Martin Puryear: Realizzare stampe | "Esclusiva" | Art21

Episode #174: Filmed in 2002, Martin Puryear discusses his interest in printmaking and how the directness of the process contrasts with the accretive approach he takes with sculpture. Shown working at the Paulson Bott Press in Berkeley, California, Puryear employs skills he originally learned while enrolled at the Swedish Royal Academy of Art in Stockholm. Examples of Puryear's sculptures, many of which explore the same ideas reflected in his prints, are shown at the McKee Gallery in New York.

Martin Puryear's sculptures—in wood, stone, tar, wire, and various metals—are a marriage of minimalist logic with traditional ways of making. Puryear's exploration in abstract forms retain vestigial elements of utility from everyday objects found in the world.  A form that reoccurs in Puryear's work is the hollow mass, a solid shape with qualities of uncertainty and emptiness.

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http://www.art21.org/artists/martin-puryear

CREDITS | Producer: Ian Forster. Consulting Producer: Wesley Miller & Nick Ravich. Interview: Susan Sollins. Camera: Bob Elfstrom, Mead Hunt & Ken Kobland. Sound: Doug Dunderdale & Jerry Stein. Editor: Morgan Riles. Artwork Courtesy: Martin Puryear, McKee Gallery & Paulson Bott Press. Theme Music: Peter Foley.

[rumore tamburellante]

Ho iniziato a fare incisioni per la prima volta quando ero in Europa e vivevo in Svezia.

Facevo stampe... Stavo nel dipartimento di grafica dell'accademia di Stoccolma,

e ho fatto incisioni per due anni.

[rumore tamburellante]

Per moltissimi anni non compresi a fondo il mondo delle incisioni

fino a che non iniziai a lavorare a queste stampe per la Paulson Press.

Quindi, è come rivedere parte di quei ricordi legati all'apprendimento delle tecniche.

Naturalmente, adesso sono una persona molto diversa da allora, per cui è divertente.

Credo che il mio lavoro sia un tentativo di esprimere le idee presenti nella scultura senza fare foto della scultura.

È un po' complicato perché all'improvviso mi ritrovo su due dimensioni

dopo aver lavorato e pensato in tre...

Ci si deve chiedere: "Di cosa si tratta?"

Voglio dire, si tratta di fare foto di idee che si desiderano realizzare,

oppure l'idea di fondo è cercare di realizzare un disegno che abbia una sua propria realtà.

È quella la sfida.

Le stampe sono dirette. È molto liberatorio lavorare in modo così diretto.

C'è un elemento di immediatezza in tutto questo, o dovrebbe esserci --

Nelle mie mani spesso non c'è [Risate]

perché sono un tipo che non si accontenta facilmente in termini di risultati.

[Donna 1, fuori camera] Tienilo su, così lo vedono.

[PURYEAR] Bello.

[Risate]

[Donna 2] Davvero?

[PURYEAR] Sì, è bello. Davvero.

[Donna 1] Sottili cambiamenti. [Risate] [PURYEAR] Eh?

[Donna 1] Sottili cambiamenti!

[PURYEAR] Sì. Fanno una gran differenza, vero?

[Donna 1] Ok. Appendiamolo.

Nelle stampe c'è più potenziale per una maggiore spontaneità di quanto ce ne sia nella scultura,

che in genere è un processo lentissimo, di accrescimento -- un lavoro molto impegnativo.

[Donna 1] Così è diritto?

[PURYEAR] Sì, così va bene.
[Donna 1 e Donna 2] Evviva! [Fischia]

[Donna 1] Adesso siamo soddisfatti!

[PURYEAR] Beh, non direi. [Donna 1] Ahh... [Risate]

[PURYEAR] [Ridendo] Ci siamo vicini. [Donna] Ma dai, Martin!

[Tutti ridono]