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Bill Gates sull'energia: Obiettivo Zero!

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    Oggi parlerò di energia e clima.
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    Può sembrare strano, visto che
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    nel mio lavoro alla fondazione mi occupo perlopiù di vaccini e semi,
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    cose da inventare e dare al mondo
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    per aiutare i due miliardi di persone più povere a vivere vite migliori.
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    Ma il clima e l'energia, in realtà, sono estremamente importanti per questa gente,
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    anzi, sono più importanti per loro che per chiunque altro al mondo.
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    Un peggior clima significa, per molti anni, perdita di raccolti.
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    Cadrà troppa pioggia, o troppo poca.
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    Le cose cambieranno in modi
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    che il loro fragile ambiente semplicemente non può sostenere.
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    Il che porta alla fame. All'incertezza. Ai conflitti.
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    I cambi climatici, dunque, saranno per loro terribili.
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    Anche il costo dell'energia è, per loro, importante.
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    In effetti, se poteste abbassare il prezzo di una cosa sola,
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    per ridurre la povertà, scegliereste di gran lunga l'energia.
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    Il prezzo dell'energia è sceso nel tempo.
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    E una civiltà progredisce grazie al progresso in campo energetico.
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    La rivoluzione del carbone ha alimentato quella industriale.
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    E anche nel XX secolo abbiamo assistito ad un rapido declino nel prezzo dell'elettricità,
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    il che spiega perché abbiamo frigoriferi, condizionatori,
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    possiamo creare materiali moderni e fare così tante cose.
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    Nel mondo ricco, quindi, siamo per quanto riguarda l'elettricità in una situazione eccellente.
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    Ma mentre il prezzo scende, per esempio della metà,
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    dobbiamo rispettare un nuovo vincolo,
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    il vincolo delle emissioni di CO2.
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    La CO2 sta scaldando il pianeta,
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    e la sua equazione è molto semplice.
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    La CO2 emessa
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    causa un aumento di temperatura,
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    che induce effetti molto negativi.
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    Effetti sul clima e, forse anche peggio, effetti indiretti,
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    nel senso che gli ecosistemi naturali non riescono ad adeguarsi a questi
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    rapidi cambiamenti e quindi collassano.
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    La valutazione di quanto aumenti
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    la temperatura a causa di un dato aumento di CO2,
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    e come ciascuna delle due cose peggiori l'altra,
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    e' incerta, ma non molto.
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    E c'è sicuramente incertezza su quanto negativi saranno tali effetti,
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    ma certo saranno estremamente negativi.
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    Al riguardo, ho spesso chiesto ai migliori scienziati:
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    dobbiamo davvero ridurre le emissioni quasi a zero?
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    Non possiamo solo ridurle a metà o a un quarto?
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    E la risposta è che, finché non scendiamo quasi a zero,
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    la temperatura continuerà a salire.
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    È una grande sfida, quindi.
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    Non è come dire: "Facciamo passare un camion alto 3,5 m sotto un ponte alto 3."
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    Non si tratta di "abbassarlo un po'".
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    Si tratta di dover scendere a zero.
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    Ora, noi emettiamo molta CO2 ogni anno,
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    oltre 26 miliardi di tonnellate.
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    Circa 20 tonnellate per ogni americano.
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    Per gli abitanti dei paesi poveri, è meno di una tonnellata pro capite.
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    La media mondiale è di circa 5 tonnellate pro capite.
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    E in qualche modo, dobbiamo fare progressi
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    che portino quella quantità a zero.
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    Le emissioni sono costantemente aumentate.
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    Solo alcuni cambiamenti economici hanno cambiato questa tendenza,
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    quindi dobbiamo passare dall'aumentare rapidamente
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    al diminuire fino a zero.
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    Questa equazione ha quattro fattori.
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    E' una serie di moltiplicazioni.
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    Abbiamo la quantita' a sinistra, il CO2, che dev'essere azzerata,
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    e i fattori sulla destra sono la popolazione,
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    i servizi che in media ogni persona usa,
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    l'energia media richiesta da ciascun servizio
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    e la CO2 emessa per unità di energia.
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    Analizziamo ciascun fattore
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    e vediamo come possiamo azzerarlo.
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    Probabilmente, uno di questi numeri deve abbassarsi fin quasi a zero.
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    È algebra delle superiori.
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    Vediamo un po'.
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    Il primo fattore è la popolazione.
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    Il mondo ha oggi 6,8 miliardi di abitanti.
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    Ci dirigiamo verso i 9 miliardi.
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    Se facciamo un buon lavoro con i nuovi vaccini,
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    la sanità, la salute riproduttiva,
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    possiamo diminuirlo forse del 10, 15 %,
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    ma qui registriamo un aumento di circa il 30%.
