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Carolyn Porco ci fa volare su Saturno

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    Nei prossimi 18 minuti vi accompagnerò in un viaggio
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    che io e voi stiamo facendo da molti anni
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    ma che è iniziato circa 50 anni fa, quando l'uomo ha lasciato per la prima volta il nostro pianeta.
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    Durante questi 50 anni, non solo siamo riusciti a mettere fisicamente piede sulla Luna,
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    ma abbiamo anche inviato navi spaziali robotizzate verso tutti i pianeti, tutti e otto,
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    siamo atterrati su asteroidi, ci siamo incrociati con comete,
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    e, in questo preciso istante, abbiamo una nave spaziale diretta verso Plutone,
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    il corpo celeste che prima era considerato un pianeta.
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    Tutte queste missioni robotizzate fanno parte di un più grande viaggio dell'uomo:
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    un viaggio alla ricerca del significato del nostro posto nel cosmo,
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    per capire le nostre origini e il modo in cui sono stati creati la Terra, il nostro pianeta,
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    e noi stessi, che ci viviamo.
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    Fra tutti i pianeti del sistema solare verso i quali potremmo dirigerci
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    per cercare risposte a tali domande,
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    c'è Saturno. Ci siamo già stati prima,
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    all'inizio degli anni '80,
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    eppure le nostre indagini su Saturno sono diventate di gran lunga più approfondite e dettagliate
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    dal momento in cui la sonda Cassini, in viaggio attraverso lo spazio interplanetario
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    per sette anni, planò nell'orbita di Saturno nell'estate del 2004,
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    diventando in quel preciso istante il più lontano avamposto robotizzato
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    mai installato dall'umanità attorno al Sole.
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    Il sistema di Saturno è un sistema planetario ricco.
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    Ci offre misteri, spunti scientifici e sicuramente una magnificenza senza paragoni.
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    L'esplorazione di questo sistema è di enorme portata cosmica.
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    Di fatto, esaminando i soli anelli, abbiamo molto da imparare
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    sui dischi di stelle e gas che chiamiamo galassie a spirale.
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    Ecco una bellissima immagine della Nebulosa di Andromeda,
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    la maggior galassia a spirale prossima alla Via Lattea.
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    Ed ecco una bellissima foto della Galassia Vortice,
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    scattata dal telescopio spaziale Hubble.
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    Quindi, un nuovo viaggio verso Saturno è una metafora di
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    un viaggio dell'uomo, molto più vasto,
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    alla scoperta dei collegamenti che uniscono tutto quello che ci circonda,
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    e del ruolo degli esseri umani in tutto ciò.
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    Mi dispiace non potervi spiegare tutto quello che abbiamo imparato grazie a Cassini.
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    Non posso mostrarvi tutte le bellissime foto che abbiamo scattato
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    negli ultimi due anni e mezzo, semplicemente perché non ne ho il tempo.
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    Quindi mi concentrerò su due delle storie più appassionanti
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    emerse da questa importantissima spedizione esplorativa
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    che stiamo portando avanti su Saturno
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    da due anni e mezzo.
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    Saturno è circondato da un vastissimo e diversificato gruppo di lune.
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    Hanno dimensioni che vanno da pochi chilometri a una grandezza paragonabile a quella degli Stati Uniti.
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    La maggior parte delle stupende foto di Saturno che abbiamo scattato
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    mostrano Saturno insieme ad alcune delle sue lune. Ecco Saturno con Dione,
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    ed eccolo con gli anelli mostrati di taglio,
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    in cui si vede quanto siano sottili verticalmente, insieme alla luna Encelado.
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    Due delle 47 lune di Saturno rappresentano un'eccezione.
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    Si tratta di Titano e di Encelado. Titano è il maggior satellite di Saturno,
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    e finché la sonda Cassini non vi è giunta,
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    era la più ampia e inesplorata distesa unica di terreno
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    che rimaneva nel nostro sistema solare.
