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MieleVero

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    Da qualche parte, lungo il nostro cammino,
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    abbiamo cominciato a confondere
    quella che è la comodità
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    con la felicità.
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    La vita moderna, oggi,
    è un continuo bombardamento di stimoli.
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    E il nostro cervello
    è estremamente ricettivo
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    a tutti gli stimoli
    che provengono dall'esterno.
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    È frutto di quello che è
    l'adattamento, la sopravvivenza.
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    Ma nonostante questo, dal 2010
    gli esseri umani sono diventati
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    quella che si può considerare
    una specie urbana.
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    Cioè la maggior parte di noi,
    più della metà,
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    vive in un contesto urbano,
    cioè nelle città,
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    ed è stimato che circa il 90 percento
    del tempo di americani e degli europei
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    è passato indoor, al chiuso.
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    Noi oggi ne siamo una grande
    rappresentanza, tutti qui seduti.
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    E del 10 percento che rimane del tempo,
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    il 5 percento viene speso nel traffico.
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    Chi è di Milano conosce bene
    questa situazione, d'altra parte.
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    E oltretutto, nonostante questo,
    c’è un interessante effetto secondario,
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    cioè che il nostro cervello
    non è stato progettato
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    per ricevere una così alta quantità
    di stimoli di memoria.
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    E tutto questo lo sta cambiando.
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    Sta cambiando la sua struttura.
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    Il cervello cambia, secondo
    una regola chiamata plasticità,
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    quella che è la sua struttura,
    e anche la sua dimensione.
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    Perché paradossalmente è più piccolo
    di quello dei nostri antenati.
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    E la domanda è se siamo davvero
    stati progettati per tutto questo.
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    Cioè se il disegno biologico
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    che la natura e l'evoluzione
    hanno fatto per noi era questo,
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    cioè di rimanere seduti buona parte
    del tempo della nostra giornata.
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    In effetti questo ci pone
    in una condizione di cattività.
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    La città è diventata un ambiente ostile.
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    La spiegazione, probabilmente,
    è sia antropologica che evolutiva.
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    L'Homo Sapiens,
    quando diventa una specie -
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    brutta notizia,
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    non ha come intento la felicità,
    ma la sopravvivenza.
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    Quindi sviluppa tutti quelli
    che sono i meccanismi di difesa:
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    la paura, il senso di allerta,
    il senso del pericolo.
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    Cioè tutto ciò che gli serviva
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    per reagire a quello
    che era il mondo esterno.
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    Perché vi sto dicendo questo?
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    Perché io mi occupo del cervello.
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    Nel nostro lavoro ci occupiamo di studiare
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    quelle che sono tutte
    le sensazioni ed emozioni
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    che passano nel cervello degli utenti.
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    E come veniva raccontato un attimo fa,
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    dieci anni fa ad un convegno
    incontro un collega
  • 2:22 - 2:25
    e mostra quello che è
    il primo elettroencefalogramma portatile.
  • 2:25 - 2:26
    Questo strumento incredibile
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    che ci permette di vedere,
    attraverso quelle che sono le nostre onde,
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    quello che ci passa nel cervello.
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    Sembrano informazioni di poco conto:
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    ma fino a non molto tempo fa, di nuovo,
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    l’elettroencefalogramma era
    uno strumento pieno di fili,
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    dove la vita veniva,
    in qualche modo, simulata.
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    Simulata dentro delle stanze.
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    E da dieci anni a questa parte
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    abbiamo cercato di utilizzare
    questo strumento
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    per misurare gli esseri umani
    nella loro vita reale,
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    cioè quando fanno qualcosa
    all'interno della loro vita.
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    Questo ci ha permesso oggi
    di avere due sedi in Italia
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    e una sede all'estero,
    a San Francisco, in California.
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    E siamo diventati esperti
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    in quelle che sono
    le Real Life Experiences,
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    cioè nella misurazione
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    di quello che è l'essere umano
    mentre svolge la sua vita quotidiana.