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    Il secondo fattore sono i servizi che usiamo.
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    Il che comprende tutto,
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    il cibo che mangiamo, il vestiario, la TV, il riscaldamento.
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    Sono cose desiderabili,
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    e liberarsi della povertà significa fornire questi servizi
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    per quasi tutti al mondo.
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    Ed è una cosa positiva che questo numero aumenti.
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    Nel mondo ricco, nel miliardo più ricco,
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    probabilmente potremmo risparmiare ed usare meno,
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    ma in media, ogni anno, questo numero salirà.
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    E quindi, complessivamente, la quantità di servizi erogati pro capite
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    sarà più che doppia.
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    Questo è un esempio molto semplice di servizio.
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    Voi avete l'illuminazione in casa vostra, per fare i compiti,
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    ma questi ragazzi no, quindi escono
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    e leggono i loro compiti sotto i lampioni stradali.
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    Quanto all'efficienza -- E, l'energia per unità di servizio erogato --
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    qui finalmente ci sono buone notizie.
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    Questo fattore non sta aumentando.
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    Grazie a molte invenzioni, nuovi modi di illuminare,
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    automobili fatte diversamente, costruzioni realizzate diversamente,
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    per molti servizi si può diminuire
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    considerevolmente l'energia consumata.
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    In alcuni servizi si può ridurre del 90%.
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    Ci sono invece altri servizi, come i fertilizzanti,
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    o il trasporto aereo,
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    dove i margini di miglioramento sono molto, molto inferiori.
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    Quindi, complessivamente, nel migliore dei casi,
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    l'energia consumata potrà ridursi da tre a forse sei volte.
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    Ma questi primi 3 fattori riducono
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    le emissioni da 26 a, nel migliore dei casi, forse 13 miliardi di tonnellate.
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    Non è abbastanza.
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    Guardiamo il quarto fattore,
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    il fattore chiave,
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    la quantità di CO2 emessa per unità di energia.
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    La domanda è, possiamo ridurla a zero?
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    Se si brucia carbone, no.
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    Se si brucia gas naturale, no.
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    Quasi tutti i modi per produrre oggi l'elettricità,
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    a parte le rinnovabili e il nucleare, emettono CO2.
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    Quello che dovremo fare su scala globale, dunque,
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    è creare un nuovo sistema.
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    E ci servono "miracoli" energetici.
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    Col termine "miracolo", non intendo qualcosa di impossibile.
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    Il microprocessore è un miracolo. Il personal computer è un miracolo.
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    Internet, ed i suoi servizi, sono un miracolo.
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    Le persone oggi qui hanno partecipato alla creazione di molti miracoli.
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    Di solito non abbiamo una scadenza,
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    una data entro cui consegnare il miracolo.
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    Di solito, si sta alla finestra e qualcosa avviene, qualcos'altro no.
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    In questo caso invece dobbiamo guidare a tutta velocità,
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    e realizzare un miracolo in tempi molto ristretti.
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    Mi sono chiesto: come illustrare questo concetto?
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    C'è qualche esempio naturale,
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    qualche dimostrazione che catturi l'immaginazione della gente?
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    Ho ripensato ad un anno fa, quando portai delle zanzare,
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    e la gente lo trovò divertente.
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    (Risate)
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    Li rese partecipi del fatto che,
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    nel mondo, ci sono persone che convivono con le zanzare.
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    Questa invece è la mia idea per l'energia.
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    Ho deciso che far volare delle lucciole
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    sarebbe stato quest'anno il mio contributo all' ambiente.
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    Ecco qui delle lucciole.
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    Mi dicono che non pungono, anzi potrebbero non uscire nemmeno dal barattolo.
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    (Risate)
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    ...ora, possiamo inventarci trucchi come questo,
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    ma non saranno d'aiuto.
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    Ci servono soluzioni, una o tante che siano,
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    che funzionino su grande scala
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    e molto affidabili,
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    e sebbene si stia esplorando in molte direzioni,
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    penso che solo cinque potranno sortire effetti importanti.
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    Ho escluso le maree, il geotermico, la fusione nucleare, i biocombustibili.
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    Potrebbero anche dare qualche contributo,
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    e se possono fare più di quanto mi aspetto, tanto meglio,
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    ma qui mi interessa sottolineare
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    che dovremo lavorare su ciascuna di queste cinque,
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    e non rinunciare a nessuna, per quanto arduo,
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    perché tutte pongono sfide difficili.
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    Analizziamo per prima la combustione di combustibili fossili,
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    carbone o gas naturale che sia.
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    Qui il nostro compito sembra semplice, ma non lo è,
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    ed è catturare la CO2, dopo la combustione, all'uscita dal camino,
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    pressurizzarla, liquefarla, metterla da qualche parte,
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    e sperare che ci rimanga.
