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La mobilità influenza lo sviluppo della personalità | Miguel Angel Belletti | TEDxTorino

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    (Applausi)
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    Sono nato il 1 settembre del 1971.
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    Qui.
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    La faccio vedere
    per scatenare un po' d'invidia.
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    Non è un caso che io sia nato lì,
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    perché appartengo ad una famiglia
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    che ha fatto del viaggiare
    il proprio marchio di fabbrica.
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    Mio nonno dal '37 al '47
    era in Africa orientale.
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    Nello stesso momento,
    suo fratello gemello stava in Argentina.
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    Mio padre andò, dopo la guerra,
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    in Argentina, dove conobbe mia madre,
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    che era nata vicino a qui.
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    Ho 45 anni e sono molto curioso.
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    Conosco un sacco di cose
    per averle sentite, ascoltate, lette.
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    Ma una cosa la so da me:
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    viaggiare fuori ti cambia dentro.
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    Il mio primo volo l'ho fatto
    che avevo 9 mesi di vita.
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    Non ho nessun ricordo di quel volo,
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    però qualcosa deve essere successo
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    se poi, in seguito, avrei fatto 250 voli
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    di cui almeno 34 intercontinentali.
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    I primi 12 anni della mia vita
    li ho passati tra i due continenti.
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    Tra l'America e l'Europa,
    tra l'Italia e l'Argentina.
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    Ogni quattro anni, mediamente,
    cambiavamo Paese e continente.
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    In tutto questo viaggiare,
    in questo peregrinare
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    la mia compagna di viaggio
    era mia sorella gemella,
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    con la quale ho condiviso
    la scuola e il tempo libero.
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    Quando volevo che gli altri
    non capissero cosa volevo dire
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    le parlavo nel nostro codice segreto
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    che era: l'italiano,
    quando eravamo in Argentina;
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    lo spagnolo, quando eravamo in Italia.
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    Ecco, questa è una cosa
    che io ho: sono bilingue.
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    Lo sono a livello di poter sostenere
    una conversazione con mio figlio,
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    parlando io in spagnolo,
    e lui rispondendomi in italiano.
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    Chi di voi parla lingue straniere
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    sa che questa cosa
    non è per niente semplice.
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    Io l'ho scoperto con mia madre.
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    Mia madre è madrelingua spagnola,
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    ha imparato l'italiano
    quand'era già adulta.
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    Io le ho chiesto, chiaramente,
    di parlare con i miei figli in spagnolo.
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    Ma lei non ce la fa.
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    Quando mio figlio le risponde in italiano,
    lei attacca a parlare in italiano.
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    E [come] potete immaginare,
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    mi sono innervosito
    più di una volta su questa situazione.
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    Lei mi dice: 'È che faccio confusione'.
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    Bene, è proprio la confusione,
    la questione vera e importante.
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    C'è un'interessante ricerca
    della Anglia Ruskin University,
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    dove hanno fatto un confronto
    tra bambini bilingue e bambini monolingue.
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    E hanno scoperto che i bambini bilingue
    sono molto più capaci dei monolingue
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    di mantenere focalizzata l'attenzione.
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    Si sono chiesti come mai,
    e la risposta è questa:
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    di fatto,
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    ogni volta che un bambino bilingue
    deve affrontare la realtà
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    ha sempre almeno
    due etichette, due parole,
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    che possono essere utilizzate.
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    E ogni volta deve tenerne una
    e sopprimerne un'altra.
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    Tenerne una e sopprimerne un'altra.
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    Questa operazione allena, a lungo andare,
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    la capacità di rimanere focalizzato,
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    rispetto a quello che è
    il lavoro che si deve fare.
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    È solo questo il vantaggio?
    No, ce ne sono anche altri.
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    Per esempio, l'Università di Ghent
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    ha scoperto che nelle persone bilingue
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    i sintomi dell'Alzheimer
    compaiono cinque anni dopo,
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    in media, rispetto ai monolingue.
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    E altre ricerche dicono che i bilingue
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    hanno una capacità creativa
    maggiore dei monolingue.
  • 3:37 - 3:38
    Questo perché?
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    Perché, tendenzialmente, le lingue
    ci aiutano a descrivere la realtà.
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    E lo fanno con sfumature che sono diverse.
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    Queste sfumature non coincidono mai.
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    Sono sfumature che ci permettono
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    di descrivere in altro modo la realtà.
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    E allora, quando io ne ho due,
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    queste sfumature creano una situazione
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    che mi obbliga ad avere
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    una profondità maggiore
    nella conoscenza della realtà.
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    È un po' come con la vista.
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    Se io guardo con un solo occhio,
    un'immagine è piatta.
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    Se io, invece, guardo con tutti
    e due gli occhi, ho la profondità.
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    Questo perché?
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    Perché ho due immagini
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    che non sono uguali,
    hanno delle sfasature.
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    Ma il nostro cervello
    poi le ricompone,
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    e ci dà la profondità.
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    Con le culture succede la stessa cosa.
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    Succede che, in qualche modo,
