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Perché il cibo ha bisogno del design? | Sonia Massari | TEDxOrtygia

  • 0:16 - 0:22
    “E di design ci sono queste –
  • 0:22 - 0:26
    questi caissé al design
    che sono più belli di quelli.”
  • 0:29 - 0:31
    “Perché sono di design questi?”
  • 0:33 - 0:38
    “Perché abbiamo usato
    delle torte di design –
  • 0:38 - 0:40
    questo è il cupcake di design.
  • 0:40 - 0:47
    E questi sono i tortellini al design,
    che sono tanto buonissimi
  • 0:47 - 0:54
    e anche il cupcake al design è buonissimo,
  • 0:54 - 0:57
    con un pochino di sale, tanto olio;
  • 0:57 - 1:00
    e questo è fatto con un pochino di sale,
  • 1:00 - 1:02
    e tanto pesce.”
  • 1:04 - 1:06
    (Applausi)
  • 1:07 - 1:12
    Questa è una bambina di due anni e mezzo,
    a cui è stata fatta una domanda:
  • 1:12 - 1:16
    perché questi tortellini sono di design,
    perché questo cibo è di design?
  • 1:16 - 1:18
    Sta giocando in cucina,
    come tutti i bambini fanno.
  • 1:18 - 1:22
    E lei risponde "perché è più buono"
    e "perché è buonissimo".
  • 1:23 - 1:26
    Quanti di voi, pensando
    al cibo e al design,
  • 1:26 - 1:27
    pensano a una cosa bella,
  • 1:27 - 1:30
    esteticamente interessante,
    colorata, decorata - alzate la mano.
  • 1:30 - 1:33
    Quanti di voi, pensando
    al design - quasi tutti.
  • 1:33 - 1:37
    Ecco, se vi chiedessi quanti di voi
    pensano che sia anche buona,
  • 1:37 - 1:40
    magari ci sarebbero
    un pochino meno persone.
  • 1:40 - 1:43
    State tranquilli:
    il 90 percento delle persone
  • 1:43 - 1:47
    pensa che il design sia collegato al cibo
    per la questione estetica.
  • 1:47 - 1:49
    E questo è quello che mi viene chiesto
  • 1:49 - 1:53
    tutte le volte che vado a fare
    una presentazione su cibo e design.
  • 1:53 - 1:55
    Mi dicono, vieni con degli esempi belli:
  • 1:55 - 2:00
    un cake design, un bel piatto,
  • 2:00 - 2:03
    qualcosa di colorato, un bel ristorante.
  • 2:03 - 2:06
    Ecco, oggi io vorrei parlarvi
    di qualcosa di diverso:
  • 2:06 - 2:07
    vorrei farvi vedere
  • 2:07 - 2:11
    che il design, nell'agroalimentare,
    può avere anche delle altre applicazioni,
  • 2:11 - 2:15
    qualcosa che magari
    non è così ben conosciuto.
  • 2:15 - 2:19
    E allora pensate al danno economico
  • 2:19 - 2:22
    che nelle Marche,
    dopo il terremoto c'è stato
  • 2:22 - 2:25
    perché le stalle sono state distrutte,
  • 2:25 - 2:28
    quindi gli animali sono morti,
    e sono morti per fame e per gelo.
  • 2:29 - 2:32
    Un giovane designer,
    uno studente di design,
  • 2:32 - 2:33
    incontra un allevatore e dice:
  • 2:33 - 2:35
    ma allora perché non usiamo questi droni
  • 2:35 - 2:38
    per trasportare il foraggio
    agli animali che ne hanno bisogno?
  • 2:38 - 2:43
    E col drone siamo anche
    in grado di monitorare
  • 2:43 - 2:46
    e magari trovare delle soluzioni
    a quelli che sono i problemi.
  • 2:47 - 2:53
    In Siria, il 95 percento di alcune città
    è stato totalmente distrutto:
  • 2:53 - 2:56
    tutti gli edifici distrutti, rasi a zero.
  • 2:56 - 2:57
    Ora, noi speriamo
  • 2:57 - 3:01
    che dopo otto anni di conflitti
    queste persone possano tornare a casa:
  • 3:01 - 3:05
    ma torneranno in un luogo senza edifici,
    dovranno ricostruire queste città.
  • 3:06 - 3:09
    E costruire gli edifici
    è la parte più semplice.