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    È un corpo celeste che ha affascinato a lungo gli astronomi.
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    Possiede un'atmosfera molto ampia e densa,
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    e si riteneva infatti che il suo ambiente in superficie fosse
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    piuttosto simile a quello che abbiamo sulla Terra
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    (o almeno a quello che avevamo in passato) rispetto a qualsiasi altro corpo celeste del sistema solare.
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    La sua atmosfera è composta per la maggior parte da azoto molecolare, lo stesso che state respirando in questa sala,
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    ma è anche pregna di
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    sostanze organiche semplici come metano, propano ed etano.
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    Nelle zone superiori dell'atmosfera di Titano queste molecole
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    si scindono e i loro prodotti si uniscono creando particelle di foschia.
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    Questa foschia è onnipresente e avvolge completamente Titano.
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    Per questo non si può vederne la superficie
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    a occhio nudo nella parte visibile dello spettro.
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    Ma queste particelle di foschia, com'è stato teorizzato
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    prima che vi arrivasse la sonda Cassini, nell'arco di miliardi e miliardi di anni
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    si sono delicatamente depositate sulla superficie, ricoprendola
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    di una spessa fanghiglia organica.
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    Il corrispettivo, su Titano, del catrame oppure del petrolio o di altro. Non sapevamo di che cosa.
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    Questo era quanto presupponevamo. Quelle molecole,
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    specialmente il metano e l'etano, possono presentarsi allo stato liquido alle temperature della superficie di Titano.
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    Risulta quindi che per Titano il metano è il corrispettivo dell'acqua sulla Terra.
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    È un elemento condensabile nell'atmosfera.
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    Aver accertato questa condizione ha fatto emergere
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    un intero universo di bizzarre possibilità. Possono esistere nuvole di metano
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    e sopra tali nuvole, centinaia di chilometri di foschia
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    che impedisce alla luce del sole di raggiungere la superficie.
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    La temperatura in superficie è di circa -176 °C.
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    Nonostante il freddo, sulla superficie di Titano potrebbe cadere la pioggia,
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    facendo su Titano quello che la pioggia fa sulla Terra: creare gole, fiumi
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    e cascate. Può dar vita a canyon, raccogliersi in ampi bacini e crateri.
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    È in grado di erodere i depositi dalle alte cime montuose e dalle colline
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    portandola verso le pianure. Quindi, fermatevi a pensare per un momento.
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    Provate a immaginare come potrebbe essere la superficie di Titano.
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    È buio. A mezzogiorno su Titano è buio come nelle viscere della terra al crepuscolo.
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    Fa freddo, l'atmosfera è inquietante, nebbiosa,
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    come se stesse piovendo, come se foste
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    sulle rive del Lago Michigan che traboccano di diluente.
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    Questa è l'immagine che avevamo della superficie di Titano prima che vi arrivasse la sonda Cassini
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    e quello che abbiamo scoperto su Titano, sebbene non corrisponda nei dettagli a questa storia,
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    è altrettanto affascinante.
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    Per noi, per la gente della Cassini,
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    è stato come se le fantasie di Jules Verne si fossero avverate.
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    Come ho già detto, Titano ha un'atmosfera vasta e densa.
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    Questa è una foto di Titano retroilluminato dal Sole, con gli anelli a fare da bellissimo sfondo.
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    C'è anche l'immancabile luna:
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    non so nemmeno quale sia delle tante. Possiede un'atmosfera molto vasta.
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    Sulla Cassini abbiamo strumenti in grado di osservare la superficie
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    oltrepassando quest'atmosfera, come il mio sistema di ripresa.
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    Abbiamo scattato foto come questa.
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    Si vedono regioni chiare e scure e questo è più o meno quello che abbiamo concluso anche noi.
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    Era così sconcertante: non riuscivamo a capire che cosa stavamo osservando.
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    Se si guarda più da vicino questa regione, si iniziano a vedere delle forme
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    simili a canali sinuosi; non sapevamo cosa fossero. Si vede qualche forma tondeggiante.
