La vita segreta dei Pronomi: James Pennebaker al TEDxAustin
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0:10 - 0:14Alcune delle parole più piccole
e insignificanti -
0:14 - 0:18che usiamo ogni giorno,
possono dire molto su chi siamo. -
0:18 - 0:20E questo lo dico non da linguista
-
0:20 - 0:24o da informatico, ma da psicologo sociale.
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0:24 - 0:26Oggi vorrei raccontarvi una storia
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0:26 - 0:28che riassume gran parte della ricerca
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0:28 - 0:31condotta insieme ai miei colleghi
e ai miei studenti -
0:31 - 0:35che mi hanno aiutato a giungere
a questa comprensione. -
0:35 - 0:38Molti anni fa, stavo studiando la
natura delle esperienze traumatiche -
0:38 - 0:41e il modo in cui questa è
legata alla salute fisica. -
0:41 - 0:45Le cose che scoprivo
mi lasciavano totalmente perplesso. -
0:45 - 0:49In sostanza, quando le persone vivono
un'esperienza traumatica importante, -
0:49 - 0:52è molto più probabile che
si ammalino -
0:52 - 0:54se tengono segreto l'evento traumatico,
-
0:54 - 1:02che non se ne parlano
apertamente con altri. -
1:02 - 1:07Questo m'infastidiva davvero.
A quanto pare, tenere un segreto -
1:07 - 1:09è in qualche modo tossico.
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1:09 - 1:12Questo mi ha portato ad
eseguire alcuni esperimenti -
1:12 - 1:14portando in laboratorio
alcune persone -
1:14 - 1:17alle quali è stato chiesto
di mettere per iscritto -
1:17 - 1:19le loro esperienze
più traumatiche, -
1:19 - 1:21specie se erano state tenute segrete.
-
1:21 - 1:24Si trattava di grandi traumi,
cose come stupri, -
1:24 - 1:28grandi umiliazioni
pubbliche o fallimenti. -
1:28 - 1:31I risultati ottenuti da
questo studio furono sbalorditivi. -
1:31 - 1:36Scoprimmo che far scrivere le persone
per soli 15 minuti al giorno, -
1:36 - 1:38per 3 o 4 giorni consecutivi,
-
1:38 - 1:41apportava cambiamenti
significativi alla loro salute fisica -
1:41 - 1:44e perfino alla loro
funzione immunitaria. -
1:44 - 1:51Tradurre le esperienze, raccontarle
a parole fa la differenza, ma perché? -
1:51 - 1:53Da allora sono state eseguite
centinaia di studi -
1:53 - 1:56nei laboratori di tutto il mondo
nel tentativo di rispondere a questa domanda, -
1:56 - 2:00ma nessuno è arrivato ad
una spiegazione unitaria. -
2:00 - 2:04Il mio approccio personale era di
osservare realmente i racconti -
2:04 - 2:06di queste persone,
cercando di capire -
2:06 - 2:09se negli scritti ci fosse qualcosa
che lasciasse presagire -
2:09 - 2:12chi avrebbe tratto beneficio
dalla scrittura e chi invece no. -
2:12 - 2:14Ci ho provato ma
non ci sono riuscito. -
2:14 - 2:17Così ho invitato diversi
psicologi ed altri esperti -
2:17 - 2:20a leggere e scrivere
centinaia di questi testi -
2:20 - 2:23e nemmeno loro sono riusciti
a individuare uno schema. -
2:23 - 2:25Dovevo provare altre strategie.
-
2:25 - 2:28Così, con l'aiuto di
uno dei miei studenti, -
2:28 - 2:30Martha Francis, ho scritto
un programma per computer. -
2:30 - 2:34L'idea del programma
era di entrare in un dato testo -
2:34 - 2:36e di calcolare, al suo interno,
la percentuale di parole -
2:36 - 2:40che esprimevano emozioni positive,
emozioni negative -
2:40 - 2:42o concetti connessi ad argomenti quali
-
2:42 - 2:46morte, sesso, violenza,
religione o famiglia. -
2:46 - 2:49Mentre scrivevamo
il programma, -
2:49 - 2:52pensai che si potevano aggiungere
anche alcune parti del discorso, -
2:52 - 2:57pronomi, preposizioni. Perché?