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    Lo facciamo per diverse multinazionali,
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    da quello che è il food
    fino a quello che è il fashion.
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    Dall'automotive fino ai viaggi e altro.
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    Ci chiedono di capire
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    cosa passa dentro di noi
    mentre facciamo qualcosa.
  • 3:30 - 3:33
    Ma cos’è che ci chiedono?
    Cos'è che ci caratterizza?
  • 3:33 - 3:37
    La cosa più straordinaria
    che appartiene alla nostra specie:
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    le emozioni.
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    Le emozioni sono il regalo più grande
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    che la natura e l'evoluzione
    ci hanno lasciato come retaggio.
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    Sono, al tempo stesso,
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    la cosa più semplice
    e più complicata in assoluto
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    che noi possiamo sperimentare.
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    Se anche solo adesso io vi chiedessi
  • 3:51 - 3:55
    di descrivermi in una sola parola,
    o in pochi concetti,
  • 3:55 - 3:57
    cos'è l'emozione?
  • 3:57 - 3:58
    Che cosa sono?
  • 3:58 - 4:00
    Come si sentono le emozioni?
  • 4:00 - 4:02
    Dove si sentono?
  • 4:02 - 4:04
    Come si sente la rabbia,
    da dove parte, com’è fatta?
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    L’emozione, per essere tale,
    ha bisogno di due componenti:
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    quello che è il vostro cervello -
    spero che qui ne siate tutti dotati,
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    e quello che è il vostro corpo,
    e questi li vedo tutti.
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    Questo ci permette di essere
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    degli uomini e delle donne
    che hanno uno straordinario dono,
  • 4:20 - 4:21
    che è quello delle emozioni.
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    Però, c'è un però.
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    Studiando le emozioni della gente,
    nel corso di questi anni,
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    ci siamo resi conto, anche,
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    che gli esseri umani stanno,
    progressivamente,
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    perdendo la loro serenità.
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    Ci stiamo, in un qualche modo, ammalando.
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    Ci stiamo ammalando di quella
    che è la nostra stessa malattia,
  • 4:41 - 4:45
    cioè della modernità e delle comodità
    che noi stessi abbiamo creato.
  • 4:45 - 4:48
    E ci cominciano a dare
    una serie di problemi,
  • 4:48 - 4:49
    che tutti conosciamo.
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    Abbiamo imparato moltissimo di modernità,
    di tecnologia, di cemento, di città.
  • 4:54 - 4:57
    E paradossalmente,
    il rimedio a questa malattia
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    non è altro che una cosa
    estremamente semplice,
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    e lo abbiamo visto proprio misurandolo.
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    Immaginate una terapia.
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    Una terapia che possa essere
    facile da eseguire,
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    che è priva di effetti collaterali noti,
  • 5:13 - 5:18
    che ha un funzionamento migliorativo
    rispetto al vostro sistema cognitivo,
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    e soprattutto è priva di costi,
    anche se non ve la passa la mutua.
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    E questa esiste, e si chiama natura.
  • 5:24 - 5:26
    Da centinaia d’anni,
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    gli uomini si curano
    con quella che la è natura,
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    non è una novità.
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    Ma la vera domanda
    che ci siamo fatti noi è,
  • 5:32 - 5:33
    quale natura?
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    Funzionano tutte allo stesso modo?
  • 5:35 - 5:38
    Tutte le persone che stanno
    passeggiando in un parco, oggi,
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    che vedono e si godono la bella giornata,
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    tutte stanno provando la stessa emozione?
  • 5:42 - 5:45
    Tutte le persone che vanno
    in un bosco dolomitico -
  • 5:45 - 5:48
    e tanti di voi ci vanno,
    vanno in vacanza, vanno in campagna -
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    Qual è l'emozione reale che provate?
