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I frattali Africani: Ron Eglash

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    Voglio iniziare la mia storia in Germania, nel 1877,
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    con un matematico di nome Georg Cantor.
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    Cantor decise di tracciare una linea e cancellare il terzo centrale della linea,
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    per poi prendere queste due linee risultanti e fare la stessa cosa, in modo ricorsivo
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    Quindi iniziò con una linea, e poi due,
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    4, 16 e così via.
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    Facendolo un numero infinito di volte, cosa possibile in matematica,
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    si finisce con un numero infinito di linee,
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    ognuna della quali contiene un numero infinito di punti.
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    Si rese quindi conto di avere un insieme il cui numero di elementi era maggiore dell'infinito.
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    Questo lo sconvolse. Letteralmente. Finì in clinica (Risate).
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    E quando uscì dalla clinica,
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    si convinse che era stato messo sulla Terra per trovare una teoria degli insiemi transfiniti,
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    perché il più largo insieme di infinità sarebbe stato Dio stesso.
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    Era un uomo molto religioso.
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    Un matematico in missione.
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    E altri matematici fecero la stessa cosa.
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    Un matematico svedese, von Koch,
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    decise che invece di sottrarre le linee, le avrebbe aggiunte,
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    e se ne uscì con queste bellissime curve.
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    E non c'è una particolare ragione per cui dobbiamo inziare con questa forma-seme;
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    possiamo usare qualunque forma-seme ci piaccia.
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    Adesso la tiro di qui, la spingo in basso di qua...ok..
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    e lanciando l'iterazione, questa forma-seme in un certo senso si "dispiega" in una struttura dall'aspetto molto diverso.
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    Tutte queste forme hanno la proprietà dell'auto-somiglianza:
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    la parte assomiglia al tutto.
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    E' lo stesso pattern su molte scale differenti.
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    I matematici pensavano che questo fosse molto strano,
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    perché accorciando il righello, la lunghezza misurata aumenta sempre di più.
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    Ed effettuando un numero infinito di iterazioni,
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    riducendo le lunghezze unitarie, la misura complessiva si allungava all'infinito.
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    Questo non aveva assolutamente senso,
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    perciò relegarono queste curve alla fine dei libri di matematica.
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    Dissero che queste erano "curve patologiche", e che non serviva discuterne
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    (Risate)
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    E questo continuò per un centinaio di anni.
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    Poi, nel 1977, Benoit Mandelbrot, un matematico francese,
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    capì che applicando questo genere di forme - che chiamò frattali - alla computergrafica
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    si ottiengono le forme della natura.
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    I polmoni umani, le acacie, le felci,
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    queste bellissime forme naturali.
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    Se prendete un pollice ed un indice e guardate proprio nel punto in cui si incontrano
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    -- provate a farlo ora --
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    e rilasate la mano, vedete una cresta,
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    poi una valle dentro la cresta, e una cresta dentro la valle, giusto?
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    Il vostro corpo é intriso di frattali.
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    I matematici che le definivano forme patologiamente inutili,
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    beh, respiravano quelle parole con polmoni frattali.
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    E' molto ironico. E vi mostrerò qui una piccola iterazione naturale.
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    Di nuovo, prendiamo queste tre linee, e ricorsivamente sostituiamole con l'intera figura.
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    Ecco la seconda interazione, e la 3a, la 4a.. e così via.
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    La natura ha quindi questa struttura auto-similare.
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    La natura usa sistemi che si auto-organizzano.
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    Negli anni '80, mi capitò di notare
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    come, guardando una fotografia aerea di un villaggio africano, vedi dei frattali.
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    E ho pensato: "Fantastico! Come é possibile?"
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    Dovevo andare in Africa, e chiedere alle persone il perché.
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    Così ottenni una borsa di studio di un anno per andare in Africa
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    a chiedere alle persone perché stessero costruendo frattali.
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    che é un gran bel lavoro, se ci riesci.
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    (Risate)
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    Così finalmente arrivai a questa città. Avevo già fatto un piccolo modello frattale della città,
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    solo per vedere come si "svolgeva".
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    Ma quando ci arrivai.. arrivai al palazzo del capo,
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    e il mio francese non era un granché. Dissi qualcosa come:
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    "Sono un matematico e vorrei salire sul vostro tetto".