Era facile da fare, dunque perché no? -
2:57 - 3:01Quindi, ricominciai ad analizzare
questi scritti traumatici -
3:01 - 3:06e scoprii ben presto che, negli scritti
di quelle persone, il contenuto -
3:06 - 3:09non era determinante ai fini del
miglioramento delle loro condizioni di salute. -
3:09 - 3:14Erano, invece, queste parole
inutili, pronomi, articoli, -
3:14 - 3:18preposizioni e così via,
ad essere importanti. -
3:18 - 3:19Ora riflettete su questo.
-
3:19 - 3:23Queste persone stavano scrivendo
su questioni profondamente inquietanti -
3:23 - 3:29ma i veri argomenti che affrontavano
tragedie, devastazione, cose orribili, -
3:29 - 3:32gli argomenti stessi e
le parole associate -
3:32 - 3:34a quegli argomenti erano indifferenti.
-
3:34 - 3:39Quelle che importavano, Invece,
erano paroline come "Io" e "il" e "e". -
3:39 - 3:42Io avevo cercato ciò che
era ovvio, di fatto, -
3:42 - 3:45avevo prestato attenzione
a ciò che la gente diceva, -
3:45 - 3:48ma non al modo
in cui lo diceva. -
3:48 - 3:52E allora come faccio ad analizzare
il "cosa" contrapposto al "come"? -
3:52 - 3:54Bene, si è scoperto che
esistono diverse classi di parole -
3:54 - 3:58che si rifanno a questa
distinzione, ed una di queste è -
3:58 - 4:00che se osservate
ciò che le persone scrivono -
4:00 - 4:02state osservando le cosiddette
"parole contenuto". -
4:02 - 4:07Queste consistono in nomi e verbi
regolari, aggettivi e alcuni avverbi. -
4:07 - 4:10Queste sono l'oggetto del pensiero,
il materiale della comunicazione. -
4:10 - 4:12Stavamo cercando
di parlare con qualcuno. -
4:12 - 4:17Google e i termini di ricerca sono
tutti basati sulle parole contenuto -
4:17 - 4:19L'altro gruppo di termini
è una classe di parole -
4:19 - 4:22generalmente
chiamate "parole funzione". -
4:22 - 4:27E le parole funzione sono le parole
più noiose che possiate immaginare. -
4:27 - 4:31Sono costituite da pronomi:
"Io", "me", "lui", "lei"; -
4:31 - 4:38preposizioni: "verso", "di", "per";
verbi ausiliari: "sono", "è", "ho". -
4:38 - 4:42Mi toccherà svegliarvi se continuo a
parlarvi delle parole funzione. -
4:42 - 4:47Tuttavia pare che queste parole
funzione siano davvero interessanti, -
4:47 - 4:52innanzitutto perché in inglese
esistono solo circa 500 parole funzione, -
4:52 - 4:55che dunque rappresentano
meno dell' 1% -
4:55 - 4:57di tutte le parole che conosciamo,
ascoltiamo, e leggiamo. -
4:57 - 5:00Tuttavia, esse
riflettono dal 55% al 60% -
5:00 - 5:04di tutte le parole
che ci circondano, -
5:04 - 5:07sono ovunque, eppure
non ci facciamo caso. -
5:07 - 5:10In inglese, come in altre lingue,
sono le parole più brevi -
5:10 - 5:13e quando vengono pronunciate
o mentre si legge, -
5:13 - 5:17sfrecciano nel cervello
in meno di 0.2 secondi, -
5:17 - 5:21il che vuol dire che vengono elaborate
essenzialmente in modo non consapevole. -
5:21 - 5:23Ma c'è qualcosa di ancora
più interessante su queste parole, -
5:23 - 5:27si tratta di parole sociali,
profondamente sociali. -
5:27 - 5:29Vi faccio un esempio: diciamo
che voi state passeggiando -
5:29 - 5:32e vedete un bigliettino a terra, lo
prendete e sopra c'è scritto, -
5:32 - 5:36"Io lo sto mettendo sul tavolo."
-
5:36 - 5:38Bene, ciò ha più o meno senso.
-
5:38 - 5:40"Io lo sto mettendo sul tavolo."