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    Oggi ci sono tecnologie sperimentali che catturano il 60 - 80 % di CO2,
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    ma raggiungere il 100% sarà molto complicato
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    e sarà difficile anche mettersi d'accordo su dove conservare tutta questa CO2.
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    La questione più spinosa è comunque quella del lungo periodo.
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    Chi si fiderà?
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    Chi garantirà qualcosa che è letteralmente miliardi di volte più voluminoso
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    di ogni altro tipo di rifiuto immaginabile, come il nucleare o altro?
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    È un volume enorme.
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    Quindi è un problema difficile.
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    Un'altra fonte sarebbe il nucleare.
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    Ma anche il nucleare presenta tre grandi problemi.
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    Il costo, specialmente nelle nazioni molto regolamentate, è alto.
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    La questione della sicurezza, il sentirsi sicuri che nulla può andare storto,
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    malgrado l'impianto sia manovrato da operatori umani,
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    e che il combustibile non venga utilizzato a scopo bellico.
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    E come poi gestire le scorie?
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    Malgrado la quantità ridotta, le preoccupazioni sono tante.
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    La gente ha bisogno di essere rassicurata.
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    Tre problemi molto difficili, dunque, che si potrebbero risolvere,
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    e sui quali si dovrebbe lavorare.
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    Le ultime tre delle cinque fonti le ho raggruppate.
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    Sono quelle che la gente spesso definisce "rinnovabili".
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    E a dire il vero, malgrado il grande vantaggio di non richiedere un combustibile,
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    presentano alcuni svantaggi.
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    Il primo è che la densità d'energia prodotta con queste tecnologie
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    è decisamente inferiore a quella di una centrale elettrica.
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    Si tratta di "raccogliere energia", e quindi di molti chilometri quadrati,
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    di aree migliaia di volte più estese di una normale centrale elettrica.
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    Inoltre queste fonti sono intermittenti.
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    Il sole non splende tutto il giorno, né tutti i giorni,
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    e neanche il vento soffia sempre.
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    Pertanto, se si dipende da queste fonti,
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    bisogna trovare un modo di erogare energia elettrica
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    anche quando la fonte non produce.
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    Grosse sfide ci attendono sul fronte dei costi.
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    E sulla distribuzione.
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    Per esempio, diciamo che questa fonte energetica si trova all'estero.
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    Allora non solo vi serve la tecnologia,
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    ma dovete anche fare i conti coi rischi legati all'approvvigionamento dall'estero.
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    E infine, il problema dell'accumulo.
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    Per stimare le dimensioni del problema, ho analizzato
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    tutti i tipi di batterie realizzate oggi,
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    per auto, computer, telefoni, torce, di qualsiasi tipo,
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    le ho confrontate con la quantità di energia elettrica usata (all' anno) nel mondo
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    e ho scoperto che tutte le batterie ora in produzione
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    potrebbero immagazzinare meno di 10 minuti di tutta quell'energia.
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    Quindi ci serve davvero un grosso passo avanti,
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    un miglioramento di 100 volte
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    rispetto agli approcci ora in uso.
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    Il che non è impossibile, ma certo non è molto semplice.
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    Questo problema si manifesta già quando le fonti "intermittenti"
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    producono più del, diciamo, 20 o 30 % dell'energia consumata.
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    Se poi ci si affida a quelle fonti per il 100%,
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    serve una batteria "miracolosa".
  • 12:23 - 12:26
    Ma come avanzeremo su questa strada? Qual è il giusto approccio?
  • 12:26 - 12:30
    È un Progetto Manhattan? Che cosa potrebbe risolvere il problema?
  • 12:30 - 12:35
    Molte aziende, a centinaia, devono mettersi al lavoro.
  • 12:35 - 12:38
    Abbiamo bisogno di almeno cento persone in ciascuno di questi cinque settori.
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    Molti di loro, osservandoli, li definireste pazzi. Il che è un bene.
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    E penso che qui, nel gruppo di TED,
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    molte persone stiano già lavorando in questi campi.
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    Bill Gross ha diverse aziende, tra cui una chiamata eSolar
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    che vanta grandi tecnologie nel solare termico.
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    Vinod Khosla sta investendo in dozzine di aziende
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    che stanno facendo grandi cose ed hanno potenzialità interessanti,
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    e io sto dando il mio supporto a tutto questo.
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    Nathan Myhrvold ed io stiamo finanziando un'azienda
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    che, vi sorprenderà, segue la strada del nucleare.
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    Ci sono state alcune innovazioni nel ramo, il nucleare modulare, il nucleare liquido.
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    Ma da un bel po' di tempo, il settore è fermo,
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    che ci siano alcune buone idee in giro non è poi così sorprendente.