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    Ma lui la prese molto bene, mi ci portò sopra
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    e parlammo dei frattali.
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    E lui disse, "Oh sì sì. Sappiamo di un rettangolo dentro un rettangolo dentro un rettangolo,
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    lo sappiamo tutti".
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    E salta fuori che l'insegna reale ha un rettangolo dentro un rettangolo dentro un rettangolo,
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    e il percorso che porta al palazzo è in effetti questa spirale.
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    e man mano che attraversi il percorso, devi essere sempre più rispettoso.
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    quindi stanno mappando la struttura sociale nella struttura geometrica.
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    Il loro é un pattern consapevole. Non è inconsapevole come, ad esempio, la forma dei termitai.
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    Questo é un villaggio nello Zambia meridionale;
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    il Ba-Ila costruì questo villaggio di circa 400 metri di diametro.
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    C'è un immenso anello,
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    gli anelli che contengono le recinzioni familiari si allargano sempre più man mano che vai verso il fondo,
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    e poi c'è l'anello del Capo, qui, verso il fondo,
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    e i parenti stretti del Capo in quell'anello.
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    Ecco la sua struttura frattale.
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    Ecco una casa con l'altare sacro,
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    ecco la casa delle case, la proprietà familiare,
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    con gli umani al posto del sacro altare,
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    e questo è l'intero villaggio,
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    un anello di anelli di anelli con la famiglia allargata del capo qui, i suoi parenti stretti qui,
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    e qui c'é un altro piccolo villaggio.
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    Ora, potreste meravigliarvi di come potrebbe una persona vivere in un villaggio così piccolo.
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    E' perché sono spiriti. Sono gli antenati.
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    E certo, gli antenati hanno un piccolo villaggio in miniatura nel loro villaggio, giusto?
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    Quindi é proprio come ha detto George Cantor, la ricorsione continua all'infinito.
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    Questo é nelle montagne Mondara, vicino al confine nigeriano in Camerun, Mokoulek.
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    Ho visto questo diagramma disegnato da un architetto francese,
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    e ho pensato: "Wow! Che bel frattale!"
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    E sono partito con questa forma-seme che, iterazione dopo iteraizone, si dispiegava così.
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    Me ne sono uscito con questa struttura qui.
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    Guardiamo la 1a iterazione, 2a,3a,4a.
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    Dopo la simulazione,
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    ho capito che l'intero villaggio in un certo senso si avvolge a spirale, proprio così,
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    ed ecco questa linea che si replica, che si "spiega" nel frattale.
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    Beh. ho notato che la linea é più o meno dove si trova l'unico palazzo quadrato del villaggio.
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    Perciò, quando sono arrivato nel villaggio,
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    chiesi: "Potete portarmi all'edificio quadrato?"
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    penso che lì ci sia qualcosa di importante."
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    E loro dissero: "Beh, ti ci possiamo portare, ma non ci puoi entrare.
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    Quello é l'altare sacro, dove ogni anno facciamo sacrifici
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    per mantenere i cicli annuali di fertilità per i campi."
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    E iniziai a realizzare che i cicli di fertilità
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    erano proprio come i cicli ricorsivi degli algoritmi geometrici.
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    La ricorsione, in questi vilaggi, continua e "scende" giù giù fino a scale molto piccole.
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    Ecco un villaggio Nankani, nel Mali.
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    E potete vedere che, entrando nella proprietà familare
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    ecco, si trovano dei contenitori nell'area del focolare, impilati ricorsivamente.
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    Ecco le zucche che Issa Diabate ci mostrava,
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    impilate ricorsivamente.
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    Ora, la zucca più piccola, in questa foto, mantiene l'anima della donna.
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    E quando muore, fanno una cerimonia
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    dove rompono questa pila, chiamata zalanga, e la sua anima se ne va nell'eternità.
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    Ancora una volta, l'infinità é importante.
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    A questo punto potreste farvi tre domande:
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    Non sono questi pattern universali, presenti in qualunque architettura indigena?
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    In effetti, quella era la mia prima ipotesi.
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    Quando vidi per la prima volta quei frattali Africani,
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    pensai: "Wow, allora qualunque indigeno che non riconosce uno Stato,
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    quel tipo di gerarchia, deve avere una specie di architettura "dal basso".
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    Ma pare non sia così.