  • 5:51 - 5:54
    E soprattutto, possiamo
    noi cristallizzarla?
  • 5:54 - 5:55
    In modo tale che questa emozione
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    possa essere come trasportata
    a qualcun altro?
  • 5:57 - 6:00
    Misurata, in qualche modo capita?
  • 6:00 - 6:02
    Perché se riusciamo a capire le cose,
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    riusciamo anche, in un qualche modo,
    a renderle nostre e portarle avanti.
  • 6:05 - 6:08
    E per riuscirci, abbiamo iniziato
    a fare una serie di ricerche.
  • 6:08 - 6:10
    Perché è un tema che ci è molto caro.
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    E per farlo, di nuovo,
    vorrei rendervi colleghi.
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    Siamo tutti colleghi in questo momento.
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    Siete tutti neuroscienziati,
    avete ricevuto tutti la laurea ad honorem.
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    Vi racconto come funziona il cervello.
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    Il cervello ha tre piccole sovrastrutture
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    che evolutivamente, una sopra l'altra,
    hanno cominciato a svilupparsi.
  • 6:32 - 6:35
    C’è il cervelletto,
    il famosissimo cervelletto,
  • 6:35 - 6:37
    che è la sede delle nostre,
    come potremmo dire,
  • 6:37 - 6:39
    reazioni più istintive;
  • 6:39 - 6:42
    il sistema limbico, direttamente sopra,
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    che si è creato,
    e forse non tutti lo sanno,
  • 6:44 - 6:46
    quando siamo diventati una specie,
  • 6:47 - 6:48
    ed è la sede delle nostre emozioni.
  • 6:48 - 6:51
    Quando abbiamo cominciato
    a diventare una specie,
  • 6:51 - 6:53
    e parlare e comunicare tra di noi,
  • 6:53 - 6:56
    abbiamo avuto bisogno di farlo
    anche attraverso le emozioni,
  • 6:56 - 6:57
    e di leggerlo attraverso gli altri.
  • 6:57 - 6:59
    E in ultimo,
  • 6:59 - 7:01
    solo alla fine, tardissimamente,
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    è arrivata quella che è la corteccia,
    che è il sistema razionale.
  • 7:06 - 7:09
    La tanto decantata razionalità,
    e pensiero superiore.
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    Arriva solo molto tardi.
  • 7:11 - 7:14
    In realtà, a noi interessano
    le ultime due, quelle che stanno sotto,
  • 7:14 - 7:16
    che in fondo sono quelle che decidono
  • 7:16 - 7:18
    e a cui frega poco di quel che pensate.
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    Sono quelle che quando state
    davanti al negozio, qui in centro,
  • 7:21 - 7:23
    e avete il paio di scarpe -
    non lo volete comprare,
  • 7:23 - 7:26
    ma in realtà quello sotto
    aveva già deciso
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    che la vostra carta di credito
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    sta per uscire dal portafoglio
    per andare a comprarlo.
  • 7:30 - 7:36
    Per farlo, voglio portarvi due esempi:
    torniamo alla natura, vogliamo il centro.
  • 7:37 - 7:40
    Due esempi interessanti
    di come funziona questa natura.
  • 7:40 - 7:43
    E il primo di questi esempi -
    cioè la natura sul cervello -
  • 7:43 - 7:45
    il primo di questi esempi è il Madagascar.
  • 7:46 - 7:48
    Questa terra straordinaria.
  • 7:48 - 7:51
    E in questo esempio,
    in questo scenario in particolare
  • 7:51 - 7:53
    voglio raccontarvi
  • 7:53 - 7:56
    di quando la natura selvaggia
    incontra quello che è l'uomo.
  • 7:56 - 7:58
    Questa è una foto che ho scattato io,
  • 7:58 - 8:01
    quindi per dirvi quanto sia facile
    scattare una fotografia oggi,
  • 8:01 - 8:04
    ma in realtà anche
    quanto è bello il Madagascar.