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    Questo, come abbiamo scoperto più avanti, è in effetti un cratere,
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    ma sulla superficie di Titano ci sono pochissimi crateri:
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    significa che è una superficie molto giovane.
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    Ci sono anche dei tratti che sembrano di origine tettonica.
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    Pare che siano stati strappati in due.
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    Ogni volta che si vede qualcosa di lineare su un pianeta
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    significa che c'è stata una frattura, come una faglia.
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    E quindi che esso è stato alterato tettonicamente.
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    Tuttavia, non riuscivamo a dare un senso alle nostre immagini,
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    fino a quando, sei mesi più tardi, non siamo entrati in orbita,
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    un avvenimento che molti hanno considerato
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    come l'avvenimento più significativo delle ricerche della Cassini su Titano.
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    Ovvero il rilascio della sonda Huygens,
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    la sonda spaziale europea che Cassini ha trasportato
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    per sette anni attraverso il sistema solare. L'abbiamo rilasciata nell'atmosfera di Titano,
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    ci ha messo due ore e mezza per scendere ed è atterrata sulla superficie.
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    Vorrei solo sottolineare quanto sia significativo questo evento.
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    Si tratta di un dispositivo di fabbricazione umana
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    che per la prima volta nella storia dell'umanità è atterrato nel sistema solare esterno.
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    È così importante, che nella mia mente
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    si trattava di un avvenimento che si sarebbe dovuto festeggiare
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    organizzando sfilate in tutte le città degli Stati Uniti e dell'Europa,
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    ma purtroppo non è andata così.
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    (Risate).
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    È stato importante anche per un altro motivo. Si tratta di una missione internazionale,
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    e questo evento è stato celebrato in Germania.
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    Le presentazioni in occasione della celebrazione avevano un accento britannico,
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    americano, tedesco, francese, italiano e olandese.
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    È stata una testimonianza commovente di quello che dovrebbero
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    significare le parole "Nazioni Unite":
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    una vera unione di nazioni che mira al bene di tutti.
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    In questo caso, si trattava di un'enorme impresa per esplorare un pianeta
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    e per arrivare a comprendere un sistema planetario
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    che per tutta la storia dell'umanità si era rivelato irraggiungibile,
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    ma che ora, finalmente, gli esseri umani avevano raggiunto.
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    Mi viene la pelle d'oca soltanto a parlarne.
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    È stato un avvenimento straordinariamente emozionante,
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    e si tratta di qualcosa che personalmente non scorderò mai, e nemmeno voi dovreste.
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    (Applausi).
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    In ogni modo, la sonda, in discesa, ha effettuato misurazioni dell'atmosfera
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    e ha anche scattato foto panoramiche.
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    Non posso dirvi cosa si prova nel vedere le prime foto
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    della superficie di Titano inviate dalla sonda. Questo è quello che abbiamo visto.
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    Fu uno shock, perché quelle foto scattate dall'orbita
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    erano tutto quello che avremmo voluto che esse fossero.
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    Si trattava di una struttura inequivocabile, una struttura geologica.
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    È una struttura dendritica derivata da drenaggio che si forma solo con il fluire dei liquidi.
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    Questi canali si possono seguire
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    e se ne può osservare la convergenza.
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    Essi convergono in questo canale, che si riversa in questa regione.
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    State osservando una linea costiera.
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    Si tratta di una linea costiera di liquidi? Non lo sapevamo.
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    Eppure sembra proprio una linea costiera.
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    Questa foto è stata scattata da un'altezza di 16 km.
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    Questa è stata scattata da 8 km. Di nuovo una linea costiera.
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    16 km, 8 km... è pressappoco l'altitudine di una linea aerea.
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    Se faceste un viaggio in aereo attraverso gli Stati Uniti,
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    volereste a queste altitudini.