Ci sono due parole contenuto: -
5:40 - 5:42"mettendo" e "tavolo";
-
5:42 - 5:48tutto il resto sono parole
funzione: "io", "lo","sul". -
5:48 - 5:51Ora la ragione per cui questa frase
non ha senso per la maggior parte di noi è -
5:51 - 5:53che non abbiamo alcuna idea
di chi sia "io". -
5:53 - 5:57"Sto" suggerisce il tempo presente.
Quando è stato scritto? -
5:57 - 5:59"lo" ? Non abbiamo idea
di cosa sia "lo". -
5:59 - 6:03"Sul tavolo", "il tavolo"
vuol dire un tavolo -
6:03 - 6:05che l'autore
-
6:05 - 6:08e il destinatario di riferimento
del biglietto conoscevano, -
6:08 - 6:09ma di cui nessun altro sapeva.
-
6:09 - 6:14Infatti, questa nota ha
significato solo per l'autore -
6:14 - 6:16e per il destinatario del biglietto
-
6:16 - 6:19in un momento particolare,
in un luogo particolare. -
6:19 - 6:22Anzi, se ora portassi
questa nota al suo autore -
6:22 - 6:24dopo 6 mesi e gli chiedessi
di cosa si tratta, -
6:24 - 6:27c'è una buona probabilità
che l'autore risponderebbe, -
6:27 - 6:29"Non ne ho idea."
-
6:30 - 6:33Le parole funzione sono sociali,
-
6:33 - 6:35ci dicono qualcosa dell'autore,
-
6:35 - 6:36ci parlano della relazione
-
6:36 - 6:38tra l'autore e il destinatario
-
6:38 - 6:42e della relazione tra l'autore
e l'argomento stesso. -
6:42 - 6:46E questo è il nocciolo di ciò
di cui voglio parlarvi oggi. -
6:46 - 6:50Analizzando le parole funzione,
cominciamo a farci un'idea -
6:50 - 6:52di chi sono le persone,
quali sono le loro relazioni, -
6:52 - 6:56l'idea che hanno di se stesse e come
entrano in relazione con gli altri. -
6:57 - 6:59Ci sono un sacco di parole funzione,
-
6:59 - 7:03e francamente, potrei parlarvi
per ore delle parole funzione. -
7:03 - 7:07Ma ve lo risparmierò e per oggi
mi concentrerò solo su un paio, -
7:07 - 7:11giusto per darvi un assaggio
del perché siano tanto interessanti. -
7:11 - 7:12Cominciamo con i pronomi
-
7:12 - 7:15e, per l'esattezza, con i pronomi
di terza persona -
7:15 - 7:16come "lui", "lei", "loro".
-
7:17 - 7:19Si è scoperto che
alcune persone là fuori -
7:19 - 7:23usano con grande frequenza
questi pronomi di terza persona, -
7:23 - 7:25altre con frequenza minore.
-
7:25 - 7:28Quale tipologia di persona userebbe
questi pronomi? -
7:28 - 7:31Bisogna pensare ai pronomi
e a tutte le parole funzione -
7:31 - 7:36come indicatori di dove sia
rivolta l' attenzione delle persone. -
7:36 - 7:38Se state usando i
pronomi di terza persona, -
7:38 - 7:41per definizione state prestando
attenzione ad altre persone. -
7:41 - 7:44Vi preoccupate di altre persone,
state pensando ad altre persone, -
7:44 - 7:46e le persone che li usano
frequentemente -
7:46 - 7:48sono molto più
impegnate socialmente. -
7:48 - 7:50Possiamo analizzare email,
tweet e così via -
7:50 - 7:52e farci un'idea dell'impegno
sociale di qualcuno -
7:52 - 7:54semplicemente facendo
caso a tutto questo. -
7:54 - 7:58Che dire dei pronomi di prima persona
singolare, "Io", "me" e "mio"? -
7:59 - 8:02OK, adottando una
prospettiva attenzionalista, -
8:02 - 8:05chiunque prestasse attenzione
ai propri pensieri, sentimenti -
8:05 - 8:08comportamenti, a se stesso in qualche
modo userebbe di più queste parole. -
8:08 - 8:12Che tipologia di persona pensate
usi di più le parole "io"? -
8:12 - 8:15Spero che voi presenti qui
stiate pensando, -
8:15 - 8:17"Be', una persona
egocentrica, altezzosa, -
8:17 - 8:24narcisista, bramosa di potere
una persona di status elevato." -
8:24 - 8:27Siete completamente fuori strada.
