l'esito più alto
  • 5:08 - 5:10
    fu raggiunto
    dalla scuola alessandrina,
  • 5:10 - 5:14
    in particolar modo con la figura
    di Erone di Alessandria,
  • 5:14 - 5:16
    che accanto a congegni
    molto più complessi,
  • 5:16 - 5:18
    come, per esempio,
  • 5:18 - 5:21
    quello di poter spalancare da sole
    le porte di un tempio,
  • 5:21 - 5:23
    andava a ricreare dei robot
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    che si muovevano sfruttando
    la pressione dell'aria sull'acqua.
  • 5:29 - 5:33
    Sappiamo poi che la conoscenza
    dell'antichità classica,
  • 5:33 - 5:34
    nel campo della robotica,
  • 5:34 - 5:36
    passò poi al mondo arabo.
  • 5:36 - 5:40
    In particolar modo, la summa
    della conoscenza della meccanica araba
  • 5:40 - 5:44
    ci viene tramandata dalla figura
    di un inventore, astronomo e artista,
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    Al-Jazari,
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    di cui si hanno notizie
    tra il 1136 e il 1206.
  • 5:49 - 5:54
    Ora, proprio nel 1206
    abbiamo il suo libro sui dispositivi,
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    sui fantasiosi, meravigliosi,
    dispositivi meccanici,
  • 5:57 - 6:02
    nel quale sappiamo dell'esistenza
    di una cosiddetta "fontana del pavone",
  • 6:02 - 6:05
    una sorta di dispenser di acqua e sapone.
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    Oppure della favolosa "nave dei musici"
  • 6:08 - 6:12
    che, capace di librarsi e muoversi
    su uno specchio d'acqua,
  • 6:12 - 6:15
    poteva ricreare una sorta
    di vera e propria melodia,
  • 6:15 - 6:18
    grazie a questi robot musici
    muniti di strumento
  • 6:18 - 6:21
    per allietare magari
    i sontuosi banchetti del tempo.
  • 6:22 - 6:25
    Bene, facciamo un salto nel tempo
    e arriviamo a Milano.
  • 6:25 - 6:29
    1482, Leonardo arriva
    alla corte di Ludovico il Moro.
  • 6:30 - 6:33
    Anche l'ambiente milanese era un ambiente
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    ricco di stimoli
    e di eccellenza tecnologica.
  • 6:35 - 6:42
    Giovanni Fontana, una sorta di inventore,
    fantasioso, una figura poliedrica,
  • 6:42 - 6:45
    fu il padre di questa,
    della cosiddetta "strega infuriata",
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    una sorta di creatura ibrida
    meccanica, semimovente,
  • 6:49 - 6:52
    dotata di coda di serpente
    e ali di pipistrello
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    che sbucando fuori all'improvviso,
    perché mossa su alcune rotaie,
  • 6:56 - 6:59
    poteva destare sicuramente paura,
    ma anche meraviglia.
  • 7:00 - 7:04
    E poi era anche il padre
    del "diavolo meccanico"
  • 7:04 - 7:05
    una sorta di antecedente
  • 7:05 - 7:09
    di questo bellissimo e meraviglioso
    "diavolo ligneo", capace di muoversi,
  • 7:09 - 7:12
    che è conservato alla collezione Settala
  • 7:12 - 7:15
    del Museo del Castello
    Sforzesco di Milano.
  • 7:16 - 7:21
    Anche Leonardo, nel 1492,
    si misura con questo compito,
  • 7:21 - 7:23
    cioè quello di disegnare
  • 7:23 - 7:28
    quello che dagli studiosi
    era stato definito un "automa cavaliere".
  • 7:30 - 7:33
    Questo progetto viene ad essere schizzato
    su vari fogli del Codice Atlantico,
  • 7:33 - 7:35
    che voi sapete conservato
  • 7:35 - 7:37
    nella Veneranda Biblioteca
    Ambrosiana di Milano.
  • 7:37 - 7:39
    E in particolar modo,
  • 7:39 - 7:42
    il foglio più importante
    è questo, il 579 recto,
  • 7:42 - 7:44
    nella quale appunto Leonardo studia
  • 7:44 - 7:47
    questo complesso sistema
    di carrucole e di ingranaggi.