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    L'idea di Terrapower è che, invece di bruciare solo parte dell' uranio,
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    l' U235, l'1% dell'uranio disponibile,
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    abbiamo deciso di bruciare anche l' U238, il 99%
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    È un'idea folle, in un certo senso.
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    Per la verità se ne parla da molto tempo,
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    ma non e' mai stato adeguatamente provato se avrebbe funzionato o no,
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    Solo grazie all'avvento dei supercomputer moderni
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    oggi si può fare una simulazione e vedere che sì,
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    con i materiali giusti, sembra che funzionerebbe.
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    E siccome si brucia il 99 per cento dell'uranio,
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    la struttura dei costi migliora drasticamente.
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    Si bruciano le scorie, e si usano come combustibile
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    anche le scorie dei reattori di oggi, che diventano,
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    dal problema che erano, una risorsa da sfruttare.
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    Si consuma l'uranio mentre la combustione procede. È una specie di candela.
  • 14:23 - 14:27
    È come un ceppo di legno che brucia. Spesso viene chiamato reattore a onda progressiva.
  • 14:27 - 14:31
    Dal punto di vista del combustibile il problema è risolto.
  • 14:31 - 14:34
    Ecco una foto di un posto nel Kentucky.
  • 14:34 - 14:36
    Questo è lo scarto, il 99 per cento dell' uranio,
  • 14:36 - 14:38
    cui è stata tolta la parte ora utilizzata come combustibile,
  • 14:38 - 14:40
    e perciò viene chiamato uranio impoverito.
  • 14:40 - 14:43
    Questi "scarti" darebbero energia agli Stati Uniti per secoli.
  • 14:43 - 14:46
    E filtrando l'acqua di mare, con un processo economico,
  • 14:46 - 14:51
    ci sarebbe abbastanza combustibile per il resto della vita di questo pianeta.
  • 14:51 - 14:55
    Molte sfide ci attendono, dunque,
  • 14:55 - 15:00
    ma questo è un esempio delle centinaia e centinaia di idee
  • 15:00 - 15:03
    che ci servono per progredire.
  • 15:03 - 15:06
    Come dovremmo misurare il nostro progresso?
  • 15:06 - 15:09
    Cosa dovrebbero contenere le 'pagelle'?
  • 15:09 - 15:12
    Identifichiamo l'obiettivo,
  • 15:12 - 15:14
    e poi valutiamo i passi intermedi.
  • 15:14 - 15:19
    Avrete sentito molta gente parlare di una riduzione dell'80% per il 2050,
  • 15:19 - 15:23
    È davvero molto importante riuscirci.
  • 15:23 - 15:27
    Il 20% sarà prodotto dalle nazioni povere,
  • 15:27 - 15:29
    e da un po' di agricoltura.
  • 15:29 - 15:33
    A quel punto, si spera, avremo risolto la deforestazione e la produzione del cemento.
  • 15:33 - 15:36
    Per arrivare all'80%, quindi,
  • 15:36 - 15:40
    le nazioni sviluppate, incluse nazioni come la Cina,
  • 15:40 - 15:45
    avranno dovuto sostituire completamente la loro produzione elettrica.
  • 15:45 - 15:51
    L'altra domanda è: stiamo realizzando questa tecnologia a emissioni zero?
  • 15:51 - 15:53
    L'abbiamo messa in pratica nelle nazioni sviluppate?
  • 15:53 - 15:56
    La stiamo diffondendo anche altrove?
  • 15:56 - 15:58
    È un aspetto importantissimo.
  • 15:58 - 16:02
    È un elemento chiave della pagella.
  • 16:02 - 16:07
    Andando a ritroso, che aspetto dovrebbe avere la pagella del 2020?
  • 16:07 - 16:09
    Anche quella dovrebbe avere gli stessi due aspetti.
  • 16:09 - 16:13
    Dovremmo implementare delle misure di efficienza per iniziare ad ottenere delle riduzioni.
  • 16:13 - 16:16
    Meno emettiamo, minore sarà la quantità totale di CO2,
  • 16:16 - 16:18
    e quindi la temperatura.
  • 16:18 - 16:21
    Ma il voto in questa materia,
  • 16:21 - 16:25
    fare cose che non comportano grandi riduzioni,
  • 16:25 - 16:29
    ha un peso solo pari, o perfino leggermente inferiore, all'altro,
  • 16:29 - 16:33
    che è la velocità dell'innovazione delle nuove invenzioni.
  • 16:33 - 16:36
    Dobbiamo spingere questi progressi a tutta velocità,
  • 16:36 - 16:39
    e possiamo misurare la velocità dal numero di aziende,
  • 16:39 - 16:42
    progetti pilota, modifiche di regolamenti.
  • 16:42 - 16:45
    Molti ottimi libri sono stati scritti al riguardo.