-
8:27 - 8:30Infatti la persona di status elevato
-
8:30 - 8:33usa pochissimo le parole "Io".
-
8:34 - 8:35Permettetemi di riformulare il concetto,
-
8:35 - 8:39più lo status di una persona è elevato,
meno userà le parole "io"; -
8:39 - 8:44se lo status è inferiore, maggiore sarà
l'uso dei pronomi di prima persona. -
8:44 - 8:48L'ho scoperto
analizzando email, -
8:48 - 8:51messaggistica istantanea,
conversazioni informali, -
8:51 - 8:53gruppi di lavoro e così via.
-
8:53 - 8:54E le conseguenze
sono state enormi. -
8:55 - 8:57Ho guardato questi
risultati e ho pensato, -
8:57 - 9:00"Oh, dev'essere
vero per gli altri -
9:00 - 9:02ma non è possibile che
sia vero per me." -
9:03 - 9:05Sapete che voglio bene
a tutti in ugual modo. -
9:06 - 9:08Così sono entrato nella mia posta
e ho analizzato le mie e-mail. -
9:08 - 9:11Io sono coome tutti gli altri.
-
9:11 - 9:15Ho esaminato le email
che ricevo da uno studente, -
9:15 - 9:17"Gentile Dr Pennebaker,
mi piacerebbe sapere -
9:17 - 9:19se sia possibile incontrarci
-
9:19 - 9:21poiché penso di dover
cambiare la mia classe." -
9:21 - 9:25E io gli rispondo, "Caro
Studente, grazie mille per la tua email. -
9:25 - 9:30Purtroppo, il il sistema di formazione
delle classi, bla, bla, bla." -
9:30 - 9:32Do un'occhiata alle mie
email dirette al preside. -
9:32 - 9:35"Gentile Preside, Sono Jamie
Pennebaker e vorrei chiederle -
9:35 - 9:37se posso fare questo, questo
e quest'altro." -
9:37 - 9:40E il preside mi risponde:
"Caro Jamie, -
9:40 - 9:44Grazie mille per la tua email..."
e così via. -
9:44 - 9:49Tutti si si comportano in modo assolutamente
educato, nessuno vuole denigrare l'altro. -
9:49 - 9:52Questo è il linguaggio del
potere derivante dallo status; -
9:52 - 9:55ci indica dov'è rivolta
l'attenzione delle persone. -
9:55 - 9:57Una persona di status elevato
guarda fuori verso il mondo, -
9:57 - 10:01la persona di status inferiore tende
a guardare più verso l'interno. -
10:01 - 10:02Che dire degli altri stati?
-
10:02 - 10:07Andiamo oltre lo status
e diamo un'occhiata agli stati emotivi. -
10:07 - 10:09Si potrebbe pensare
che qualcuno -
10:09 - 10:11presti maggiore
attenzione a se stesso -
10:11 - 10:16se soffre. Potrebbe trattarsi sia di sofferenza
fisica sia di sofferenza emotiva. -
10:16 - 10:19Infatti, se osserviamo i depressi,
-
10:19 - 10:20abbiamo condotto
molti studi su questo, -
10:20 - 10:22sappiamo che i depressi
-
10:22 - 10:24prestano più attenzione
a sè stessi -
10:24 - 10:26e usano di più la parola "io".
-
10:26 - 10:28Infatti uno dei nostri primi
studi era sulle poesie -
10:28 - 10:31di poeti morti suicidi e non.
-
10:31 - 10:34Abbiamo condotto questa
ricerca procedendo -
10:34 - 10:35ad analizzare le loro poesie,
-
10:35 - 10:37ed inizialmente ho pensato,
"Be', la grande differenza sta -
10:37 - 10:40nella frequenza con cui usano
parole emotivamente negative." -
10:40 - 10:42Non era così.