  • 3:09 - 3:13
    L'idea sarà di sfamare le persone
    all'interno di queste città.
  • 3:13 - 3:17
    Allora immaginiamo che dalle macerie
    noi possiamo creare dei nuovi mattoni,
  • 3:17 - 3:20
    dei mattoni edibili,
    dei mattoni da cui produrre,
  • 3:20 - 3:23
    da cui coltivare il cibo, poi,
    che si mangerà.
  • 3:24 - 3:29
    E queste città che si ingrandiscono,
    dove la popolazione urbana aumenta:
  • 3:29 - 3:31
    come sfameremo le città?
  • 3:31 - 3:35
    Allora l’idroponica, l'acquaponica,
    queste tecnologie
  • 3:35 - 3:39
    potranno essere utilizzate
    per degli scenari emergenti
  • 3:39 - 3:43
    e utilizzeremo magari l'aria, e l'acqua,
    per le nostre coltivazioni.
  • 3:45 - 3:50
    Capire i flussi migratori nel Mediterraneo
    adesso non è cosa semplice.
  • 3:50 - 3:52
    L'unica cosa sicura, da sempre,
  • 3:52 - 3:55
    è che il Mediterraneo
    è unito dagli ingredienti:
  • 3:55 - 3:57
    abbiamo gli stessi ingredienti da sempre.
  • 3:57 - 4:02
    Immaginiamo allora uno strumento
    che ci riporta a conversare, ad unire,
  • 4:02 - 4:03
    perché con lo stesso strumento
  • 4:03 - 4:07
    possiamo cucinare
    tutte le cucine del Mediterraneo.
  • 4:07 - 4:12
    Inclusione e integrazione,
    invece che confronto e attacco.
  • 4:13 - 4:16
    Il packaging ci sta aiutando tanto,
  • 4:16 - 4:19
    ci permette di conservare,
    ci permette di trasportare
  • 4:19 - 4:21
    e quindi anche di non sprecare.
  • 4:21 - 4:25
    Però è anche vero
    che sprechiamo tanto packaging,
  • 4:25 - 4:28
    perché non tutto il packaging
    è biodegradabile;
  • 4:28 - 4:31
    e assolutamente non è naturale.
  • 4:31 - 4:33
    Allora immaginiamo un packaging diverso,
  • 4:33 - 4:36
    che magari viene proprio,
    anche, dallo stesso cibo.
  • 4:36 - 4:39
    Un packaging che scadrà -
  • 4:39 - 4:43
    avrà una data di scadenza
    uguale al cibo che noi mangiamo.
  • 4:43 - 4:48
    Un packaging fatto
    di olio d'oliva, di riso, di alghe.
  • 4:51 - 4:54
    E da una ricerca dell'Eurisko
  • 4:54 - 4:59
    sembra che il 51 percento di quel campione
    abbia detto che è interessato,
  • 4:59 - 5:03
    o comunque ha già utilizzato
    dei servizi di take-away,
  • 5:03 - 5:05
    quindi cibo da asporto.
  • 5:06 - 5:07
    Questo è un grande trend:
  • 5:07 - 5:11
    ma se noi potessimo avere,
    come cibo da asporto,
  • 5:11 - 5:15
    un cibo fatto a mano, fatto in casa,
  • 5:15 - 5:19
    fatto come una volta,
    fatto con le tradizioni di una volta,
  • 5:20 - 5:24
    allora potremo ricostruire, magari,
    anche dei rapporti di vicinato,
  • 5:24 - 5:27
    perché potremo comprare dalle persone
    che vivono vicino a noi.
  • 5:27 - 5:31
    E quel cibo diventerebbe un mezzo
    di comunicazione, di riavvicinamento.
  • 5:34 - 5:39
    Il 70 percento degli uccelli marini,
    e l’80 percento delle tartarughe,
  • 5:40 - 5:41
    mangiano plastica.
  • 5:41 - 5:45
    Non ho dati sui pesci –
    e i pesci li mangiamo pure noi, dopo.