  • 8:04 - 8:06
    Per farlo abbiamo portato,
    per una settimana,
  • 8:06 - 8:08
    un gruppo di persone, di volontari,
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    che si sono sottoposti
    a questa tortura incredibile,
  • 8:11 - 8:13
    che sono venuti con noi,
  • 8:13 - 8:17
    e abbiamo visitato
    tantissimi scenari differenti:
  • 8:17 - 8:19
    i fiumi di mangrovie -
  • 8:19 - 8:25
    siamo stati su spiagge bianchissime,
    fino a foreste non ancora antropizzate.
  • 8:25 - 8:27
    Cioè abbiamo cercato, con loro, di capire
  • 8:27 - 8:31
    come differenti tipi di nature
    impattavano realmente su di loro.
  • 8:31 - 8:34
    Siamo andati con le piroghe,
    abbiamo fatto delle robe straordinarie.
  • 8:34 - 8:35
    Abbiamo cercato di vivere
  • 8:35 - 8:38
    nel modo più consono
    e meno impattante possibile
  • 8:38 - 8:40
    quella che fosse questa realtà.
  • 8:41 - 8:43
    Per capire bene
    come sono stati i risultati,
  • 8:43 - 8:48
    voglio di nuovo rendervi miei colleghi
    e spiegarvi come poterli leggere.
  • 8:48 - 8:52
    Parliamo di un indice che si chiama,
    la dico all’italiana,
  • 8:52 - 8:53
    asimmetria frontale,
  • 8:53 - 8:57
    ovvero quando c'è
    una polarizzazione di onde
  • 8:57 - 8:59
    in un lobo piuttosto che in un altro.
  • 8:59 - 9:02
    Quando queste onde, in questo caso
    le onde alfa emesse dal nostro cervello,
  • 9:03 - 9:05
    si trovano a sinistra
    dei vostri lobi frontali,
  • 9:06 - 9:10
    gli esseri umani si è notato
    che hanno un atteggiamento positivo,
  • 9:10 - 9:12
    di approccio verso quello
    che stanno vivendo.
  • 9:12 - 9:17
    Quando queste sono verso destra,
    l’atteggiamento è negativo, di repulsione,
  • 9:17 - 9:19
    cioè sono un po' [a disagio].
  • 9:20 - 9:22
    E udite udite, di tutte le esperienze
  • 9:22 - 9:24
    che queste persone hanno
    vissuto in una settimana,
  • 9:24 - 9:30
    le due esperienze a più alto tasso
    di, chiamiamolo, discomfort,
  • 9:30 - 9:33
    ovvero il fiume di mangrovie
    e la foresta di Lokobe,
  • 9:34 - 9:37
    sono state le esperienze
    che hanno gradito di più in assoluto.
  • 9:38 - 9:41
    Detto così, sembra una cosa da poco,
    ma in realtà - immaginatevi la foresta.
  • 9:41 - 9:43
    La foresta non è una roba comoda.
  • 9:43 - 9:46
    C’erano serpenti, li ho visti davvero.
  • 9:46 - 9:48
    Boa di sei metri
    che dormivano sotto gli alberi,
  • 9:48 - 9:51
    gli insetti, umidità - discomfort.
  • 9:51 - 9:54
    Qualsiasi cosa di umanamente -
  • 9:54 - 9:56
    in questa stanza,
    voi siete seduti comodamente,
  • 9:56 - 9:58
    In realtà è particolarmente complicato.
  • 9:58 - 10:02
    Eppure, guardate, è stato
    il risultato più eclatante.
  • 10:02 - 10:04
    Abbiamo cercato di indagare a fondo,
  • 10:04 - 10:06
    e capire che cosa sia successo
    nel loro cervello,
  • 10:06 - 10:08
    mentre stava nella foresta.
  • 10:08 - 10:11
    E questo lo facciamo grazie a due indici.