-
10:42 - 10:44Sia i poeti suicidi che i non suicidi
-
10:44 - 10:47tutti utilizzano percentuali elevate
di parole emotivamente negative. -
10:47 - 10:50Penso che faccia parte della
descrizione delle mansioni. -
10:50 - 10:52(Risate)
-
10:52 - 10:55La grande differenza stava
nell'uso della parola "io". -
10:55 - 10:58I poeti suicidi usano
di più la parola "io". -
10:58 - 11:00Considerate questa poesia
di Sylvia Plath -
11:00 - 11:03che successivamente si suicidò.
-
11:03 - 11:07Ascoltate il modo in cui
usa la parola "io" -
11:07 - 11:08e la prima persona singolare.
-
11:10 - 11:13Leggerò alcuni versi dalla sua poesia
"Canzone d'amore di una ragazza folle". -
11:14 - 11:17Io chiudo gli occhi e tutto il mondo muore;
-
11:17 - 11:21Schiudo le palpebre e tutto rinasce
-
11:21 - 11:24(Sono convinta d'averti inventato.)
-
11:24 - 11:26Speravo che tornassi, l'hai promesso,
-
11:26 - 11:28Ma ora invecchio e dimentico il tuo nome.
-
11:29 - 11:31(Sono convinta d'averti inventato.)
-
11:33 - 11:36Potete quasi vedere Plath
-
11:36 - 11:39che abbraccia il proprio sconforto,
la propria infelicità e così via -
11:39 - 11:44e potete confrontare il suo stile
con altri poeti, non suicidi, -
11:44 - 11:46che hanno scritto di amori perduti.
-
11:46 - 11:50Quando lo fanno, potete quasi vedere
che lo tengono a distanza, -
11:50 - 11:55lo guardano da una
prospettiva in terza persona, più distante. -
11:55 - 12:00In psicologia esiste un'importante teoria,
molto interessante, -
12:00 - 12:03sulla depressione. Si pensa che
le persone depresse -
12:03 - 12:07siano persone con una forte
consapevolezza di sé, centrate su se stesse. -
12:07 - 12:12E in più tendono ad essere
anche estremamente sincere -
12:12 - 12:20Infatti, molti studi dimostrano
che hanno questa difficoltà -
12:20 - 12:23e non sono capaci di avere immagini
positive di se stessi. -
12:23 - 12:26Quelli di noi che non sono
depressi tirano avanti ogni giorno -
12:26 - 12:29conservando folli
illusioni sulla vita. -
12:29 - 12:32Invece queste persone sono
brutalmente sincere. -
12:32 - 12:34Questo mi ha fatto pensare:
-
12:34 - 12:36metti un attimo da parte la depressione.
-
12:36 - 12:38Possiamo capovolgere
tutta questa situazione -
12:38 - 12:40e capire se i soggetti depressi...
-
12:40 - 12:45o se noi potessimo usare un programma
come un rivelatore linguistico di bugie. -
12:45 - 12:48Intendo per chiunque.
Infatti abbiamo effettuato alcuni studi -
12:48 - 12:49dove abbiamo condotto
i soggetti nel laboratorio, -
12:49 - 12:51li abbiamo indotti a dire
bugie oppure la verità, -
12:51 - 12:54abbiamo analizzato le trascrizioni giudiziarie
di persone che erano tutte state dimostrate colpevoli, -
12:54 - 12:57la metà delle quali venne
successivamente scagionata -
12:57 - 13:00e gli effetti furono davvero
alquanto impressionanti. -
13:00 - 13:02Abbiamo fatto
un ottimo lavoro nel dire -
13:02 - 13:04se qualcuno mentiva o
diceva la verità -
13:04 - 13:07ed una delle parole più
usate era la parola "io". -
13:07 - 13:09Le persone che dicono la verità
-
13:09 - 13:13usano di più la parola "io",
riconoscendo ciò che dicono. -
13:13 - 13:17I bugiardi tendono a stare alla
larga, prendono le distanze. -
13:18 - 13:21Ora, la rilevazione di
bugie, la depressione, -
13:21 - 13:24lo status, sono tutte cose
che possiamo osservare, -
13:24 - 13:26ma una delle cose che
più m'interessa ora -
13:26 - 13:28è osservare i gruppi,
-
13:28 - 13:30osservare le relazioni
tra due persone. -
13:30 - 13:32È possibile dire se due persone
vanno d'accordo -
13:32 - 13:37analizzando il modo in cui usano
tra loro le parole funzione? -
13:37 - 13:38La risposta è "sì".