  • 5:46 - 5:50
    Ecco: un'azienda artigianale di birra
    ha incontrato un designer,
  • 5:50 - 5:53
    e hanno pensato: ma allora,
    perché non facciamo quegli anelli
  • 5:53 - 5:57
    più biodegradabili,
    in grado di sciogliersi;
  • 5:57 - 6:01
    e magari utilizziamo proprio gli avanzi
    della birra, della fermentazione -
  • 6:01 - 6:04
    il frumento, l'orzo -
  • 6:04 - 6:06
    per creare qualcosa
    che si scioglierà nei mari
  • 6:06 - 6:10
    e a sua volta diventerà
    cibo per gli animali.
  • 6:10 - 6:13
    Un sistema-cibo che crea
    un altro sistema-cibo.
  • 6:14 - 6:18
    Perché il cibo può cambiare,
    può diventare qualcos'altro.
  • 6:18 - 6:22
    E allora i nostri avanzi
    possono diventare il materiale
  • 6:22 - 6:27
    che usiamo nelle stampanti 3D
    per produrre dei nuovi oggetti,
  • 6:27 - 6:28
    per esempio.
  • 6:28 - 6:30
    Immaginate i contadini:
  • 6:30 - 6:34
    se potessero, dai loro avanzi,
    dai loro sprechi produrre dei contenitori;
  • 6:34 - 6:36
    e a sua volta quegli agricoltori
  • 6:36 - 6:39
    potrebbero trovare nel design
    soluzioni di rete,
  • 6:40 - 6:41
    la rete che permetterebbe a loro
  • 6:41 - 6:44
    di risolvere tanti problemi
    del mercato di oggi.
  • 6:45 - 6:48
    Come vedete, c'erano tante parole dentro -
  • 6:48 - 6:51
    design for food, urban food system design,
  • 6:51 - 6:52
    social food design -
  • 6:52 - 6:54
    queste sono delle categorie
    che noi utilizziamo
  • 6:54 - 6:57
    e tante volte è difficile,
    anche, categorizzare
  • 6:57 - 7:01
    fino a dove finisce il social,
    fino dove finisce il systemic.
  • 7:01 - 7:04
    Diciamo che questo è tutto design,
  • 7:05 - 7:08
    design applicato
    alla filiera agroalimentare.
  • 7:08 - 7:10
    E che cos'è il design?
  • 7:10 - 7:16
    Il design non è nient'altro
    che le competenze e le conoscenze
  • 7:16 - 7:20
    che ci servono per risolvere
    dei problemi complessi.
  • 7:21 - 7:23
    Il design, in inglese,
    vuol dire “progettare”.
  • 7:24 - 7:28
    E non “bello”, come noi spesso pensiamo.
  • 7:29 - 7:32
    È indubbio che il design
    sia cambiato nel tempo,
  • 7:33 - 7:35
    perché è cambiata la società
    e sono cambiati i bisogni;
  • 7:35 - 7:37
    ma comunque è sempre design.
  • 7:38 - 7:42
    Quindi all'inizio eravamo,
    con l'espansione industriale,
  • 7:42 - 7:44
    alla ricerca di prodotti e oggetti,
  • 7:44 - 7:48
    quindi c'era un utilizzo
    dell'industrial design,
  • 7:48 - 7:52
    c'era una ricerca in quello
    che viene chiamato il disegno industriale.
  • 7:52 - 7:56
    E poi ci si evolve,
    cambiano chiaramente gli scenari
  • 7:56 - 7:59
    e il design viene applicato
    anche in altri contesti;
  • 8:00 - 8:02
    si inizia a puntare
    l'attenzione sull'utente,
  • 8:03 - 8:06
    poi sull'interazione
    tra l'utente e gli oggetti;
  • 8:06 - 8:09
    fino ad arrivare,
    con la penetrazione del digitale,
  • 8:10 - 8:14
    a un livello esperienziale
    molto importante,
  • 8:14 - 8:16
    e quindi ci si focalizza sull'esperienza.
  • 8:16 - 8:19
    Immaginate che un designer
    deve rendere interessante
  • 8:19 - 8:22
    un pezzo di plastica
    come il vostro iPhone -
  • 8:23 - 8:25
    è semplicemente un pezzo di plastica,
  • 8:25 - 8:27
    ma quante esperienze fate
    con quel pezzo di plastica?
  • 8:29 - 8:34
    Le possibilità per un designer
    diventano innumerevoli.
  • 8:34 - 8:39
    E il rischio è anche che si progettino
    delle cose che non servono,
  • 8:39 - 8:40
    quindi cose inutili.