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    Quindi, questa è l'immagine che vedreste dal finestrino delle Titanian Airlines
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    mentre state sorvolando la superficie di Titano. (Risate)
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    Finalmente la sonda atterra sulla superficie,
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    e ora vi mostrerò, signore e signori,
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    la prima foto in assoluto scattata dalla superficie di una luna del sistema solare esterno.
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    Questo è l'orizzonte...
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    Questi, probabilmente, sono ciottoli di acqua ghiacciata...
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    (Applausi).
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    Ovviamente, è atterrata in una di queste regioni piatte e scure
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    e non è scomparsa dalla vista affondando. Quindi ciò su cui siamo atterrati non era liquido.
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    Sostanzialmente, la sonda è atterrata
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    sull'equivalente titaniano di una distesa di fango.
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    Si tratta di un suolo non solidificato permeato da metano liquido.
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    Forse è proprio questo materiale
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    che ha eroso le montagne di Titano
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    attraverso i canali che abbiamo visto
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    impiegando miliardi di anni per confluire poi in bacini poco profondi.
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    E questo è quello in cui è atterrata la sonda Huygens.
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    Eppure, non c'era traccia nelle nostre immagini,
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    e neppure in quelle di Huygens, di alcun ampio agglomerato di liquidi.
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    Dov'erano? È diventato ancora più sconcertante quando abbiamo scoperto delle dune.
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    Questo è il nostro filmato sulla regione equatoriale di Titano
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    che mostra queste dune. Si tratta di dune alte 100 metri,
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    distanti fra di loro alcuni chilometri,
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    e che si disperdono per chilometri e chilometri.
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    Ce ne sono a centinaia, estendendosi per 1600 o 2000 chilometri.
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    È il deserto del Sahara di Titano.
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    Ovviamente si tratta di un luogo molto secco, altrimenti non ci sarebbero le dune.
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    Di nuovo, l'assenza di corpi liquidi era inspiegabile
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    finché, finalmente, non abbiamo scoperto dei laghi nelle regioni polari.
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    Ecco un panorama lacustre nella regione polare meridionale di Titano.
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    È più o meno delle dimensioni del Lago Ontario.
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    E poi, solo una settimana e mezza fa,
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    sorvolando il polo nord di Titano, abbiamo di nuovo scoperto
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    una formazione delle dimensioni del Mar Caspio.
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    Quindi, sembra proprio che i liquidi, per un qualche motivo che non comprendiamo,
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    almeno in questa stagione, si trovino ai poli di Titano.
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    Converrete con me sul fatto che Titano si è rivelato
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    un luogo mistico e straordinario. È esotico, alieno, ma allo stesso tempo molto simile alla Terra,
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    e poiché possiede formazioni geologiche simili a quelle terrestri
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    e una formidabile diversità geografica,
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    è un mondo affascinante, il cui unico rivale nel sistema solare
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    in quanto a complessità e ricchezza è la Terra stessa.
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    Andiamo ora su Encelado. Encelado è una luna piccola,
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    per grandezza è circa la decima parte di Titano e potete ammirarlo qui, vicino all'Inghilterra.
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    È solo per mostrarvene le dimensioni; non vuole essere una minaccia.
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    (Risate).
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    Encelado è molto bianco e luminoso,
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    la sua superficie è ovviamente solcata da faglie,
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    è un corpo geologicamente molto attivo.
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    Ma la fonte principale delle scoperte su Encelado
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    è al polo sud - lo stiamo osservando, qui -
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    dove abbiamo scoperto questo sistema di faglie.
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    Sono di un colore diverso perché sono di diversa composizione.
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    Queste faglie sono ricoperte da materiale organico.
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    Inoltre, l'intera regione, la regione del polo sud,
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    ha temperature elevate. È la zona più calda del pianeta.
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    È tanto bizzarro quanto scoprire che l'Antartico sulla Terra è più caldo dei tropici.
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    Poi, dopo aver scattato ulteriori fotografie, abbiamo scoperto
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    che da queste faglie vengono emanati getti di finissime particelle di ghiaccio
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    che si espandono nello spazio per centinaia di chilometri.