-
13:38 - 13:41Abbiamo osservato le percentuali
di ogni classe di parole -
13:41 - 13:44e abbiamo fornito un criterio che chiamiamo
"corrispondenza dello stile linguistico". -
13:44 - 13:48Più due persone sono affini
nell'uso delle parole funzione, -
13:48 - 13:50più sono sulla stessa lunghezza d'onda
-
13:50 - 13:53e più parleranno di qualcosa
allo stesso modo. -
13:53 - 13:55Una delle situazioni in cui
abbiamo cominciato ad osservare ciò -
13:55 - 13:57erano gli incontri lampo.
-
13:57 - 14:01Devo dire che io
adoro gli incontri lampo, -
14:01 - 14:02(Risate)
-
14:02 - 14:05non vi parteciperei mai e poi mai,
-
14:05 - 14:06(Risate)
-
14:06 - 14:08ma vi invito tutti ad andarci
-
14:08 - 14:09e quando lo farete,
-
14:09 - 14:11invitate anche un ricercatore
-
14:11 - 14:14perché non esiste
paradigma migliore. -
14:15 - 14:17Noi siamo stati coinvolti in
progetti di incontri lampo -
14:17 - 14:19in cui le persone arrivano,
-
14:19 - 14:22noi registriamo
i loro 4 minuti d'ncontro, -
14:22 - 14:24loro sanno che lo stiamo facendo,
-
14:24 - 14:27e poi trascriviamo il
modo in cui parlano. -
14:27 - 14:29Più il loro linguaggio
è simile, -
14:29 - 14:31più e probabile che
usciranno insieme. -
14:31 - 14:33Possiamo prevedere chi
uscirà insieme -
14:33 - 14:38con un grado di precisione leggermente superiore
rispetto agli stessi interessati. -
14:38 - 14:40Abbiamo condotto studi con
giovani coppie. -
14:40 - 14:44Per far parte della nostra
indagine, dovevano consegnarci -
14:44 - 14:4610 giorni della loro messaggistica
istantanea o MI. -
14:47 - 14:49Quindi non facciamo che
analizzare i loro messaggi -
14:49 - 14:52col criterio della corrispondenza di stile,
-
14:52 - 14:54e riusciamo molto, molto meglio
di quanto facciano loro stessi, -
14:54 - 14:56a prevedere se saranno ancora
insieme nei 3 mesi successivi. -
14:56 - 14:58(Risate)
-
14:58 - 15:01La questione è che queste parole
ci dicono in che modo gl'individui -
15:01 - 15:04e le coppie
entrano in connessione. -
15:04 - 15:05Che dire dei gruppi?
-
15:05 - 15:07Attualmente, stiamo lavorando
in quest'area. -
15:07 - 15:08Stiamo osservando dei gruppi di lavoro,
-
15:08 - 15:10con alcuni di questi
abbiamo già lavorato, -
15:10 - 15:12sono persone che hanno
una formazione in economia, -
15:12 - 15:14osserviamo persone
nei gruppi di autopresentazione, -
15:14 - 15:17facciamo gruppi educativi.
Il risultato è che -
15:17 - 15:20osservando un gruppo di,
diciamo, 5 o 6 persone, -
15:20 - 15:23possiamo farci un'idea di
quanto quel gruppo sarà produttivo -
15:23 - 15:25e anche del grado
di coesione che avrà, -
15:25 - 15:28semplicemente osservando
la corrispondenza di stile. -
15:28 - 15:31Qui le cose cominciano
a farsi interessanti: -
15:31 - 15:33monitorando un gruppo
in interazione -
15:33 - 15:36e supponendo che tutti i componenti
stiano interagendo online, -
15:36 - 15:40possiamo monitorare con un computer
il modo in cui il gruppo si comporta. -
15:40 - 15:41Immaginate ad esempio,
-
15:41 - 15:44di essere in questo gruppo,
-
15:44 - 15:46e che un istruttore computerizzato
s'inserisca nel vostro gruppo -
15:46 - 15:50di tanto in tanto, con
un messaggio di questo tipo -
15:50 - 15:53"Ragazzi, non vi state
ascoltando l'un l'altro, -
15:53 - 15:57è necessario che prestiate più attenzione a
ciò che gli altri stanno dicendo", oppure -
15:57 - 16:00"Ragazzi, negli ultimi minuti
vi siete allontanati dal tema, -
16:00 - 16:04cercate di tornare sull'argomento",
oppure rivolgendosi al logorroico del gruppo, -
16:04 - 16:08il computer s'inserisca dicendo:
"John, negli ultimi 5 minuti -
16:08 - 16:11hai pronunciato il 50% delle parole,
perchè non ti fai da parte -
16:11 - 16:14e incoraggi gli altri a parlare?"