  • 8:40 - 8:47
    E allora ci si rifocalizza
    sull'umanità, l'uomo, i suoi valori.
  • 8:48 - 8:50
    Il design ti dice:
  • 8:50 - 8:54
    pensiamo quali sono
    i veri valori per l'uomo.
  • 8:54 - 8:56
    Nel cibo questo è fondamentale,
  • 8:56 - 9:00
    perché i valori sono determinati
    dal rapporto che noi abbiamo con il cibo.
  • 9:00 - 9:04
    E il nostro rapporto con il cibo
    è dato da mediazioni culturali,
  • 9:04 - 9:07
    che noi creiamo a tutti
    i livelli della filiera.
  • 9:07 - 9:12
    La filiera è lunga: produzione;
    distribuzione; commercializzazione;
  • 9:12 - 9:17
    consumo e, anche, post-consumo -
    abbiamo visto lo spreco, l'educazione.
  • 9:19 - 9:23
    È fondamentale lavorare
    e progettare sui valori.
  • 9:23 - 9:27
    Quando vi dicono [che] il food design,
    o il design applicato al cibo, è nuovo,
  • 9:27 - 9:29
    non è tanto vero, l'ho detto prima:
  • 9:29 - 9:31
    in fase di espansione industriale,
  • 9:31 - 9:34
    diciamo che il design
    si è proprio approcciato al cibo,
  • 9:34 - 9:38
    producendo e creando
    nuovi prodotti, nuovi oggetti.
  • 9:39 - 9:41
    Pensate che questa - la riconoscete?
  • 9:41 - 9:45
    È la rotella di liquirizia;
    il brevetto è del 1934.
  • 9:45 - 9:47
    [Il design ha bisogno del cibo]
  • 9:47 - 9:48
    In quel periodo,
  • 9:48 - 9:51
    e con il boom economico,
    con l'espansione industriale,
  • 9:51 - 9:55
    potremmo quasi dire che era più il design
    che aveva bisogno del cibo:
  • 9:55 - 9:58
    più cibo c'era e più si poteva progettare.
  • 9:58 - 9:59
    Ed è anche un po’ il motivo
  • 9:59 - 10:02
    per cui il design è finito
    dalla parte dei nemici,
  • 10:02 - 10:04
    col marketing, con la pubblicità:
  • 10:04 - 10:05
    più si progettava,
  • 10:05 - 10:10
    e più uscivano prodotti
    che proprio sani non erano.
  • 10:10 - 10:13
    Però è anche vero
    che bisogna dire grazie al design,
  • 10:13 - 10:17
    perché è riuscito a progettare
    anche delle identità,
  • 10:18 - 10:20
    qualcosa che abbiamo portato nel tempo;
  • 10:20 - 10:26
    a crearci una vita più semplice,
    mobile, efficiente, efficace;
  • 10:27 - 10:30
    e anche a darci delle icone
  • 10:30 - 10:33
    che sono diventate le icone
    della cultura del progetto.
  • 10:34 - 10:38
    È vero anche che ci sono
    dei progetti interessanti, ludici, carini
  • 10:38 - 10:43
    che insomma, proprio utili
    non è che siano, nella quotidianità.
  • 10:43 - 10:45
    Questi sono oggetti per l'ufficio,
  • 10:45 - 10:47
    per mangiare lo snack
    all'interno dell'ufficio.
  • 10:49 - 10:52
    Se è vero che il food design non è nuovo,
  • 10:52 - 10:57
    o comunque che l'applicazione del design
    al mondo-cibo non è una novità,
  • 10:57 - 11:00
    è vero che è invece molto più recente
  • 11:00 - 11:04
    l'interesse del design
    applicato al mondo agroalimentare.
  • 11:04 - 11:05
    Cosa vuol dire?
  • 11:05 - 11:09
    Vuol dire che effettivamente -
    questo è un po’ più recente,
  • 11:09 - 11:16
    perché accade quasi in contemporanea
    o subito dopo l'inizio dei food studies.
  • 11:16 - 11:20
    Cosa sono i food studies?
    Sono gli studi accademici sul cibo.
  • 11:20 - 11:24
    I food studies non nascono in Italia,
    nascono negli Stati Uniti.