  • 16:45 - 16:48
    Il libro di Al Gore, "La scelta",
  • 16:48 - 16:51
    e quello di David McKay, "Sustainable Energy Without the Hot Air."
  • 16:51 - 16:54
    Questi libri approfondiscono il problema e creano un contesto
  • 16:54 - 16:56
    nel quale svolgere il dibattito
  • 16:56 - 16:59
    perché queste cose necessitano di un sostegno diffuso.
  • 16:59 - 17:01
    Molte cose devono avvenire contemporaneamente.
  • 17:01 - 17:03
    Ho un desiderio, dunque.
  • 17:03 - 17:07
    Un desiderio molto concreto che inventeremo la tecnologia necessaria.
  • 17:07 - 17:10
    Se dovessi scegliere un solo desiderio per i prossimi 50 anni,
  • 17:10 - 17:12
    tra: poter scegliere il presidente del paese,
  • 17:12 - 17:15
    la realizzazione di un vaccino, cui pure tengo molto,
  • 17:15 - 17:17
    oppure realizzare questa cosa
  • 17:17 - 17:21
    che costa la metà e non produce CO2,
  • 17:21 - 17:23
    sceglierei quest'ultima.
  • 17:23 - 17:25
    Sarebbe quella col maggiore impatto.
  • 17:25 - 17:27
    Se questo desiderio non si realizzerà,
  • 17:27 - 17:31
    la frattura tra chi pensa a breve e chi a lungo termine,
  • 17:31 - 17:34
    tra gli Stati Uniti e la Cina, tra nazioni povere e ricche, sarà terribile,
  • 17:34 - 17:39
    e soprattutto, la vita di quei due miliardi di persone sarà di gran lunga peggiore.
  • 17:39 - 17:41
    Cosa dobbiamo fare, dunque?
  • 17:41 - 17:46
    In cosa vi sto invitando a prendere l'iniziativa e procedere?
  • 17:46 - 17:49
    È necessario un maggiore sostegno alla ricerca.
  • 17:49 - 17:51
    Quando le nazioni si riuniscono in posti come Copenhagen,
  • 17:51 - 17:54
    non dovrebbero parlare solo di CO2.
  • 17:54 - 17:56
    Dovrebbero discutere anche il programma delle innovazioni,
  • 17:56 - 18:01
    e vi stupireste di quanto ridicolmente poco investiamo
  • 18:01 - 18:03
    in questi approcci innovativi.
  • 18:03 - 18:07
    Ci servono incentivi, tasse sulla CO2, il "cap and trade",
  • 18:07 - 18:10
    strumenti che evidenzino il costo dell'inquinamento.
  • 18:10 - 18:12
    Dobbiamo diffondere il messaggio.
  • 18:12 - 18:15
    Dobbiamo rendere questo dialogo più razionale e comprensibile,
  • 18:15 - 18:18
    e deve includere le scelte del governo.
  • 18:18 - 18:22
    È un desiderio impegnativo, ma credo realizzabile.
  • 18:22 - 18:24
    Grazie.
  • 18:24 - 18:35
    (Applausi)
  • 18:35 - 18:37
    Grazie.
  • 18:37 - 18:39
    Chris Anderson: Grazie. Grazie.
  • 18:39 - 18:44
    (Applausi)
  • 18:44 - 18:50
    Grazie. Solo per saperne di più su Terrapower, ecco...
  • 18:50 - 18:55
    prima di tutto, puoi darci un'idea della dimensione degli investimenti?
  • 18:55 - 18:59
    Bill Gates: Realizzare il software, acquistare il supercomputer,
  • 18:59 - 19:01
    assumere tutti i grandi scienziati, cosa che già abbiamo fatto,
  • 19:01 - 19:04
    richiede solo decine di milioni,
  • 19:04 - 19:07
    e anche quando avremo testato i materiali in un reattore russo,
  • 19:07 - 19:11
    per essere sicuri che funzionino a dovere,
  • 19:11 - 19:13
    parleremo solo di centinaia di milioni.
  • 19:13 - 19:16
    La cosa difficile è costruire il reattore pilota,
  • 19:16 - 19:21
    trovare svariati miliardi, l'autorità competente, il luogo
  • 19:21 - 19:23
    in cui verrà costruito il primo esemplare.
  • 19:23 - 19:27
    Una volta costruito il primo, se funziona come annunciato,
  • 19:27 - 19:31
    sarà l'uovo di Colombo, perché i costi, la densità di energia generata,
  • 19:31 - 19:33
    sono completamente diversi dal nucleare che conosciamo oggi.
  • 19:33 - 19:37
    CA: Quindi, se capisco bene, questo implica la costruzione, ben sottoterra,
  • 19:37 - 19:41
    di un serbatoio verticale pieno di combustibile nucleare,
  • 19:41 - 19:43
    di questo tipo di uranio impoverito.