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    il dover comporre regole,
    comportamenti, modi di vita diversi
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    ci obbliga ad avere una profondità
    maggiore di comprensione.
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    Vi faccio un piccolo esempio.
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    Nel 1983 ero appena
    tornato dall'Argentina,
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    dove avevo comprato una tuta in felpa.
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    Era una tuta che mi piaceva molto.
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    Erano le prime che giravano,
    ne andavo molto orgoglioso.
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    E ricordo di aver deciso
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    di andare a scuola
    vestito con questa tuta.
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    Sono andato a scuola, sono entrato,
    mi sono seduto
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    e Matteo, il mio compagno,
    mi guarda e mi dice:
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    "Belletti, ma che fai?
    Oggi non c'è mica ginnastica!"
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    Allora lì ho capito subito,
    perché mi sono guardato attorno
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    e ho visto che, effettivamente,
    ero l'unico che aveva su la tuta.
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    Ho capito che in Italia
    l'abito fa il monaco.
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    E che c'è un dress code
    per qualsiasi cosa.
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    Che tutti conoscono, ma non è scritto.
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    Mentre in Argentina uno può
    andare vestito così come vuole.
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    Allora, mi sono dovuto interrogare
    su che cosa stava succedendo.
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    E nel trovare una risposta,
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    ho acquisito una maggiore
    profondità di conoscenza,
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    rispetto, ad esempio, a come ci si veste.
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    E come il vestire non sia
    una cosa data per assodata,
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    ma dipenda dalle culture.
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    C'è solo questo?
    No, ci sono anche altre cose.
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    Per esempio, il World Economic Forum
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    ha stilato una classifica
    delle 10 skill più rilevanti per il 2020.
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    Ora, almeno cinque di queste
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    possono essere tranquillamente
    allenate e sviluppate
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    nel momento in cui io
    abito in un Paese diverso.
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    Mi concentro solo sul primo,
    Il complex problem solving.
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    Che è fondamentale:
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    è la capacità di risolvere
    problemi e situazioni complesse.
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    Immaginate che allenamento continuo
    e quotidiano ha una persona straniera
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    che si trova a dover capire
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    se le cose che sta facendo
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    sono corrette oppure no
    per la cultura nella quale si trova.
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    È un allenamento continuo,
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    dal momento in cui mi alzo la mattina
    al momento in cui vado a dormire.
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    Insomma, quello che vi voglio dire è:
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    andate ad abitare all'estero!
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    Viaggiate, fate questa esperienza.
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    Tra l'altro, se avete meno di 29 anni,
    e qualcuno qua in sala è sicuramente così,
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    avete un'opportunità incredibile.
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    Oggi ci sono mille modi
    per poterlo fare a basso costo.
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    Io vi do solo due parole,
    poi andate a cercarle:
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    Erasmus Plus e Servizio
    Volontario Europeo.
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    Sono due splendide opportunità
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    per poter viaggiare,
    abitare in altri Paesi,
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    e sviluppare tutte queste competenze
    praticamente pagando nulla.
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    Se poi non volete andare da nessuna parte,
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    perché dite: "Ho il mutuo,
    ho tante cose, non ce la posso fare".
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    Benissimo, questo non è un problema,
    perché abbiamo il mondo dietro casa.
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    In una città come Torino,
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    basta andare un po' in periferia
    e lì troviamo il mondo.
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    Troviamo una marea di gente
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    che si trova nella condizione
    che ho descritto prima io con la tuta.
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    Gente che si fa continuamente
    delle domande su come noi viviamo.
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    E che cerca delle risposte.
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    Se noi fossimo in grado di cogliere
    quelle domande, quegli interrogativi,
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    ci permetterebbe di avere una comprensione
    più profonda della nostra realtà.
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    E magari cambiarla, anche.
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    Del resto, l'innovazione
    è questa roba qui, no?
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    L'innovazione è la possibilità
    di mettere insieme dei diversi.
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    Ma ci vuole una narrazione nuova,
    una narrazione che sia più favorevole.
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    Pensate, quest'uomo,
    Carlos Pellegrini, italo-argentino.
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    diventa Presidente della Repubblica
    Argentina a fine '800.
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    Questo avviene a vent'anni esatti
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    dalla prima massiccia immigrazione
    italiana in quel Paese.
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    È come se oggi,
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    a vent'anni dalla prima massiccia
    immigrazione albanese in Italia,
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    avessimo un Presidente
    del Consiglio italo-albanese.
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    Possibile?
  • 8:04 - 8:05
    Grazie.
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    (Applausi)
Title:
La mobilità influenza lo sviluppo della personalità | Miguel Angel Belletti | TEDxTorino
Description:

Questo intervento è stato presentato a un evento TEDx, che utilizza il format della conferenza TED ma è stato organizzato in maniera indipendente da una comunità locale.

Per maggiori informazioni, visita il sito http://ted.com/tedx

Cosa c’entra la mobilità internazionale, la formazione ed un nuovo modo di intendere gli spazi fisici, mentali e culturali in cui viviamo? Esiste una dimensione tangibile del muoversi e una intangibile che è altrettanto forte. Miguel Angel Belletti spiega in questo talk come il muoversi, il migrare segna il proprio modo di essere e le competenze che si esercitano, diventando un eccellente acceleratore di competenze fondamentali oggi per il vivere, lo studiare ed il lavorare.

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Video Language:
Italian
Team:
closed TED
Project:
TEDxTalks
Duration:
08:12

Italian subtitles

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