  • 7:47 - 7:51
    In particolar modo,
    grazie a questi quattro dispositivi,
  • 7:51 - 7:54
    proprio nel 2010, nel mio libro,
    avanzavo l'ipotesi
  • 7:54 - 7:59
    di poter leggere questo
    cavaliere automatico come un tamburino,
  • 7:59 - 8:02
    quindi vale a dire un musico,
    dotato di un tamburo melodico,
  • 8:02 - 8:07
    che potesse in qualche modo scandire
    il ritmo delle feste e dei balli,
  • 8:07 - 8:10
    ma anche le entrate ufficiali
    alla corte degli Sforza.
  • 8:10 - 8:14
    Questa mia intuizione
    ha ricevuto una menzione speciale,
  • 8:14 - 8:18
    in un articolo, su Scientific American,
    intitolato "I, robot",
  • 8:18 - 8:20
    fatto da un ingegnere della NASA,
  • 8:21 - 8:22
    che si è complimentato
  • 8:22 - 8:26
    e che ha decretato
    questo successo della mia intuizione.
  • 8:27 - 8:30
    Da un punto di vista tecnico,
  • 8:31 - 8:34
    questi studi di Leonardo
    sulla meccanica e sugli automatismi,
  • 8:34 - 8:35
    sui robot,
  • 8:35 - 8:38
    determinavano l'incontro,
    e forse anche lo scontro,
  • 8:38 - 8:42
    tra gli studi del campo
    dell'anatomia e della cinetica.
  • 8:42 - 8:47
    Egli veniva pertanto a tracciare
    una sorta di "anathomia artificialis"
  • 8:47 - 8:51
    in cui il corpo umano
    era paragonato a una macchina.
  • 8:51 - 8:54
    Egli stesso, a un certo punto,
    va a definire il corpo umano
  • 8:54 - 8:58
    come una macchina meravigliosa,
    perfettamente congegnata.
  • 8:58 - 9:02
    E quindi, pertanto, si assiste
    a una sorta di vero e proprio parallelismo
  • 9:02 - 9:06
    tra gli organi come ingranaggi
    e il corpo come macchina.
  • 9:08 - 9:12
    Lo stupefacente "leone meccanico", invece,
    fu un'allegoria politica,
  • 9:12 - 9:16
    fatta sfilare davanti
    al nuovo re di Francia Francesco I
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    a Lione nel 1515.
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    Sappiamo che fu commissionato a Leonardo
  • 9:21 - 9:25
    dai facoltosissimi banchieri fiorentini
    di stanza a Lione,
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    e doveva rappresentare
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    una sorta di vero e proprio
    grazioso dono diplomatico,
  • 9:28 - 9:31
    fortemente politicizzato a questo punto,
  • 9:31 - 9:32
    e che andava a sancire
  • 9:32 - 9:35
    una sorta di strettissima alleanza
    tra Firenze e la Francia.
  • 9:37 - 9:42
    Questo leone viene a essere studiato
    soltanto in questo foglio,
  • 9:42 - 9:45
    appartenente al Codice di Madrid,
  • 9:45 - 9:47
    ma abbiamo delle testimonianze:
  • 9:47 - 9:51
    infatti, Giovanni Paolo Lomazzo,
    nel 1584, ci dice:
  • 9:51 - 9:54
    "Una volta dinanzi a Francesco,
    primo re di Francia,
  • 9:54 - 10:00
    fece camminare da sua posta, in una sala,
    un leone fatto con mirabile artificio,
  • 10:00 - 10:06
    e poi fermato, aprendosi il petto,
    tutto pieno di gigli e diversi fiori".
  • 10:06 - 10:10
    L'unica testimonianza diretta, invece,
    è una testimonianza posteriore,
  • 10:10 - 10:13
    scritta da Michelangelo
    Buonarroti il giovane,
  • 10:13 - 10:15
    nipote del ben più famoso Michelangelo,
  • 10:15 - 10:17
    contemporaneo di Leonardo,
  • 10:17 - 10:19
    che ci descrive le nozze
  • 10:19 - 10:25
    tra Maria de Medici, di Firenze,
    e Enrico IV, allora re di Francia.
  • 10:25 - 10:26
    E dice:
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    "Nella testula della tavola di mezzo
    di quelle gentil donne,
  • 10:31 - 10:34
    per colmare la meraviglia,
    in aspetto fiero un Leone ebbe,
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    che posando su quattro piedi,
  • 10:36 - 10:41
    allora che a tavola elle si misero,
    prendendo moto, e sollevandosi in due,
  • 10:41 - 10:44
    aprirsi il seno si vide,
    e pieno di gigli mostrorlo.