  • 19:43 - 19:46
    Poi il processo comincia dall'alto e progredisce verso il basso?
  • 19:46 - 19:49
    BG: Giusto. I reattori, oggi, vengono riforniti continuamente,
  • 19:49 - 19:52
    molte persone, molti controlli che possono non funzionare,
  • 19:52 - 19:55
    aperture continue, cose che entrano ed escono...
  • 19:55 - 19:57
    Non va bene!
  • 19:57 - 20:02
    Se invece il combustibile è molto economico e puoi farne scorta per 60 anni
  • 20:02 - 20:04
    (pensalo come un ceppo di legno),
  • 20:04 - 20:07
    mettilo dentro e dimenticati tutte quelle complessità.
  • 20:07 - 20:12
    Resta lì, brucia per sessant'anni, e poi finisce.
  • 20:12 - 20:16
    CA: Un impianto nucleare che fa da discarica di sé stesso!
  • 20:16 - 20:18
    BG: Sì. Beh, i rifiuti
  • 20:18 - 20:23
    si possono lasciare lì (con questa tecnologia se ne producono molti meno)
  • 20:23 - 20:25
    poi li si può prendere,
  • 20:25 - 20:28
    metterli in un altro reattore e bruciarli.
  • 20:28 - 20:32
    E inizieremo con i rifiuti già esistenti,
  • 20:32 - 20:36
    ora conservati in vasche di raffreddamento o in contenitori vicino ai reattori.
  • 20:36 - 20:38
    Saranno il nostro primo combustibile.
  • 20:38 - 20:41
    Quindi quello che era un problema dei reattori convenzionali
  • 20:41 - 20:43
    sarà il carburante dei nostri,
  • 20:43 - 20:46
    e il volume dei rifiuti si ridurrà in modo impressionante,
  • 20:46 - 20:48
    non appena questo processo sarà realtà.
  • 20:48 - 20:50
    CA: Ma quando parli in giro per il mondo
  • 20:50 - 20:52
    del potenziale di questa tecnologia,
  • 20:52 - 20:55
    dove riscuoti maggior interesse alla sua realizzazione?
  • 20:55 - 20:58
    BG: Beh, non c'è un posto in particolare,
  • 20:58 - 21:06
    e ci sono tutte queste interessanti regole di trasparenza su tutto ciò che è definito nucleare,
  • 21:06 - 21:08
    quindi riscuotiamo molto interesse.
  • 21:08 - 21:12
    Il nostro staff è stato in Russia, India, Cina.
  • 21:12 - 21:14
    Ho appena incontrato il Segretario per l'Energia.
  • 21:14 - 21:18
    Abbiamo parlato di come quest'idea si adatti all'attuale programma.
  • 21:18 - 21:21
    Sono ottimista. Francesi e giapponesi hanno fatto del lavoro in questo campo.
  • 21:21 - 21:25
    È una variazione su qualcosa che è già stato fatto.
  • 21:25 - 21:29
    Si tratta di un miglioramento sostanziale ma è un tipo di reattore veloce,
  • 21:29 - 21:31
    che molte nazioni hanno già costruito,
  • 21:31 - 21:36
    quindi chiunque abbia già costruito un reattore veloce è un buon candidato ad accogliere il nostro.
  • 21:36 - 21:41
    CA: A tuo avviso, quali sono i tempi e la probabilità
  • 21:41 - 21:44
    che una cosa del genere si realizzi?
  • 21:44 - 21:49
    BG: Beh, per uno di questi progetti a scala intera, che produce energia,
  • 21:49 - 21:51
    che non costa molto,
  • 21:51 - 21:55
    parliamo di 20 anni per progettarlo e 20 per costruirlo.
  • 21:55 - 22:00
    È questa la scadenza che i modelli ambientali
  • 22:00 - 22:02
    dimostrano essere tassativa.
  • 22:02 - 22:07
    Terrapower, se tutto procede bene, che non e' chieder poco,
  • 22:07 - 22:09
    potrebbe facilmente soddisfare questo obiettivo.
  • 22:09 - 22:12
    E ora ci sono, fortunatamente, dozzine di aziende nel settore,
  • 22:12 - 22:14
    (ma devono essercene centinaia)
  • 22:14 - 22:16
    che analogamente, se la loro ricerca funziona,
  • 22:16 - 22:19
    se i finanziamenti per i loro impianti pilota saranno erogati,
  • 22:19 - 22:21
    potranno competere.
  • 22:21 - 22:23
    Ed è meglio se molte soluzioni avranno successo,
  • 22:23 - 22:26
    perché a quel punto si potrà ricorrere ad un insieme di soluzioni.