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    Iniziai a collezionare anche le foto aeree dell'architettura nativa americana e del Sud Pacifico;
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    solo quelle Africane erano frattali.
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    E se ci pensate, tutte queste società differenti usano diversi motivi geometrici.
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    i nativi americani usano una combinazione di simmetria circolare e simmetria bi-assiale.
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    Potete vederla sui vasi e sui canestri.
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    Questa é una foto aerea di una delle rovine anasazi;
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    potete vedere come sia circolare su larga scala, ma rettangolare su piccola scala.
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    Non é lo stesso pattern su due scale differenti.
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    In secondo luogo, potreste chiedermi:
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    "Beh, Dr. Eglash, non sta ignorando la diversità delle culture Africane?"
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    E per tre motivi, la risposta é no.
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    Prima di tutto, condivido il bellissimo libro di Mudimbe "L'Invenzione Dell'Africa",
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    secondo il quale l'Africa é un'invenzione artificiale del primo colonialismo
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    e poi dei movimenti di opposizione.
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    No, poi, perché una geometria largamente condivisa non ti dà necesariamente un'unità culturale
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    -- e assolutamente non é "nel DNA africano".
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    E per finire, i frattali hanno l'auto somiglianza
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    -- quindi sono simili a sé stessi, ma non sono necessariamente simili l'uno all'altro;
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    si possono vedere usi molto diversi dei frattali.
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    In Africa, é una tecnologia condivisa.
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    E per finire, potreste dire: "Beh, non é puro intuito?
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    Non é davvero conoscenza matematica.
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    Non é possibile che gli Africani usino davvero le geometrie frattali, no?
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    Sono state inventate negli anni '70."
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    Beh, é vero che alcuni frattali africani sono, per quanto ne so, puro intuito.
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    Dopo aver visto alcune di queste cose, giravo per le strade di Dakar
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    chiedendo alla gente: "Qual'é l'algoritmo? Qual'é la regola?"
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    E loro dicevano,
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    "Beh, lo facciamo così perché é carino, scemo" (Risate).
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    Ma a volte, non è così.
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    In alcuni casi, c'erano davvero degli algoritmi, e molto sofisticati anche.
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    Nella scultura Manghetu, vedete questa geometria ricorsiva.
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    Negli incroci Etiopi, vedete questo fantastico dispiegamento della forma.
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    In Angola, il popolo Chokwe disegna linee sulla sabbia,
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    ed é quello che il matematico tedesco Eulero chiamava un grafico;
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    -- e che ora chiamiamo percorso Euleriano,
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    per cui non puoi mai sollevare la penna dalla superficie,
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    e non puoi mai passare due volte sopra la stessa linea --
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    Ma loro lo fanno ricorsivamente, e con un sistema che procede "per anzianità",
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    per cui i bambini piccoli imparano questo, poi i bambini più grandi imparano quest'altro,
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    e poi con l'iniziazione alla successiva fase della vita, impari questo,
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    e con ogni interazione di quell'algoritmo,
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    impari le iterazioni del mito.
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    Raggiungi il livello successivo di conoscenza.
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    E finalmente, in tutta l'Africa potete trovare questo gioco da tavolo.
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    Si chiama Owari in Ghana, dove l'ho studiato,
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    si chiama Mancala qui sulla costa Est, Bao in Kenya, Sogo da qualche altra parte.
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    Beh, in questo gioco questi pattern che si auto-organizzano si presentano spontaneamente .
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    E i Ghanesi conoscevano questi pattern "auto-organizzanti"
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    e li usavano strategicamente.
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    Questa é conoscenza molto consapevole, dunque.
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    Ecco un bellisssimo frattale.
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    Dovunque tu vada, nel Sahel, vedrai questa barriera antivento.
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    E certo, in tutto il mondo le barriere sono "Cartesiane", strettamente lineari.
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    Ma qui in Africa, abbiamo queste barriere nonlineari.
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    Ho rintracciato uno di quelli che le fanno,
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    un tipo del Mali appena fuori da Bamako, e gli ho chiesto:
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    "Com'é possibile che stiate facendo pareti frattali? Non lo fa nessun altro!"
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    La sua risposta fu molto interessante.
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    Disse:"Beh, se vivessi nella giungla, userei soltanto le canne di paglia,
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    che sono rapide da lavorare, e molto economiche.