  • 11:24 - 11:30
    Siamo alla fine degli anni ‘90,
    e la gente inizia a chiedersi:
  • 11:30 - 11:33
    ma quello che mangio da dove viene?
  • 11:33 - 11:36
    È sano, è sostenibile?
  • 11:36 - 11:38
    Come sarà il cibo del futuro?
  • 11:38 - 11:41
    A tutte queste domande
    servono delle risposte:
  • 11:41 - 11:48
    e l'accademia deve rispondere,
    l'accademia deve trovare delle soluzioni,
  • 11:48 - 11:51
    deve realizzare il sistema
    e trovare delle soluzioni,
  • 11:51 - 11:55
    perché nel 2018 ancora viviamo in un mondo
  • 11:55 - 11:59
    in cui si muore per il troppo cibo
    e si muore perché non c’è cibo.
  • 12:01 - 12:03
    Sappiamo come creare sistemi sostenibili,
  • 12:03 - 12:06
    abbiamo delle tecnologie pazzesche
    che ci possono aiutare in questo;
  • 12:06 - 12:07
    ma non lo facciamo.
  • 12:08 - 12:10
    E con quello che noi sprechiamo,
  • 12:10 - 12:14
    potremo dare da mangiare
    e dare delle risorse tre - quattro volte
  • 12:14 - 12:18
    alle persone che ne hanno bisogno,
    e non sto parlando solo di Africa.
  • 12:19 - 12:25
    Quindi c'è, da parte del mondo del cibo,
    un interesse a usare il design,
  • 12:25 - 12:28
    perché il design può dare delle soluzioni.
  • 12:28 - 12:29
    [Il cibo ha bisogno del design]
  • 12:29 - 12:34
    Questo viene chiesto al design:
    soluzioni per risolvere dei problemi.
  • 12:35 - 12:41
    E un po’ il fatto che non sia nuovo,
    ma che sia l'interesse cambiato,
  • 12:41 - 12:43
    io un po’ l'ho provato sulla mia pelle.
  • 12:43 - 12:47
    Tanto più che ho una storia,
    abbastanza emblematica,
  • 12:47 - 12:50
    che non dovrei condividere, ma lo faccio:
  • 12:51 - 12:53
    nel 2012 avevo appena finito uno studio
  • 12:53 - 12:57
    sull'utilizzo delle nuove tecnologie
    nel mondo agroalimentare,
  • 12:57 - 12:59
    per vedere come le nuove tecnologie
  • 12:59 - 13:01
    possono cambiare
    il nostro modo di mangiare.
  • 13:02 - 13:05
    E come il design, appunto,
    può aiutare in questo.
  • 13:05 - 13:08
    Sono andata a una conferenza a New York
  • 13:08 - 13:10
    dove ho presentato
    i risultati della mia ricerca.
  • 13:10 - 13:14
    C’erano dieci persone -
    massimo - all'interno,
  • 13:14 - 13:18
    e sono andate via
    prima della fine del mio speech.
  • 13:18 - 13:21
    E la frase che hanno detto in inglese era:
  • 13:21 - 13:25
    "Speriamo che il mondo che quella ragazza
    italiana ha presentato non succeda mai".
  • 13:26 - 13:27
    E uno è uscito dicendo:
  • 13:27 - 13:30
    “I had so much fun”,
    mi sono troppo divertito.
  • 13:30 - 13:34
    Questo è il finale
    della mia presentazione.
  • 13:34 - 13:37
    Io me ne sono andata -
    devo dire non ero molto contenta -
  • 13:37 - 13:38
    e ho anche detto, ho anche pensato:
  • 13:38 - 13:40
    forse è meglio lasciar perdere,
  • 13:40 - 13:43
    che questa cosa del design
    non interesserà a nessuno.
  • 13:43 - 13:47
    E per tre anni non ho più presentato
    niente che avesse a che fare con il design
  • 13:47 - 13:51
    nelle conferenze dedicate ai food studies.
  • 13:51 - 13:53
    2015: Expo.
  • 13:53 - 13:55
    Expo dà coraggio a tutti quelli
    che lavoravano nel cibo,
  • 13:55 - 13:57
    ricredono a quello che fanno.
  • 13:57 - 14:00
    Mi chiamano di nuovo negli Stati Uniti
  • 14:00 - 14:03
    per parlare a una conferenza
    “Creatività e cibo”.