  • 22:26 - 22:28
    E' necessario che almeno una abbia successo.
  • 22:28 - 22:31
    CA: Parlando di innovazioni importanti, rivoluzionarie,
  • 22:31 - 22:34
    questa è la più grande che tu conosca?
  • 22:34 - 22:38
    BG: Una rivoluzione energetica è la cosa più importante.
  • 22:38 - 22:40
    Lo sarebbe stata anche senza i vincoli ambientali,
  • 22:40 - 22:45
    ma i vincoli ambientali la rendono davvero molto più importante.
  • 22:45 - 22:48
    Nel ramo del nucleare ci sono altri innovatori.
  • 22:48 - 22:51
    Non conosciamo il loro lavoro bene come questo,
  • 22:51 - 22:54
    ma uno è il nucleare "modulare", un approccio diverso.
  • 22:54 - 22:58
    C'e' un reattore a liquido. Mi sembra difficile da realizzare, ma forse
  • 22:58 - 23:00
    loro dicono la stessa cosa di noi.
  • 23:00 - 23:03
    Ce ne sono diversi, dunque,
  • 23:03 - 23:06
    ma il bello è che una molecola di uranio
  • 23:06 - 23:10
    sprigiona un milione di volte più energia di una molecola di, diciamo, carbone
  • 23:10 - 23:13
    quindi, se riesci a gestire gli aspetti negativi
  • 23:13 - 23:16
    (che sono essenzialmente le radiazioni,
  • 23:16 - 23:19
    l'impronta ecologica ed il costo), il potenziale,
  • 23:19 - 23:21
    in termini di effetti sull'ambiente ed altro,
  • 23:21 - 23:25
    ne fa quasi una classe a sé stante.
  • 23:25 - 23:29
    CA: E se non funziona, cosa facciamo?
  • 23:29 - 23:33
    Non dovremmo forse iniziare ad adottare misure di emergenza
  • 23:33 - 23:36
    per cercare di mantenere la temperatura terrestre stabile?
  • 23:36 - 23:38
    BG: Se ti trovi in quella situazione,
  • 23:38 - 23:43
    è un po' come quando hai mangiato troppo, e stai per avere un attacco cardiaco.
  • 23:43 - 23:47
    Dove vai a quel punto? Potresti aver bisogno di un chirurgo o qualcosa di simile.
  • 23:47 - 23:51
    C'è tutta una linea di ricerca sulla cosiddetta geoingegneria,
  • 23:51 - 23:54
    che sono varie tecniche che rallenterebbero il riscaldamento
  • 23:54 - 23:57
    facendoci guadagnare 20 o 30 anni nei quali coordinare l'azione.
  • 23:57 - 23:59
    È come stipulare una polizza assicurativa.
  • 23:59 - 24:01
    Speri di non averne bisogno.
  • 24:01 - 24:03
    Alcuni dicono che non si dovrebbe nemmeno lavorare alla polizza
  • 24:03 - 24:05
    perché ti potrebbe impigrire,
  • 24:05 - 24:09
    facendoti continuare a mangiare perché tanto il chirurgo ti salverà.
  • 24:09 - 24:12
    Non penso sia una scelta saggia, vista l'importanza del problema,
  • 24:12 - 24:16
    ma ora nell'ambito della geoingegneria ci si chiede
  • 24:16 - 24:20
    se serva tenere pronte delle soluzioni nel caso in cui gli eventi precipitino,
  • 24:20 - 24:23
    o le innovazioni arrivino più tardi del previsto.
  • 24:25 - 24:30
    CA: Clima-scettici: se avessi una frase o due da dir loro,
  • 24:30 - 24:34
    come potresti persuaderli che hanno torto?
  • 24:35 - 24:39
    BG: Beh, purtroppo ci sono diversi tipi di scettici
  • 24:39 - 24:43
    e quelli che avanzano argomenti scientifici sono molto pochi.
  • 24:43 - 24:46
    Alcuni dicono che c'è un feedback negativo
  • 24:46 - 24:48
    grazie alle nuvole che smorzano gli effetti del riscaldamento.
  • 24:48 - 24:51
    Sono molto, molto poche le cose su cui si possa anche solo dire
  • 24:51 - 24:54
    che ci sia una probabilita' su un milione che si avverino
  • 24:54 - 24:57
    Qui il problema principale assomiglia all'AIDS.
  • 24:57 - 25:01
    Commetti un errore ora e ne paghi le conseguenze solo molto dopo.
  • 25:01 - 25:05
    E quindi, quando sei pressato da mille emergenze,
  • 25:05 - 25:08
    l'idea di fare sacrifici di cui vedrai i risultati solo dopo...
  • 25:08 - 25:11
    sacrifici per giunta non ben noti.