  • 10:11 - 10:14
    Il primo è il carico cognitivo,
  • 10:14 - 10:19
    cioè quanto sforzo la loro parte razionale
    ha cercato di mettere
  • 10:19 - 10:22
    per capire, comprendere
    l’ambiente che gli stava intorno.
  • 10:22 - 10:24
    E l'altro, invece,
    il coinvolgimento, l’engagement,
  • 10:25 - 10:27
    cioè la loro capacità
    di sentirsi a proprio agio.
  • 10:28 - 10:31
    Entro la prima parte del loro tempo,
  • 10:32 - 10:35
    gli esseri umani -
    i nostri tester, in questo caso -
  • 10:35 - 10:37
    hanno speso circa un'ora
    per capire dove erano.
  • 10:38 - 10:41
    Per capire se era pericoloso,
    se dovevano stare all’erta o no.
  • 10:41 - 10:46
    Vi ricordate? Il cervello è tarato
    sulla paura e la sopravvivenza.
  • 10:46 - 10:49
    Ma dopo un'ora che sono nella foresta,
  • 10:49 - 10:53
    crolla il loro impegno
    cognitivo, misteriosamente,
  • 10:53 - 10:58
    e lascia spazio a quello che è, invece,
    la parte di coinvolgimento emotivo.
  • 10:58 - 11:01
    Come se, ad un certo punto,
    il cervello avesse detto:
  • 11:01 - 11:04
    “Ehi, tranquillo. Il massimo
    che può succedere è questo”.
  • 11:04 - 11:07
    I decibel arrivano
    solo fino a un certo punto,
  • 11:07 - 11:10
    gli animali li abbiamo
    in un qualche modo catalogati,
  • 11:10 - 11:13
    le persone che stanno qui
    in un qualche modo non sono pericolose..."
  • 11:13 - 11:17
    Ha cominciato a mettere in atto
    una serie di meccanismi
  • 11:17 - 11:20
    come se si sentisse a casa.
  • 11:20 - 11:23
    E il risultato è talmente eclatante
  • 11:23 - 11:26
    che è riuscito a surclassare
    addirittura posti come questo.
  • 11:27 - 11:30
    Questa è la bellissima Nosy Iranja.
  • 11:30 - 11:33
    È una lingua di sabbia
    che collega due isolotti,
  • 11:33 - 11:36
    che compare e scompare
    al ritmo delle maree,
  • 11:36 - 11:39
    e ci tenevo molto a mostrarvela
    anche per sottolineare
  • 11:39 - 11:42
    quanto dura è stata la settimana
    che abbiamo trascorso in Madagascar.
  • 11:42 - 11:43
    (Risate)
  • 11:43 - 11:46
    Vi giuro: nessuno di noi,
    del nostro team, voleva -
  • 11:46 - 11:48
    una mattina abbiamo litigato
    per andare in spiaggia.
  • 11:48 - 11:50
    È stata una roba veramente complicata.
  • 11:50 - 11:52
    Quelli lì siamo noi piccolini.
  • 11:52 - 11:54
    È una foto aerea fatta col drone.
  • 11:56 - 11:58
    Basta spiaggie, cambiamo capitolo.
  • 11:58 - 11:59
    Parliamo di ...
  • 11:59 - 12:00
    miele!
  • 12:00 - 12:03
    Di quando la natura entra nel piatto.
  • 12:04 - 12:06
    Il miele è una sostanza straordinaria.
  • 12:06 - 12:09
    Un regalo che ci viene fatto
    da questi esseri minuscoli,
  • 12:09 - 12:12
    che - tra parentesi,
    una notizia che ho letto ieri:
  • 12:12 - 12:16
    il 50 percento del raccolto
    di miele di quest'anno
  • 12:16 - 12:18
    andrà perduto per via
    del cambiamento climatico.
  • 12:19 - 12:20
    Il miele sta scomparendo!