  • 10:00 - 10:03
    Non richiedono molto tempo, né molto materiale."
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    "Ma il vento e la polvere", mi disse, "ci passano attraverso facilmente."
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    Ora, le canne strette in cima, mantengono davvero fuori il vento e la polvere.
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    Ma ci vuole molto tempo, e molto materiale, perché sono tessute molto intrecciate tra loro.
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    "E sappiamo," disse, "per esperienza,
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    che più ti innalzi dal terreno, più forte soffia il vento."
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    Capito? E' un analisi costi-benefici!
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    Ho misurato le lunghezze delle canne,
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    le ho messe in un grafico logaritmico,
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    ne ho calcolato l'esponente, ed era quasi esattamente l'esponente per la relazione tra velocità del vento e altezza delle barriere
  • 10:33 - 10:34
    nel manuale di ingegneria del vento.
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    quindi questa gente fa un uso pratico della tecnologia scalare.
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    L'esempio più complesso di un approccio algoritmico ai frattali che ho trovato,
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    in effetti, non era nella geometria, ma in un codice simbolico,
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    ed era la divinazione delle sabbie di Bamana.
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    E lo stesso sistema di divinazione si trova in tutta l'Africa.
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    Potete trovarlo sia sulla costa orientale sia su quella occidentale,
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    e spesso i simboli sono molto ben preservati,
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    ciascuno di questi simboli ha quattro bit (è una parola binaria a quattro bit),
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    disegni queste linee casualmente nella sabbia, e poi conti;
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    se è un numero dispari, tracci un segno,
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    se è un numero pari, ne tracci due.
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    Fecero il tutto molto rapidamente,
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    e non riuscivo a capire dove volessero arrivare -
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    fecero l'iterazione casuale solo quattro volte,
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    non riuscivo a capire come ottenessero gli altri dodici simboli.
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    E non volevano dirmelo.
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    Dicevano: "No, no, non possiamo dirtelo".
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    Io insistivo: "Guarda, ti pago, puoi essere il mio insegnante,
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    verrò ogni giorno e ti pagherò"
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    Ma loro insistevano: "non è una questione di soldi. E' una questione religiosa."
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    E finalmente, per disperazione, dissi:
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    " Beh, lasciate che vi racconti di George Cantor nel 1877".
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    E cominciai a spiegare perché mi trovavo in Africa,
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    si esaltarono vedendo l'insieme di Cantor.
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    E allora uno di loro disse, "Dai, vieni, penso di poterti aiutare.
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    E quindi mi fece fare tutto il rituale di iniziazione dei sacerdoti Bamana.
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    Io ero solo interessato alla matematica, naturalmente.
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    e infatti lui continuava a scuotere la testa ripetendo:
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    "Sai, io non l'ho imparato così"
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    Dovevo dormire con una noce di Kola di fianco al mio letto, seppellito nella sabbia,
  • 12:02 - 12:05
    e dare sette monete ai sette lebbrosi, e così via.
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    E finalmente mi rivelò il segreto.
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    Saltò fuori che era un generatore di numeri pseudo-casuale basato sul caos deterministico.
  • 12:14 - 12:20
    Quando hai un simbolo di 4 bit, poi lo metti accanto a un altro,
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    Ecco, pari più dispari dà dispari.
  • 12:22 - 12:24
    Dispari più pari dà dispari.
  • 12:24 - 12:27
    Pari più pari dà pari. Dispari più dispari dà pari.
  • 12:27 - 12:31
    E' un'addizione modulo 2, proprio come nei controlli di parità sul vostro computer.
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    E poi prendi questo simbolo, e lo rimetti dentro,
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    così é una diversità di simboli che si auto-genera,
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    stanno davvero usando una specie di caos deterministico.
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    Ora, siccome è un codice binario,
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    puoi implementarlo nel'hardware
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    -- sarebbe un fantastico strumento di insegnamento nelle scuole di ingegneria Africane.
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    E la cosa più interessante che ho trovato a riguardo era storica.
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    Nel 12° secolo, Hugo Santalia la portò dai mistici Islamici in Spagna.
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    E là entrò nella comunità degli alchimisti come geomanzia:
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    la divinazione attraverso la Terra.
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    Questo è un grafico geomantico disegnato per Re Riccardo II nel 1390.