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    Se ricoloriamo quest'immagine per evidenziare i livelli di luce tenue,
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    vediamo che questi getti alimentano un pennacchio
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    che in altre immagini vediamo raggiungere migliaia di chilometri
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    nello spazio circostante Encelado.
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    Il mio team e io abbiamo esaminato immagini come questa,
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    e come questa, e abbiamo riflettuto sugli altri risultati di Cassini.
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    Siamo giunti alla conclusione
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    che questi getti potrebbero eruttare da sacche
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    di acqua allo stato liquido sotto la superficie di Encelado.
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    Quindi abbiamo, probabilmente, acqua liquida, materiali organici e calore in eccesso.
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    In altre parole, forse ci siamo imbattuti
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    nel Sacro Graal dell'esplorazione planetaria moderna.
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    O, in altre parole, in un ambiente potenzialmente adatto a ospitare organismi viventi.
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    Non credo ci sia bisogno di dirvi che la scoperta della vita
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    in altri luoghi del nostro sistema solare,
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    tanto su Encelado come altrove,
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    avrebbe enormi implicazioni culturali e scientifiche.
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    Poiché, se riuscissimo a dimostrare che la Genesi si è verificata
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    non una, ma ben due volte, in modo indipendente nel nostro sistema solare,
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    per deduzione, questo starebbe a significare che si è verificata uno sbalorditivo numero di volte
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    nell'Universo e nei suoi 13,7 miliardi di anni di vita.
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    Proprio ora, la Terra è ancora l'unico pianeta brulicante di vita che conosciamo.
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    È prezioso, è unico,
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    è, fino ad oggi, l'unica casa che abbiamo mai avuto.
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    E se qualcuno di voi fosse stato attento e cosciente negli anni '60,
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    e vi scusiamo se non lo eravate,
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    vi ricordereste di questa foto molto famosa
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    scattata dagli astronauti di Apollo VIII nel 1968.
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    Era la prima volta che la Terra veniva immortalata dallo spazio,
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    e ha avuto un enorme impatto sul valore del nostro posto nell'Universo,
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    e sul nostro senso di responsabilità nei confronti della protezione del nostro pianeta.
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    Ebbene, noi di Cassini abbiamo scattato una prima foto equivalente,
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    una foto che nessun occhio umano ha mai ammirato in precedenza.
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    È un'eclissi solare totale, vista dall'altra parte di Saturno.
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    In questa foto incredibilmente bella
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    si vedono gli anelli principali retroilluminati dal Sole,
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    si vede l'immagine rifratta del Sole
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    e si vede questo anello, creato, in realtà,
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    dalle esalazioni di Encelado.
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    E come se non fosse sufficientemente sorprendente, possiamo scorgere in questa magnifica immagine
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    una vista del nostro pianeta,
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    cullato fra gli anelli di Saturno.
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    Ebbene, c'è qualcosa di profondamente commovente
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    nel vedere noi stessi da lontano
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    e nello scorgere la vista del nostro piccolo pianeta azzurro
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    nei cieli degli altri mondi.
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    E questo, e la prospettiva di noi stessi che ne ricaviamo,
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    potrebbe essere, in fin dei conti, la miglior ricompensa che otteniamo
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    da questo viaggio di scoperta iniziato mezzo secolo fa.
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    Grazie, grazie mille.
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    (Applausi)
Title:
Carolyn Porco ci fa volare su Saturno
Speaker:
Carolyn Porco
Description:

La planetologa Carolyn Porco ci mostra alcune immagini ottenute dalla sonda Cassini durante l'esplorazione di Saturno, concentrandosi sulla sua luna più grande, Titano, e sul gelido Encelado, che sembra emettere getti di ghiaccio.

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Video Language:
English
Team:
closed TED
Project:
TEDTalks
Duration:
16:52
Eugenia Jikina added a translation

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