  • 12:21 - 12:24
    E, in aggiunta a questo,
    forse non tutti qui sanno
  • 12:24 - 12:27
    che un miele su due
    di quelli venduti in commercio
  • 12:27 - 12:28
    proviene dall'estero.
  • 12:28 - 12:29
    In Italia, chiaramente.
  • 12:29 - 12:32
    Quindi provengono dalla Cina
    o dai paesi dell'Est.
  • 12:32 - 12:37
    E il 75 percento dei mieli
    presenti in grande distribuzione
  • 12:38 - 12:43
    non è miele, ma sono una miscela
    di zuccheri aromatizzanti, melassa,
  • 12:43 - 12:46
    che lo rende aromaticamente simile,
    al miele, ma non è miele!
  • 12:47 - 12:48
    Il 75 percento,
  • 12:49 - 12:52
    cioè meriterebbe un talk solo questo,
    per potercelo raccontare.
  • 12:52 - 12:56
    E, in aggiunta, e che lo rende
    ancora più complicato,
  • 12:56 - 13:00
    è che il prodotto vero,
    il miele delle api,
  • 13:00 - 13:03
    costa circa tre volte il miele-non-miele.
  • 13:03 - 13:05
    E la domanda che ci siamo posti,
  • 13:05 - 13:09
    ma anche diverse associazioni
    di apicoltori ci hanno posto,
  • 13:09 - 13:11
    proprio in rispetto a questo problema, è:
  • 13:11 - 13:14
    il nostro cervello è in grado,
    spontaneamente,
  • 13:14 - 13:18
    di riconoscere un prodotto autentico
    da un prodotto che non lo è?
  • 13:18 - 13:19
    Ovvero, siamo in grado, noi,
  • 13:19 - 13:22
    di riconoscere un prodotto
    che proviene dalla natura,
  • 13:22 - 13:24
    rispetto ad un prodotto
    creato in laboratorio?
  • 13:24 - 13:26
    Quindi abbiamo preso
    un altro gruppo di utenti,
  • 13:26 - 13:31
    sottoposti all'ennesimo test
    per vedere come funzionava,
  • 13:31 - 13:35
    e abbiamo preso tre campioni di miele
    equiparabili per tipologia,
  • 13:35 - 13:38
    di cui l'ultimo, il miele bio,
    è l'unico vero.
  • 13:38 - 13:40
    E abbiamo chiesto loro di assaggiarli,
  • 13:40 - 13:43
    e poi abbiamo chiesto consapevolmente
    di esprimere una preferenza,
  • 13:43 - 13:48
    di dirci quale fosse il loro preferito,
    se notavano qualche tipo di differenza.
  • 13:48 - 13:49
    Chiaramente era un test alla cieca,
  • 13:49 - 13:52
    nessuno di loro sapeva
    qual era quello vero,
  • 13:52 - 13:53
    né tantomeno lo scopo del test.
  • 13:53 - 13:55
    E nel frattempo noi misuravamo.
  • 13:55 - 13:56
    Quando veniva richiesto,
  • 13:56 - 14:00
    nessuno esprime la preferenza netta
    per il miele vero -
  • 14:01 - 14:03
    per il miele delle api, per intenderci.
  • 14:03 - 14:05
    Ma guardate nella loro testa
    cosa è successo:
  • 14:06 - 14:09
    l'elettroencefalogramma,
    cioè la loro parte più istintiva,
  • 14:10 - 14:14
    riesce a beccare 10 volte su 10
    quello che è il miele vero!
  • 14:15 - 14:19
    Come se il nostro cervello
    sapesse delle cose
  • 14:19 - 14:22
    che nemmeno noi siamo
    in grado di interpretare!