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    Leibniz, il matematico tedesco,
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    parlò della geomanzia nella sua dissertazione chiamata "De Combinatoria".
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    e disse, "beh, invece di usare uno o due tratti,
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    usiamo un uno e uno zero, così potremo contare per potenze di due"
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    Uni e zeri. Il codice binario.
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    Poi George Boole prese il codice binario di Leibniz e creò l'algebra Booleana,
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    e John Von Neumann prese l'algebra Booleana e creò il computer digitale.
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    Quindi tutti questi portatili e palmari-
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    ogni circuito digitale nel mondo- è iniziato in Africa.
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    So che secondo Brian Eno non c'é abbastanza Africa nei computers;
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    io penso invece che non ci sia abbastanza storia africana in Brian Eno.
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    (Applausi)
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    Fatemi concludere con due parole sulle applicazioni che abbiamo trovato per questa cosa.
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    Potete andare nel nostro sito web,
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    gli applet sono tutti gratuiti, girano nel browser,
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    chiunque può usarli.
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    Il programma "Allargare la partecipazione nell'uso dei computer" della National Science Foundation,
  • 14:09 - 14:16
    ci ha recentemente premiato con un finanziamento per realizzare una versione programmabile di questi strumenti di design,
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    quindi si spera che, entro tre anni, chiunque potrà andare sul Web
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    e crearsi le proprie simulazioni e i propri artefatti.
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    Negli USA ci siamo concentrati sugli studenti afro-americani, sui Nativi Americani e sui latino-americani.
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    Abbiamo osservato, statisticamente, grandi miglioramenti nei bambini che usano questo software per le lezioni di matematica,
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    rispetto ad un gruppo di controllo che non usava il software.
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    Quindi ha davvero molto successo insegnare ai bambini africani che hanno un'eredità culturale matematica,
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    che l'Africa non é solo canti e balli.
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    Abbiamo iniziato un programma pilota in Ghana,
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    abbiamo una piccola borsa di studio, solo per vedere se qualcuno fosse interessato a lavorare con noi;
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    siamo molto eccitati per le potenzialità del programma.
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    Abbiamo anche lavorato sul design.
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    Non ci ho messo il suo nome, ma il mio collega Kerry in Kenya se ne é uscito con questa grande idea
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    di usare la struttura frattale per gli indirizzi postali nei villaggi che hanno una struttura frattale,
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    perché se provi ad imporre un sistema postale strutturato a griglia su un villaggio frattale,
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    davvero non fuzinona.
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    Bernard Tschumi, alla Columbia University, ha finito per usarlo in un design per un museo di Arte Africana.
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    David Hughes alla Ohio State University ha scritto un documento sull'architettura afrocentrica
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    in cui ha usato alcune di queste strutture frattali.
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    E per finire, voglio mettere in chiaro che quest'idea dell'auto-organizzazione,
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    come abbiamo sentito prima, è nel cervello.
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    E' nel.. motore di ricerca di Google.
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    In effetti, la ragione per cui Google é stato un successo tale è perché
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    sono stati i primi a capire le capacità di autogestirsi del Web.
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    E' nella sostenibilità ecologica,
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    è nel potere di sviluppo dell'imprenditoria,
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    nel potere etico della democrazia.
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    Ed è anche in alcune cose cattive.
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    L'auto-organizzazione è il motivo per cui l'AIDS si diffonde così in fretta,
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    e se non pensate che il capitalismo - che si auto-organizza - può avere effetti distruttivi,
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    beh, aprite gli occhi...
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    Quindi ci serve pensare, come è stato detto prima,
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    ai metodi Africani tradizionali per creare l'auto-organizzazione.
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    Sono algoritmi potenti.
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    Sono modi di creare l'auto-organizzazione - di fare imprenditoria -
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    gentili, ugualitari.
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    Quindi se vogliamo trovare un modo migliore di fare quel tipo di cose,
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    ci basta guardare all'Africa per trovare questi robusti algoritmi di auto-organizzazione.
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    Grazie.
Title:
I frattali Africani: Ron Eglash
Speaker:
Ron Eglash
Description:

"Sono un matematico, e vorrei salire sul vostro tetto." E' così che Ron Eglash salutava molte famiglie africane, durante la sua ricerca sui pattern frattali osservati nelle foto aree da tutto il continente.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
16:34
Michele Gianella added a translation

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