(Risate) -
16:14 - 16:17Beh, noi abbiamo creato un
programma che fa questo, -
16:17 - 16:21e lo abbiamo collaudato
su centinaia di gruppi, -
16:21 - 16:25ottenendo
risultati molto promettenti. -
16:25 - 16:28Ora, potete rendervi conto del
perchè io sia tanto entusiasta -
16:28 - 16:30di questo mondo delle parole funzione,
-
16:30 - 16:34che stiamo ora conducendo
verso direzioni, -
16:34 - 16:36che non avrei mai immaginato.
-
16:36 - 16:40Lo stiamo esaminando come
faremmo con degli archivi storici. -
16:40 - 16:44È possibile determinare se un certo esploratore
si sia suicidato o sia stato assassinato? -
16:44 - 16:46Abbiamo fatto un
progetto su questo. -
16:46 - 16:48È possibile osservare un'azienda
e farsi un'idea -
16:48 - 16:51di come funzionino
le sue comunicazioni interne? -
16:51 - 16:53Con che grado di efficienza
consentano di comunicare con altri -
16:53 - 16:55all'interno dell'azienda stessa
o con i clienti. -
16:55 - 17:00Osserviamo le relazioni di bilancio
aziendale o le telefonate di ogni trimestre -
17:00 - 17:03per farci un'idea delle dinamiche
di gruppo interne alla compagnia. -
17:03 - 17:05Abbiamo lavorato con il governo
-
17:05 - 17:07per cercare di comprendere
i gruppi terroristici -
17:07 - 17:10e se vi sia la probabilità che
commettano dei crimini. -
17:10 - 17:13Abbiamo aiutato le persone a
riordinare la loro vita amorosa. -
17:15 - 17:16Potete iniziare a vedere che
-
17:16 - 17:20sfruttando il potere
delle parole funzione, -
17:20 - 17:23possiamo comprendere
gli individui e i gruppi -
17:23 - 17:25e il modo in cui le persone
entrano in connessione. -
17:26 - 17:28Ora, vi esorterei a fare questo,
-
17:29 - 17:32vorrei che stasera
tornaste a casa -
17:32 - 17:35e cominciaste
a guardare le vostre email, -
17:35 - 17:38i vostri tweet, i vostri messaggi
istantanei, qualunque cosa, -
17:38 - 17:41e spero che, facendolo,
iniziate a vedere -
17:41 - 17:43che, prima di tutto, imparate
qualcosa in più -
17:43 - 17:45sulle vostre relazioni con gli altri,
-
17:45 - 17:47ma più di ogni altra cosa,
-
17:47 - 17:49spero che impariate
qualcosa di più su voi stessi. -
17:49 - 17:51Grazie mille.
-
17:51 - 17:56(Applausi)
- Title:
- La vita segreta dei Pronomi: James Pennebaker al TEDxAustin
- Description:
-
Io, Tu, Me, Noi, Ci... brevi parole che hanno la straordinaria abilità di far luce su chi siamo e come ci sentiamo. Preside del Dipartimento di Psicologia di una delle più grandi università del Paese, Jamie approfondisce l'uso che facciamo del linguaggio e il modo in cui esso può rispecchiare e rimodellare la nostra comprensione di noi stessi, le nostre interazioni con gli altri e i nostri sentimenti sommersi di forza e potere.
- Video Language:
- English
- Team:
closed TED
- Project:
- TEDxTalks
- Duration:
- 17:59
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