  • 10:44 - 10:47
    Concetto simile a quello,
    il quale Leonardo da Vinci,
  • 10:47 - 10:50
    nella città di Lione,
    nella venuta del Re Francesco I,
  • 10:50 - 10:52
    mise in opera per la nazion fiorentina".
  • 10:53 - 10:58
    Questo giovane osservatore
    ci va a sottolineare
  • 10:58 - 10:59
    che già nel 1600,
  • 10:59 - 11:03
    quindi molto dopo rispetto
    al primo congegno di Leonardo,
  • 11:03 - 11:07
    si perpetuava in Francia ancora
    il ricordo della tecnologia vinciana
  • 11:07 - 11:09
    attraverso un leone
    di più piccole dimensioni,
  • 11:09 - 11:12
    che però si muoveva
    sopra questo banchetto nuziale
  • 11:12 - 11:15
    e andava incontro agli sposi.
  • 11:17 - 11:19
    Rispetto a tutti gli automi
    dell'antichità,
  • 11:19 - 11:22
    questo di Leonardo è il primo automa
  • 11:22 - 11:25
    che non sfrutta soltanto
    una fase meccanica,
  • 11:25 - 11:27
    ma addirittura ha un programma interno,
  • 11:27 - 11:32
    che sfrutta fasi meccaniche
    in diverse fasi di tempo.
  • 11:32 - 11:34
    E ne ho individuate cinque.
  • 11:34 - 11:38
    Dunque, il Leone meccanico
    era capace di muoversi
  • 11:38 - 11:40
    da un punto di vista tecnico,
  • 11:40 - 11:43
    attraverso lo sgancio delle balestre
    e lo svolgimento delle molle.
  • 11:43 - 11:47
    Poteva colmare una distanza molto ridotta,
    dai 3 ai 5 metri massimo.
  • 11:47 - 11:51
    Poi un meccanismo interno
    determinava, quindi,
  • 11:51 - 11:55
    che il leone si alzasse a sedere
    sulle zampe posteriori,
  • 11:55 - 11:58
    e si riattivava un meccanismo
    simile alla prima fase,
  • 11:58 - 12:02
    in cui si apriva una sorta
    di vero e proprio sportellino, dal petto,
  • 12:02 - 12:07
    ed erano capaci di ricadere, al suolo,
    in omaggio al re, dei gigli.
  • 12:07 - 12:08
    Il giglio, naturalmente,
  • 12:08 - 12:11
    aveva un grandissimo valore
    politico e simbolico,
  • 12:11 - 12:14
    era un'allusione alla città gigliata
    per eccellenza, cioè Firenze
  • 12:14 - 12:18
    e pertanto anche al fleur-de-lys francese.
  • 12:18 - 12:22
    In questi studi Leonardo
    va quindi a riflettere
  • 12:22 - 12:23
    come potete immaginare,
  • 12:23 - 12:29
    sul tema del movimento,
    della trasformazione del mondo naturale,
  • 12:29 - 12:33
    e va a tracciare quello che,
    secondo una straordinaria definizione,
  • 12:33 - 12:37
    si può descrivere come una sorta
    di "meccanica dell'universo".
  • 12:38 - 12:41
    E quindi, accanto al volo degli uccelli,
  • 12:41 - 12:44
    che lui studia nel Codice del Volo,
    conservato alla Biblioteca Reale a Torino,
  • 12:44 - 12:48
    non potevano mancare
    gli uccelli meccanici, volanti,
  • 12:48 - 12:50
    che potevano librarsi in aria
  • 12:50 - 12:52
    come un giocattolo
    nelle mani di un bambino.
  • 12:55 - 12:58
    Io so che ognuno di voi, ora,
    mi vuol fare la domanda della serata:
  • 12:58 - 13:00
    ma Leonardo è stato a Bergamo?
  • 13:01 - 13:02
    Sì!
  • 13:02 - 13:06
    Sappiamo che Leonardo
    conosceva benissimo le valli lombarde,
  • 13:06 - 13:10
    in particolar modo,
    le studiava per la loro idrografia
  • 13:10 - 13:12
    e per ragioni strategico-militari,
  • 13:12 - 13:13
    ma tutte le volte
  • 13:13 - 13:18
    che l'occhio del cartografo
    incontra l'occhio del naturalismo,
  • 13:18 - 13:20
    si hanno questi disegni meravigliosi,
  • 13:20 - 13:23
    che non sono soltanto
    una restituzione del territorio
  • 13:23 - 13:26
    ma descrivono letteralmente il territorio.