  • 14:03 - 14:07
    Io mi presento, faccio una cosa
    che non si dovrebbe mai fare:
  • 14:07 - 14:11
    prendo la presentazione del 2012
    e cambio la prima slide - la data:
  • 14:11 - 14:14
    uguale, stessa presentazione.
  • 14:14 - 14:19
    50 e più persone sono rimaste lì,
    tutte, fino alla fine.
  • 14:19 - 14:22
    Applausi, domande - un successone.
  • 14:23 - 14:26
    L'ho detto ad alcuni, non a tutti
    perché sennò mi avrebbero menato,
  • 14:26 - 14:30
    ma ho detto: sapete cosa,
    il mio speech non è questo,
  • 14:30 - 14:31
    perché voi pensate
  • 14:31 - 14:33
    che io vi stia presentando
    il cibo del futuro,
  • 14:33 - 14:35
    ma questo è già passato.
  • 14:35 - 14:38
    L’ho presentato nel 2012,
    ed era il passato già allora.
  • 14:39 - 14:42
    Questo è solo la prova
    che il vostro interesse è cambiato;
  • 14:43 - 14:45
    voi oggi siete più interessati
    a quello che io presento
  • 14:45 - 14:48
    perché trovate in questo delle soluzioni.
  • 14:48 - 14:51
    Siete voi che avete cambiato
    il punto di vista,
  • 14:51 - 14:53
    non io che presento qualcosa di nuovo.
  • 14:53 - 14:55
    Per me questo è molto importante.
  • 14:55 - 14:59
    E infatti poi sono comparse,
    dal 2014-2015,
  • 14:59 - 15:03
    una serie di conferenze dedicate
    proprio al food, al design,
  • 15:03 - 15:04
    all'applicazione di questi.
  • 15:05 - 15:09
    Abbiamo contaminato benissimo,
    col design, professori e docenti;
  • 15:09 - 15:11
    abbiamo contaminato anche la gente comune
  • 15:11 - 15:16
    perché questi eventi, queste conferenze
    erano aperte al pubblico
  • 15:16 - 15:20
    e le persone hanno iniziato a essere
    veramente interessate all'argomento.
  • 15:20 - 15:21
    Ma sapete cosa?
  • 15:21 - 15:27
    Non abbiamo ancora contaminato
    chi fa il food, chi fa il cibo,
  • 15:27 - 15:30
    quindi i veri attori
    della filiera agroalimentare.
  • 15:30 - 15:32
    Abbiamo iniziato, ma è ancora debole.
  • 15:32 - 15:34
    Non abbiamo contaminato
  • 15:34 - 15:37
    i contadini, gli agricoltori,
    gli apicoltori, gli allevatori.
  • 15:37 - 15:39
    Non abbiamo contaminato i ristoratori,
  • 15:39 - 15:45
    i produttori delle aziende alimentari,
    dell'industria alimentare, i manager,
  • 15:46 - 15:48
    chi si occupa del turismo,
  • 15:48 - 15:53
    i sindaci, gli agronomi,
    gli ingegneri del cibo, i politici.
  • 15:53 - 15:56
    Mi dispiace perché non ho trovato
    il Playmobil del politico,
  • 15:56 - 15:58
    per cui è rimasto questo.
  • 15:59 - 16:03
    La cosa che, diciamo,
    attrae un po’ tutti del design
  • 16:03 - 16:05
    è il concetto di creatività.
  • 16:05 - 16:08
    Ecco, la creatività, diciamo,
    è un po’ più semplice
  • 16:08 - 16:12
    e quest'idea è uscita
    con questo termine che va molto, no?
  • 16:12 - 16:13
    Il “design thinking”.
  • 16:13 - 16:18
    Il design thinking è “voglio imparare
    a pensare come i designer“.
  • 16:18 - 16:19
    Cosa vuol dire?
  • 16:19 - 16:22
    A me piace tantissimo
    questa scena di Big Hero 6,
  • 16:22 - 16:24
    un cartone animato.
  • 16:24 - 16:27
    Se non lo avete visto guardatelo,
    perché è molto bello.
  • 16:27 - 16:29
    Il fratello grande di questo piccolo,
  • 16:29 - 16:34
    che è un genio, ma che non ha idee,
    a cui non viene un'idea, dice:
  • 16:34 - 16:38
    guarda con un angolo differente
    la cosa e ti verrà l'idea,
  • 16:38 - 16:41
    quindi guarda gli scenari
    con una prospettiva diversa.
