Il Mito della Caverna di Platone- Alex Gendler

Vedi la lezione completa: http://ed.ted.com/lessons/plato-s-allegory-of-the-cave-alex-gendler

Duemilaquattrocento anni fa Platone, uno dei pensatori più famosi della Storia, disse che la vita è come essere incatenati in una caverna e forzati a guardare ombre che si muovono su un muro di pietra.
Oltre a sembrare un po' morbosa, a cosa si riferiva?
Alex Gendler spiega il Mito della Caverna di Platone, dal libro VII de "La Repubblica"

Lezione di Alex Gendler, animazione di Stretch Films, Inc.

Cosa sono la realtà, il sapere,
e il senso della vita?

Grandi argomenti
che possono essere affrontati

figurativamente,
paragonando l'esistenza

a un viaggio lungo la strada,
o attraverso l'oceano,

a una scalata, una guerra, un libro,

un filo, un gioco,
una finestra di opportunità

o una fiamma che si spegne
troppo presto.

2400 anni fa,

uno dei più grandi pensatori della storia
disse che la vita

è come essere incatenati in una grotta,

costretti a guardare le ombre
scorrere su un muro di pietra.

Allegro, non è vero?

Questo è ciò che pensò Platone
nel suo Mito della Caverna,

nel VII libro de "La Repubblica",

in cui il filosofo Greco si immaginava
la società ideale

esaminando concetti
come giustizia, verità e bellezza.

Nell'allegoria, dei prigionieri sono stati
confinati in una grotta dalla nascita

con la schiena rivolta all'ingresso,
senza poter voltare la testa,

e senza nessuna conoscenza
del mondo al di fuori.

Occasionalmente però,
persone e altre cose

passano davanti alla grotta,

creando ombre ed echi sulle mura
verso cui sono rivolti i prigionieri.

I prigionieri danno nomi e definizioni
a queste illusioni,

credendo di vedere entità reali.

Improvvisamente, un prigioniero è liberato
e portato fuori per la prima volta.

La luce gli fa male agli occhi,
ed è disorientato dal nuovo ambiente.

Quando scopre che le cose
intorno a lui sono vere,

mentre le ombre erano solo riflessi,
non riesce a crederci.

Le ombre gli apparivano molto più chiare.

Ma, gradualmente, i suoi occhi si abituano

finché riesce a osservare i riflessi
sull'acqua,

gli oggetti intorno a lui,

e finalmente il Sole,

la cui luce è la fonte ultima
di tutto ciò che ha visto.

Il prigioniero ritorna alla grotta
per condividere la scoperta,

ma non è più abituato al buio,

e fa fatica a vedere
le ombre sul muro.

Gli altri prigionieri pensano
che il viaggio

lo abbia reso stupido e cieco,

e resistono violentemente
ai suoi tentativi di liberarli.

Platone introduce il passaggio
come un'analogia

dell'essere un filosofo che cerca
di educare la gente.

La maggior parte delle persone non solo

sono a proprio agio
con la loro ignoranza,

ma sono ostili
a chi gliela fa notare.

Infatti, il filosofo Socrate
era stato condannato a morte

dal governo Ateniese
per aver disturbato l'ordine sociale,

e Platone dedica gran parte
de "La Repubblica"

a denigrare la democrazia ateniese,

promuovendo il regno dei "re filosofi".

Nel Mito della Caverna,

Platone potrebbe voler dire che la folla
è troppo testarda e ignorante

per governarsi da sola.

Ma l'allegoria ha catturato la nostra
immaginazione per 2400 anni

perché la si può leggere in molti modi.

Inoltre, l'allegoria è connessa
alla teoria delle forme,

sviluppata nei dialoghi di Platone,

che sostiene che,
come le ombre sul muro,

le cose nel mondo fisico

siano riflessi difettosi
delle forme ideali,

come la perfezione e la bellezza.

Così, la caverna conduce ad altre
domande fondamentali,

come l'origine del sapere,

il problema della rappresentazione,

e la natura della realtà stessa.

Per i teologi, le forme ideali esistono
nella mente di un creatore.

Per i filosofi linguistici, le forme
sono concetti linguistici,

e la teoria illustra il problema
di raggruppare entità reali

sotto termini astratti.

Altri ancora si chiedono
se sia davvero possibile

sapere se le cose fuori dalla grotta
sono più vere di quelle dentro.

Mentre viviamo le nostre vite,

possiamo essere sicuri di ciò
che crediamo di sapere?

Forse un giorno,

un barlume potrebbe infiltrare
i nostri presupposti iniziali.

E tu: ti libererai per arrancare
verso la luce,

anche se ti costerà gli amici
e la famiglia,

o rimarrai attaccato alle illusioni
confortevoli e familiari?

Verità o abitudine? Luce o ombra?

Scelte difficili, ma se ti può consolare,
non sei da solo.

Siamo in tanti, quaggiù.