  • 14:22 - 14:24
    Di più, maggiormente:
  • 14:24 - 14:28
    è riuscito, il miele vero,
    a stimolare delle aree -
  • 14:28 - 14:31
    tipo quella temporale,
    che vediamo qui illuminata,
  • 14:31 - 14:33
    che è la sede dei nostri ricordi,
  • 14:33 - 14:37
    dell'attivazione piacevole,
    di armonia con quello che sta accadendo,
  • 14:37 - 14:40
    e ha mosso addirittura delle onde,
    chiamate onde Theta,
  • 14:40 - 14:45
    che sono tipiche della meditazione
    e del rilassamento profondo.
  • 14:45 - 14:46
    Il miele!
  • 14:46 - 14:47
    Ed è una cosa incredibile,
  • 14:47 - 14:50
    che nemmeno gli utenti
    riuscivano a riconoscere.
  • 14:52 - 14:54
    Dove voglio arrivare con questo?
  • 14:54 - 14:58
    C'è tantissimo là fuori da scoprire.
  • 14:58 - 15:02
    Oggi siamo come affacciati
    a questo bordo enorme
  • 15:02 - 15:05
    che ci permette di guardare
    un po' più in là,
  • 15:05 - 15:08
    rispetto a quella che è
    tutta la situazione, tutta la Terra.
  • 15:08 - 15:12
    E ci portiamo addosso per tutta la vita
  • 15:12 - 15:17
    il sistema più meraviglioso e complesso
    che l'Universo abbia creato,
  • 15:17 - 15:19
    che è il nostro cervello.
  • 15:19 - 15:23
    Eppure, l'ignoranza che noi abbiamo,
    rispetto a questo tema di complessità,
  • 15:23 - 15:26
    è abissale: non conosciamo nulla.
  • 15:26 - 15:30
    E solo negli ultimi anni
    siamo riusciti a fare un po' di luce
  • 15:30 - 15:34
    su quelle che sono le sue regole,
    i suoi sistemi, i suoi meccanismi.
  • 15:34 - 15:37
    E la ragione di questo
    ritardo scientifico è presto detta:
  • 15:37 - 15:41
    per studiare sistemi complessi
    servono i computer.
  • 15:42 - 15:43
    Grazie alla tecnologia,
  • 15:43 - 15:48
    noi oggi possiamo studiare
    enormi quantità di dati
  • 15:48 - 15:50
    che prima non era possibile analizzare.
  • 15:50 - 15:53
    In realtà è come se ci dicessimo
    che solo grazie alla tecnologia
  • 15:54 - 15:57
    oggi possiamo recuperare
    la nostra parte più antica.
  • 15:57 - 15:59
    Anche il contatto con la natura.
  • 15:59 - 16:03
    Quindi il nostro desiderio,
    il nostro sogno, su tutto questo
  • 16:03 - 16:05
    è che il nostro sforzo,
    per quanto modesto,
  • 16:06 - 16:09
    possa essere parte
    di uno sforzo collettivo.
  • 16:09 - 16:12
    Di una volontà collettiva
    di riuscire a vedere
  • 16:12 - 16:14
    quali meraviglie accadono
    dentro al nostro cervello
  • 16:14 - 16:17
    e quale meraviglia,
    nonostante quello che succede,
  • 16:17 - 16:19
    sono gli esseri umani.
  • 16:19 - 16:20
    Perché di fondo,
  • 16:20 - 16:24
    cercando un po' di proteggere
    quello che ci sta attorno, e di amarlo,
  • 16:24 - 16:26
    sentiremo il desidero di farlo nostro.
  • 16:26 - 16:28
    E solo cercando di salvare
  • 16:28 - 16:30
    il nostro rapporto
    con la natura e con il mondo
  • 16:30 - 16:32
    cercheremo un po'
    di salvare anche noi stessi.
  • 16:33 - 16:35
    Grazie.
  • 16:35 - 16:38
    (Applausi)
Title:
MieleVero
Video Language:
Italian
Duration:
16:45
Michele Gianella edited Italian subtitles for MieleVero
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