  • 16:42 - 16:44
    Questo è pensare come i designer:
  • 16:44 - 16:48
    e se è vero che tutti, più o meno,
    possiamo essere creativi,
  • 16:48 - 16:51
    è anche vero che non tutti
    siamo dei designer.
  • 16:53 - 16:54
    Ezio Manzini,
  • 16:54 - 16:56
    che è un grande teorico
    del design italiano,
  • 16:56 - 17:01
    dice: tutti sappiamo cantare,
    tutti sappiamo - qualcuno sa suonare,
  • 17:01 - 17:04
    ma non tutti sono
    dei direttori d'orchestra.
  • 17:04 - 17:06
    Allora chi è il designer?
  • 17:06 - 17:10
    Il designer è proprio quella persona
    che incanala le intuizioni.
  • 17:10 - 17:12
    La differenza tra intuizione e progetto
  • 17:12 - 17:17
    è che il designer prende l'intuizione
    e ti aiuta a progettare.
  • 17:18 - 17:20
    Il designer è quella persona
  • 17:20 - 17:23
    che è creativa, ma che rende
    creativo anche l'utente,
  • 17:23 - 17:26
    cioè la persona per cui progetta;
  • 17:26 - 17:29
    e rende creative anche le persone
    che lavorano con lui.
  • 17:30 - 17:32
    Il designer è quella persona
  • 17:32 - 17:36
    che potrebbe veramente
    diventare un changemaker
  • 17:36 - 17:39
    e aiutare i changemaker a diventarlo.
  • 17:40 - 17:44
    Allora immaginate il designer che -
  • 17:45 - 17:47
    da un concetto semplice,
    da un rituale semplice,
  • 17:47 - 17:49
    perché il designer non inventa,
  • 17:49 - 17:52
    trova dei rituali e li esalta
    attraverso i propri prodotti,
  • 17:52 - 17:56
    ma da un rituale semplice
    come quello di annusare
  • 17:56 - 17:57
    possa uscire un’idea come questa,
  • 17:57 - 18:00
    un'applicazione che ti dice
    che quella mela, al mercato,
  • 18:00 - 18:03
    è più buona perché un buon odore.
  • 18:04 - 18:05
    Cosa cambierebbe?
  • 18:05 - 18:07
    Cambierebbe il mercato:
  • 18:07 - 18:10
    non compreremmo più
    perché le cose sono belle o costano poco,
  • 18:10 - 18:12
    ma le compriamo
    perché hanno un buon odore.
  • 18:13 - 18:14
    E questo porterebbe le persone
  • 18:14 - 18:17
    a riacquisire una competenza
    che purtroppo stiamo perdendo:
  • 18:17 - 18:19
    che odore ha il cibo?
  • 18:20 - 18:23
    Cambierebbe l'economia,
    cambierebbe il mercato,
  • 18:23 - 18:26
    cambierebbe anche il concetto
    esperienziale ed estetico del cibo.
  • 18:28 - 18:33
    Il design è sempre sistemico,
    è sempre transdisciplinare.
  • 18:33 - 18:35
    Cosa vuol dire?
  • 18:35 - 18:37
    Che mette insieme
    le discipline, le competenze.
  • 18:37 - 18:42
    Riesce a creare un ambiente
    perché queste si contaminino.
  • 18:43 - 18:47
    E il design usa l'empatia,
    usa la flessibilità cognitiva
  • 18:47 - 18:49
    per aiutare le persone a parlare.
  • 18:49 - 18:54
    E ne abbiamo bisogno del design,
    abbiamo sicuramente bisogno.
  • 18:54 - 18:56
    Soprattutto perché
    le Nazioni Unite hanno detto
  • 18:56 - 19:00
    che entro il 2030 noi dobbiamo
    raggiungere quei 17 obiettivi,
  • 19:01 - 19:03
    in cui il cibo è trasversale a tutti.
  • 19:03 - 19:06
    E se non iniziamo a lavorare insieme,
    in maniera sistemica,
  • 19:06 - 19:08
    difficilmente li raggiungeremo.
  • 19:10 - 19:13
    Il design è uno strumento,
    che possiamo utilizzare:
  • 19:13 - 19:18
    e credetemi, nelle professioni del futuro
    ci sarà molto più design.