  • 25:11 - 25:17
    In effetti, il rapporto dell'IPPC non prospetta necessariamente il caso peggiore;
  • 25:17 - 25:19
    c'è gente nel mondo ricco che guarda all'IPPC
  • 25:19 - 25:23
    e dice: ok, non è poi cosi' male.
  • 25:23 - 25:27
    Il fatto è che proprio quell'incertezza dovrebbe spingerci all'azione.
  • 25:27 - 25:30
    Ma il mio sogno è che, se riusciamo a realizzarlo economicamente,
  • 25:30 - 25:32
    e a rispettare i vincoli sulla CO2,
  • 25:32 - 25:34
    allora gli scettici diranno: ok,
  • 25:34 - 25:36
    non mi importa se non emette CO2,
  • 25:36 - 25:38
    quasi preferirei che ne emettesse,
  • 25:38 - 25:42
    ma lo accetterò perché è più economico delle tecnologie precedenti.
  • 25:42 - 25:46
    (Applausi)
  • 25:46 - 25:50
    CA: Sarebbe questa la tua risposta al ragionamento di Bjorn Lomborg,
  • 25:50 - 25:54
    che se investi tutte le tue energie cercando di risolvere il problema della CO2,
  • 25:54 - 25:56
    i tuoi altri obiettivi (come la lotta alla povertà,
  • 25:56 - 25:59
    alla malaria e così via), saranno sacrificati,
  • 25:59 - 26:03
    E che metterci del denaro, quando ci sono cose migliori da fare, significa
  • 26:03 - 26:05
    sprecare risorse in modo stupido?
  • 26:05 - 26:08
    BG: Beh, la spesa effettiva in ricerca e sviluppo...
  • 26:08 - 26:12
    diciamo che gli U.S.A dovrebbero spendere 10 miliardi in più di quanto facciano ora
  • 26:12 - 26:14
    non è così ingente.
  • 26:14 - 26:16
    Non dovrebbe distrarre risorse destinate ad altri scopi.
  • 26:16 - 26:19
    Le cose che comportano molto denaro, e qui anche gente ragionevole potrebbe dissentire,
  • 26:19 - 26:22
    sono i finanziamenti a soluzioni anti-economiche.
  • 26:22 - 26:25
    Per me è soprattutto quello, lo spreco.
  • 26:25 - 26:28
    A meno che tu non stia finanziando la curva di apprendimento, avvicinandoti al punto
  • 26:28 - 26:30
    in cui diventerà molto economico,
  • 26:30 - 26:34
    credo che gli sforzi vadano concentrati in tecnologie che hanno il potenziale
  • 26:34 - 26:36
    di abbassare drasticamente i costi.
  • 26:36 - 26:41
    Se l'alternativa fosse: "rendiamo l'energia costosissima,
  • 26:41 - 26:43
    in modo che solo i ricchi possano permettersela",
  • 26:43 - 26:46
    tutti i presenti possono permettersi di pagare l'energia cinque volte tanto
  • 26:46 - 26:48
    senza cambiare stile di vita.
  • 26:48 - 26:50
    Il disastro sarebbe per quei due miliardi.
  • 26:50 - 26:52
    Ed anche Lomborg ha rivisto le sue posizioni.
  • 26:52 - 26:57
    Il suo argomento ora è: "Perché non si sta discutendo di più di Ricerca e Sviluppo?"
  • 26:57 - 26:59
    Per il suo passato
  • 26:59 - 27:01
    ancora lo si colloca tra gli "scettici",
  • 27:01 - 27:04
    ma ha capito che è un gruppo abbastanza ristretto,
  • 27:04 - 27:07
    e quindi sta sollevando la questione della Ricerca e Sviluppo.
  • 27:07 - 27:12
    Ed è una questione che penso sia appropriato sollevare.
  • 27:12 - 27:15
    È incredibile quanto poco si investa in ricerca e sviluppo.
  • 27:15 - 27:18
    CA: Beh Bill, credo proprio di parlare a nome delIa maggioranza del pubblico
  • 27:18 - 27:21
    dicendo che spero di vedere il tuo desiderio diventare realtà. Grazie.
  • 27:21 - 27:23
    BG: Grazie.
  • 27:23 - 27:26
    (Applausi)
Title:
Bill Gates sull'energia: Obiettivo Zero!
Speaker:
Bill Gates
Description:

Al TED 2010, Bill Gates rivela la sua visione per il futuro energetico del mondo, evidenziando il nostro bisogno di "miracoli" energetici per evitare una catastrofe planetaria e spiegando perché sta patrocinando un tipo di reattore nucleare completamente nuovo. L'obiettivo necessario? Zero emissioni di carbonio entro il 2050.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
27:32
Michele Gianella added a translation

Italian subtitles

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