  • 13:26 - 13:28
    Ogni cartografia,
    ogni schizzo cartografico,
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    è in Leonardo un'opera d'arte.
  • 13:31 - 13:34
    E quindi vediamo
    come in questo primo disegno,
  • 13:34 - 13:36
    anch'esso conservato,
    come gli altri due che vedremo
  • 13:36 - 13:40
    alla Biblioteca Reale a Windsor,
    quindi nelle collezioni della Regina,
  • 13:40 - 13:43
    vediamo la Val Brembana
  • 13:43 - 13:49
    e poi, oltre la linea obliqua,
    la Val Trompia e la Val Sabbia.
  • 13:51 - 13:55
    Vediamo che Bergamo è identificata
    con questi due piccoli cerchi,
  • 13:55 - 13:58
    che corrisponderebbero
    quindi, come mi insegnate,
  • 13:58 - 14:02
    ai due luoghi insediativi,
    della città bassa e della città alta.
  • 14:03 - 14:07
    Poi abbiamo uno studio
    del bacino dell'Oglio,
  • 14:08 - 14:10
    e in questa carta la cosa curiosa
  • 14:10 - 14:13
    è che tutti i paesi
    che si ergono sulle sponde del fiume
  • 14:13 - 14:15
    sono scritti in dialetto bergamasco,
  • 14:15 - 14:20
    e questa è una prova
    che lui stesso era in questi luoghi.
  • 14:20 - 14:23
    Molto spesso - voi non lo vedete,
    ma sono molto piccoli -
  • 14:23 - 14:26
    ci sono le distanze che intercorrono
    tra villaggio e villaggio
  • 14:26 - 14:31
    e quindi hanno una prova
    di presenza sul territorio.
  • 14:32 - 14:36
    Poi abbiamo anche la valle del Serio,
  • 14:37 - 14:39
    dove ritroviamo la città di Bergamo,
  • 14:39 - 14:43
    invece qui identificata
    soltanto con un cerchio,
  • 14:43 - 14:46
    appunto per andare
    a identificare la città,
  • 14:46 - 14:49
    che quindi si ergeva alla fine
  • 14:49 - 14:52
    di questo tragitto d'osservazione
    molto importante.
  • 14:54 - 14:57
    Quello che io ho appreso
    durante tutti questi anni,
  • 14:57 - 15:00
    e di cui vi ho dato
    un velocissimo scorcio,
  • 15:00 - 15:02
    una piccola parte,
  • 15:02 - 15:04
    è stato proprio quel sentimento
  • 15:04 - 15:07
    di non perdere mai
    questo sentire straordinario,
  • 15:07 - 15:10
    che sono riuscita a imparare
  • 15:10 - 15:13
    accanto alla migliore persona
  • 15:13 - 15:17
    che potevo mai avere
    da 500 anni a questa parte,
  • 15:17 - 15:19
    il professor Pedretti;
  • 15:19 - 15:24
    e anche dalla possibilità
    di non perdere mai la curiosità
  • 15:24 - 15:26
    che mi ha sempre caratterizzato
    fin da bambina.
  • 15:27 - 15:28
    La scoperta:
  • 15:29 - 15:31
    è questo che ancora mi emoziona.
  • 15:32 - 15:38
    E il desiderio di farla,
    di mettermi sulla sua scia, di acciuffarla
  • 15:38 - 15:42
    è proprio la molla
    che muove gli ingranaggi del mio cuore.
  • 15:42 - 15:43
    Grazie.
  • 15:43 - 15:46
    (Applausi)
Title:
Leonardo da Vinci - Robotica, meraviglia e meccanica dell'Universo. | Sara Taglialagamba | TEDxBergamo
Description:

Storica dell'Arte, PhD e Post PhD (Ecole Pratique des Hautes Etudes, Sorbonne, Paris), Sara Taglialagamba è stata collaboratrice storica del Prof. Carlo Pedretti, il maggior studioso al mondo di Leonardo da Vinci. Ha insegnato presso prestigiosi istituti in Italia e all'estero, ha pubblicando monografie e articoli, ricevendo riconoscimenti di altissimo livello.
A Sara si deve, tra l'altro, l'individuazione della reale funzionalità del primo prototipo di robot progettato da Leonardo nel 1494.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
15:54

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