  • 19:18 - 19:20
    Professioni del futuro
    del cibo, in particolare.
  • 19:22 - 19:24
    Questa è Zoe, ha 5 anni ed è mia figlia;
  • 19:24 - 19:27
    è la stessa bimba
    che avete sentito all'inizio,
  • 19:27 - 19:29
    prima ne aveva due anni e mezzo.
  • 19:29 - 19:31
    Quello è il suo gioco preferito:
  • 19:31 - 19:33
    è una macchina fotografica,
    l'ho comprata io.
  • 19:34 - 19:36
    Pensavo fosse la normale
    macchina fotografica
  • 19:36 - 19:38
    che spingi e fa le foto;
  • 19:38 - 19:41
    invece all'interno ha delle app
    che permettono di fare la foto a me,
  • 19:41 - 19:43
    io divento un personaggino di una storia,
  • 19:43 - 19:47
    che lei può editare con la musica
    e le parole che lei mette
  • 19:47 - 19:48
    e crea delle storie.
  • 19:50 - 19:53
    È arrivata senza libretto
    di istruzioni, questa macchinetta,
  • 19:53 - 19:58
    e io di certo non sono la persona
    che le ha insegnato ad utilizzarlo.
  • 19:58 - 20:00
    Questo è l'oggetto
    che lei utilizza da tre anni,
  • 20:01 - 20:02
    e non si è mai stancata,
  • 20:03 - 20:05
    che esalta la sua creatività.
  • 20:05 - 20:07
    Mia figlia è una nativa digitale:
  • 20:07 - 20:11
    vuol dire che è nata in un mondo
    in cui le tecnologie sono semplici per lei
  • 20:11 - 20:13
    perché sono parte
    di quel bagaglio culturale
  • 20:13 - 20:15
    che lei ha acquisito dall’inizio.
  • 20:15 - 20:17
    Non c'è difficoltà per lei
  • 20:17 - 20:19
    ad acquisire queste tecnologie,
    questi comportamenti.
  • 20:19 - 20:22
    Io spero che lei possa diventare
    una nativa sostenibile
  • 20:22 - 20:25
    e vivere in un mondo
    di nativi sostenibili.
  • 20:25 - 20:26
    Cosa vuol dire?
  • 20:26 - 20:29
    Vuol dire nascere e crescere in un mondo
  • 20:29 - 20:34
    in cui tutti i servizi, i sistemi,
    i prodotti che noi abbiamo
  • 20:34 - 20:37
    ci permettono di vivere facilmente
    una vita sostenibile e sana:
  • 20:37 - 20:41
    una città a misura d'uomo,
    luoghi per l'educazione del cibo,
  • 20:41 - 20:43
    una casa che mi parla del cibo
  • 20:43 - 20:47
    e mi racconta che il cibo
    ha un suo ciclo di vita,
  • 20:47 - 20:49
    che io devo rispettare;
  • 20:49 - 20:51
    dei prodotti industriali, anche,
  • 20:51 - 20:54
    che tengono conto dell'ambiente
    e che lo rispettano.
  • 20:56 - 21:00
    John Thackara, un grande teorico
    del design, dice:
  • 21:00 - 21:02
    se riuscissimo, un giorno,
  • 21:03 - 21:09
    a rendere così sexy, così interessante
    la biodiversità, la sostenibilità
  • 21:09 - 21:12
    così come oggi lo è
    il digitale per la gente,
  • 21:12 - 21:13
    saremmo a cavallo.
  • 21:14 - 21:19
    E allora forse qui c'è la risposta:
    a cosa serve il design per il cibo?
  • 21:20 - 21:26
    Serve a ricreare, e a creare,
    dei nuovi rapporti tra noi e il cibo.
  • 21:26 - 21:27
    Grazie.
  • 21:27 - 21:30
    (Applausi)
Title:
Perché il cibo ha bisogno del design? | Sonia Massari | TEDxOrtygia
Description:

Sonia collabora con aziende agroalimentari e istituti di ricerca come consulente, designer e trainer. Dal palco di TEDxOrtygia, ci mostra il potenziale che potrebbe liberarsi se la filiera agroalimentare e il mondo del design si ibridassero.

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
21:36

Italian subtitles

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